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Autore: Jaredsveins    12/04/2016    7 recensioni
Castiel ha sempre vissuto nel suo piccolo mondo, senza sapere molto di quello esterno. Quando un giorno avrà la possibilità di fuggire da lì, la coglierà e un incontro inaspettato cambierà totalmente la sua vita.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, John Winchester, Mary Winchester, Sam Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Titolo: The darker it gets and the more you save me
Fandom: Supernatural
Pairing/Personaggi: Dean Winchester/Castiel, Mary Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Rating: Arancione
Charapter: 3/? 
Words: 5259
Genere: Angst, drammatico, sentimentale
Warning: Slash, tematica delicata
Summary: Castiel ha sempre vissuto nel suo piccolo mondo, senza sapere molto di quello esterno. Quando un giorno avrà la possibilità di fuggire da lì, la coglierà e un incontro inaspettato cambierà totalmente la sua vita.

 

The end of something

Well, when you go
don't ever think I'll make you try to stay.
And maybe when you'll get back
I'll be off to find another way.

I don't love you – My Chemical Romance

 

Dopo esser rientrati a casa, verso sera, Castiel afferrò i sacchetti e corse al piano di sopra chiudendosi in camera, impaziente di provare ancora una volta i vestiti nuovi. Era da fin troppo tempo che non ne aveva di nuovi e soprattutto della sua misura, non poteva crederci. Con Dean aveva trovato un tesoro in tutto e per tutto. Si preoccupava per lui, gli stava vicino e non si arrabbiava affatto quando aveva dei cambiamenti d'umore che per gli altri sarebbero stati fastidiosi.

Dean si mise a ridere alla reazione di Castiel e si sedette sul divano, non riuscendo a non notare quanto fosse lunatico quel ragazzo. Iniziò a pensare ed esaminò le sfaccettature del carattere dell'altro. Si rese conto che, purtroppo, era come un bambino anche nell’affrontare i problemi. Era come se quella mattina non lo avesse trovato con le braccia sanguinanti; come se gli avesse regalato delle caramelle e avesse smesso di essere triste come se niente fosse. Solo che le caramelle, in quel caso, erano stati i vestiti e l’affetto. Però, al tempo stesso, sembrava maturo. Aveva paura del mondo, questo era vero ma non si era tirato indietro quando gli aveva proposto di uscire. Non sapeva se da solo lo avrebbe fatto ma c'era comunque riuscito al suo fianco e di questo ne era davvero molto felice. L'unica cosa che preoccupava davvero Dean, in quel momento, era l'sms che aveva ricevuto da Sam mezz'ora prima.

Dean, sono riuscito a liberarmi. Il tempo della strada e sono da te.”

Dannazione, non ci voleva. Era stata una bellissima giornata e adesso non sapeva come fare, perché sapeva che Castiel avrebbe dato di matto quando avrebbe visto Sam. Se quella era stata la sua reazione alla foto, figuriamoci di presenza. Inoltre Dean non aveva proprio accennato all'arrivo di suo fratello, perché Castiel sembrava così sereno che non voleva rovinargli l’umore..ma aveva sbagliato a non dirglielo. Adesso sarebbe successo un casino, il ragazzo avrebbe reagito male, Sam l’avrebbe preso per psicopatico e lui si sarebbe ritrovato punto e accapo. Suo fratello aveva del buonsenso ma, alle volte, non riusciva a capire molte delle scelte di Dean. Lo avrebbe sicuramente preso per pazzo. Il biondo sospirò e tentò di sorridere all'altro che era appena sceso da lui, con i suoi nuovissimi vestiti addosso. “Stai bene così.” Si alzò e andò verso lui quando bussarono alla porta e lo prese sottobraccio. “Vieni, ti devo far conoscere una persona.”

Castiel storse il naso e annuì leggermente, non molto convinto.

Dean andò ad aprire la porta e appena la figura di Sam comparve, lui non poté far altro che sperare in una reazione non troppo eccessiva da parte del suo amico. “Ciao bro.”

“Ciao Dean.” Sam sorrise ed entrò in casa, spostando poi lo sguardo sul ragazzo, aggrottando le sopracciglia quando vide che Dean lo prese per mano, con uno sguardo molto ansioso. “E tu sei?”

Castiel aveva iniziato a tremare una volta inquadrato il ragazzo davanti a sé e sbarrò gli occhi, cercando di liberarsi dalla presa di Dean che si era fatta più forte. Gli vennero gli occhi lucidi. L'aveva messo in trappola. Lo stava costringendo a fare una cosa che non voleva..aveva sbagliato davvero a fidarsi di lui?

