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Autore: xAcacia    23/05/2016    0 recensioni
La vita di Cassie è sempre più scombussolata e non è colpa degli altri questa volta.
Ha scelto la sua anima gemella, la cosa che non riesce ancora a capire però è che ci sono molte cose che non sa su di lui. Il suo migliore amico non risponde più nemmeno alle sue telefonate e, come se tutte questi problemi non fossero abbastanza, sembra esserci un distacco anche tra Ivy e Isaac.
Che sia colpa della guerra che sembra essere tutt'altro che imminente?
I mesi passano e di Cole Ruterful non ci sono segni di vita e questo lascia tutti sempre più spaventati e confusi.
Ma alla fine Cassie dovrà decidere e chi sceglierà? La risposta sembra così facile ora, ma purtroppo non lo è, perché in questi mesi Cole e lei legheranno in un modo assurdo e anormale. E di Jeremy che ne sarà? Non è nemmeno questo l’importante. Alla fine Cassie da quale parte sceglierà di stare? Quella di Jeremy, dove la sua sopravvivenza è messa a rischio dalla poca forza di volontà delle altre persone che non si fidano di lei; o da quella di Cole, che sembra volerla proteggere a tutti i costi a patto che lei stia con lui?
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9
Mancanza
 
Mi sveglio di soprassalto, come ormai tutte le mattine, e mi guardo intorno fino a quando non mi rendo conto che sono ancora nel cottage di Cole. Mi siedo sentendo la porta principale sbattere e così, incuriosita, mi alzo dal letto e vado in salone.
- Quindi dobbiamo farlo il più presto possibile – continua un discorso un demone. La prima cosa che mi viene in mente è di prendere un coltello e tirarlo in testa al demone, poi però mi rendo conto che sembra essere devoto a Cole, e questo mi ferma.
– Sì, ma quando? – chiede Cole, spazientito, sembra anche un po’ nervoso e si tocca in continuazione il mento. Faccio finta di tossire e così il demone e Cole si girano verso di me. – Buongiorno! – esclama Cole fermandosi di scatto per guardarmi con ancora un dito sul mento.
– Buongiorno – borbotto io accennando un sorriso. Guardo il demone e mi accorgo che ce ne sono altri due davanti la porta, aggrotto la fronte e guardo Cole. – Mi preparo ed esco – annuncio io. So che quando ci sono così tanti demoni Cole preferirebbe che io stessi o in camera mia o fuori, e se voglio che lui inizi a fidarsi di me devo iniziare a prendere in considerazione anche quello che vuole lui e non solo quello che voglio io. Cole infatti mi sorride, soddisfatto, e annuisce. Dopo essermi vestita, esco dalla mia stanza e torno in salone, i demoni e Cole diventano improvvisamente muti ed iniziano a fissarmi. Li guardo male ed avanzo verso la porta, abbastanza imbarazzata, per poi girarmi verso di loro e salutarmi.
– A dopo – dice Cole salutandomi con la mano, troppo concentrato con la questione dei demoni per essere interessato a me, e mi sta benissimo.
– Ciao, Cassie – mi salutano i demoni in coro fissandomi e mostrando i loro denti gialli. Cerco di non sembrare scioccata dai loro denti mostruosi e quasi ci riesco, dopotutto li vedo quasi tutti i giorni da quando sono qua ed è passato più di un mese; eppure ogni volta mi sembra ancora tutto innaturale e assolutamente disgustoso.
Scalcio tutte le pigne che mi ritrovo davanti ed inizio a pensare. La neve ormai sta diminuendo e se vivessi ancora nell’Istituto sarebbe un anno da quando arrivai insieme alla maga, morta. E sarebbe passato un anno dalla morte di papà. Non voglio fare niente di ché per onorarlo, solo andare al cimitero. Come, ancora non lo so. Cole sta iniziando a fidarsi di me e non intendo rovinare tutto. Ancora non mi ha detto niente sui suoi prossimi attacchi, ma so che tra un po’ inizierà a parlare con me. Lo vedo dalla faccia che sta facendo quest’ultimi giorni. C’è più fiducia.
– Cassie?
Faccio un balzo sentendo la voce di Ivy ed appena mi giro mi ritrovo il suo bel viso davanti a me. Rimango in silenzio a fissarla. I suoi occhi verdi sembrano messi quasi in risalto dai suoi vestiti neri, eppure sembrano spenti a causa delle occhiaie, i suoi capelli invece sembrano più rovinati del solito.
– Oh mio Dio – esclama lei venendo verso di me. Mi abbraccia, ma sono troppo scioccata addirittura per ricambiare l’abbraccio. – Sei viva – dice lei distaccandosi da me, mi prende la faccia con le sue mani e mi fissa con quei suoi occhioni verdi. – Mi sei mancata così tanto… – bofonchia lei abbracciandomi un’altra volta.
– Ivy – la chiamo io allontanandomi da lei. – Che diavolo ci fai qua?
– Ma che domanda è?! Io ed i ragazzi ti stiamo cercando da un paio di settimane – risponde lei.
– No, vi avevo detto di non cercarmi! – sbotto io, arrabbiata. – Te ne devi andare – ringhio guardandomi indietro. Tutto questo non può fare altro che male, tutto quello che ho costruito in un mese potrebbe essere distrutto a causa di questa visita e non posso permetterlo. – Io sto bene. Ma te ne devi andare – aggiungo stringendole le spalle.
