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Autore: Aklylia45    13/04/2016    4 recensioni
E se i personaggi di "The 100" fossero gli studenti di Hogwarts?
Sono passati ormai vent'anni dalla sconfitta di Voldemort e la scuola di magia e stregoneria ha finalmente riaperto i battenti,per accogliere i nuovi studenti in totale sicurezza e serenità.
Tuttavia qualcosa non va...
A qualche settimana dall'inizio della scuola alcuni studenti scompaiono e nelle loro stanze vengono rinvenute alcune parti del corpo dei malcapitati.
Un killer si nasconde a Hogwarts ma nessuno lo trova, nessuno sa chi sia...
Clarke e i suoi amici dovranno scovare l'assassino prima che uno di loro venga preso..
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Finn Collins, Octavia Blake, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                                     DUELLO VECCHIA SCUOLA

 

Octavia superò svelta la porta«ritratto Grifondoro, e si lasciò rapida il dormitorio alle spalle, ignorando le grida supplichevoli dell'amica, che le chiedevano di restare.
«Dai Octavia! Ti prego, cerca di capire!» urlò Clarke cercando di raggiungere di corsa la ragazza, che però andava troppo veloce.
Una volta certa di aver superato la bionda, Octavia rallentò il passo e percorse impettita i corridoi, cercando una stanza dove stare in pace a riflettere.
Non poteva credere a quello che aveva fatto Clarke!
Aveva tirato su un polverone assurdo per una semplice supposizione fatta dopo una caduta vertiginosa, aveva coinvolto tutti i loro amici in un piano al limite del fantascientifico ( E se ve lo dice una strega!) ai danni di suo fratello maggiore e, cosa peggiore, l'aveva tagliata fuori, tenendola all'oscuro di tutto.
Octavia era certa che Bellamy non avrebbe mai torto un capello alla piccola Charlotte.
Poteva ancora ricordare il giorno in cui il fratellone aveva incontrato la Corvonero dai capelli rossi alla stazione Babbana, di come l'avesse aiutata a superare la massiccia colonna stregata che portava al “Nove e 3/4”, di come le avesse caricato i bagagli e di come l'avesse aiutata a trovare uno scompartimento libero.

                                                                                                                     ∞

«Ehi» disse Bellamy gentilmente, avvicinandosi alla ragazzina, palesemente confusa, che continuava ad aggirarsi tra il nono e il decimo binario, spingendo un carrello di bagagli più grande di lei.
Era giovane, avrà avuto undici, forse dodici anni, era vestita in modo anonimo, come tutti i babbani e i capelli rosso fragola erano raccolti in un'elaborata treccia che lasciava libero il volto e i grandi occhi color nocciola, che tradivano la sua agitazione.
Il Serpeverde si guardò attorno sconcertato: una ragazzina si aggirava spaesata in una stazione senza genitori, e tutti i Babbani la superavano senza nemmeno dar segno di averla vista o di aver alcuna intenzione di aiutarla, talmente erano presi dalle loro occupazione, impegnati a smanettare con il loro cellulari.
«Ti sei persa?» le chiese accostando il suo carrello a quello della ragazzina, cogliendola un po' alla sprovvista.
«Io..». balbettò la ragazzina cercando di nascondere nella tasca della felpa la lettera di Hogwarts con le istruzioni per raggiungere la scuola, chiaramente convinta che Bellamy fosse un Babbano, cosa che divertì molto il ragazzo.
«...cerchi il “Nove e 3/4” » concluse il Serpeverde per lei con un buffo sorriso stampato sulla faccia.
La ragazzina, in un primo momento confusa, si lasciò andare nel primo sorriso che in tutta la mattina era riuscita a fare.
«Bellamy Blake, terzo anno, Serpeverde» si presentò porgendole la mano.
«Charlotte, primo anno, non ho la più pallida idea di cosa centrino i serpenti verdi» rispose lei stringendogliele.
Bellamy rise.
«Te lo spiegherò» promise «Ora bando alle ciance! Non possiamo certo perdere il treno! Raggiungere il binario è facile, basta andare contro quella colonna»
Charlotte guardò il ragazzo, poi la colonna di mattoni, poi ancora il ragazzo, con aria decisamente perplessa, come se stesse valutando la salute mentale del Serpeverde.
