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Autore: Argenpenna    12/04/2016    3 recensioni
La pace è ormai tornata nel mondo magico, ma quando la polvere sembra essersi posata a terra, la comparsa di un nuovo personaggio fa impazzire i pettegolezzi dei giornali. Harry e i suoi compagni si ritroveranno ad affrontare nuovi e vecchi nemici con l'aiuto di nuovi alleati che riveleranno nuovi segreti.
Dal testo:
-Ci scusiamo per il poco preavviso signor Weasley.-
-Per cosa sono stato convocato?-
-Per una richiesta ufficiale dal Wizengamot.-
*
Il signor Weasley vide il carcerato rannichiato in un angolino con i vestiti laceri, con capelli e barba lunghi e trascurati. L'unica parte visibile del volto erano due occhi blu con una sfumatura smeraldo che contornava la pupilla, non erano gli occhi vuoti di un prigioniero, erano solo con un velo di nebbia come se stesse pensando a qualcosa di lontano.
*
Walganus sorrise a George.
-Su con la vita, la vera felicita' si trova anche nei momenti più tristi, basta solo pensare a cosa ti renderebbe felice e poi affrontare il problema.-
-Ma io so cosa mi renderebbe felice, solo è impossibile che accada.- Disse mestamente George
-Anche se non accade il pensiero è comunque felice, non devi pensare oltre.- Detto questo si alzò e gli tese la mano.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Angelina/George, Bill/Fleur, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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                                                                              Un’udienza inaspettata

 
 
