Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Anna2    09/04/2016    0 recensioni
Non avrei mai immaginato tutto questo.
Non avrei mai pensato tutto questo.
E, sono sicura sia solo un sogno, queste cose non esistono.
Non esiste che un mostro di non-so-quanti-metri ti rincorra presso delle collinette vicino a una delle spiagge di Long Island, per di più con una ragazzina alta quanto un puffo a tuo fianco.
Il petto mi faceva male, e il cuore batteva così forte che credevo che stesse per scappare dalla cassa toracica, e giuro su tutto quello che c’è di bello nel mondo che i polmoni bruciavano tantissimo – come cazzo ci sono finita, fra parentesi?
Ah, sì, giusto.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Gli Dèi, Nuova generazione di Semidei
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
______________________
 

-Chapter Eleven.
«Ci rifilano l’ennesima
vacanza mortale»

______________________
 
 
 
 {anna soter; P.O.V.}
 

E’ venerdì.
Sapete che significa vero? Caccia alla bandiera!
Che rottura di divine scatole. Davvero, odio caccia alla bandiera. Come ogni altra attività in questo campo estivo d’altronde, ma caccia alla bandiera è più orribile. Non solo perché ci dobbiamo mettere le armature, non sapete quanto sono pesanti, anche perché Nich se le inventa di tutti i colori ogni venerdì. Nell’ultima sua trovata dovevamo andare in giro bendati perché dobbiamo allenare i nostri sensi oltre alla vista, oggi? Una specie di nascondino. Ora siamo allineati, e stiamo formando le squadre, ma prima Nich deve contarci.
«Anna Soter, anni 15, altezza—»
«Vuoi anche il numero della mia carta di credito? Mi dispiace non ce l’ho». Sbotto, non mi va che Nich faccia tanti giri di parole per fare l’appello.
Mi guarda male, per poi fare una smorfia che assomiglia a un sorriso «Cabina 1. Come va con la spalla?» chiede.
«Fa ancora un po’ male», confesso abbassando gli occhi. E’ vero, anche se è passato solo un giorno le dosi di ambrosia che ho preso sembrano guarirla troppo lentamente.
«Non preoccuparti, guarirai. Louis Tidalwaves, anni 13, altezza 1,82, Cabina 3». Poi continua a nominarci tutti uno per uno.
I figli di Atena e quelli di Ares poi hanno formato le squadre e, per la prima volta da quando sono qui, vengo divisa dal mio “gruppo”, i ragazzi di Ares scelgono me e altri che sinceramente non mi importano nemmeno. Quelli di Atena invece prendono: Lou, Anna, Emily e Mirko, assieme ad altri semidei.
In verità io ho fatto abbastanza lamentele ma Dionisio ha detto che, se non andavo dai ragazzi di Ares e il resto della squadra, mi trasformava in delfino, non ho voluto farlo arrabbiare ulteriormente e sono andata da loro.
Mi sento terribilmente sola ora, sola e abbandonata. La maggior parte dei mezzosangue qui da Ares non ci ho mai spiccicato parola, certo c’è Chris, ma non ho intenzione di parlare con lui. So a cosa state pensando, no, quando lo vedo non c’è una luce che lo illumina e angioletti che cantano l’hallelujah attorno a lui. Più che altro sento un crack nel mio cuore e la sensazione di vomito.
Cerco di seguire con lo sguardo la squadra di Atena e vedere i miei amici, rimanendo indietro rispetto ai miei compagni e già si avviano nella foresta.
«Ehi figlia di Zeus! Vedi di muovere le chiappe!» mi richiama la voce di Clarisse, deglutisco e li raggiungo cercando di non cadere per colpa dell’armatura pesante.
Clarisse ci spiega nascondino, e di certo non è quello che pensate voi, si svolge così: da soli nei meandri oscuri della foresta, devi cercare di trovare più semidei possibili, una volta scovati devi fare di tutto per batterli, una volta fatto, devono unirsi a te e condurti alla bandiera. Questo ovviamente senza toccare i propri compagni.