Bellamy rise di nuovo, di fronte all'espressione preoccupata della ragazzina.
Non una risata sprezzante, ma solare, di quelle che si fanno per le battute idiote di una amico di vecchia data, particolarmente incline a fare il buffone.
«Ti faccio vedere, dai!» propose Bellamy dirigendosi verso la colonna «Se hai paura chiudi gli occhi e corri! Io ti aspetto dall'altro lato!»
Poi prese la rincorsa, e sparì, superando la colonna.
Charlotte dovette stropicciarsi gli occhi tre volte e pizzicarsi il braccio cinque, per assicurasi di non essere in un bizzarro sogno generato dal suo inconscio contorto.
Si guardò attorno, stupita dal fatto che nessuno sembrasse essersi accorto di nulla, poi prese un grosso respiro e chiuse gli occhi.
Superata la colonna, come promesso, trovò Bellamy ad aspettarla con uno splendido sorriso orgoglioso stampato sulle labbra, mentre con uno sguardo teneva d'occhio la Passaporta e con l'altro cercava di caricare i bagagli in modo da poterli estrarre con facilità una volta giunti a destinazione.
«Sapevo che ce l'avresti fatta!» esclamò euforico, facendo sorridere la giovane ragazzina «Ti aiuto a caricare i bagagli»
Il treno stava per partire quando Charlotte e Bellamy salirono sul terzo vagone.
«Sicura che non vuoi sederti nello scompartimento con me e i miei amici?» domandò per la ventesima volta «Non sono malaccio...non tutti almeno»
«No, non fa niente» rispose Charlotte sorridendo, grata al ragazzo oltre ogni dire «Uno scompartimento vuoto sarebbe perfetto!»
Dovettero attraversare cinque vagoni, i due avventurieri, prima di trovare un vagone vuoto, ma alla fine riuscirono nell'impresa e Bellamy, salutata la ragazzina, torno al suo abituale scompartimento con Murphy, Anja e Kristin, non prima di aver dato uno sguardo fugace alla sorellina, seduta nello stesso scompartimento di una ragazza bionda.

                                                                                                                           ∞


Octavia sbuffò, chiudendosi alle spalle la porta del bagno delle ragazze.
Se solo Clarke ne avesse parlato con lei, avrebbe potuto farle capire che aveva torto e che stava prendendo un granchio talmente grosso che, ben cotto, avrebbe sfamato anche un Dragone cinese dalle sette teste.
Ma la bionda aveva voluto fare di testa propria e, come succede a chi è particolarmente impulsivo, aveva combinato un grosso e grasso pasticcio epico: lei e Finn non avrebbero potuto tenere testa a Bellamy nemmeno se questo avesse avuto la bacchetta rotta, le braccia incatenate l'una all'altra, e se fosse stato legato per le caviglie a testa in giù.
Ma Octavia non li avrebbe certo tirati fuori dai casini, non quella volta.
Avrebbero dovuto imparare la lezione quei due testoni.
Si sedette per terra e si soffiò rumorosamente il naso con un fazzoletto di carta.
Era arrabbiata, furiosa oltre ogni dire!
Con Clarke, con Finn, con Jasper, Monty e anche con Raven, sebbene ci avesse parlato si e no un paio di volte al massimo.
Continuò a singhiozzare , seduta contro la parete del lavandino, con la testa nascosta tra le braccia e le ginocchia, quando una vocetta fastidiosamente stridula la richiamò.
«Che ci fai qui?» strillò una voce femminile, che fece istantaneamente trasalire Octavia, che si guardò attorno alla ricerca della persona che aveva parlato.
Stava marinando Divinazione e, per un istante, temette che la Cooman avesse visto, per una volta, qualcosa di giusto nella sua bislacca sfera, che l'avesse spinta in bagno, ma poté tirare un sospiro di sollievo quando vide che a parlare era stata una studentessa, o meglio, quello che ne restava: fluttuante a mezz'aria sopra il terzo gabinetto da sinistra, c'era il fantasma trasparente di una ragazza con l'uniforme, un paio di occhiali con lenti grosse e rotonde e i capelli raccolti in due code basse, che lasciavano libera la frangia ribelle.