 
Era una giornata piuttosto allegra al ministero della magia, come tutte del resto da quando Voldemort era stato sconfitto. Il signor Weasley nel suo nuovo ufficio per “il controllo delle attivita’ magiche illecite” stava archiviando gli ultimi registri della giornata. L’ufficio, spazioso ed professionalmente arredato, era stato circondato per buona parte da librerie piene di cartelle e fascicoli sui vari casi archiviati, tranne una parete, l’agognata parete dove, finalmente, Arthur poteva disporre di una finestra, la sua finestra, la sua bella scrivania in mogano, il suo ufficio. Ormai i guai erano finiti e lui era potuto tornare ad una vita tranquilla, e mentre metteva in ordine l’ultimo fascicolo la porta si aprì mostrando un uomo sulla quarantina che riconobbe come Carlus, uno dei suoi tre subordinati, con aria trafelata e allo stesso tempo  preoccupata.
-Arthur devi andare subito nel vecchio tribunale, aula 10, ti aspetta l’intero Wizengamot, sembra un’udienza seria, c’è pure il ministro.- Conclude con una punta di inquietudine nella voce.
Arthur alzò il capo sorpreso.
-Il ministro Shacklebolt è all’udienza?- Carlus agitò il capo in segno di conferma sempre più preoccupato. Dopo il cenno Arthur si precipitò all’ascensore per dirigersi immediatamente al nono piano. Dopo poco si trovò a varcare la porta scura e ad essere fissato da una moltitudine di sguardi.
-Scusate l’attesa, a cosa devo questa convocazione?-
Kingsley si affrettò a rispondere.
-Ci scusiamo per il poco preavviso signor Weasley, ma siamo convinti che lei sia il più tagliato per questo compito.- Il ministro fece un respiro profondo per poi continuare.
-Dodici anni fa un nostro auror fu processato per aver usato la maledizione Crociatus in circostanze anomale ma soprattutto in un periodo dove ormai regnava pace. Il processo fu a discapito dell’imputato che dovette subire un esilio di sei anni con i relativi anni di riabilitazione nelle carceri di Azkaban. Ormai il tempo di riabilitazione è finito ma, secondo il consiglio anziano, non possiamo reclutarlo come auror immediatamente e l’imputato non può essere lasciato solo, oltre al fatto che la maggior parte dei suoi beni è congelata fino alla conferma della riacquisizione completa delle sue facolta’ magiche e psicologiche. Il suo compito sara’ monitorare ogni sua azione fino al 15 agosto.-  Il signor Weasley confuso rispose.
-Mi scusi, ma perché mai sarei il più tagliato?- Alla domanda una strega bassa e mingherlina si alzò
-Lei dirige l’ufficio per il controllo delle attivita’ magiche illecite, visto che non sappiamo cosa l’imputato sia in grado di fare e visto che non possiamo utilizzare degli auror per non nuocere alla sua salute mentale, facendogli tornare tornare alla mente certi ricordi, abbiamo convenuto che lei possa essere una valida alternativa.- Arthur ancora scettico annuì. Dannazione, non era ancora passato un mese dalla battaglia di Hogwarts e adesso avrebbe dovuto fare da balia ad uno psicopatico per un mese e mezzo. Poi un brivido gli salì su per la schiena.
-Scusate ma se non deve essere lasciato da solo ed io lo devo tenere d’occhio sempre, vuol dire che me lo ritroverò in casa?-
-Precisamente.- Rispose la strega seccata. Per Merlino ci sarebbe stato un pazzo in casa per sei settimane, dal volto di Arthur, Kingsley capì la situazione che gli fece comparire un’aria divertita sul volto. -Signor Weasley, non si preoccupi, è stato constatato che l’imputato è psicologicamente competente per vivere in ambienti tranquilli della societa’, quindi la sua famiglia non correra’ alcun pericolo.- Arthur più tranquillo si incominciò ad interessare all’individuo. Chi era? Cosa aveva veramente fatto? E soprattutto, cosa gli avrebbe fatto? Mentre pensava a questo le sue labbra avevano incominciato da sole a fare la prima domanda.
-Chi sarebbe l’imputato?- 
-Falcon  Walganus, chiamato dai giornali “incatenato”, se lo ricorda?- Chiese bonariamente il ministro, che ormai non riusciva più a tenere un’espressione formale davanti al suo vecchio amico. A quel nome Il signor Weasley tirò un sospiro di sollievo, aveva seguito particolarmente il caso cercando informazioni  sui giornali e tra le voci che si spargevano per il ministero su quell’ auror che insieme al vecchio Moody era riuscito a catturare Dolohov insieme ai suoi quattro migliori sgherri , si erano dati guerra nelle campagne londinesi, in quello scontro Alastor perse la gamba, ma, da come ne aveva sentito parlare, Falcon non sembrava per niente un pericolo per qualsiasi mago in regola con la legge. Quindi dopo aver saputo le ultime informazioni si ritirò insieme ai primi giudici della corte appena sciolta quando ad un certo punto non sentì una voce molto familiare, ora che poteva essere meno formale, chiamarlo.
 -Arthur, vuoi che ti accompagni domani per questa faccenda?- Chiese Kingsley amichevole.
-Non credo sia così importante perché il ministro della magia si presenti ad Azkabam, soprattutto nell’ala riabilitazione.-
 -Vengo volentieri, ho conosciuto Falcon è un pezzo di pane, rivederlo sara’ bello.-
 -Tu cosa ne pensi Kingsley? Mi riferisco all’esilio.-
-E’ stata una vera calunnia, da quello che ne so il consiglio anziano ha fatto pressioni per toglierselo dai piedi più tempo possibile.-
 -Come mai tanto accanimento?-
-Non si sa, pensare che si è addirittura costituito da solo visto che sapeva di aver sbagliato e loro lo hanno attaccato come se avesse aggredito l’intero mondo magico.- Il signor Weasley guardò Kingsley interrogativo, la mandibola del ministro serrata e gli occhi puntati a terra in uno sguardo mesto.
-Forse hai ragione Arthur.- Riprese Kingsley
-E’ meglio che non venga. Ora devo proprio scappare, saluta Molly da parte mia.-
-Certamente, vieni a trovarci quando vuoi.- Detto questo il signor Weasley rientrò nell’ufficio prese la sua roba e si smaterializzò per tornare a casa.
 
La Tana era più rumorosa del solito, il fatto era dovuto dall’arrivo di Hermione ed Harry nel pomeriggio, alla notizia la signora Weasley si era alzata alle cinque per incominciare i preparativi di una festicciola in famiglia. Verso le sei di sera ormai mancava solo Arthur, la signora Weasley mentre finiva i preparativi per la cena ogni cinque minuti buttava un occhio all’orologio di famiglia per sapere dov’era suo marito, nuovamente in ritardo anche dopo le varie raccomandazioni.
-E mai possibile.- Cominciò a scaldarsi. -Gli avevo detto di essere puntuale, per Merlino.-
-Rilassati mamma, papa’ arrivera’ tra poco.- disse entrando in cucina George con un sorriso pacato.
-Infatti, mamma.- puntualizzò Percy da dietro George. -Te l’ho pure detto che stava per archiviare l’ultimo fascicolo quando sono andato a salutarlo.-  Ribadì in tono annoiato.
 
