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Autore: Tefnuth    09/04/2016    2 recensioni
Georg è sempre stato diverso dagli altri: ha potenti poteri psichici che ha dovuto imparare a controllare sin da piccolo. Come lui anche suo fratello minore, Gustav, ha una capacità particolare: il suo corpo genera elettricità. Sarebbe stato tutto perfetto se una sera un mostro non fosse entrato nella loro casa e non avesse ucciso i loro genitori,una rigida sera d'inverno in cui le loro vite si incrociano con quelle di Bill e Tom, due gemelli dotati anche loro di capacità particolari (per di più sono figli del leggendario Hellboy). Da quella sera la vita di Georg e Gustav non sarà più la stessa, si popolerà di cacce ai demoni in un mondo in cui loro non sono i personaggi più strani e nemmeno i più pericolosi.
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Nonostante la situazione sembrasse sotto controllo, Georg e Tom non si parlarono per tutto il tempo necessario alla preparazione della squadra; anche quando salirono sul furgone che li avrebbe condotti a destinazione, nonostante la vicinanza forzata, non ci fu alcuno scambio di parola. Sembravano essere diventati due perfetti estranei che collaboravano solo perché nessuno dei due poteva essere sostituito. Il moro avrebbe anche voluto provare ad esternare nuovamente le sue scuse, ma gli occhi assenti del pirocineta e i cenni di diniego di Gustav gli fecero tenere la bocca chiusa
 “Abbi pazienza, è stato un duro colpo per lui” gli sussurrò Nahila che inaspettatamente si era unita al gruppo per combattere e per prestare soccorso nel caso di necessità.

Al loro arrivo la scena era veramente raccapricciante: le case e i palazzi del centro erano ridotti in macerie, persino il cemento delle strade era stato divelto creando un percorso sconnesso; un ulteriore, terribile ornamento, erano i corpi dei civili trafitti da enormi aculei o sciolti in parte da un acido che aveva creato dei buchi persino nella dura pietra. Ciò che colpì di più gli occhi dei ragazzi furono i cristalli di ghiaccio che ricoprivano quei pochi edifici rimasti in piedi, anche se fortemente danneggiati. Come sempre si divisero in due gruppi: i ragazzi fecero squadra con Hellboy, mentre Nahila, Elizabeth, Abraham e Johann erano un altro gruppo. Gli agenti che erano venuto facevano conto a se. A ognuno di loro era stato dato un diverso compito e quello dei fratelli e Hellboy era di ritrovare Bill.

Per farlo il quartetto seguì il percorso tracciato dai cristalli di ghiaccio mantenendo occhi e orecchie ben aperti, e cercando di non lasciarsi troppo impressionare dall’orribile spettacolo che si parava loro davanti a ogni passo. Dato poi che Tom sembrò avere di nuovo dei piccoli segnali dal gemello, Georg lasciò che fosse lui a guidarli quando non ci furono più i cristalli a segnare il loro tragitto e se il pirocineta doveva fare il segugio, gli altri avevano l’ingrato dovere di guardargli le spalle dal momento che Tom sembrava così intenzionato a cercare il gemello da non far caso neanche a dove metteva i piedi. E infatti non ci volle poi tanto prima che il loro aiuto si rivelasse prezioso, quando Tom rischiò di essere colpito da una nube di dardi di ghiaccio : se non fosse stato per il moro e il gigante rosso, le frecce sbucate dal nulla avrebbero colpito la testa del pirocineta invece della barriera di Gustav.

