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Autore: Xivolg98    05/04/2016    2 recensioni
«E quello chi è?!» Mi urlò Daw praticamente nell’orecchio; non l’avevo nemmeno sentito avvicinarsi, quando voleva era dannatamente silenzioso! Però aveva ragione, in mezzo alle rotaie del tram, a una trentina di metri di fronte a noi si stagliava una figura a petto nudo, dai riflessi bronzei. Ridussi gli occhi a due fessure per mettere a fuoco. «Norman?!». Mi chiesi ad alta voce, tanto che la ragazza si girò sul seggiolino. «Il bidello? Che cavolo ci fa in mezzo alla strada vestito, anzi meglio, Svestito così?! ». Domandò il mio amico.
«Vuole ucciderci!». Disse, come se fosse la cosa più normale del mondo, la ragazza!
“La giornata volge di bene in meglio!” fu tutto ciò che riuscii a pensare in quel momento.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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8)
Lo scontro fu rapido e devastante, fummo addosso agli esseri in pochi istanti. Vidi Daw che, menando fendenti, creava colonne di fuoco dai suoi pugni, come se queste fossero estensioni delle sue braccia, incenerendo qualsiasi cosa capitava sul suo cammino: potevo sentire il calore che emanava anche a diversi metri di distanza.
Io, invece, non sapevo esattamente cosa fare… ero arrabbiato, volevo proteggere le persone a cui tenevo, ma l’unica cosa che potevo fare era congelarmi le braccia e ciò, in un momento simile, non mi era di nessuno aiuto. Fu allora che ricordai mio papà che innalzava piloni di terra con un gesto del braccio: forse potevo farlo anch’io, ma con il ghiaccio! Dovevo perlomeno tentare.
“Concentrati John, Lara ha detto a Daw di pensare al fuoco, potrebbe valere la stessa cosa per te con il ghiaccio” mossi il braccio come se dovessi lanciare una palla da bowling e subito dal pavimento si creò una gigantesca stalagmite che si eresse verso l’alto. Mentre stavo lì a contemplare ciò che avevo appena creato, sentii la voce di Lara urlarmi «Avrai tempo dopo di rimanere imbambolato, pensa a combattere!». Mi risvegliai da uno stato di trance scuotendo la testa, aveva ragione, dovevo combattere!
Un urlo dietro di me mi fece girare e vidi che un gruppo di una dozzina di schifidi stava per attaccare mio fratello che aveva ancora stretta in petto Alexis. “Non ve lo permetterò” pensai. Del resto ero uscito allo scoperto proprio per proteggere quei due, ma ero troppo distante per raggiungerli con una corsa e se avessi creato un’altra stalagmite come quella di prima avrei rischiato di uccidere sia Matthew che la piccola … e allora cosa potevo fare?
Un secondo urlo da dietro ai banconi mi fece rinsavire, “Scudo!” pensai, e il gesto che compii dopo mi venne naturale: battei i pugni tra di loro e successivamente li picchiai per terra; subito uno strato di ghiaccio sul pavimento si espanse da dove ero io fino ai banconi, facendo scivolare anche qualche schifide, dopodiché ordinai al ghiaccio di cambiare direzione, verso l’alto. Pian piano stavo costruendo un muro molto spesso e, prima che gli esseri tornassero ad attaccare, decisi che l’avrei richiuso su sé stesso, andando a formare una specie di igloo.
Le creature si lanciarono subito contro la barriera ma ciò che riuscirono a fare fu solo di scalfirla un poco con le unghie; urlanti di frustrazione e rabbia si girarono allora nella mia direzione, ringhiando e iniziando a correre.
«Vi aspetto!» dissi.  Non so esattamente cosa mi spinse a pronunciare quella frase…forse l’adrenalina del momento? Pazzia? Sta di fatto che non appena furono abbastanza vicini creai tante stalagmiti aguzze per terra che andarono a trafiggere i mostri portandoli a qualche metro di altezza. Molti di loro continuavano a rantolare lanciando grida assordanti finché un’enorme fiammata li carbonizzò tutti oltre che a sciogliere il ghiaccio. Mi girai e vidi il mio amico che aveva ancora il braccio fumante. Avendo appurato che finalmente Alexis e Math erano al sicuro, si concesse la libertà per una battuta «Detesto quelli che urlano!». Di rimando risposi «Allora è strano che tu non abbia ancora incenerito Lara».
