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Autore: Blueorchid31    30/03/2016    11 recensioni
Ritorno allo shippuden, dopo gli avvenimenti degli ultimi due capitoli. La mia personalissima versione circa il buco temporale che intercorre tra il 699 e il 700. Naturalmente ci saranno lacrime, risate e tanto, tanto Sasusaku. Penso che abbiate capito che faccio veramente schifo nelle introduzioni, quindi vi auguro solo una buona lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
Capitoli:
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#18 Poco più che amici, poco meno di una coppia.









Il Sesto Hokage di Konoha sedeva alla sua scrivania con le mani intrecciate davanti al viso e lo sguardo puntato su uno dei suoi ex allievi, quello che lo aveva fatto penare di più e che lo aveva portato a dubitare svariate volte delle sue capacità come sensei.

Era passata circa una settimana dal ritorno di Sasuke al Villaggio e, nonostante Kakashi avesse ricevuto costanti aggiornamenti sul suo processo di reintegro da parte di Naruto, era molto ansioso di conoscere quali fossero i reali pensieri del ragazzo e soprattutto se avesse preso una decisione in merito alla proposta che gli aveva fatto.

« Perché mi hai fatto convocare, Kakashi? » gli chiese il ragazzo, in piedi davanti alla scrivania.

« Dovresti rivolgerti al tuo Hokage con un po' più di rispetto, lo sai? » gli fece notare Kakashi con un pizzico di ironia nella voce e un mezzo sorriso nascosto dietro la maschera.

« Hai ragione. Ti chiedo scusa. »

« Mh. » mugolò l'Hokage, molto colpito dal suo atteggiamento: Sasuke sembrava particolarmente rilassato, quasi sereno.

« Come stai? » gli chiese, quindi, per confermare la sua supposizione.

« Tsk! Mi hai convocato per questo? Naruto non ti tiene già abbastanza informato sui miei movimenti? »

« Oh! Sicuro. » confermò Kakashi, lasciandosi poi sfuggire una risata: Naruto doveva averlo perseguitato in quei giorni. « Tuttavia… » riprese, dopo aver schiarito la voce « Mi farebbe piacere conoscere anche la tua versione dei fatti. »

« In tal caso… » acconsentì Sasuke più per sfatare eventuali sciocchezze raccontate dall'Uzumaki che per il gusto di parlare con il suo ex sensei « Sto bene. » affermò, sicuro, strappando un altro sorriso all'Hokage.

« Hai pensato alla mia proposta? »

« Non sono ancora riuscito a dissipare tutti i miei dubbi. »

« Hai paura che la tua permanenza al Villaggio possa creare dei problemi, vero? » insinuò Kakashi, già al corrente dei timori dell'Uchiha. Timori che condivideva e che avrebbero dovuto spingerlo , come Hokage, a decidere di tenerlo lontano per il bene del Villaggio e non cercare di trattenerlo, offrendogli addirittura un posto di lavoro stabile.

Sasuke annuì con un leggero cenno del capo.

« Non ti nascondo di aver pensato molte volte all'eventualità che tu tornassi, nonostante i primi tempi avessi creduto che questo giorno non sarebbe mai arrivato. » gli confessò, con una nota di amarezza nella voce « Hai svolto un ottimo lavoro fino ad ora, hai reperito delle informazioni importantissime e hai collaborato con altri Paesi dell'Alleanza. In qualche modo sei riuscito a riabilitare il tuo nome e quello del tuo Clan. È giusto che tu possa tornare a condurre una vita normale. »

« Ma… » Sasuke lo batté sul tempo: era consapevole di ciò che aveva fatto in quegli anni, ma questo non aveva niente a che vedere con i pericoli che il Villaggio avrebbe potuto correre a causa sua.

« Ma hai ragione nel credere che la tua presenza qui potrebbe essere fonte di guai. Sei l'unico possessore del Rinnegan e, di certo, c'è ancora qualcuno deciso a eliminarti. » affermò l'Hokage, togliendosi il cappello e poggiandolo sulla scrivania in un gesto carico di significato « La verità è che come Hokage ti vorrei lontano da qui. » ammise, facendo poi una lunga pausa in cui Sasuke poté percepire con chiarezza la dicotomia che sussisteva in lui, il conflitto dovuto alle emozioni. « Ma come Maestro vorrei che tu accettassi la mia proposta. » concluse, incurvando le labbra sotto la maschera in un sorriso rassicurante.

« Un Hokage dovrebbe pensare prima al bene del suo Villaggio. » replicò Sasuke, serio. Era felice che Kakashi provasse nei suoi confronti ancora tutto quell'affetto, ma non era più il suo sensei, era l'Hokage e come tale non poteva lasciarsi prendere dai sentimentalismi e mettere a repentaglio la sicurezza del Villaggio.

Kakashi scoppiò a ridere e prese a grattarsi la nuca, imbarazzato.

« Credo che tu abbia ragione. » convenne, trovando abbastanza assurdo il fatto di essersi messo nella condizione di farsi riprendere da un suo allievo.

« C'è ancora molto da fare per evitare che quello che è avvenuto in passato possa accadere di nuovo. » continuò Sasuke « E io voglio fare la mia parte. » dichiarò, infine, con decisione, stringendo il pugno sotto il mantello.

« Mh! Capisco. »

« Se dovessi fermarmi adesso potremmo ritrovarci a dover affrontare un nemico ben più potente di Kaguya e non essere preparati. » gli spiegò, con cognizione di causa. Durante il suo viaggio, infatti, aveva seguito le tracce di Kaguya, spinto da un dubbio. Non riusciva a comprendere per quale motivo, Kaguya, un essere di infinito potere, potesse aver bisogno di un esercito. A cosa poteva servirle se tutto il mondo era assoggettato al suo volere?

