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Autore: ThestralDawn    08/04/2016    1 recensioni
Severus Piton è sopravvissuto all'attacco di Nagini e è assunto la carica di preside ad Hogwarts. Tra gli studenti di cui si deve occupare ci sono suo figlio, Albus Potter e una nuova studentessa venuta da lontano, con un passato oscuro alle spalle. I tre Serpeverde, al di là delle nuove amicizie e vecchi rancori, dovranno affrontare qualcosa che metterà a repentaglio l'intero mondo magico.
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.."Le forze mi stanno abbandonando, poso lo sguardo sul mio braccio, qualcosa di nero ora ha invaso la mia visuale. Sembra chiedermi aiuto, sembra voler uscire dalla ferita. Non so se quello che vedo è reale o frutto degli spasmi ma qualcosa di enorme e nero sta prendendo vita sul mio braccio: è un teschio, dalla cui bocca esce un serpente come una lunga lingua. Il mio cuore batte all'impazzata e penso possa uscirmi fuori dal petto in questo istante. I miei occhi restano incatenati alla vista del serpente, un istinto che non ho mai provato mi rassicura, non mi accadrà nulla di male finché lui è con me".
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Niente sta andando come avevo previsto. La scuola è cominciata da due settimane e non sono ancora riuscito ad occuparmi del caso Guant, cercando informazioni al ministero. La ragazza non sembra dare problemi ma sarà meglio convocarla per sapere cosa ne pensa lei.

Essere preside mi limita, non posso permettermi perdite di tempo; ci sono le cariche da assegnare, i corsi da scegliere, i programmi da redigere, ci sono da mantenere rapporti civili con il ministero, firmare carte e inviare lettere. Per non parlare delle visite alle famiglie babbane; la parte peggiore. Delle volte delego l’incarico a qualche altro insegnante ma quando sono costretto a recarmi di persona è sempre una fastidiosa perdita di tempo. Genitori che davanti all’evidenza di avere un figlio con poteri magici continuano a negare la possibilità della cosa; alcuni arrivano persino a scomunicare i propri figli. Non pensavo che il mondo babbano potesse cadere così in basso. Deludente, davvero deludente.

All’inizio del mio mandato, non mi dispiaceva essere preside: non dovevo più sforzarmi di insegnare qualcosa a teste di legno chiamate studenti. Con il tempo però la mia carica non mi permette più di vivere in pace tra le mie pozioni e i miei familiari e se questo è il risultato, preferisco farne a meno. Non sono sopravvissuto al morso di Nagini per fare da balia ai futuri maghi del mondo magico.

Non avevo previsto di rimanere in vita; ero consapevole che Voldemort avrebbe tentato in qualche modo di uccidermi e io ero pronto ad andarmene. Il mio lavoro era finito, non avrei potuto fornire altro aiuto al mondo, sennonché qualcuno ha ritenuto di non aver chiuso ancora i conti con me e ora mi trovo seduto sulla sedia del preside, che non mi sento appartenere, con una moglie che non merito e due figli che non sono in grado.. Perché diamine Eileen mi sta fissando con quello sguardo supplichevole?

Mi riscuoto dai miei pensieri e con indifferenza volto la testa verso il resto della tavolata dei professori ma nessuno sembra averci fatto caso. Eileen sta fissando proprio me. Alzo le sopracciglia, sperando di trasmetterle tutto il mio senso di dubbio verso il suo comportamento. Non voglio parlare con lei, non ho ancora bevuto il mio caffè e sono già stufo della giornata. Acuisce il broncio sul suo viso, assumendo la stessa espressione della madre quando è arrabbiata. Mi rassegno, se non le do retta riceverò anch’io una lettera da Hermione come capita spesso ad Adrien. Ora capisco perché lui non ne possa più di questa vita.
Aspetto che lei esca dalla Sala Grande, poi la seguo. Si siede sulle scalinate dell’ingresso e io sono costretto a chinarmi per ascoltarla. Non sembra aver pianto e me ne rincuoro; non sono in grado di gestirlo, quello è compito della madre.

“Adrien non vuole ascoltarmi, la mamma è presa dal lavoro, Elija è troppo lontano e tu non ci sei mai. Io vorrei parlare con qualcuno ma non c’è nessuno che mi da retta. Mi sento sola in questo castello e nessuno sembra capirmi”. Rimango basito.
“Credi di essere l’unica in questa situazione? Tutti si sono trovati nelle tue stesse condizioni. Guarda gli altri studenti. Tu hai la fortuna di avere un padre e un fratello qua ma tutti coloro che provengono da lontano, che non hanno nessuno a cui scrivere, che hanno appena scoperto di essere una strega o un mago.. Mettiti nei loro panni. Ciò di cui ti lamenti non è nemmeno paragonabile a tanti altri problemi”.

Mi congratulo con me stesso: sono riuscito a mantenere un tono di voce pacato, nonostante Eileen si stesse lamentando di problemi assurdi. Il mio momento di gloria dura poco, due lacrime fanno capolino sul volto di mia figlia. Sono inorridito, nemmeno fronteggiare il Signore Oscuro è stato così difficile; ora temo solo che possa andare a riferire alla madre l’accaduto.