“Ti prego Cas, calmati.” Lo tirò a sé e lo guardò negli occhi tristemente, sentendosi tremendamente in colpa. L'ultima cosa che voleva era trovarsi in quella situazione.

Castiel si fece prendere dal panico e non sentì regioni. Vedendo che Dean non lo lasciava andare, gli diede un calcio sulla gamba, facendo liberare un verso di sorpresa ai fratelli e un gemito di dolore al più grande. Li ignorò e scappò al piano di sopra a gambe levate mentre i singhiozzi avevano già iniziato ad uscire inesorabili dalla sua bocca. Non poteva essere.

“Dean, ma chi cazzo è quello?!” Sbottò Sam, sconvolto.

Dean sospirò e si massaggiò la gamba. “E’ una persona molto particolare..”

“Eh, si è capito.” Parlò sarcastico il fratello e lo guardò male.

“Non fare così Sam, non hai nemmeno idea di cosa nasconda.”

“Nascondere?! Cosa dovrebbe nascondere?! E’ un ladro? Un tossicodipendente? Ha ucciso qualcuno per caso? Dean rispondimi!”

Il più grande gli tappò la bocca con la mano e lo fulminò. “Ma sei coglione? Certo che no!”

“E allora cosa nasconde?!”

“Non urlare cazzo!” Sbottò e lo prese per le spalle facendolo sedere. Si massaggiò le tempie sentendo la testa scoppiare e capì di non avere altra scelta se non quella di metterlo al corrente della storia di Castiel. Non sentiva rumori, quindi probabilmente era solo in lacrime ed era bene lasciarlo sfogare un po'. Non aveva reagito affatto bene. Quindi sedé vicino al fratello e iniziò a raccontargli quel che sapeva a bassa voce, cercando di non pensare troppo al ragazzo al piano di sopra. E la reazione, fu quella che si aspettava.

Gli occhi di Sam erano sgranati ed era rimasto a bocca aperta. “Oh..ecco. Quindi ha paura delle persone. Adesso capisco. Cavolo, non mi sarei mai immaginato una cosa del genere.”

“Questo è ovvio ma ha più paura di te.”

Il diretto interessato aggrottò le sopracciglia e lo guardò confuso. “Di me? E perché mai?”

“Ha dett..scritto, che gli ricordi Michael.”

Sam fischiò e scosse il capo, con un sorriso incredulo sulle labbra. “Cavolo, capisco..e cosa vuoi fare adesso? Mi sembrava abbastanza sconvolto.”

“Eh, adesso vado di sopra e vedo dove si è cacciato..” Sopirò alzandosi e gli fece cenno. “Aspetta qui eh e, se dovessi tornare con lui, non fiatare e non guardarlo con diffidenza, come fai solitamente quando qualcuno non ti sta a genio, ok?” Non gli diede il tempo di rispondere che già si trovava al piano di sopra. “Cas?” Come si aspettava, non gli arrivò nessuna risposta e scosse il capo, per poi bloccarsi quando sentì solo dei singhiozzi strozzati provenire dalla camera da letto. Vi entrò cautamente e aggrottò le sopracciglia non trovandolo ancora. Cercò di fare meno rumore possibile e vide dei capelli neri sbucare da sotto le coperte e si avvicinò, prendendo i bordi di queste e abbassandoli, vedendo sbucare gli occhi tristi di Castiel. “Ascolta, mi dispiace tanto..avrei voluto dirtelo ma eri così sereno oggi e non mi andava di rovinare tutto.”

Castiel tremava ancora e non voleva saperne di uscire da sotto le coperte.

“Esci fuori Cas, su..” Gli porse la mano ma la ritrasse subito dopo aver ricevuto uno schiaffo e fece una smorfia infastidita, sospirando poi. “Credi che Sam possa farti del male?”

Il ragazzo annuì e non lo guardò, ancora era scosso da piccoli singhiozzi.

Quel breve momento di rabbia passò quasi subito, si sentiva davvero in colpa adesso. Ma cosa poteva farci lui alla fine? Prima o poi avrebbe dovuto incontrarlo. Era suo fratello, non poteva mica non farlo venire più a casa sua. Soprattutto con il bellissimo rapporto che avevano tutti e due.