«Beh, ho scoperto questo potere da poco, non ho ancora avuto modo di testarlo su di lei» disse lui.
«Ah, e il fatto che è una bella ragazza non conta?».
«In parte…» nel dirlo mi sorrise ed io ricambiai.
La ragazza arrivò tutta trafelata «Cosa avete voi due da sghignazzare in un momento simile?!».
«Parli del diavolo …» si sentì in dovere di farmi notare Daw.
«Tranquilla Lara! I ragazzi sono al sicuro, vedi?» dicendo questo indicai la cupola che avevo eretto.
«E dei tuoi genitori che mi dici?!» sbraitò lei.
Mi girai a cercare con lo sguardo mia mamma e mio papà e tutto ciò che vidi fu una cupola uguale alla mia, solamente fatta di terra.
«Si sono rifugiati là sotto ma quegli esseri sono anche abili scavatori» mi disse Lara.
«Allora dobbiamo fare in fretta» decisi «attacchiamoli tutti insieme, non avranno scamp…». Mentre stavo per concludere la frase vidi gli occhi di entrambi sgranarsi e le bocche spalancarsi come se volessero avvisarmi di qualcosa poi, di colpo, avvertii un intenso dolore alla nuca e caddi per terra.
Sentii delle voci, rumori di sottofondo che mi portarono a pensare che i miei amici si stessero battendo con qualunque cosa mi avesse colpito. Aprii gli occhi piano e vidi qualcosa di ancora più terribile: Lara era svenuta accanto a me mentre sullo sfondo si stagliava “qualcosa” di enorme. Aveva la pelle violacea e irta di spine sulla schiena, il muso era privo di occhi ma in compenso aveva due buchi al posto del naso e dei denti aguzzi. Nella mano sinistra reggeva una mazza chiodata “Probabilmente mi ha colpito con un manrovescio altrimenti con quella mazza sarei morto” pensai. Guardai Lara sperando che fosse solo svenuta.
Tornai a concentrarmi sul mostro; ora si stava dirigendo verso di noi, trascinando qualcosa che teneva nella mano destra e che d’improvviso ci lanciò addosso. Appena ebbi la forza di rialzare la testa vidi con orrore che quel “qualcosa” aveva capelli biondi e occhi azzurri ed era il mio miglior amico; notai che aveva la maglietta strappata sul fianco e un brutto graffio da cui perdeva molto sangue. Non feci in tempo a concentrarmi su questi pensieri che sentii i passi del mostro fermarsi a pochi centimetri dalla mia faccia. Può sembrare strano ma in quel momento mi sembrò sorridesse, mentre alzava la mazza verso il cielo: “Vuole finirci tutti insieme!”.
Non potevo accettare che finisse tutto così! Avevo l’intero corpo dolente ma nonostante questo, in un disperato tentativo, allungai il braccio verso la caviglia del mostro, riuscendo ad afferrarla.
Pensai al ghiaccio, al freddo, a Daw, a Lara e a tutte le persone che volevo e dovevo proteggere.
E mentre il mostro calava la mazza chiodata su di noi urlai, stringendo più saldamente la presa: lo vidi congelarsi lentamente davanti ai miei occhi. La mazza si fermò a pochi centimetri dal petto di Daw, l’intero essere era diventato una scultura di ghiaccio fumante ma non per questo mollai la presa. Volevo essere sicuro di averlo congelato tutto, di avergli congelato anche il cuore.
Il raschiare delle unghie sul pavimento mi riporto alla realtà, gli “schifidi” si stavano avvicinando. “Ci serve un miracolo” ebbi appena il tempo di pensare quando vidi uno di loro saltarmi addosso.
Dal pavimento si materializzò un pilone di terra che, curvando la sua traiettoria, colpì in pieno petto lo schifide, facendolo schiantare sul muro più vicino.
 “terra?…Papà?! ...”.
