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Autore: la luna nera    08/04/2016    5 recensioni
Un tempo esisteva un regno minuscolo e pacifico, affacciato sul gelido mare artico. Il Cuore di Ghiaccio, antico amuleto la cui origine si perde nella notte dei tempi, garantì pace e prosperità fino al giorno in cui il giovane erede al trono compì il gesto che avrebbe cancellato ogni cosa, compresa la sua memoria.
Una lunga avventura lo attende e lo fa vagare senza una meta ben precisa per le fredde lande gelate alla ricerca del suo sconosciuto passato. E il destino lo porta nel piccolo villaggio di Beflavik dove qualcosa sembra esserci veramente......
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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LA RICOMPARSA DEL CUORE DI GHIACCIO
 
 



 
Burian spaccava quei pezzi di legna scaricando sul colpo d’accetta tutta la collera che gli stava divorando il fegato. Era furibondo, da quando la sua Ranja era scomparsa non aveva chiuso occhio, sentendosi oltre tutto impotente ed inutile. Ce l’aveva a morte anche con Theon, il quale nonostante fossero trascorsi quasi due giorni dal rapimento della ragazza, non si era ancora fatto vivo. Fra l’altro nella sua mente risuonavano quelle parole pronunciate da Galdramardur riguardanti il gran sacerdote ed la sua presunta morte. Era davvero quella la verità? Molti particolari sembravano confermare la cosa, ad esempio il fatto che non vi fossero tracce dei passi di Theon neanche sulla neve fresca o il suo comparire all’improvviso e ancora la capacità di far materializzare dal nulla oggetti di vario genere. Fino ad allora aveva sempre ritenuto che tutto questo rientrasse nei poteri della Kasta Sacerdotale… E se non fosse stato così?
Non si dava pace e continuava imperterrito a spaccar legna, ne aveva già fatta un’enorme quantità, ma lui non si fermava, non si voleva fermare e non lo avrebbe fatto fino a che non fosse stato nelle condizioni psicologiche ideali per salvare la sua amata. Doveva scaricare la rabbia per tentare di tornare lucido il più possibile per poter contare di nuovo sull’uso della ragione e cercare una soluzione.
Alzò per un istante gli occhi verso il cielo che, dopo la tempesta, era tornato di nuovo sereno, si asciugò una goccia di sudore e finalmente vide una figura a lui familiare venirgli incontro. Al colmo della rabbia scaraventò l’ascia a terra e si diresse come una furia verso quell’individuo che riconobbe come Theon. “Sacerdote dei miei stivali! Si può sapere dove accidenti si era cacciato?!” Si tratteneva a stento dal prenderlo per la barba e sbatterlo al suolo. “Lei è stata rapita da Galdramardur proprio quando le cose fra noi si erano aggiustate! E nel momento in cui io avevo bisogno, quello che si spaccia per la mia guida cosa fa? Scompare lasciandomi nel bel mezzo della tempesta impotente come un imbecille!”
L’uomo chinò mestamente la testa. “Lo so mio signore, so quello che è accaduto e mi dispiace immensamente di non essere stato al tuo fianco.”
“Solo questo sa dire?! Mi dispiace di non essere stato al tuo fianco?! Roba da matti!” Non sapeva più come controllarsi. “Lei mi stressa all’inverosimile perché sposi Ranja, mi racconta storie su storie che riguardano il
Cuore di Ghiaccio, Badeneisten e quello che le pare e nel momento più importante, quello in cui tutto prende il verso giusto cosa accade? Il nemico attacca e lei non c’è!”
“Comprendo perfettamente la tua ira, mio principe, e di nuovo imploro il tuo perdono. Nel primo giorno in cui il sole non tramonta mai noi sacerdoti di Odino dobbiamo radunarci tutti per delle meditazioni di ringraziamento, non potevo mancare a quest’incontro fondamentale.”
“E con chi lo ha condiviso? Coi trapassati?”
Theon lo guardò meravigliato.
“Non faccia quell’espressione stupita: Galdramardur ha detto alcune cose su di lei.”
“Ti fidi più delle sue parole che delle mie?”
“A questo punto mi fido solo di me stesso.” I suoi occhi erano rossi di collera. “Se il Theon che ho conosciuto da bambino è veramente morto, lei chi è?”
Dall’altra parte non uscì una sillaba.
“Ho capito… Questa è l’ennesima trappola di quel maledetto, è così!” Strinse i pugni. “Sono stato un cretino a fidarmi, mi sono fatto ingannare perché le cose si mettessero come quell’infame voleva e lei ha guidato le mie azioni affinché tutto si compisse!”
“No, non è affatto questa la verità!” Theon controbatté con rabbia.
“E allora?” Negli occhi del giovane principe brillavano la forza e l’orgoglio tipici dei nobili cavalieri del grande nord.
Non avrebbe più accettato il silenzio.
“Quanto ti ha rivelato Galdramardur corrisponde a verità.” Chinò il capo. “Io non sono più di questo mondo.”
I muscoli di Burian presero a tremare impercettibilmente ed indietreggiò di un passo, si sentiva preso in giro e, peggio ancora, si sentiva tradito nel profondo.
“Aspetta mio signore, devo ancora rispondere alla domanda che mi hai posto.” Prese un profondo respiro. “Tutta la mia energia vitale si è consumata nel giorno in cui Badeneisten è stato avvolto dal ghiaccio. Quando dieci anni fa ho invocato il potentissimo incantesimo che avrebbe disintegrato il Cuore di Ghiaccio per nasconderlo nel tuo cuore, ero ben consapevole di ciò che mi aspettava, ma nonostante tutto non mi sono tirato indietro. Chiusi gli occhi spirando serenamente perché il mio sacrificio aveva dato i risultati desiderati: tu e la tua giovane sposa eravate riusciti a fuggire da quell’inferno, il Cuore di Ghiaccio nascosto in te vi avrebbe fornito la necessaria protezione per andare avanti e giungere al momento in cui ciò che era stato cancellato sarebbe potuto tornare ad essere.”
Il ragazzo era rimasto in completo silenzio.
“Il mio corpo giace ancora all’interno del castello, il potente Odino mi ha concesso l’altissimo onore di poter tornare in questo mondo per portare a termine la mia missione sotto forma di spirito concreto in virtù del grandissimo affetto che mi legava a te.”
“No, aspetti un attimo…. Mi sta dicendo che lei è morto e davanti a me ho un fantasma?”
“Non sono definibile propriamente a quel modo, il mio pseudo corpo è concreto al tatto, ma non ha peso. Osserva: non lascio alcuna impronta sul terreno.”
Burian fissò l’attenzione là dove Theon poggiava i piedi e trovò la conferma alle parole appena udite; si ricordò a quel punto di un piccolo particolare in occasione del loro primo incontro, quando il vecchio sacerdote gli aveva restituito i ricordi: quando se n’era andato dalla sua casupola, non aveva lasciato alcuna impronta sulla neve che copriva il suolo.
“Ho capito. Adesso mi lasci solo per favore.”
Theon annuì in silenzio, non era stato semplice neanche per lui rivelargli questa verità, sapeva che avrebbe sconvolto il suo principe e temeva di perdere totalmente la sua fiducia. Ad ogni modo decise di assecondare la richiesta del giovane e lo lasciò andare, restando fermo a pochi passi dai cumuli di legna spaccata e da quell’ascia che giaceva al suolo.
 
