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Autore: Nejisfan    11/04/2016    2 recensioni
Ragazzi che si amano nei modi più disparati, negli istanti più vari. Incontri, scontri, passione e liti, difficoltà comuni e caratteri complessi.
L'amore è il centro di tutto, anche quando è confuso o a senso unico o difficile da esternare.
Riguarda loro come riguarda noi.
Questa raccolta parla di questo: dell'amore. Nulla di più facile e di più difficile insieme.
(Ambientazione: AU. Frasi ispiratrici prese dalle canzoni bellissime di Daniele Silvestri).
Conclusione: capitolo 30, Shikamaru e Ino alle prese con una manifestazione e qualche coro, tanti lamenti e tanto amore nascosto (ma neanche troppo).
Raccolta dedicata a chiunque abbia apprezzato e incoraggiato il mio percorso su Efp: ciao amici, mi prendo una pausa, e questo è il mio saluto.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Team 10, Team 7, Team 8, Team Gai
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Amarsi  in modo cosmico.
A L.
Ai miei lettori sporadici.
A me stessa.
 

29: Poesia d'estate (e d'inverno).
[NejiTen]
 
Qualcuno che fermo all'incrocio pensò: "aspettiamo che arrivi l'estate".
[D.Silvestri-“L’autostrada”]

 



Aprile.
 


La madre di Tenten muore un giorno qualsiasi, alla fine di una lunga malattia.
Non è una scomparsa improvvisa, è una morte che tutti si aspettavano, Tenten compresa.
Solo che una cosa è saperle, le cose, e una è viverle.
Credeva di reagire in modo migliore, ma il vuoto cosmico si allarga nel petto della giovane, mentre un prete a caso parla di sua madre senza averla mai conosciuta, nel momento in cui tutti le fanno le condoglianze, perché non ha mai avuto un padre e l'unica a cui farle è lei, e lei neanche risponde.
Ha solo voglia di fuggire lontano, di lasciare quel posto, quella chiesa, quei veli scuri e tutto quel rumore.
E infatti corre via.
A metà del funerale di sua madre, Tenten scappa, e nelle gambe ha la disperazione che non riesce a piangere dagli occhi.
Nessuno ha il coraggio di fermarla, la faccia tosta di dirle che va tutto bene.
La lasciano andare, e lei se ne va.
 




Dopo un'ora, di Tenten non c'è traccia.
Tutti pensavano che sarebbe andata a piangere da qualche parte, a casa o al parco, ma non c'è.
Una preoccupazione inizia a serpeggiare, parole non dette che sono comunque chiare.
Ino e Sakura agitano tutti, finita la funzione tornano di fronte alla chiesa perché nel caso l'amica decida di ripresentarsi lì deve trovare qualcuno.
Quando Rock Lee e Naruto stanno per organizzare un pulmino che vada a cercarla, Neji alza una mano come faceva alle superiori e aspetta che tutti abbiano gli occhi puntati su di lui per parlare.
"Vado io, ok? Penso di trovarla. Lasciatemi andare da solo" dice soltanto, e nessuno osa controbattere.
Lo sanno tutti, che lei ha bisogno di lui più che di chiunque altro.
E tutti, in silenzio, sperano che Neji Hyuga non fallisca.

 
 