Aveva raccolto prove, testimonianze, e alla fine si era convinto dell'esistenza di un essere ancora più potente della Otsutsuki. L'attacco di Toneri, poi, era stata la prova inconfutabile che l'eredità della Dea Coniglio non fosse andata perduta e che, come quel ragazzo, ci potessero essere altri discendenti, di uguale se non superiore potenza.

« Sono d'accordo con te, ma se tu accettassi la mia proposta potremmo aiutarti, accelerare le indagini e potresti vivere qui al Villaggio. » obiettò Kakashi, che in vero nel suo discorso non aveva trovato alcuna falla, ma solo la certezza che Sasuke non sarebbe rimasto a lungo al Villaggio.

« La Squadra di Polizia di Konoha agisce entro i confini, Kakashi. È un impegno che al momento non sento di poter prendere. Sono l'unico in grado di seguire le tracce di Kaguya, grazie al Rinnegan, e penso che si debba dare priorità a questo adesso. »

« Non penso ci sia un modo per farti cambiare idea, vero? »

Kakashi si arrese dinanzi alla risolutezza del suo allievo. Aveva pensato che proponendogli di occuparsi della Squadra d Polizia di Konoha, proprio come un tempo aveva fatto suo padre, avrebbe potuto in qualche modo convincerlo a restare, ma evidentemente Sasuke aveva già ben chiaro quale fosse il suo ruolo. Ciò che, tuttavia, ancora gli sfuggiva era il motivo, quello reale, che stava spingendo il suo allievo a scegliere spontaneamente una vita di solitudine, lontano dai suoi affetti.

La sua scelta non aveva più niente a che fare con l'espiazione dei suoi peccati, di questo ne era certo, e di sicuro non era di peso da un rinnovato patriottismo. Allora cos'era quella scintilla in fondo ai suoi occhi?




♦●♦




« E quindi si è trattato di un falso allarme? » urlò Ino Yamanaka, infischiandosene altamente del fatto di essere in mezzo alla strada e che la sua voce ''cristallina'' potesse attirare l'attenzione dei passanti.

Hinata annuì, paonazza.

« Ino-pig, dacci un taglio, ci stanno guardando tutti. » ringhiò Sakura all'amica.

« Ma come può essere stato solo un falso allarme!!! » incalzò ancora Ino « Hai fatto le analisi? E l'ecografia? Aspetta, adesso passo la mia mano e vediamo se succede qualc… »

« No, Ino, no…» si oppose Hinata, cercando di evitare una visita ginecologica davanti a mezzo Villaggio.

« Ino, ti ha detto che è stato un falso allarme. Fattene una ragione. » intervenne Sakura, tirando con forza la Hyuga verso di sé per proteggerla dalla furia omicida dell'amica che per quanto ne sapeva avrebbe anche potuto aprirle in due la pancia e ficcarci dentro un'anguria pur di farla sembrare effettivamente incinta.

« Ma non è possibile! » esclamò la Yamanaka, disperata.

« Dai, Ino, ci riproveremo. » tentò di rassicurarla Hinata, felice e allo stesso tempo terrorizzata dall'interessamento mostrato dall'amica alla questione.

« Sì? Quando? Stai ovulando? Dove diavolo è quel baka di tuo marito quando serve… Naruto!!!! »

Hinata e Sakura si scambiarono uno sguardo carico di sconforto: conoscendo Ino non avrebbe trovato pace fino a che Naruto non fosse comparso.

« Ma dove sarà? » continuava a chiedersi la Yamanaka, guardandosi in giro con fare sospetto.

« Non penso che tu possa trovarlo, Ino. Naruto-kun è in missione a Suna. » la informò Hinata con gentilezza.

« Cioè? Tu mi stai dicendo che tuo marito è a Suna quando dovrebbe essere qui a concepire vostro figlio? » sbraitò la Yamanaka con gli occhi iniettati di sangue.

Hinata, atterrita, si rifugiò dietro le spalle di Sakura, mentre quest'ultima cercava con tutta se stessa un motivo valido per non atterrare l'amica e porre fine a quella follia.

« Ino, adesso basta, stai esagerando! » la ammonì l'Haruno, brandendo il pugno davanti al suo viso.

« Sakura, tu non capisci. »

« Cosa non capisco? »

« Ragazze, calmatevi. » Hinata tentò di fermarle, ma invano.

« Tu non hai mai neanche dato un bacio, cosa puoi saperne di cosa significa voler concepire un bambino, una nuova vita. » argomentò la bionda Kunoichi con la sua solita delicatezza.

« Parla l'esperta. Neanche tu hai mai baciato qualcuno. » replicò l'Haruno, incrociando le braccia davanti al petto, certa di quello che stava dicendo.

« Beh, si da il caso che io e Sai ci siamo baciati. » dichiarò la Yamanaka con nonchalance, tingendosi leggermente di rosa all'altezza delle guance.

« Sul serio??? » chiesero le altre due all'unisono, spalancando bocca e occhi in un modo talmente innaturale da non poter non apparire buffo.

« Dovreste vedere le vostre facce… » le canzonò Ino, piegandosi in due dal ridere « Comunque sì, sul serio. » affermò poi, facendo ondeggiare la sua lunga coda bionda in un gesto d'orgoglio.

« E quando sarebbe successo? » indagò quindi l'Haruno, assottigliando gli occhi: se Ino pensava che se la sarebbe bevuta così facilmente si sbagliava di grosso.

« L'altro ieri, ma non è questo il punto. » tergiversò l'amica.

« Non mi incanti. Adesso mi racconti tutto. »

« Ma quello non è Sasuke-kun? » trillò la Yamanaka « Magari posso chiedere a lui se vi siete mai baciati. » aggiunse con un mefistofelico ghigno che fece rabbrividire Sakura e per osmosi anche Hinata.

« Sasuke!!! » lo chiamò a gran voce, agitando un braccio per essere certa che lui la vedesse e così anche la restante parte degli abitanti di Konoha che stavano transitando per quella strada.

