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Autore: xAcacia    10/04/2016    1 recensioni
La vita di Cassie è sempre più scombussolata e non è colpa degli altri questa volta.
Ha scelto la sua anima gemella, la cosa che non riesce ancora a capire però è che ci sono molte cose che non sa su di lui. Il suo migliore amico non risponde più nemmeno alle sue telefonate e, come se tutte questi problemi non fossero abbastanza, sembra esserci un distacco anche tra Ivy e Isaac.
Che sia colpa della guerra che sembra essere tutt'altro che imminente?
I mesi passano e di Cole Ruterful non ci sono segni di vita e questo lascia tutti sempre più spaventati e confusi.
Ma alla fine Cassie dovrà decidere e chi sceglierà? La risposta sembra così facile ora, ma purtroppo non lo è, perché in questi mesi Cole e lei legheranno in un modo assurdo e anormale. E di Jeremy che ne sarà? Non è nemmeno questo l’importante. Alla fine Cassie da quale parte sceglierà di stare? Quella di Jeremy, dove la sua sopravvivenza è messa a rischio dalla poca forza di volontà delle altre persone che non si fidano di lei; o da quella di Cole, che sembra volerla proteggere a tutti i costi a patto che lei stia con lui?
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8
Domande senza risposta
 
Scendo di corsa le scale, il mio respiro è irregolare, esattamente come i battiti del mio cuore. So che non dovrei farlo, lo so. So che dovrei semplicemente fare quello per cui sono nata: esercitarmi fino allo sfinimento, imparare strategie e tipologie di demoni, per poi andare a combattere. Eppure più tempo passa e più vorrei andarmene, scappare.
- Cassandra Moonic – mi chiama Alan. Mi fermo di scatto e mi rendo conto che stavo andando verso la porta dell’Istituto. – Dove pensi di andare?
Mi giro verso di lui e lo guardo negli occhi, in questo momento non mi fa paura nemmeno lui. Matt ha gli stessi occhi del padre, me ne accorgo solo adesso, l’unica differenza è che quelli del padre sono freddi e cattivi, quelli del figlio sono solo tristi e sembra perennemente perso in un corpo che non gli appartiene. – Via – rispondo semplicemente.
Ride e sento quel vago senso di imbarazzo che provo ogni volta che lo sento ridere. – Dove, precisamente?
– Via – ripeto io.
– Non sarà così facile. Non quando tornerai, Cassandra – ribatte Alan guardandomi negli occhi, rimango in silenzio e deve aver capito che non ho intenzione di tornare, perché si irrigidisce. – Ti cercherò, Cassandra. Se non tornerai qua.. ti cercherò e ti troverò.. e non sarà piacevole.
Scuoto la testa, confusa e frustrata. – Io non la capisco – sbotto alzando le mani al cielo. – Perché non la facciamo finita e basta?! Perché non mi lascia semplicemente in pace? Perché non mi rinchiude qua dentro?
– Perché so quello che ti ha fatto mio figlio – replica Alan praticamente ringhiando. – Ti devo almeno un favore, ed eccolo qua. Mio figlio a volte può essere molto stupido. E a volte sono io quello che deve rimediare.
Aggrotto la fronte, non può non sapere che è colpa sua se suo figlio è così. – Lei ha creato un ragazzo che non riesce a farsi una vita senza pensare alla felicità di suo padre. Lei ha creato un ragazzo infelice, solo per fare in modo che lei sia felice!
– Lo so, Cassandra. So quello che ho creato e l’ho fatto per renderli più forti. Con Paige ce l’ho fatta, ma Matt è debole. Quindi vai, Cassandra, prima che cambi idea – ringhia il nuovo preside dell’Istituto. Non mi abituerò mai all’idea di Louis Dempson al di fuori di questo Istituto.
Indietreggio e quando so per certo che non cambierà idea mi giro e me ne vado. Non so bene quello che sto facendo, so solo che devo andarmene. Non sono al sicuro qua e non sono nemmeno felice. Non più. Entro dentro la macchina e parto, sto andando veloce, troppo veloce, e mi sto lasciando tutto alle spalle.
Tutto d’un tratto qualcuno si mette davanti alla macchina e così sono costretta a frenare di scatto, sbatto la fronte sul volante e sento il mondo girare troppo velocemente. – Cassie. – È Cole, o almeno così mi sembra. Cerco di guardarlo, ci provo veramente, eppure vedo tutto sfogato. – Cassie, vieni con me – dice aprendo la porta, si inginocchia accanto a me e cerca di guardarmi.
– Perché mi dovrei fidare di te? – chiedo.
– Se vorrai andartene ti lascerò andare. Te lo prometto – mi giura lui guardandomi negli occhi, nonostante io non riesca a vedere bene capisco che è serio e che non mi sta mentendo.