– Non capisco – bofonchia lei. – Perché? Mi hai scritto che sapevi di aver sbagliato. Come fai a stare bene in un ambito del genere? Io non sto bene, non so più che fare e mi manchi tanto – mormora lei avvicinandosi a me con le lacrime agli occhi. Mi prende le mani e continua: – Jeremy è così strano. Sembra non averti mai conosciuta o vista. Ha ricomincia ad andare a letto con tutte ed Alan non è contento di questo. Ho cercato di parlare con lui di te, continua a dire che ha sbagliato con te ma che non l’hai nemmeno avvertito. Sembra avercela a morte con te perché hai scritto addirittura una lettera a Matt e non a lui e…
– No, aspetta. Cosa? – chiedo io fermandola.
– Cosa? – chiede lei, perplessa.
– Non… – inizio, ma mi fermo capendo quello che ha fatto Cole. Mi giro verso il cottage con lo sguardo infuriato. – Devo andare – ringhio sputando acido. Voglio prendermela con Cole, voglio prendermela con tutti e due i fratelli Ruterful per essere così stupidi e non riuscire a vedere dietro alle cose che possono sembrare superficiali, ma che non lo sono.
– No. Dove vai? Che è successo? – chiede lei, in preda al panico, prendendomi il braccio per farmi fermare. Adesso sembra preoccupata ma anche arrabbiata, e quando lei è arrabbiata non riesci a sfuggirle. È sempre stata una ragazza dalla quale sembra impossibile scappare, quando però è anche arrabbiata diventa tremila volte peggio ed a quel punto sì, che è impossibile sfuggirle.
– Devo parlare con Cole. Io gli avevo scritto una lettera a Jeremy, ma a quanto pare Cole non l’ha spedita – mi affretto a dire. – Giuro che adesso uccido quel pennuto – borbotto a bassa voce andandomene. – Ti chiamo, Ivy! – mento, solo perché in questo modo spero di darle un po’ di speranza.
Entro nel cottage e già so che se voglio che lui si fidi di me devo rimanere in silenzio e fare finta di niente, ma è troppo difficile per me, sono troppo impulsiva ed arrabbiata per fare finta di niente. Cole si gira subito verso di me e mi sorride. – Già fatto? – chiede, facendomi capire che ha ancora da fare.
– Non hai spedito la lettera a Jeremy – dico tutto d’un fiato.
Tutti i demoni si girano di scatto verso di me con la bocca aperta e sembrano innervosirsi, come Cole d’altronde. – Non è il momento, Cassie. Ne parliamo dopo, adesso ho da fare e devi uscire. Ti chiamo io appena ho finito – risponde semplicemente Cole con aria torva.
– Bene – ringhio io, esco dal cottage sbattendo la porta d’ingresso sapendo che Cole è arrabbiato e che sicuramente oggi non mi dirà niente. Non importa, non aveva nessun diritto di non spedire la lettera a Jeremy. Non posso continuare a fare finta di niente, a fare finta di essere una persona che non sono solo per guadagnarmi la sua fiducia, se poi lui è il primo che non mi rispetta.
 
– Siediti – mi ordina Cole con la mascella rigida. Mi siedo davanti a lui con ancora lo sguardo omicida e così lui fa un sospiro. – Pensavo che non facessi più quelle scenate.
– Ed io pensavo che mi avresti trattata come una ragazza, non come una stupida – ringhio io. Si irrigidisce visibilmente e so che sta per scoppiare, così ne approfitto e continuo. – Perché non hai spedito la lettera a Jeremy? Non me l’hai nemmeno detto.
– Perché?! – sbotta lui, arrabbiato. – Me lo stai chiedendo veramente? – urla avanzando verso di me, e il primo pensiero è quello di scappare. Nonostante si sia sempre comportato bene con me in questo mese, vederlo così arrabbiato mi spaventa ancora, perché, se con il fratello avevo la sicurezza che non mi avrebbe mai fatto male, con lui non ce l’ho.
– Bene. Allora ecco cosa avresti dovuto fare: avresti dovuto mandare la lettera, perché se voglio spedire una lettera la spedisco. Non puoi andare a dire al tuo pennuto che non la deve mandare e lui fa come dici tu; in più, vorrei molto partecipare alle vostre “chiacchieratine” e vorrei anche sapere perché il Primo Anziano ha licenziato Louis per prendere un uomo che frusta anche i bambini – ribatto io, sicura di me.
– Perché mi dovrei fidare di te? Dopotutto oggi hai visto la tua amica Ivy e non mi hai detto niente – ringhia lui.
Il mio cuore sembra fermarsi per un paio di secondi di troppo. Il tempo mi passa troppo velocemente davanti agli occhi e non so più che dire o che fare. – Ok. Sì, è vero. Ho visto Ivy, ma non me l’aspettavo. E poi, Cole, ho avuto una chance di andarmene, eppure sono ancora qua – rispondo io freddamente.
Per la prima volta riesco a farlo rimanere in silenzio, stizzito. Mi fissa in un modo ancora più aperto, sembra essere nervoso perché per una volta sono riuscita a trovare il suo punto debole e riesce quasi a capire il mio punto di vista. Quasi riesco a sentire la mia voce nella sua testa che dice: eppure sono ancora qua. – Bene. Cosa vuoi sapere? – borbotta lui.
Questa volta invece sono io a rimanere sbalordita, infondo c’è voluto poco. Sorrido con il cuore va a mille per l’adrenalina. – Alan ha a che fare con te? – chiedo io.
– No, ha a che fare con le altre persone che ti vogliono morta.
– E il Primo? Anche lui ha a che fare con loro? – chiede e Cole annuisce continuando a fissarmi, so che è arrabbiato con me, ma sinceramente non riesco a capire il perché. Sono stata brava alla fine ed adesso mi sta dicendo tutte queste cose, il ché significa che si fida di me. – Perché gli Anziani se ne sono andati?