Sakura, ancora di spalle, immaginò quale forma di scoramento avesse provato Sasuke nel riconoscere la Yamanaka che sbracciava in mezzo alla strada, quale sublime espressione di disgusto si fosse palesata sul suo volto e quale devastante sensazione di imbarazzo lo avesse pervaso con tutti quegli occhi puntati addosso.

Come minimo tutti i progressi ottenuti in quei giorni erano andati a farsi benedire.

« Non oserai! » sibilò l'Haruno, minacciosa, all'orecchio dell'amica.

« Certo che no. Sarebbe troppo facile infierire. » replicò l'altra e Hinata, finalmente, riprese a respirare, sollevata.

« Poi mi spieghi questa faccenda di Sai. » sussurrò ancora l'Haruno prima che l'Uchiha le raggiungesse.

« Sasuke-kun! » cinguettò Ino come un'allodola « Dove vai di bello? » gli chiese, sfoggiando un luminoso sorriso.

Sasuke rifletté per un secondo su cosa risponderle. Un '' Non sono affari tuoi '' sarebbe potuto essere appropriato, ma per quanto la Yamanaka gli desse sui nervi, non aveva intenzione di fare la parte del villano data la presenza di Sakura e Hinata.

« A casa. » rispose, caustico.

« C-ciao, Sasuke-kun. » lo salutò timidamente la Hyuga che da quando era tornato non aveva ancora avuto modo di incontrarlo.

« Ciao, Hinata. »

Sakura, ancora di spalle, non era certa di volersi girare: era ancora un po' scossa dalla discussione con Ino e sentiva la tensione crescere ogni minuto di più a causa dell'imprevedibilità dell'amica.

« Sakura. » la chiamò Sasuke, atono.

La ragazza drizzò la schiena e si girò lentamente, come un automa.

« Ah! Sasuke-kun, buongiorno. »

Sasuke di tutta risposta alzò un sopracciglio: qualcosa gli diceva che fosse accaduto qualcosa. Quelle tre non gliela raccontavano giusta.

« T-tutto bene? » balbettò Sakura, in evidente imbarazzo « Com'è andata dall'Hokage? »

« Il solito. »

'' Sempre loquace. '' constatò la Yamanaka, convincendosi ulteriormente del fatto che infierire su Sakura sarebbe stato come scatenare la Volpe a Nove Code su l'intera equipe medica del Villaggio della Foglia.

« Noi stavamo parlando del futuro bambino di Hinata e Naruto. » intervenne, quindi, ritenendo che la conversazione fosse giunta a un punto morto e avesse bisogno di una spintarella.

Sasuke aprì appena un po' di più le palpebre dell'unico occhio visibile e volse lo sguardo verso la Hyuga che arrossì all'istante.

'' Un bambino? ''

In effetti Naruto e Hinata erano sposati da un po' ed era più che ovvio che avessero intenzione di ingrandire la famiglia, tuttavia non aveva mai preso seriamente in considerazione l'eventualità che Naruto diventasse padre – e prima di lui. Non aveva proclamato di voler restaurare il suo Clan?

« Congratulazioni. »

In quei casi si diceva così, no?

« I-in effetti, Sasuke-kun… » la Hyuga tentennò un po' per paura di qualche ripercussione da parte della Yamanaka « Non sono ancora incinta. Ino, come sempre, esagera. »

« Io non esagero affatto. » replicò la Yamanaka, contrariata « Due persone che si amano e che vogliono trascorrere tutta la loro vita insieme è normale che vogliano un figlio. Vedrai che appena quel baka di tuo marito ritorna dalla missione rimarrai incinta, Hinata. »

« Non abbiamo fretta. » affermò la Hyuga, sempre più in imbarazzo « Al momento giusto arriverà da solo » concluse con dolcezza.

In tutto questo Sakura si era chiusa in un silenzio semi-irreversibile. Stava lì, ferma, con lo sguardo basso e una gran voglia di sprofondare sotto terra. Le parole di Ino l'avevano colpita in pieno: tutti intorno a lei stavano andando avanti, stavano costruendo qualcosa. Lei aveva aspettato Sasuke credendo che prima o poi il loro rapporto si sarebbe evoluto. Era tornato da appena una settimana, questo era vero, ma a parte i soliti fraintendimenti e quella prima notte passata insieme, non avevano avuto alcun tipo di contatto.

Erano poco più che amici e poco meno di una coppia. In pratica non erano né carne, né pesce, né zuppa, né pan bagnato.

In realtà non aveva neanche idea di cosa lui provasse davvero per lei. Non avevano mai affrontato seriamente il discorso '' sentimenti ''.

Lei non gli aveva mai chiesto niente e lui, men che meno, aveva mai mostrato l'intenzione di chiarire quel fosse il suo ruolo nella sua vita. Sapeva di essere importante, lo percepiva dai suoi comportamenti, ma in che modo?

Per lui era una sorta di boa in mezzo a un mare in tempesta? Era un solido ramo sulla parete di un precipizio? Era un senso di colpa inestinguibile? O semplicemente era la donna che amava?

Ovviamente Sakura ritenne che l'ultima delle ipotesi non fosse da prendere neanche in considerazione: troppo ottimistica.

La possibilità che Sasuke si fosse avvicinato a lei per senso di colpa o per necessità era molto, ma molto, più plausibile, senza contare che lei aveva forzato alquanto la mano per ottenere quel poco che lui poi le aveva concesso.

Tirando le somme: era colpa sua.

Lei gli aveva fatto credere che il loro rapporto andasse bene in quel modo, che a lei importasse solo di potergli stare vicina, aiutarlo, anche senza ricevere nulla in cambio.

Che stupida!

In tutto quel tempo si era talmente concentrata su di lui da dimenticare quali fossero i suoi desideri, cosa lei volesse davvero.

