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Autore: queenjane    31/03/2016    3 recensioni
La storia di una donna coraggiosa e del suo viaggio nella vita, amori e lotte e personaggi.. Un'epoca suntuosa e perduta, dalla Francia degli ultimi re passando per le terre del Grande Nord, ecco Catherine e la sua storia.. Chiamata dragone,amore, lady Morgan e beloved
immortal..molte vite in una.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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  • Cat , quando siamo grandi vedremo il mondo-
  •  Dove?
  • Spagna, Italia, Russia, Inghilterra, il Grande Nord..-
    Pausa
    - Chissà com’è l’aurora boreale. Io ti proteggerò, ma ti devi sapere le cose, i posti da vedere, le lingue…- I progetti che spartivo con mio fratello, lui mi chiamava Cat ..
     
Non è andata affatto così, tranne che con Xavier, mio marito,  abbiamo viaggiato in lungo e largo, senza sosta, affinando i travestimenti, una gentildonna ed il suo amante, due eruditi, due fratelli, l’unico limite il nostro estro.
 
Ero giovane, rapida ed incosciente. Ecco, due cavalieri in viaggio verso Roma, cupole e fontane e giardini, fiorire di marmi e chiese, balli improvvisati al suono di orchestrine sotto lampioni di carta, spezzare la frutta con le mani e bere vino bianco. Lo splendore di Londra, toni morbidi e soffici nei colori, la pioggia, il verde dei parchi ed il via vai della gente. In Olanda, ho amato i profili piatti e fertili di quelle terre, i mulini  a vento, andando verso il Grande Nord, avevo compreso l’aurora boreale, la strana luce argentea di lunghe estati… Mi addestrarono per gradi, la prima volta che compii una missione da sola fu un orgoglio senza pari.  Anni e anni che si confondono, fili su fili di ricordi, incontri furtivi, di passaggio, alcune notti erano  davvero troppo lunghe, tranne che non era l’inizio di nulla, né di una storia od un altro amore, quanto una celebrazione del caso di essere vivi- sia prima che dopo il ’62, non mi adulo, non voglio fingermi migliore di quanto non sia, diciamo la lussuria, il rombo del desiderio, la frantumazione tra spirito e carne. Un cambiamento, una maggiore sicurezza apparente, vestirsi da uomo, diventare duri, combattere, ti prendi tutte le libertà, al diavolo le conseguenze, un modo come un altro per tenere la distanza,  ero pazzamente innamorata di Xavier, e viceversa, ma temevo  l’altro termine della mia personale equazione, che non sempre l’amore basta, che i sentimenti mutano … Storie, in fondo, comunque continuiamo a scivolare nei ricordi, in fondo ognuno vive la propria vita meglio che può, o cerca. Forse, la vera ragione era che non volevo finire come il Generale, dopo Gabrielle, essere il dragone fu la mia valvola di sfogo per non impazzire..
La strategia della distanza..
Viaggi, fuori e dentro di me, dietro alle mie inquietudini vere o presunte
Nel mio egoismo ho sofferto lo stesso, sia chiaro, tranne che mettevo in atti raffinati meccanismi di distrazione e fuga, ma tutto l’amore che avevo   che c’era, non era svanito o  scomparso, anzi, era in attesa e  di espansione, brace sotto la cenere.
 




…Tra le trovate di Isabel, la mia formidabile nonna materna, vi fu quella di insegnarmi l’auto sufficienza, siamo nobili, mai nella vita si può sapere, è un ottimo esercizio di umiltà, mademoiselle, l’ho insegnato a tua madre e alle sue sorelle, che vuoi essere da meno, io l’ho imparato in convento- mah….diciamo che il bisnonno aveva pochi soldi e per mantenere la carrozza, toccava sgobbare alle figlie minori… Comunque, imparai a cuocere  il pane, coltivare le erbe officinali, apparecchiare, pulire una pentola –evenienza utile per lucidare la lama di una spada peraltro, visto che entrambe sono di metallo…

Paradossale la sorte della madre di Xavier, anche lei era un soldato, in un certo senso, come me, lui è il solo dei suoi figli sopravvissuti, anche lei è morta giovane, triste storia, non solo io avevo il primato delle tragedie..Parlare poco del passato è una difesa tra le difese, penso.
 
Con Xavier, eravamo giovani e belli, i corpi perfetti, ma nulla è eterno, appunto, da capo non voglio finire come mio padre, che non si è mai rassegnato alla perdita di mia madre Gabrielle, sua prima moglie..
Lei è stata la sua cicatrice mai saldata, se abbassava la guardia fa male, come se gli anni e la vita non fossero passati. Sposati a quindici anni, insieme solo per undici, l’ha amata in dieci, cento e mille vite, lei non aveva mantenuto la sua promessa, non lo aveva aspettato e lo aveva lasciato solo, a combattere la vita, a sentirsi  in colpa, mettendo me ai margini e facendomi sposare a quattordici anni..
 
 
   
 
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