– Non se ne sono andati, Cassie. Sono dovuti partire per degli attacchi – risponde lui freddamente alzando gli occhi al cielo, come se fosse una risposta scontata.
– E allora perché non eliminiamo semplicemente queste persone che mi vogliono morta? – chiedo io, non capendo. – Voglio dire, sono demoni? Non credo ci siano Cacciatori, all’infuori di Alan e la sua famiglia. In tal caso, Alan è una persona malata, non so quanto possa fare del bene agli altri Cacciatori. Potremmo provare a rapirlo ed aspettare il ritorno degli Anziani, a quel punto potrebbero farlo curare.
– “Eliminiamo”? – chiede lui ridendo. – No, piccola, tu non c’entri niente in questa storia. Ci sono molte altre cose che non sai ed io non te le dirò fino a quando non sarò sicuro al cento percento del fatto che non mi tradirai un’altra volta.
All’inizio ci rimango male, sentire delle parole così dirette e relativamente cattive mi fanno uno strano effetto, eppure sono costretta a fare finta di niente ed andare avanti. – Va bene. Ho un’altra domanda: posso vedere i miei amici?
– Stai scherzando, vero?! – chiede lui alzando la voce. – Assolutamente no, Cassie. Come fai a chiedermi una cosa del genere? Loro hanno a che fare con Alan, chi ti dice che non verrà anche lui quando vi vedrete?
– Ma lui non mi può vedere, giusto? – chiedo io alzando la voce tanto quanto lui, ma solo per farmi sentire. – Cole, veniamoci incontro: io ho bisogno dei miei amici e in realtà non ho nemmeno bisogno della tua autorizzazione, potrei benissimo vederli senza avere il tuo consenso, dopotutto non sono tua prigioniera. O sbaglio? Te l’ho chiesto solo perché vorrei tanto avere la tua fiducia – dico io, un po’ indecisa, anche se è praticamente tutta scena.
Il suo viso si addolcisce, i suoi occhi diventano un po’ più luminosi e si avvicina del tutto a me per prendermi le mani. Cerco veramente con tutta me stessa di non allontanarmi, così mi irrigidisco e basta. – Ti lascio vedere i tuoi amici solo se mi dai la tua parola che non scapperai – mormora lui guardandomi negli occhi.
– Tu non mi farai seguire e manderai le lettere a chi voglio? – chiedo io accennando un sorriso timido. Annuisce ridendo e in questo momento sembra volermi veramente bene, sembra essere umano ed in grado di provare sentimenti ed emozioni umane. Il mio cuore per la prima volta dopo tanto tempo sembra scoppiare da una sensazione che forse mi ricorda un po’ la felicità ed è più forte di me: applaudisco e ridacchio come una bambina. – Bene, allora sì, ti prometto che non ti lascerò per i miei amici – giuro io continuando a sorridere. La verità è che non lo lascerò fino alla fine, fino a quando non ci saranno altri nemici oltre a lui… Poi, a quel punto, se non la smetterà di seminare terrore, dovrò ucciderlo.
Mi alzo dalla sedia e vado in camera mia, mi sdraio sul letto e chiudo gli occhi. Sono sicura che quando tutto questo finirà mi farà male pensare a Cole come un ragazzo che purtroppo non è riuscito a resistere al fascino del male e per questo è dovuto morire. Forse non esistono persone cattive né brave persone, forse siamo tutti nel mezzo e nessuno è innocente come nessuno è solo cattivo. Penso a come mi sentirò quando perderò il gemello della mia anima gemella, penso al dolore che sentirò sia fisicamente che mentalmente. Jeremy dovrebbe sapere come si ci sente quando si perde l’anima gemella, ma credo proprio che il mio dolore sarà molto più attenuato dal momento che si parla del gemello.
Poco dopo, quando sono completamente rilassata sul letto, qualcuno bussa alla porta e la spalanca subito. Mi metto a sedere di scatto, un po’ spaventata, ma mi tranquillizzò quando vedo solo Cole. – Cosa c’è? – chiedo io guardandolo.
– Tieni – risponde lui tirandomi un vestito. Lo prendo al volo e lo guardo con la fronte aggrottata. – I nostri nemici ci hanno invitati ad un ballo. E noi ci andremo. Vestiti e vieni in salone, dobbiamo andare subito. Siamo già in ritardo, era da un po’ che mi ronzava in testa l’idea di permetterti di venire con noi, e adesso che sai un po’ di cose mi sembra opportuno lasciarti venire con noi.
Guardo il vestito mentre Cole chiude la porta andandosene. È lungo e di raso nero, molto attillato. Alzo gli occhi al cielo e me lo metto senza troppi problemi, nonostante io odi i vestiti. Raccolgo i capelli in una treccia e la raccolgo, per poi truccarmi. Esco dalla camera e mi accorgo che nel frattempo sono entrati almeno dieci demoni, il mio corpo si contrae subito sentendo questa presenza poco accettata. Mi schiarisco la voce e così Cole si gira verso di me.
– Sei in ritardo – borbotta lui. Alzo le sopracciglia pensando che lui e Ivy non potrebbero mai andare d’accordo. – Dai, andiamo – dice porgendomi il braccio, accetto e così avanziamo verso una macchina nera. Non posso fare a meno di pensare perché, alle due del pomeriggio dovremmo incamminarci per andare ad una festa e l’unica risposta è che ci metteremo veramente tanto tempo.
 
Mi sveglio sentendo qualcosa di viscido accarezzarmi il viso, rabbrividisco ed apro gli occhi. Appena vedo un tentacolo mi alzo di scatto e porto la mia mano vicino alla cintura dei miei jeans, dove di solito tengo la mia spada, ma quando sento il vestito di raso sotto la mia mano mi ricordo di star indossando un vestito. – Che stai facendo? – ringhio quindi io, allontanandomi un po’ dal demone.