Neji Hyuga non fallisce.
Sa sempre dove trovarla, c'è da tutta la vita una strana connessione tra loro due.
Tenten se ne sta seduta a un incrocio: è il suo posto preferito, il suo luogo per pensare.
Da anticonformista qual è, la ragazza ha sempre sostenuto che gli incroci non vengano abbastanza apprezzati, ma che invece abbiano una loro poesia.
Il suo incrocio è uno snodo in cui una stradina di campagna incontra una strada a tre corsie che porta alla città.
Sostiene che ci sia della poesia, Tenten, nell'incontro tra due realtà così diverse, tra una strada sassosa e un asfalto lucido, tra l'erba incolta a lato della stradina in salita e le macchine che le passano accanto incuranti, tra il panorama moderno della strada e quello antico delle colline dolci che si intravedono se ci si siede nel punto in cui l'incrocio diventa strada di campagna poco trafficata.
Siede lì, la ragazza che trova la poesia in tutto, a gambe incrociate in mezzo a una strada, a fissare il panorama con gli occhi lucidi.
E Neji... Neji la capisce, perché sa cosa si prova a vedere il proprio mondo sgretolarsi in un secondo, a non riuscire ad esternare le emozioni, ad aver voglia di stare da soli, ma forse con qualcuno accanto che tace.
Si accomoda accanto a lei, nella stessa identica posizione, e lei neanche si volta, perché lo sa che è lui, si sente da come si muove, dalla delicata eleganza che possiede il giovane, dal fruscio di capelli lunghi scomposti da una brezza leggera, dai passi lenti e misurati che compie dalla macchina che abbandona a lato della strada grande fino al luogo in cui si trova lei.
"Non importa che tu stia qua, davvero. Ti prometto che non mi suicido, Neji, ma non ti preoccupare. Vattene" sussurra, e l'altro non si muove.
Tipico di Tenten, pensare a lui in questo momento, alle sue preoccupazioni.
Stupida e bellissima Tenten.
"Quando ho scoperto che mio padre non è morto di malattia ma si è suicidato sono stato un giorno intero disteso immobile sull'erba dei giardini comunali. Tu eri lì accanto, Tenten, e la tua presenza è stata utile. Non me ne vado, puoi dire quello che vuoi".
Neji non la guarda, mentre le parla, ma dice le cose giuste, quelle che lei ha bisogno di sentirsi dire, perché gli ha chiesto di andarsene ma in realtà non sa se ce la fa senza di lui.
"Ok".
Il silenzio dura mezz'ora circa, lo Hyuga cinge le spalle dell'altra con un braccio e l'immobilità di entrambi rende la scena surreale.
Di macchine, lì, non ne passano molte, ma il rumore di quelle sulla strada principale è il sottofondo perfetto per un dolore da tirare fuori.
Dopo trenta minuti di glacialità, Tenten si sente abbastanza a casa per scoppiare a piangere.
Piange, piange, piange, trema e urla, tira fuori tutto ciò che nasconde dentro da un giorno intero, finisce la voce e le lacrime, fa fatica fisicamente per i troppi sussulti, si dispera.
Neji non si smuove, si limita a stringerla quando ne ha bisogno, ad accarezzarle i capelli mentre trema, a guardarla soffrire.
Il dolore folle di Tenten esplode come una miccia, e dura un'ora intera, sessanta minuti di pura fragilità, poi la ragazza appoggia la testa sulla spalla dell'amico e chiude gli occhi, finalmente riprende fiato.
"Alla mamma piaceva l'estate" mormora, mentre il ragazzo seduto accanto a lei la ascolta e basta.
"E il mare. Non vedeva l'ora che l'estate arrivasse, non voleva fare altro che sguazzare nelle acque dell'oceano ma le andava bene anche la piscina, o uno stagno qualsiasi. A me non è mai piaciuto aspettare niente, non ho mai avuto voglia di pensare al futuro, ho sempre e solo voluto godermi ogni istante, però ora mi è venuto in mente il mare. Ora aspetto l'estate, magari starò meglio".
Parla tanto, dice cose che non hanno neanche molto senso, ma parla, Tenten, ed è bellissimo, perché Neji riflette su se stesso: lui non ha parlato così presto, dopo il momento di dolore puro, e decisamente non così tanto, non ha tirato fuori tutti questi sentimenti.
L'ha sempre saputo, che lei è migliore di lui, non è una gran novità.
"La aspetto con te, l'estate" dichiara, perché lei ha bisogno di sentirlo e lui di dirlo, perché lei se lo merita e lui qualcosa per lei lo prova da tanto, ma non l'ha mai capito.
Tenten lo guarda per la prima volta, ha gli occhi rossi e gonfi e le labbra screpolate.
"Grazie, Neji" sussurra, prima di chiudere gli occhi di nuovo.
E, mezza abbracciata allo Hyuga, si addormenta sfinita.


 
 



Neji non si muove per un'altra ora: è abituato alla staticità, convivere con se stesso è difficile più che con chiunque altro.
Quando un' auto frena a pochi metri da loro due, maledicendoli, il ragazzo si alza con in braccio Tenten ancora addormentata, la carica nella sua vettura e la riporta a casa.