Burian era tornato con passo lento al Tempio di Odino, trovò Dilia seduta nelle panche in cui solitamente sedevano i fedeli. Vide la disperazione nel suo volto e prima che potesse dirle qualcosa, la donna parlò.
“Sapevo che sarebbe accaduto, sapevo che nel momento in cui lei ti avrebbe rivelato il suo amore, Galdramardur sarebbe tornato ed avrebbe colpito. Da questo voleva proteggerla Aryus ed è per questo che è sempre stato duro con te. Io non sono stata capace di fermarla e di metterla in guardia dal pericolo ed ora è scomparsa.” Scoppiò a piangere sotto gli occhi impotenti del ragazzo. Poi si alzò asciugandosi le lacrime. “Solo tu puoi salvarla adesso, Odino guiderà i tuoi passi e le tue azioni, io pregherò per voi. Promettimi di amarla e proteggerla per l’eternità non appena sarà di nuovo qui.”
Si batté il petto. “Glielo giuro sulla mia stessa vita.” Nel suo volto, spento e consumato dalle lacrime, si fece di nuovo viva una scintilla di nobiltà.
“Vai a riposare un po’ adesso, ne hai bisogno.” La donna si alzò e gli accarezzò il viso esattamente come fosse suo figlio. “Vai nella sua camera, sento che potrà giovarti tantissimo e forse lì troverai il modo di farla tornare da noi.”
In quelle parole e in quel contatto Burian colse tutto il calore e l’affetto di una madre: per la prima volta dopo tanti anni avvertì fortissimo il desiderio di poter riabbracciare di nuovo i suoi genitori. Non conosceva il significato di un abbraccio materno o il piacere di una lunga passeggiata in compagnia del padre che, chiacchierando, ti prepara a diventare adulto. Non aveva mai notato come tutte queste azioni apparentemente scontate ed insignificanti, potessero mancargli così tanto.
Anche per questo avrebbe sconfitto Galdramardur una vola per tutte.
 