Penso a Cole, penso a Jeremy e a come se decidessi di andare con Cole il suo incubo si realizzerebbe. Penso al suo dolore, alla sua faccia addolorata, al suo modo di fare quando è ferito.. e mi piace. Lui ha ferito me, sono troppo egoista e soprattutto vendicativa per non fare una cosa del genere. E penso a come potrei essere protetta, a come addirittura Alan non riuscirebbe a trovarmi, se solo andassi con Cole. – Prendimi in braccio, Cole – bofonchio. Nonostante la mia voce sia un po’ distorta sembra anche molto chiara e precisa: sono decisa e voglio che mi porti via. Sta sorridendo mentre mi prende in braccio. Sto uccidendo Jeremy, lo sto facendo veramente. Appoggio la testa nell’incavo del collo di Cole e scoppio a piangere, mi stringe a lui facendomi sentire un po’ meglio e mi ricordo che l’ultima volta che qualcuno mi ha abbracciata ho scoperto che mi aveva tradita.
– Adesso ci penso io a te – dichiara Cole andando verso la foresta con ancora me in braccio.
– Ti prego – singhiozzo io. Non so se lo sto pregando di lasciarmi andare o di prendersi cura di me, in questo momento non so proprio niente. Anche le cose che prima ero sicura di sapere, adesso sono sicura di non sapere e capire. Sto andando via, lo sto facendo veramente. Sto andando verso la parte dei cattivi. Dio, se tutto questo non fosse successo, se fossi solo una ragazzina di sedici anni con problemi adolescenziali tutto questo non sarebbe un mio problema. Invece no, sono una Cacciatrice. – Ti prego, fammi essere umana – lo supplico io capendo quello che voglio veramente. – Non voglio più avere paura, Cole.
– Purtroppo non posso farti tornare umana, ma posso fare in modo che tu non abbia più paura – mi risponde lui continuando a camminare. – Con me accanto, Cassie, non ti potrà mai succedere niente di male.
Ed è vero: non mi può succedere niente di male, a parte Cole. Nessuno mi può fare del male, a parte Cole. – Fammi dire “addio” – mormoro.
– Il mio amichetto porterà a loro tutti i messaggi che vuoi, intanto però andiamo a casa – ribatte lui e mi sembra così carino che quasi sorrido. C’è qualcosa di diverso in lui sta sera, mi sembra quasi innocuo, come se non mi potesse fare del male nessuno, nemmeno lui e nemmeno il sole o la notte.  Annuisco e basta, il buio e il silenzio della foresta non mi fanno paura, anzi mi rilassare e quasi dormire. E notte diventerò, penso continuando a stringerlo a me. – Oh, Cassie, ti farò scoprire cose grandiose! Il mio mondo è grandioso! – esclama lui, fiero di sé.
Accenno un sorriso, troppo stanca per fare altro. Sono successe così tante cose questa notte, e sono così stanca di tutto questo. Eccolo, era questo lo scopo di Cole: mi voleva prendere ma voleva avere il mio permesso, e sapeva che esso poteva averlo solo quando ero in questo stato. E va bene così… sono troppo stanca per fare qualsiasi altra cosa. Quindi sì, lascio la mia vita nelle sue mani perché, sinceramente, sono troppo instabile e stanca per farlo da sola. E si vede, visto che andando dalla parte dei cattivi.
 
È mattina ormai e mi trovo nel cottage di Cole, nella mia nuova camera arredata come quella di un reale, e sto cercando di scrivere delle lettere ai miei amici. La prima è per Ivy, quella che ha bisogno più scuse e spiegazioni possibili. È difficile farle capire quello che sto provando, il perché io abbia scelto di andarmene, senza averla qua davanti a me per vedere e capire ogni sua espressione facciale.
“Ciao, Ivy.
Mi dispiace così tanto. Mi ricordo, tanti giorni fa, quando mi avevi detto che ero forte. Bé, ieri ho capito che non lo sono veramente. Mi dispiace essere quello che sono. Eppure credo di aver scelto la via più facile. L’ho fatto, Ivy. Mi dispiace. Sei sempre stata così gentile con me. La verità è che sei tu quella forte qua, io sono quella che non riesce più ad andare avanti. Credo che ti debba spiegare cos’è successo ieri sera.. credo tu sia l’unica a meritare delle spiegazioni.
Ero distrutta per quello che era successo con Matt, ho cercato di aiutarlo ma lui mi ha ripagato baciandomi, quando io non lo volevo. Poi è arrivato Jeremy… Lo volevo così tanto, Ivy. Lo volevo accanto a me, e così è stato. O almeno fino a quando non ho capito che mi aveva tradito con Paige. Non credo ci sia andato a letto insieme, però so che mi stava mentendo quando mi diceva che non era successo niente tra loro due. Qualcosa era successo, lo sentivo. Sai, quella mattina avevo sognato che lei riusciva a prenderlo. Ed è successo. Ero ancora più distrutta, e così ho deciso di andarmene, solo per un po’ di tempo, volevo cercare di staccare almeno un po’ la spina.