“Kyaaaaaaaaaah” un ruggito acuto attirò l’attenzione dei ragazzi, e quando si accorsero a chi apparteneva quel ringhio per un attimo non riuscirono a respirare. Era Bill.
Il suo corpo filiforme era interamente ricoperto di ghiaccio, reso rilucente dalla rete di glifi che formavano arabeschi blu sul corpo albino del ragazzo; i capelli neri si erano congelati in una cresta; degli occhi si vedevano solo le iridi di ghiaccio e le estroflessioni, che solitamente spuntavano solo sulle braccia, erano anche comparse lungo la colonna vertebrale fino a ricoprire anche parte della lunga coda, rendendolo inavvicinabile da dietro. L’unica cosa che interrompeva quel paesaggio bianco era il denso colore rosso di due ferite recenti che ancora bruciavano sul gemello della creatura.
“Bill” sussurrò Tom con la voce rotta in gola, vedere il fratello in quello stato gli aveva spezzato il cuore. Avrebbe voluto correre da lui per abbracciarlo, e dirgli che sarebbe andato tutto bene, ma la testa gli suggerì che non era la mossa giusta
“Kyaaaah” ruggì di nuovo il criocineta, un grido straziante creato dalle corde vocali congelate e che squarciò in mille pezzi l’anima del pirocineta
“Oh povero figliolo” commentò Hellboy, come avrebbe potuto combattere contro il figlio?
Crack, stonk. Delle pietre accanto a Bill si mossero, rivelando il lupo istrice in piena forma
“Ma quello non era morto?” chiese il gigante rosso a Georf e puntando la Samaritan contro l’ibrido
“E ora che si fa?” domandò Gustav, all’interno del suo corpo il voltaggio stava già aumentando (e il biondo sperava di non doverlo usare contro il fratellastro)
“Voi occupatevi di Bill, io ammazzo il fetido” comandò Red
“Ne sei certo? Non vuoi una mano?” chiese Tom
“Siete più utili a vostro fratello: dovete riportarlo alla forma umana – poi Hellboy si rivolse al lupo istrice - . Che ne dici se facciamo una serenata io e te, e lasciamo i ragazzi da soli?” fu strano da vedere, eppure l’ibrido sembrò comprendere perfettamente le parole del gigante rosso e, dopo aver scambiato qualche ruggito con il criocineta, invitò Red a seguirlo.

Ora che erano rimasti solo loro tre di fronte al demone di ghiaccio, non restava che elaborare una strategia per salvare il loro fratellino
“Dobbiamo scoprire cosa gli ha indotto la trasformazione: deve avere qualcosa addosso” teorizzò Georg
“Con ciò vuoi dire che qualcuno deve attirare la sua attenzione mentre gli altri lo perquisiscono. Potevamo portare un tatuatore e dei vestiti alla moda” scherzò il biondo, ma la sua ipotesi non era del tutto sbagliata
“Potrebbe farlo Tom: una volta Blu mi ha detto che Bill è sensibile alle radiazioni termiche, se aumenta il suo calore monopolizzerà la sua attenzione” propose il moro
“Mi farò così bello che non mi staccherà gli occhi di dosso” rispose Tom con quell’ironia che ai due fratelli piaceva tanto.

In un istante Georg e Gustav videro il fratellastro abbandonare l’aspetto umano per assumere le sembianze demoniache, le fiamme blu e nere che incorniciavano il suo corpo gli donavano un’eleganza regale incorniciata dalle lunghe corna. Era la stessa creatura che poco prima aveva cercato di ucciderlo, ma l’aura minacciosa che prima sgorgava dagli occhi color lava del pirocineta era svanita del tutto. Fu come aveva detto Georg: il maggior calore prodotto da Tom attirò subito lo sguardo di Bill, che guardava il fratello inclinando leggermente la testa ed emettendo un basso ruggito come se si stesse chiedendo cosa fosse successo
“Forza, vediamo chi è il più forte! – Tom alzò le mani all’altezza delle spalle – Come quando eravamo piccoli”.
Stuzzicato dal fratello, il criocineta scese dal cumulo di macerie che avevano fatto da sfondo alla sua comparsa; sul suo volto si era scolpito un ghigno malizioso e tenero allo stesso tempo. Per Georg sembrò di assistere nuovamente al primo allenamento dei gemelli, vedendoli affrontati al centro del campo di lotta mentre si scrutavano per decidere chi doveva fare la prima mossa; ma questa volta era diverso
“Forza Bibi, hai paura di scottarti?” incitò Tom il criocineta, gesticolando anche con le mani
“Khyyyyyyyaaaaaaaaaaah” ringhiò Bill, sembrava aver perso la capacità di parlare come un essere umano anche se il pirocineta continuava a riconoscere il gemello, in alcune movenze del mostro che aveva di fronte.