Sospirò guardando davanti a se e vedendo le foto appese al muro si illuminò. Forse qualcosa si poteva fare. Sorrise e sotto lo sguardo ferito e confuso di Castiel, andò di sotto e tirò Sam per il braccio, facendolo mettere davanti al letto in modo da poter guardare il ragazzo dopo aver preso varie foto.

Castiel si sentì ancora in trappola e pianse di più, mentre Sam sospirava sofferente guardando esasperato Dean, cosa diavolo aveva in mente quell'idiota?

Il biondo si mise accanto al fratello e prese una foto di lui e Sam da piccoli, un’altra del fratello al suo undicesimo compleanno e un’altra ancora di loro due con Mary e un'altra ancora di Sam che abbracciava una donna, stringendola forte. Prese la prima e gliela passò e sperò che il suo piano funzionasse, non gli era venuto niente di meglio in mente. “Qui Sam aveva tre anni e come puoi ben vedere siamo sempre stati molto uniti. La gente si è sempre meravigliata dello stupendo rapporto che condividiamo e fin da piccoli abbiamo dimostrato di volerci davvero tanto bene. E' sempre stato un fratello di cui andar fieri, fin da piccolo.”

Castiel tirò su con il naso e lo ascoltò, asciugandosi gli occhi sotto lo sguardo sorpreso di Sam. Dean non era una persona che amava parlare di quelle cose, in quanto lo mettessero a disagio ma sentirsele dire anche se non direttamente lo stava rendendo felice. Aveva avuto un'ottima idea sia per Castiel, che per lui. Ogni tanto era bello sentire parole come quelle.

“Comunque sia, un giorno ti farò vedere più foto di queste, quando ti andrà.” Gli passò quella di Sam al compleanno. “Qui Sammy faceva undici anni, mamma invitò alcuni compagni a casa. Gli abbiamo fatto una festa a sorpresa e lui era davvero felice. Talmente tanto che si mise a saltellare come uno stupido e corse ad abbracciare tutti. Io e mamma gli regalammo un buono da spendere in una libreria che si trovava vicino casa nostra. Sam ha sempre mostrato una grande passione per la lettura. E ti risparmio la sua reazione isterica..vero Sammy?” Sorrise al fratello che annuì mettendosi a ridere, ricordando benissimo quel giorno. Successivamente, gli diede quella con Mary. “Come puoi vedere, lei è la donna gentile che ti ha trovato e ti ha portato a casa. In questa foto eravamo al parco. Mamma ci portava sempre lì, eravamo nella nostra città natale. E quello era l’unico posto accettabile dove poter passare un po’ di tempo, io e Sam eravamo dei bambini complicati. Era raro che ci piacesse un posto al primo colpo. Inoltre, quando abbiamo scattato questa foto nostro padre era stato vittima di un incidente da poco e non avevamo una situazione economica delle migliori, quindi dovevamo accontentarci. Poi le cose sono migliorate quando papà si è ripreso ma noi abbiamo tirato avanti grazie a dei lavoretti.”

“Infatti poi Dean è finito per fare il lavapiatti.” Sam rise e diede una spinta a Dean che sbuffò ma sorridendogli comunque.

Nel frattempo Cas aveva smesso di piangere e stava osservando i fratelli, accorgendosi di aver corso troppo, che solo un fisico simile a quello di quel mostro non volesse dire essere esattamente come lui. Non riuscì a trattenere un sorrisino e un sospiro più rilassato.

Poi fu il turno dell’ultima foto, quella in cui Sam abbracciava una donna. “Questa era nostra nonna materna, era il ventesimo compleanno di mio fratello. Lei aveva passato un brutto periodo per via di alcuni problemi di salute ma noi nipoti le siamo stati davvero molto vicini, soprattutto Sammy. Non l’ha lasciata sola nemmeno un giorno, ormai si era praticamente trasferito da lei. Viveva a due ore di auto da casa nostra. E, quando è guarita, Sam è tornato da noi. In questa foto si erano appena rivisti, anche questa è stata una sorpresa da parte mia e di mamma. Avresti dovuto vedere la faccia di Sam, lui non lo ammette ancora ma..” Si abbassò a livello del ragazzo e sussurrò. “Si è commosso come una femminuccia.”

“Oh Dean!” Il minore sbuffò e gli diede un pizzicotto, facendo ridere l’altro.

Allora Castiel si sentì del tutto meglio, forse ascoltare quei racconti gli stava servendo molto per calmarsi. Non era più nervoso come prima, anzi.