Poi Alan mi ha scoperta e mi ha detto che se non fossi tornata mi avrebbe cercata, aggiungendo che mi lasciava andare solo perché aveva saputo quello che era successo con Matt. Così me ne sono andata, Ivy. Me ne volevo andare e non tornare più, eppure non sapevo come fare. Ho preso la macchina e sono partita; andavo così veloce, Ivy.. Ero così determinata a lasciarmi tutto alle spalle. Ma qualcuno si è posizionato davanti a me ed ho dovuto fare una frenata d’emergenza, sono andata a sbattere contro il volante e poi è arrivato Cole. Era Cole. Mi ha chiesto se volevo andare con lui, mi ha pregata… ed io ho accettato. Avevo sbattuto la testa, forse era per quello. So che sta per uccidere tutti, ma voglio che tu sappia che cercherò di fargli cambiare idea. E se non la cambierà, bé.. lo sai.
Mi mancherai veramente tanto. Ti voglio bene, Ivy Dempson.
Un consiglio dall’amica che ti ha appena lasciata: parla con Isaac. È così innamorato di te! E credo che abbiamo bisogno di te, in questo momento. Sta passando un brutto periodo, come tutti d’altronde. Fallo, per favore. Lo sai che è questo quello che devi fare.
Mi dispiace, Ivy.
                                                                                                                                                                             Cassie Moonic
 
Dopo la decima volta che la scrivo decido di lasciar stare e di mandare quest’ultima lettera che le ho scritto. Prendo un altro foglio, mi mordicchio un po’ il labbro pensando ad Isaac e prendo la penna, pronta a scrivere anche a lui.
“Ehi, Isaac.
Sei sempre stato abbastanza dolce con me e quando non lo eri riuscivi sempre a farmi dimenticare il tuo sbaglio. Abbiamo litigato un paio di volte e so che, dopo che ti avrò detto quello che ti sto per dire, vorrai litigare così tanto con me che forse verrai addirittura a cercarmi.
Non farlo. Non cercarmi. Chiaro?
Me ne sono andata, Isaac. E ti dico dove sono solo perché sennò te lo verrebbe a dire Ivy. Sono da Cole, ma molto probabilmente già l’avevi immaginato.
Lo so, lo so. Stupida azione. Ma sono sempre stata stupida e credo che tu questo l’avessi già capito da tanto tempo. Forse più che stupida sono debole. E tu avevi capito pure questo sin dall’inizio.
Mi dispiace, Isaac. Cercherò di fare il possibile per darvi un finale migliore, almeno questo ve lo devo. Mi dispiace non averti conosciuto per quello che eri, ma solo per il ragazzo che cercava di difendere il suo migliore amico. So che sei più di questo, so che sei più del solito chiacchierone che cerca sempre di mettere bocca su tutto.
Un consiglio: parla con Ivy. Voi pensate che non siete destinati? Bé, io ti dico che non ho mai visto persona che si appartengono più di voi due. E so che tu la ami, lo vedo da come la guardi, da come la proteggi. Non allontanarti da lei solo perché non siete destinati. Ricordati quello che ti ho detto tanto tempo fa, quando ci siamo conosciuti. Ricordatelo.
Ti voglio bene, mi mancherai.
                                                                                                                                                                            Cassie Moonic”
 
Penso ai miei amici, penso ai ricordi che ho di loro, pochi ricordi se messi in confronto a tutti quelli che avremmo potuto avere se solo Louis Dempson non fosse stato licenziato, se solo io non fossi scappata come un cagnolino spaventato. Decido quindi di scrivere anche a Scott ed Eireen.
“Ciao, ragazzi.
Da quando Scott ha conosciuto te, Eireen, è cambiato, è diventato migliore. Quando lo vedo in giro quasi conto fino a tre e aspetto che tu spunta da qualche parte solo per stare con lui. La stessa cosa vale per te, Scott. Non credo di aver mai conosciuto amore più appiccicoso, più sincero e più sentito. Siete dispisti a fare qualsiasi cosa per l’altro. Per favore, non fate come Ivy ed Isaac, che si sono lasciati per paura di soffrire. Siete unici insieme.
Vi scrivo perché me ne sono andata. Mi dispiace, ma a quanto pare non sono così forte come speravo. E so che voi siete più forti di me e so che se rimarrete insieme sarete invincibili.
Vi voglio bene e mi mancherete.
                                                                                                                                                                            Cassie Moonic”
 
Penso ad un mio amico, che è quasi sempre stato solo un conoscente per me e a volte mi dava quasi noia stare insieme a lui. Avevo sempre paura che ci provasse con me, perché puntualmente lo faceva ogni volta che abbassavo la guardia. Eppure quel ragazzo è riuscito ad entrare nel mio cuore, è riuscito a farmi vedere tanti piccoli lati di lui che alla fine non faceva vedere a nessuno. E lo so che l’ha quasi fatto senza accorgersene, ma infondo so chi è, e per questo ho bisogno di scrivere anche a lui.
“Ciao, stupido.
Sei così stronzo e presuntuoso che ancora mi verrebbe da odiarti. Eppure alla fine ti voglio bene. Ci hai provato così tanto con me, mi hai angosciata e.. quasi ci sei riuscito. Complimenti.