Sembra facile, ma… ecco, la foresta è diventata molto più oscura, qui sembra che la notte abbia ingoiato l’intera foresta. Spero che Emily non stia troppo male per tutto questo buio, la luna non aiuta nemmeno, la sua luce è opaca e inquietante. Una cosa che poi Anna mi ha fatto notare è che la luna è piena da un casino di notti.
Non so cosa pensare, davvero… stanno succedendo anche altre cose strane: le ninfe, le naiadi e i satiri sono completamente scomparsi dal campo. Non li vedo più in giro da un sacco di tempo e qui di nuovi mezzosangue non ne stanno arrivando, anzi muoiono ancora prima. Che cosa triste.
Sospiro profondamente, sono stata abbandonata da Clarisse qui vicino a un laghetto, oltre ad avermi minacciato, mi ha anche detto che non devo muovermi da qui finché non avrò battuto qualcuno.
Quanta poca fiducia mi riserva quella ragazza…
A un certo punto sento dei rumori provenire da dietro di me, mi affretto ad afferrare la freccia da dietro la mia schiena, ma vengo fermata da un braccio che mi avvolge il collo e con l’altro la vita.
Presa dal panico oltre che a dimenarmi ed emanare scosse elettriche, il tizio al contatto con le scintille si stacca subito, ne approfitto per estrarre anche la spada, per poi girarmi e puntargliela contro.
«Ma sei tu?» chiede il tipo con tono addolorato.
Mi fermo subito, riconoscendo mio malgrado la figura.
Faccio una smorfia delusa «Sei un idiota Christian» affermo per poi rimettere la spada nella custodia, poi incrocio le braccia.
«Mi hai fatto male» si lamenta. Con la poca luce che c’è riesco comunque a vedere che si sfrega le braccia.
«E allora? Sapevi che io ero qui. Perché mi hai attaccato?» sbotto, lui si avvicina a me sistemandosi l’armatura.
«Nessuno fa quello che dice Clarisse. Credevo che eri già in giro per il bosco a cazzeggiare».
Sbuffo, «Beh, grazie per l’informazione, credo che ora farò proprio quello che mi hai detto!» grido con tono sarcastico, serrando la mascella.
«Che ti prende?»
«Niente».
Faccio un sospiro profondo, colgo l’imbarazzo e la stupidità della risposta che gli ho dato. 
Restiamo in silenzio per un po’, non saprei quanto, faccio qualche passo in dietro per poi voltarmi.
«Aspetta!» mi richiama lui.
Mi fermo, alzando gli occhi al cielo privo di stelle, «Cosa?» chiedo seccata voltandomi.
«L’ultima volta non abbiamo avuto possibilità di allenarci, che ne dici di rifarci qui?»
Inclino la testa raggiungendolo, «Qui? Potrebbe arrivare un qualsiasi tizio della squadra azzurra, e tu vuoi batterti contro una che fa parte dalla tua squadra?»
Lui fa spallucce, io abbozzo una risata sarcastica.
«Sei proprio scemo» dico, però sfodero la spada «Solo perché mi diverto troppo».
Stiamo per fare una stronzata apocalittica, ma se ho la possibilità di “vendicarmi” allora al Tartaro anche caccia alla bandiera.
Estrae anche lui la spada «Nessuna pietà?» chiede avvicinandosi a me, così che possa vederlo in faccia anche se di luce ce n’è poca.
«Nessuna pietà». Approvo sorridendo, ho una strana scarica di adrenalina che mi scorre per la schiena, e sono eccitata per questo.
Certo alla fine di pietà ce n’è, ma voglio illudermi che forse potrei davvero batterlo se non mi faccio assalire dai sensi di colpa come ogni volta.
Lui mi viene addosso, riesco a realizzarlo a malapena, ho ancora la spalla dolorante, ma questo non deve fermarmi ad attaccarlo.
Paro il suo attacco lisciando, ma subito dopo mi colpisce un fianco, facendomi
indietreggiare. Gemo dal dolore, per poi balzare all’indietro, divarico le braccia e lo attacco allo stesso modo, spingo via lo scudo che sta usando per parate il mio attacco, riesco a farglielo saltare via, mi stava per attaccare la gamba. Incrociamo entrambi le lame delle spade.
