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Autore: Marne    29/03/2016    3 recensioni
Remus Lupin aveva dei segreti e temeva che, un giorno, questi avrebbero rovinato tutto ciò che di bello aveva trovato nella sua vita.
Forse, però, Remus non è nato soltanto con la luna storta.
Forse, Remus ha trovato la sua buona stella.
Dal testo:
«Volete farmi cacciare dalla scuola?» chiese allora, arretrando di un passo. Gli tremavano le mani, ma riuscì a risolvere il problema nascondendole in tasca. Gli occhi lucidi, invece, erano impossibili da gestire. Se non si era ancora sciolto in lacrime era stato soltanto grazie a quella piccola parte di lui che ancora sentiva di provare una briciola di orgoglio.
| Marauders' Era | Remus/Sirius |
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini | Coppie: Remus/Sirius
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Alla fine, il momento era giunto

L’universo in una Stella.

 

 

 

Alla fine, il momento era giunto.

«Chiederò a Silente di cambiare stanza» disse, la voce rasposa e stentata, gli occhi improvvisamente arsi dalle lacrime che premevano per fuggire via.

Era stato tutto un sogno.

Un bellissimo sogno.

Cinque anni, un tempo fin troppo lungo se si consideravano le sue aspettative. Credeva che non avrebbe retto sei mesi, in quell’ambiente di menzogne. Credeva di non riuscire a vivere nulla che non fosse solitudine.

Sarebbe stato meglio?

Un volontario esilio l’avrebbe tenuto lontano dai guai, forse sarebbe riuscito a finire gli studi senza troppe difficoltà. Nessuna bugia sarebbe stata raccontata, se nessuno si fosse preoccupato per lui.

«Adesso non esagerare, Remus» il tono di James era tranquillo, forse divertito. Naturalmente, lui era il figlio perfetto di una famiglia purosangue che tanto l’aveva aspettato. Lasciare la scuola, dal suo punto di vista, sarebbe stato solamente un piacevole diversivo. «Capisco che Peter sia un disordinato cronico e che Sirius russi più di Hagrid dopo lo stufato di fagioli, ma addirittura andartene…».

Occhi d’ambra si allargarono, sentendo quelle parole. Si fissarono prima sul suo interlocutore, tranquillamente poggiato al baldacchino del suo letto, le mani in tasca ed i capelli arruffati.

Non sembrava spaventato.

Si voltò verso l’altro occupante della camerata, curvato sul suo baule come se non fosse successo assolutamente nulla degno di nota. Come se la vita di Remus non fosse stata appesa ad un filo. Stava cercando qualcosa, lamentandosi del disordine che era stato effettivamente chiamato in causa.

Neppure lui era spaventato.

Finalmente, spostò lo sguardo sull’ultimo compagno, quello che, più di tutti, avrebbe potuto e dovuto far valere contro di lui quella natura che non aveva scelto. Era placidamente sdraiato sul suo letto, tutto preso da un giornaletto babbano dall’aria tutt’altro che pura e casta. Lo abbassò, guardandolo in viso e mostrandogli il suo solito ghigno divertito. Si azzardò addirittura a fargli l’occhiolino, sfacciato com’era sempre.

Decisamente non aveva paura.

Ma i dubbi erano troppi, i pregiudizi che per anni aveva mosso contro se stesso troppo forti per poter cedere a quell’accenno di rassicurazione.

«Volete farmi cacciare dalla scuola?» chiese allora, arretrando di un passo. Gli tremavano le mani, ma riuscì a risolvere il problema nascondendole in tasca. Gli occhi lucidi, invece, erano impossibili da gestire. Se non si era ancora sciolto in lacrime era stato soltanto grazie a quella piccola parte di lui che ancora sentiva di provare una briciola di orgoglio.

La sorpresa negli occhi degli altri tre ragazzi era così sincera da fargli dubitare, per un momento, di aver davvero tirato fuori le stesse parole che aveva pensato. Forse se ne era uscito con una qualche confessione del tutto sconnessa alla questione della luna.

L’aveva visto accadere, una volta. Lysa Burke* aveva rivelato a suo fratello maggiore di aver dato fuoco al loro gatto, nonostante lui le avesse chiesto una cosa totalmente diversa.

Aveva forse ammesso la natura dei suoi sentimenti?

Un’occhiata a Sirius bastò a rassicurarlo. Era accigliato, forse confuso, ma non nauseato. Non si era esposto più di quanto potesse esser considerato lecito, per fortuna. Oltre a terrorizzarli, non avrebbe fatto anche schifo.

