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Autore: GeorgiaRose_    31/03/2016    4 recensioni
Martina Stoessel è convinta che per lei la felicità non arriverà mai. Adottata a due mesi, a undici anni è dovuta tornare in orfanotrofio per via di un evento che le ha totalmente cambiato la vita. Non si fida più di nessuno. Non parla più ai ragazzi. Non ha più degli amici. Non ha più una famiglia. È sola. Ma l’incontro, dopo cinque anni, con il suo amico di infanzia Jorge Blanco le cambierà nuovamente la vita. Nonostante l’età, verrà adottata nuovamente, proprio dalla famiglia Blanco. Jorge, da sempre innamorato di lei, le starà vicino e diventerà, in poco tempo, più di un amico. Ciò che non sa, però, è che anche Jorge ha un brutto passato alle spalle. Riusciranno, insieme, ad affrontare e a risolvere i loro problemi?
“E adesso guardami, io non so più chi sono. Scaldami, quando resto da solo. Calmami, se mi sfogo con loro. Salvami.”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Un po' tutti, Violetta
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La luce del sole mi acceca. Batto le palpebre più volte e mi rendo conto di non essere nella “mia” camera. Mi metto seduta, Jorge è accanto a me, sveglio.
«Ehi.» mi saluta.
«Buongiorno» gli rispondo.
«Dormito bene?» mi chiede poi.
«Sì, grazie» sono in imbarazzo ricordando tutto quello che è successo ieri, a partire dal nostro incontro-scontro in giardino. Sono tesa, non solo perché sono nella sua camera, nel suo letto, con lui steso accanto a me, ma anche perché ho paura di come si potrebbe comportare. Ne parlerà? Farà domande?
Mi scruta attentamente, come se aspettasse una mia mossa.
«Che ore sono?» chiedo, rompendo il silenzio.
«Le 7:45» mi informa.
«Cosa? Oddio, Jorge, siamo in ritardo! Perché non mi hai svegliata prima?» Quasi urlo, alzandomi velocemente dal letto.
«È che dormivi così bene…» ridacchia a causa della mia reazione.
«Sei uno stupido!» esco di lì, precipitandomi nella mia camera. “È che dormivi così bene”... Ma… mi stava guardando dormire?
 
Io e Cande stiamo parlando del più e del meno, mentre aspettiamo la professoressa Saramego. Come al solito, siamo agli ultimi banchi; Facu, Alba e Lodo sono davanti a noi, mentre sulla nostra destra c’è Damien che parla con due ragazzi, Alex e Daniel mi pare.
«Oggi la prof ci dividerà in coppie» afferma la rossa.
«Cosa?»
«Sì, dobbiamo fare dei progetti sul Medioevo e presentare poi, con il nostro compagno o compagna, il lavoro alla classe.» Mi informa.
Bene… Parlare davanti a tutti. Fantastico.
«Dimmi che starai con me, ti prego» La supplico.
«Vorrei, ma la prof ha detto che farà a sorteggio, mi dispiace.»
Di bene in meglio. E se mi capitasse un ragazzo? Se mi capitasse Damien? Non credo riuscirei a concludere nulla stando a contatto con un ragazzo, soprattutto con lui. Ogni volta che uno di loro mi è vicino, sento il battito del cuore accelerarmi e le mani sudare. Con tutti, tranne che con Jorge, e neanche con Alvaro. Di loro mi fido, mi sento protetta, mi hanno accolta con loro. Pensandoci, però, anche quell’uomo che chiamavo “papà” mi ha accolto e mi proteggeva, ma poi si è rivelato tutt’altro che un padre. E allora perché con quei due mi sento bene?
La professoressa entra in classe con una scatola rosa decorata con delle immagini floreali tra le mani. La poggia sulla cattedra e la apre, rivelando il contenuto, ovvero tanti biglietti bianchi. Ci saluta per poi fare l’appello.
«Bene, siamo tutti presenti. Sapete già che oggi faremo le coppie per il progetto sul Medioevo. Estrarrò due biglietti per volta, e i due nomi ci diranno gli appartenenti alla coppia. Va bene?»
Noi tutti annuiamo. Il primo ad essere chiamato è Ivan Garcia. Non ho mai parlato con lui, ma sembra simpatico. Ha i capelli castani e gli occhi scuri. Indossa degli occhiali neri abbastanza grandi, che lo rendono serio ma non troppo. Il secondo nome ad essere estratto è quello di Cande. Mi volto verso di lei e mi sembra felice di essere con Ivan.
«È molto figo!» Mi fa l’occhiolino ridacchiando.
Angie va avanti con il sorteggio. Lodovica capita in coppia con Daniel Alvarez, uno dei due migliori amici di Damien. Ha i capelli e gli occhi scuri. È molto magro, ma muscoloso. Facu è in coppia con Mauro Gomez, uno dei più intelligenti. Gli è andata bene. Alba, invece, è in coppia con Jonas Gallardo. Quest’ultimo, a quanto detto da Cande, si impegna molto ma non riesce ad arrivare a voti molto alti; Alba mi sembra comunque contenta, probabilmente per non essere capitata con uno del trio di Damien. Quando Angie prende il biglietto con il mio nome, ne è rimasto solo un altro nella scatola che corrisponde al nome di Mercedes Lambre. Sempre secondo Cande, è la secchiona della classe, prima di Mauro, e siede sempre al primo banco. È timida ed impacciata, un po’ come me. Posso dire di essere contenta di essere capitata con lei.
Al termine del sorteggio, Angie ci spiega di che argomenti dovremo occuparci. Io e Mercedes studieremo gli usi e le tradizioni in America durante il Medioevo, sembra un argomento interessante. Al suono della campanella, mi alzo e mi avvicino al banco di Mercedes. Mi presento gentilmente e lei fa lo stesso, mentre prende dal suo zaino il necessario per l’ora successiva.
«Che ne dici di pranzare insieme dopo? Così ci accordiamo sul progetto.» le chiedo.
«Sì, va bene.» annuisce. «A dopo»
«A dopo, Mercedes.»
 