“Ti ho raccontato queste cose perché ho immaginato cosa hai pensato. Sicuramente ti sei sentito tradito.”

Lui annuì.

“Ecco, appunto. Voglio dire, alla fine tu di noi non sai molto. Quindi ho pensato di raccontarti qualcosa per tranquillizzarti e anche per farti rendere conto che Sam è un bravo ragazzo e non farebbe mai del male a qualcuno.”

Cas fece sbucare fuori la testa dalle coperte e guardò entrambi, i suoi occhioni blu erano ancora lucidi ma non più spaventati come prima. Anzi sembravano..felici. Ma Dean non volle trarre conclusioni affrettate, quel ragazzo era davvero instabile e gli sarebbe dovuto stare accanto ogni momento. “Dai, vieni qui ora.” Gli prese le mani e lo fece scoprire, dandogli un piccolo abbraccio e una pacca sulla schiena.

Sam osservò la scena in silenzio e rimase sorpreso dal comportamento del fratello. Se non avesse saputo cosa c'era sotto, lo avrebbe preso sicuramente per pazzo. Lo conosceva da ventiquattro ore o qualcosina di più e già lo trattava come se ci tenesse davvero moltissimo a lui.

Certamente, la storia di Castiel lo aveva colpito davvero molto, però non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere da parte di Dean. Lui era molto diffidente alle volte, date le varie esperienze provate sulla propria pelle. Infatti prima di decidere di provare a stare con Benny, se ne era preso di tempo. E Sam ricordava bene i casini cui suo fratello si era cacciato per essere troppo buono con le persone. Ma nonostante ciò non riuscì a dire nulla..sentiva che sarebbe stato egoistico mettere all’erta suo fratello. Quel ragazzo indifeso cosa avrebbe mai potuto combinare? Si vedeva subito dai suoi occhi che sembrava venisse da un altro mondo, come se si fosse svegliato solo in quegli ultimi istanti.

Castiel guardò Sam dispiaciuto e prese la mano di Dean come se niente fosse, rivolgendogli poi un sorriso tirato che sembrava più una smorfia.

Sam ricambiò e gli porse la mano. “Piacere, Castiel?”

Il ragazzo annuì e ricambiò timidamente la stretta, per poi ritirare la mano quasi subito. Adesso sapeva che lui non gli avrebbe fatto del male, però era molto difficile per lui ancora fare conoscenza. Era uscito dalla sua bolla da troppo poco tempo e già erano successe fin troppe cose. Incontrare Mary, Dean, l’affetto che quel ragazzo mostrava nei suoi confronti, conoscere il mondo esterno, imparare molte cose, fare shopping..era davvero tutto nuovo per lui e doveva ancora abituarsi. Sentiva di essere ancora troppo vulnerabile e ormai si era aggrappato a Dean morbosamente, pendeva quasi dalle sue labbra e ormai si fidava di lui. Aveva già dimenticato il fatto che gli avesse tenuto nascosto l’arrivo di Sam, dopo i suoi racconti non gli importava più.

Sperò solo che, un giorno, potesse diventare come tutti gli altri. Una persona sicura e forte tanto da affrontare da solo i propri problemi. Ma quest'ultimi avrebbe voluto che fossero solo dei brutti ricordi che avrebbe rimosso con l’affetto. E nel suo caso, quello di Dean.

 

Dopo il lavoro dobbiamo parlare, non voglio scuse. Mi faccio trovare fuori dal locale.”

Dean lesse il messaggio del suo ragazzo e strinse il cellulare nel pugno, diamine. Se ne era completamente dimenticato. Era stato talmente tanto preso da Castiel e Sam che aveva praticamente rimosso la discussione avuta con Benny nel pomeriggio. Si preparava già alla sfuriata che sarebbe arrivata e infondo, sapeva di non poter dare poi tutto questo torto a Benny. Era ovvio che sospettasse qualcosa. Non è il massimo che il tuo ragazzo si infili in casa un tizio che conosce a malapena e lo difenda mettendosi contro di te e questo Dean lo sapeva bene. Tuttavia, non se la sentiva nemmeno di voltare le spalle a Cas e, seriamente, in quel momento aveva bisogno di parlare con l'unica persona che avrebbe potuto farlo stare meglio.

Quindi, appena fu in pausa, compose il numero di Mary e aspettò che rispondesse.

Tesoro! Tutto okay? E' successa qualcosa?”

“Mamma, sono nei casini.”

Problemi con Castiel?” Il tono della donna era davvero preoccupato.

