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Autore: Oo_Alice_oO    02/04/2016    3 recensioni
La storia segue le vicende dell'anime a partire dall'ultimo episodio. Superato l'esame di Karate, Sana ed Heric riusciranno a parlarsi veramente a cuore aperto?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-105-

 


POV Sana
Uno strano virus mai contratto prima d’ora mi affligge ormai da qualche giorno. I sintomi, che sorprendentemente preoccupano Robbie e per niente la mamma, sono i seguenti:
- euforia
- vampate
- gote spesso arrossate
- insonnia
- sogni ad occhi aperti
- disattenzione (più del solito)
- sospiri continui
- frequente voglia di cantare o danzare
- stordimento (anche questo più dell’usuale)
Per l’ennesima volta mi ritrovo a camminare su e giù per la mia stanza, con un costante sorriso stampato in faccia. Il motivo per cui gli angoli della mia bocca sono ormai sempre sollevati è che non riesco a smettere di pensare all’incontro casuale con Heric, l’altro giorno al parco… e a quel bacio… Ed ecco che le mie guance riprendono fuoco, il mio corpo riscaldarsi e percepisco del fumo fuoriuscirmi dalle orecchie come una locomotiva. Che ci sia un nesso tra lui e questa stramba influenza? Potrei essere allergica ad Heric e non saperlo, in effetti, se ci penso, in passato è stato causa di numerosi miei mal di testa e batticuori.
Mentre farnetico, il cicalino ha preso a vibrare; era da un po’ che non lo usavo e mi ero dimenticata di averlo, ma so che il mittente è proprio lui. C’è un messaggio che, decifrato, dice PARCO. Emano un urlo dei miei e, senza che io me ne accorga, sono già sotto la doccia e con lo shampoo in testa. In tempo record mi faccio la piega, indosso il mio vestito preferito e corro verso il cancello di casa.
Ed eccolo lì, il mio cuore perde un battito e tutti i neuroni del mio cervello si disattivano contemporaneamente. Una vena pulsante sulla sua fronte manifesta la sua irritazione ed io mi blocco  all’improvviso a mezzo metro di distanza.
<< Heric… >>
<< Hai forse un impegno di lavoro? >> chiede, dopo uno sguardo fugace.
<< Eh? >>
<< Ho detto: hai forse un impegno di lavoro? >> ripete, scandendo meglio la sua domanda.
<< Ma che dici? No, non ho un impegno di lavoro… >>
<< E allora perché ti sei conciata così? >> incrociando le braccia al petto e non guardandomi dritto in faccia.
Questa volta sono io ad irritarmi, perché io, stupida, ho perso tempo a farmi carina per lui (l’ho ammesso veramente? A volte mi sorprendo di me stessa…) e lui tergiversa sull’argomento e mi fa sentire come se avessi indossato un costume da pagliaccio. Incrocio altrettanto le braccia, offesa, e gli rispondo laconica volgendo lo sguardo ad un angolo indefinito del cielo:
<< Perché mi andava! >>
<< Stai bene >>
I miei occhi tornano a posarsi su di lui, le mie gote si dipingono per la milionesima volta e istintivamente una mia mano si riposa sulle mie labbra, come desiderose di essere ritoccate.
<< Gr… grazie… >> I suoi occhi tornano a posarsi su di me, sono certa di prendere fuoco e che lui abbia intuito la mia agitazione dentro e fuori. Perché improvvisamente mi fa questo effetto? Lo conosco ormai da tanto tempo e non mi era mai successa una cosa simile! Riconfermo l’ipotesi di un virus.
<< Allora? >>
<< Allora cosa? >> chiedo.
<< Mi è venuta fame >> mi comunica, un secondo prima che i nostri stomaci brontolassero all’unisono. Ridaccchio grattandomi la testa e anche lui è imbarazzato, ma prima che il mio cervello si rimetta a ragionare mi prende per mano trascinandomi lungo la strada. Mi godo questo contatto e senso di sicurezza finché, tenendo la mano salda alla sua, mi torna in mente qualcosa…
<< Ma non dovevamo andare al parco? >>
<< Certo, due ore fa! >>
 
POV Heric
Guardo Sana, oggi stranamente taciturna, addentare il suo cheeseburger. Oggi è anche stranamente più bella: i suoi lunghi capelli ramati ricadono morbidi sulle sue spalle e i raggi del sole si riflettono sulla sua chioma, rendendola ancora più splendente. C’è qualcosa di diverso anche nei suoi occhi, quando tiene la bocca chiusa, forse, comunicano in un modo tutto loro. Avverto un lieve rossore sul suo viso, ma non so se è merito di queste temperature quasi estive o del trucco che avrà utilizzato. Seduti su una panchina, in silenzio quasi religioso, consumiamo il nostro pranzo, uno accanto all’altra, mentre nella mia testa si formulano e si mescolano pensieri di natura diversa. Più che pensieri sono quasi tutte domande: questo varrà come appuntamento? Avrà capito le mie intenzioni? Cocciuta e tarda com’è, non mi sorprenderebbe se vedesse tutto ciò come un giorno ordinario, una domenica pomeriggio qualunque. Il problema principale è che se lei ha difficoltà a comprendere certe situazioni, io ne ho altrettanti nella comunicazione. Parole e frasi viaggiano nella mia mente che non pare collegata alla bocca, così spesso lascio che ad agire sia il mio corpo.
Le rubo una delle sue patatine in attesa di una sua reazione, non ci metterà molto a rendersi conto del torto subito, infatti sembra uscire dal suo stato di trance, spalanca gli occhi e colpisce la mia mano.
<< Ehi! >>
<< Uff, quante storie per una patatina! >> brontolo, riallungando svelto la mano verso il suo pacchetto e addentandone un’altra. Determinata cerca di bloccare il mio polso furtivo, ma, per fortuna, sono più sveglio di lei. Fermo io la sua presa e avvicino il mio viso al suo. Subito si blocca, i suoi occhi nei miei per un tempo indefinito, e con l’altra mia mano libera allungo il dito fino a toccarle l’angolo della bocca.
<< Avevi un po’ di salsa barbecue >> le comunico, leccandomi il dito sporco del mio bottino. Le sue sopracciglia si incurvano un attimo, ma la sua faccia cambia subito espressione e lei comincia a ridere come una matta, quale è.
Mi piace quando ride. Mi dà un colpo alla spalla, uomo mancato che non è altro, e fa cadere a terra il mio panino. Perplessi fissiamo l’erba: il mio pranzo è andato.
<< Scusa, scusa, scusa, non volevo! >> implora mortificata, e mentre stringe le mani dinnanzi a me in segno di perdono mi accorgo che il mio stomaco ha ormai fame di qualcos’altro. Con la mano pulita accarezzo la sua guancia e mi piego a baciarla. Labbra salate al gusto di bacon.
Avevo voglia proprio di questo.
 
 

Angolo autrice
Ciao a tutti, ecco un nuovo capitolo di questa FF! So che non è niente di speciale. ma spero possiate apprezzarne la semplicità! Mi piacerebbe scoprire le vostre opinioni, buone o cattive che siano, e ringrazio chiunque sia soffermato a leggere questa storia! ^^ Lo apprezzo tanto! In attesa del prossimo chapter, vi auguro buon week end!
Un abbraccio,
Alice
   
 
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