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Autore: IllySan    03/04/2016    0 recensioni
Se sotto sotto, ci fossero dei dettagli che nella Serie non ci sono stati esplicitati?
Se i fatti accaduti, abbiano cambiato in qualche modo, il modo di vedere le cose di Laurel?
Questa FF l'ho creata appositamente, per dare un senso alternativo, una spiegazione, delle conseguenze alla storia, dopo la morte di Sara...per questo voglio "dedicare" uno spazio particolare a due donne forti e piene di coraggio che mi hanno ispirato in questa nuova esperienza: a Nyssa & Laurel, battezzate col nome di #Lauryssa.
I fatti riprendono dalla 3 Stagione di Arrow!
Buona Lettura!
Spero di non deludervi.
XOXO
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Dinah 'Laurel' Lance, Nyssa al Ghul, Oliver Queen, Sarah Lance, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erano trascorse già due settimane da quando Laurel ricevette quella terribile notizia.
Nyssa era andata via per la sua strada, lo stesso giorno, dopo una movimentata discussione con l’altra donna;
Laurel non sapeva né dove e né perché...perchè le avesse “regalato” tante di quelle cattiverie gratuite che non augurava neanche al loro peggior nemico,
- o forse si - e da quel dì non era più tornata.
Non aveva più ricevuto nessuna traccia di lei, il nulla più assoluto e la cosa la frustava parecchio.
L’idea di partire e cercarla, magari per un chiarimento le era passata spesso e volentieri per l’anticamera del cervello ma riflettendoci su, non era l'ideale:
a Starling city, lei, Diggle, Felicity e Speedy cercarono di mantenere l’ordine, riuscendo nell’intento e dopo Ra’s successe nulla che non potessero gestire da soli;
tutto era controllato dalla squadra.


Ogni mattina la Lance andava al distretto di polizia ad interrogare qualche criminale, persino quelli che avesse preso la notte prima ma suo padre,
invece di andarle incontro, remava dalla parte opposta; ogni giorno le chiedeva di smettere, paragonando Oliver e Sara a lei,
ogni giorno diceva
 “Finirai come Sara”, ma Laurel non era Sara, non si era unita alla Lega degli Assassini, non uccise mai nessuno, senza pietà...
No, lei non era Sara.
Per quanto le mancasse, per quanto davvero amasse sua sorella, niente e nessuno poteva restituirgliela, nessun ricordo poteva alleviare il dolore.

In quel periodo si sentiva più sola che mai; aveva perso fin troppe persone,
ed ora anche Oliver, ma più di tutti, -e le faceva strano ammetterlo-, le mancava Nyssa:
le mancava il modo con cui si preoccupava per mlei, mile mancava sentirla urlare ogni volta che sbagliava qualcosa,
le mancavano i suoi addestramenti e le sue parole di conforto...
Tutto.
Il destino le si era accanito contro; era l’unica motivazione più ovvia.

Pensava che la cosa che più le mancavamancasse di Nyssa fosse invece, la facilità con cui si sorprendeva delle piccole cose,
come quando ad esempio, la portò a mangiare fuori dopo una giornata veramente stressante...


 “Non so perché questo paese sente la necessità di friggere tutto” , aveva detto.

Forse, ripensandoci, quello fù proprio l’ultimo momento felice che avessero trascorso insieme, forse anche l’unico.

Laurel d'altronde, tentò persino di convincere Diggle ad andare a Nanda Parbat dove i loro localizzatori non funzionavano,
ma lui le fece dolcemente intuire che non c’era nulla che potessero fare lì, soprattutto ora che Thea li aveva informati che Malcom era divenuto il nuovo Ra’s.

Non passava ora, o giorno, in cui si chiedesse se Nyssa stesse bene, mi chiema una domanda la logorava dal profondo: era ancora viva?
E se Malcom le avesse fatto qualcosa?
O se fosse scappata? O magari era altrove, magari si stava godendo la sua libertà...
Fù esattamente lei a dirle che tutti meritano di essere felici, prima o poi, compresa lei,
anche se conoscendola, l’assassina non avrebbe voluto che la Lance la trovasse e probabilmente non voleva neanche che lei provasse a cercarla...
FORSE.
Era tutto un punto interrogativo oramai, eppure il riconoscimento facciale l’avrebbe dovuta localizzare, ovunque fosse.