Sei un bel ragazzo, Harry, e sono sicura che sotto quella maschera c’è anche il ragazzo con un cuore enorme che ho sempre aspettato di vedere. Smettila di fare finta che non ti importi di niente. Sciogli, non avere così paura del giudizio degli altri e vedrai che riuscirai ad essere veramente felice. Non so la tua storia, ma immagino che sia veramente dura.
Sii te stesso, Harry. Quello che fai finta di essere non sei tu ed io l’ho capito tanto tempo fa.
Comunque ti ho scritto solo perché, per quanto ti stia dicendo di essere forte, me ne sono andata. Quindi, per favore, sii più forte di me. Ce la puoi fare, Harry. Io credo in te.
Ti voglio bene e mi mancherai.
                                                                                                                                                                             Cassie Moonic”
 
Per quanto sia da stupidi e quasi masochisti, decido di scrivere anche a Matt. Sono divisa in due: una parte di me è terrorizzata da lui ed è infuriata; l’altra parte però prova solo pena per un ragazzo che ha evidenti problemi mentali, causati dal suo rapporto con il padre.
“Ciao, Matt.
Non ti meriteresti questa schifosa lettera.. non te la meriteresti veramente, ma te la voglio scrivere ugualmente. Voglio farti sapere che sei stato uno schifo di ragazzo ieri sera. Ma so che è anche colpa di tuo padre se sei quello che sei.
Trova te stesso, Matt. Fallo per te. Sii felice per te, non per gli altri. Sii te stesso. Scappa e fai la tua vita, ce la puoi fare. Hai ventuno anni, puoi fare quello che vuoi ormai. Vattene, scappa da quell’uomo che chiami “padre”. Puoi essere un bravo ragazzo, Matt. Mi sta a cuore il tuo futuro anche dopo tutto quello che hai fatto… Per favore, fallo per te, o fallo per il te migliore; si te stesso. Fai quello che vuoi fare. Ce li avrai sicuramente dei desideri. Quindi vai.
So che è difficile, ma ce la puoi fare, Matt. Ce la puoi fare veramente. Fallo e vedrai che non te ne pentirai. Rimani là e vedrai che te ne pentirai per tutta la vita.
                                                                                                                                                                            Cassie Moonic”
 
E, per quanto mi faccia male ammetterlo, devo dare una spiegazione pure a Jeremy. Non me la sento di lasciarlo così, senza nemmeno dirgli addio. Una parte di me sa che tra noi non ci sarà mai un addio vero e sincero, perché essendo destinati sarà il destino stesso a ricongiungerci. Eppure ha perso tutta la mia fiducia, sarà difficile tornare come eravamo prima, soprattutto adesso che sto qua.
“Non voglio salutarti. Tutte le mie lettere sono iniziate con un semplice e banale saluto, il problema è che non ti voglio salutare.
Mi hai fatto veramente male, Jeremy Ruterful. Ma so che ti sto per fare ancora più male, forse. Non credo di essere stata una buona ragazza, ma d’altronde non lo sei stato nemmeno tu. Non avremmo dovuto provarci.. non avremmo dovuto. Abbiamo peggiorato tutto.
Ti ricordi quando mi hai detto che mi avevi già vista prima del nostro primo incontro di sguardi all’Istituto? Ti ricordi quando io poi ho deciso di rimanere per te? Mi sembrava tutto perfetto. Poteva esserlo, o almeno così pensavo. Il problema è che non potrà mai essere perfetto se nella storia ci siamo noi due. Noi siamo tutto tranne che perfetti insieme.
Ci facciamo male, davvero male. E poi, per qualche strano motivo, ci riproviamo e ci rifacciamo male. E tutto ricomincia da capo. Io cerco di lasciarti stare, tu cerchi di lasciarmi stare, ma non ci riusciamo mai. È una ruota ed io sono dovuta scendere.
Me ne sono andata, Jeremy. E te lo devo dire perché preferisco che lo venga a sapere da me, invece che da Ivy, o Isaac, o altri. Cole mi ha presa. Ma sono stata io a farmi prendere. Ho solo bisogno di.. stare al sicuro e bene. E stare là non mi fa stare né al sicuro.. né bene.
Sono stanca ed egoista. Maledettamente egoista. Eppure credo lo sia anche tu.
Quello che mi hai fatto.. Ti ricordi come abbiamo iniziato la giornata, ieri? Stava andando tutto bene.
Non ti ho voluto salutare, ma lo voglio fare adesso.
Ciao, Jeremy Ruterful. Sappi che sei stato l’uomo più importante della mia vita subito dopo mio padre, e che nessuno riuscirà a prendere il tuo posto. Ti ho sempre amato e.. purtroppo credo che sarà veramente per sempre.
Non mi cercare. Non voglio essere trovata.