'' Smettila! ''

Sasuke aveva ragione dopotutto: non poteva continuare a far finta che tutto andasse bene, che a volte i suoi comportamenti non la ferissero così tanto da farle sanguinare il cuore e che quel poco le bastasse.

Doveva smettere di preoccuparsi dei suoi umori, dei suoi problemi; doveva concentrarsi per capire di che natura fosse il loro rapporto e dove li avrebbe portati.

Non desiderava che lui intraprendesse una relazione con lei solo per pietà o per senso di colpa: non le sarebbe bastato e avrebbe avuto costantemente il dubbio di averlo costretto a fare qualcosa che non desiderava davvero. Né, tanto meno, voleva essere per lui una scialuppa di salvataggio, o una boa, o un ramo, o qualsiasi altra cosa che implicasse uno stato di necessità : '' bisogno '' non era sinonimo di '' amore ''.

Lo amava con tutta se stessa, su questo non vi era il minimo dubbio, ma la prospettiva di una relazione fittizia, univoca, la terrorizzava più della possibilità di non averla affatto. Non voleva ritrovarsi dopo anni con il rimorso di non averci provato, ma neanche con il rimpianto di aver costruito qualcosa di innaturale, forzato, che avrebbe reso infelice tanto lei, quanto lui.

'' Due persone che si amano e che vogliono trascorrere tutta la loro vita insieme è normale che vogliano un figlio. ''

Ino aveva colto il nocciolo del problema. Non che Sakura pensasse già ai figli, ma trovava abbastanza assurdo che dopo tutto quello che era successo, lei e Sasuke non si fossero ancora scambiati neanche un bacio. Ok, avevano dormito insieme, abbracciati, e probabilmente per l'Uchiha quello era valso più di una volgare pomiciata, ma sarebbe stato davvero così inopportuno un bacio?

Era strano che proprio in quel momento avesse iniziato a pensarci quando per tutto il tempo si era beata del suo ruolo di '' orsetto tenerone '', ritenendolo necessario per il benessere di Sasuke. Non che non facesse piacere anche lei dormire avvinghiata all'Uchiha, ma in quel gesto, ormai le era chiaro, non vi era nessuna implicazione sentimentale, piuttosto aveva uno scopo terapeutico: Sasuke riusciva a dormire senza che gli incubi lo tormentassero e lei poteva stargli vicino, come desiderava da sempre, senza aver paura di disturbare.

In pratica: si accontentava.

« Noi stavamo andando a pranzo, Sasuke-kun. Vuoi unirti a noi? » gli propose la Yamanaka, sicura che a Sakura avrebbe fatto piacere.

L'Uchiha a stento udì le sue parole troppo impegnato a scrutare la Kunoichi dai capelli rosa che sembrava assorta in chissà quali pensieri, provando il vago – molto vago – sospetto che questi avessero qualcosa a che vedere con i '' bambini '', i '' rapporti sentimentali '' e '' un impegno stabile e duraturo ''. Tre cose che per lui erano arabo quanto la stele degli Uchiha letta con lo Sharingan a due tomoe.

« Hey! Mi stai ascoltando? » gracchiò Ino, alterata.

« Mi dispiace, Ino, ma io devo tornare in Clinica. » intervenne Sakura, con un filo di voce.

« Eh? » esclamarono all'unisono la Yamanaka e la Hyuga: avevano deciso di andare a pranzo insieme proprio perché quello era il loro giorno libero, che cosa le aveva preso adesso?

« Scusatemi tanto, ragazze. Ci vediamo dopo. »

Sakura scappò via e Ino e Hinata rimasero impietrite, con le palpebre sfarfallanti e un grande punto interrogativo stampato sulla fronte.

Stessa cosa Sasuke, ma senza palpebre sfarfallanti e punto interrogativo sulla fronte: il contegno prima di tutto.

« I-io… » balbettò Ino, colta da un inevitabile senso di colpa « Secondo te ho esagerato? » chiese alla Hyuga che, senza indugio, abbassò il capo per confermarle il suo sospetto.

« Tsk. » sibilò Sasuke con sufficienza prima di riprendere a camminare nella stessa direzione presa da Sakura.

« Dove stai andando? » gli chiese la Yamanaka, non perché volesse trattenerlo, ma per avere la certezza che lui avesse intenzione di seguirla e, chissà, fare per una volta qualcosa di sensato.

« A casa, te l'ho già detto. » le rispose svogliatamente l'Uchiha.

« Ma… » tentò di ribattere Ino, prontamente fermata dalla mano di Hinata, delicatamente posata sulla sua spalla.

« Lascialo andare. Vedrai che si sistemerà tutto. » le disse la Hyuga, tentando di rassicurarla « Sasuke e Sakura sono diversi da noi, hanno un equilibrio tutto loro, ma sono certa che il loro amore prima o poi verrà fuori con tutta la sua forza e a quel punto saranno veramente felici. » le spiegò con una convinzione tale che Ino non poté fare altro che crederle.



♦●♦




« Non sarei mai venuto a pranzo con voi se era questo che ti preoccupava. »

Sakura drizzò la schiena e si bloccò sul posto, smettendo di camminare.

« Sei per caso impazzito? » urlò la ragazza « Non puoi comparire così alle spalle delle persone! »

Sasuke ghignò divertito: non era partito con l'intenzione di spaventarla, ma a guardarla adesso, paonazza, non provava alcun pentimento per averlo fatto.

« E comunque non avrei avuto alcun problema se tu fossi rimasto a pranzo con noi. » gli comunicò, arricciando il naso e mettendo le mani sui fianchi. « Avresti fatto qualcosa di normale per una volta. » aggiunse, con un tono stanco, quasi esasperato, mentre i suoi occhi si incollavano al suolo.

Ecco, lo aveva detto.

Adesso Sasuke, ferito nell'orgoglio, non le avrebbe rivolto più la parola.

Udì il rumore dei suoi sandali prima di fianco poi dietro di lei – come volevasi dimostrare – e non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo.

Stupida, stupida, stupida!