Spazza via la mia lama dalla mano, – brutto stronzo – la riprendo con uno scatto veloce, paro di nuovo il suo attacco, le nostre spade si incrociano in aria, la mia emana scintille, lui socchiude gli occhi, ne approfitto per tirargli un calcio al ginocchio.
«Dannazione!» grida, mi attacca di nuovo, sento che però i suoi attacchi sono più deboli.
Nessuna pietà, ricordi Chris?
E come se mi avesse letto nel pensiero, mi colpisce la spalla ferita, buttandomi in avanti, inizia a formicolarmi, lascio la mia spada temendo di conficcarmi con essa e sbatto a terra con forza.
Il fiato inizia a mancarmi, la spalla, il viso, le gambe, tutto il corpo sembra chiedermi pietà.
«Anna… dai, non volevo farti male. Ora fermiamoci». Dice, lo sento ansimare.
Barcollando e tremando mi alzo, ora il vento scuote le foglie, il lontananza il rombo di un tuono scuote il celo.
«No col cavolo! Questa volta voglio vincere io!»
Afferro di nuovo quello schifo di spada, e mi scaglio su di lui, la sua spada si ferma a mezz’aria, mi abbasso velocemente, tirandogli un calcio al fianco.
L’infame si riprende con una velocità improvvisa e affonda verso destra, riesco a evitare per miracolo, ma non appena guardo i suoi occhi capisco che ha previsto la mia mossa. Il piatto della sua spada preme contro la mia, facendomi piegare il polso e la spada cade sul terreno inghiottito dalla notte.
Altri boati di tuoni spaccano il cielo, devo calmarmi, oppure farò un’altra tempesta, non potendone più mi butto su di lui cercando di strappargli la spada di mano, non sarebbe nemmeno la prima volta che provo una cosa del genere.
Atterra gemendo di dolore, stringo le gambe attorno alla sua vita, lascia la presa, e io riesco a prendere la spada.
Salto giù da lui continuando a puntargli la spada in faccia, mentre sposto i capelli dalla mia visuale.
«Anna…» dice con voce soffocata dal fiatone.
«Che c’è?»
«Mi hai… battuto?»
Realizzo solo ora che davvero l’ho fatto.
La mia felicità è così grande che potrei saltellare di gioia. Sorrido raggiante malgrado il dolore del mio corpo, non credendoci fisso la sua spada che ho in mano e lui steso davanti a me.
«Cazzo sì!» inizio a saltellare, ma mi fermo subito accarezzando una delle mie gambe piene di graffi e lividi poiché mi sono sforzata troppo. Si può dire che non vincerò Miss Gambe dell’Anno.
Ma a chi importa? Ho battuto l’idiota!
«Sì! Ti ho battuto!» lo indico agitando le braccia.
«Ti calmi?» dice con voce annoiata, lo guardo ancora sorridendo, alza lo sguardo al cielo.
«No che non mi calmo» ribatto con aria di sfida.
«Almeno mi aiuti?» biascica tendendo il braccio.
Sono così felice che accetto, ma invece di tirarsi su aiutandosi con la mia mano, mi tira su di lui, durante i pochi secondi in cui ero accecata dalla sorpresa vengo “risvegliata” dalla schiena che sbatte contro il terreno. Non mi accorgo in tempo che mi ha sfilato la sua spada di mano, e ora e lui che me la punta al petto.
«Avrei dovuto conficcarti la spada nel cranio!» gli ringhio contro con aria sconvolta e triste.
«Non è permesso uccidere durante caccia alla bandiera».
E’ arrivato il Capitan ovvio.
«Peccato». Mi limito a dire, poi abbasso lo sguardo.
Come ho potuto abbassare la guardia così facilmente? Eppure non me lo aspettavo da lui…
«Non è giusto! Anche quando vinco, perdo! Uffa!»
«Andiamo, potevo fare di peggio», lo sento dire, poi non avverto più la spada che mi punta contro.
Lo guardo con aria truce, «Non mi guardare!» sbraito in modo isterico facendo raggiungere l’ottava alla mia voce.