Dean sorrise lievemente e negò con il capo, come se potesse vederlo. “No, con lui è tutto okay e appena ci vedremo te ne accorgerai anche tu. Il problema è..”

Benny?”

Allontanò il cellulare dall'orecchio e fissò lo schermo allucinato, per poi sbottare sorpreso. “E tu come diavolo facevi a saperlo?”

Tesoro, sono tua madre. Come potrei non saperlo? E poi, ultimamente sei nei casini solo con lui.”

Dean incassò il colpo e strinse le palpebre, non riuscendo a trattenere un verso di frustrazione rendendosi conto della verità di quelle parole. Nell'ultimo periodo, lui e Benny discutevano spesso anche per le cose più stupide. Inizialmente andava tutto bene, erano migliori amici prima di mettersi insieme quindi era sempre stata tranquilla la situazione. Tranne nel momento in cui entrambi si scontravano per motivi come: non aver risposto al messaggio entro dieci minuti; non aver detto a tutti i suoi amici di essersi messo con lui e cose così. Era ovvio che a lui facesse piacere esser riconosciuto come suo ragazzo ma diamine non poteva mica urlare al mondo di stare con lui, non importava che gli altri sapessero per forza. Era indifferente e ogni volta che lo ribadiva a Benny, era sempre pronto ad attaccarlo con la solita frase “ti vergogni di me.”

Avete litigato?”

“Sì, gli ho detto di Castiel e si è arrabbiato moltissimo. E dopo il mio turno verrà al locale per parlarmi e non so cosa dire. Sono sicuro che mi dirà di far tornare Cas a casa sua, ma io..”

Non vuoi, vero?”

“No mamma e so che è assurdo perché dannazione, lo conosco da un giorno e me lo sono già infilato in casa! Sono un folle!”

No tesoro, non lo sei. E' anche brutto da dire ma provi pena per lui e vuoi solo aiutarlo e fare del bene. Non per niente sei mio figlio.”

“Mi stai dando del pappa molle?”

No, ti sto dando del ragazzo buono e con un grande cuore che vuole condividere quel che ha con chi è meno fortunato. Hai un grande cuore Dean, non devi sentirti in colpa o in difetto per questo. Parla con calma con Benny e vedrai che capirà.”

“Assolutamente no mamma, lui non capirà. Non lo ha mai fatto..” Dean si perse nei suoi pensieri per un attimo per poi esser riportato alla terra da Ash, il suo collega, che lo incitò a rientrare. Erano le undici e mezza e a quell'ora il locale si riempiva di gente. Salutò velocemente Mary e ritornò dentro, cercando di svuotare la mente dai pensieri che avevano iniziato ad assalirlo violentemente. Da una parte c'era il suo ragazzo a cui non sapeva cosa dire, dall'altra c'era Castiel che era rimasto a casa da solo con le serrande abbassate e la porta chiusa a chiave, dopo aver promesso a Dean di non aver fatto nulla di diverso dal guardare la tv e mangiare.

“Amico, sei sicuro di star bene? Hai una faccia..”

“Sto bene, credo..”

“Mh. Non me la racconti giusta, sembra che tu stia andando al patibolo. Un po' di vitalità, su! Che senza il tuo sorriso smagliante qui non beve nessuno.”

Dean rise per la prima volta nelle ultime due ore e gli diede una gomitata, alzando un sopracciglio quando l'altro finse un gemito di dolore. Sempre il solito esagerato.

“Cosa vi porto, ragazze?” Rivolse il suo sorriso migliore alle due clienti davanti a lui che arrossirono e gli venne quasi voglia di alzare gli occhi al cielo, era possibile che facesse quell'effetto a tutti? Non che la cosa gli dispiacesse ma ogni tanto non gli avrebbe dato fastidio non esser guardato come se volessero solo entrargli nelle mutande. Pensandoci, l'unica persona che non lo guardava così era proprio..

“DEAN!” Ash sbottò e gli diede una violenta gomitata sul braccio, sbuffando adesso evidentemente infastidito. “Svegliati! Altrimenti lo sai che Crowley rompe se non ci vede lavorare e ci vado di mezzo anche io.”

Il diretto interessato sospirò profondamente per evitare di urlare e iniziò a preparare i cocktail che le ragazze, adesso scettiche, avevano ordinato con un tono di voce stizzito. Dio, dove glieli avrebbe infilati quei cocktail. Iniziò a prepararli e ignorò lo sguardo truce del suo collega alle sue spalle, purtroppo Dean era fatto così e quando era scazzato se ne accorgevano tutti. Ma proprio tutti, soprattutto i clienti che dovevano avere a che fare con lui.