Nel vederla, Octavia lanciò un grido di sorpresa, ma si ricompose in fretta, dopotutto era una Grifondoro.
«Chi sei?» le chiese cercando di avere un tono deciso, sicuro e imperioso, che tuttavia venne smorzato dai singhiozzi, che non sembravano voler cessare, per quanto Octavia cercasse di reprimerli.
«Chi sono?!?» ripeté indignata la morta, planando con aria minacciosa verso la piccola Blake «Ma certo! Nessuno va mai a far visita alla scorbutica Mirtilla Malcontenta, nessuno le parla mai, e adesso nessuno si ricorda più chi sia!»
«M-Mirtilla Malcontenta?» balbettò Octavia «Si, ho sentito parlare di te! Jasper mi ha…»
«Jasper?!?» la interruppe Mirtilla «Jasper Jordan?!?»
Octavia annuì.
«Ha riempito il mio gabinetto di cacca di Troll!» esclamò esasperata la strega defunta «È rimasto intasato per settimane!»
«Ti capisco» grugnì la Grifondoro, asciugandosi le guance rigate di lacrime «Mi nasconde sempre i fuochi d'artificio incantati tra i libri!»
Mirtilla ridacchiò, emettendo un suono stridulo e inquietante, che però non sembrò infastidire Octavia.
«È vero quello che si dice sulla tua morte?» chiese timida la Blake, temendo di indisporre il fantasma con quella domanda forse troppo azzardata.
Mirtilla annuì.
«Stai piangendo per la scomparsa di quella povera ragazzina?» le chiese fluttuandole accanto.

                                                                                                                               ∞

La giornata di Clarke passo più in fretta del previsto.
Aveva cercato l'amica per ogni corridoio e nicchia del castello, ma senza successo, e a nulla era servito chiedere ai vari conoscenti e amici della giovane Blake, se l'avessero vista, perché tutti le risposero che aveva saltato tutte le lezioni.
Così Clarke decise che era meglio lasciare che Octavia sbollisse la rabbia, e intanto concentrarsi su quel dannato duello, che incombeva ormai minaccioso.
Tutto sommato non era molto agitata, infondo era soltanto il secondo e , sebbene non credesse che Finn avesse la minima possibilità contro Bellamy, era certa che il Serpeverde non l'avrebbe ucciso, rendendola così una semplice spettatrice, ma non per questo si sarebbe presentata senza alcun asso nella manica.
A lezione di incantesimi era la prima della classe, e ormai padroneggiava alla perfezione ogni incantesimo di difesa e di disarmo, e, se la giornata era particolarmente propizia, riusciva anche a fare uno schiantesimo decente.
Niente male, tutto sommato.
Il vero problema era Finn, che aveva chiaramente abusato delle Pasticche Vomitose dei compagni Jasper e Monty, e aveva saltato un terzo delle lezioni, imparando soltanto l'incanto per far levitare qualcuno, del tutto inutile in un combattimento serio.
«Avanti» gli intimò Clarke « Colpiscimi»
La ragazza aveva trascinato l'amico nel campo da Quidditch dopo pranzo, nella vana speranza di insegnargli qualcosa, anche se Finn non sembrava molto intenzionato a collaborare.
«Non lo farò, Principessa!» ridacchiò lui «Non è certo cavalleresco!»
«Ti ci metti anche tu adesso?!?» grugnì scocciata Clarke
«Perché?» la prese in giro il ragazzo «Non mi sembra che ti scocci tanto quando è LUI a chiamarti così!»
«Cosa vorresti insinuare?» ribatté lei con una punta di pericolo nella voce.
A Finn restavano due possibilità: poteva dire alla ragazza quello che pensava su lei e Bellamy, rischiando ferite, mutilazioni gravi o morte, oppure fare finta di niente e cambiare discorso, guadagnandosi così la possibilità di vivere serenamente ancora un altro giorno .