Percy ripensò alla giornata passata in ufficio mentre tentava di calmare sua madre aiutandola nelle faccende, il ministro era stato bizzarro quella mattina, era più cupo del solito e per tutto il tempo aveva sul volto uno sguardo mesto e pensieroso, lo aveva pure congedato prima dicendo che non gli serviva aiuto per l’udienza con il Wizengamot.                                                                                                                                             -Percy?? …. Ti sei incantato, stai pulendo lo stesso piatto da tre minuti. Perce?-
 
 
Ok Percy era un po’ tonto ma George non pensava che fosse pure così distratto. -Come scusa?-
-Ho capito che ci tieni alla pulizia, ma così rischi di far perdere spessore al piatto.- Lo canzonò divertito.          -Invece di fare il cretino porta quelli puliti alla tavola in giardino rendendoti lievemente utile.- Rispose con un cipiglio nervoso che traspariva dall’eterna espressione annoiata.
-Smettetela di litigare e andate fuori con le stoviglie.- Li richiamò all’ordine la madre prima che fosse troppo tardi. Ma ormai sul volto di George c’era quel ghigno malefico.
-Dai Percy prendi i piatti, sempre se ti ricordi come si mettono sulla tavola.- Con il sorriso sempre più tirato.
-Oppure devi prima far firmare il protocollo al ministro?-
-Vieni qua che ti disfo l’orecchio buono.- Imprecò Percy arrossendo violentemente.
 
Dalla cucina si sentì un piatto rompersi, Harry dopo un primo momento di preoccupazione si riadagiò sul divanetto vicino a Ginny mentre Ron ed Hermione discutevano animatamente, come al solito.
 -Ron, tu devi finire gli studi!-
-Andiamo Herm il ministero ci ha dato il consenso per frequentare il corso di addestramento auror, perché dovresti tornare a scuola? Non hai neanche più l’eta’ per doverci andare-
-Si dia il caso, Ron, che io non voglia diventare auror e per fare ciò che voglio è probabile che servano i M.A.G.O., senza contare che a te servirebbe un buon ripasso prima di iniziare l’addestramento auror.-   Tutte le volte bisticciavano.                                                                                                                                                 -Io non ho bisogno di un ripasso e, sicuramente, nemmeno tu.-
-Sottovalutare  i crediti che possono offrire i M.A.G.O. è una mossa molto stupida e a te converrebbe tornare a Hogwarts per racimolarne qualcuno.- La solita storia infinita, nessuno dei due voleva dare ragione all’altro e ormai Harry aveva male alla testa. Rifletteva se fosse meglio farli smettere oppure tornare a parlare con Ginny.
Aspetta, Ginny.
 Con il cuore in gola si voltò di scatto.
-Mi vuoi rispondere allora?- Era successo di nuovo. Si era distratto e non sapeva di cosa stesse parlando la rossa. Un’altra battaglia stava per cominciare, e stavolta era lui una delle due fazioni in lotta.
-Ginny cara…- Cominciò sudando freddo.
 -… Luce dei miei occhi, scopo della mia vita,- La cosa stava diventando patetica.
-rispondere a cosa?- Era finita.
 Alle ultime parole Ginny si infuriò talmente tanto che la risposta fu un ruggito, tanto che dalla parte opposta della sala Charlie, che stava parlando con Bill e Fleur, si lanciò dietro una poltrona e ne riapparse con i guanti di drago pronto a fronteggiare la presunta bestia.
- HARRY POTTER, DEGENERATO MENEFREGHISTA, SE TI PRENDO TI ROVINO.-
- Sorellina, guarda che questa più che una minaccia sembra una promessa.- Disse ghignando George sulla porta della sala.
Ginny rossa in volto per la rabbia fissò malamente il sorriso sghembo di George, ci mancava solo che incominciasse a dare manforte a quello spaesato del suo ragazzo.
Cercando di controllarsi ricominciò a parlare freddamente.
-Ti ho chiesto se mi verrai a trovare per le gite ad Hogsmeade?- Il viso del ragazzo cercò inutilmente di non far trapelare alcun timore.
-Certamente, non me ne perderò una.- rispose con un sorriso tirato e rosso per l’imbarazzo.
 
 
Dalla sala si sentiva un gran vociare, ma la signora Weasley era troppo concentrata sul suo orologio per dare importanza a quello che stava succedendo. Infatti, finalmente, la lancetta del marito si era appena sposta su in viaggio per poi posizionarsi su Casa e La porta si aprì.
-Arthur, bentornato, come è andata al lavoro?- Il signor Weasley la guardò con aria stanca.
-Bè. Da domani avremo un nuovo ospite.- La signora Weasley lo guardò perplessa.
-Vi spiegherò tutto a cena; ti saluta Kingsley.-
- Fa come ti pare Ron.- sbottò Hemione entrando in cucina -Basta che tu non venga da me a pregare di aiutarti per superare gli esami.-  
-Ci sono degli esami da fare?-     
 
   
 
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