“Ecco a voi e scusate per l'attesa.” Disse con tono seccato alle clienti che presero le loro ordinazioni, senza ringraziare e alzando i tacchi dopo aver sussurrato un “cafone”.

“Puttane.” Borbottò e sentì l'improvviso bisogno di fumare una sigaretta. E la cosa assurda era che lui nemmeno fumava! Okay, doveva decisamente darsi una calmata, altrimenti avrebbe iniziato ad urlare senza un motivo davanti a tutti. Avrebbe solo voluto che quel giorno finisse e tornare a casa per dormire come minimo dodici ore di fila. Seriamente, non vedeva l'ora che quella giornata finisse.

“Il tuo turno è finito per oggi, vai a riposare e fallo però! Questa sera una pianta ha più vitalità di te.”

“Ma finisco alle quattro, è solo mezzanotte.”

“Beh ringraziami, uno sconto di pena.”

Disse sarcastica Jo, accompagnandolo fuori dopo che avesse preso tutte le sue cose e appena vide Benny fissare il suo amico in un modo per niente rassicurante, capì. Strinse i denti e abbracciò brevemente Dean, sussurrandogli un “buona fortuna” prima di lasciarlo solo.

Il biondo si strinse nelle spalle e uscì fuori, sporgendosi per dare un bacio sulle labbra di Benny che ricambiò ma con pochissima spinta. “Ciao.” Mormorò.

“Andiamo in macchina.” Il tono di voce dell'altro non era per niente amichevole come sempre e questo fece stare ancora peggio Dean che lo seguì a ruota in auto, incrociando le braccia e buttando fuori quanta più aria possibile dal petto non appena fu messo sotto esame dallo sguardo severo del suo ragazzo. Se non avesse smesso di guardarlo in quel modo, gli avrebbe urlato contro senza esitare.

“Hai idea di come sia stato oggi?”

Ecco, Benny aveva iniziato ad urlare.

“Abbassa i toni, per favore.”

“Oh no, tu non te la cavi così facilmente Dean, non adesso. Chiaro? Scompari, ti fai sentire saltuariamente e quando parliamo cosa scopro? Che ti sei infilato in casa uno stronzo appena conosciuto!”

Dean cercò di ignorare l'appellativo dato a Castiel e respirò profondamente, tentando di mantenere la calma. “Ho avuto una giornata piena, ok?”

“Con lui, vero?” Sbottò.

Il biondo sentì una fitta allo stomaco e gli venne da vomitare, non aveva proprio voglia di litigare. Non quella sera. Non dopo la bella giornata che aveva passato, con tutti i pro ed i contro. “Sì Benny, con Castiel.”

“Oh, quindi si chiama Castiel. Che nome di merda.”

“Benny.” Lo ammonì sentendo lo stomaco ridursi il poltiglia perché avrebbe tanto voluto dirgli di smetterla ma sapeva che così facendo avrebbe solo peggiorato la situazione.

“Credi che non vi abbia visto oggi? Vi ho inseguiti a te e quello..”

“Cosa?!” Dean lo interruppe e sgranò gli occhi, fissandolo sconvolto. Quindi li aveva inseguiti? Oh no, aveva oltrepassato il limite già prima di iniziare, non era possibile. Aveva sempre cercato di ignorare la continua gelosia morbosa di Benny ma lo aveva inseguito e questo era decisamente troppo da sopportare. Non dopo il nervosismo accumulato nelle ultime ore. “Come cazzo ti è saltato in mente di inseguirmi eh? Ma cosa sei? Uno stalker?”

“No, sono innamorato.” Tagliò corto l'altro.

“Se mi amassi non mi faresti stare così male.” Non si rese nemmeno conto di averlo detto e sapeva bene di aver appena commesso un errore madornale. Ma sapeva anche che quel momento sarebbe arrivato ma non voleva parlarne. Stava quasi per sentirsi male per via delle sensazioni spiacevoli che stava provando.

“Cosa?” Il tono incredulo dell'altro non lo aiutò per niente.

Dean aveva fatto di tutto per fargli capire che quel suo atteggiamento non gli andasse bene e odiava che avesse quella faccia da pesce lesso, come se fosse appena caduto dalle nuvole. “Oh andiamo Ben! Non dirmi che non te ne sei accorto!”