 
 



Sono passate tre ore da quando è partito, e nel momento in cui torna di fronte alla chiesa, lo Hyuga trova tantissime persone ad attenderlo.
La giovane castana è ancora dormiente tra le sue braccia e tutti tirano un sospiro di sollievo quando li vedono.
La folla si apre per farli passare e condurli a casa di Tenten.
"Non la lasci sola, vero?" gli chiede Sakura, fermandolo con aria ansiosa e preoccupata.
"Non chiedergli niente, Neji sa cosa si prova, e poi la ama, con lei non sbaglia mai" irrompe nella conversazione Rock Lee, che ha gli occhi seri e concentrati e dimostra una maturità estrema nei gesti e nelle parole.
Lo Hyuga si volta a guardarlo giusto un secondo, e l'altro gli sorride timidamente.
"Sì, l'ho sempre saputo. Sì, è una cosa bellissima. Sì, sei in grado di prenderti cura di lei. No, non merita uno migliore. Sì, dovresti andare ora" snocciola, mentre l'amico scuote la testa.
Annuisce, prima di voltare l'angolo.
E riflette sul fatto che Rock Lee ha spesso ragione.
Tipo ora.

 
 



A Tenten sembra di aver dormito tantissimo, quando apre gli occhi.
Sono le tre e quaranta, e lei è nella sua stanza.
La sua camera, in casa sua.
Casa sua e di sua mamma; casa loro.
I ricordi si affollano, gli occhi si riempiono di lacrime, il respiro si spezza, il corpo trema.
Non sa se ce la fa.
In quel momento, proprio in quello, lo vede.
Neji dorme sul tappeto, accanto a lei ma senza invadere il suo spazio, ha l'aria di essere molto stanco ed è bello da morire mentre si accorge che lei è sveglia perché ha il sonno leggero e capta ogni minimo movimento anche durante la notte.
Apre gli occhi e la vede tremare, si alza e le si avvicina.
"Non sei da sola, Tenten".
Le dice solo questo: non c'è molto altro da dire.
Lei chiude gli occhi, si concentra sul suo respiro, si calma leggermente, poi si alza e lo abbraccia.
Forte.
Tanto forte.
Perché senza di lui, ora, crollerebbe molto di più, perché non parla e non la incita a reagire, perché sa cosa si prova e non dà niente per scontato, perché è capace di esserci in silenzio, perché non è stato in grado di dimostrare i sentimenti che prova ma nel momento del bisogno le ha fatto capire che a lei è affezionato- e non importa se la ama o no, perché lei ama lui a prescindere, lo ama da morire, l'ha sempre amato ma ora forse lo ama di più.
Se lo ripete tanto nella mente, per allontanare il pensiero di sua madre qualche secondo.
Poi lo dice a voce alta.
"Ti amo".
E Neji lo sa che è fragile e instabile e in un momento critico, e insomma ha un sacco di scusanti per ciò che ha appena detto, ma la stringe comunque, e poi la bacia lo stesso.
Poco dopo, Tenten riesce a dormire di nuovo, e sembra essere serena almeno qualche ora.

 



Agosto.