Lui fece la scelta giusta, forse per la prima volta in tutta la settimana.
Scrollò le spalle in modo molto plateale e disse :«Niente, non importa, tanto non ci vado…»
«Che vuol dire che non ci vai?» sgranò gli occhi la ragazza con un tono sempre meno comprensivo e amichevole nei confronti del compagno.
Finn sospirò, si passò una mano tra i capelli in modo nervoso e scrollò di nuovo le spalle, cosa che fece visibilmente innervosire Clarke.
«Non so neanche che cosa mi sia passato per la testa...un duello contro Bellamy Blake?!? Pura follia! Hai sentito che voci girano su di lui? Ci cacceremmo solo nei guai!»
«E poi che figura ci facciamo?» chiese la Grifondoro sempre più esasperata.
«Ti importa parecchio di quello che Bellamy pensa di te, vero?»
Clarke ci restò letteralmente di sasso.
Ma cosa avevano tutti, si poteva sapere?
Prima Raven, poi Jasper e Monty, e ora Finn, tutti ad insinuare che ci fosse un qualche tipo di interesse da parte di Clarke nei confronti di Bellamy.
Bellamy, per l'amor del cielo!
Bellamy, il Serpeverde, Bellamy, il ragazzo che aveva spinto Charlotte giù dalla scopa, Bellamy, il ragazzo troppo intelligente per farsi fregare da uno stupido scherzo vecchia scuola, Bellamy, il prodigioso Battitore di Quidditch, Bellamy, l'unico essere vivente ad essere bello da mozzare il fiato anche con addosso la ridicola uniforme di Hogwarts!
La bionda si riprese da quei pensieri con un certo imbarazzo e scosse la testa con aria remissiva.
«Pensa quello che vuoi Collins! Non perdo tempo con queste sciocchezze!» esclamò mettendo la bacchetta in tasca «Sappi però che ho intenzione di andare a quel duello stanotte, che ti piaccia o no!»
Fece per superare il Grifondoro con fare impettito, ma lui fu decisamente più rapido, le prese il braccio per fermarla e senza dire nulla estrasse dalla tasca una pergamena bianca.
La Mappa del Malandrino.
«E come pensi di riuscire ad andarci se non sai nemmeno la strada?» domando mentre un sorriso sornione gli si disegnava in faccia, come se non avessero appena discusso.
Clarke non fece una piega: strappò dalla mano dell'amico la pergamena e se ne andò.
Alle undici e ¾ Clarke, silenziosa come un'ombra, scese dal letto, afferrando Mappa e Bacchetta.
Era andata a letto in uniforme, così da non doversi cambiare, rischiando di fare baccano e svegliare le compagne, ne essere costretta a sfidare Murphy e Blake in un duella nella Sala dei Trofei con addosso un bel pigiamino azzurro chiaro.
Octavia non era in camera, ma Clarke non si preoccupò, ipotizzando si fosse temporaneamente trasferita in camera di qualcun'altra delle Grifondoro.
Non aveva chiuso occhio fino ad allora, pensando e rimuginando sulle possibilità che avrebbe avuto Finn di decidere di presentarsi e, nel caso fosse avvenuto suddetto miracolo, di riuscire a trovare la Sala dei Trofei senza la Mappa del Malandrino, che Clarke stava silenziosamente sfilando dalla tasca.
Per un secondo penso di andare nell'ala maschile a controllare se l'amico sarebbe venuto, così da poter raggiungere insieme l'ubicazione della Sala, ma decise che sarebbe stata una mossa azzardata e che, probabilmente, Finn avrà avuto tutto il tempo di esplorare il castello durante tutte le lezioni che si ostinava a saltare, e che quindi non avrebbe avuto problemi.
«Giuro solennemente di non avere buone intenzioni» bisbigliò la ragazza battendo delicatamente la bacchetta contro il foglio di pergamena bianco, che lentamente iniziò a riempirsi di macchie d'inchiostro, alcune continue, altre sporadiche.
Notò suo malgrado che Gazza era ancora sveglio e pimpante, che passeggiava su e giù per il ripostiglio, ma pensò che le sarebbe andata bene, visto che la Sala Trofei era nell'ala ovest, e il vecchio custode invece nell'ala nord.
