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Autore: la luna nera    01/04/2016    5 recensioni
Un tempo esisteva un regno minuscolo e pacifico, affacciato sul gelido mare artico. Il Cuore di Ghiaccio, antico amuleto la cui origine si perde nella notte dei tempi, garantì pace e prosperità fino al giorno in cui il giovane erede al trono compì il gesto che avrebbe cancellato ogni cosa, compresa la sua memoria.
Una lunga avventura lo attende e lo fa vagare senza una meta ben precisa per le fredde lande gelate alla ricerca del suo sconosciuto passato. E il destino lo porta nel piccolo villaggio di Beflavik dove qualcosa sembra esserci veramente......
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL RITORNO DELLE TENEBRE
 
 



 
“Hai perso il dono della parola?”
Ranja ancora non aveva pronunciato una singola sillaba, era rimasta letteralmente incantata perché la vista di Burian nelle vesti di principe di Badeneisten con indosso l’uniforme dei NorskDrakon superava di molto la sua pur fervida immaginazione. Dire che era da mozzare il fiato era poca cosa, non aveva mai ritenuto che indossare un abito piuttosto che un altro potesse stravolgere in quel modo l’aspetto estetico di una persona…. Dovette ricredersi all’istante. Riuscì solo a regalargli un sorriso sognante, fu l’unico movimento che riuscì a compiere. E meno male che il cuore era un muscolo autonomo, altrimenti si sarebbe rifiutata di farlo pulsare, tanto era stata rapita!
 