– Signorina, il capo mi ha chiesto di svegliarla e non parlare molto con lei, quindi ho dovuto svegliarla in questo modo. Mi dispiace averla spaventata – risponde il demone con voce sottomessa, sembra addirittura in imbarazzo, peccato che sia un demone e quest’ultimi non possano provare niente. – Gli altri sono già entrati.
– Ma che carino, nemmeno mi aspetta – borbotto io uscendo dalla macchina. Rimango a bocca aperta vedendo un palazzo enorme con più lucette di un albero di Natale. Ai miei piedi c’è un tappeto rosso che arriva fino all’entrata, dove molti mostri, vampiri, sirene ed alcuni cacciatori lo stanno percorrendo per entrare. – Cos’è tutto questo? – chiedo io, scioccata.
– È la festa. Io ne so meno di lei, purtroppo – risponde il demone con i tentacoli. Scuoto la testa capendo quanto tutto questo sia sbagliato. Io adesso dovrei essere nel mio Istituto, dalla parte giusta, e invece sono davanti un palazzo pieno di demoni che mi vogliono morta.
Il mio cuore fa un balzo quando vedo Alan, Paige e Jeremy vicino alla loro macchina nera, stanno parlando tra loro e Jeremy sembra abbastanza nervoso. Faccio dei passi indietro e per poco non cado, sento i tentacoli viscidi del mostro tenermi ferma. – Che ci fanno loro qua? – chiedo io continuando a guardare Jeremy, che porta un completo nero con un fazzolettino viola scuro dello stesso colore del vestito di Paige. I due si tengono per mano dietro al padre, il quale avanza verso l’entrata.
– Non lo so – risponde il demone, indeciso. – Dobbiamo entrare – annuncia mettendomi un tentacolo dietro la schiena, che sarebbe nuda se non indossassi un giacchetto bianco. Entriamo dopo altre tre persone che stavano prima di Jeremy e qualcuno posa le mani sopra le mie spalle. Quando mi giro di scatto incontro gli occhi di un ragazzo, un umano, che mi fa capire che vuole solo prendermi il giacchetto. Annuisco e glie lo porgo, triste. Il ragazzo mi sorride e se ne va senza dire una parola, eppure sembra impossibile non vedere le sue mani tremare. Faccio per andare da lui e dirgli di scappare quando mi rendo conto che è impossibile, così mi giro verso Cole a malincuore e mi accorgo che sta parlando con Jeremy, Paige ed Alan.
Tutti i miei muscoli sembrano diventare pietra, Cole mi guarda e mi saluta alzando il bicchiere pieno di champagne.  – Eccola qua. Vieni, Cassie! – urla Cole. Tutti e tre si girano verso di me ed il groppo che ho in gola diventa ancora più grosso, ma avanzo verso di loro come se niente fosse e faccio finta di sorridere. Cole mi cinge il fianco con il braccio sorridendo alle tre persone davanti a noi, facendomi solo sentire più a disagio.
– Cassandra, buonasera – mi saluta Alan sorridendomi in quel modo che ti fa venire i brividi.
– Buonasera – mormoro io abbassando lo sguardo verso i miei tacchi bianchi.
– Questo vestito ti sta d’incanto – esclama falsamente Paige sorridendomi nello stesso modo in cui sorride il padre. In un modo o nell’altro, sono uguali, loro due.
– Grazie – rispondo io sorridendole.
– Già – dice Cole ridendo. – Sapevo che le sarebbe stato benissimo – aggiunge dandomi un bacio sulla tempia, dando quindi per scontato che me l’ha comprato lui per quest’occasione e che siamo molto uniti, cosa che in realtà non siamo. Passo lo sguardo da Paige a Jeremy, il quale continua a lanciarmi occhiatacce senza dire una parola.
– E così state insieme adesso? – chiede Paige con quel suo sorrisino falso, in realtà so che sta solo cercando di capire che non mi interessa più Jeremy, anche se questo non cambierebbe un bel niente dal momento che vivo con il fratello.
– Oh, n…
– Sì – risponde Cole fermandomi.
Mi irrigidisco subito e cerco di non sussultare a quell’affermazione, mi giro verso di lui per guardarlo male ma quando fa finta di niente e continua a parlare con gli altri annuncio: – Se volete scusarmi, vado a prendere da bere. – Pochi passi dopo, fermo un cameriere e prendo un bicchiere di champagne senza nemmeno ringraziarlo. Sono furiosa. Dopo tutto quello che gli ho detto, ha il coraggio di dire a tutti che stiamo insieme quando a malapena non litighiamo. Scuoto la testa e bevo lo champagne tutto d’un sorso.
– Non si vorrà mica ubriacare? – chiede qualcuno accanto a me. Appena poso lo sguardo su di lui capisco subito che si tratta di un Cacciatore. – E così lei è la Whitesun che tutti vogliono morta, eh? Non crede sia un po’ troppo pericoloso partecipare ad una festa del genere?
– Mi hanno invitata. In più, praticamente la metà dei demoni presenti in questa stanza stanno con me – rispondo io freddamente. Mi fa un sorriso compiaciuto, come se gli avessi dato una bella risposta, alza il calice con lo champagne e se ne va continuando a sorridere.
– Signori e signore, la cena è pronta – annuncia qualcuno al microfono. Mi guardo intorno e Cole mi mette subito un braccio sulle spalle incitandomi ad avanzare verso un’altra sala.
