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Autore: LanceTheWolf    29/03/2016    3 recensioni
Questa storia è svolta nell'universo di "Avatar: la leggenda di Korra". Si svolge dopo la saga televisiva e comprende personaggi conosciuti e inventati. Il protagonista del primo libro è il Generale Iroh, che incontra su un'isola della Nazione del fuoco una ragazza dolce, ma agguerrita, che dichiara che non sposerà nessuno che non sia in grado di batterla ad Agni Kai.
Ogni libro chiude la trama principale, ma ne introduce un'altra.
Ci tengo a precisare che questa storia è stata scritta da una mia carissima amica (non è una burla, a breve pubblicherò anche alcune delle mie e noterete la differenza :-D) che per motivi di tempo e disponibilità non ha potuto pubblicarla direttamente.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Iroh, Quasi tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Draghi, Metallo e Cavalieri'
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Capitolo 03

"Mia adorata Opal,
Non crederai mai a quello che è successo dalla mia ultima lettera. Iroh, l'integerrimo generale, l'eroico principe e prode dominatore della fiamma è innamorato....e non di una qualsiasi ma della nostra Mokuren che, a mio giudizio, sembra ricambiare in pieno. Se devo essere sincero non mi ero accorto di nulla fino a che, qualche notte fa, non li ho beccati a baciarsi sotto la luce di una magnifica luna piena, ma del resto dovevo immaginarmi che Iroh fosse un romanticone. La mattina dopo quando sono sceso in cambusa Iroh era lì, andava via in quel momento e l'ho incrociato in corridoio. Quando sono entrato in cambusa Mokuren stava affettando delle verdure ma si vedeva che era in imbarazzo....che cosa romantica! La principessa guerriera prigioniera della sua isola che s'innamora dell'affascinante principe venuto a salvarla...devo scrivere a Varrick, potrebbe essere un meraviglioso soggetto per un movente. Dal giorno dopo Mokuren ha cominciato ad allenarsi con noi al mattino e lei ed Iroh hanno dato spettacolo. Avresti dovuto vederli, sembrava una danza, mortale e spettacolare, e devo dire che stare a guardare Mokuren muoversi è un piacere. E' tecnica e precisa quanto Iroh ma ha una fluidità di movimenti che mi ricorda fortemente Eska quando usa l'acqua. Ti avrei detto Korra ma lei non è così leggera...non dirglielo mai che l'ho detto, però. Intendo a Korra naturalmente. Mokuren ha anche fatto amicizia con le altre ragazze della nave, anche se sembra essere entrata in confidenza con Mei Lin, una dominatrice del metallo con un gancio destro micidiale...lo so per esperienza, fidati. E poi è successo: Iroh ha chiesto un appuntamento a Mokuren. Diciamo che l'ha estorto con l'inganno, per la verità, ma non l'ho sentita protestare. Difatti il giorno dopo sono scesi dalla nave insieme, in abiti civili, per mischiarsi alle celebrazioni dell'isola dove avevamo attraccato. E' stato carino vederli girare tra le bancarelle, vederli condividere cibi e dolci ed osservarli addirittura tentare la pesca ai pesci rossi coi ventaglietti di carta. Non sai quanto si sono fermati ad una bancarella che vendeva vari tipi di the, di cui a quanto pare sono entrambi estimatori. Non che li stessi seguendo, naturalmente, nossignore. Ero solo al momento giusto al posto giusto...almeno fino a che Mei non mi ha pizzicato ad osservarli e mi ha minacciato di infilarmi i cavi di metallo in.....non vuoi saperlo amore, fidati di me. Però dopo la fine dei fuochi d'artificio li ho visti ritornare insieme, mano nella mano, silenziosi ma sorridenti e la voce già si è sparsa sulla nave che Mokuren, in quanto interesse del generale, sia off limit. Sono così teneri a guardarli insieme ed io mi sento solo. Meno male che da qui a pochi giorni dovrebbero finalmente raggiungerci Korra ed Asami...Finalmente! La loro assenza cominciava a pesarmi veramente tanto.
A presto, Bolin"

