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Autore: rupertinasora    02/04/2009    1 recensioni
"Quello che correva assomigliava a un battito. E quel battito apparteneva al suo cuore, che toccava il suo petto e voleva uscirne fuori. Avrebbe voluto bruciare quella prova.
No, si disse. Sta battendo così non perché mi piace, ma perché mi ha fatto paura.
A dir la verità, neanche lei sapeva cosa pensarne."
Draco Malfoy ed Hermione Granger sono il diavolo e l'acqua santa, ma questo si sapeva già. Che fine farà, però, Hermione, se si innamora di due persone diverse? Un certo biondino di nostra conoscenza, e un ragazzo incontrato per caso nel bagno delle ragazze che le sconvolgerà la vita con la sua indecisione.
Hermione non può certo saperlo, però Malfoy ha un segreto, ed è proprio quello a farla andare nel pallone... Buona lettura!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tainted Love

Capitolo sesto - Sentimenti

 

 

 

- Ma insomma! Ron!- sbottò per l’ennesima volta Hermione.

Non ce la faceva più. Quel ragazzo era irrecuperabile.

- Siamo prefetti! Dobbiamo evitare le baruffe, non farle!-

Sbatté i libri sul tavolino e con un incantesimo divise Ron e Harry, che si stavano azzuffando come dei bambini.

- Harry! Se ti ci metti pure tu, come faccio a farlo crescere?-

Il bruno si aggiustò gli occhiali, che erano caduti e si erano rotti, mentre il rosso si massaggiava il braccio, dove aveva la camicia strappata.

- Guardateli!- quasi urlò arrabbiata, mentre portava i pugni sui fianchi – Non ci bastano i Serpeverde che vi stuzzicano, dovete per forza stuzzicarvi tra di voi?-

- Hermione, però…- iniziò Ron.

- No!- gridò lei, allungandosi in avanti.

I due ragazzi tremarono e non replicarono.

- Non mi interessano i vostri motivi! Io devo studiare. Se voi dovete picchiarvi, fatelo o in silenzio, in modo che non vi sento, oppure uscite fuori! Non voglio rumore alcuno in questa sala comune. Mi sono spiegata bene?- Si voltò verso gli altri Grifondoro che li guardavano stupiti e intimoriti. – Sono stata chiara? Avete capito?- urlò anche contro di loro.

Tutti, in silenzio, annuirono, per poi chinarsi sui libri, oppure uscire in modo rapido.

I due Grifondoro si scambiarono un’occhiata fugace, mentre la bruna si portava con passi pesanti e lunghi al suo piccolo tavolo da studio, colmo di libri e pergamene.

Hermione aveva i nervi a fior di pelle. Non riusciva a non pensare alla figura che aveva fatto davanti a tutta la scuola. Loro che avevano visto? Il suo cavaliere che, con un sorriso compiaciuto, aveva girato i tacchi ed era quasi scappato via, mentre la lasciava sola, con la bocca semiaperta, con la possibilità che qualche mosca ci entrasse dentro, in mezzo alla pista da ballo.

Neanche nei suoi pensieri aveva pensato potesse succedere una cosa del genere. Non l’aveva preso neanche in considerazione come possibilità. No, lei non avrebbe aspettato che potesse udire tutta la scuola per dire a una persona “non mi interessi”.

Maledisse coloritamente Piton e i suoi stupidi super compiti solo perché era del Grifondoro, chiudendo tutto e strappando l’ennesima pergamena, che buttò con tutto lo sdegno del camino.

Avrebbe potuto sopportare tutto, ma non un’umiliazione pubblica. Cosa pensano ora tutti di lei? Che non è capace neanche a tenersi il ragazzo?

Bella prova. Sarebbe dovuta restare in camera a studiare, di certo avrebbe imparato davvero qualcosa, e non avrebbe permesso alla scuola di poter cogliere un qualche minimo smarrimento nella sua persona.