La sala da pranzo è enorme, sembra fatta apposta per ospitare tutti noi e non mi stupirebbe per niente scoprire che hanno comprato questa dimora solo in onore di questa festa. Ci sono vari tavoli coperti da una tovaglia elegante bianca e le sedie sembrano dello stesso modello. Mi siedo vicino a Cole e capisco di non conoscere nessun altro in questo tavolo.
– Mi avevi detto che Alan non mi poteva vedere – sussurro io all’orecchio di Cole.
– Ho tolto l’incantesimo. Ma stai tranquilla, se lui vorrà farti del male l’incantesimo si attiverà immediatamente – risponde Cole continuando a guardarsi intorno. – Bene, tutte le persone in questo tavolo sono mie amiche.
– E tutto questo quand’è successo? – chiedo io guardandolo attentamente. – Pensavo che dovessimo essere una squadra almeno sta sera, invece continui a mentire a tutti.
– Non comportarti così, Cassie. Ti ho portata qua perché pensavo di potermi fidare di te. Non rovinare tutto o sarò costretto ad ordinare ai miei amici di portarti a casa – ribatte Cole guardandomi negli occhi, capisco subito quindi che non posso permettermi di discutere con lui in questo momento, così guardo davanti a me, ancora arrabbiata. – Comunque è successo poco prima che ti dessi il vestito. Non hai sentito niente perché è un incantesimo abbastanza facile per i miei maghi della luna. Ora basta. Parliamo di altro.
– Come per esempio del fatto che hai detto ad Alan e gli altri che stiamo insieme? – propongo io sputando acido, lo guardo un’altra volta negli occhi ma non aggiungo altro, spero solo di fargli capire quanto sono delusa ed arrabbiata tramite il mio sguardo.
– Ok. Ora basta – dice lui posando il tovagliolo di stoffa sul piatto con un gesto secco. – Ehi, voi! – chiama alcuni demoni, i quali si girano subito. – Portatela a casa.
– Stai scherzando, spero! – esclamo io, furiosa.
– Stai facendo delle scenate davanti a tutti. Questo non lo permetto – ringhia lui guardandomi male.
I due demoni si alzano dopo un ultimo cenno di Cole e si mettono accanto a me con le mani sporche tese verso di me. – No – rispondo io freddamente. – Io non me ne vado – ringhio guardandoli come solo un Cacciatore può guardare un demone. Eppure loro sembrano avere occhi solo per Cole, che annuisce facendo capire ai demoni quello che devono fare: prendono un mio braccio per uno e mi fanno alzare.
– Vedi di non fare altre scenate proprio davanti a tutti – ringhia Cole prendendo delicatamente il suo tovagliolo e posizionandolo sulle sue gambe, sembra quasi un vero gentiluomo.
Rimango senza fiato quando i demoni mi portano via senza fare nemmeno il minimo sforzo, giro la testa verso un tavolo ed incontro subito gli occhi preoccupati di Jeremy. – No, fermi – mormoro io cercando di fermarmi posando i piedi a terra e tenendoli fermi. – Per favore! – esclamo io imputandomi.
– Signorina, dobbiamo andare – dice uno facendomi quasi svenire per la puzza del suo alito.
– No, per favore, la smetto – sussurro io con tono sommesso. Guardo Jeremy con la coda dell’occhio e capisco che si sta per alzare e venire da noi. – Vi prego.
– Allora? – chiede Cole dietro di me, spazientito.
Mi giro verso di lui e lo guardo con le lacrime agli occhi, e sono vere: sono così stressata e delusa che essere cacciata via potrebbe veramente farmi scoppiare in lacrime. – Per favore, la smetto, ma non mi far andare via – mormoro io guardandolo negli occhi.
Rimane in silenzio per alcuni secondi e poi sospira. – E va bene. Portatela in bagno, così almeno penseranno che la stavate portando là – ordina ai suoi “amici”. Essi annuiscono e mi portano nei bagni.
Finita la cena si alzano tutti e tornano nell’enorme salone, mi guardo intorno e mi accorgo che ci sono due scale che si distanziano da un corridoio e che portano tutte e due allo stesso piano. Inizia una canzone e le donne si mettono da una parte, mentre i maschi dall’altra.
Jeremy fa lo stesso mettendosi davanti a Paige, la quale sta accanto a me. – Oh, ma guarda un po’ chi si rivede – esclama lei sorridendo a Jeremy. Non le rispondo e guardo Cole, sembra abbastanza nervoso e molto probabilmente è dovuto alla poca distanza tra lui e il fratello. – Che peccato, alla fine della canzone tu andrai a destra, nelle mani di mio padre, ed io tra le braccia del tuo bel ragazzo.
– Perché “che peccato”? Se pensi che questo mi faccia paura ti sbagli – rispondo io sorridendole, ed è vero, non sono affatto preoccupata.
– Oltre a quello non potrai andare da Jeremy – ringhia lei, non sapendo cos’altro dire.
Faccio una mezza risata solo per farla infuriare ancora di più. – Per piacere, smettila. Non ho bisogno di un ballo per andare a parlare con qualcuno. Se gli avessi voluto parlare l’avrei già fatto – ribatto io sorridendo a Cole, che mi guarda incuriosito. So che mi sta fulminando con lo sguardo, ma faccio finta di niente e mi giro solo per sorriderle.
Poco dopo le braccia di Cole mi prendono e così iniziamo a ballare verso destra. – Il prossimo sarà Alan – annuncia Cole guardando distrattamente il padre di Paige. – So che non hai paura e fai bene – continua sorridendomi. – A parte alcune scenate, stai andando piuttosto bene.
– Lo so – rispondo io soddisfatta mentre continuiamo a ballare.
