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Autore: Argenpenna    20/04/2016    2 recensioni
La pace è ormai tornata nel mondo magico, ma quando la polvere sembra essersi posata a terra, la comparsa di un nuovo personaggio fa impazzire i pettegolezzi dei giornali. Harry e i suoi compagni si ritroveranno ad affrontare nuovi e vecchi nemici con l'aiuto di nuovi alleati che riveleranno nuovi segreti.
Dal testo:
-Ci scusiamo per il poco preavviso signor Weasley.-
-Per cosa sono stato convocato?-
-Per una richiesta ufficiale dal Wizengamot.-
*
Il signor Weasley vide il carcerato rannichiato in un angolino con i vestiti laceri, con capelli e barba lunghi e trascurati. L'unica parte visibile del volto erano due occhi blu con una sfumatura smeraldo che contornava la pupilla, non erano gli occhi vuoti di un prigioniero, erano solo con un velo di nebbia come se stesse pensando a qualcosa di lontano.
*
Walganus sorrise a George.
-Su con la vita, la vera felicita' si trova anche nei momenti più tristi, basta solo pensare a cosa ti renderebbe felice e poi affrontare il problema.-
-Ma io so cosa mi renderebbe felice, solo è impossibile che accada.- Disse mestamente George
-Anche se non accade il pensiero è comunque felice, non devi pensare oltre.- Detto questo si alzò e gli tese la mano.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Angelina/George, Bill/Fleur, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Salve a tutti, qui è Argenpenna che scrive. Innanzi tutto vorrei chiedere di perdonare la mia maleducazione nel non essermi presentato sin da subito. Poi vi ringrazio per la pazienza che avete nel leggere questo ammasso di parole che provo a definire storia.
Per qualsiasi cosa anche la più piccola inezia che vi può dare fastidio potete dirlo liberamente.
Unico avvertimento a cui non posso rimediare immediatamente è che ho il tasto della "a" accentata rotto, quindi vi prego di tollerare le "a'".
Detto questo vi lascio alla storia e buon divertimento
P.s.
Proverò a rispondere individuamente alle recensioni. Ma non vi assicuro niente. Ape scusa se non ho ancora risposto.




Capitolo 1:Cavilli tecnici e Affitto ai voti

 
 
 
 