Perdendo la calma quando mi rendo conto che continua a fissarmi.
«Hai sentito quello che ho detto? Non guardarmi!»
«Però tu puoi farlo», la sua voce è calma, ma con una punta di sarcasmo.
Sgrano gli occhi stringendo i pugni «Non lo sto facendo! Tu lo fai!»
«Le tue grida sembrano quelle di un gatto che miagola, e io odio i gatti. Alzati».
Faccio una smorfia guardandolo con occhi sgranati «Come fai ad odiarli? Sono così carini».
Sospira, sembra esasperato «Saranno anche carini e quello che vuoi. Ma quando abitavo ancora a casa mia usavano le mie scarpe come lettiera».
Mi porge la mano, la fisso con odio «Posso alzarmi da sola» detto questo, mi alzo da terra barcollando, continuando a fissare in basso.
Mordo il labbro inferiore forte, concentrano il mio odio lì, lo sorpasso mentre ancora ha lo sguardo fisso su di me, cerco la spada andata a finire chissà dove.
Riesco a trovarla per una pura botta di fortuna, la infilo nella custodia, ma rimango completamente pietrificata, mi fa male tutto il corpo, davvero di solito rimango sempre ferita durante gli “scontri” contro Chris, ma questa volta mi ha dato delle batoste molto più pesanti, spero almeno di aver fatto lo stesso con lui.
Sento che si sta avvicinando a me, rimane fermo dietro «Senti, mi dispiace lasciarti qui, vuoi venire con me?» dopo di che sento la sua mano poggiarsi sulla mia spalla.
Mi volto di scatto fissandolo con odio «Non mi toccare!» ringhio stringendo i denti.
Fa qualche passo indietro staccandosi subito «Scusa» esclama poi mettendo le mani in aria.
«Volevo solo sapere se vuoi venire con me».
«No, sto bene così. Andrò in giro a cazzeggiare come dicevi tu» sbotto.
Lui sospira per poi grattarsi la nuca «Come vuoi, non metterti nei guai».
«La stessa cosa vale per te».
Fa una mezza risata, lo vedo allontanarsi nel bosco a passi veloci.
Tiro su un sospiro di sollievo, e mi incammino anche io nel bosco.
E’ buio pesto, Clarisse ci ha detto che non dobbiamo usare nessuna luce, per evitare di attirare l’attenzione di mostri o avversari, ovviamente alla mia domanda: «e per quelli che non sono allenati a combattere al buio?» mi ha risposto: «Fatti loro Soter, l’importante è vincere!»
Ah beh ovvio.
Mentre cammino, la suola delle mie scarpe calpesta qualcosa di strano, con una smorfia di disgusto mi concentro su ciò che ho calpestato. Malgrado la scarsa luce e i miei occhi abbastanza scarsi, riesco a vedere cosa c’è.
Era un uccello morto, non riesco a vedere se c’è del sangue che possa farmi capire che è stato ucciso da qualcuno. Guardando più in là ne riesco a vedere altri: un’intera fila sparsa di volatili morti, la cosa mi allarma. Può anche essere un’idiozia questo avvenimento, ma non è da tutti i giorni vedere una cosa simile.
Deglutendo e stando attenta a non calpestarne altri. Superata l’enorme fila di volatili morti, inizio a correre veloce, allontanandomi dal laghetto lì vicino.
Sarà passata almeno una buona mezz’ora e ancora non ho incontrato nessuno da battere, sto cominciando a pensare che me ne sarei dovuta restare con Chris, almeno avrei avuto compagnia, odio rimanere da sola, è triste e fa paura.
Quando poi ho perso le speranze nel vedere qualche nemico in lontananza riesco a vedere tre figure illuminate dal fuoco divino.
Sorrido, spero però che non siano della mia squadra, tiro fuori una freccia dallo zaino, per poi estrarre l’arco.
Cerco di stare attenta, e di non calpestare bastoncini per terra come nei più grandi clichè di serie Z, l’elettricità dell’arco forma una spirale attorno alla freccia… socchiudo un occhio.