«Remus, ma cosa cazzo stai dicendo?» sbottò James, piegando la testa di lato nell’osservarlo. Quella sua aria spavalda lo irritò, oltre a preoccuparlo. Pensavano di potersi prendere gioco di lui, probabilmente. Farlo rilassare e poi pugnalarlo alle spalle non era qualcosa di cui li avrebbe mai ritenuti capaci, ma anche i migliori potevano cedere dietro ai pregiudizi.

«Ho trovato…» sbottò, irritandosi con se stesso per la voce flebile e delicata che riuscì a tirar fuori. Sembrava un bambino sul punto di mettersi a piangere, non un feroce lupo mannaro. Non era decente neppure come bestia selvaggia. «Non prendetemi in giro, so che avete… avete scoperto il mio segreto».

Peter si strinse nelle spalle. «Sappiamo che ti piacciono anche i ragazzi da mesi, ormai» gli disse, tranquillo, dandogli nuovamente le spalle per concentrarsi sul contenuto del suo baule. «Parli un sacco mentre dormi. Nessuno è stato più contento di me, quando ti è passata la cotta per Fabian Prewett. Non ne potevo più di sentirti decantare la bellezza del suo fondoschiena».

Silenzio.

Anche i pensieri di Remus decisero di mantenere un religioso silenzio, in quel momento. Soltanto i suoi occhi si muovevano, scorrendo velocemente fra coloro che erano stati i suoi tre migliori amici.

Facevano sul serio?

«Fabian Prewett, almeno, ha un fondoschiena che vale la pena» si lamentò James, rialzandosi gli occhiali che erano scesi sul naso. «Vi ricordate quando non ha fatto altro che parlare degli occhi di Marlene McKinnon? In quel periodo ho temuto per la tua salute mentale, Remus. Marlene ha degli occhi da triglia».

Non potevano fare sul serio.

«Ed il sorriso della Burke? Lo sanno tutti che lei non sorride. Secondo me è figlia di un dissennatore e di un molliccio. Le risate potrebbero ucciderla» si intromise Sirius, con una risata.

Peter si accigliò, risollevandosi dal suo baule. «Ma Sirius… non siete cugini?».

Il rampollo Black si strinse nelle spalle. «Non ho detto che è brutta, soltanto che è demoniaca. Quasi tutta la mia famiglia lo è».

Era troppo.

«Io sono un licantropo!» sbottò quindi Remus, alzando la voce per la prima volta da quando, al secondo anno, Peter aveva fatto cadere del veleno di Doxy sulla sua relazione di Trasfigurazione, rendendola inutilizzabile. «Smettetela di fingere di non saperlo! Ho visto…» prese un respiro tremulo, imponendo a se stesso di mantenere il controllo per qualche altro minuto. Poi sarebbe finita.

Poi sarebbe potuto crollare.

«Hai visto i nostri appunti?» chiese James, accigliato, indicando i blocchi di appunti ancora in bella mostra sulla sua scrivania. «Credevo li avessi notati da un pezzo… devo dire che sei tardo, quando vuoi» aggiunse, passandosi una mano fra i capelli. «Ormai lo sappiamo da tre anni, Remus».

Tre anni.

Lo sapevano dal secondo anno.

L’improvviso ricordo dei suoi amici in infermeria, al suo fianco, che gli promettevano che sarebbe andato tutto bene, che lo avrebbero aiutato, lo fulminò.

Credeva fossero semplici parole di conforto.

Erano davvero una promessa?

Li guardò tutti, cercò i loro occhi sentendo le sue gambe tremare.

«Non volete cacciarmi?» chiese, con un filo di voce, provando l’impulso di poggiarsi a qualcosa – qualunque cosa – pur di mantenere insieme anima e corpo. Sentiva di essere sul punto di crollare, collassando su se stesso, implodendo come una stella alla fine della sua vita.

Sirius lo guardò, scandalizzato come se qualcuno lo avesse appena accusato d’essere il cocco di mamma. «Certo che non vogliamo cacciarti! Perché diavolo dovremmo fare una cosa simile?» gli chiese, tirandosi a sedere, con una mano sul petto a sottolineare l’aria sconvolta.

«Perché… perché sono un mostro!» cavarsi quelle parole di bocca era stato più difficile di quanto non avesse mai immaginato. Pronunciarle ad alta voce era stato come lanciare un incantesimo capace di rendere tutto più reale, più orribile di quanto non fosse mai stato in vita sua.

