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Autore: sedicisettembre    07/04/2016    2 recensioni
Il mio nome non è importante e nemmeno sapere chi sono o la mia altezza.
Sono qui per raccontarvi una storia.
Una storia complicata, fatta di litigi e incomprensioni, di promesse fatte e mai mantenute.
Una storia che non è da tutti i giorni, non una di quelle storie fra due liceali.
Perché, la loro era una storia per cuori spezzati.
Il loro è quasi un amore impossibile, ma non esistono amori impossibili.
Lui, ventisei anni.
Lei, diciassette anni.
NON PLAGIARE, GRAZIE.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo undici


 

Alle persone che ho perso, ritrovato, conosciuto e incontrato in questi due lunghi anni. 

Perché senza di loro, non sarei chi sono ora.

 

 

 

Mise gli ultimi libri nella scatola di cartone e dopo averla afferrata, uscì dalla stanza e iniziò a scendere le scale. Appoggiò la scatola accanto alle altre e raggiunse suo padre e Richard, il padre di Ronnie, che discutevano animatamente sull’ultima partita di football. Prese un bicchiere e si versò del succo, portò alle labbra il bicchiere e guardò Ryan che era seduto in salotto accanto a Ronnie. Uscì dalla cucina e li raggiunse, sedendosi fra i due.- Zayn non è ancora tornato? - chiese, guardando l’orologio.
- No, e penso che dovresti piantarla, l’hai chiesto almeno diciotto volte.- rispose spazientita Ronnie.- Ryan, ti fa ancora male il braccio? - chiese allungando il collo per guardarlo.
- No.- rispose annoiato scuotendo la testa, per poi sorridere.- Usciamo a fare due passi?
- Non mi va.- disse Ronnie fredda,tirando le gambe verso il petto per far passare Ryan e Maya.
Maya prese il cappotto dall’attaccapanni e seguì Ryan che era uscito senza la giacca, soltanto con la felpa. Si chiuse la porta alle spalle e lo raggiunse verso il cancello, roteando gli occhi.- Ma che le prende? Risponde male da ieri sera.- disse corrugando la fronte, mentre si aggiustava il capello di lana sui capelli.
- Certo che tu soffri il freddo in una maniera assurda.- le fece notare indicando i suoi vestiti.
- Soffro il freddo come una persona normale, sei tu che stai sempre leggero.- ribatté, cercando di tenere il passo di Ryan.- Rallenti?
- Oh, giusto.- disse lui, dando un’occhiata alle gambe esili e corte di Maya.- Dimenticavo.- lei gli diede un pugno leggera.- Comunque non lo so, non so che ha, ma in questi giorni è un sacco suscettibile e non è da Ronnie.- estrasse una Marlboro dal suo pacchetto da dieci e la portò alle labbra, e come ogni volta con una mano la riparava dal vento e con l’altra l’accendeva, soffermandosi sulla cartina che prendeva fuoco, per poi chiudere gli occhi e accogliere il fumo a pieni polmoni.
- Non dovresti fumare così tanto, esageri troppo.- sussurrò, guardandolo di sbieco.

Che palle, sembri proprio Ronnie. Ci manca soltanto che inizi a spezzarmi le sigarette e a controllare ogni minuto le ferite.- disse sorridendo.- Vuoi farmi da crocerossina? - le fece l’occhiolino e la guardò con una punta di malizia.- Guarda, al solo pensiero ho un’erezione.
- Ryan! - lo richiamò, dandogli un pugno più forte rispetto a quello precedente.- Idiota.
- È divertente come cerchi di imitare i ragazzi con cui faccio a pugni, ma tanto sai che non ci riesci, vero? - rise e tossì, sputando un grumo di sangue che scampò alla vista di Maya. Socchiuse gli occhi per il dolore che sentì all’altezza dello stomaco e si voltò a guardarla.- Sei carina, però.
- Fottiti, stai sempre lì a sfottermi.- disse offesa.- Fa bene Ronnie a scassarti le palle.- lui le si avvicinò e strofinò il naso sulla sua guancia, chiudendo gli occhi.