Intanto i tipi continuano a parlare tra di loro, e davvero la mia vista fa così tanto schifo che anche se cerco di concentrarmi su almeno uno di loro, e davvero la mia vista fa così tanto schifo che anche se cerco di concentrarmi su uno di loro non capisco chi sia.
La cosa strana è che uno di loro – palesemente una ragazza – non ha l’armatura, anche se so che c’è solo una persona con i capelli così ricci e rossi nel campo.
Uno di loro si accorge della mia presenza ed estrae la spada, mentre io mi avvicino già con la mira pronta per tirare.
Mi fermo appena in tempo non appena riconosco chi è.
«Anna?»
«Ragazzi?»
Louis e io abbassiamo le armi mentre Anna avanza a fianco lui con una fiaccola di fuoco divino che illumina tutti quanti.
«Ma stavi per attaccarci!» mi accusa lei con tono offeso.
«Scusate ma non facciamo parte della stessa squadra, dovreste attaccare anche me!»
«Ma siamo amici!» ribatte anche lui offeso.
Mentre io sto per rispondere cercando di scusarmi sento mormorare un: “Oh no!” all’altra persona, che si dimostra essere come temevo Rachel.
Tutti e tre smettiamo di discutere, mentre lei mi guarda con occhi sgranati, fa qualche passo in dietro, riesco a vedere i suoi occhi illuminarsi di verde.
Lo stava facendo di nuovo?
 
Per vincere contro i nemici,
Tempesta e fuoco dovranno essere amici.
Con l’ombra e la luce distruggerete,
la dea della notte che tanto temete.
La forza bruta sarà importante,
ma mai quanto l’intelligenza brillante.
Vi porterete dietro un traditore,
a cui sarà distrutto il cuore.
Tre oggetti dovrete trovare:
nel Pantheon, nell’Odio e
nella Prigione Oscura dovrete cercare.
E con il tempo fermato,
Leto perderà tutto quello che ha sempre bramato
 
 
Rimango atterrita come l’ultima volta. Ma questa volta ancora di più, perché la sua voce questa volta non era la sua, era quella di Jeanluke.
Rachel sviene, Lou si precipita lei per afferrarla ed evitare una brutta caduta, sento gli occhi di Anna puntati su di me.
«Ha fatto una…» inizia Anna fermandosi per poi fissare Rachel tra le braccia di Lou.
«Profezia», finisce lui per poi fissare me.
Ho le gambe che tremano, e mi guardo in giro sperando di non cedere al peso del mio stesso corpo.
«Dobbiamo andare da Dionisio» suggerisce Louis «Anna aiutami» continua cercando di alzare Rachel dal terreno.
La vedo annuire per poi prendere sottobraccio anche lei Rachel.
«Ma… caccia alla bandiera» dico con un filo di voce.
Entrambi mi guardano male «Anna, non è il momento di pensare a questo! Dobbiamo andare alla Casa Grande!» mi rimprovera Lou.
Con riluttanza annuisco, cerco di mantenere il controllo e seguo i tre ansimando perché l’aria è come se mi mancasse.

o 0 O 0 o
 
Il Consiglio di Guerra viene convocato immediatamente: già, non appena siamo andati alla Casa Grande, Nich ha interrotto i giochi, ha chiamato quelli che fanno parte del consiglio.
Dovrei spiegare come e perché Anna e Lou si sono ritrovati con Rachel: in pratica i due andavano in giro a cercare qualcuno della mia squadra e hanno beccato Rachel. Lei si è giustificata dicendo che c’era una forza che la chiamava, non sa spiegare come e perché.
La situazione dovrebbe essere più tragica, peccato per degli idioti che continuano a cazzeggiare attorno al tavolo da ping pong.
L’unica cosa degna di nota è il comportamento del Signor D: per la prima volta da quando ho messo piede nel campo, mi sembra stranamente serio.
«Mocciosi! Tappatevi per un secondo la boccaccia!» interviene proprio lui con viso infuriato.
La stanza cade in silenzio, Nich, Chirone e Dionisio ci stanno davanti, e tutti noi seduti attorno al tavolo da ping pong. Gli sguardi truci di tutti e tre cadono su ognuno di noi.