                                                                                                                                                                             Cassie Moonic”
 
Inevitabilmente penso anche a quel piccolino. Quel piccolino che ogni sera viene in camera mia a raccontarmi la sua giornata, i suoi progressi e i suoi disastri. Quel piccolino che ho salvato da un vampiro, che strillava come nessun’altro per la perdita dei suoi genitori. Quel piccolino che, nonostante la tenera età, è riuscito ad andare avanti e fare quello che più gli piace e più lo entusiasma: diventare un Cacciatore. E sì, sono tutt’ora contraria a quest’idea, però almeno sta là, dove tutti noi lo possiamo controllare, e sembra almeno un po’ felice.
Penso anche a lui e non posso fare a meno di scrivere una piccola lettera anche a lui.
“Ciao, Grande Uomo.
Lo sai, sei così carino con quei tuoi capelli ricci! Da grande farai impazzire le ragazze, compresa me. Solo che a me farai impazzire perché non riuscirò a starti dietro e a farti calmare un attimo. Se sei così bello adesso, non mi voglio immaginare cosa diventerai dopo.
Sei così forte, Chris. Sei così… te. Non creo di aver mai conosciuto persona più forte di te, ometto mio.
Ti voglio davvero tanto bene e mi dispiace dirtelo così, ma purtroppo me ne sono andata. Non sarà per sempre, tesoro mio. Ritornerò, e ritornerò per te. Non ti ho abbandonato. Ricordati che quando avrai bisogno di me potrai chiamarmi. Oppure guardare la luna e pensare a me, ed io la guarderò e penserò a te. So che è difficile da pensare e da credere.. Sono una codarda e mi odierai per tanto tempo. Però io ti voglio bene e ti lascio sapendo che sei in buone mani con Jeremy, Isaac ed Ivy. Ti voglio tanto bene anche loro.
Mi dispiace, ma ricordati che ritornerò quando meno te l’aspetterai.
Ti voglio bene. Tanto bene.
                                                                                                                                                                            Cassie Moonic”
 
Finito di scrivere anche quest’ultima lettera decido di andare da Cole, sta al cellulare e guarda fuori dalla piccola finestra del cottage. Deve avermi sentito arrivare perché poco dopo si gira verso di me ed attacca. – Ho fatto – annuncio io freddamente. Mi è ancora difficile guardarlo con occhi indifferenti, per me è ancora quel matto che mi aveva legata a lui solo per farmi provare tanto dolore quanto lo provava lui.
– Va bene – mormora lui, fa un fischio e un uccellino appare dopo pochissimo tempo dal nulla. Si posa sulla mia spalla ed apre il becco, rimango a fissarlo per un po’ di tempo, come stordita, poi capisco che devo mettere tutte le lettere nel suo becco e lui, stranamente, sembra riuscire a volare anche con tutto quel peso in più.
Faccio un sospiro sapendo che quelle lettere stanno andando ai destinatari, mi immagino tutte le reazioni che avranno e quella che mi mette più in ansia è quella del piccolo Chris. Penso a quel giorno in cui tornerò da lui e sarà una persona diversa, ma solo con me, perché l’ho deluso come persona e come amica. – Senti.. devo parlare con Austin – borbotto, un po’ incerta.
Mi guarda senza dire niente per un bel po’ di tempo, sembra studiare ogni singola reazione del mio corpo e cercare di reprimere ogni risposta del suo. – Austin? Il ragazzo che ti ha baciata? No – risponde lui, seccato.
– No, no, aspetta – ringhio io avvicinandomi un po’ a lui, già infastidita. – Non puoi dirmi cosa fare e cosa non fare. Sbaglio o avevamo un accordo?
– Mi stai sfidando? – chiede Cole avvicinandosi a me, irritato.
– Ti sto ricordando una cosa che è successa giusto ieri sera – replico io. Entrambi rimaniamo in silenzio per un tempo fin troppo lungo, durante il quale mi guarda con aria torva e io cerco di essere all’altezza di quello sguardo omicida, poi tutto d’un tratto sorride facendomi rabbrividire.
– Tutto quello che vuoi, piccola – dice continuando a sorridere.
Aggrotto la fronte, confusa e un po’ spaventata da quel suo cambio di espressione. Il mio stomaco inizia a ristringersi, esattamente come vorrebbe fare il resto del mio corpo. – Allora io vado – bofonchio. Annuisce continuando a sorridermi con quei suoi denti bianchissimi, faccio per andare quando mi fermo, mi giro un’altra volta verso di lui, che continua a fissarmi e sorridermi. – Dov’è la fregatura? – chiedo io con diffidenza.
Scoppia a ridere, devo fargli così ridere che si tiene anche la pancia e si piega in due. Questo non fa altro che confermarmi il fatto che non è esattamente il tipo di persona che ha un cervello intatto e funzionante. Inizio a pensare che il suo cervello funzioni più a intermittenza, in realtà. – Voglio solo la tua fiducia, Cassie – risponde lui smettendo di ridere, eppure continua a sorridermi in quel modo strano che mi da i brividi.