Presero a passeggiare mano nella mano fra le bancarelle della Festa, poco più in là alcune persone si erano già lanciate nelle danze tradizionali mentre nell’aria si diffondevano la musica e l’allegria. Molta gente stava banchettando con i piatti tipici delle terre del nord innaffiando il tutto con acqua di sorgente e la tradizionale bjor, una bevanda realizzata con alcune bacche locali.
“Ti va di mangiare qualcosa?”
Ranja fece segno di no con la testa e finalmente parlò. “No grazie. Ti va invece di fare una passeggiata lungo il mare?”
“Molto volentieri.” Quella proposta era quanto di meglio potesse augurarsi di sentire.
Tenendola sempre per mano, la condusse fuori dalla confusione e dal paese, raggiunsero il porticciolo in cui tutte le barche ormeggiate venivano cullate dalle piccole onde del mare che andavano ad infrangersi quasi impercettibilmente sulla costa. Si fermarono nell’ultimo lembo di terra su cui era presente la mano dell’uomo, la ragazza si mise ad osservare il mare che brillava dei raggi del sole basso sull’orizzonte, sentiva la presenza di Burian alle sue spalle, Burian…. Che quella sera era semplicemente meraviglioso. Il suo cuore batteva fortissimo e percepiva uno stormo impazzito di farfalle metterle sottosopra lo stomaco: lo amava, ormai non poteva più mentire a se stessa e non riteneva giusto mentire più neanche a lui. Che stupida era stata nel volersi lasciar corteggiare, quanto tempo aveva sprecato!
“Il sole di mezzanotte offre uno spettacolo indescrivibile.” Burian le si avvicinò.
“E’ vero, quest’anno però mi sembra ancora più bello del normale.” Si voltò verso di lui e sentì fortissimo il desiderio di scivolare fra le sue braccia e poggiare la testa sulla sua spalla continuando a guardare il mare stretta a lui, cosa che fece prontamente lasciandosi accogliere da quell’abbraccio dolcissimo.
Prese a giocherellare con le eleganti decorazioni dell’uniforme, era certa di aver già visto quell’abito anche perché sapeva dell’ordine cavalleresco a cui apparteneva.
“Eri vestito così anche quel giorno, vero?”
“Sì, fui costretto ora come allora ad indossarla nonostante la detestassi. Dieci anni fa era per un’occasione speciale ed ufficiale; oggi me l’ha suggerito Theon ed ho capito che dovevo fare questo sacrificio per te.”
“Per me?”
“Già, ti sta aiutando a ricordare qualcosa del passato.” Le sorrise. “Vorrei anche che tu ricordassi alcune cose del presente.”
“E sarebbero?”
“Che ti amo più della mia stessa vita e che sono pronto a tutto pur di farti felice e per aiutarti a riabbracciare i tuoi veri genitori. Ricordati che io ci sono e ci sarò sempre accanto a te se tu mi vorrai. Mi sono comportato da perfetto stronzo con te e comprendo benissimo i motivi per cui non mi vuoi. Sono pronto a tutto per farti innamorare, dimmi solo che cosa desideri ed io lo farò.”
Si strinse ancora più forte a lui. “Non devi fare proprio nient’altro per farmi innamorare…. Ci sei già riuscito.”
Al suono di quelle parole Burian sussultò e per un istante restò muto ed immobile: davvero Ranja gli aveva appena confessato di amarlo? Davvero la ragazza che stringeva fra le braccia e che sentiva tremare impercettibilmente lo amava? Odino gliel’aveva “imposta” come sposa quando erano poco più che bambina, si detestarono al primo sguardo, poi il destino li aveva divisi e fatti rincontrare di nuovo e anche in quell’occasione c’erano state scintille fra di loro. E invece il miracolo si era compiuto: lui era tornato quello che era, aveva imparato ad amare quella ragazza ed era stato capace di farla innamorare solo con l’essere se stesso, con la sua spontanea ingenuità e con la forza del cuore.
Non quello di ghiaccio, ma con il suo che in quel momento batteva come mai prima.
“Beh? Sei tu che hai perso il dono della parola adesso?” La ragazza lo fissava con gli occhi pieni di stelle, era raggiante così come lo era lui.
La strinse ancora più forte affondando il viso nei suoi capelli. “No. E’solo che le parole potrebbero sciupare momenti perfetti come questo.”
Gli regalò un sorriso più luminoso del sole che stava illuminando la nascita del loro amore. “Allora chiudi gli occhi, manca ancora una piccola cosa perché tutto lo sia davvero.”
Burian obbedì e lei si gustò appieno quel viso d’angelo impreziosito da labbra rosate  appena piegate in un sorriso, portò le sue mani sulle spalle e gli regalò un dolcissimo bacio, il primo fatto di vero amore reciproco. Quella volta anche Ranja riusciva a trasmettergli tutto ciò che conservava nel cuore ed era semplicemente meraviglioso. Aveva perso del tempo nel tenerlo sulle spine, magari non si era comportata proprio benissimo, ma ora che importava? Finalmente si erano innamorati l’uno dell’altro e quel bacio scambiato in riva al mare, illuminato dai raggi del sole di mezzanotte stava spazzando via l’orgoglio, la paura e mille dubbi dai loro cuori.
Si allontanarono di pochi millimetri con la consapevolezza che in quegli attimi il loro amore aveva preso il volo e sarebbe andato molto lontano superando ogni ostacolo che il destino poteva mettere sul loro cammino. Di questo ne erano certi.
“Ce l’hai con me se ti ho fatto attendere fino ad ora?”
“Assolutamente no.” La baciò di nuovo. “Il passato non conta più, adesso mi interessa solo il presente. E il nostro futuro. Odino non poteva scegliermi una ragazza migliore.”
“Mhm, che adulatore!”
“Non ti piacce se parlo così?”
“Mi piacce eccome! Guai a te se smetti di corteggiarmi anche se adesso siamo insieme!” Gli puntò scherzosamente il dito in mezzo agli occhi. “Potrei anche lasciarti, sai?”
Burian scoppiò a ridere scaricando quintali di tensione, la strinse forte per l’ennesima volta fin quasi a toglierle il fiato.
“Ti va di tornare in paese? Magari assaggiamo qualcosa o balliamo un po’, che ne dici?”
“Tutto quello che vuoi.”
La prese per mano ed insieme raggiunsero di nuovo la festa col sorriso sulle labbra.
Si confusero con la folla festante lanciandosi nelle danze in modo totalmente spensierato, tanto si sentivano felici. Burian aveva sempre detestato il ballo, già da bambino tentava di svignarsela ogni qual volta si teneva un ricevimento al castello durante il quale erano previste delle danze. In quel momento, come per incanto, amava volteggiare a tempo di musica ed avrebbe voluto che durasse in eterno solo per non dover smettere di guardare la sua amata Ranja che ora esplodeva di felicità.
Ai bordi della pista da ballo Dilia osservava i due ragazzi con serenità, sapeva che la sua bambina avrebbe iniziato a seguire la strada del destino, sapeva anche che questa sarebbe stata impervia e pericolosa. Era proprio ciò da cui il suo defunto marito voleva proteggerla, dai grandi rischi che l’attendevano non appena fosse stata ufficialmente a fianco di Burian.
 