Quando fuoco e ghiaccio congiunsero le mani e iniziarono a far leva sulle gambe, il contrasto del contatto tra i due elementi generò della nebbia accompagnata da scricchiolii. Come era prevedibile Tom dimostrò subito di essere fisicamente più forte del gemello tuttavia il criocineta, dopo aver ceduto un paio di passi, bloccò i propri piedi a terra ancorandoli con il ghiaccio
“Non vale!” lo rimproverò Tom che non poteva fare altrettanto. Bill sembrò ridere (o almeno il ringhio che fece sembrava una risata) prima di sciogliere la presa e colpire il fratello al volto e poi al costato, in modo da atterrarlo. Per sferrare il secondo attacco il criocineta si buttò a cavalcioni sul pirocineta, bloccandogli le braccia con le gambe, e tempestandone il volto di pugni. Tom fu liberato da Georg e Gustav che intervenirono scagliando delle ondate di energia per far rimbalzare Bill contro un muro
“Non intromettetevi – ringhiò il demone di fuoco – a lui ci penso io. Voi trovate il modo per staccargli la spina” il rumore alle sue spalle lo fece scattare in piedi, il gemello si era rialzato ed era piuttosto arrabbiato
“Rrrooooar” ruggì al cielo aprendo le braccia, fu allora che i ragazzi videro qualcosa attorno al collo esile di Bill
“Ha qualcosa sul collo, sembra un collare di metallo” disse Gustav riserbandosi il beneficio del dubbio, dato che il ghiaccio che ricopriva l’oggetto gli impediva di individuarne il materiale. Ciò nonostante Georg sentì che da quell’arnese proveniva una strana aura che lo indusse a fare un’indagine più accurata che svelò l’orribile arcano
“E’ quel coso che lo costringe ad essere così: ha inciso dei sigilli demoniaci; inoltre sento che emana delle scariche elettriche, forse per tenerlo scatenato” proferì il moro con un po’ di tristezza: il fratellastro sarebbe stato costretto a combattere anche oltre il limite consentito dal suo fisico.
“Non resisterà a lungo così, non con quelle ferite” affermò Gustav osservando gli aloni rossi che, forse, si stavano allargando sul corpo del criocineta
“Dobbiamo levarglielo, SUBITO! Dobbiamo bloccarlo e…” Tom sembrava essere andato in tilt dopo quella notizia
“Se riuscissi a toccarlo, potrei confondere temporaneamente il sistema nervoso per impedirgli di muoversi. Sarebbe indolore” propose il biondo, sottolineando il termine indolore
“Io potrei fondere il collare, ma se non tornasse normale? Come facciamo?” domandò il pirocineta che non poteva stabilire un vero contatto col gemello
“Nel caso posso pensarci io: in questo momento Bill sta usando la parte primitiva del cervello, non è veramente cosciente. Posso farcela” disse Georg, avrebbe fatto di tutto pur di riunire la famiglia
“Allora io lo distraggo e voi fate il resto” Tom caricò subito un attacco correndo contro il gemello. Il criocineta riuscì a parare il colpo, tuttavia le estroflessioni sulla schiena si impiantarono nel cemento della parete dietro; era bloccato e, per evitare scherzi, il pirocineta bloccò in alto le braccia del gemello.
“E’ il momento!” gridò Tom ai fratellastri, non si era accorto che la coda di Bill si stava avvinghiando come un serpente attorno al suo avambraccio sinistro. Georg e Gustav iniziarono subito ad avvicinarsi, tuttavia Bill congelò il terreno sotto i loro piedi e creò delle stalagmiti che bloccarono la corsa del moro e del biondo; inoltre iniziò a stringere sempre di più la coda attorno all’arto del fratello arrivando quasi a rompergli l’osso
“Aargh, lasciami Bill” lo implorò Tom sentendo lo scricchiolio dell’osso.

POW.POW.
Lo sparo della Samaritan riecheggiò nell’aria, facendo vibrare le sculture di ghiaccio create da Bill il quale, attirato dal suono, liberò il braccio del fratello e liberò se stesso dal muro rompendo le estroflessioni sulla schiena. Il gigante rosso era apparso sul tetto a terrazzo dell’edificio, in mano aveva la testa decapitata dell’ibrido; il suo cappotto era strappato e una delle maniche era sporca di sangue (si erano rotti i punti).
“Oh Bill, non devi far male a tuo fratello” disse Red rimproverando il figlio minore che gli rispose con l’ennesimo ruggito scontroso.
Con un salto il gigante si calò giù dal tetto e, mentre era ancora in sospensione poco prima di atterrare, colpì il figlio al volto con la mano di pietra
“Khyyy” si lamentò il criocineta che ingaggiò un corpo a corpo col genitore, sotto gli occhi del gemello e dei fratellastri; anche se era alto il ritmo di lotta del giovane ragazzo, che sferrava colpi e incassava quelli del padre, il tremore dei muscoli del criocineta era un brutto segnale del progressivo cedimento del fisico
“Red bloccalo! Abbiamo un piano” disse il moro al gigante che bloccò subito il criocineta con le poderose braccia. Per quanto Bill si dimenasse Hellboy non lasciò mai la presa, per dar modo ai ragazzi di mettere in atto il piano
“Maledizione Bill, sta fermo” ordinò il demone rosso dopo che le lame sulle braccia del figlio avevano rischiato di colpirlo in faccia.