La mattina seguente il signor Weasley si alzò alle sei per essere sicuro di preparare tutto con tranquillita’, stava bevendo il suo caffè ammirando una splendida alba al fianco di sua moglie.
 -Come farai ad arrivare ad Azkaban?- Domandò la signora Weasley rompendo il silenzio.
-Devo andare al ministero, dove c’è l’unico collegamento ad Azkaban con la metropolvere.- Spiegò pratico. Finì di bere il caffè e si preparò per partire.
 -Per mezzogiorno dovrei essere a casa, se ci vorra’ di più ti avvertirò tramite patronus.-
 -Fa attenzione Arthur, Azkaban non è un bel posto.- Disse preoccupata la signora Weasley. Dopo le varie raccomandazioni il signor Weasley si smaterializzò.
Al ministero c’era un’agitazione palpabile, molti sguardi fissavano avidi il signor Weasley per intercettare anche un accenno di quello che sarebbe accaduto da lì a poco. Arthur, che lavorava al ministero da tanto tempo, non si capacitava ancora di quanto fossero ficcanaso i propri colleghi. Si diresse velocemente verso un camino malconcio e pieno di polvere con due guardie ai lati. Ad ornare il camino c’era il blasone di Azkaban sovrastato dal simbolo del Wizengamot. Arthur prese una manciata di polvere volante e con decisione annunciò la destinazione. -Azkaban!- In un secondo venne avvolto da fiamme smeraldine e si trovò a vorticare fra i comignoli, quando si fermò era dentro un ufficio poco illuminato e sporco con una finestra rotta che si affacciava su di un paesaggio grigio e nuvoloso.
- Lei è qui per il carcerato della cella di riabilitazione 394?- Chiese un uomo appena apparso dalla porta con al seguito un doberman argenteo. -Se sta parlando di Walganus Falcon, esattamente.-
-Spiritoso, come se da qui se ne andasse molta gente.- Sbottò l’energumeno.
 -Mi segua, dobbiamo dirigerci al piano terra e stia vicino al patronus.-
 -Utilizziamo ancora i dissenatori?- Chiese il signor Weasley scocciato.
- Sono comodi. Però adesso li teniamo sotto stretto controllo nel perimetro della prigione.- l’uomo fece strada fino ad arrivare ad un corridoio lungo e stretto ben illuminato da delle lampade ad olio attaccate con delle catene all’alto soffitto. Camminarono per dieci minuti buoni alla ricerca della cella giusta.
- Mi sa dire che carattere ha il detenuto?- Domandò il signor Weasley mentre guardava la vastita’ di celle che gli si parava davanti.
- Oh… Bè, non è proprio un problema ma…- Arthur lo guardò perplesso e attonito allo stesso tempo.
- Insomma.- Riprese la guardia
- Non è pericoloso ma diciamo che può farti passare un brutto quarto d’ora.- Il signor Weasley lo guardò ancora più confuso.
- Tra poco lo vedra’ e si fara’ la sua idea.- Detto questo continuarono a camminare in silenzio finché non arrivarono alla cella 394. La guardia aprì la porta e fece cenno di entrare, all’interno invece di una cella spoglia c’era una stanza ben arredata con addirittura un letto a baldacchino.
- Lo trattate bene.- Commentò sagace Arthur.
- L’ha trasfigurata lui, può farlo visto che è qui per riabilitarsi alla magia dopo sei anni di esilio.- Chiarì secco L’uomo.
 - Ne avrei fatto volentieri a meno, lo sa questo, vero?- La voce era giunta da un angolo della stanza dove sembrava che la magia non avesse fatto effetto, e lì seduto in modo trasandato c’era un uomo sulla trentina che stringeva una bacchetta di contenimento, con capelli sporchi e lunghi tanto da coprirgli mezzo volto, una barba incolta che copriva il resto dei lineamenti,  il corpo pelle e ossa era vestito solo da una lacera e zozza veste carceraria. Ma ciò che impressionò di più il signor Weasley fu il contrasto tra la pelle pallida e gli occhi di un vivo color blu con una sfumatura  verde smeraldo che circondava la pupilla, non erano gli occhi di uno che è stato rinchiuso per sei anni ad Azkaban, non erano vuoti, solo con una leggera patina, come se la sua mente stesse pensando a qualcosa di lontano. Dopo un’analisi silenziosa il carcerato parlò.
-Credevo fosse domani il giorno delle visite.- La guardia sbottò
- Non è una visita, ti stiamo per rilasciare.- Falcon incominciò a guardare incuriosito i due interlocutori.                                                              
-Questo è Arthur Weasley, lavora per il ministero. Sara’ il tuo tutore legale fino all’udienza per decidere se puoi tornare a vivere da cittadino libero con pieni diritti che si terra’ il 15 Agosto.- Esordì la guardia. Il signor Weasley fece un passo avanti.
-Salve, ora, se non le dispiace signor Falcon, dovrebbe venire con me.- Falcon lo guardò annoiato.
- So tornare a casa senza che il ministero mi accompagni prendendomi per mano, grazie.- Rispose con un sorriso privo di allegria.
-Signor Falcon, lei non può tornare a casa almeno fino al 15 agosto. Sempre che l’udienza finisca a suo favore.-
-Come prego?-
 - Il Wizengamot ha decretato che i suoi beni sono congelati fino al responso dell’udienza.-
 -E io dove dovrei stare per sei settimane?-
 -Lei sara’ ospitato a casa mia e controllato a vista da me fino a quel giorno.-
 
