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Autore: Kodocha    11/04/2016    3 recensioni
Raccolta di Flashfics sulla vita di Akito e Sana, in seguito all'ultimo episodio dell'anime, fino ad arrivare alla loro vita matrimoniale :)
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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E' da circa un quarto d'ora che, disteso sul prato del liceo Jimbo, ascolti le lamentele della tua ragazza.
«No ma dico, ti rendi conto?» continua a camminare avanti e indietro e a gesticolare come una forsennata, sotto gli sguardi divertiti degli altri alunni «Prendermi in giro perchè a diciasette anni preferisco guardare  i cartoni animati piuttosto che i film horror?! Ma come si permettono?»
In effetti anche per te non è del tutto normale, ma per la tua incolumità preferisci tacere.
«Ma sai una cosa? Oggi guarderò un film horror, alla faccia loro»
«Kurata!» la chiami, tirandoti su a sedere «L'ultima volta che hai provato a guardare un film horror, che tra l'altro hai deciso di interrompere dopo i primi cinque minuti nei quali non era successo praticamente nulla, non hai dormito per un'intera settimana, ricordi?»
«Non era successo nulla?» ti guarda sconvolta, manco avessi detto di aver visto un polipo volante «Quel tipo camminava da solo lungo quel corridoio, con una strana musichetta in sottofondo! Era chiaro che da li a poco sarebbe uscito qualcuno da qualche porta per ucciderlo»
Ti porti la mano sulla faccia, con fare disperato «E sentiamo, quale film hai intenzione di vedere?»
«Non lo so, deciderò oggi»
«Ti ricordi che oggi sarai sola a casa, vero?»
Sai che lei non lo ammetterà nemmeno sotto tortura, ma in quel momento è chiarmanete sbiancata.
«N-non fa nulla...» deglutisce «Lo guarderò lo stesso!»
«Vuoi che ti faccia compagnia?»
«No» ti risponde, decisa, incrociando le braccia sotto al seno «Posso farcela, che credi? Non sono mica una bambina!»
Scrolli le spalle «Come vuoi, Kurata»

E' ormai pomeriggio inoltrato e la tua preoccupazione ha raggiunto livelli inimaginabili.
Fuori è in atto un temporale e sai che questo, insieme ad un film horror, non è l'ideale per una fifona come Sana.
Così, senza neppure rendertene conto, nonostante piova a dirotto, ti ritrovi a correre verso la sua abitazione.

Arrivato a destinazione, bagnato fradicio, noti tutte le luci della villa spente.
Provi a suonare il campanello ma non funziona.

Fantastico, è saltata anche la corrente, la troverai sicuramente morta d'infarto.
Prendi la chiave di riserva nascosta sotto una statuetta a forma di rana, la infili nella toppa ed apri la porta d'ingresso.

«Kurata,sono io, dove sei?» chiedi, camminando lentamente, aiutato dal display del cellulare che ti fa luce.
«H-Hayama?»
La sua voce è rotta dal pianto e ciò ti fa preoccupare ancora di più.
«Dove sei?»
«In soggiorno»
La trovi rannicchiata in un angolino, con la coperta tirata fino sopra la testa e le ginocchia al petto.
Ti siedi accanto a lei, stringedola forte a te, come a volera rassicurare, come per farle capire che ora ci sei tu lì con lei e non deve più avere paura di niente.
«Sei tutto bagnato» constata, appoggiando il capo sulla tua spalla.
«Fa nulla»
«Ma prenderai un malanno così, andiamo in camera di Rei, ti presto qualcosa di suo e...»
«Ho detto che non fa nulla, non preoccuparti»
«Perchè sei venuto?» ti chiede poi, dopo svariati minuti di assoluto silenzio.
«Film horror e temporale non sono un buon abbinamento per te» le baci la fronte «Mi sono preoccupato»
Si stringe ancora più forte a te, infilando il viso nell'incavo del collo «Grazie, Aki»
Continui ad accarezzarle dolcemente i capelli, finchè non sei sicuro che si sia tranquillizzata del tutto.
«Quando tornano tua madre e gli altri?»
«Credo che non torneranno prima di cena»
«Prendi, fai tu luce» le porgi il telefono e la prendi in braccio, incamminandoti verso la rampa di scale.
«Dove vuoi andare?»
«In camera tua»
«A fare cosa?»
Dal sorriso malizioso che le ha arricciato gli angoli della bocca è chiaro che già sia a conoscenza delle tue intenzioni, ma come sempre deve recitare la parte della bambina ingenua.
«Ho sfidato le calamità naturali per venire in tuo soccorso, dovrai pur ringraziarmi in qualche modo, non credi?» 
Lei scoppia a ridere «Sei sempre il solito Aki!»
Come se le dispiacesse...
   
 
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