Cercai di muovere la testa per capire da dove fosse venuto il colpo. «Papa?» chiamai speranzoso. Si presentò invece davanti a me un signore molto distinto che mi disse «Non preoccuparti, stiamo aiutando anche lui, comunque bel lavoro campione!». Aveva gli occhi verdi e i capelli corti, spettinati e tendenti al rossiccio; sembrava il tipico modello di orologi che trovi nelle pubblicità con sorriso caldo ed accattivante.
«Ora non temere, qui ci pensiamo noi, sono arrivati i rinforzi!» detto questo si alzò in piedi e sulle sue braccia si formarono dei cumuli di roccia come enormi guantoni da boxe, tutt’altro che morbidi.
Io invece mi sentii scivolare sempre di più in un sonno profondo, finché non persi conoscenza.
 
***

«Non credi sia l’ora di svegliarti, campione?» furono queste parole a farmi aprire gli occhi. D’improvviso iniziai a ricordare: “la battaglia!”. Mi misi subito seduto, pentendomi all’istante.
«Ahia!» urlai. Avevo la testa che mi faceva malissimo ed era tutta bendata.
«Ehi, ehi!» sentii una mano appoggiarsi su una spalla «ho detto che era ora di svegliarsi, non di farsi venire una scarica di adrenalina».
Mi girai per vedere chi fosse e trovai la stessa persona che mi aveva aiutato nella Base Astrale prima che svenissi.
Avrei voluto chiedergli come si chiamasse ma c’erano cose che mi premeva di più sapere «Dove sono i miei genitori e mio fratello? La bambina? I miei amici?».
Il signor “pubblicità degli orologi” trasse un sospiro «I tuoi genitori stanno ancora dormendo nell’altro vagone».
«Vagone?» chiesi perplesso io.
«Vuoi una spiegazione? Posso dartene solo una alla volta» mi rispose lui di rimando.
«Scusa, continua pure».
«I tuoi genitori stanno bene e stanno riposando insieme a tuo fratello; per quanto riguarda la bambina, se ne sta prendendo cura chi di competenza».
«E invece Daw e Lara?» domandai, leggermente rincuorato da quello che mi aveva appena detto.
Lui non fece altro che puntare il dito verso un punto imprecisato e fu allora che vidi per la prima volta dove mi trovavo, probabilmente su un treno. Sulla panca opposta alla mia c’era Lara, seduta con la testa all’indietro, che stava dormendo da non so quanto tempo ma perlomeno aveva un’aria pacifica. Un brontolio sommesso mi fece spostare lo sguardo sulle sue ginocchia dove era posata una testa bionda a me familiare. Daw… anche lui stava dormendo ma con una smorfia dipinta in viso.
«Tranquillo, la ferita al fianco deve fargli ancora male ma è stato medicato a dovere» mi rispose “Rosso Malpelo”, come se mi avesse letto il pensiero.
«Grazie» dissi senza staccare lo sguardo dal mio amico e dalla ragazza.
«Grazie a voi! Se non fosse stato per il vostro intervento a quest’ora le vittime dell’assalto sarebbero almeno il quintuplo» rispose di rimando lui «Comunque piacere, il mio nome è Arnold Bubble».
«Bubble… come “bolla”?» chiesi io, più divertito che sorpreso.
«È un cognome straniero» rispose lui con finto fare altezzoso.
Sorrisi. «John Blizzard, molto piacere» dissi io stringendogli la mano.
Mi concessi il lusso di appoggiare la schiena al sedile e pensare che forse ora potevo veramente riposarmi ma mi assalì un altro dubbio.
«Ma dove stiamo andando di preciso?» domandai.
Mi squadrò dall’alto in basso «Credo che prima dovresti riposarti; per essere la vostra prima esperienza come astrali, tu è il tuo amico ne avete viste delle belle».
«Come fai a sapere…»
«Che è il “vostro primo giorno”?» mi anticipò lui «Facile, da come controllavate i vostri poteri!  Anche chi li usa da solo qualche settimana combatte meglio di voi ma fortunatamente ve la siete cavata in modo egregio!».
Non sapevo se ritenermi offeso o lusingato dal fatto che ci avesse già inquadrato per come combattevamo… optai per il “lusingato”.
«Comunque se vuoi proprio saperlo siamo in viaggio per l’Osservatorio, con la velocità con cui ci stiamo muovendo dovremmo essere lì a breve».