All’ora di pranzo mi ritrovo con Cande, Lodo, Alba e Facu al solito tavolo.
«Sono capitata con Daniel, non posso crederci.» Si lamenta Lodo.
«Dai, poteva andarti peggio. Pensa se ti capitava Damien.» Cerca di consolarla Facu.
«In quel caso credo che mi sarei suicidata.» ridacchiamo alla sua affermazione. «E comunque tu non parlare che stai con Mauro. Probabilmente farai fare tutto a lui!» Lo rimprovera.
«Cosa? Ma no! Io mi impegno molto in storia!» Ribatte ma si vede che non ci crede neanche lui.
Quando vedo Mercedes entrare in mensa, alzo un braccio per farmi vedere. Quando mi nota, accenna un sorriso e si avvicina. I ragazzi, vedendo il mio movimento di braccia, si voltano per capire dove io stia guardando.
«Perché sta venendo qui?» Chiede Cande con un tono tutt’altro che dolce.
«Perché dobbiamo accordarci sul progetto.» Le spiego.
«Cosa? Oggi è mercoledì e il progetto è per martedì. Abbiamo una settimana e vi accordate oggi? Ma, soprattutto, perché farlo in mensa?»
«Mi piace essere organizzata.»
«Tu non sei mai stata organizzata.» Ribatte.
«Cande, a dieci anni non ero organizzata. Le persone cambiano, no?» Faccio un sorriso innocente, facendola ridacchiare. «E poi perché te la prendi tanto? Non può pranzare con noi?»
«Be’, non lo so, non fa parte del gruppo. È strana.» Mi risponde.
«Neanche io faccio parte del gruppo, ma sono qui.» Le dico. Sembra essersi offesa, ma sinceramente mi ha un po’ deluso con le sue parole. Cos’ha Mercedes che non va?
Cande non ha neanche il tempo di pensare ad una risposta, che Mercedes si siede di fronte a me.
«Ehi.» La saluto con un sorriso che lei ricambia.
La rossa prende a parlare con gli altri tre e io mi concentro su Mercedes, meglio così.
«Che ne dici di vederci a casa mia?» Mi chiede.
«Il problema è che sono qui solo da Domenica, non conosco bene le strade della città e, sinceramente, ho paura di perdermi.» Ridacchiamo entrambe a questa mia affermazione.
«Allora verrò io da te. Secondo me è ottimo se ci vediamo due volte, così da perfezionare bene il progetto» E da questa affermazione capisco che è una ragazza molto precisa.
«Iniziamo a vederci una prima volta, poi vediamo» Le sorrido.
«Sì, hai ragione.» Dice. Sto riuscendo a farla sciogliere e questa cosa mi piace. Di solito sono gli altri a cercare di far sciogliere me. Non è che io abbia avuto molti amici, sia chiaro. Ma c’è stato chi mi si avvicinava e cercava di conversare, sempre con nessun risultato. È strano trovarsi dall’altra parte.
«Che ne dici di domani?» Le chiedo.
«Per me è perfetto.» Annuisce.
«Bene, chiederò a Cecilia –la mia madre adottiva- se la casa è libera. Se mi dai il tuo numero, ti manderò un messaggio con l’indirizzo»
«Non conosci il tuo indirizzo?» Chiede, un po’ scettica.
«Ehm, no. Te l’ho detto, sono qui da Domenica» mi giustifico.
«Okay» Dice, allungando la “o”, per poi alzare gli occhi al cielo.
«Ehi, non alzare gli occhi al cielo con me!»
«Scusa, scusa» Alza le mani, ridendo ancora sotto i baffi, facendo ridere anche me.
«Mi piacerebbe fare un cartellone.» Le dico, dopo esserci scambiate i numeri.