– Tu sai che non ci sarà mai più niente tra noi due, vero? – chiedo io, sincera. Non voglio farlo arrabbiare, sul serio, ma credo sia giusto cercare subito un compromesso tra noi. Se devo rimanere qua, tanto vale dirglielo subito. Eppure quando il suo sorriso scompare sento solo il mio stomaco che inizia a darmi fastidio un’altra volta e i battiti del cuore che accelerano. So che vuole fare qualcosa e so pure cosa. – Per faovre, Cole, non rovinare tutto – sussurro io, spaventata.
– Tu-sei-un-incubo – ringhia lui venendo verso di me. Mi appiattisco al muro sentendo il suo corpo vicinissimo al mio e chiudo gli occhi. – Sei l’unica persona che mi interessa – mi sussurra all’orecchio prima di baciare quella parte del collo che sta appena sotto dell’orecchio. Strizzo gli occhi vedendo lo sguardo deluso e triste di Jeremy. – Stai pensando a lui! – tuona lui mettendomi le mani al collo.
– Cole? – lo chiamo io mentre i suoi occhi verdi fiammeggiano a causa della rabbia. Mi lascia andare e non perdo tempo: scappo via dal cottage. So che mi aspetterà a casa, ma ho così paura di entrarci un’altra volta… Corro cadendo ogni volta per qualche radice troppo alta, vado in mezzo alla strada e quasi vengo investita da una macchina, la quale mi prende, ma senza prendermi veramente.
Mi attraversa completamente. Al volante c’è Alan e sembra non avermi nemmeno notato.  
Mi guardo attorno con il cuore a mille. Che sta succedendo? Sono un fantasma? Sono morta? Cosa diavolo sta succedendo?! Mi metto una mano davanti la bocca singhiozzando un’altra volta come una bambina. Una bambina indifesa.
Dopo vari tentativi di capire cosa sta succedendo, capisco che Cole mi ha fatto fare un incantesimo di invisibilità, capendo anche il suo sorrisino stampato in faccia. Prendo il cellulare e mi accorgo che ci sono molte chiamate perse: otto da Jeremy da mezzanotte in poi; cinque da Ivy di mezz’ora fa; quattro da Isaac, anch’esse di mezz’ora fa; tre da Scott e altre tre da Eireen. Faccio un balzo sentendo il cellulare vibrare un’altra volta: è Jeremy. Ignoro la chiamata e chiamo Austin.
– C-Cassie? – balbetta lui. – Mi hanno chiamato i tuoi amici, erano disperati, mi hanno chiesto dov’eri ma io non lo sapevo e… Dove sei?
– Nel bosco – rispondo io continuando ad avere una voce tremolante. Alzo gli occhi al cielo sapendo di stare per scoppiare a piangere, di nuovo. – Non so che fare, Austin.
– Ti vengo a prendere. Vai in strada, sai che è pericoloso il bosco. Ti vengo a prendere e..
– Austin, non credo tu possa vedermi – lo avviso piangendo.
– Che significa? – chiede, perplesso.
– Credo che Cole mi abbia fatto un incantesimo. Non mi vedono, Austin – replico io continuando a piangere. Mi sento ancora più sola di prima, ancora più spaventata di quando abitavo insieme ad Alan. Non mi sono mai sentita così sbagliata. – L’ha fatto. L’ha fatto per… – mi fermo per prendere un po’ d’aria, dal momento che mi sembra di stare per avere un attacco di panico. – Sono così stanca, Austin.
– Sto venendo, Cassie, ma tu continua a parlare con me, ok? – chiede lui, la sua voce traspira solo preoccupazione. Mi sento in colpa, mi sento egoista. Inizio a pensare ai miei genitori, a quanto potrebbero essere delusi da me e inevitabilmente penso anche ai genitori di Jeremy, i quali mi staranno odiando.
Una macchina si ferma proprio davanti a me, scende Austin senza nemmeno mettere il freno e mi abbraccia. Lo stringo a me continuando  a piangere. – Austin – lo chiamo io continuando a piangere.
Per molto tempo rimaniamo così, con Austin che mi accarezza la schiena mormorandomi cose dolci e io che continuo a piangere. – Ci sono io qua, stai tranquilla – sussurra lui baciandomi la fronte. – Ti voglio bene.
– Portami via da qua.
 
Sono seduta sul letto di Austin e non faccio altro che pensare all’incantesimo. Come ha fatto Austin a vedermi? Perché lui è riuscito a vedermi e invece Alan no? Che ha fatto Cole? Ho solo domande e nessuna risposta, devo per forza parlare con Cole e cercare di capire la situazione. Di certo non posso rimanere qua, da Austin. Lo metterei troppo in pericolo e adesso non posso pensare pure a salvare lui, devo prima capire cosa fare con me.
– Tieni – dice Austin porgendomi una tazza di cioccolata calda, riportandomi nel mondo reale. La prendo e gli sorrido per ringraziarlo. – Dovremmo chiamare i tuoi amici. Non puoi stare da quel pazzo, Cassie – borbotta lui e scuoto la testa per fargli capire che sono contraria. – Cassie, ti ha fatto del male mesi fa. Non è cambiato e lo sai benissimo.