Jinora ridacchiò << Questa lettera è meglio della colonna di gossip di un giornale. >> Commentò allegra. Alzò il capo trovando però un accigliata Opal. << Che c'è? >> Chiese titubante e la ragazza dagli occhi verdi sbuffò << Non fa altro che parlare di lei...guardarla muoversi è un piacere? >> Jinora sospirò a quell'atteggiamento dell'amica << Opal, ti farei notare che è felice del rapporto che si sta creando tra lei ed Iroh. Mi sembra che sia abbastanza per sapere che non ha interessi romantici per Mokuren. >> << Non ha detto una volta che gli manco. >> << Te lo dice sempre. >> Ragionò ancora la maestra dell'aria << Lo conosci, quando è entusiasta di qualcosa si focalizza. Non appena gli passerà tornerà normale. >> Ma Opal si era chiusa nei propri pensieri << E poi perché continua a nominare la sua ex... >> Bofonchiò mentre Jinora sospirava al suo atteggiamento. "Quei due dovevano passare un po’ di tempo insieme, e presto." Si disse, cosciente che parte delle insicurezze dell'amica venivano dalla prolungata distanza.
 
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La brezza della sera profumava di mare, di fiori di ciliegio e dei vari cibi in vendita nelle mille e una bancarelle che, con le loro luci ed i loro odori, contribuivano ad animare la festa isolana. Iroh e Mokuren, dopo lo spettacolo teatrale, si erano mossi in quel reticolo di mercanzie, giochi ed allegria immergendosi completamente nell'atmosfera gioiosa delle celebrazioni. Per entrambi era un modo per conoscersi, parlare e rilassarsi insieme, lontani dalla realtà più formale della nave. In quel luogo erano solo un uomo ed una donna che volevano passare una bella serata, condividendo takoyaki, sashimi e dango e scherzando mentre i ventaglietti di carta non riuscivano a trattenere i pesciolini rossi. Scoprire la comune passione per il the era stata un'altra piacevole scoperta ed ora, da uno dei giardini in penombra che si affacciavano sulla baia del porto, erano in attesa dei fuochi d'artificio, circondati da altri ma abbastanza isolati da poter parlare senza essere ascoltati. Rimasero comunque in silenzio in quell'attesa, ognuno perso nei propri pensieri.

Mokuren si rendeva pienamente conto di essere invaghita di Iroh...ma come darsi torto? Bello, imponente, affascinante oltre a condividere i suoi stessi principi di giustizia ed onore, tutte qualità che non poteva non apprezzare oltre al fatto di essere un potente ed abile dominatore. Disciplinato eppure passionale era l'incarnazione stessa di tutto ciò che un dominatore del fuoco dovesse essere per gli insegnamenti paterni. Veramente quel concentrato di avvenenza, potenza e gentilezza voleva lei, la "mezzosangue" che in molti avevano schernito per le sue ascendenze miste? Le sembrava così irreale, come svegliarsi da un incubo e ritrovarsi al posto di una principessa delle favole....solo che lei non era una principessina inerme in attesa del principe che giunga a salvarla. Eppure lui l'aveva salvata lo stesso e non solo da Hideki, ma anche da se stessa, impedendole di fare l'errore più grande della sua vita: uccidere Hideki. Si era trovata a torreggiare sull'assassino di suo padre, sulla causa del suicidio di sua madre, ed aveva sfoderato le due daghe gemelle che suo padre aveva forgiato per lei quando aveva controllato la fiamma per la prima volta. Attraverso il rosso velo di rabbia che le aveva annebbiato il cervello la voce di Iroh le era arrivata come un raggio di sole nelle tenebre "Non abbassarti al livello di questa feccia, non portarti il suo segno addosso per il resto della tua vita" le aveva detto...e aveva ragione. Facendo forza su se stessa aveva ricacciato indietro il divoratore capendo la saggezza di quelle parole. Aveva desistito dai suoi propositi di furia ma non senza un'enorme sforzo. Il primo scoppio di petardi la distolse da quei ricordi ed Iroh le sorrise puntando un dito verso il cielo nell'esatto momento in cui una scintilla sibilante partì sfrecciando verso l'alto esplodendo in una cascata di scintille dorate che lasciò Mokuren senza fiato.