 - Guarda che scherzo, sono contento di passare del tempo con te.- lei sorrise e si accoccolò a lui, tossendo dopo aver respinto del fumo.- Che merda ‘sta roba, Ryan.
- Non offendere le mie Marlboro, che sono oro.- sottolineò ammiccando.- lei sospirò e scosse la testa, sedendosi su una panchina poco distante da lui, per non respirare il fumo. Accavallò le gambe e appoggiò la schiena sul ferro umido, guardando Ryan che fissava gli alberi spogli. Mancavano pochi giorni a Natale e nell’aria si avvertiva quella magia di cui non puoi fare a meno. Ryan buttò il mozzicone per terra e lo calpestò con la Vans sbiadita, prima di raggiungerla e accasciarsi accanto a lei.- Come va con Malik?
- Non va.- sussurrò.- Non va per niente, sembra quasi che quei baci che ci siamo scambiati per lui non abbiano avuto luogo.
- Spesso, Maya, ad alcune persone i baci non bastano.- le spiegò, arruffandosi i capelli e guardandola dolcemente. La guardava e la sentiva così piccola, avrebbe voluto abbracciarla, ma se solo il braccio glielo avesse permesso.
- Ryan.- disse scuotendo la testa.- Per un passo del genere, io ho bisogno di sicurezze, e lui non me ne ha mai date. Anzi, ti dirò di più, non ci sono basi, dall’altra parte non c’è niente e non posso rischiare. Ho paura.- sussurrò.- Sono così patetica.
- No, non lo sei. Semplicemente hai bisogno dei tuoi tempi e se, come dici tu, dall’altra parte non c’è terra ferma, non devi muoverti dalla tua posizione.- le accarezzò i capelli e le tirò una ciocca dietro l’orecchio. Avrebbe voluto dirle così tante cose, ma lei restò in silenzio e capì che non c’era altro da dire, e continuò a guardarla, per imprimere i suoi lineamenti nei propri pensieri.

 

 

Tornarono a casa dopo un’ora e trovarono tutti lì, ad aspettarli. Tranne Ronnie, che era tornata a casa poco prima. Naya e Richard avevano deciso di aspettare Ryan e di tornare a casa con lui, così appena tornarono andarono via tutti assieme. Maya si sedette sul divano accanto a suo padre che stava riempiendo dei documenti per il mercatino che stava organizzando con Richard.- Ya, hai preparato lo scatolone con le cose che non hai da buttare? - le chiese suo padre, firmando l’ultimo documento.
- Sì, l’ho messo accanto agli altri.- disse, mentre afferrava una caramella dal vassoio sul tavolino.- Pensi che venderete abbastanza?
- Lo spero, e anche se non riusciremo a vendere nulla doneremo le cose ai bambini poveri e alla chiesa in centro.- sospirò, levandosi gli occhiali e appoggiandoli sul tavolo di vetro.- Tua madre e Zayn hanno chiamato e hanno detto che torneranno più tardi, che ne dici se andiamo a cena fuori, da soli? Sasha non c’è, è ad un convegno e credo finirà tardi. Ci stai?
- Ma certo che ci sto! - Maya sorrise e si mise in piedi, allungando le braccia verso la mano libera del padre, e cercò di tirarlo.- Andiamo! Ho fame, da morire.- Freddie sorrise radioso e si alzò, correndo verso la porta seguito da Maya.