L’espressione scettica di James – sopracciglia inarcate e mani in tasca, l’aria del principe viziato stampata in viso – anticipò di pochi istanti la risatina degli altri due compagni, incuranti della condizione psicofisica del giovane Lupin.

«Adesso stai facendo il drammatico» gli disse Potter, trattenendosi a stento dallo scoppiare a ridere. «Tu pieghi i tuoi calzini, Remus. Perdonami se non sto tremando alla tua sola vista».

Gli altri due ragazzi scoppiarono del tutto. Peter si accasciò contro il suo baule, scomparendovi per metà all’interno. Sirius, invece, rise così forte da rotolare giù dal letto e cadere con un tonfo secco che non riuscì comunque a coprire i suoi latrati.

Remus restò a fissarli in silenzio, cercando di mettere ordine all’ammasso disordinato dei suoi pensieri.

Non avevano paura.

Non provavano ribrezzo.

Lo stavano prendendo in giro.

«Dovresti aver paura di me» esalò alla fine, guardando James con l’aria più fredda e pericolosa di cui fosse in possesso. Si rese conto della scintilla di ribellione nei suoi occhi scuri, seppe immediatamente che l’amico sarebbe stato pronto a tutto pur di fargli cambiare idea.

Ma non ce n’era bisogno.

«Remus, davvero…».

«Non lo sai che i maniaci dell’ordine sono i più propensi a diventare assassini? Disturbo ossessivo compulsivo, non si scherza su certe cose…» continuò lui, raddrizzando le spalle e nascondendo malamente un sorriso dietro uno sguardo di sfida.

Ci fu un momento di silenzio, nella stanza. Poi James sorrise.

«Un lupo psicopatico! Cos’è, Silente non ne ha trovato uno normale?» gli chiese, alzando gli occhi al cielo.

«Psicopatico e con un gusto terrificante per le sciarpe! Vi ricordate quell’orrore a strisce verdi e arancioni?» si intromise Peter, con una risata, chiudendo il suo baule con un calcio ed evidentemente rinunciando a cercare qualsiasi fosse la cosa persa in quel caos.

«Almeno sappiamo che ha buongusto per quanto riguarda gli uomini» aggiunse Sirius, alzandosi in piedi e stiracchiandosi, mentre gli altri concordavano con dei borbottii partecipi.

James, in particolare, si era lanciato in un apprezzamento accorato delle natiche irlandesi di Fabian Prewett, sostenendo che, se non fosse stato tanto innamorato della Evans, forse avrebbe fatto un pensierino sul cambiare sponda.

Una risata generale sembrò sciogliere del tutto la tensione accumulatasi nella stanza e, soprattutto, nel petto di Remus.

«Andiamo a cena, ragazzi» annunciò James, allungando le braccia per stiracchiarsi. «Dopo quest’altalena di emozioni e dopo la scena madre della nostra Primadonna preferita, credo proprio di aver bisogno di una buona porzione di patate arrosto» disse, allegro, scansando appena in tempo un cuscino lanciato da Remus stesso.

«Non era Sirius la primadonna?» chiese Peter, confuso, senza tuttavia contestare l’invito a recarsi a cena. Non si lamentava mai, se c’era del cibo coinvolto, tutt’altro. Fu proprio lui a spalancare la porta ed avviarsi per primo.

Remus si ritrovò a sorridere, osservando James dare un colpo alla nuca di Peter e Sirius alzare gli occhi al cielo.

Come se non fosse cambiato nulla.

Dopotutto, non era cambiato nulla. Loro sapevano da anni, l’unica differenza era che anche lui, da quel momento in poi, si sarebbe sentito libero, finalmente svincolato da tutti i suoi segreti.

O quasi, pensò, avviandosi alla porta senza avere il coraggio di lanciare un’occhiata all’ultimo ragazzo rimasto in camera. C’era ancora un segreto, l’ultimo, che non sarebbe mai stato rivelato.

Ma Sirius non la pensava come lui.

Prima che potesse uscire, il rampollo Black lo afferrò per un braccio, chiudendo la porta con un colpo di bacchetta. Senza rendersene conto, si ritrovò spinto con la schiena contro la porta stessa, gli occhi di diamante del migliore amico puntati nei suoi ed illuminati da una strana determinazione.

«Sirius, che diavolo…?».

Lo stava baciando.

Lentamente, con una delicatezza ed una dovizia d’attenzioni che nessuno si sarebbe aspettato da lui, Sirius Black stava baciando Remus Lupin, bloccandogli le mani contro il pannello di legno ed accostandosi teneramente al suo corpo, fin quasi a combaciare perfettamente.