 
Falcon era allibito, per dodici anni aveva pazientato, scontando con calma la sua pena. Va bene forse non sempre con calma, oltre al fatto che i primi sei anni, trascorsi in esilio, li aveva passati sempre con un alcolico in mano, quindi non si ricordava quanto poteva essere stato calmo. Ma il punto era che la legge doveva essere dalla sua parte ed invece si trovava di nuovo col culo per terra.
-E a cosa servirebbe questo controllo?- il suo interlocutore sembrava non spazientirsi delle sue domande a bruciapelo, anzi sembrava che gli piacessero perché si mise a spiegare in modo pacato la situazione.                        
-Questo controllo serve per comprendere se la sua salute mentale e le sue capacita’ magiche siano in parametri regolari per le correnti norme di sicurezza, e fino a quel giorno i suoi beni sono stati congelati per salvaguardare lei e la comunita’ da sue possibili instabilita’, in poche parole, lei è interdetto temporaneamente da ogni attivita’ magica non concessa dal ministero.-
 -Sono un mucchio di parole, soprattutto quelle non dette nel suo avvenente discorso.- Disse guardingo Falcon.
-Comunque.- Riprese con espressione meno austera. -Piacere di conoscerla signor Weasley, cercherò di essere un buon coinquilino, sicuramente non mi servira’ molto spazio, visto che con me ho solo la roba che avevo quando sono arrivato qui.- A quelle parole la guardia scattò.
 -Non la puoi ritirare visto che ogni tuo bene è congelato.- Falcon lo guardò impietosito.
-Da quel che ha detto il signor Weasley non posso disporre di nessun bene che abbia a che fare con la magia, ma credo che dei vestiti, un capello, un pacchetto di sigarette babbano e la mia bottiglia di bourbon non siano compresi nella lista.- Guardando poi la guardia in tralice concluse dicendo.
-E l’articolo 78 della legge magica sulla incarcerazione di un individuo stabilisce che al suo rilascio gli vengano riconsegnati i beni con cui è entrato, se per caso ti fossi dimenticato di tenere le mani lontano dal mio bourbon me lo dovrai risarcire o ti becchi una sanzione bello mio.- Detto questo agitò la bacchetta e la stanza tornò al suo aspetto originale. Una volta arrivati nell’ufficio la guardia portò dentro uno scatolone dove c’erano tutte le cose che poco fa Falcon aveva elencato, dopo averli presi diede la bacchetta di contenimento alla guardia.
-Ora mi servirebbe la mia.- Biascicò con una punta di scherno.
-Mi spiace Falcon ma finchè sei in prova la tua bacchetta la terrò in custodia io.- Lo riprese il signor Weasley.
-A te verra’ data una d’ufficio al ministero per testare le tue competenze magiche.- La guardia porse la bacchetta al signor Weasley, studiò per qualche secondo il rametto grigio con incise alcune rune per poi chiedere. -Di che cosa è fatta?-
 Falcon, che intanto aveva gia’ stappato la bottiglia di liquore per  farsi un goccetto, lo guardò scocciato.                 
-Legno di sambuco, nucleo di crine di unicorno, lunghezza 14 pollici, lievemente flessibile.- La guardia a quelle parole rimase pietrificata.
-Come sambuco?- Chiese impaurita, Falcon a quelle parole sbuffò.
- Si, sambuco. Esistono e possono esistere senza dover portare dietro di loro una maledizione, l’ho ereditata da mio padre, apparteneva ad un nostro trisavolo. Olivander ne avra’ decine in magazzino.-
 E prese una generosa sorsata di liquore.
-Non scaldarti, ora andiamo al ministero per quella bacchetta poi ti porto a casa mia. E per favore smettila di bere.-
 
