Anime & Manga > Rossana/Kodocha
Segui la storia  |       
Autore: marta4    03/04/2016    2 recensioni
Akito e Sana non si conoscono. Frequentano entrambi l'università. Lui è conosciuto da tutte ( meno che da Sana, ovviamente ) per la sua bellezza. Lei è sempre la solita Sana dalla testa tra le nuvole. A causa di una bugia si troverà a dover sottostare alle richieste, spesso bizzarre, di lui. Liberamente ispirata all'anime " Wolf girl and black prince".
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il ragazzo si era volatilizzato e lei si era decisa a tornare in mensa, ancora sconvolta per stranezze del biondino, senza pensare al fatto che Naozumi, a causa del suo comportamento a dir poco bizzarro, sicuramente l’avrebbe tartassata di domande.

Riacquistò la sua posizione, non prima di essere inciampata sui suoi stessi piedi ed essersi abilmente mantenuta ad una sedia, evitando l’altrimenti sicuro schianto al suolo.
“Sana, potevi farmelo almeno conoscere! Perché lo hai trascinato via?” chiese visibilmente incuriosito e con un, più camuffato, accenno di tristezza.
“Beh… Ecco… Vedi… Volevo s-salutarlo lontano da occhi indiscreti!” Gli diede una pacca sulla spalla che lo fece quasi cadere dalla sedia, emettendo una risata quasi diabolica, forse più per congratularsi con se stessa della mega bugia che aveva appena sparato, piuttosto che per essere allusiva con l’amico.

Lui non rispose e lasciò cadere l’argomento, bevendosi l’ informazione, digerendola solo in parte.
Finirono di pranzare e si separarono: lui diretto agli studi televisivi, lei al corso del pomeriggio.

Aveva appena preso posto in aula quando un aeroplanino in perfetto stile quarta elementare le si schiantò rovinosamente sulla fronte: segno di una pessima mira del lanciatore. Lo afferrò leggermente spazientita e vide che su di un ala c’era scritto ‘aprimi’.
Lo fece e rimase un po’ interdetta dopo averne letto il contenuto.
“ Hayama?! Ben fatto, sorella!”

Si voltò ripetutamente per individuare visivamente l’artefice del biglietto, che sapeva essere la sua migliore amica Fuka Matsui. Quando la vide le rivolse uno sguardo innocente scuotendo il capo e alzando le mani, per far capire che con quelle asserzioni lei non c’entrava nulla, soprattutto perché non aveva nemmeno capito cosa diavolo significasse quella frase.
L’amica le fece un gesto per farle capire che in seguito ne avrebbero parlato.

Due ore e molti sbadigli dopo l’interminabile lezione finì e si precipitò fuori dall’aula concedendosi un sospiro di sollievo, prima di incontrare lo sguardo indagatore dell’amica.

“Avevi intenzione di scappare per caso? “
“Ma certo che no Fuka! Per chi diavolo mi hai presa!” rispose grattandosi il capo. “Dunque, si può sapere cosa voleva dire l’aeroplano?”
“Credi che io non lo sappia? Oggi vi abbiamo visti tutti in sala mensa… Ho visto come hai trascinato Hayama chissà dove. Voglio sapere tutto!” il suo tono decisamente non ammetteva repliche.
A Sana sembrò quasi di aver udito il rumore di un interruttore nella sua testa, che azionandosi accese una lampadina. “Per Hayama intendi il biondino scostumato?”
“Per Hayama intendo il biondino bono!” esclamò convinta.
“Fuka, ma insomma… Un po’ di contegno! In ogni caso non è come può sembrare.” Sembrava volesse a tutti i costi giustificarsi.

Le spiegò la situazione, Fuka sembrava quasi essere contenta per l’amica, manco avesse trovato una miniera d’oro.