Vincendo la voglia di far esplodere la sala comune di Grifondoro solo per il semplice motivo che era grande, spaziosa e soleggiata, uscì e si diresse da qualche parte.

Non importava davvero dove andasse, tanto un luogo valeva l’altro, tanto comunque tutti l’avrebbero additata come quella povera stupida che è stata presa in giro senza che se ne accorgesse. E poi che mai voleva quel ragazzo da lei, se prima faceva tanto quello che le voleva bene, che la voleva veder sorridere, e poi le lanciava una bomba di quelle dimensioni. E che aveva voluto dire? Come aveva detto? Qualcosa tipo “non ci possiamo più vedere”. Ma perché non si uccide? Lui e quel fottuto Serpeverde che le ha permesso di incontrarlo per la prima volta.

Era completamente racchiusa nei suoi pensieri quando, distrattamente, si rese conto di essersi persa. Quel corridoio non era esattamente molto illuminato, e non era esattamente uno che percorreva tutti i giorni. Prese un respiro e si guardò attentamente attorno. Non sembrava ci fosse nessuno, a parte un’ombra che pareva venire verso di lei. Trattenne il respiro e la fissò, sperando di metterla in soggezione e che andasse via. A volte funzionava quando non era nei suoi migliori stati d’animo. Eppure quell’ombra non accennava a tornare indietro, anzi, pareva più che intenzionata a proseguire. Quando fu entrata nel cono di luce, Hermione arrossì e distolse lo sguardo.

L’avrebbe riconosciuto in mezzo anche a tanta gente. Capelli biondi, atteggiamento sicuro di sé, ghigno stampato sul viso. Era lui, senza dubbio: un ragazzo stampato Malfoy.

La ragazza tornò sui suoi passi, sperando che lui non avesse notato che l’aveva fissato fino a quel momento. C’era stato, di certo, l’equivoco dal momento che Hermione non sapesse che fosse proprio lui, proprio Draco, ma con l’ego che si ritrovava quel ragazzo, avrebbe fatto di tutto per avere ragione.

-          Piccola e dolce Granger. Buon pomeriggio- la salutò, avvicinandosi a lei.

Hermione si voltò e gli sorrise imbarazzata.

-          Salve, Malfoy- rispose gelida, e guardando altrove.

-          Che c’è?- chiese il biondino, cercando di guardarla in viso – oggi sono così bello che ti abbaglio?-

-          Smettila, Malfoy. Non sono in vena- bruscamente, si voltò ancor di più, sentendo una fitta nel collo. Era mai possibile che s’era fatta male pur di non guardare quel ragazzo? Oh, ma dove stava arrivando? Cosa avrebbe potuto fare con quel suo atteggiamento? In barba a quello che avrebbe pensato lui, lo guardò dritto negli occhi azzurro ghiaccio e sorrise. – Anzi- disse ancora, - quando ti va di portarmi a letto, dopo quello che hai sicuramente saputo, dimmelo, che così vediamo di apparare-.

Draco la guardò perplesso e le mise una mano sulla fronte, che Hermione tolse bruscamente.

-          Che credi di fare?- chiese, irritata.

Il ragazzo rise, e le cinse il fianco con un braccio.

-          Mia cara, dopo questa provocazione, ti tiri indietro?- sussurrò, avvicinando arditamente, di nuovo, i loro volti.

Perché, si chiese Hermione, doveva sempre sparare cavolate quando c’era lui? Deglutì e tentò di allontanarlo.

-          Ma smettila!- sbottò, voltando il viso, completamente arrossito. Lo sentì ridere e la sua stretta sul suo fianco si allentò.

-          Nonostante tutto-, disse lui, - non hai il coraggio di mantenere la tua parola.-

Detto ciò, il ragazzo si voltò per andarsene, ma poi ci ripensò e tornò a guardarla. Ghignò.