– Tu credi veramente che mi metterei un’altra volta con lui? – chiedo io guardandolo con aria torva. – Glie l’ho detto anche a lui e non l’ha presa molto bene. Il problema è che lui a volte riesce a capire quando penso a Jeremy e..
– L’ha capito anche questa volta – mormora Austin finendo la mia frase. Annuisco continuando a guardare la tazza. – So che quello che fatto non è stato bello. È orribile in effetti, ma quando mi ha chiamato era completamente andato con la testa. Anche quando mi ha chiamato quella Ivy si sentivano le sue urla, mi sa che stava spaccando tutto. C’era un baccano assurdo – bofonchia lui scuotendo la testa. – Cassie, tu lo ami più di testa e lui.. è complicato, molto complicato, ma ti ama anche lui.
– Non mi interessa – borbotto io. – Prima con Allison, ora con Paige.. Non posso farcela. In più adesso c’è questo nuovo preside e non gli sto molto simpatica. Vuole che la sua figliola si metta con Jeremy ed io ho cercato di mettergli i bastoni tra le ruote. Mi sono pentita della scelta che ho fatto andando da Cole. Me ne sono pentita subito, ma almeno adesso posso rendermi utile.
– Come? – chiede Austin, cauto. – Cassie, non puoi essere l’eroina del mondo. Questo lo sai, vero?
– Non voglio esserlo, Austin – rispondo io guardandolo negli occhi. – Ma posso fermare Cole.
– Non è vero! – sbotta Austin. – Hai solo sedici anni, maledizione! Non puoi salvare il mondo! Quello lo dovrebbero fare gli Anziani, ma quei fannulloni se ne sono andati! Sono scappati o cosa? Bé, dovresti fare la stessa cosa!
– Appunto, Austin! – urlo io. – Se ne sono andati! C’è solo il Primo e lui deve avere a che fare con Cole o con gli altri pazzi!
– Non mi interessa niente! Se continui così ti farai ammazzare, Cassie! Ok, sei una White-qualcosa ma questo non significa che sei infallibile! – tuona lui alzandosi dal letto.
– Non voglio litigare, Austin.
– E allora smettila di essere quella che può salvare il mondo. Smettila! Non pensi a cosa succederà se non ce la farai? Non pensi a come starà Ivy, il suo fidanzato, Jeremy, Cole.. me?! – chiede lui, infuriato, e non rispondo. La verità è che non ci ho pensato, perché se non ce la dovessi fare purtroppo non credo che gli altri avrebbero tante altre possibilità di vivere. Io posso colpirlo, perché prova qualcosa per me e questo mi rende il compito facile: devo solo fare in modo che si fidi di me. Ma per gli altri.. è una cosa impossibile. – Per piacere, ripensaci – mormora lui dopo un po’. – Tu non riesci a capire in che casino ti stai cacciando.
– Sì, invece – ringhio io alzando gli occhi al cielo.
– No, non lo sai. Se vai avanti così, sarò costretto di dire ai tuoi amici dove vivi.
Scoppio a ridere, infastidita. – Perché, secondo e non lo sanno? Tutti sanno che Cole vive nel bosco vicino all’Istituto di Boston. Lo sanno tutti. Eppure nessuno trova niente. Secondo te perché? – chiedo io e questa volta è lui a rimanere zitto, fulminandomi con lo sguardo.
 
Scendo dalla macchina di Austin subito dopo aver chiarito con lui la storia del bacio e avergli detto che gli voglio bene, entro nel bosco e cerco di programmare la mia prossima discussione con Cole. Non aveva il diritto di farmi quello che ha fatto, ma so che l’ha fatto per il mio bene.
Chiudo la porta dietro di me sbattendola violentemente, in modo tale da far sussultare i demoni che ricordano vagamente le salsicce, e si girano verso di me. – Che ci fate voi qua? – sbotto io.
– Siamo qui per parlare con il capo – risponde uno. Non riesco a fare finta di niente, non riesco ad avere un’espressione neutra. Sono orribili con quegli artigli al posto delle dita, la pelle completamente blu scura e degli occhi rossi scuri.
– E dove sarebbe il “capo”? – chiedo, con tanto di virgolette ironiche.
– Qua – risponde Cole entrando in salone con il suo solito cellulare in mano. Lo fulmino subito con gli occhi mentre mi fa quel suo medesimo sorrisino innocente. – È successo qualcosa, piccola?
– Non lo so, dimmelo tu – ringhio io.
Ridacchia facendomi solo arrabbiare di più. – Dopo ne parliamo, adesso ho da fare con questi signori – risponde lui alzando lo sguardo sui demoni  per guardarli uno ad no. Mi siedo su una poltrona e aspetto che inizi a parlare con quest’ultimi, eppure tutti sembrano guardarmi con sufficienza. – Non fare la ragazzina, Cassie. Non puoi stare qua – mi rimprovera Cole. Lo guardo sorridendogli, sfidandolo ancora di più. – Cassie. Vai. Ora.