« Ho fame. »

Eh?

« Ti andrebbe di farmi compagnia? »

Non era possibile: non solo Sasuke le aveva rivolto ancora la parola, ma addirittura l'aveva invitata a pranzo. Ok, non l'aveva invitata, le aveva solo chiesto di fargli compagnia, ma che differenza c'era dopotutto?

« Allora? » incalzò l'Uchiha, irrequieto: aveva già fatto più del dovuto rispetto ai suoi canoni.

« V-va bene. » gli rispose Sakura, facendo uno sforzo sovrumano per articolare due parole di senso compiuto pur non riuscendo ancora a muoversi.

Sasuke si sentì in qualche modo sollevato: la possibilità di doverla prendere di peso non era contemplata – sarebbe stato molto imbarazzante entrare in un ristorante con lei sulla spalla.

« Hai intenzione di rimanere lì ancora per molto? »

« N-no. » balbettò, girandosi su se stessa « Eccomi. »

Camminarono in silenzio, l'uno di fianco all'altra. Sasuke teneva lo sguardo puntato davanti a sé, mentre Sakura faceva saettare il suo dal suolo al ragazzo, ancora incredula e decisamente nervosa.

« Qui può andare bene. » esordì l'Uchiha, giunti davanti all'ingresso di un piccolo ristorante.

Sakura annuì con un cenno del capo e lo seguì all'interno.

Il ristorante era piccolo e molto affollato. Sakura ci era già stata un paio di volte con Ino, Choji e Shikamaru, in quanto era famoso per la carne e per le porzioni abbondanti.

Si misero a sedere a un tavolo posto in fondo alla sala, uno dei pochi liberi, e subito una cameriera si affrettò a elencargli i piatti del giorno.

« La carne qui è molto buona. » commentò Sakura per essere di aiuto a Sasuke nella scelta: mancava dal Villaggio da molto tempo forse quel posto neanche lo ricordava.

« Lo so. » rispose lui senza molto entusiasmo.

Ordinarono la carne, per l'appunto, e un'insalata di pomodori – tanto per cambiare.

La cameriera si allontanò con la loro ordinazione, lasciandoli soli, in una situazione che aveva dell'incredibile: seduti uno di fronte all'altra proprio come una coppia di fidanzatini.

La differenza sostanziale, tuttavia, risiedeva nel fatto che loro due non erano una coppia di fidanzatini, neanche lontanamente, e che soprattutto non si erano mai trovati a stare insieme solo loro due in un contesto diverso dall'appartamento dell'uno e dell'altro. Di solito con loro c'era Naruto che, avendo il dono della parola, riusciva ad animare i loro pranzi e le loro cene … di cosa avrebbero dovuto parlare adesso? Ammesso che uno dei due avesse deciso di spiccicare parola.

Era una situazione veramente imbarazzante, oltre che surreale.

Sakura prese a tamburellare nervosamente un dito sul tavolo di legno con il mento poggiato sull'altra mano e il fegato sul punto di esplodere.

Sasuke, al contrario, sembrava la rappresentazione umana della tranquillità – almeno in apparenza.

La necessità di dire qualcosa divenne impellente: non potevano continuare a stare zitti.

« Oggi fa particolarmente caldo, non trovi? » azzardò, quindi, Sakura, con un sorriso leggermente forzato.

« Mh. »

Complimenti, Sakura, ottimo argomento di conversazione. Certo che fa caldo: è Luglio!

« C'è molta gente per essere martedì. » ci provò ancora.

« Mh. »

Niente. Un muro – anzi un mulo.

« Posso sapere di cosa avete parlato tu e l'Hokage? » gli domandò, quindi, sperando che questa volta non le rispondesse a monosillabi.

Sasuke sospirò: in realtà aveva sperato che la tipica logorrea di Sakura venisse fuori in tutta la sua potenza devastante, evitando così a lui di proferire parola, ma non era stato così.

« Niente di importante. Abbiamo parlato di lavoro. » le rispose, sintetico.

« Lavoro? » ripeté la ragazza, molto interessata all'argomento. Era certa che Kakashi avesse proposto a Sasuke di lavorare per il Villaggio, ma non era certa che la mansione fosse all'interno dello stesso e doveva assolutamente scoprirlo.

« Sì, lavoro. Ma ti ho già detto che non si tratta di nulla di importante. » replicò lui, tentando di essere gentile, benché la sua insistenza lo avesse un po' infastidito. Non aveva voglia di parlare con lei di quella faccenda, non trovava giusto coinvolgerla.

« Qualche missione speciale? » incalzò ancora Sakura, intenzionata a non mollare l'osso.

« Ah! Sei davvero noio… »

« Sakura? »

Una voce maschile interruppe bruscamente Sasuke.

« Sakura Haruno? »

I due ragazzi si girarono nella direzione dalla quale proveniva la voce rintracciando un ninja seduto un paio di tavoli lontano da loro.

Sakura assottigliò gli occhi cercando di mettere a fuoco il ragazzo, mentre questo si avvicinava al loro tavolo.

« Sei proprio tu? » le chiese con entusiasmo.

Sasuke fece saettare lo sguardo dall'uno all'altra, mascherando la sua confusione dietro un espressione di assoluta indifferenza.

« Sì, sono io… » confermò l'Haruno, un po' perplessa.

« Sono Morio, ti ricordi di me? Mi hai salvato la vita durante la guerra. »

Sakura lo guardò più attentamente e d'improvviso le sue gote divennero dello stesso colore dei pomodori che nel contempo la cameriera aveva lasciato sul tavolo. Piccolo particolare che non sfuggì all'occhio sempre attento dell'Uchiha.

Morio – Accampamento Medico – Lettera d'amore. Come poteva dimenticarlo?

« C-che ci fai qui? » balbettò la ragazza.