Lo stava baciando.

Le labbra di Sirius erano morbide, leggermente salate. La presa sui suoi polsi era ferrea, eppure non dolorosa. Lo voleva tenere lì, ma non si sarebbe opposto se avesse deciso di scappare via.

Non che uno di loro avesse messo in conto quella possibilità. Sirius era troppo sicuro di sé per ammettere un rifiuto. Remus, semplicemente, si sentiva benedetto da una magia incomprensibile, capace di realizzare il suo sogno più segreto.

Quando si separò da lui, Sirius sorrise in quel modo malandrino che tanto aveva fatto rabbrividire Remus, nei mesi passati. «È stato migliore?» gli chiese, senza tuttavia allontanarsi troppo. I loro corpi restarono vicini, come fossero uno solo.

«Migliore di cosa?» domandò quindi lui, il fiato corto e le guance in fiamme. Sentiva un gran caldo, in quel momento, come se qualcuno avesse lasciato cadere del piombo appena fuso giù per la sua gola, lasciando sciogliere le sue interiora.

«Migliore dei tuoi sogni» rispose l’altro, lasciando allargare ancora di più il ghigno sulle sue bellissime labbra da purosangue. «Ultimamente sei stato parecchio… specifico, nel descrivere quello che avresti volentieri fatto con le mie labbra peccaminose».

Il piombo fuso nelle viscere di Remus si solidificò di colpo, prendendo la forma di un centinaio di palle di cannone pronte ad esplodere e spargere pezzi di budella per le pareti della stanza.

Parli un sacco mentre dormi.

Oh, no.

«Ehi» con una dolcezza che non gli apparteneva ed una sensualità che, invece, era fin troppo famosa fra i ragazzi e le ragazze di Hogwarts, Sirius richiamò la sua attenzione e gli posò un bacio delicato all’angolo delle labbra. «Non farti venire una sincope adesso, Lupin».

«Cos’ho detto?» la voce del licantropo era ridotta ad uno squittio imbarazzante. Le mani, ancora bloccate contro il pannello della porta, erano strette a pugno. Probabilmente il corpo di Sirius era tutto ciò che gli impediva di cadere al suolo come un idiota. «Cosa sanno gli altri?».

Sirius rise, alzando gli occhi al cielo. «È davvero importante? Invece di pensare a loro, non potremmo…» la sua voce si abbassò, mentre liberava una delle mani dell’altro e portava la sua fra i suoi capelli color miele. «Non so… usare questi minuti di solitudine per qualcosa di più… interessante?» detto questo, si riavvicinò per mordicchiargli le labbra.

Il piombo si fuse nuovamente, un ammasso nero nello stomaco del licantropo.

«I tuoi genitori sarebbero disgustati se sapessero che stai baciando un licantropo» mormorò Remus, deglutendo quella che doveva essere una palla di cannone sfuggita alla fusione generale. Il sangue, defluito totalmente dal suo cervello, sembrò raccogliersi da tutt’altra parte.

Come aveva detto Lysa? I maschi non avevano abbastanza sangue per far funzionare cervello e mutande insieme.

Aveva ragione.

Aveva pienamente ragione.

Sirius rise, sensuale, stringendosi di più contro di lui e bloccandolo totalmente contro la porta. «Oh, Moony… stai forse cercando di eccitarmi di più? Ti assicuro che non sarebbe un bene, per te».

Seppur sotto shock e sottoposto ad uno stress ormonale senza precedenti, Remus riuscì ad accigliarsi. «Moony?» chiese, in un sospiro, poggiando la mano libera sulla spalla di Sirius, convincendo se stesso che chiedersi dove diavolo tenerla avrebbe potuto rovinare l’atmosfera.

«Sei un po’ lunatico stasera, non credi anche tu?» fu la pronta risposta di Sirius, prima che si riavvicinasse per parlargli direttamente in un orecchio. «Un po’ lunastorta, no? Dovresti davvero darti una calmata…».

Remus Lupin era un ragazzo tranquillo, di solito. Un ragazzo capace di controllare i suoi impulsi più bassi.

Ma Remus Lupin aveva quindici anni, il sangue nei pantaloni e l’oggetto delle sue fantasie più oscure premuto contro ed intento a sussurrargli all’orecchio con voce sensuale.

Remus era tranquillo, ma era anche un licantropo.

E non era un Santo.