«Io avevo pensato a qualcosa di più formale come un Power Point, con le immagini, i titoli e le spiegazioni»
«Sì, sarebbe bello. Ma potremmo farli entrambi» propongo.
«Non se ci incontriamo una sola volta.» Riprende.
«Va bene, va bene: ci incontreremo due volte» Gliela do vinta, roteando gli occhi al cielo.
«Ehi! Neanche tu devi alzare gli occhi però!»
«Hai ragione, scusa!» Ridacchio.
«E smettila di ridere!» Esclama, allungando la “e” finale.
Dove è finita la ragazza timida? Si sta dimostrando simpatica e divertente. Perché tutti ce l’hanno con lei? Tutti come Damien, che con i suoi amici durante le lezioni si diverte a prenderla in giro con qualche battutina ogni tanto o lanciandole palline di carta tra i capelli o sul banco. Tutti come Cande, che non ci rivolge la parola e che secondo la quale Mercedes è strana. Non ha niente che non va. Sto con lei da soli quindici minuti e sto ridendo tantissimo. Come non facevo da tempo.
Il nostro battibeccare termina quando Jorge si siede accanto a me.
«Salve, popolo!» Esclama, facendo la voce grave.
«Che ci fai qui, Jorge?» chiede Cande.
«Non posso venire a salutare la mia sorellina, i suoi amici e la mia coabitante?» Le chiede, sempre con quel finto tono da superiore.
«Coabitante? Davvero?» Gli chiedo, alzando un sopracciglio.
«Non sapevo come definirti» Mi spiega sottovoce, facendomi stranire ancora di più. «Avete una new entry?» chiede guardando Mercedes che, solo ora mi accorgo, sembra essersi imbambolata.
«Sì» rispondo, mentre Cande risponde con un «No»
«Sì» ribatto, mentre Cande ripete «No»
«Mh, sono confuso» dice Jorge, prima di addentare il suo panino.
«Mercedes è una nostra compagna di classe. Io devo fare un progetto di storia con lei, quindi oggi si è unita a noi» Spiego.
«Ah, bene. Piacere, io sono Jorge, il fratello di Cande e coabitante di Martina.» Si presenta lui.
«Ancora?» chiedo riferendomi al “coabitante”.
Lui alza le spalle, per poi tornare a guardare Mercedes che è ferma immobile ad osservarlo. Le do un leggero calcio sulle gambe sotto il tavolo che sembra svegliarla.
«M-M-Mercedes.» Risponde.
«Ah, ma allora ce l’hai una lingua.» ridacchia lui, prendendola in giro.
«Sì, ma comunque non si unirà più a noi.» Cambia discorso Cande.
«Perché no?» Le chiedo, con tono di sfida.
«Perché non fa parte del gruppo.» mi dice, guardandomi con occhi infuocati.
«Pare che la tua sorellina e la tua coabitante stiano litigando, Jorge.» gli fa notare Facu.
«Ah, adesso ti ci metti anche tu?» quel “soprannome” mi sta dando sui nervi.
«Credo che tu abbia ragione, Facu. Che è successo?»
«Succede che la tua sorellina si sente superiore rispetto ad altre persone e questo non è giusto» Spiego.
«Uh, okay. Cande?» Jorge vuole avere anche una sua opinione.
«Non mi sento superiore. Semplicemente certe persone non possono far parte del gruppo» Dice, aggressiva.
«Forse è meglio che io vada» si alza Mercedes. So che si sta sentendo a disagio e, soprattutto, si starà sentendo triste per come Cande sta parlando di lei. Non la capisco. Perché diavolo si comporta così?
«Sì, Mercedes. È meglio che noi andiamo.» Detto questo, mi alzo, e la seguo ad un altro tavolo.
 