« Faccio da scorta alla delegazione del Tsuchikage. »

'' Un ninja di Iwagakure, quindi.'' osservò Sasuke, mentre infilzava un paio di pomodori e li portava elegantemente alla bocca come se intorno a sé non ci fosse stato nessuno, come se Sakura non stesse parlando con un ragazzo e come se quel ragazzo non fosse stato assolutamente fuori luogo in quel momento.

« Caspita, sono davvero contento di rivederti. » aggiunse, grattandosi la testa con fare imbarazzato.

« Sì, anch'io. »

E il pomodoro appena inghiottito da Sasuke si fermò all'altezza del pomo d'Adamo intenzionato a rimanere lì fino a che l'Uchiha non fosse morto per asfissia.

Lungi da Sasuke darsi un paio di colpetti al petto per mandarlo giù: preferiva soffocare che dimostrare a Sakura – e soprattutto a se stesso – di aver trovato abbastanza inopportuna l'affermazione appena fatta dalla ragazza.

« Ti trovo davvero bene… » continuò il ragazzo, incurante del fatto che Sakura fosse in compagnia – e probabilmente non immaginava di chi. « Sembri… diversa. »

' Sono passati tre anni se fosse rimasta uguale sarebbe stata un alieno. ' osservò Sasuke dentro di sé, continuando a combattere con quel pomodoro che proprio non ne voleva sapere di scendere.

« Anche tu sei cambiato un pochino. »

«Oh… beh… sì, sai, l'allenamento… » replicò il ragazzo, accarezzandosi un bicipite muscoloso.

« Ah! Capisco. »

No, Sakura non intendeva quello, più che altro voleva essere gentile.

' Finalmente! '

Dopo l'ultima scioccante affermazione del ninja di Iwagakure il pomodoro aveva deciso di disincastrarsi: ora Sasuke, all'occorrenza, avrebbe potuto vomitare e qualcosa gli suggeriva di esserci molto vicino. Per sicurezza decise di non ingurgitare nient'altro e posare le bacchette sul tavolo. Un gesto che non passò inosservato al ninja di Iwa che iniziò a sospettare di essere di troppo.

« Mi dispiace, non avevo intenzione di interrompervi. » si scusò, facendo un mezzo inchino.

« No, figurati. » replicò Sakura, non notando lo sguardo carico di odio che l'Uchiha le aveva riservato. Proprio adesso che quel tizio aveva capito di doversene andare lei lo invitava a rimanere?

« Mi chiamo Morio, sono un jonin del Villaggio della Roccia. » si presentò, quindi, a Sasuke, porgendogli la mano con gentilezza.

Dopo un lungo, interminabile, minuto in cui Morio era rimasto immobile con il braccio teso verso Sasuke e quest'ultimo non si era degnato neanche di rispondergli, Sakura si persuase del fatto che l'Uchiha avrebbe continuato tranquillamente a ignorarlo e rispose per lui.

« Lui è Sasuke Uchiha… » disse l'Haruno « È un mio ex compagno di squadra. » precisò non riuscendo neanche a capire perché lo avesse fatto: a Morio, dopotutto, era bastato udire il suo nome per capire chi fosse ed era chiaro dall'espressione stupita sul suo volto.

« Quel Sasuke Uchiha? » esclamò il ninja di Iwagakure « Non sapevo che fosse un tuo compagno di Team. Caspita, tu sei una leggenda… »

E l'ego di Sasuke tornò a respirare dopo aver temporaneamente smesso a causa dell'accostamento della parola '' ex '' a '' compagno '' e la superflua precisazione fatta da Sakura. E nonostante i complimenti del ninja di Iwagakure decise di continuare a ignorarlo, con il totale biasimo da parte della ragazza che trovava il suo comportamento abbastanza infantile per non dire irritante.

« Oh… beh… io rimarrò qui per qualche giorno, mi farebbe piacere si… insomma… se… ecco non ti ho chiesto com'è andata poi con il tuo… »

« Penso che tu debba tornare dai tuoi compagni. » lo fermò Sakura, con gli occhi fuori dalle orbite: non poteva permettergli in alcun modo di continuare.

Sasuke alzò un sopracciglio, la prima vera reazione da quando quel tizio aveva interrotto il loro pranzo: come mai Sakura aveva posto fine in modo così brusco a una così piacevole conversazione?

« Sì, credo che tu abbia ragione. » convenne Morio « Allora ci si vede e… Sasuke è stato davvero un onore per me conoscerti. » aggiunse prima di ritornare al suo tavolo.

« Ti si fredda la carne. » borbottò Sasuke, a quel punto.

« Avresti potuto almeno salutarlo. Cercava solo di essere gentile. »

« I pomodori sono un po' duri. » replicò lui, ignorandola completamente.

« Ah! Sei veramente impossibile. » sospirò la Kunoichi, impugnando le bacchette per afferrare un pezzo della succulenta carne che ancora fumava sulla piastra.

« Non c'è nessuna legge che mi obbliga a parlare con le persone. » le fece presente, serio, mentre riprendeva anche lui in mano le bacchette per soddisfare il rinnovato appetito.

« Si chiama cortesia, infatti. » replicò lei, acida.

Il sopracciglio di Sasuke si impennò di nuovo: da quando Sakura osava rivolgersi a lui in quel modo. Quel tono di voce poteva andare bene per Naruto, per la Yamanaka, per lui... NO!

« Ci stavi già pensando tu ad essere cortese. » osservò ironico, avventandosi su un pezzo di carne con le bacchette.

« Eh? » esclamò Sakura, colpita nel vivo: stava per caso insinuando che lei avesse avuto un atteggiamento civettuolo?

« Penso che il Rinnegan ti abbia offuscato la vista, Sasuke-kun, e anche l'udito. » aggiunse, pescando un altro pezzo di carne dalla piastra.

« Non sottovalutare il potere del Rinnegan. Percepisco cose che non puoi neanche immaginare. »

« Ma davvero? Sai, anch'io ho sviluppato delle nuove abilità. » lo provocò, decisa a non dargliela vinta.