Il percorso verso la Sala era libero, quindi la ragazza, senza esitazioni, superò la Porta-ritratto e, tenendo la bacchetta bassa in modo da non infastidire i per nulla simpatici ritratti, fece scaturire dalla punta della bacchetta dei piccoli fasci luminosi di un bel blu elettrico, forse troppo intenso, ma non così forte da svegliare il vecchio Squartatore del terzo quadro del secondo corridoio dall'aula di Storia di Hogwarts, il che tolse a Clarke un pensiero.
Mancavano due minuti a mezzanotte, quando finalmente La giovane Grifondoro raggiunse la sala del duello.
Era abbastanza nervosa, perché se il primo duellante era ''assente, mutilato, impossibilitato perché vittima di una delle tre maledizioni senza perdono o momentaneamente rinchiuso in uno dei tre stomaci di un ragno-topo gigante dell'Australia'' , come recitava la ''Guida per duellanti provetti'', spettava al Secondo l'onere di estrarre la bacchetta e combattere.
Mai come allora Clarke rimpianse la sua testolina bacata e impulsiva!
Però era fiera Grifona, dopotutto!
Della Casa dei coraggiosi di cuore!
Quindi la bionda, bacchetta alla mano, ripiegò la Mappa, e con un bisbiglio appena udibile recitò :
«Fatto il misfatto»
Poi mise la pergamena in tasca, prese un bel respiro ed entrò.
 

«Mi devi dieci Galeoni, Blake!» esclamò Murphy, stravaccato sopra un trono dorato proprio di fronte all'ingresso della Sala, con un cartellino sul bracciolo in cui si decretava che solo il vincitore della Lotta dei Draghi, competizione bandita duecento anni prima, avrebbe potuto sedersi lì.
Bellamy, in piedi a destra di una vetrinetta con i vari trofei di Quidditch esposti in bella mostra, con le spalle appoggiate alla parete, abbozzò uno dei suoi soliti sorrisetti, quando vide Clarke che, senza dire nulla, avanzava verso il centro della stanza, ostentando una sicurezza che palesemente non le apparteneva.
«Lei però è venuta!» disse rivolto all'amico, ma senza staccare gli occhi dalla Grifondoro, che nel frattempo si era fermata davanti alla porta «Questo significa che tu di Galeoni me ne devi trenta!»
Murphy sbuffò, scendendo dal trono, reputandolo decisamente troppo scomodo.
«Sottratto il tuo debito, solo venti pero!» esclamò con un misto di divertimento ma anche di lieve delusione, per aver perso tanto denaro «Te li farò avere. Nel frattempo vado a farmi un giro, qui te la sbrighi tu»
Detto questo, la Serpe uscì, senza rivolgere a Clarke neppure uno sguardo, cosa che non la infastidì, visto che Murphy le faceva venire i brividi, e non in senso buono.
Una volta che furono soli, Bellamy si spostò dalla parete verso il centro della stanza con passo pigro, studiando la ragazza.
«Aveva scommesso che il tuo amico non sarebbe venuto…» spiegò alzando le spalle disinteressato.
«E tu avevi scommesso che io invece non sarei mancata, immagino.» borbottò la bionda con una punta di sarcasmo della voce.
In una situazione così, probabilmente Clarke sarebbe andata nel panico, ma Finn aveva ragione: c'era qualcosa nel maggiore dei Blake che la spingeva a dare il meglio di se.
In sua presenza avrebbe sempre cercato di mostrarsi più coraggiosa, più intelligente, più intuitiva e più rilassata che mai.
Era qualcosa che non sapeva spiegarsi, ma quello che era certo è che se Bellamy era in giro, La ragazza se ne sarebbe accorta, e avrebbe fatto di tutto pur di non fare la figura della scema.
Era talmente assorbita dalla presenza del ragazzo, da non essersi nemmeno accorta della magnificenza della Sala in cui si trovava, ma in realtà non le interessava nemmeno, perché non riusciva a guardare niente se non lui.