 
-Quello psicopatico viene veramente a stare qui?- Disse Percy orripilato.
-Ieri sera era piuttosto serio mentre ce lo spiegava Perce.- tentò di calmarlo la signora Weasley, mentre preparava il pranzo.
-E poi è stato il ministro a consigliare di far così.-
 -Si ma..-
 -Andiamo Percy, non ha ucciso nessuno, faceva coppia con Moody come auror e papa’ ha detto che era addirittura un amico di Kingsley. Solo perché i giornali l’hanno reputato un pazzo non è detto che sia vero, ti ricordi di Harry vero?- Iniziò a predicare George facendo il verso a Percy.
 - Non incominciare a darmi sui nervi; gli altri come l’hanno presa?-
-Meglio di te, di sicuro.- Disse Ron entrando in cucina. -Bill dice di averlo addirittura conosciuto, Charlie è spericolato di suo( guarda il lavoro che si ritrova),George trova le cose pericolose divertenti e Ginny ha chiesto il permesso di andare in giro con la bacchetta per minacciarlo se diventasse un problema.- Concluse Ron con molta indifferenza. -Gli unici che si sono fatti problemi siete tu e il prefetto perfetto Granger.- Aggiunse George beccandosi uno scappellotto dal fratello minore con le orecchie porpora.
-A proposito, Ronnino, sai se diventera’ caposcuola?-
 -Le lettere non sono ancora arrivate, a scuola hanno di nuovo problemi nel reperire docenti.- Spiegò Ron in tono pratico.
-Comunque ammetto di essere preoccupata, vorrei vederlo di persona prima di decidere.- Disse la signora Weasley tornando sull’argomento. In quel momento entrarono in cucina Harry e le due ragazze.  
 -Io sono sicura che è un grosso sbaglio, ha utilizzato una maledizione senza perdono in un periodo pacifico, è decisamente un violento che si crede al di sopra delle leggi.- Incominciò Hermione con tono lapidario che risollevò l’umore a Percy. -Io sono dell’idea che se controllato non sia un pericolo, e questo sara’ il compito del signor Weasley, quindi basta fidarsi di vostro padre.- Si intromise Harry con fare tranquillo, probabilmente era veramente un po’ matto pensò Percy.
-Io mi associo alla mamma, sono curiosa di vedere che tipo è.-
 -Herm non credo che chi ha fatto l’auror si creda al di sopra delle leggi.- riprese Ron perplesso.
 Intanto che la discussione si faceva sempre più fitta e combattuta il cielo si annuvolò e il signor Weasley apparì scortato da due dissennatori  e seguito da Falcon ancora con le vesti lacere coperto da un mantello nero.
 