« Sai essere noiosa e insopportabile contemporaneamente? Sai che novità. » replicò lui, trovando quel botta e risposta stranamente stimolante.

« Riesco a riconoscere un baka quando lo vedo e ne ho uno davanti proprio adesso. »

Sasuke sbatté le palpebre, incredulo: sul serio gli aveva dato del baka?

Erano rimasti entrambi immobili, occhi negli occhi, con le bacchette infilzate nello stesso pezzo di carne. L'ultimo.

Sakura fu colta da un fremito di paura: aveva dato del baka a Sasuke Uchiha. Le possibilità che lui la incenerisse lì sul posto erano davvero molto elevate.

Poi avvenne il miracolo…

Un tremolio, un impercettibile spasmo localizzato ai lati delle labbra, un sorriso – un po' sghembo, come sempre – qualcosa di simile a uno starnuto ma più baritonale e, infine… una risata, prima sommessa, poi sempre più forte.

Sasuke stava ridendo e non in modo diabolico… stava ridendo sul serio e di gusto.

Anche Sakura, dopo aver razionalizzato che non sarebbe morta in quel ristorante, cominciò a ridere fino a farsi venire le lacrime agli occhi.

Che cosa era accaduto?

Nessuno dei due era in grado di spiegarselo, di sicuro quella era stata la conversazione più lunga e costruttiva che avevano avuto da sempre.

« Mangialo tu. » le concesse Sasuke, dopo aver ripreso fiato, indicandole con la bacchetta il pezzetto di carne che entrambi si erano contesi.

« No, tu. »

« Insisto. »

« Ok. »

Sakura infilzò il pezzetto di carne e lo portò alle labbra. Lo masticò lentamente, percependo un nuovo sapore e realizzando che, forse, se qualcuno li avesse visti in quel momento li avrebbe presi per una vera coppia.



♦●♦




Dopo aver lasciato il ristorante e aver ignorato il ninja di Iwagakure per l'ennesima volta, Sasuke pensò che fosse il caso di scortare la ragazza fino a casa. Non perché lei non fosse in grado di badare a se stessa, ma per il semplice gusto di farlo.

Il battibecco avuto nel ristorante aveva creato una strana complicità e stranamente non aveva voglia di rimanere solo.

La logorrea di Sakura, che fino a quel momento era rimasta quieta, si era scatenata all'ennesima potenza: durante tutto il percorso non aveva smesso per un secondo di parlare e lui, stranamente, aveva trovato la cosa quasi piacevole.

Dovette ammettere che la sua compagnia, dopotutto, non fosse poi così malvagia – sicuramente era meno molesta di Naruto.

Avevano parlato di un po' di tutto. O meglio, lei aveva parlato di un po' di tutto, lui si era limitato ad ascoltarla, ad annuire e a bofonchiare qualcosa di incomprensibile fino a che lei non aveva aperto il capitolo '' guerra '' e a Sasuke era venuta la malsana idea di porle una domanda che gli ronzava in testa da quando quel ragazzo si era appropinquato al loro tavolo. Era curioso di sapere chi fosse, cosa gli avesse fatto Sakura per rimanergli così impressa. Quello che aveva capito era che lei gli avesse salvato la vita, ma il fatto che Sakura avesse troncato di netto la conversazione lo aveva in qualche modo insospettito.

Forse non erano affari suoi, forse avrebbe potuto sorvolare, ma l'idea che Sakura potesse nascondergli qualcosa lo infastidiva oltremodo anche se non riusciva a comprenderne il motivo. Probabilmente era qualcosa che aveva a che fare con il suo passato e con Itachi.

« Quel ninja di Iwagakure… »

« Morio? »

Sasuke annuì.

« Quando è arrivato all'Accampamento Medico era in fin di vita. Avevamo affrontato i primi Edo Tensei e una parte dell'esercito degli Zetsu Bianchi. » gli raccontò Sakura, con lo sguardo rivolto verso il cielo. « Io e Shizune eravamo state assegnate alla squadra medica per poter soccorrere i numerosi feriti che arrivavano dal fronte. »

In quel frangente Sasuke era con Itachi, stava affrontando Kabuto per disattivare la tecnica dell'edo tensei e non aveva ancora preso una decisione in merito a quello che avrebbe fatto. Era cosciente che a Konoha imperversasse la battaglia, ma non aveva ancora ottenuto le risposte di cui aveva bisogno per intervenire a favore del Villaggio. Risposte che solo Itachi era stato poi in grado di dargli.

« Gli ho salvato la vita, tutto qui. In fondo è questo che fa un medico. » concluse l'Haruno, girandosi su se stessa e cominciando a camminare all'indietro per poter incrociare lo sguardo di Sasuke, consapevole che quella sua spiegazione non gli sarebbe bastata.

« Sicuramente deve esserti molto grato. » osservò l'Uchiha.

« Beh, in verità non mi aspettavo che sarebbe stato così felice di vedermi. » ammise Sakura, con una strana espressione in viso che Sasuke fece fatica a interpretare.

Sasuke si fermò e anche Sakura fece lo stesso.

« Ti avverto. È una di quelle cose frivole che sicuramente non ti interessano. » aggiunse, arrossendo appena.

« Tsk. »

« Ecco, appunto, allora non ti racconto niente! » esclamò la ragazza, facendogli poi una linguaccia prima di correre via.

« Hey! Ma dove… »

Sasuke ghignò e si lanciò al suo inseguimento.

Corsero a lungo, saltando sui tetti di Konoha, mentre il cielo iniziava a tingersi di rosso e l'aria si faceva più fresca con l'arrivo della sera. Avevano passato un intero pomeriggio insieme senza neanche accorgersene, come fosse stata una cosa naturale, giusta.

Giunti ai confini del Villaggio, Sasuke ritenne che potesse bastare e, accelerando di poco, riuscì a raggiungerla.