 
Seguendo il consiglio di Dilia, Burian si diresse verso la camera da letto di Ranja, posò la mano sulla porta e la spinse senza far rumore: com’era vuota e triste quella stanza! Entrò in punta di piedi chiudendo la porta alle sue spalle, dalla finestra semi coperta dalla tenda filtrava la potente luce del sole che come un raggio di speranza voleva squarciare l’oscurità che occupava quella stanza da quando la sua proprietaria era scomparsa. Si avvicinò a passi lenti al letto sfiorando con la mano la pesante coperta azzurra, poi vi si sedette continuando sempre ad accarezzare la stoffa. Si sentiva solo e abbandonato da tutti, nonostante poco fa Dilia gli avesse ridonato un barlume di speranza era piombato di nuovo nella disperazione. Come avrebbe potuto riabbracciare Ranja? In che modo avrebbe liberato il suo castello dalla prigione di ghiaccio?
Era solo a dover affrontare quel nemico maledetto, la sua amata non era al suo fianco e Theon…..beh, su Theon non sapeva cosa pensare. Le rivelazioni sconvolgenti udite poco prima avevano azzerato la fiducia nei confronti del gran sacerdote. Prese il cuscino fra le braccia e vi affondò il viso: quell’oggetto era intriso del profumo di Ranja, gli pareva di udire anche la sua voce che lo chiamava e gli rivolgeva parole dolci e innamorate. Scoppiò a piangere, erano anni che non versava una microscopica lacrima, aveva soltanto accumulato rabbia e tensione scaricandole con violenza e reagendo con freddezza nei confronti di tutto e tutti.  Mai, neanche da bambino, questo suo lato debole era emerso dalla sua persona, aveva fatto prevalere la parte aggressiva e ribelle di se stesso mettendo a tacere l’altra. Ora questa sua corazza di ghiaccio si era totalmente sgretolata facendo affiorare la sua essenza umana.
Si distese sul letto, evidentemente distrutto nel corpo e nello spirito, sfogò tutta l’amarezza inzuppando di lacrime quel cuscino fino a che crollò addormentato dopo poco più di mezz’ora.
 
 
“Burian, figlio mio, non puoi neanche immaginare quale grande gioia io e tua madre proviamo in questo momento nel poterti rivedere dopo dieci lunghi anni.”
Il ragazzo non capiva cosa stesse accadendo, si guardava attorno non riconoscendo il luogo in cui si trovava e non capendo da dove provenisse quella voce.
“Stai tranquillo, siamo qui per guidare i tuoi passi verso la luce.”
Poi all’improvviso vide un bagliore provenire dalla parete di ghiaccio che lo imprigionava nel quale si materializzarono due figure umanoidi che lo spaventarono.
“Non possiamo abbracciarti come vorremmo e come anche tu desideri, ma confidiamo in te e nel tuo valore per realizzare questo nostro desiderio.”
Burian restò per un attimo interdetto, poi comprese che quelle due ombre erano i suoi genitori, ne riconobbe il timbro della voce e fu proprio questo a dargliene la certezza.
“Ascolta, figlio adorato, la tua promessa sposa è fra le grinfie del nemico, tuttavia è ancora in vita e tu puoi salvarla, ne hai i mezzi e il coraggio.”
Non capiva ancora.
“Il Libro di Badeneisten aprirà la tua mente fornendoti la chiave per far tornare ciò che un tempo era il nostro e il tuo regno.”
Poi un bagliore e tutto svanì.
 
 
Si svegliò di soprassalto guardandosi attorno, notò il Libro di Badeneisten  depositato sul tavolo situato all’angolo opposto della stanza. Forse stava ancora sognando? Per quanto aveva dormito? Si stropicciò gli occhi e, come fu fuori da quello stato di dormiveglia, ricollegò lo strano sogno con la comparsa improvvisa del volume. Aveva incontrato i suoi genitori nella sfera onirica, era sicuro che fossero davvero loro anche se non comprendeva come fosse potuto accadere. Gli avevano suggerito di affidarsi al Libro perché fra quelle pagine avrebbe trovato la risposta alla domanda chiusa nel suo cuore.
Balzò giù dal letto ed afferrò quel prezioso oggetto, poi seguì il suo istinto che gli diceva di consultarlo nel Tempio di Odino. Salutò frettolosamente Dilia che stava preparando la colazione ed entrò nel luogo di culto. Si fermò davanti alla statua del dio fissando prima il Fuoco Sacro che ardeva, poi spostò lo sguardo più in alto fissando Odino. “Non sono mai stato un grande devoto, ma questo Tu lo sai benissimo. Ora però ho bisogno del Tuo aiuto. Se davvero dietro ai passi della mia intera esistenza ci sei Tu, Ti prego di illuminarmi affinché possa giungere dove Tu vuoi. Prometto di mettere la testa a posto e di onorare la Corona di Badeneisten come richiedi da tempo immemore. Lo farò per Te e per tutte le persone che confidano in me perché ciò che un tempo era, torni ad essere di nuovo.”
Si mise seduto sulla prima panca e prese a leggere con enorme attenzione quelle pagine, facendo scorrere sulla sua pelle il tempo di quella giornata cruciale. Niente e nessuno era in grado di distoglierlo dalla lettura, neanche il sonno che di solito lo aggrediva appena sfiorava la copertina.
Burian leggeva, leggeva e  leggeva, i minuti diventavano ore, il sole percorreva silenzioso il suo cammino nel cielo di Beflavik, Dilia osservava senza disturbare e limitandosi solo ad alimentare il Fuoco Sacro perché non si spegnesse, Theon se ne stava in disparte nell’ombra ed era orgoglioso del suo principe che si stava preparando a mostrare al mondo il suo valore.
 