-          Se non posso portarti a letto, almeno questo me lo devi- disse, per poi avvicinare i loro volti.

Con un’arditezza di cui neanche lei pareva essere consapevole di avere, sorrise beffardamente. Alzò le sopracciglia, e sfidò col solo sguardo il ragazzo. Ma, si poteva fare? E che credeva di fare con ciò? Non voleva essere come tutte le altre, non voleva cedere al fascino ostentato dal ragazzo. Eppure eccola lì, che si offriva chiaramente a quel ragazzo. In un attimo, il suo cervello aveva elaborato una sfida, che potesse nascondere il veloce ritmo del battito del suo cuore, e il freddo che sentiva in una parte imprecisata della sua schiena, mentre sentiva i peli dietro la nuca drizzarsi.

In un attimo, in ragazzo fu sulle sue labbra dolce come il mare che, calmo, si sdraia sulla sabbia, per poi ritirarsi troppo in fretta, così in fretta che Hermione avrebbe voluto che il mare tornasse sulla spiaggia. Sorrise, chiudendo gli occhi, e fu lei ad avvicinarsi al mare. Sentì le braccia di lui stringersi intorno al suo corpo dalle forme minute, e abbattersi su di lei con la forza di un maremoto. In un attimo le loro lingue si cercavano, si volevano, e si rincorrevano. Spostò la testa di lato, portando le mani sulla pelle liscia del ragazzo, e gli morse dolcemente il labbro inferiore. Aveva sempre creduto che Malfoy avesse delle labbra troppo sottili, e invece erano perfette. Certo, non come le sue, che stavano subendo dal ragazzo ogni tipo di massaggio o dolce tortura. Arrossì, mentre sentì il calore aumentare per la vicinanza dei loro corpi.

D’un tratto, tutto finì.

Lui era di fronte a lei, con gli occhi sbarrati e il suo solito ghigno scomparso. E lei era lì, con i capelli ricci ancora più sconvolti, e il fiato corto.

-          Non pensavo che fossi così- esordì il ragazzo, chiudendo gli occhi e aggiustandosi i capelli.

Hermione si abbassò la camicia, che era uscita dalla gonna. Lo ignorò completamente, cercando di trattenere la dolce voglia che aveva di leccarsi le labbra. Ricordò che quando lui l’aveva sfiorata, aveva sentito il calore delle sue labbra, e la dolcezza di qualcosa che non pensava che il ragazzo fosse capace di avere. Aveva sbagliato, allora, a pensare che tutte quante avevano voglia di darla al primo che incontravano. Oh, no. Draco Malfoy se l’era guadagnate tutte con gran classe. Arrossì per quei pensieri e si morse il labbro inferiore.

-          Anche se non sembra, sono una ragazza anche io- ribatté, guardandolo negli occhi, – e appunto per questo ti dico che tra noi questo bacio non significa niente per me. Niente-

Lui rise di gusto, guardandola come se avesse detto la più grande idiozia di questo mondo… non a torto!

-          D’accordo, Granger. Raccontati anche quello che vuoi, ma quello che racconterò agli altri sarà la verità. E saranno loro a dedurne che la gelida Granger non vede l’ora d’essere sciolta dalle magiche mani dorate dell’affascinante Draco-

Hermione lo schernì ridendo.

-          Per carità! Allora se pensano così, sono davvero senza cervello!- rispose.

In realtà, non sapeva che pensare. E non ci voleva pensare. Lui rise a sua volta e se ne andò, oltrepassandola. Hermione sospirò e si toccò le labbra. Ne avrebbe voluto ancora, ma non le avrebbe fatto bene al cervello. Quello che di sicuro l’avrebbe fatta tornare in sé sarebbero stati i libri e lo studio. Così tornò sui suoi passi e si rinchiuse nella sala comune, trovandola improvvisamente troppo stretta e calda per i suoi gusti.

 

 

   
 
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