Quando Gustav premette le mani sul corpo gelido di Bill, una fortissima scarica di elettricità penetrò il ghiaccio fino ai nervi, mandando temporaneamente in corto circuito il sistema di trasmissione degli impulsi ai muscoli volontari. Il mostro di ghiaccio si inginocchiò, gridando di dolore con la sua voce tagliente come una lama; sotto l’armatura si potevano vedere i muscoli muoversi spasmodicamente a causa dell’elettricità che vi scorreva dentro.
“E’ del tutto immobile, però sbrigatevi a togliere quel coso: l’effetto non durerà molto” spiegò il biondo
“A questo penso io” disse Hellboy alzandosi le maniche. Bastò un sol colpo per liberare il collo del criocineta che, però, non ritornò allo stato normale.
“Va bene, allontanatevi” Georg pose le mani attorno alla testa di Bill e penetrò nella sua testa. Non fu difficile per il moro sfondare le barriere mentali che il fratellastro aveva creato, nel tentativo di resistere al potere delle rune e, quando raggiunse la parte inconscia e vera della mente di Bill, trovò un suo Io adolescente in lacrime e terrorizzato
Ho paura Georg, non ho più il controllo” gli disse il giovane criocineta che lo aveva subito riconosciuto
Tranquillo, ora è tutto finito. Vieni, ti stiamo tutti aspettando” il moro porse virtualmente la mano del fratellastro e, prima di riemergere, sentì una piccola mano stringere la sua.

Il demone di ghiaccio, con un ultimo e forte ruggito che gli si spense in gola, cadde all’indietro tra le braccia del gemello. Lentamente Tom sentì l’armatura di ghiaccio scricchiolare sotto le sue dita e cadere giù, fino a che non sentì di nuovo la pelle morbida del fratello
“Sei tornato da me” esultò il pirocineta baciando la fronte del gemello; non aveva ancora ripreso fattezze umane e a chi poteva assistere alla scena quasi vennero le lacrime
“Mi dispiace, mi dispiace” disse Bill, ma era ancora confuso per l’accaduto e lo sforzo era stato tanto che svenne subito dopo
“Sssh, non è colpa tua” nonostante il fortissimo dolore al braccio Tom stringeva a sé il fratello, cullandolo dolcemente e dandogli un bacio sulla guancia di tanto in tanto. Tutti videro la vita riaccendersi negli occhi del pirocineta, era come se si fosse riunito al fratello dopo anni. C’era però una cosa che Georg voleva sapere, l’idea che il fratellastro potesse aver visto in volto il nemico gli martellava in testa come un picchio sulla corteccia dell’albero
“Tom, forse non è il momento, ma ho bisogno di sapere se lui ha visto chi gli ha fatto questo. Puoi farlo?” domandò il moro al pirocineta
“Ci provo, ma non ti do la certezza: la sua mente è sottosopra” fu la risposta.

Tom mise una mano sulla fronte del gemello, chiuse gli occhi e poi iniziò ad addentrarsi nel labirinto che era diventata la testa di Bill. Vide tutto quello che era successo: lo scontro al cimitero, il momento in cui gli era stato messo a forza il collare (quando tutto divenne spaventoso), poi la luce; vide anche chi era stato l’artefice, sentì tutto, ma la risposta non era felice
“E’ stato tuo padre, lui ha messo in piedi tutto questo. Ha solo fatto finta di essere morto” proferì Tom.
Alla notizia Georg scattò subito in piedi, senza chiedere nulla, con i pugni stretti
“Dove vai?” domandò Gustav
“Ad ammazzare quel bastardo di nostro padre. Se vuoi provare a fermarmi fallo pure, ma sarà la prima volta che ti prendo a calci nel culo” affermò il telecineta
“Non servirà: vengo anch’io e te lo tengo fermo” disse il biondo puntando se stesso con il pollice sinistro
“No! Devi stare con i gemelli, non si sa cosa possa esserci qua intorno” ribatté il moro
“Nemmeno per sogno, anch’io ho diritto a riempire di botte quel traditore” rispose il biondo
“Basta litigare! Andrete tutti e tre, io porterò Bill da Nahila – proferì Hellboy coprendo il criocineta con la sua giacca - . Sono sicuro che avete tutti e tre qualcosa da dire a questo qua”
“Gli romperò qualche osso anche per voi due. Cosa volete che firmi col vostro nome? La testa è mia” il pirocineta era pronto a far stragi
“Quello che vuoi, ma lascia qualcosa ai tuoi fratelli maggiori” scherzò il gigante rosso mentre sollevava Bill come una piuma, tenendolo bel saldo
“Allora dovranno sbrigarsi ad arrivare prima di me” ridacchiò Tom salutando un’ultima volta il gemello con l’ennesimo bacio, all’angolo della bocca
“Buona fortuna ragazzi, state attenti” fu l’ultimo augurio di Red prima di vedere i figli allontanarsi.
  
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