Iroh la osservò godersi lo spettacolo ad occhi sgranati come una bambina. Nella sua vita l'uomo aveva incontrato innumerevoli donne e molte di queste avevano cercato di guadagnarsi il suo favore, sperando di conquistare con lui anche il titolo di Signora del Fuoco ma la verità era che nessuna era mai riuscita a smuoverlo tanto da desiderare di averla accanto a se, da farlo pensare a lei in ogni momento. Mokuren era riuscita a farlo senza neppure provarci. Era stata cresciuta con gli stessi principi che erano stati insegnati a lui ed il fatto che fosse un'abile dominatrice in grado di tenergli testa nonostante la propria esperienza superiore la rendeva a lui affine in una maniera che non sperava di raggiungere con nessuna. Il suo spirito non si era spento in quegli anni di affanni, come una fiamma che perduri sotto il ghiaccio e lui si era trovato a desiderare di nutrire quella fiamma, di proteggerla e tenerla vicina affinché potesse vederla tornare a splendere fulgida, come il sole.

Quando lo spettacolo finì lei tornò a guardarlo e lui le sorrise. << Quanto tempo era che non vedevi i fiori di fuoco? >> Lei sospirò << Da quando è morto papà. >> Abbassò il capo ma una calda mano maschile le carezzò il viso spingendola a rincontrare il suo sguardo in quella semioscurità. << Tra meno di 10 giorni giungeremo alla Capitale Imperiale. Non puoi dire di aver veramente ammirato i fiori di fuoco in tutta la loro magnificenza se non li hai visti durante le celebrazioni della Capitale. >> Nel dirlo le aveva circondato la vita con un braccio traendola a se, dandole però la possibilità di sottrarsi in qualunque momento a quella stretta. Lei non lo fece, circondandogli il collo con le braccia mentre le loro labbra s'incontravano di nuovo. Si baciarono con languido abbandono, con la dolcezza di chi si stia assaporando con gusto ma senza fretta fino a che le loro labbra si separarono appena mentre si scrutavano negli occhi. Poi Mokuren lo tirò di nuovo a se in un bacio più impetuoso di quello che si erano scambiati un attimo prima ma interrotti dai rumori della gente intorno a loro che camminava chiacchierando animatamente. I due si separarono a malincuore, ormai più che consci del desiderio che esisteva tra di loro. << Verrai a vedere quei fuochi con me? >> Le chiese lui con voce appena più bassa del normale e lei annuì non fidandosi della propria mentre quel suo tono mandava un brivido lungo il suo corpo. Lui parve accorgersene perché, dopo averla liberata dalla stretta delle proprie braccia, le prese una mano intrecciando le proprie dita a quelle di lei per poi portarsela alla bocca baciandone le nocche. Senza liberarla, si avviò con lei verso la nave, in silenzio, incurante di chi potesse vederli ma pago della consapevolezza che il suo turbamento interiore alla presenza della ragazza fosse ricambiato. Se qualcuno li vide rientrare così, mano nella mano e sorridenti, nessuno fece commenti.