Nonostante stesse cercando di andare avanti con la propria vita, aveva continuato a controllare tutti gli obitori, ospedali, prigioni,
ma sapeva fin dal principio che qualunque fosse stato il verdetto, non sarebbe cambiato niente.
Forse non erano state poi così amiche come aveva creduto, forse Laurel se lo era solo immaginato, forse lei era solo il suo mentore e niente di più.
Forse aveva travisato tutto... eh già.




[…]



Erano le otto di sera quando la donna raggiunse la base segreta ormai non più tanto segreta,
quando si ritrovò lì, -in anticipo- un Diggle  che l’aspettava a braccia conserte.



<<  Ci siamo fatti attendere Canary! >> Esclamò lui, sorridendo.
Amava chiamarla così anche se lei, dopo Sara, non lo sentivo davvero mio suo
 .


<< Alcuni di noi hanno un lavoro Diggle. >> Rispose lei, ammiccando.
 

<< Ed alcuni hanno un figlia, Vice Questore Lance. >> Ribattè l’uomo voltandosi verso di lei,
mostrandole la pupetta tra le sue braccia che dormiva beatamente.


<< 1 a 0 per te. Counque... Novità? >> Chiese Laurel, tornando seria e professionale.


<< Mmmh, sembra piuttosto tranquillo per ora, ma forse è meglio che tu vada a controllare comunque. Speedy è già per strada. >> Proferì Dig,
con aria concentrata sul computer.


Laurel non si sorprese in realtà: da quando Oliver era morto e Roy se ne andò via, deciso a crearsi una nuova vita e una nuova identità altrove,
Thea aveva passato tutto il suo tempo con arco e frecce ed era l’unico modo che aveva per distrarsi...e poi, era l’unica con cui lei aveva legato profondamente.
Avevano enstaurato un rapporto particolare, molto amichevole e confidenziale, e non le era dispiaciuto affatto tutto quello.


Fece un cenno con la testa e si allontanò giusto per andare a cambiarsi.
Tornò dopo dieci minuti, prese le armi, salutò Diggle e si diresse fuori, in strada.
Si ricordò di tutti gli insegnamenti che Nyssa le aveva dato, ed uno di quelli era che doveva pur sempre raggiungere i posti più alti della città
per avere una visuale migliore su tutto il campo e naturalmente, sui suoi nemici, ma in realtà questo lo sapeva già.
...Quando raggiunse il tetto della banca di Starling, Diggle la contattò immediatamente
.


<< La polizia ha segnalato una rapina in corso a tre isolati a nord dalla banca. E’ la tua zona, Canary. >>


<< Troppo bello per essere vero, eh?! >> Commentò Laurel , sarcastica.


<< La città che non dorme mai. >>  Rispose lui, appoggiando l’amica.


Non lo lasciò neanche finire di parlare ed iniziò a correre verso nord; ripensò a quanto fosse stato difficile all’inizio per lei spostarsi da un tetto ad un altro,
quante volte Nyssa le aveva impedito di cadere prendendomi per il colletto della maglia ed invece ora,
era diventata più abile tanto che i suoi spostamenti non provocavano il benché minimo rumore.
Impiegò pochi minuti per arrivare sul tetto della gioielleria che stavano rapinando:
c’erano due uomini all’ingresso, un furgoncino all’entrata con un uomo al volante e probabilmente altri all’interno della gioielleria stessa.
 


<< Speedy raggiungimi, ho bisogno di te...ce ne sono troppi! >> 


Se c’era una cosa che aveva imparato e che delle volte era un bene avere qualcuno a cui poter chiedere aiuto, di cui fidarsi ciecamente,
e in quel momento aveva bisogno dell’arco di Thea...e di lei.



<< Sto già arrivando dolcezza. >>


Infatti, pochissimi istanti dopo, ecco che notò cadere a terra come pere cotte, tutti i scagnozzi all’esterno.
Era arrivata.