- Papà.- disse Maya nel tragitto verso il ristorante, alzando gli occhi verso di lui.- Pensi che anche io, un giorno potrò innamorarmi sul serio? Insomma, tu e la mamma avete trovato finalmente qualcuno dopo la separazione e a me sembra così difficile iniziare un nuovo capitolo. Ho paura di non riuscire a trovare qualcuno, non ho mai avuto un ragazzo perché ho sempre allontanato tutti e nel momento in cui deciso di donarmi ad una persona… non sono corrisposta. Lo so che probabilmente penserai che sono soltanto delle paranoie, ma sono l’unica a non aver mai avuto un ragazzo. L’unico ragazzo che ho avuto ho scoperto da poco che è gay e quindi immagina la delusione.- sbuffò, stringendosi a lui.- E se a causa del mio carattere di merda non troverò mai qualcuno disposto ad accettarmi per come sono? A volte succede.
- Io penso che non è per il tuo carattere che non hai mai avuto un ragazzo, bensì per il fatto che fai fatica a donarti agli altri e spesso, anche se non te ne rendi conto, allontani tu gli altri e fai in modo che nessuno si avvicini a te. Ma l’hai sempre fatto, anche da bambina, eppure hai sempre trovato amici e persone che a te ci tenevano. Hai solo diciassette anni, non hai pensato al fatto che magari sei tu a non essere pronta per una relazione?
Maya scosse la testa.- Io credo di essere pronta, ma semplicemente non so come si fa. Ho paura di iniziare…- si bloccò e sorrise, abbassando lo sguardo.
Freddie sorrise a sua volta, scompigliandole i capelli e stringendola al suo petto.- Nessuno ti conosce meglio di me, Ya. Semplicemente, non sei pronta e va benissimo così, quando sarai pronta e non avrai più paura, lo capirai da sola.- scoppiò a ridere.- Ma solo io ho l’impressione che i passanti ci stiano guardando male?
- Forse pensano che stiamo assieme.- propose, sorridendo, mentre Freddie scuoteva la testa. 

 - Papà, ma se tipo mi sposassi con un uomo più grande di circa 10 anni, come la prenderesti? - chiese, senza guardalo.
- Non lo so, Maya, dipende. So per certo che la prenderei male, soltanto il pensiero mi farebbe schifo. Perché, Maya? - chiese, come un indagatore. Di solito, da bambina, per confessare qualcosa faceva supposizioni e domande, servendosi del ‘E se?’, e lui con gli anni lo aveva capito. Ma lei sorrise, scuotendo la testa.- Non lo so, mi è venuto in mente dopo che l’ultimo passante ti ha guardato male, molto male.- lui alzò le spalle e la strinse più forte.- Sei mia figlia, ti stringo quanto mi pare e piace.- le diede un bacio fra i capelli e si fermò davanti ad un ristorante.- Questo mi piace. 

Maya annuì e deglutì, amareggiata dalle sue parole e dal modo brusco in cui le aveva risposto. Si sedette di fronte al padre e sospirò, appoggiando i gomiti sul  tavolo. Mentre suo padre andava in bagno, prese il cellulare e nelle galleria delle foto ne cercò alcune di Zayn, le guardò per un po’ di tempo e si sentì soffocare dalla voglia che aveva di correre da lui e baciarlo. Ripose il cellulare nella borsa e si guardò intorno, e vedeva Zayn ovunque, persino il camere biondo gli assomigliava. Scosse la testa e prese un bicchiere, ci versò dell’acqua e lo bevve in due secondi, tenendo gli occhi rigorosamente chiusi. Le mancava. Le mancava terribilmente e il fatto che non l’avesse visto per tutta la giornata la mandava in tilt.- Che giornata di merda.- sussurrò, prima si sorridere a suo padre che tornava raggiante verso di lei.

 

 -*-

Sono passati due anni o giù di lì e tornare qui, da questa storia, dai personaggi e da voi… mi fa uno strano effetto. Sono stati due anni tanto difficili, due anni in cui sono cambiate tante, fin troppe, cose che mi hanno spinta a cambiare e non nego che spesso tornavo qui a rileggere le vostre recensioni che mi hanno sempre rallegrata, confortata. Non so se molti di voi la leggeranno ancora, se si aggiungeranno nuove persone, ma ho sentito la necessità di aggiornare e di ritrovare la me di quando scriveva qui, che un po’ mi manca. Ma sono felice di essere quella che sono ora, coi miei anni adolescenziali che mi tengo stretti,come ognuno di loro si tiene stretto le paure e i segreti.

Un grosso ed enorme abbraccio,

Sabrina.

  
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