le onde si infrangono a riva, la schiuma bianca bagna i piedi con leggiadria fredda, il cielo è nuvoloso e minaccia tempesta.
A Tenten non importa niente, mentre si tuffa in mare, perché il mare le piace e piaceva a sua madre e ne aveva bisogno.
Si tuffa ed è freddo e tutto quanto, però è felice, si sente a posto, si sente con sua mamma, sa che sarebbe fiera di come riesce a sorridere.
Un lutto non si supera mai del tutto, ma piano piano si impara a conviverci: lei ha imparato a superare la fase del dolore totale, quella dell'annullamento, quella della negazione, ed è arrivata ad accettare la cosa.
La mancanza è grande, si fa ancora sentire, e comunque spesso si sveglia di notte con un peso che sembra bloccarle la respirazione, stringerle la gola fino a farla soffocare, ma riesce quasi sempre a calmarsi da sola, e se non ce la fa ha chi la aiuta.
Il ragazzo dal sonno leggero, quello che ama da una vita, quello che sa dove trovarla, che ha saputo sopportare il dolore urlato in faccia, così diverso da quello interno che ti mangia dentro che ha sempre provato lui...
Neji.
Che ha aspettato l'estate con lei, che l'ha portata al mare, che la guarda e guarda il cielo con aria critica e poi sembra scordarsi per un secondo che lui è Neji Hyuga, quello che le cose incerte non le fa mai, perché si butta e la raggiunge.
Quello che ha i capelli più belli del mondo, gli occhi più belli del mondo, il tutto più bello del mondo.
Quello che è elegante e perfetto ma pieno di rimpianti da superare dentro, quello che le è stato accanto come nessuno è riuscito a starle accanto.
Quello che è stato in grado di tirarle fuori un sorriso vero, una dichiarazione d'amore, un sacco di risate di cuore.
Sarebbe piaciuto molto a sua madre...
Neji raggiunge Tenten con un paio di bracciate agili, perché nuota benissimo- quando mai non fa qualcosa benissimo?
Lei gli si aggrappa, ha imparato quanto è bello farsi trasportare da lui, fidarsi a pieno, e lui ha imparato quanto è semplice non far cadere chi cerca in te l'equilibrio.
"Grazie per aver aspettato l'estate con me. Per il mare. Per il sonno leggero che hai. Per l'incrocio. Perché senza di te tutto sarebbe stato difficile. Mia mamma direbbe che sei pure figo, quindi grazie anche per quello" sorride la giovane, e il ragazzo la guarda come fa sempre: soffermandosi su ogni minimo dettaglio.
La guarda, è bellissima come sempre e più di sempre, ha la luce negli occhi e la capacità di parlare dei suoi sentimenti.
Deve dirle qualcosa.
"Grazie a te" sussurra, e l'altra pensa che le basta questo, ma lui continua "Per il mio momento di dolore in cui c'eri. Per tutti gli anni in cui hai aspettato che mi aprissi. Per le cose che dici. Per come le dici. Perché anche...anche senza di te sarebbe stato difficile. E sei...bellissima, Tenten. E non ti interessa che io te lo dica. Quindi grazie".
Un parto sarebbe stato meno doloroso.
Ci voleva il mare, la pioggia che inizia a cadere, un costume succinto e una dichiarazione da film ricevuta, per farlo parlare.
Ci voleva lei.
Che lo guarda e lo bacia nell'acqua, sotto la pioggia, e non le interessa se prenderà la febbre.
Lei che è bella e meravigliosa proprio per questo.
Perché le cose le prova: che siano dolore o amore, lei le prova, le vive a pieno.
E Neji ha bisogno di questo.
Perché si è stufato di scegliere sempre la strada più facile e triste: basta strade dritte a tre corsie, vuoi mettere la poesia di una stradina di campagna in salita, con l'erba incolta ai lati?
"Ti amo anche io".
Tenten è sicura che, dietro a una dichiarazione così chiara, ci sia la mano argentea di sua madre.
Lo bacia di nuovo, e poi ancora, e poi ancora.
E non importa se piove, può venire anche un temporale, può succedere di tutto: lei non ha intenzione di staccarsi.
 
 
 
"mi piace sentirmi capace di dirti ti amo, aspettiamola insieme l'estate".
 
 





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In questa fic c’è tutta me stessa.
Non per gli eventi in se’, ma per il sentimento e il momento in cui l’ho scritta.
Saluto Efp con una cosa più allegra, il prossimo capitolo, ma io con i miei commenti mi fermo qui.
Perché qui è dove lascio il mio cuore.
Grazie.
Grazie a Neji e Tenten per essere stati la mia ispirazione di una vita.
Grazie a quel pazzo di Kishimoto, che ho odiato tanto ma che li ha creati.
Grazie a Daniele Silvestri per questa canzone, che credo sia la canzone della mia vita.
Ma soprattutto
grazie a voi.
Grazie a chi sorride e a chi invece no, grazie a chi ha letto fino a qui.
Vi ho voluto, vi voglio e vi vorrò bene sempre, miei lettori più o meno sporadici.
Un abbraccio forte.
  
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