«Ma avevo visto la stazione distrutta, tutti i mezzi erano inutilizzabili» dissi.
«Forse quelli di superfice, ma quelli sotterranei non hanno subito nemmeno un graffio».
Mi guardai meglio intorno, effettivamente non potevo stabilire se fossimo sottoterra o meno, infatti il vagone non aveva finestre o qualsivoglia finestrino.
«Quindi una metropolitana… ingegnoso» dovetti ammettere.
«Se così si vuol definirla, sì, è una specie di metropolitana».
A un certo punto sentii un mormorio, girai lo sguardo dalla parte dove si trovava Lara e vidi che stava aprendo gli occhi piano piano continuando a strofinarseli.
«Sai che da quando ti conosco è più il tempo che hai passato dormendo e rimanendo svenuta che quello che hai passato parlando??!» le feci osservare io.
«Crepa» mi disse in tutta risposta lei.
«Buongiorno anche a te» dissi io con un sorriso sulle labbra.
«Avete uno strano modo di scambiarvi affetto, voi due, visto anche il fatto che vi siete salvati la vita a vicenda» osservò Bubble, scoppiando a ridere subito dopo.
Abbozzai anch’io un sorriso e nel farlo vidi Lara arrossire dicendomi un “grazie” sommesso. “Grazie a te” sillabai io.
 
***

Dopo qualche minuto, durante il quale Lara e Bubble si erano presentati, mi decisi a domandare cosa cavolo fosse questo Osservatorio di cui parlavano tanto, visto che sembravano conoscerlo tutti tranne me… e Daw ovviamente.
«Devi sapere, John, che l’Osservatorio è una specie di “casa” per tutti quegli astrali che non hanno un posto dove stare o, semplicemente, per quelli che non vogliono abbandonare il posto dove sono cresciuti» esordì Arnold.
«Inizialmente, il posto dove stiamo andando ora, era stato concepito dal Consiglio degli Astrali come un luogo di ritrovo per chiunque ne avesse bisogno ma, con le continue battaglie che noi astrali abbiamo dovu…» fece una pausa per poi riprendere «che il mondo ha dovuto affrontare, l’osservatorio è diventato, oltre che un centro abitato, anche un vero e proprio centro di addestramento per giovani Astrali».
Mentre Lara, probabilmente sovrappensiero, accarezzava i capelli a Daw, quest’ultimo si svegliò di soprassalto urlando «Non è colpa mia se la macchinina degli avversari ha segnato!».
Rimanemmo tutti in silenzio con Daw che ci guardava, finché lui non esordì con :«Giuro che quello che stavo sognando aveva un senso». Lara accennò una risatina, Daw si girò verso di lei e disse «Tu che ridi?! Sto ancora sognando?». In tutta risposta lei gli lanciò uno sguardo fulminante che venne sostenuto da Daw… finché non gli cadde l’occhio sulle gambe di Lara e realizzando dove aveva sonnecchiato fino a quel momento, divenne tutto rosso in viso. Mettendosi seduto, il più composto possibile, disse balbettando «Q-quindi… c-che mi sono perso?». Arnold scoppiò in una fragorosa risata e Daw sembrò accorgersi di lui solo in quel momento.
«Ora ti spieghiamo quello che abbiamo detto finora» dissi io ma un fischio in lontananza mi fece capire che eravamo arrivati a destinazione.
«Gli racconterai tutto strada facendo» disse Bubble alzandosi in piedi e spazzolandosi il vestito come un vero gentiluomo «Non vorremo fare attendere Loro?» concluse con un sorriso compiaciuto prima di lasciare lo scompartimento. Io invece continuavo a chiedermi tra me e me “Chi cavolo saranno Loro?!”.





SONO TORNATOOOOO!!! Ebbene si, dopo un periodo di pausa (quasi interminabile) ho scritto un nuovo capitolo che oggi vi propongo (sì, lo so, devo imparare a scriverli un filino più corti altrimenti non li legge nessuno). Per quelli che invece hanno letto il tutto e stanno leggendo anche queste ultime righe vorrei fare un applauso! *clap-clap*
Grazie ancora a chi, nonostante la mia lentezza, è rimasto a seguirmi
P.S.
Darksaurus 97, prometto che leggerò I guardiani della Notte
   
 
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