Quel momento però era arrivato e anche Galdramardur lo sapeva.
 
Il sole di mezzanotte fu velato da nubi sottili ed oscure materializzatesi all’improvviso, fra i vicoli di Beflavik iniziò a muoversi uno strano vento, dapprima piuttosto leggero, poi sempre più intenso. Tutte le persone che si stavano godendo la festa si soffermarono nel tentare di comprendere il motivo di quello strano fenomeno, l’orchestra aveva smesso di suonare e nell’aria si udiva solo una grande brusio. L’intensità del vento andava aumentando e la temperatura stava crollando attimo dopo attimo, Burian comprese all’istante chi si celasse dietro a quel fenomeno improvviso, cercò Theon in silenzio con lo sguardo senza successo.
“Vieni.” A bassa voce invitò Ranja a seguirlo fuori dal paese.
“Che succede?” La ragazza iniziava a nutrire qualche timore.
“Dobbiamo allontanarci il più possibile da Beflavik, c’è il rischio che tutte queste persone innocenti restino coinvolte.”
“Coinvolte in cosa?” Deglutì spaventata. “Non dirmi che…”
“Sì. Galdramardur è qui.”
Le uscì una lacrima di paura, il vento era sempre più forte e gelido, sui tetti delle case iniziava a formarsi del ghiaccio ed il cielo si stava colorando di grigio. Fra gli inquietanti sibili di quell’inizio di tempesta si fondevano le urla degli abitanti di Beflavik che correvano all’impazzata nel tentativo di trovare  rifugio, i tavoli su cui stavano banchettando erano a gambe all’aria senza contare tutti i festoni e le decorazioni che addobbavano il paese in quell’occasione così speciale. Il sole non c’era più, era stato oscurato da sottili nubi intrecciatesi come una ragnatela, su quel lembo di terra ora erano di nuovo calate le tenebre. Burian correva senza voltarsi, Ranja lo seguiva nonostante il terrore le scorresse nelle vene. Stavano entrambi rivivendo l’incubo di dieci anni prima, quando nel bel mezzo della loro festa di fidanzamento quel losco figuro era piombato in mezzo alla folla scatenando un inferno di ghiaccio. Giunsero presso l’altopiano di Slottbergen, proprio dove un tempo sorgeva Badeneisten, videro il loro piccolo villaggio completamente deserto, coi tetti delle case coperti di neve come fosse pieno inverno.
Il sole di mezzanotte non splendeva più all’orizzonte, era di nuovo calata la notte.
“E ora che facciamo?”
“Lui è qui, lo sento vicino.”
Le parole pronunciate da Burian fecero tremare la ragazza che gli si avvicinò in cerca di protezione. C’era solo il sibilo del vento nell’aria, i due si guardavano attorno con ansia e circospezione, ma con la consapevolezza che, in caso di attacco, niente sarebbe accaduto agli abitanti di Beflavik che non c’entravano niente con loro e con il Cuore di Ghiaccio.
“Altezza reale di Badeneisten, quale immensa gioia incontrarla di nuovo dopo tutti questi anni.”
Si voltarono con il terrore negli occhi: Galdramardur era lì a non più di deci metri da loro, con la sua inquietante e lunga tunica nera, con lo sguardo beffardo e gli occhi colmi di desiderio di vendetta. “Ne è passato di tempo, principe di Badeneisten, e devo dire che la sua augusta sposa è davvero deliziosa, altezza.” Sorrise. “Sembra incredibile che tutto sia ritornato quasi esattamente come quel giorno…. Lei, altezza, indossava la stessa uniforme, è fuggito con la sua promessa come allora… Sfortunatamente per voi due quell’odioso sacerdote ora non c’è più, ma io sì.”
I due si guardarono per un attimo.
“Sciocchi! Quel vecchio è morto dieci anni fa nel vano tentativo di nascondere il Cuore di Ghiaccio! Sapeva benissimo quante energie erano necessarie per quell’incantesimo ed è stato davvero ingenuo a nasconderlo in quel punto preciso.”