<< Cosa faresti senza di me? >> Fece la Queen, spuntandole da dietro.


<< Me lo sono domandato spesso ultimamente. >> Disse di conseguenza la Lance, voltandosi e donarle un sorriso esagerato.


<< Noto che sei felice di vedermi... >>


<< Si...mi sei mancata. >> Confessò timidamente Laurel, distogliendo lo sguardo.


<< Beh, sei stata tu ad isolarti, non io. Ho solamente rispettato i tuoi spazi... >>


<< Lo so. Lo so... e ti ringrazio, ma... a volte avrei voluto che non lo avresti fatto. >>


Altra ammissione.


<< Ragazze?! Non vorrei disturbarvi e rovinare il vostro momento romantico, ma...
Abbiamo una rapina da sventare. >>

 

<< Oddio... >> Esordì ancora più imbarazzata, la bionda.
 

Si era completamente dimenticata che dall’altra parte qualcuno le potesse ascoltare.
 

<< Hai ragione, scusaci Dig. Ci muoviamo subito. >> Disse la più piccola, restando più dura, per poi aggiungere:
<< Non te la scampi, Canary. Torneremo sul discorso più tardi. >>, riferendosi alla partner, che annuì di conseguenza e saltarono insieme giù dal tetto.




[...]
 


Un’ora a seguire, tutto fù risolto e la missione portata a termine.
Laurel chiamò suo padre per avvertirlo dei rapinatori e pronta a consegnarglieli, ma sapeva cosa le aspettava a breve...nessuna delle due se lo era dimenticato.
Per tutto il combattimento non avevano fatto altro che guardarsi e scambiarsi sguardi ricchi di parole non dette,
di emozioni e sensazioni provate sulla loro pelle ed occhiate che la sapevano lunga...

Cosa stava accadendo tra le due?
 

<< Andiamo a berci qualcosa? >> Optò inaspettatamente, Thea, avvicinandosi all’altra.
 

<< Non mi dispiacerebbe un bel cocktail…ma prima dovrei curarmi queste ferite. >>
 

<< Va bene, ti accompagno a casa allora. >>
 

<< Stasera dovremmo andare a piedi... sono senza macchina. >>
 

<< Fa niente, okay! Se era una scusa per liberarti di me, non ha funzionato, mi dispiace. Riprova la prossima volta, sarai più fortunata. >>
 

<< Thea... ti ho detto la verità. Sbaglio o nel tuo tono c’è un po’ di astio? Ce l’hai con me, vero? Perché? >> Domandò la bionda, dispiaciuta,
mentre seguita dall’altra, si incamminarono...

 

<< Uh, vedo che sei perspicace. Brava, stai migliorando con le relazione umane.
Pensavo che Nyssa ti avesse insegnato anche come distruggere le amicizie... >>

 

<< Che centra lei, adesso? >>
 

<< Sei cambiata, Laurel. Da quando ti ha messo sotto la sua ala. Ti ha allontanata da tutti noi, vi...vi siete create un mondo tutto vostro e...
Con la morte di mio fratello e la sua fuga, non hai fatto altro che peggiorare, chiuderti a riccio. Sembri essere di ghiaccio. >>

 

<< Non è vero, ti sbagli. Sono sempre io, solo... come fai a subire sofferenze simili e rimanere sempre la stessa? Non è colpa di Nyssa...
Se devi incolpare qualcuno per i miei comportamenti e le mie scelte, beh…quella sono proprio io. >> Alzò il tono di voce fermandosi di colpo,
in modo da ritrovarsi una di fronte all’altra.

 

<< D’accordo...Sbrighiamoci a rientrare... non è il luogo adatto per parlarne. >>




[...]


 

Una volte entrate in casa di Laurel, -inizialmente anche casa di Thea, visto che avevano deciso di vivere insieme-,
la padrona di casa si affrettò a prendere l’occorrente per le medicazioni al bagno e tornò dall’altra, che l’aspettava per darle una mano.
Laurel si sedette sul bracciolo del divano, lasciandosi aiutare dalla più piccola che le aveva fatto cenno poco prima di accomodarsi.