“Accorgermi di cosa?”

“Che non sono felice con te! Non più almeno.” Lo disse, ormai il danno era fatto ed era giunto il momento di un chiarimento, anche se avrebbe preferito rimandare ma conoscendo il tipo e date le circostanze, non lo avrebbe lasciato tornare a casa se non fossero arrivati ad un punto fermo. “Quando abbiamo deciso di stare insieme, avrei dovuto immaginare che sarebbe finita così. Sei sempre stato fin troppo protettivo nei miei confronti, anche quando eravamo semplicemente amici. Eppure ho deciso di provarci, di stare con te perché mi facevi stare davvero bene. Adoravo svegliarmi con te accanto, trovare i tuoi sms e uscire con te. Ma ormai da tempo non mi sento più così. Mi stai opprimendo, non te ne rendi conto? Ci sono sempre discussioni anche per le cose più stupide. Quando devo dirti che non possiamo vederci mi viene quasi l'ansia, perché non so cosa risponderai. Sei come una bomba ad orologeria che è pronta ad esplodere e io non ce la faccio Benny. Non più. Ho provato a resistere perché diamine, tengo davvero a te ma tu non mi aiutavi, non mi hai aiutato e continui a non aiutarmi.” La voce aveva iniziato a tremargli un attimo ma la schiarì con un colpo di tosse, continuando a parlare e non distogliendo lo sguardo da quello di Benny. “Mi hai inseguito. Ti rendi conto a che livelli siamo arrivati? Credi che io non abbia una vita al di fuori di te? Pretendi sempre di avere l'esclusiva, se ti dico che non possiamo vederci perché devo stare con i miei mi fai una scenata come se ti stessi tradendo!” Adesso aveva iniziato ad alzare la voce. “Devi darti una calmata, altrimenti farai scappare tutti così. E mi dispiace essere così diretto e dirti queste cose ma è così che mi sento e cazzo, mi sto sfogando finalmente.” Appena si zittì continuò a fissare Benny, respirando profondamente.

Quest'ultimo prese un respiro profondo e incassò il colpo, deglutendo e stringendo forte i pugni. “Fuori dalla mia macchina. E' finita.”

E sentire quelle parole non fece male, non quanto si sarebbe aspettato. Gli dispiacque ma il peso che sentì nel petto se ne andò nello stesso momento in cui venne. Sospirò e annuì, facendo per dirgli un “mi dispiace” che non arrivò mai, dato il dolore lancinante che sentì alla guancia. Quel figlio di puttana gli aveva dato un pugno in faccia! “Ah, merda!”

“Vaffanculo, Winchester.”

E prima che potesse reagire si trovò fuori dalla macchina, spinto malamente. Ringhiò guardando la macchina che si allontanava sempre più e portò una mano al petto, stringendo all'altezza del cuore. Non poteva farsi venire un attacco di panico proprio adesso. Si alzò barcollando e si diresse verso la propria macchina e si poggiò al cofano, prendendo il cellulare e componendo il numero di Sam.

Dean, dimmi.”

“Ho rotto con Benny.” Nello stesso momento in cui lo disse la voce iniziò a tremargli.

Cosa..” Sam avrebbe voluto fargli tantissime domande ma decise di evitare e decise di rimandare a quando si sarebbero visti. “Dove sei?”

“Fuori il Roadhouse. Voleva parlarmi e abbiamo finito per litigare. Mi ha dato un pugno quel bastardo.”

Vuoi che venga da te?”

“No, avevo solo bisogno di sentirti in realtà.”

Sam ci rimase ma non disse nulla, se non un “sono qui” sincero. Lui e Dean erano davvero legati e sentirlo così giù di morale lo faceva stare da schifo. Avrebbe voluto poter fare qualcosa ma non sapeva davvero cosa dire. Non sapendo nemmeno come fossero andate esattamente le cose, era ancora più difficile poter dare consigli utili.

“Senti, domani ti dispiace se non vengo? Ho bisogno di stare a casa per i fatti miei.”

Sam storse il naso ma non si lamentò, capiva il bisogno del fratello. Ogni mercoledì si vedevano per stare tutto il giorno insieme e passare una giornata solo tra fratelli e ogni settimana entrambi non vedevano l'ora che arrivasse quel momento. Ormai era una tradizione da quando si erano trasferiti ed era raro che saltasse. In quanto Sam studiava all'università e il mercoledì lo aveva libero e Dean lavorava sempre la sera.