« Fermati! » le ordinò, afferrando il suo polso.

« Mi disse che era innamorato di me e mi scrisse anche una lettera. » gli confessò, con un filo di voce, rimanendo di spalle. Si sentiva molto in imbarazzo nel raccontare proprio a Sasuke quella vicenda. Temeva di apparire ai suoi occhi una stupida noiosa e che lui fraintendesse le sue parole come un modo per farlo ingelosire. Non era questa la sua intenzione.

« Temeva che non saremmo sopravvissuti alla guerra. »

La stretta sul suo polso si fece più intensa.

« Ci rimase davvero molto male quando gli confessai che il mio cuore apparteneva già a qualcun altro. » aggiunse, girando il viso verso Sasuke che, colto da un improvviso fremito, lasciò la presa.

A quell'epoca per Sakura lui era ancora un nemico, eppure lei aveva continuato ad amarlo, ad affermare con tenacia la sua appartenenza a lui.

Meritava davvero tutto questo?

Sakura si voltò e riprese il suo racconto: « Mi disse che quel ragazzo doveva essere davvero un grande se io ero innamorata di lui. »

' Un grande idiota, piuttosto. ' pensò Sasuke – e in vero ci si sentiva parecchio.

« Mi dispiace. » si sentì di dirle – ormai era diventato una specie di disco rotto.

« E di cosa? Te l'ho già detto Sasuke: io ho scelto di amarti, tu non ne hai nessuna colpa. »

Sasuke sentì le sue parole abbattersi su di lui come macigni. Come avrebbe mai potuto ricambiare tutto quell'amore se non era ancora neanche in grado di capire cosa provava davvero per lei?

Sentiva per lei qualcosa di molto forte a cui non riusciva a dare ancora un nome, un peso, una collocazione nella sua vita. Era amore, o qualcosa di molto simile, ma era talmente impaurito all'idea che potesse esserlo da rinnegarne persino la definizione.

Se mai lo avesse ammesso sarebbe cambiato tutto e il suo futuro era troppo incerto per coinvolgervi Sakura. Non sarebbe stato giusto costringerla a vivere un rapporto a distanza, né farle abbandonare il suo Villaggio, la sua Clinica, i suoi affetti. Non voleva che rinunciasse più a nulla per causa sua.

Sakura fece qualche passo verso di lui e posò una mano sul suo petto, sentendo oltre la stoffa il suo cuore battere in un modo molto simile al suo.

« Ho bisogno di capire, Sasuke-kun. » mormorò Sakura con dolcezza, alzando il capo così che i loro occhi potessero specchiarsi gli uni negli altri e fugare ogni dubbio, ogni possibile menzogna che, ne era certa, Sasuke avrebbe proferito pur di dissuaderla dal perseverare.

« Non c'è molto da capire. » replicò Sasuke, afferrando con delicatezza il fianco destro della ragazza « È tutto molto chiaro, ma c'è un prezzo ed è troppo alto. » aggiunse, stringendo appena un po' di più la presa, sentendo la sua pelle morbida sotto i polpastrelli.

« Non m'interessa! Non ha alcuna importanza! » esclamò lei, scuotendo il capo per enfatizzare il concetto.

« Non sai di cosa stai parlando. »

Sasuke si allontanò bruscamente da lei. Doveva tenerla a debita distanza, non poteva in alcun modo permetterle di avvicinarsi ancora a lui perché, ne era certo, non sarebbe riuscito a controllarsi. Lei gli faceva un effetto strano, abbatteva tutte le sue difese, lo faceva sentire debole, vulnerabile.

« Allora spiegamelo! » urlò Sakura, cercando di tenere a freno le lacrime: la stava rifiutando ancora, non poteva essere possibile, non stava accadendo di nuovo.

« Devo andare. »








Angolo Autrice


Buonasera carissimi lettori,

So che molti di voi dopo il precedente capitolo si aspettavano qualcosa di diverso e se devo essere sincera l'idea iniziale era totalmente diversa. Amen. Spero che il capitolo vi sia piaciuto lo stesso.

Per gli insulti e i lanci di petardi sapete dove trovarmi. :-)

Per l'occasione ho riesumato un personaggio che merita una medaglia, secondo il mio modesto parere: Morio. Per scoprire il nome del ninja di Iwa che diede la lettera d'amore a Sakura avevo quasi deciso di scrivere all'ufficio stampa di Kishimoto, poi con un po' d'impegno e San Google ce l'ho fatta.( Era scritto in un databook)

Come avrete sicuramente notato, in questa fan il rapporto tra Sasuke e Sakura è simile all'elettrocardiogramma di un cardiopatico: alti e bassi in continuazione. Dite la verità... per come l'avevo messa sembrava la volta buona per un bacio… e invece NO! Dovete soffrire! :-)

No, scherzo… non potete immaginare la mia di angoscia nello scrivere questi capitoli. Fremo come una fangirl di primo pelo e mi sto trattenendo davvero tanto. Ma abbiate fede… ci siamo quasi.

Ringrazio davvero tanto chi sta recensendo questa storia, grazie per i vostri consigli e il vostro supporto… insomma grazie di esistere e basta.

Vorrei ringraziare anche i 102 utenti che hanno inserito Mr tra le storie seguite e anche gli 82 utenti che l'hanno inserita tra le preferite. Siete tantissimi!!! :-)

Sono numeri astronomici per quel che mi riguarda. Solo un'altra storia nel tempo aveva raggiunto un simile traguardo : Le due parti di me. ( che meriterebbe di essere un tantino rivista, nda.)

Grazie infinite davvero!

Piccola news: non penso che dovrete aspettare molto per il prossimo capitolo perché sono particolarmente ispirata in questi giorni. Inoltre a breve pubblicherò l'atto conclusivo – si spera – di Road e il nuovo capitolo di Kitchen.

Un bacione

Blueorchid31


























   
 
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