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Il porto dove erano attraccati, uno dei più grandi dopo quello di Città della Repubblica, pullulava di vita come solo un porto in piena attività poteva fare. Passeggeri e ciurme di varie navi si riversavano dalle banchine alle imbarcazioni e poi di nuovo per il distretto del porto in un fiume umano che spinse Mokuren a non allontanarsi troppo dalla passerella di collegamento della propria nave. Osservò Bolin abbracciare le due ragazze con impeto ed un sorriso gioioso in viso ed osservò la giovane con i vestiti tradizionali dell'acqua del sud sollevarlo senza sforzo e piroettarlo intorno, mentre la bellezza mora li osservava con un sorriso dolce. Non temeva la rivelazione che quella allegra e gioviale ragazza fosse l'avatar, e come poteva? L'avatar era una figura positiva e rassicurante ed, a dirla tutta, Bolin aveva parlato così tanto di Korra ed Asami che Mokuren era genuinamente entusiasta di conoscerle. Si tenne comunque in disparte in modo da non intrudere in una riunione tra amici ed occhieggiò le mercanzie dei vari ambulanti presenti mentre aspettava che il terzetto si riavvicinasse alla nave.

Bolin era al settimo cielo nel riavere con se le ragazze e cominciò a parlare a raffica sugli accadimenti di quei mesi sotto lo sguardo altrettanto allegro delle due amiche. Nel voltarsi per condurle alla nave il sorriso gli morì sul volto notando in cima alla passerella un Iroh adombrato e dallo sguardo che non prometteva nulla di buono. Seguendo lo sguardo dell'uomo notò finalmente i 5 bellimbusti che avevano circondato Mokuren mentre uno di loro stava visibilmente infastidendo la ragazza che, per nulla spaventata, lo stava fronteggiando cercando di passare oltre e ritornare verso la nave. Bolin si adombrò a sua volta mentre anche Asami e Kora, notata la situazione, s'incupivano. L'uomo che stava circuendo Mokuren provò ad afferrarle un polso ma la giovane si divincolò torcendogli il braccio e mandandolo a gambe all'aria apparentemente senza sforzo. << Ben fatto! >> Esclamò Korra muovendo un passo per aiutarla ma fu subito trattenuta da Bolin << Bolin che... >> << Buona Korra, guarda. >> Le disse l'amico e difatti Iroh era già arrivato ad aiutare la ragazza dalla spessa treccia ed i due si occuparono senza difficoltà alcuna dei bulli che, malconci, se la diedero a gambe levate da lì a poco. Mokuren si volse inviperita verso Iroh ed i due si scambiarono poche frasi concitate finché la giovane s'incamminò con passo furente verso la nave, immediatamente seguita da un altrettanto furibondo Iroh. Bolin osservò la scena preoccupato e le due ragazze al suo fianco lo guardarono con espressione interrogativa per poi seguirlo quando si affrettò ad inseguire i due dominatori del fuoco.