– E perché? Cosa c’è di così segreto? – chiedo io usando il suo sorrisino malvagio contro di lui. Accavallo le gambe sedendomi meglio, Cole però posa il cellulare sul tavolino e viene verso di me, mi prende il braccio e mi fa alzare con la forza. – Non si tratta così una donna – ringhio io.
– Tu sei una ragazzina che ha bisogno di una bella lezioncina, Cassie – dice lui digrignando i denti… esattamente come fa il fratello quando è troppo arrabbiato. – Non-pensare-a-lui – ringhia lui e mi lancia il braccio solo quando siamo in camera mia. – Non mi fare pentire di averti portato qua – borbotta lui guardandomi con occhi fiammeggianti.
– Cosa c’è di così segreto? – riprovo io.
– Lo sai cos’è – replica lui a denti stretti. – Rimani qua fino a quando non te lo dico. Il mio amichetto  farà di guardia alla tua porta in modo tale che tu non possa uscire per origliare le nostre conversazioni – aggiunge e un demone-serpente appare proprio accanto a lui.
– Bene – bofonchio io incrociando le braccia al petto. Mi guarda male per l’ultima volta e poi se ne va insieme al demone. Sbuffo e mi siedo sul letto per cercare di tranquillizzarmi, dopo poco tempo però mi alzo e vado vicino alla porta per cercare di sentire qualcosa della conversazione tra Cole ed i demoni blu, eppure riesco solo a sentire le voci senza capire le parole.
Sono costretta ad aspettare Cole per ben un’ora. So che i demoni se ne sono andati perché non sento più la solita puzza che lasciano loro e perché i miei sensi sono appena ritornati alla normalità. Per questo non sono molto sorpresa quando la porta si spalanca senza preavviso e spunta Cole.
– Ce l’hai fatta!
Non sembra più arrabbiato con me, anzi mi sorride un’altra volta e mi fa sedere sul letto vicino a lui. – Dimmi tutto, piccola.
– Che mi hai fatto? – chiedo io freddamente.
– Un incantesimo, mentre eri praticamente svenuta sul letto ieri sera. Era l’unico modo per non farti rintracciare dal preside e dagli Anziani. È per questo che ti possono vedere tutti, tranne le persone che ti vogliono rintracciare – risponde lui senza troppi giri di parole. Sembra a suo agio a parlare con me di queste cose, non sembra sentirsi nemmeno in colpa e in fondo capisco perché. In realtà, non sono nemmeno tanto arrabbiata con lui per questo fatto, ma per il suo modo di fare quando si arrabbia.
– E Alan ha a che fare con te? – chiedo io, cambiando discorso. Spero che non si accorga di questo mio cambio di discorso, o che almeno si fidi abbastanza di me per parlarmene, ma si alza e va verso la mia porta. Non deve essere un gran bel segno. – Che fai?
– La nostra chiacchierata è finita – replica lui girandosi verso di me.
– Perché? Ho così tante altre domande da farti!
– Perché queste faccende non ti riguardano. Non mi fido di te. Te ne sei andata dal tuo ex ragazzo e poi sei tornata arrabbiata. So quello che vuoi fare, Cassie. Non sono stupido. Ma non ce la farai e infondo lo sai anche tu, è per questo che sembri così insicura di te stessa: sai benissimo che non ci riuscirai.
– Io non voglio fare niente – mormoro io mentre il sangue nelle mie vene sembra gelarsi.
– Sì, che vuoi fare qualcosa. So benissimo cosa e ti dico subito che non ci riuscirai – ringhia lui continuando a guardarmi con quei suoi profondi occhi verdi, che ogni volta non fanno altro che riflettere tutte le sue emozioni. – Ti consiglio di lasciare stare, prima che ti faccia male da sola.
– Cole! Per favore! – esclamo io vedendolo andarsene. – Devo sapere queste cose! – tento di dire, ma questa volta nemmeno si ferma e mi esclude un’altra volta dal suo modo, lasciandomi sola ed indifesa.

Angolo Autrice:
Ops! Esattamente, è successo veramente! Cassie è scappata ed è andata da Cole. Vi avverto: da qua le cose inizieranno a farsi veramente difficili e ne vedrete delle belle. Ci saranno momenti in cui odierete prima un fratello e poi l'altro, fino a quando vi verrà il mal di testa solo al pensiero di questa storia ahahah.
Vi chiedo come sempre di lasciare una recensione per farmi sapere cosa ne pensate del capitolo e dei vari personaggi. Ultimamente vi sta piacendo molto Cole, è ancora così? Ringrazio tutte le persone che stanno lasciando recensioni, sapete che per me è molto importante sapere i vostri pareri... quindi grazie, grazie, grazie.
Mi scuso per tutti gli errori, purtroppo però sono veramente stanca e, come avrete notato, mi deconcentro facilmente ahahah.
Un bacio e al prossimo capitolo.

 
  
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