 
Nessuno sapeva con precisione quanto tempo era passato da allora quando Burian comparve in cucina. Aveva gli occhi consumati ed al contempo ben determinati ad andare in fondo: vide Dilia in piedi presso la stufa e Theon seduto al tavolo. Sapeva di trovarlo lì, lo fissò con determinazione. “So come salvare Ranja e forse ho capito come liberare il mio regno.”
Sul volto del vecchio sacerdote comparve un sorriso di sollievo, il suo sguardo era visibilmente disteso e rivolse al giovane un cenno di compiacimento.
“Theon, tolga il Cuore di Ghiaccio dal mio corpo.”
“Cosa?” Si alzò. “Ti rendi conto di quanto mi chiedi, mio signore?”
“Certo.” Le sue parole erano ferme e decise. “Deve farlo tornare qui, adesso. E deve trovare anche il Pugnale di Bloch.”
Mugugnò. “Il Pugnale di Bloch non è un problema.” Distese le mani con i palmi rivolti in alto, si sprigionò una luce verdastra dalla quale emerse quell’oggetto tanto desiderato. “Eccolo. Sai di quali grandi poteri è dotato?”
“Ho studiato con grande attenzione ogni dettaglio a riguardo, so che è l’unica arma in grado di sopprimere Galdramardur e cancellarlo una volta per tutte dalla faccia della Terra.” Fece una pausa. “Ora faccia tornare il Cuore di Ghiaccio.”
“Sei proprio sicuro di volerlo?”
“Sì. Lui vuole quello e non tarderà a farsi vivo. A quel punto toccherà a me, so quello che dovrò fare e non sbaglierò.”
Theon esitò leggermente, poi vedendo la determinazione negli occhi del giovane, decise di assecondare la sua rischiosissima richiesta. “E sia. Farò come mi comandi.”
Stese la mano su di lui e penetrò lentamente nel suo petto provocandogli un fortissimo dolore. A gran fatica restò in piedi, tanto era lancinante la fitta che lo stava trafiggendo come una lama appuntita. La mano di Theon si muoveva secondo un preciso rituale e ben presto Burian non riuscì più a trattenersi, esplose in un urlo di dolore che fece spaventare Dilia, la quale uscì da quella stanza tappandosi le orecchie perché non sopportava più di vedere quella scena e di sentire quelle urla. Tutta la cucina era invasa dalla luce bianca sprigionata da quel prodigio senza precedenti, luce che si dissolse in un lampo non appena giunse al termine: Theon teneva finalmente in mano il Cuore di Ghiaccio. Burian era stremato e madido di sudore, aveva il fiato corto, teneva una mano lì dove adesso pulsava solo il suo cuore, ne percepiva i battiti in modo semplice e distinto come mai gli era accaduto prima. Ora si sentiva più leggero, si era liberato da quel peso ed era pronto ad affrontare quello che il destino gli avrebbe chiesto.
 
 
 




Ciao a tutti!
Sì, lo so. Sono imprevedibile. Vi avevo detto che forse non sarei riuscita più ad aggiornare di venerdì e invece eccomi qua. Ho fatto carte false per non deludere tutti voi pochi ma meravigliosi lettori e in particolar modo i pochissimi recensori che ancora mi dimostrano il loro sostengo che per me è di fondamentale importanza per andare avanti. Ho terminato ieri di scriverlo per cui siate clementi se ci sono discorsi contorti o errori.
Di Ranja in questo capitolo c’è ben poco, ma troviamo un percorso abbastanza particolare che Burian affronta e che culmina con il ritorno del tanto sospirato Cuore di Ghiaccio. Che ve ne pare?
 
Attendo con ansia i vostri commenti!
Alla prossima
 
Un abbraccio
La Luna Nera
 

 
  
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