Mi schiarisco la gola. “Ascoltami. Se il cappello parlante ti ha smistata a Corvonero vorrà dire che hai delle enormi potenzialità. Cosa che io non ho mai messo in dubbio”. La guardo negli occhi sperando di farle capire che sono sincero. “Sfruttale. Il castello è enorme, ha tanti misteri e scommetto che tu non l’hai nemmeno visitato a fondo. Ti piace leggere, eppure non ti ho ancora mai visto in biblioteca persa tra gli scaffali o a prendere un libro; ai suoi tempi tua madre ci passava le giornate, dimenticandosi addirittura di mangiare”.
“Ma papà, questo non va bene. Per essere in forma e seguire le lezioni al meglio bisogna fare minimo tre pasti al giorno, senza contare le merende e gli spuntini da Hagrid”. Accenno un sorriso.
“Esatto. Come puoi intuire, non voglio che tu faccia come quell’asociale di tua madre ma un giro nella sezione delle creature fantastiche non te lo impedisce nessuno”.
Ho centrato il bersaglio. Eileen ama gli animali, in particolare quelli del nostro mondo. La prima volta che Potter le aveva mostrato Fierobecco lei era quasi svenuta dalla meraviglia. Imbarazzante, molto imbarazzante.

Sono ancora chinato davanti a lei, quando le sue sottile braccia mi si stringono in collo. Mi alzo in piedi portandomi con se il suo corpicino, ricambiando l’abbraccio. Le mie ginocchia fanno uno strano rumore, non sono più abituate a fare certi sforzi. Mi guardo in giro, non c’è nessuno. Rimaniamo così per un po’; ammetto che sia una bella sensazione, mi fa sentire tranquillo, come se nulla potesse andare storto.

Ritorno in sala grande solo per vedere gli studenti lasciare le tavolate e dirigersi a lezione; sarò costretto a chiedere ad un elfo di farmi avere del caffè caldo nel mio studio. Intercetto lo sguardo di Adrien; sembra preso da una fitta conversazione con Peterson. Perché mai mio figlio dovrebbe rivolgersi a lui, direttore dei Grifondoro? Faccio pochi passi nella loro direzione ma Adrien mi nota, si congeda dal professore ed esce a passo spedito dalla Sala Grande. Non mi guarda, non mi accenna un saluto, mi volta le spalle e se ne va. Adrien non è mai stato come sua sorella, forse l’esatto opposto, eppure qualcosa non mi quadra. I suoi voti non dovrebbero farmi dubitare di nulla ma c’è qualcosa nel suo sguardo, qualcosa che avevo anch’io alla sua età. “Piton, posso parlarti?” Indosso la maschera del preside socievole e mi volto verso l’uomo che mi ha disturbato, Berger. Questa giornata non vuole saperne di cominciare bene e ora mi ritrovo nel mio studio, senza il caffè tra le mani e con l’insegnante di pozioni che non ha intenzione di darmi retta.

“C’è qualcosa che non mi convince Severus. In quella ragazza si annida un potere oscuro che noi..”.
“Sono Piton per te, Berger. Se non vado errato anche tu nascondi qualcosa di oscuro, che si anima la notte fonda, eppure ti tengo ancora in questa scuola, a badare a degli studenti”.  Abbassa il capo, sembra vergognarsi.
“Sono in grado di controllarmi e le notti le passo chiuso nei miei alloggi”.
“Com’è giusto che sia, perché quando verrò a sapere che non ti trovavi nelle tue stanze anche solo per una sera, puoi dire addio a questo lavoro e alle mie referenze”. A quanto vedo, l’uomo ha ancora da ridire.
“Senti Piton. Ho fatto delle ricerche ma su quella Guant non si trovano..”.
“Encomiabile. Ti sei messo a fare ricerche nonostante nessuno te lo avesse chiesto. Nel mentre hai preparato e tenuto le tue lezioni, corretto i compiti. Sbalorditivo. Al prossimo consiglio chiederò di aumentarti il salario. Se non c’è altro, puoi andare”. La porta del mio studio viene sbattuta e io distendo il mio viso, dopo aver mantenuto per troppo tempo una finta gaia espressione.

Ero stato rassicurato da Hermione che quell’uomo era la miglior scelta per la carica di pozioni. Non nego la sua bravura nell’ambito, curare i casi infettivi al San Mungo deve avergli giovato nella pratica ma per quello che riguarda il suo carattere, assomiglia più ad un Tassorosso alla ricerca di cospirazioni nascoste dietro ogni angolo. Non ho ricevuto lamentele sul suo conto, nessuno studente è stato aggredito, nessun professore ha notato comportamenti aggressivi, quindi non posso sbatterlo fuori, eppure non voglio che s’intrometta in affari che non gli riguardano. Informazioni sulla Guant non devono finire nelle mani sbagliate, né raggiungere orecchie indiscrete.
Con tutto il lavoro che ho da fare, non riuscirò presto ad occuparmi della faccenda; al momento, mi limiterò a convocarla nel mio studio. “Severus, tu non ti accorgi di avere già un piede sul campo”. Ci mancava solo il vecchio ora.
“Albus perdonami ma non ho tempo per gli indovinelli”. Mi dirigo verso il pensatoio, forse mi è sfuggito qualcosa.
“Scrivi ad Elija in Russia, sarà felice di darti una mano”. Poso lo sguardo sul ritratto dell’ex-preside, infondo non era affatto una cattiva idea.
  
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