Ben presto però la canzone finisce e sono costretta ad andare da Alan. – Hai avuto una bella idea – inizia lui. – Andare dall’unica persona che ti avrebbe aiutata a non farti prendere da me.
– Grazie – rispondo io sorridendogli, tranquilla. – Continuo a chiedermi cosa ci faccia lei qua, ma alla fine la risposta la sappiamo tutti e due, non è vero?
– Direi di sì, Cassandra – risponde lui continuando a sorridere in quel modo macabro. – Eppure vedo che non hai paura.
– E perché dovrei? – chiedo io ridendo.
– Magari perché c’è di mezzo Jeremy Ruterful – risponde lui ed il mio sorriso scompare, guardo accanto a me e per fortuna incontro subito il sorriso di Cole. Dopo di lui però c’è Jeremy, e sta ballando con una sirena che sta dalla parte di Cole. – Chissà come la prenderà Cole Ruterful quando saprà che ti stai preoccupando così tanto per suo fratello.
– Non gli faresti mai del male – ringhio io, tutto d’un tratto l’adrenalina mi fa quasi tremare e l’unica cosa che vorrei fare è uccidere quest’uomo.
– Questo è assolutamente vero. Non riuscirei mai a fare del male al ragazzo di mia figlia.
Non dico niente, rimango solo a guardarlo negli occhi per cercare di fargli capire il disprezzo che provo verso di lui. Per fortuna, la canzone finisce e sono costretta ad andare tra le braccia di un vampiro che non è dalla parte di Cole. Cerca di spaventarmi chiedendomi se non sia troppo pericoloso ballare con un vampiro che mi vuole morta, ma quando gli rispondo che anche per lui è molto pericoloso ballare con una Cacciatrice che non ha paura di ucciderlo e che, magari, potrei avere un coltello, magari proprio quello delle Whitesun, sotto la gonna lunga o tra i lacci dei miei tacchi, capisce che forse non è il caso di darmi fastidio. Soprattutto quando gli dico che tutti i demoni che vede attorno a noi non aspettano altro che un suo passo falso. Rimane in silenzio per tutto il resto della canzone e poi se ne va dalla sala. Le canzoni vanno avanti e non faccio altro che intimidire vampiri e demoni, a parte quelli che lavorano insieme a Cole ovviamente, i quali mi chiedono come sta andando.
Il mio cuore fa un balzo appena sento le mani di Jeremy posarsi sui miei fianchi. Alzo lo sguardo su di lui, dal momento che prima stavo guardando Cole per controllare che fosse tutto apposto, e la canzone inizia. Poso le braccia sulle sue spalle cercando di non risultare nervosa, ma il mio respiro affannato ed il mio cuore che accelera di secondo in secondo non mi aiutano molto. Lo guardo negli occhi senza aggiungere niente. Mi sono mancati questi occhi.
– Smettila di guardarmi così – mi ordina freddamente.
– Non ti sto guardando in nessun modo.
– Sì, invece. Mi stai guardando come se fossi l’unico ragazzo che vuoi sul pianeta – ringhia lui digrignando i denti e guardando sopra di me.
– Non è vero – ribatto io con voce tremolante. Cerco veramente con tutta me stessa di non stringerlo a me, di non posare la testa sul suo petto e chiudere gli occhi, eppure sembra impossibile.
– Sì che è vero – dice lui freddamente. – Ma non mi interessa, quindi stai tranquilla – aggiunge facendomi male. Abbasso lo sguardo e mi allontano un po’ da lui. – Sembri a tuo agio qua.
– Smettila di parlare – borbotto io guardando Cole, ho paura di farlo arrabbiare. Jeremy però fa una mezza ristata e quel suo sorriso fantastico adesso mi mette un po’ in soggezione, forse perché so che mi sta prendendo in giro.
– Ai suoi ordini, signora – dice lui con un tono di superiorità. – Vedo che non ci hai messo tanto ad abituarti a quest’ambiente, soprattutto quando si tratta di dare ordini alla gente come fa il tuo bel ragazzo.
– Quello che faccio non sono affari tuoi e non puoi dirmi queste cose solo per farmi sentire in colpa, soprattutto perché è veramente inutile e da ipocrita, signor Sto-con-la-figlia-di-Alan – ringhio io continuando a guardare tutto tranne che Jeremy, so benissimo che Cole ci sta tenendo d’occhio e l’unica cosa che mi serve è dargli una ragione per dubitare di me.
– Io starò anche con la figlia di Alan, ma tu stai con mio fratello – digrigna i denti Jeremy. – Quindi non hai proprio diritto di dire queste cose e sì, dovresti assolutamente sentirti in colpa. Una volta va bene, ma due volte? A quanto pare è  vero, non sai proprio chi scegliere e quindi vai prima da uno e poi dall’altro. Fai esattamente come più ti conviene.
– Smettila, Jeremy – borbotto io. – Smettila di parlare. Mi stai dando fastidio – aggiungo iniziando di nuovo a recitare la mia parte.
Scoppia a ridere continuando a tenermi stretta a lui. – Non vorrei mai darle fastidio, Signora Ruterful – ribatte lui, fa una mezza risata ed aggiunge: – Però è un po’ un disastro, non credi? Potrebbero pensare che stai con me, dal momento che sei stata anche con me ed io sono suo fratello. Abbiamo lo stesso cognome dopotutto.
– Ho detto basta, Jeremy Ruterful! Se non la smetti me ne vado e a quel punto non farai una bella figura, sai? – sbotto io.
Alza le sopracciglia sorridendo. – Oddio, no! – esclama, ma mi sta solo prendendo in giro. – Ti prego, non te ne andare. Non so cosa farei senza di te.