 
 -Era proprio necessario essere scortati da loro?- Sbottò Falcon mentre cercava di tenere il passo per rimanere sotto l’aura della lontra argentea.
-Non era previsto.- rispose il signor Weasley 
-Dovevi fare veramente tutte quelle frecciatine quando siamo arrivati al ministero? Abbiamo dovuto pranzare con dei panini.-
-Fatti gli affari tuoi.- Gli cacciò di rimando l’ex-carcerato in tono glaciale. Il corteo che si vedeva dalla finestra era uno dei più strani che il signor Weasley avesse mai preso parte, sicuramente il più tetro, stava pensando a cosa sarebbe successo quando avrebbe attraversato il cancello del giardino.
-Potete andare.- riferì piattamente ai dissennatori che sembravano sempre più interessati ad irrompere in casa. Quando i dissenatori si dileguarono fecero lo stesso le nuvole, riportando un piacevole calore sulla Tana.
La porta si aprì e due entrarono in casa.
 -Molto bene.- Disse Arthur nervoso.
- Ti presento la mia famiglia. Allora, questa è mia moglie Molly, poi qui ci sono i miei figli Percy, George, Ron, Ginny e ci sarebbero anche Charlie e Bill che saranno in giro per casa.-
 Falcon squadrò l’intera famiglia con aria assente per poi dire.
 -Rosso.- E riprese fuori la bottiglia dalla valigia.
-Si, molto perspicace- rispose asciutto il signor Weasley. -Infine abbiamo come ospiti Hermione Granger e Harry Potter, a dir la verita’ ci sarebbe pure Fleur, la moglie del mio primogenito, ma adesso è al lavoro.- L’aria era pesante, un mucchio di espressioni differenti si erano formate sui volti, in una situazione diversa quelle facce sarebbero state addirittura comiche, la signora Weasley nel vedere Falcon era rimasta con gli occhi sgranati e la mascella serrata in un misto di timore e disgusto per quanto era sporco, Perce rimase con uno sguardo truce ad analizzarlo, George fintamente serio stava trattenendo le risate dalla parola ‘rosso’ mentre lo scrutava con aria curiosa, a Ron gli si schiuse la bocca con espressione preoccupata, Hermione era spaventata a morte, come se da un momento all’altro il nuovo arrivato li avrebbe uccisi e Harry fu preso da apatia dovuta da una forte sensazione di dejavu. Falcon si guardò in torno accigliato.
-Mi era stato detto che avevate gia’ visto un prigioniero di Azkaban.- Disse con un sorriso privo di allegria.
Bill e Charlie giunsero in cucina in quel momento e si paralizzarono all’unisono.
-Questo tizio non ce lo voglio in casa.- Incominciò Percy. -E’ un pazzo, uno squilibrato sadico e non sembra per niente conscio di quello che ha in torno.- Concluse infervorato.
-Quello pazzo sei tu, se credi che dopo sei anni di esilio e sei di reclusione una persona non sia un tantino disorientata.- Rispose Falcon con noia.
 -Perce non essere insolente e tu per favore taci per cinque minuti.- Li ammonì Arthur.
-Comunque Percy ha ragione caro, speravo che vedendolo mi convincesse, ma non si può dire che trasudi innocenza.- A quelle parole Falcon sbottò.
-Va bene, visto che qui c’è una riunione di famiglia io mi faccio da parte, ma ricordate che non ho voluto io essere portato qui, scegliete che cosa preferite ma fatelo in fretta. Ho un mucchio di cose da fare, devo stare buono a far nulla per quindici giorni, devo fare magie e incantesimi a comando per provare solo Merlino sa cosa al ministero e sorridere come un beota a voi altri per essere socialmente abilitato a vivere con pieni diritti. Uno spasso insomma.- Quando finì di parlare si ritrovò circondato da bacchette che lo puntavano minacciose.                                               
-Ascoltate, questo è il mio lavoro, quindi lui restera’ dove io possa controllarlo. L’unica cosa che posso fare è farvi decidere se lasciarlo abitare in casa o in giardino con la tenda.-
Cercò di negoziare il signor Weasley.
-Evviva, si va in campeggio.- Lo sfotté Falcon.
-Silencio- 
-Arthur!-
-Scusa Molly, è dal ministero che non la smette di inveire, non ce la facevo più.- Si scusò il signor Weasley mentre Falcon gesticolava minacciosamente di rimando.
-Comunque questa decisione la mettiamo ai voti, chi è a favore di tenerlo in casa?- le mani di Bill, Charlie, George e il signor Weasley si alzarono una dopo l’altra.
-Non credo che sia pericoloso, al mio primo anno ad Hogwarts era cordiale con tutti, per niente violento, solo molto euforico.- Disse Bill sicuro, facendo comparire un’ombra di sorriso sotto la folta barba di Falcon.
-Io lavoro con i draghi, capisco se c’è una minaccia, lui sono sicuro che non lo sia.- Falcon si esibì in inchino di ringraziamento canzonatorio.
George si limitò a sorridere sempre curioso, nel mentre un’altra mano si alzò.
-Credo che gli si possa dare una possibilita’.- Disse Harry con gli occhi fissi su l’uomo che ora esultava come un cowboy che aveva sbancato al casinò.
-Così siamo pari con i voti, non è servito a niente.- biascicò il signor Weasley.
-Non esattamente papa’, io e Fleur ne abbiamo parlato ieri sera in camera, era decisamente dell’idea di tenerlo il più lontano possibile.- Riferì Bill cupo.
-Va bene.- Disse Arthur liberando Falcon dall’incantesimo.
-Seguimi Walganus, ti faccio vedere dov’è la tenda.- E si diresse verso la porta.
 
Andarono dentro al garage a prendere la tenda in mezzo a tutte le collezioni filobabbane del signor Weasley.
-Collezioni fusibili?- chiese Falcon divertito.
-Gia’, sono ingegnosi sai?- disse sovrappensiero.
-Certamente, alcuni sono addirittura essenziali per poter pilotare gli areoplani.- Gli rispose spensierato.
A quelle parole il signor Wesley si voltò così in fretta che inciampò in uno scatolone di lampadine.
-Tu…tu sai come fanno a stare su?- Falcon con fare guardingo fece un passo indietro osservando attentamente la luce folle negli occhi del signor Weasley prima di rispondere.
-Hem…. Ti servono nozioni sulla parte fisica o sulla parte meccanica??- A quelle parole il signor Weasley fece un grido di gioia.
-Per Merlino, a cena mi racconti tutto quello che sai, soprattutto sui motori a redazione!- A quelle parole Falcon non si riuscì a trattenere  e scoppio in una risata secca e che sembrava intendesse  non terminare.
In quel momento si accorse che, anche se non completamente, lui era libero e finalmente poteva ridere senza che un dissennatore venisse a toglierli questo nuovo pensiero felice, e con questo si mise a montare la tenda in giardino.
-Perché lo stai facendo senza magia?- Gli chiese ad un tratto il signor Weasley.
Falcon si girò con gli occhi pieni di vita e il volto impegnato a far trasparire un gran sorriso sotto la barba spettinata.
-Per abitudine, ma penso che sia pure più divertente.-
E si rimise ad armeggiare con picchetti e mazzetta.
 
