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Autore: alix7m    10/04/2016    1 recensioni
"Per lei non era di certo un problema, osservarlo così da vicino. Analizzare quel suo viso che a lei - anche se solo a pensarlo le veniva da prendersi a pugni da sola - sembrava semplicemente perfetto, la riempiva di gioia. Una gioia che non era abituata a provare, e a cui presto avrebbe dovuto rinunciare. Era consapevole del fatto che non sarebbe durata, ma avrebbe lottato ugualmente. Perché non poteva farne a meno."
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dominique Weasley, Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Nuovo personaggio | Coppie: James Sirius/Dominique
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Scontro mancato, almeno per ora

 

Nate e Mini stavano camminando per i corridoi di Hogwarts, pronti per il loro primo giorno di scuola. Entrambi attiravano parecchi sguardi tra gli studenti, essendo tra i più popolari della scuola. Nathaniel era un bellissimo ragazzo di sedici anni dotato di spalle larghe, capelli castani e lisci tenuti corti e occhi di un azzurro cristallino. Era abbastanza conosciuto sia per questo suo aspetto che per il Quidditch, e per farla breve molte ragazze speravano di essere notate da lui. Mini, dal canto suo non giocava nella squadra di serpeverde come l'amico, ma era anche lei famosa ad Hogwarts per la sua bellezza. Vantava capelli biondi tenuti lunghi fino al seno, una pelle diafana e un paio di occhi color acquamarina. La bocca carnosa era sempre piegata in un ghigno enigmatico. Inoltre tutti e due possedevano molte qualità tipicamente serpeverdi. Ambiziosi, maliziosi, intelligenti, sfrontati, calcolatori. Si sentivano i padroni della scuola, e forse lo erano davvero. Ignorando tutte le occhiate di maghi e streghe raggiunsero l'aula di Trasfigurazione e si sedettero vicini, attendendo l'inizio della lezione.

«Potter.» Nate fece un cenno al grifondoro quasi – o sicuramente – per infastidirlo. James si irrigidì e lo guardò male. Si diresse verso il suo posto in silenzio.

«Da quando saluti mio cugino?» domandò Mini all'amico con indifferenza, mentre sistemava il suo materiale scolastico sul banco. Nate alzò le spalle poggiò la testa sul palmo della mano sinistra, il gomito posto sul banco.

«Ieri abbiamo parlato di Quidditch. Mi diverte vedere quanto si sforza per essere civile con me.» Dominique alzò gli occhi al cielo.

«Ieri quando, scusa? Siamo stati sempre insieme.»

«Quando tu dormivi in treno.» La Weasley si girò discretamente per osservare James Sirius, la cui espressione imbronciata sembrava ancora più triste a causa dell'allegria di Fred, seduto accanto a lui.

 

 

«E quindi l'hai mollato?» stava domandando Veronica all'amica bionda. Mini annuì mandando giù un boccone purè. Le aveva confidato cosa era successo quell'estate con Jason, ovviamente omettendo qualche parte e cambiandone altre. Certamente non poteva raccontare dell'enorme figura da scema che aveva fatto, non lì a scuola dove chiunque poteva ascoltare. Proprio come pensava infatti, un paio di ragazzine più piccole fecero subito girare la notizia della rottura. Nonostante la Weasley non si fosse allontanata troppo dalla verità, presto tutta la scuola sarebbe venuta a sapere che lei aveva piantato in asso un ragazzo di due anni più grande solo perché le aveva comprato un braccialetto di un colore che non le piaceva.

«Be', non hai bisogno di un tipo come lui. Sei forte, e non ti lascerai abbattere da un essere così insignificante.» Mini le sorrise, cercando di non pensare a quanto in realtà si fosse sentita male quando era venuta a sapere del tradimento.

«Cambiando discorso, Vee, a che punto siamo con i preparativi di stasera?» gli occhi grigi della serpeverde s'illuminarono.

«Tutto pronto, o quasi. Scorpius si sta occupando degli ultimi ritocchi. Oh, e devo dare un'ultima occhiata alla lista degli invitati.» Ogni anno gli studenti di Hogwarts organizzavano una festa per l'inizio della scuola. Quell'anno il l'onere era toccato ai serpeverde. Poco male. Erano loro ad organizzare i party migliori. L'unico sconveniente era dover estendere l'invito a tutta la scuola. Mini s'illuminò all'improvviso.

«Verrà un certo tassorosso?» domandò all'amica con sguardo malizioso. Con un timido sorriso, Veronica puntò gli occhi sul tavolo dei tassi.

«Sì. Ha confermato questa mattina.»

«Bene bene...alla fine delle lezioni ti preparo?» propose la Weasley.

«Non devi disturbarti, Mini.»

«Sciocchezze. Entro stasera cadrà ai tuoi piedi.» si scambiarono un'occhiata d'intesa, per poi girarsi verso Rose Weasley, che le aveva appena raggiunte.

«Vengono tutti i cugini questa sera.» disse tutta trafelata. Veronica, ignorando la faccia disgustata di Mini, rivolse un largo sorriso alla rossa.

«Mmh, immagino che dovrò aumentare la sicurezza. Non vogliamo un incidente come quello dell'anno scorso», mormorò.

«Non dirlo a me» fu la risposta di Dominique, ancora tremendamente imbarazzata dalla figura che le avevano fatto fare i parenti l'anno precedente. Prima che potesse iniziare a far polemica, Vee cambiò argomento, e domandò a Rose con chi sarebbe andata alla festa. Ne seguì un'infinita conversazione su Scorpius Malfoy, e Mini scappò alla prima occasione.