«Voi tre, raccontate quello che è successo» continua il dio indicando me Louis e Anna.
Anna alla mia destra di alza in piedi «Beh, Rachel ha pronunciato un’altra profezia…» e poi inizia a raccontare per filo e segno le parole dell’oracolo.
Ad ogni strofa pronunciata avevo voglia di vomitare, e forse è solo una sensazione causata dalla nausea e dal mal di stomaco, ma sentivo l’odore pastoso, amaro, limpido e terrificante del sangue.
Finie le parole, lei si siede di nuovo, la stanza si anima di chiacchiericci dei semidei qui intorno. Io invece continuo a fissare il vuoto facendomi stretta nella sedia in cui siedo col viso rossastro.
«Eroi vi prego calmatevi, non è il momento di farvi perdere dal panico, è evidente che alla fine Anna Stygeros e il vostro allenatore avevano ragione; la persona che sta minacciando l’Olimpo è Leto» dice Chirone.
«Tu!» grida il Signor D, alzo subito gli occhi verso di lui, come temevo indica me.
Si avvicina pericolosamente «A quanto pare sarai a capo di un’impresa, congratulazioni mocciosa».
Sgrano gli occhi per poi sbattere le palpebre confusa «Cosa? Non voglio essere a capo di un’impresa, men che meno questa!» sbotto io guardano negli occhi Dionisio.
Nich e Chirone si guardano tra di loro, mentre sento gli sguardi degli altri su di me.
«Oh beh, mi dispiace, ma lo sarai, sei la figlia di Zeus dopotutto, ti tocca».
«Che cosa centra?» ribatto battendo il pugno contro il tavolo alzandomi in piedi.
«Oh porco Crono quanto mi dai sui nervi! Sta zitta e scegli chi portare!»
Gli occhi di Dionisio m’intimoriscono molto, ma non voglio permettere di lasciargli scegliere cosa fare.
«E se io mi rifiutassi di partecipare?» lo sfido sporgendomi più verso di lui.
«Ragazzina non sai con chi ti stai mettendo contro!» esclama lui con le orecchie in fiamme.
«Anna ragazza mia, pensa a quello che stai dicendo, la profezia è stata fatta a te, di conseguenza dovrebbe andare a te l’impresa» dice Chirone con tono gentile.
«Errato» interviene Lou «durante la profezia c’eravamo anche io e Anna Stygeros ed è ovvio che si riferisse anche a me a lei e ad altri».
«Già, l’impresa è di tutti e tre e non solo», continua Anna «non lascerò mai Anna da sola». Poi lei mi afferra la mano. Mi volto per sorriderle di gratitudine, stavano mentendo, lo so che la modalità profezia di Rachel non si sarebbe attivata senza di me, sono grata del fatto che stessero facendo tutto questo per non lasciarmi da sola. Anche se questo implica rischiare la vita.
«E sia marmocchi, ma non pensare, Anaia Stoner, di averla passata liscia con me!»
«Mi chiamo Anna Soter!»
D’un tratto la porta della casa grande viene sfondata, un leggero gridolino da parte di tutti si fa largo nella stanza.
Dalla non-più-porta si rileva una figura muscolosa, con capelli a spazzola, una giacca scura che copre una maglia dei AC/DC. Il viso mi ricorda terribilmente quello di Chris, solo che il tipo lì porta degli occhiali da sole, sorride beffardo a tutti noi.
«Oh Ares, che diamine ci fai qui nel mio campo?» interviene Dionisio con sguardo annoiato.
Sgrano gli occhi, quello è Ares? Il padre di Chris? Ora capisco da chi ha preso quel ragazzo.
«Salve pivelli, Dionisio sempre a coltivare quel tuo lardo eh? Jäger, Chirone”. Dice il dio facendo un leggero cenno a Nich con un sorriso di disgusto.
Nella stanza c’è un silenzio bestiale, mi giro a sinistra per vedere la faccia di Chris, si è appena dato una botta alla fronte con la mano.
«Non hai risposto alla mia domanda Ares, che ci fai qui?!» ringhia l’altro dio visibilmente sul punto di non ritorno.