 
Sentire Arthur esultare e quell’ospite indesiderato ridere come un matto fece preoccupare ancora di più la signora Weasley, sapeva che solitamente suo marito aveva poco giudizio, sapeva che probabilmente Walganus aveva detto qualcosa di interessante sui babbani, ma sentire quell’individuo ridere le aveva dato un senso di malinconia che non riusciva a descrivere.
-Quindi Azkaban non lo ha scalfito più di tanto.- Brontolò Perce intento a tenersi impegnato bruciacchiando un vecchio giornale.
-Gia’, sembra non aver subito la prigionia da un certo punto di vista.- Disse Bill affacciato alla finestra riscuotendo una curiosita’ generale.
-Guardate, monta la tenda alla babbana.- Si levò un silenzio collettivo mentre tutti guardarono verso il giardino.
-Dici che non si ricordi che ha in tasca una bacchetta?- Chiese Charlie affiancando il fratello maggiore.
Il signor Weasley stava tornando in casa, quello fu il segnale che fece rinsavire tutti quanti, che ripresero le loro faccende.
Il signor Weasley si mise a sedere a capotavola guardando il resto della famiglia allargata.
-Allora, che cosa succede? Ve lo avevo detto che sarebbe arrivato un ex carcerato, cosa è cambiato da ieri sera?- Chiese in tono calmo e allo stesso tempo ammonitore.
-Abbiamo letto di ciò che ha fatto e anche se non sembra cattivo non mi fido di uno che ha utilizzato con così tanta leggerezza una maledizione senza perdono.- Rispose veloce Percy.
-Perce ha ragione caro, non credo che stia bene mentalmente, andiamo, “rosso”? Che diamine di risposta è ad una presentazione?-
-A me ha fatto ridere.- Intervenne George.
-Capisco che non è molto cordiale.- Cominciò il signor Weasley. – Ma ciò non vuol dire che è completamente pazzo.-
-Diamine, Arthur, cosa dovremmo pensare.-
-Io gli darei una settimana di prova.- Annunciò Bill. –Se in questa settimana non migliora lo faremo allontanare da qui, nel mentre noi escogitiamo un nuovo modo per tenerlo d’occhio.-
La discussione continuò ancora per  una buona mezz’ora dove Percy continuava a proporre una data più vicina sostenuto da Hermione e dalla signora Weasley.
-E’ deciso.- Disse in modo granitico il signor Weasley. –Una settimana, intanto voglio la massima collaborazione.-
Detto questo la riunione si sciolse e ognuno tornò alle proprie mansioni giornaliere.
 
 
Ormai il sole era calato, la brezza serale portava il profumo di erba tagliata nelle narici di Falcon che era steso per terra.
-Hai voglia di cenare con noi?- Voltò la testa in modo svogliato verso la fonte di quella voce e vide Bill in piedi vicino a lui.
-Sono costretto a farlo.- Disse mestamente. –Devo reintegrarmi nella societa’.-
-Dai, vieni a tavola, ormai siamo a secco di storie, puoi raccontarcene qualcuna tu.- Provò di nuovo Bill.
Falcon lo guardò con uno sguardo così penetrante da mettere in soggezione pure Godric in persona. Bill si ritrovò a pensare a quando, al suo primo anno, vedeva quell’uomo come il prefetto più scapestrato di tutta Hogwarts, sempre a scherzare in modo genuino con tutti,  un gruppo di amici solido con cui solitamente suonava per i corridoi dal sabato mattina alla domenica sera facendo storcere il naso ai professori…
-Se proprio c’è bisogno di me per non annoiarsi, cosa vuoi che racconti?.-
-Quello che trovi più interessante.-
Walganus ci pensò un attimo per poi rispondere.
-Una volta ho affrontato un clan di vampiri insieme ad un mio amico, è stato terrificante.-
Poi con il sorriso che cresceva riprese.
-Ma anche dannatamente divertente.-
E si alzò seguendo Bill dentro casa.
   
 
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