– Ok, basta – mormoro io distaccandomi da lui, o almeno ci provo, visto che appena inizio ad allontanarmi mi stringe ancora di più a lui facendomi togliere il respiro. Sono vicinissima alle sue labbra e lui sembra prendersi gioco di me tenendoli socchiuse apposta.
– Perché non mi hai nemmeno scritto una lettera? – sussurra lui.
Rimango a guardarlo per un po’, vorrei dirgli che glie l’ho scritta ma che non l’hanno spedita, eppure so che questo scatenerebbe un disastro. – Non mi va di parlare di questo – mormoro io con la poca voce che mi rimane.
La canzone per fortuna finisce e lui chiude le labbra, questa volta però diventano una linea finissima e sembra non volermi lasciare, anzi mi stringe ancora di più a lui. Si abbassa verso di me e mi sussurra all’orecchio posando le sue labbra su di esso: – Arrivederci, signora Ruterful.
Chiudo gli occhi rabbrividendo. – Non farlo – mormoro tra me e me. Si distacca da me e mi guarda con fare orgoglioso, come se fosse finalmente riuscito nel suo intento e ora non riesca a fare a meno di sorridere. Qualcun altro mi prende, pronto per il prossimo ballo, ma sono arrivata ad un punto che o scoppio a piangere davanti a tutti o scappo via, e voglio andare via, così cerco di allontanarmi.
– Smettila – mi ordina Cole freddamente. Mi ero dimenticata che dopo Jeremy c’era suo fratello. – Che hai? – ringhia avvicinandosi a me. – Che ti ha detto? Sei tutta rossa.
– Non mi ha detto niente, è solo che mi imbarazza averlo qua, soprattutto ballarci – rispondo io guardando Jeremy mentre parla con Paige.
Appena la canzone finisce corro in bagno senza dire niente a Cole. Chiudo la porta dietro di me e cerco di respirare profondamente, anche se le lacrime minacciano di uscire. Quello che è successo con Jeremy non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Lo sa che voglio andare da lui, lo sa che mi manca ed è per questo che ha fatto tutto questo durante il ballo. Vuole che io ci caschi, ma non ci riuscirà, devo rimanere concentrata e stare con Cole. Ho una brutta sensazione riguardo questa festa, so benissimo che non è stato fatto per far divertire tutti. Oggi succederà qualcosa e credo che si capirà quale “club di matti” riuscirà a sterminare il mondo. Quindi l’unica cosa che devo fare è rimanere concentrata. Rimanere concentrata e stare vicino a Cole, l’unico che mi vuole tenere in vita. Non posso farmi distrarre da Jeremy, anche perché è proprio lo scopo di Alan.
I miei pensieri però vengono disturbati da qualcuno che bussa alla porta del bagno. – È occupato – annuncio io aprendo l’acqua del rubinetto per rinfrescarmi un po’. Bussano un’altra volta alla porta facendomi quasi innervosire. – È occupato – ripeto quindi. Chiudo l’acqua del rubinetto e mi asciugo con l’asciugamano. Bussano un’altra volta, così apro di scatto, furiosa e sbotto: – Ho detto che è occupato! – Ma la collera svanisce quando vedo Jeremy davanti a me. Si girai dietro per controllare ed entra in bagno insieme a  me, per poi chiudere la porta a chiave. – Che cosa ci fai qua? – sussurro io mentre il cuore inizia a martellarmi nel petto. Si gira verso di me e senza nemmeno rispondermi mi prende il viso con tutte e due le mani e si avvicina a me. – Jeremy, non farlo – lo imploro io con voce tremolante.
– Vuoi che mi ferma? – chiede lui posandomi le mani sulla schiena nuda per farmi avvicinare ancora di più a lui. – Allora? Mi devo fermare? – chiede lui guardandomi negli occhi.
– Finiremo nei guai – bofonchio io posando lo sguardo sulle sue labbra socchiuse.
– Che stai combinando, Cassie? – chiede lui a voce bassa. – Perché cambi per lui?
– Non sto cambiando per lui! – esclamo io.
– Sì, invece. Lo stai facendo e lo sai benissimo – ringhia lui stringendomi ancora di più, riesco finalmente a sentire i bottoni della sua camicia ed il calore che emana sotto di essa. – Che devo fare io con te? Perché scappi sempre da lui?
– Lasciami andare, Jeremy! – sbotto io spingendolo. Mi lascia subito andare e così indietreggio. – Non dovresti entrare qua dentro, questo è il bagno delle donne.
– Va bene – risponde lui alzando le mani, a mo di arresa. – Allora me ne vado – aggiunge girandosi.
Mi mordo l'interno della guancia per non correre da lui e baciarlo. Le mie gambe iniziano a tremare volendo solo correre da lui, ma so che questo rovinerebbe tutto. Devo continuare a recitare, devo continuare ad acquistare fiducia in Cole. Devo riuscirci e se Jeremy si mette in mezzo io sono spacciata. Ma perché riesce sempre a rovinare i miei piani?!
  – Jeremy? – lo chiamo io con voce tremante. Si gira verso di me senza dire niente, facendomi diventare ancora più nervosa. Non aggiungo niente per un po’ di tempo, mi limito semplicemente a guardarlo, ammaliata. – Mi manchi – mormoro io, non vorrei dirlo, ma è più forte di me.