«Beh la notizia della nuova profezia è arrivata già all’Olimpo, non lo sapevi? Ah giusto, papà ti ha condannato a rimanere qui per cinquant’anni» esclama poi il dio ridendo in modo odioso.
Non credevo che esistessero dei peggiori di Dionisio, mi sto ricredendo.
«E mi sono affrettato a venire qui per dirvi di portare con voi mio figlio, Christian».
Sgrano gli occhi e apro la bocca...
«Cosa? Papà perché?» mi precede nel chiedere proprio Chris.
«Figlio, dovresti saperlo, la scelta era fra te e Clarisse, ma lei mi serve, quindi dovrai andare tu».
Vedo lui abbassare gli occhi imbarazzato.
«Qualcuno vuole andare contro i voleri del dio della guerra?» chiede con tono di sfida, e per me la tentazione è tanta, ma cerco di non rispondergli.
Lo vedo avanzare vicino a me, per poi scrutarmi con lo sguardo, si leva gli occhiali da sole, mostrando che nelle sue iridi c’è del fuoco che arde di malignità.
«Quindi sei tu, la figlia semidea di Zeus», dice. Poi guarda Anna e Louis, rispettivamente lei alla mia destra e lui alla mia sinistra.
«E voi i figli degli altri due, interessante. Oh mi frutterete tante di quelle guerre» continua poi ridendo.
«Beh avessi saputo che la mia presenza lo rendeva così felice allora mi sarei fatta mangiare da quel Fenrir un mese fa» dico poi respirando profondamente.
Okay forse ho fatto una stronzata, Ares mi guarda con quei occhi orribili, così diversi da quelli di Chris.
«Non mi piacciono le persone con la lingua lunga, ma sei un’amica di mio figlio, quindi farò finta di niente. Ma attenta a come parli la prossima volta», dice per poi scambiare occhiatacce anche agli altri.
«Mi raccomando figlio, spedisci molte persone a trovare il Vecchio Fiato Morto nell’Ade!» si rivolge a Chris, per poi salutarlo facendo il saluto militare, lui fa lo stesso, e poi Ares esce, lasciando un alone di rabbia nella stanza, soprattutto in me.
Come si permette?! Io non voglio permettere che gli dei continuino a ficcare il naso nella mia vita.
«Anna stai facendo scintille» sento la voce della mia amica, si allontana leggermente da me assieme a Lou.
Io però non voglio farci caso, fisso con odio la porta sfondata.
«Credi di far paura?»
La voce di Dioniso cattura la mia attenzione.
«Cosa?» chiedo irritata.
«Credi di far paura con un paio di scintille che ti ronzano attorno? Ti do una dritta ragazzina: non ne fai. E’ per questo che odio i semidei, che odio te e gli altri due: vi credete chissà chi solo perché avete ereditato un paio dei poteri dei vostri paparini».
«Mi perdoni, ma se non erro signore, anche lei una volta era un semidio, sta in pratica odiando ciò che una volta era!» lo interrompe Lou.
Il dio sorride, un sorriso amaro e sarcastico, lo rivolge solo a me, Louis e Anna.
«Io, io ne ho fatte di cose, non sapete cosa ho passato per diventare dio! Ora basta sconfiggere un paio di mostri, per essere definiti “eroi”. Ora il destino dell’Olimpo è in mano a una mocciosa inutile sotto ogni punto di vista, a una nanetta e a un figlio di Poseidone che fa il sapientino. Almeno quegli altri alla fine hanno sconfitto Crono e Gea, ma di voi tre non so che pensare».
Le parole di Dionisio sono dure da digerire, tutti qui dentro si sono offesi, riesco a sentirli protestare, ed è anche la prima volta che vedo Anna e Lou davvero arrabbiati, vedo Chirone che cerca di far calmare inutilmente il dio, Nich non so perché è lì: inerte, non fa nulla. Vorrei gridargli dietro di far finire tutto e spedirci a dormire.
E poi ci sono io, che anche se dentro sono arrabbiata, offesa, piena di rancore e spaventata, rimango però a sentire e a osservare, all’esterno sono tranquilla.
«Sa una cosa?» riesco a parlare con una voce mezza tremante e occhi sgranati fissi sul dio.