 

<< Dove eravamo rimaste? >>Iniziò T. disinfettando i tagli che la donna più grande aveva sul volto.
 

<< Thea, per favore... Non farne un dramma... Ho sbagliato , lo so e ti chiedo scusa, ma non mettere in croce Nyssa, non mi ha costretta. 
Sono stata io a scegliere di... >>

 

<< Wow. C’è qualche altra cosa che non so, Laurel? >>
 

<< Che vuoi dire? >>
 

<< C’ qualche altra cosa da cui mi tieni all’oscuro? Credo di essermi persa parecchio. >>
 

<< Ma a che diavolo ti riferisci? Smettila di fare la criptica e di girarci intorno. Se c’è una cosa che vuoi sapere, chiedimela e basta. >>
 

L’atmosfera si scaldò improvvisamente.
 

<< Tra te e Nyssa c’è di più? Più di una...conoscenza, amicizia o come la volete chiamare voi? >>
 

<< COSA? TU SEI PAZZA, RAGAZZINA! >>
 

Laurel si agitò inaspettatamente.
Come se n’era uscita?
Come poteva aver pensato ad una cosa simile?

 

<< Ti stai agitando. Mettendo sulla diversiva... ed io ti conosco troppo bene, Laurel.
Puoi mentire a Felicity, a Diggle, e persino a te stessa, ma non a me. >>


<< Stai degenerando... >> Scattò in quel preciso istante la bionda, allontanandosi il più possibile dall’amica.



“Fanculo le ferite.”


<< Non è vero. E sai da cosa lo capisco? Dal linguaggio del tuo corpo, dalle tue reazioni... >>
 

<< Non sei tuo fratello, Thea. Non sei nessuno per... >>
 

<< E’ vero. Non sono lui, purtroppo... e tanto meno sono importante per te, ma ho toccato il punto. >>
 

<< Ma neanche per sogno. Ti devo ricordare che sono etero? Che sono stata con tuo fratello per anni? Con Tommy? >>


La verità però, era quella…forse.
Si sentiva confusa, nel panico.

Non si sentiva pronta a prendere di petto quell’argomento.
Non aveva mai baciato una donna, e mai ci aveva pensato, ma nell’ultimo periodo...
 

<< Dovresti guardarti...non riesci nemmeno a rivolgermi lo sguardo... >>
 

<< Perché è una grande cazzata. Come puoi minimamente pensare che io... >>
 

Si bloccò, di colpo.


<< Continua... >>


Niente.
Il silenzio più assoluto.
 

<< Laurel... >> Cominciò nuovamente Thea, cercando di acquistare più autocontrollo possibile, ed avvicinandosi all’altra,
senza spaventarla ed agitarla.


<< Anche se fosse... con me puoi stare tranquilla. Sei in una botte di ferro. Non lo andrei a dire a nessuno dei nostri, a meno che tu non voglia...
Ma sappi che non lo farei. Non ti tradirei in nessun modo...tanto meno in questo modo. >>
 

L’atmosfera pesante si calmò.
Il tono, la voce, le parole usate dalla bruna e la sua mano che istintivamente si mosse, andando ad accarezzare i capelli di Laurel e la guancia,
fecero da contorno...
Persino quest’ultima si lasciò andare, beandosi ad occhi chiusi e fiato corto, quel contatto così tenero ed intenso, che resero quella situazione...soft.
Si sentì protetta, capita, amata...
No, di nuovo quella sensazione surreale.
 

<< Thea, io... >>
 

<< Buonanotte, Laurel. Sogni d’oro. >> La zittì la Queen, comprendendola.
Abbozzò un sorriso amaro e si diresse verso la porta, ma prima di aprirla si voltò ancora una volta a guardarla:
<< Ah, e...mi raccomando quei tagli. Disinfettali bene prima... >>
 

L’altra annuì però senza aprire bocca.
Rimase lì, ferma, immobile, in mezzo alla sala, ancora scossa per tutto...
Doveva proprio dormirci sopra.


“Speriamo che la notte porti consiglio...non ci sto capendo più nulla.”
 
  
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