Lui fa un sospiro e viene verso di me, adesso tutto va a rallentatore e non è un bene. Lo voglio qua, attaccato a me e il tempo non è a nostro favore in questo momento. Ci stringiamo tutti e due, le mie braccia sono avvinghiate al suo collo e le dita s'intrecciano ai suoi capelli, le sue braccia invece stringono la mia schiena. Lo guardo negli occhi e poi sento le sue labbra posarsi sulle mie. Mi appoggio a lui sentendo troppe scosse percorrere la mia schiena fino ad arrivare ai piedi, e lui sembra capire il mio bisogno perché mi stringe ancora di più. Mi prende le cosce facendomi alzare e mi posa sul lavandino e così io, un po' indecisa, gli cingo la vita con le gambe. Un gemito esce dalla sua bocca che continua a non staccarsi dalla mia. Le sue mani vagano sulle mie cosce senza fermarsi un secondo. Mi distacco dalla sua bocca e gli bacio il collo facendolo rabbrividire.
Tutta la foga finisce sentendo qualcuno bussare alla porta. Jeremy si distacca immediatamente da me con gli occhi pieni di paura mista ad eccitazione. – È occupato – borbotto io. 
– Cassie, perché ci stai mettendo così tanto? – chiede Cole, chiaramente irritato.
Il mio cuore sembra fermarsi e non mi sento più i muscoli della faccia. – Emh.. non mi sento bene. Quel cibo era un po’ pesante. Arrivo tra un minuto – rispondo io guardando Jeremy.
– Va bene, ti aspetto alla porta d’ingresso. Credo sia giunta l’ora di andare – ribatte Cole prima di andarsene.
– Ok, arrivo subito! – esclamo io e poco dopo sento i suoi passi farsi sempre più lontani, così riesco di nuovo a guardare Jeremy, ma ancora in imbarazzo. – Non avremmo dovuto farlo – bofonchio.
– È vero, ci siamo fatti prendere un po’ la mano. Facciamo finta che non sia mai successo niente, ok? – propone lui come se niente fosse.  In effetti per lui potrebbe seriamente trattarsi di poco e niente, dal momento che è abituato a queste cose, ma io non lo sono e mi fa uno strano effetto vedere quanto sia poco interessato a me.
– O-ok – balbetto io. Fare finta che non sia mai successo niente è un’operazione impossibile, o almeno per me, ma devo fare finta che tutto questo non mi tocchi minimante. Scendo giù dal lavandino andandogli praticamente addosso.
Lo guardo, rossa dall’imbarazzo, ma lui sembra tutto tranne che a disagio. – Devo tornare da Paige – borbotta allontanandosi molto lentamente da me, per poi uscire dal bagno. Per fortuna non c’è nessuno che sta facendo la fila o sta nei dintorni, così esco anch’io facendo finta di niente.
Sto andando verso la porta d’ingresso quando qualcuno mi prende da dietro, sobbalzo vedendo delle braccia attraversarmi letteralmente il corpo. Alzo lo sguardo verso Cole, il quale sta venendo verso di me a passo molto veloce. – Andiamo! – urla Cole venendo verso di me. Mi giro e mi accorgo che la persona che ha cercato di prendermi è Paige. Mi giro un’altra volta verso Cole, il quale mi prende per mano e mi trascina verso la porta. Cerca di aprirla ma non si apre, ci prova più e più volte ma sembra chiusa a chiave.
Mi giro dando le spalle a Cole ed alla porta e sussulto quando vedo che tutti si stanno avvicinando. – Cole – lo chiamo io con voce tremante. – Cole!
Lui si gira, nervoso, ed esclama: – Dai, sul serio?! Lo volete fare proprio qua? Non è molto carino da parte vostra.
– Direi che non è stata una buona idea venire a questa festa – gli sussurro io, ma aggrotto la fronte quando lo sento ridacchiare.
– Oh sì, che lo è stata – sogghigna lui. Lo guardo senza capire, poi sento urla su urla e la gente inizia a cadere a terra. Faccio alcuni passi indietro capendo che stanno andando tutti a fuoco e poi l’acqua invade tutto il salone, travolgendo tutti. Cole afferra la mia caviglia mentre viene scaraventato a terra a causa dell’intensità dell’acqua. Siamo tutti sott’acqua ed io riesco perfettamente a respirare. La gente, d’altro canto, entra nel panico e cerca una via di uscita per riuscire a respirare. Qualcuno mi prende il collo ed inizia a stringere, ma non capisce che se fa così l’acqua non potrà far altro che aumentare. Ben presto mi accorgo che quella persona è Cole e mi sta dicendo di smetterla.
Cerco così di ritirare l’acqua, eppure riesco a toglierne solo metà. La gente inizia a tossire e si ferma per guardare dietro di me. Sembrano tutti spaventati ed iniziano ad indietreggiare, così mi giro per capirne qualcosa e mi ritrovo tutta l’acqua accumulata dietro di me, pronta ad esplodere un’altra volta verso la folla che mi vuole morta.
– Provate a fare un altro passo e vi giuro che non uscite vivi da qua – urlo io per farmi sentire da tutti. Mi viene in mente che forse Jeremy potrebbe stare male, ma sinceramente a questo punto devo solo scappare.
– Bene. Andate allora – sbotta qualcuno in mezzo alla folla.
Cole apre la porta e così ce ne andiamo insieme a tutti i nostri demoni, non corriamo, Cole non è il tipo che si fa vedere spaventato, quindi indietreggiamo e basta fino a quando non siamo sicuri che non ci daranno più fastidio ed entriamo in macchina. Il demone parte senza altri indugi, eppure non riesco a non girarmi per vedere tutti uscire e guardarci. Tutti all’infuori di Jeremy e questo mi fa preoccupare tantissimo.
Jeremy? Ci sei?, penso io sperando di ricevere risposta, che però non ricevo. E non so se è perché Cole è troppo vicino o perché… perché è morto. 
  
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