 

 

La Stanza delle Necessità era semplicemente meravigliosa quella sera. Decorazioni di mille colori (il verde risaltava particolarmente), sedie e divanetti che contornavano la pista da ballo, un angolo bar con insegne luminose, e soprattutto ben fornito. Mini poteva dirsi proprio soddisfatta. L'unica cosa che non le andava a genio era la location in sé: non le piaceva usare un'aula che sarebbe dovuta rimanere segreta. Anche se Nate era riuscito a convincere la maggior parte degli invitati che fosse una semplice aula abbandonata.

Veronica era raggiante e bellissima, nel suo vestitino verde smeraldo con la gonna a palloncino*. Le dritte di Dominique erano state utili, e il bel tassorosso l'aveva invitata a ballare quasi subito.

La piccola Rose volteggiava felice tra le braccia del bel Malfoy, entrambi già leggermente brilli. Dominique notò il fratello parlare con gli amici in un angolo della sala e Fred impegnato in un qualche strano gioco alcolico, poco distante. Con la musica alta e l'odore di alcol che impregnava l'aria, tutti i presenti si stavano divertendo. Nate si avvicinò a Mini e la portò a ballare. Voleva farla divertire, soprattutto dopo il brutto periodo che aveva passato. Il ricordo della sua migliore amica in lacrime per colpa di quell'essere riprovevole gli fece montare la rabbia di colpo. Mini non si meritava di esser trattata in quel modo. Si atteggiava da dura, ma lui la conosceva, sapeva quanto fosse fragile. Ogni volta che qualcosa dentro di lei si spezzava, era sempre lui a rimettere insieme i pezzi. La osservò con attenzione: sembrava una piccola fata, come quelle delle storie babbane, pallide e scintillanti; il vestito viola e attillato fasciava perfettamente la sua figura snella e slanciata e le ciocche bionde le colpivano le spalle nude mentre saltava sulle note di una canzone rock. Le sorrise con dolcezza e le porse un bicchiere.

 

James Sirius Potter stava girovagando per i corridoi della scuola, deciso a non tornare alla festa. Aveva la luna storta già da un po', e vedere sua cugina ballare con i serpeverde più viscidi della scuola, per un qualche strano motivo, peggiorò il suo malumore. Non riusciva a spiegarsi come i suoi amici e i suoi cugini riuscissero a divertirsi. E per Merlino, Albus che pensava solo a fare comunella con quella gentaglia?

Sentì dei passi avvicinarsi, accompagnati da sussurri e risatine. Si girò per guardare il corridoio che aveva appena percorso, e pochi istanti dopo comparve Dominique...insieme a Nate Avery. Lui la stava sorreggendo – lei sembrava aver bevuto un po' troppo – mentre le mormorava qualcosa all'orecchio. Quando si accorse della presenza del grifondoro, gli sorrise. James tirò fuori la sua bacchetta e gliela puntò contro.

 

 

«Non ti sembra ti esagerare, James?» domandò Nate, con fare annoiato, per niente preoccupato. La sua bacchetta a portata di mano, e in più era sicuro che Potter non avrebbe mai attaccato finché fosse stato così vicino a sua cugina.

«Smettila, Avery. E lasciala. Non è aria.» Dominique sbatté le palpebre, confusa.

«Jamie, che stai facendo?» James la guardò con occhi sgranati. Da quanti anni non lo chiamava così?

 

 

«Jamie!» Una piccola Dominique, di soli undici anni, riservò al suo cugino preferito un sorriso raggiante.

«Vic mi ha raccontato cosa le hai detto poco fa.» disse lui, con voce gelida. Dopo una frazione di secondo di esitazione, la Weasley comprese.

«E ti ha anche raccontato cosa lei ha detto a me, poco fa?»

«Domi, che ti sta succedendo? Sei in questa casa da neanche un paio di giorni e stai già cambiando... Credevo che non ti saresti fatta condizionare... Pensavo che saresti rimasta te stessa.» Dentro la bambina, qualcosa si spezzò. Jamie l'aveva sempre aiutata, difesa: non si sarebbe mai aspettata di vederlo prendere le parti di Victoire, senza neanche chiederle la sua versione per giunta. E poi perché tutti sembravano pensare che essere serpeverde fosse la cosa peggiore del mondo?

«Mini, non lo ascoltare.» le disse Nate, che aveva capito al volo la situazione. Un vago rossore si presentò sul volto di James.

«Mini?» pronunciò con sdegno.

«Già, Mini. Credo proprio che la nostra conversazione sia appena finita, James.»

 

 

L'attimo di distrazione di James Sirius permise a Nate di tirare fuori la sua, di arma, e di puntarla contro di lui.

«Sarei curioso di sapere anch'io cosa sta facendo, signor Potter. E anche voi, a dire il vero, Avery e Weasley.» I tre si girarono all'unisono verso il preside, appena comparso da un corridoio laterale.

«Correggetemi se sbaglio, ma penso che ora vi tocchi una bella punizione.» Nessuno osò fiatare.

«Bene. Prego, andate pure a dormire ora. Domani alle 8.00 vi voglio vedere nel mio ufficio.» Il professor Vitious li guardò incamminarsi verso i rispettivi dormitori: il grifondoro salì le scale a sinistra e le due serpi presero un corridoio a destra. Doveva ammettere però, di essere quasi divertito. Pensò che probabilmente era colpa dei geni. Potter e Weasley non potevano evitare di cacciarsi nei guai.

   
 
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