“Ma come…”
“Certo, certo che lo so! Niente è impossibile all’immenso Galdramardur! So tutto, so dov’è l’amuleto che mi appartiene di diritto! Odino dovrà piegarsi al mio volere una volta per tutte!” Alzò le braccia verso il cielo richiamando su di sé i gelidi venti polari.
“Via! Via!” Burian afferrò di nuovo Ranja per il polso ed iniziarono a correre senza neanche  sapere dove andare, volevano solo fuggire dalla furia dello stregone. Nelle loro menti, fra i mille pensieri, risuonavano le parole relative alla presunta scomparsa di Theon occorsa dieci anni prima: che era successo davvero? Era morto sul serio? Chi era quell’individuo che si era presentato con quel nome?
Scappando all’impazzata, finirono in un canalone alla cui fine c’era il mare.
“Quella è la nostra unica via di salvezza, vieni.” Raggiunsero la meta e quando verificarono l’esistenza di possibili vie di fuga, Galdramardur si presentò di nuovo davanti a loro sbarrando la strada. Toccò il medaglione che portava al collo con le sue lunghe ed ossute dita. “Basta fuggire, principe! E’ ora che la mia vendetta si compia una volta per tutte! A me il Cuore di Ghiaccio!”
Burian indietreggiò facendo scudo a Ranja col suo corpo; portò una mano sul suo cuore, se davvero lì c’era quel talismano avrebbe forse fatto qualcosa.
Lo stregone all’improvviso scagliò un turbine di vento su di loro, il ragazzo si girò di scatto abbracciando la sua amata e fu colpito alla schiena. Caddero rovinosamente a terra fortunatamente senza aver perso i sensi.
“Questo è solo un piccolo assaggio del mio potere, consegnatemi il Cuore di Ghiaccio e non vi accadrà niente!”
I due si alzarono doloranti da terra e tentarono nuovamente di fuggire, Burian era completamente disarmato e non aveva idea di come evocare il potere del talismano, dunque l’unica cosa che gli sembrava logica era la fuga.
“E’ molto testardo il principe!” Galdramardur non mollava. “Vorrà dire che farò in modo che sia lui in persona a consegnarmelo su di un piatto d’argento!”
Congiunse le mani, generò un piccolo vortice di vento talmente potente da risucchiare tutta la neve circostante. L’aria risuonò di una sinistra risata che in una frazione di secondo fu sostituita da un urlo disperato e terrorizzato: voltandosi Burian vide il peggiore dei suoi incubi: Ranja era nelle  grinfie del nemico e dopo pochissimo ogni cosa scomparve. Galdramardur non c’era più.
E non c’era più neanche Ranja.
Di lei non restava che il ciondolo con lo stemma di Badeneisten a terra.
 
 
 




Buonasera e ben ritrovati!
Spero abbiate trascorso una Pasqua piacevole : )
 
E’ stata dura riuscire a scrivere tutto il capitolo in tempo utile, nonostante la pausa che sono stata costretta a prendere ho avuto pochissimo tempo.
Anche per il futuro non prometto troppa puntualità, cercherò di fare il massimo ma ancora sono ben lontana dal compiere miracoli. (E lo sanno bene anche gli autori delle storie che tento di seguire regolarmente ma che riesco a recensire con ritardi abissali). Per questo non so se riuscirò più ad aggiornare ogni venerdì, lo farò non appena mi sarà possibile, spero non me ne vogliate e che continuiate a seguire la storia. La concluderò ad ogni costo, detesto lasciare le cose a metà, poi vedremo.
 
Spero abbiate apprezzato il capitolo diviso fra il dolce e l’amaro: ora il “cattivo” ha fatto il suo ingresso ufficiale e non mollerà più i protagonisti fino alla fine.
 
Vi auguro un buon fine settimana e, mi raccomando, recensite!!!
 
Un abbraccio
 
La Luna Nera

 
  
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