Nah tranquillo, alla fine per una volta non succede niente.”

“Grazie, sei il migliore.” Biascicò riattaccando e facendo cadere il cellulare per terra quando sentì una fitta allo stomaco che gli fece mancare l'aria. “Cazzo.” Si piegò su se stesso e vomitò, strizzando gli occhi e sentendo le forze venirgli meno ma fortunatamente fu subito sorretto da due braccia forti e da una mano poggiata sulla fronte e dalle voci riconobbe Jo e Ash. Se solo avesse potuto li avrebbe ringraziati ma era troppo impegnato a vomitare. Già.

“Adesso guido io e ti accompagno a casa.” Ash.

“Io vi vengo dietro con la macchina, così poi possiamo tornare io e te Ash. E Dean se solo ti azzardi a lamentarti ti uccido.” Jo.

Tossì un paio di volte appena si sentì meglio e si poggiò al cofano dell'impala, respirando profondamente e cercando di darsi una calmata. Stava da schifo e avrebbe tanto voluto sparire in quel momento. Odiava dipendere dagli altri e anche farli allarmare ma purtroppo sapeva bene che senza il loro aiuto in quel momento non sarebbe potuto andare da nessuna parte. Infatti non rifiutò il bicchiere d'acqua con “qualcosa che ti farà stare meglio” che gli fu dato da Ash, bevendolo in un unico sorso. Non disse nulla nemmeno quando lo fecero sedere e il suo amico si mise al posto del guidatore. Disse qualcosa a Jo e tutto quel che successe dopo Dean non lo capì, perché crollò in un sonno profondo appena l'altro mise in moto.

 

“Dean?”

“Mh..” Aprì gli occhi e li sbatté più volte, senza riuscire a capire dove fosse. Chiuse gli occhi e si massaggiò le tempie, iniziando a ricordare quel che era accaduto: era andato a lavoro, aveva chiamato Mary dopo aver ricevuto un messaggio di Benny e una volta uscito da lavoro avevano litigato animatamente, mettendo così la parole fine. “Ah, merda..”

“Come ti senti?”
“Come se un trattore mi stesse spappolando il cervello. Ma posso farcela.” Aprì la portiera e uscì dalla macchina, barcollando per un attimo ma mettendo una mano avanti quando Ash si gettò su di lui per aiutarlo. “Sto bene, ce la faccio. Grazie.”

L'amico storse il naso contrariato ma non disse nulla e chiuse la macchina, mettendogli le chiavi in tasca senza dargliele in mano e normalmente un gesto del genere lo avrebbe infastidito, dannazione sapeva mettere le cose in tasca! Ma era talmente stanco e aveva talmente tanto bisogno del suo letto, che non riuscì ad obiettare e gli fece un sorriso lieve. “Grazie ragazzi.” Si rivolse anche a Jo che era apparsa nella sua visuale, appena scese dalla macchina.

“Quando vuoi, sai che siamo qui. Ti accompagniamo dentro?”

Oh no, stava male ma non a quei livelli. Mise le mani avanti e negò con il capo, storcendo il naso. “No, avete fatto abbastanza.”

I due si guardarono poco convinti ma non insistettero, sapevano che se Dean diceva una cosa era praticamente impossibile fargli cambiare idea. Si avvicinarono e lo salutarono cercando di nascondere lo sguardo visibilmente preoccupato. Era ovvio che qualcosa non andava ma non gli sembrava il caso di mettersi a fare domande, quindi salirono in auto e dopo aver battibeccato su chi dovesse guidare, facendo ridere Dean, lo salutarono con un sorriso e se ne andarono.

Il ragazzo passò entrambe le mani sul viso e poi tra i capelli, camminando verso la porta di casa ma bloccandosi non appena fece caso a un particolare che gli era sfuggito.

Cosa diavolo ci faceva la macchina di Benny davanti casa sua? E soprattutto, dov'era Benny?



Note: Ciao a tutti! Quanto vi sono mancata? Poco, lo so. Anzi per niente ma shhh.
Come avete potuto capire voi stessi, in questo capitolo ci sono le risposte alle due domande che ve eravate posti: come reagirà Castiel appena vedrà Sam? Cosa accadrà tra Benny e Dean? Spero di aver soddisfatto la vostra curiosità!
Mi raccomando, recensite, recensite, recensite! Fa sempre piacere sapere cosa ne pensa chi legge. uu

Ci sentiamo al prossimo aggiornamento. 
-Feffe
  
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