Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Barbara Baumgarten    26/03/2016    0 recensioni
Secondo capitolo della saga vampiresca rivisitato con gli occhi di Edward. Rispetto a Twilight è stato ed è decisamente più difficile scriverlo perché per gran parte del libro originale Edward non compare.
Ho cercato di creare una trama che descrivesse gli spostamenti di Edward dopo l'addio a Bella, pendendomi qualche libertà e inserendo nuovi personaggi. Spero che il risultato sia piacevole e coerente.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nel pomeriggio, Edward e Bella guardarono insieme Romeo e Giulietta. Il vampiro non amava particolarmente la tragedia di Shakespeare: troppe cose sbagliate nel comportamento di Romeo. Ma c’era una cosa che apprezzava: la facilità del suicidio. Per gli esseri umani, la vita poteva finire da un momento all’altro semplicemente per una scelta. Ma per un vampiro, le cose erano diverse. In un certo senso, Romeo e Giulietta tendevano a ricordargli quanto bramasse la morte, prima di incontrare Bella, e quanto fosse difficile trovare il modo di concretizzare quel desiderio. Solo i Volturi avrebbero potuto aiutarlo; solo loro avrebbero potuto porre fine alla sua esistenza.

Sebbene fosse felice, la primavera precedente aveva nuovamente pensato a loro. Quando credeva che Bella potesse essere… non riusciva nemmeno a pronunciare nella sua mente quella possibilità. Non avrebbe sopportato l’idea di perderla. Se James l’avesse uccisa, se quel nomade le avesse strappato la vita, Edward non avrebbe più potuto esistere.

Anche trovare le parole per spiegare a Bella il proprio flusso di pensieri non fu facile. Raccontare ad un mortale i supplizi di un vampiro poteva risultare quasi ridicolo… eppure, Edward ci provò.

“Cosa sono i Volturi”, gli chiese, curiosa.

“Una famiglia”, rispose guardando un punto lontano. “Una famiglia di nostri simili, molto antica e potente. Non ricordi la storia di Carlisle?”

“Certo che sì”, rispose convinta.

“Ad ogni modo, i Volturi non vanno fatti arrabbiare. A meno che non si cerchi la morte”. Il tono di voce di Edward era talmente calmo da far accapponare la pelle. Sembrava freddo e distaccato. Bella gli prese il volto fra le mani, stringendo quanto le fosse possibile.

“Non devi mai, mai, mai più pensare ad una cosa del genere!”, gli disse, seria. “Non importa ciò che potrebbe accadere a me, non ti permetterò di fare del male a te stesso”.

“E’ un discorso inutile… non ti metterò mai più in pericolo”.

“Come se fosse stata colpa tua!”. Lei era… arrabbiata? Edward capiva quanto l’idea di perderlo la facesse soffrire, ma era nulla se paragonato alla sofferenza che lui avrebbe provato sapendo di essere stato la causa della sua morte. Bella non comprendeva quanto la vita assieme ad un vampiro fosse piena d’insidie, nemmeno in quel momento dopo ciò che avevano passato in primavera. Dopo James…

“Tu cosa faresti, a parti invertite?”, gli chiese, sperando di farle capire.

“Se succedesse qualcosa a te? Preferiresti che mi togliessi la vita?”. Questo non l’aveva valutato. In effetti, se avesse saputo che morendo avrebbe condannato a morte anche lei, non si sarebbe perdonato. Forse, dopotutto, aveva ragione Bella. Si appartenevano come due elementi di uno stesso corpo: la perdita di uno, comportava la morte dell’altro.

La discussione venne interrotta dall’arrivo di Charlie che entrò in casa con del cibo d’asporto. Edward guardò i due cenare, sopportando, non senza ridere, i commenti di Charlie sulla sua dieta. Capo Swan non l’aveva mai visto mangiare e si preoccupava: non si capacitava della forma fisica del vampiro. Edward sostenne l’idea che saltava la cena mangiando in modo sconsiderato durante il giorno e a Charlie bastò.

“E’ un problema se prendessi in prestito Bella per sta sera?”. Non poteva certo raccontare della festa: Bella non si sarebbe mossa di casa.

“Va bene…”, rispose Charlie, sotto l’occhio vigile della ragazza e i due uscirono.

Edward e Bella si allontanarono da Forks a bordo del vecchio Chavy. Il vampiro guidava irritato dalla velocità limitata del pick up e dall’agitazione per l’eventuale reazione di Bella alla festa. Sapeva che la ragazza avrebbe fatto rimostranze, eppure sperava che si sarebbe divertita. Tuttavia, quella brutta sensazione che l’aveva accompagnato durante l’intera la giornata si fece viva, nuovamente, mentre imboccavano la strada che conduceva a casa Cullen. Perché non riusciva a vivere con maggiore leggerezza? Perché doveva esserci sempre qualcosa che minava la sua felicità?