Per la prima volta in vita sua, la forza innaturale del lupo trovò un impiego molto più che soddisfacente nello spingere Sirius Black contro una porta ed aiutare il suo proprietario a realizzare i suoi sogni.

Tutti i suoi sogni.

Perché Remus era nato con la luna storta, ma, finalmente, aveva trovato la sua buona stella.

Una stella così luminosa da racchiudere un intero universo.

Una stella che, da quel momento in poi, avrebbe brillato solo per lui.

 

 

 

 

 

»Marnie’s Corner

 

Bentrovati e bentornati, cari amici di EFP!

 

Prima di tutto, un’avvertenza: la OS è basata su un post tumblr che io non riesco più a trovare. Fortunatamente ho, quantomeno, un’immagine di pinterest dello stesso, che allegherò qui (x). Quel dialogo era troppo bello e troppo ispirante.

 

Wolfstar è vita, sì, ma non sono la mia otp esclusiva. Solitamente mi piace sviluppare le mie OS in uno stesso universo, ma temo che il primo universo cui ho fatto riferimento non sarà quello ufficiale. Mi dispiace mettere da parte la mia Ophelia (presente nella mia “Fleamont è un nome bellissimo”), ma l’ispirazione è stata troppo grande e, dopotutto, chi non pensa che questi due signorini abbiano avuto una bella storia durante la scuola non ha letto davvero i libri.

No, dai, sto scherzando, è solo che sono così teneri.

 

Potrebbero arrivare nuove OS collegate a questa, una serie, diciamo. Che ne dite? Ne vale la pena o non è proprio qualcosa adatto a me? Fatemi sapere! Sirius e Remus ispirano tantissimo, mi dispiacerebbe non essere riuscita a renderli al meglio.

 

Punti importanti:

» In questo mondo, i Malandrini hanno scoperto il segreto peloso di Remus al secondo anno, ma hanno fatto in modo che lui lo sapesse solo al quinto. Perché? Sono un gruppo di drammatiche prime donne, sapere senza poter far nulla li avrebbe fatti sentire inutili. Durante il quinto anno, invece, stavano per diventare Animagi.

 

» Ci troviamo nello stesso universo di altre tre OS: “The serpent underneath”, “Danse Macabre” e “Come il sole dopo la luna”. Le storie, quindi, coesistono seppur in tempi diversi, con collegamenti diversi, soprattutto (neanche a dirlo), con prima e ultima.

 

» *Lysa Burke è collegata a “The serpent underneath”. Lei, infatti, è la sorella minore di Isaac Burke, la vittima di Regulus. Entrambi i suoi fratelli moriranno a causa di Voldemort: il minore per servirlo, il maggiore per ribellarsi a lui. In questo universo, Lysandra è una buona amica di Remus, decisamente lontana dagli ideali della famiglia ma abbastanza intelligente da non farlo notare. I Burke sono parenti di Sirius poiché la sua prozia ha sposato un Burke. Cugini alla lontana, sì, ma i purosangue sono tutti imparentati ed ossessionati dal loro sangue.

 

» Remus, come viene specificato da Peter (anche i ragazzi) è bisessuale, non omosessuale. Perché? Non perché io abbia problemi con gli omosessuali (mi sembra anche abbastanza ovvio), ma per giustificare la sua futura storia con Ninfadora. Qui il collegamento con “Come il sole dopo la luna”. Sirius era la sua stella, Dora il sole. Li ha amati tutti e due, seppur in modo diverso. Remus ha un debole per i Black, diciamocelo.

 

 

Forse mi sono lasciata prendere la mano con i collegamenti, ma mi è venuto naturale costruire un intero universo. L’ho fatto con le prime tre OS e credo che continuerò, se mi sarà possibile.

Che dite, una serie starebbe bene?

 

Domanda 2.0: avrebbe senso creare una pagina facebook per le anticipazioni/comunicazioni e così via? Molti autori l’hanno fatto e, non posso negarlo, credo abbia reso la vita molto più facile a tutti. Considerando i periodi di sparizione per motivi di salute, mi è dispiaciuto tantissimo non avere un modo per comunicare con tutti. Non lo so, forse è solo presuntuoso da parte mia (probabilmente è così, hybris, mio vecchio amico…).

 

Fatemi sapere!

 

Grazie infinite a tutti coloro che hanno commentato, i vostri pareri sono il cibo della mia ispirazione, senza di voi non so neppure se avrei avuto il coraggio di pubblicare ancora. Grazie, davvero.

 

Grazie ancora a chiunque leggerà,

-Marnie

 

 

   
 
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