Iroh riuscì a fermare Mokuren nel corridoio dove risiedevano gli alloggi della ragazza, fortunatamente deserto. << Si può sapere perché non avrei dovuto intervenire? >> Le chiese esasperato e lei si voltò come una furia << Non sono una principessina da salvare, Iroh! Sono una dominatrice del fuoco, un guerriero! Non ho bisogno... >> L'uomo, sempre più esasperato, batte il pugno sul muro accanto a lui interrompendo la sua tirata. << Non ho mai voluto insultarti! So benissimo che l'unica cosa in cui ti sono superiore è l'esperienza. >> Poi prese un respiro profondo come a calmarsi e continuò con tono più calmo << Non ti ho aiutata perché ritenevo che non fossi all'altezza della situazione, l'ho fatto perché mi sentivo di farlo. Perché non puoi accettare questo fatto e passare oltre? >> Lei lo osservò parlare, le labbra strette in aperto disappunto, ma quando parlò il tono non era più furioso ma velato di quella che sembrava rassegnazione. << L'hai fatto ancora. >> << Cosa ho fatto ancora? >> Le chiese lui perplesso e lei prese fiato come non trovando le parole << Tu...tutte le volte che provo a tenerti a distanza tu fai o dici qualcosa che mi riscalda dentro e me lo rende impossibile. >> Si guardarono negli occhi in un silenzio carico di emozione e poi Iroh le sorrise con dolcezza. << To ho detto subito che mi piaci, Mokuren. E' ormale che non mi faccia piacere che qualcuno cerchi di metterti le mani addosso, ma non sono venuto in tuo soccorso, bada bene, ma in tuo appoggio...è diverso. >> Poi fece un paio di passi verso di lei << Perché dovresti tenermi a distanza? >> Lei non si mosse ma prese un altro profondo respiro prima di parlare. << Quando sono con te mi sento stupida, goffa e vulnerabile, Iroh...la cosa mi spaventa, come mi spaventa l'entità delle emozioni che riesci a destare in me. Ogni volta che provo a fare un passo indietro per osservare la situazione in maniera più distaccata, tu ne fai due verso di me. Sapevo di starmi invaghendo di te...ma a questo punto... >> Un altro respiro profondo << Se per te è solo un gioco smettila ora, Iroh. Perché a questo punto sono... >> Un attimo di esitazione come se avesse voluto terminare quella frase in un modo e fosse insicura se pronunciare quelle parole per poi continuare con voce appena più bassa << Sulla buona strada per innamorarmi di te. >> L'attimo dopo aver pronunciato quelle parole Mokuren se lo sentì aderire addosso, schiacciata dal suo corpo forte contro il muro, mentre le sue labbra venivano catturate da Iroh in un bacio talmente intenso da sentirsi quasi divorata da lui. Non ebbe modo di non abbandonarsi a quella sensazione soverchiante e quando la bocca di lui abbandonò la sua per scendere sul suo collo, gemette rocamente il nome dell'uomo. A quel richiamo il viso di lui risalì a sussurrarle in un orecchio con voce bassa e roca << Ti ho sognata...sul mio letto, sotto di me ...i tuoi capelli sparsi sul mio cuscino mentre gridavi il mio nome. >> Lei tremò di eccitazione ed aspettativa a quelle parole e gli infilò una mano tra i corti capelli neri a tirarlo giù verso di lei a baciarlo ancora, mentre l'altra mano s'insinuava sotto la giubba della divisa di Iroh che reagì afferrandole entrambi i polsi e posizionandoli sopra le loro teste contro il muro, tenuti saldamente. Quando le loro labbra si separarono si fissarono in volto ansanti entrambi. << Nel momento stesso in cui arriveremo alla Capitale Imperiale conta tre giorni. >> Le disse con voce ferma e sicura << Il terzo giorno io ti sfiderò ad Agni Kai per il privilegio di averti al mio fianco per il resto delle nostre vite. >> Lei rimase a fissarlo ad occhi sgranati senza riuscire a proferire parola tanto era lo stupore che la pervadeva. << Il principe Imperiale del Fuoco non gioca, Mokuren. Preparati a perdere e divenire ufficialmente la mia regina, amore mio. >> La baciò ancora, stavolta con dolcezza, per poi lasciarla, ancora incredula, a scivolare in terra vista la sensazione di avere gelatina al posto delle gambe, mentre lo guardava andare via fino a che non scomparve alla sua vista.

Bolin emise in sommesso ma gioioso << Si! >> di trionfo dalla sua posizione dietro l'angolo. Lo sapeva che era una cosa seria tra quei due. Mentre si beava della buona riuscita di quel rapporto che aveva visto crescere, fu afferrato da due paia di mani ed allontanato dal corridoio dove Mokuren ancora fissava il vuoto con stupore. Mentre si allontanava con Asami e Korra sotto braccio la prima gli rivolse un sorrisetto << A quanto pare ci siamo perse parecchie cose durante questa vacanza. >> Disse divertita e Korra posò il capo su di una spalla del ragazzo con gli occhi grandi ed un sorriso dolce, quel sorriso dolce a cui Bolin non era mai riuscito a dire di no. << Racconta. >> Chiese carica di curiosità ed aspettativa. Lui non ebbe cuore di negarle nulla.
   
 
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