Il giorno dopo, tutto procede a scuola. Io e Cande continuiamo a non parlarci, se non per litigare. Abbiamo idee diverse su Mercedes e entrambe siamo troppo orgogliose per cercare di parlare e chiarire.
Sono sul divano e sto aspettando Mercedes. Porterà un cartellone bianco e un altro color marrone che, secondo la mia interpretazione, riprende un po’ il colore del “passato”. Jorge entra in soggiorno, e si siede accanto a me, poggiando una mano sulla coscia.
«Sai, a Cande non piace molto questa situazione.» Mi informa.
«Neanche a me piace»
«Allora perché non vai da lei e chiarite?» Inizia a fare dei leggeri cerchi con l’indice sulla mia coscia, riuscendo a farmi rilassare. Come fa a tranquillizzarmi un gesto che normalmente mi spaventerebbe? Cioè, non è una cosa da due amici.
«Perché ha sbagliato e continua a farlo» spiego.
«Solo perché non vuole Mercedes nel gruppo?» i suoi movimenti vanno sempre alla stessa velocità, ma adesso sono più marcati. Mi sta distraendo.
«Non è solo questo. È come ne parla. La considera una sfigata e non mi va bene. Cande si ritiene superiore, ma non lo è. So come si sta sentendo Mercedes, l’ho provato anch’io. E non è bello.»
«L’hai provato anche tu?» I suoi movimenti cessano. No, ti prego, continua.
«Jorge, prima di essere adottata andavo in un'altra scuola. Non avevo amici. Ero da sola. E c’era chi mi prendeva in giro. Ero la “ragazza sfigata senza amici e senza genitori”. Certo, Mercedes i genitori li ha e non è chiusa in un orfanotrofio a 16 anni, ma la situazione, alla fine, è quella.» Sospiro.
«Chi ti diceva quelle cose era uno stupido. Non ti conoscono. Non sarai mai più sola.» La sua mano dalla mia coscia si sposta alla mia guancia sinistra. Mi accarezza lentamente. Mi piace questo contatto. La sua mano è calda. Mi appoggio col volto su di essa e chiudo gli occhi per poi riaprirli poco dopo.
«Già. E Cande si sta comportando come quelle persone che tu hai definito “stupide”.»
Ridacchia, e sposta la mano. «Ma mia sorella è stupida»
«Dai, Jorge, sono seria»
«Scusa, coabitante» Lo fa apposta.
«La smetti? Mi stai facendo innervosire»
«Scusa…»
«Ecco, bravo, scusati»
«…coabitante» e ride ancora. Ma che ci trova di divertente?
«Jorge!» Lo riprendo, dandogli un leggero schiaffo sul braccio.
«Oh, la coabitante diventa aggressiva»
«Eddai!» e gli do un altro schiaffo. Mi innervosisce forte.
«Okay, okay. Perdono» muove le mani verso di me, come per calmarmi.
«No» mi volto verso la finestra e incrocio le braccia sotto al seno.
«Oh, andiamo» fa il labbruccio e mette le mani a mo’ di preghiera, ma non cambio la mia posizione. «Mi perdoni?» si avvicina e lo guardo. Continua a guardarmi. Sbuffo. Con quel labbruccio è irresistibile. «Sì!» esclama per poi buttarsi addosso per abbracciarmi calorosamente.
All’inizio sono a disagio, molto, non so che fare o come muovermi, ma poi decido di ricambiare. Si sta così bene tra le sue braccia.

 

*Angolo autrice*

Ehi Ehi Ehi! Scusate il ritardo, ma, sapete, con le vacanze di Pasqua era davvero difficile aggiornare. Be', il lato positivo è che non dovrete aspettare troppo per il prossimo capitolo :) (credo lol). Comuuuunque, che ne pensate del capitolo? Ammetto che è un po' corto, ma comunque non si può dire che non è importante. Candelaria e Martina litigano, ed entra in gioco un nuovo personaggio: Mercedes. Non so bene quanto sarà importante in questa storia, ma posso dire che sarà presente. Parliamo pure della scena Jortini, vi prego. Amori. A differenza di quanto pensavate, non c'è disagio tra loro: Martina è troppo timida per parlarne ed Jorge si comporta come sempre. Be'è, meglio così, no? Okay, chicas, al prossimo capitolo! Tanti besooos!

  
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