«Cosa?»
Dionisio mi fissa, incazzato come non lo avevo mai visto prima e io trattengo il fiato per un attimo.
Avanti, digli quello che pensi, perché tanto lo sai che è vero.
Sono ufficialmente andata fuori di testa, adesso sento di nuovo le voci.
No, non sei pazza. Presto ti accorgerai chi sono davvero.
Sciocchezze, in quanto persone che mi vogliono morta sono a posto così, grazie mille.
Ohw, chi ti dice che ti voglio morta?
«Ha ragione, su tutto, soprattutto su di me, sono inutile».
Cerco di ignorare la voce, che amara mi entra nella testa, sembra quella che mi ha aiutato a salvare Chris.
Il consiglio fa silenzio, tutti biascicano frasi tipo: “ma è pazza? Come può?”, i miei amici iniziano a fissarmi arrabbiati e sorpresi, ma io tengo lo sguardo sul il signor D.
«Ragazzina, se questo è sarcasmo giuro che ti trasformo in un delfino!»
Mi affretto a scuotere la testa, «No, assolutamente. Davvero, mi auguro di morire durante questa missione».
«Anna! Come puoi dire una cosa del genere!?» esclama la mia amica con voce e faccia offesa.
Dionisio mi fissa sorpreso, non so nemmeno io il perché abbia detto quelle cose, ho sempre avuto poca autostima ma penso di aver esagerato questa volta.
La guardo con il naso e gli occhi che mi pizzicano, perché credo di aver detto delle cose orribili.
«Sono sicuro che Anna Soter sia solo stanca. E’ colpa mia, ultimamente li ho fatti lavorare duramente e lei non è ancora abituata» interviene Nicholas venendo vicino a noi, si volta verso uno dei figli di Apollo.
«Ciccio, renditi utile e guarda se ha la febbre», gli ordina.
«No no!» protesto sventolando le braccia «sto benissimo, non ho la febbre».
Nich mi guarda da capo a piede, certo con i graffi e ferite che mi ritrovo non sembra che io sia in piena salute, ma non penso di avere la febbre.
«Va bene, ma dopo prendi della ambrosia. Per quanto riguarda prima, credo che dovrei andare con loro, hanno bisogno di una guida adulta. Penso che se invece la missione andasse a me sarebbe anche meglio. Non vedo il motivo per il quale, se lei non vuole, deve essere a capo per forza».
Lo guardo piena di gratitudine, e gli mimo un “grazie” con le labbra, e lui mi sorride.
«Mi offro anche io per la missione!» dalla parte di Atena qualcuno si alza in piedi.
Lo riconosco come Johnathan, il migliore amico di Nich.
«Credo che sarei molto utile in questa missione. I piani sono la specialità di Atena» continua poi.
Vedo Nich sorridere «Sì, John nei piani è il migliore, non chiederei di meglio».
Johnathan, pur continuando a tenere il viso serio, arrossisce.
«E va bene, Jim, Christopher e Jäger verranno con questi tre, il consiglio si riaprirà domani, sparite non voglio più vedervi!»
Me ne vado alzandomi di scatto, ho la testa pesante e ora voglio solo andarmene via e non tornare più.
Ma so benissimo che quello non potrà mai accadere.

 
 
:.:..angolo delle due A..:.:

Salve! Buongiorno o pomeriggio o come vi pare! Lo so sono passati due mesi ma ehi!
Siamo qui con un bel capitolo, e si che bello la trama va finalmente avanti, da qui in poi ve lo diciamo subito è il macello, ma andiamo con ordine. Come vi è parso questo capitolo tanto atteso? Si lo so non è vero che era atteso, ma lasciateci sognare. Avevate perso le speranze eh? E invece quando meno ve lo aspettate compariamo noi, meglio tardi che mai. Non abbiamo seriamente cose da dire, quindi ringraziamo tutti quanti per la pazienza, e spero che non dobbiate aspettare molto da ora in poi, cercheremo di pubblicare spesso ma non vi promettiamo nulla.
Detto questo baci bacini!
Anna2 


 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Anna2