urlai alla poesia,
mentr'ero sul punto di credere
di potermi addormentare:
orrori indicibili
sbucano da chiome eburnee
e suoni cimiteriali
- chiamami, m'ha detto, se hai problemi -
pronto, centralino,
scusi la mise, un po' retro,
può dire alle Muse,
di lasciarmi un po' stare?
Libagioni abbondanti son state effuse
sugli altari della colpa
e per gli déi di chi si sa
autoinfangare
- volterà le spalle, il lettore,
ché questa è pazzia,
altro che poetare!
Brillano, sul comò
gli intontimenti facili,
al retrogusto di lasciati andare
ma tu devi studiare:
a domani, mia Musa,
a domani, mio amore,
che è già un altro giorno son dettagli;
tienitelo in testa,
di quello che avresti voluto dire,
e di quello che resta.