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Autore: negma    01/04/2016    0 recensioni
"Questo serve a voi, serve per lasciarvi capire quanto la vita sia una bugia, quanto la religione lo sia e quanto inutili e vane siano le nostre esistenze."
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA MADRE

13 gennaio 1997.

-Non sei il primo, sai? Ne sono nati altri come te- disse la Madre.
Non avevo mai sentito la sua voce, era strana e mi faceva rabbrividire, ma al momento non ci diedi peso.
Avevo solo paura, paura di dover rinascere di nuovo.
La Madre allungò la sua mano verso di me, e nonostante cercai di scostarmi non ci riuscii.
La sua mano non era come quando la vidi la prima volta.
La parte superiore di essa era viola, le unghie nere e mangiate dal nervosismo, mentre le nocche erano praticamente consumate, come se avesse fatto a pugni con una parete in cemento armato.
La poggiò sulla mia testa.
Lo sfondo era diventato nero, e la veste bianca della Madre sul pavimento sembrava quasi un paragone tra il Paradiso e l'Inferno.
Levò la mano.
-Quando una persona scopre cosa c'è dopo la morte scombussola l'equilibrio tra universo e Abisso. Sai cose che nessun altro sa, e la cosa ti rende diverso dagli altri.- disse mentre la sua mano scompariva sotto la veste bianca come lana.
Sapevo già di essere diverso, ma quello cosa voleva dire?
-Ci sono due modi per ristabilire l'equilibrio. Uno di questi è spedire la tua anima al Kolasi direttamente da ora, impedendoti di farti vivere le tue restanti vite. L'altro è diverso, meno drastico.
Non volevo morire, non ora che tutto sembrava ristabilizzato. Quella era la mia prima vera e propria vita.
-Dopo le tue cinquanta vite avrai un futuro diverso. Il mio. Diventerai La Madre.
Quelle parole mi lasciarono sconvolto. Diventare la Madre?
Vivere nascondendo la verità alle persone, vivere trattando così le persone "diverse".
Mi spiegò tutto. In principio non esisteva la Madre, fin quando una persona è sfuggita al suo destino, diventando come me.
L'essere superiore (che ora potreste chiamare Dio, ma un Dio reale) l'ha trasformata in un suo suddito, una sottospecie di aiutante ultraterreno.
Un'altra cosa che mi lasciò sconvolto fu il sesso della Madre.
Era un uomo.
Non che fosse un problema, però mi la cosa mi lasciò abbastanza sconvolto.
L'unico modo per riuscire ad abbandonare il ruolo di Madre è rifilarlo a qualcun altro, proprio come aveva fatto lei/lui.
Ci pensai.
Non volevo diventare una Madre, non volevo che quello diventasse il mio destino.
Quanto poteva essere brutto il Kolasi?
Questo era quello che pensavo fino a quando la Madre non interruppe i miei pensieri e parlò.
-Ti lascerò guardare con i tuoi stessi occhi, ti farò fare un giro turistico.
Mi andò bene, volevo vedere eventualmente quale sarebbe stato il mio destino.
E tutto si ripet
Appoggiò la sua mano sulla mia testa e tutto attorno cambiò.
Io ero Dante, e la Madre era il mio Virgilio. E questa era la Divina Commedia.
Tutto attorno era nero, ma non un nero normale, un nero accecante e disturbante alla vista.
Davanti a noi il vuoto, se non fosse per una specie di parete nera e trasparente, che la Madre mi suggerì di attraversare.
Ci passai attraverso.
L'Inferno è più doloroso di come lo descrivono di solito.
Le urla delle persone coprivano i miei pensieri, e il tutto non era diviso in gironi, tutti subivano lo stesso trattamento.
Non importava se in vita fossi stato un ladro o un pluriomicida, tutti avevano la stessa pena.
Incubi eterni.
Davanti a me una distesa di persone accovacciate e sofferenti, tutte in fila e con la bava alla bocca.
-Avvicinati a lui, è l'ultimo arrivato.- mi suggerì La Madre.
Camminai fino ad arrivare davanti a lui. Non aveva capelli. La maggior parte di loro non ne aveva, e supposi che fosse colpa dell'enorme sofferenza dovuta agli incubi. I suoi occhi erano chiusi, quasi sigillati e i suoi denti erano digrignati, potevo vederli deteriorarsi man mano.
-È stato un assassino per ben 35 vite. Nelle restanti è stato fermato e giustiziato prima che potesse agire. Le persone non cambiano mai, nemmeno una volta morte.- mi sussurrò con voce sofferente.
A quanto ho capito, l'indole rimane la stessa anche in un'altra vita.
Camminammo tra corpi sofferenti e straziati, e ogni passo che facevo riuscivo a pensare solo che non avrei voluto finire lì, per essere uno di quegli altri corpi straziati.
Tra le file di corpi ammassati vi era uno spazio, un posto vuoto.
-Questo è riservato a te. Se farai la scelta sbagliata, finirai lì. Tra un'omicida e un pedofilo.
E cosa avevo fatto? Niente. Non era stata colpa mia.
Così scelsi.
La Madre alzò la testa per la prima volta e riuscì a vedere il suo volto, che tuttavia non ricordo.
Accennò un sorriso.
Poggiò la sua mano sulla mia testa, ancora, e tutto cambiò di nuovo.

-

06:56

La sveglia suonò.
Aprii gli occhi.
Ero di nuovo lì, nella mia camera.
Sarei diventato la Madre.
   
 
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