Le finestre dei primi due piani della casa erano illuminati a giorno, mentre grossi vasi di rose decoravano il patio e i gradini. Alice aveva fatto proprio un bel lavoro.

“E’ una festa”, disse infine Edward, tramutando in realtà le paure di Bella. “Cerca di fare la brava ragazza”.

“Certo”, mormorò Bella, evidentemente terrorizzata.

Tutta la famiglia al completo li attendeva nel grande salotto bianco. Non appena furono dentro, in coro la salutarono con un “Buon Compleanno, Bella!”. Edward sorrise. Aveva davvero una bella famiglia: le migliori persone – perché, ne era certo, non erano dei mostri- che avesse mai incontrato. Il vampiro si guardò attorno: erano anni che non vedeva la casa decorata in quel modo. Vi erano candele rosa, dozzine di vasi di cristallo colmi di rose e, vicino al pianoforte, spiccava un tavolo bianco colmo di regali.

Esme andò incontro a Bella, abbracciandola con cautela. “Mi spiace, Bella, ma non siamo riusciti a trattenere Alice”. Edward sorrise a quell’affermazione: dare la colpa a Alice era la strada più facile. Ma tutti avevano partecipato felici all’organizzazione, Esme compresa.

“E’ ora di aprire i regali!”, disse con entusiasmo Alice, prendendo a braccetto Bella e portandola accanto al tavolo con i pacchetti ordinati.

Il primo regalo fu quello di Jasper, Rosalie ed Emmett. Edward guardava affascinato le innumerevoli espressioni che si accalcavano sul volto di Bella. Quando riuscì a scoprire una scatola vuota, risero tutti.

“E’ un autoradio per il tuo pick up”, disse Jasper ridendo. “Emmett è andato a montarla, così non potrai rifiutarla”.

Bella sorrise ed Edward si sciolse. Finalmente, era felice.

“Adesso”, intervenne col solito entusiasmo Alice, “Apri il mio e quello di Edward”. Bella guardò il vampiro con fare inquisitorio.

“Avevi promesso…”, gli disse. Edward alzò le mani in segno di resa.

“Non ho speso un centesimo”, cercò di scusarsi. Era vero. La promessa che lui le aveva fatto, riguardava l’andare a comprare un regalo e lui non l’aveva fatto. Edward guardava Bella mentre si rigirava fra le mani il piccolo pacchetto. La guardò infilare il dito sotto il nastro per poter sciogliere il fiocco.

“Oh cavolo”, disse Bella mentre guardava la minuscola goccia di sangue che colava dal dito: si era tagliata.

Accadde tutto troppo velocemente. Edward si rabbuiò all’istante, quando l’odore del sangue di Bella lo raggiunse. Ricordava la primavera precedente… poi, il dramma. Jasper allargò le narici e le pupille si dilatarono. Edward sentì i suoi pensieri… Sangue… Sete… Bella…

L’avrebbe attaccata, Edward lo vedeva chiaramente nella sua mente.

Paura.

“No!”, ruggì lanciandosi contro un Jasper che già era scattato con un balzo verso Bella.

Rabbia.

Edward si mise in mezzo spingendo Bella lontana e preparandosi a impattare contro Jasper. Anche Emmett si mise in mezzo, afferrando Jasper per le braccia, che sembrava un ossesso. Ringhi cupi echeggiavano per il salotto.

Jasper non riusciva a calmarsi, mentre Edward era pronto a staccargli la testa se fosse stato necessario. Non aveva mai preso in considerazione l’eventualità di fare del male alla propria famiglia, almeno fino a quel momento. Era disposto a tutto pur di salvare Bella.

Bella…

Era ancora a terra, circondata da miriadi di pezzi di vetro e sanguinava. Ecco perché Jasper non riusciva a riprendere il controllo. La quantità di sangue che Bella perdeva era più grande di quanto credesse.

Frustrazione.

Per quanto Edward si fosse ripromesso che non avrebbe mai più messo Bella in pericolo, era accaduto nuovamente. Solo che il mostro non era più James. Il mostro era dentro la sua famiglia.

In quel momento, Edward si sentì perso. Sotto i suoi piedi si sgretolava quel mondo felice che aveva cercato di costruire per sé e per Bella. Un vampiro e un umana non avrebbe mai potuto funzionare e ora lo sapeva.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Barbara Baumgarten