“Beh Sana, è che tu non ti rendi conto della fortuna che hai avuto! Akito è il ragazzo più ambito dell’università e sta con te!” il suo tono era fin troppo eccitato.
“Ehm… Non esattamente.”
“È solo questione di tempo!” affermò vittoriosa, con un luccichio negli occhi. Lanciò un’occhiata rapida all’orologio. “Ora devo scappare, ho un appuntamento, a domani!” nemmeno il tempo di dirlo e si era già volatilizzata lasciando Sana senza parole.


Si stava dirigendo verso casa, quando intravide una chioma bionda.
“H-Hayama?”
Lui non si voltò nemmeno, lei insistente accelerò il passo raggiungendolo.
“Sei per caso sordo? Eppure oggi a pranzo non sembrava.”
“Dimmi.” disse con tono glaciale.
“Quanta simpatia … Volevo solo salutarti, sai, si chiama educazione.” Il suo mutismo le causava non poca rabbia.
La guardò negli occhi per un attimo con indifferenza ed emise qualcosa di simile più ad un mugugno che ad una parola.
Lei non si lasciò intimidire, era il genere di persona che più che lasciarsi allontanare da atteggiamenti simili, cercava di capire cosa celassero. Proprio non si accontentava di essergli antipatica a pelle.
“Beh, insomma, non sei poi un gran chiacchierone…Eppure sei stranamente popolare tra le ragazze a quanto ho saputo.”
La guardò con aria interrogativa.
“Beh sai, ho raccolto informazioni sul tuo conto.” Disse senza pensarci, camuffando l’imbarazzo con una risata malefica. Nel frattempo continuavano a camminare, diretti chissà dove.
“Che genere di informazioni?” il suo tono era un misto tra il sorpreso e l’infastidito.
“Niente di particolare… Il tuo nome, ad esempio. Sai tu non ti sei nemmeno presentato, ricordi?”
Dal silenzio capì che di fare conversazione non se ne parlava proprio, quindi decise di andarsene, ma dove poi? Quella che stava percorrendo era la strada per arrivare a casa sua, dopo questa constatazione continuò a camminare, in silenzio… O almeno quella era l’intenzione. Passarono cinque minuti e si trovava sempre al suo fianco.
Inaspettatamente il biondino parlò.
“Hai intenzione di venire a casa con me?” il suo tono era allusivo ma ironico.
Lo guardò in cagnesco. “Caro signor -nonparloconteperchésonotroppofigo- si dà il caso che io stia andando a casa mia!” Disse, facendogli una linguaccia.
La guardò per un attimo, poi continuò a camminare, sembrava pensieroso.
Dopo un po’, finalmente aprì bocca.
“Perché lo fai?”
Sana, ovviamente, non capì a cosa si riferisse quella domanda, messa lì senza un filo logico. Si grattò il capo. “Faccio cosa?”
“Questa pagliacciata. Non sarebbe più facile dirgli che non ti piace?” Sembrava quasi realmente interessato ad avere una risposta.
Sana rimase sconvolta dalla lunghezza della frase che, per la prima volta, non era composta solo da mugugni e monosillabi.
“Non è così facile, io e Nao siamo amici da anni, non voglio rovinare il nostro rapporto.” Pronunciò quelle parole con tristezza, si vedeva che era sincera.
Lui si limitò a borbottare un “ mmh.. donne..” che lasciava intendere un -chi le capisce è bravo-. Anche se sul suo viso imperturbabile, per un attimo, riuscì a scorgere quasi un’ emozione. Sembrava un accenno di malinconia, ma forse l’aveva solo immaginato.
Senza rendersene conto era arrivata a casa. “ Beh, io abito qui. A domani, credo.”
“Ciao, Kurata.”
Aprì il cancello, e mentre si dirigeva verso il portone si ritrovò a pensare che, forse, quello strano ragazzo la incuriosiva un po’. Non avrebbe saputo spiegare se fosse stato per il suo mutismo o per quella sensazione di malinconia che aveva colto in quell’ istante nei suoi occhi… O forse era la fame che le era venuta che le metteva in testa strani pensieri. Sì, il motivo doveva decisamente essere un calo di zuccheri.










  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Rossana/Kodocha / Vai alla pagina dell'autore: marta4