«Mi hai fatto guadagnare la bellezza di venti Galeoni, Principessa!» confermò Bellamy, in piedi a trenta passi da lei «Credo di doverti un favore!»
«Che ne diresti di smetterla di chiamarmi così?!?« ribatté lei «In questo modo saremmo pari…»
«Chiedimi qualsiasi altra cosa, Principessa»
Clarke rimase interdetta da quell'esclamazione: avrebbe potuto chiedergli di non fare il duello, ma così avrebbe dato prova delle sue incertezze riguardo la possibilità di vincere.
D'altro canto Gazza era sveglio, e certamente avrebbe sentito il rumore degli Schiantesimi, mettendoli entrambi nei guai…
«Il gatto ti ha mangiato la lingua?» la prese in giro il Serpeverde dopo trenta secondi di silenzio.
«Ci sentiranno se duelliamo» disse lei con voce atona
«Hai paura di finire nei guai?»
«Tu no?»
Bellamy rise di gusto, a quella domanda, poi il suo sguardo si spostò sulla gonna della ragazza, da cui spuntava un minuscolo angolino di pergamena, invisibile a chiunque, tranne a lui ed al suo sguardo attento.
«Se vuoi ritirarti non c'è problema, Principessa» disse lui avvicinandosi lentamente «Ma io che ci guadagno?»
Clarke sentiva che stava per andare in iperventilazione.
Era troppo vicino: ormai li dividevano solo una decina di passi, e lei sentiva che l'aria cominciava a mancarle,ma cercò di mantenere la calma.
«Potresti evitare di farti prendere a calci da una novellina, Blake» rispose lei fingendosi sicura di se.
«Sappiamo entrambi che vincerei io!» esclamò lui «E a pensarci bene hai qualcosa che mi potrebbe interessare…»
Sul volto di Clarke si dipinse un'espressione interrogativa, alla quale il ragazzo rispose posando nuovamente lo sguardo sulla sua gonna.
In un primo momento Clarke divenne rossa come un peperone maturo, ma poi capì cosa intendeva il ragazzo, e l'imbarazzo si trasformò il sorpresa.
Come faceva a sapere della Mappa del Malandrino?
La sua mano corse involontariamente alla tasca da cui spuntava la pergamena, dando così prova al ragazzo di aver capito cosa volesse.
«Chiedimi qualsiasi altra cosa, Blake» lo schernì dopo aver ripreso il controllo, notando con grande sorpresa di riuscire ad avere una voce sicura nonostante la confusione, l'ansia e l'imbarazzo di cui era vittima da cinque minuti abbondanti.
«O quella o il duello, Principessa» rispose lui, ormai ad una trentina di centimetri scarsi da lei «Decidi tu»
Clarke ci pensò, ma davvero non riusciva a ragionare con lui così vicino,e non riusciva a staccare gli occhi da quelli castani di lui.
Dopo mezzo minuto, lentamente, sfilò la pergamena dalla tasca e la porse al ragazzo.
Finn mi ucciderà pensò
Lui sorrise, cosa che spinse Clarke a trattenere il respiro, e prese la Mappa.
«Tanto scommetto che prima della fine dell'anno sarai così sciocca da sfidarmi di nuovo» ridacchiò Bellamy mentre superava la ragazza e si avvicinava all'uscita «Però duelleremo davvero la prossima volta!»
Dopo che anche Bellamy se ne fu andato, a Clarke ci vollero due minuti perché il suo cuore riprendesse a battere regolarmente.
Era stata veramente una giornata strana, e l'unica cosa che voleva fare era tornare in camera e rimettersi a dormire.
Il giorno dopo avrebbe sistemato le cose con Octavia e avrebbe cercato di infrangere meno regole possibili, visto che in poche settimane aveva coperto il fabbisogno annuale di bravate di un Weasley , o almeno così credeva.
Ci mise poco a tornare nella Sala Comune, visto che, chissà come, era riuscita a ricordarsi il percorso senza sbagliare nemmeno una volta, ma superata ,a Porta-ritratto, c'era una sorpresa ad aspettarla.
«Finalmente Clarke!» esclamò Octavia esasperata «Ti aspettiamo da mezz'ora! Dove sei stata?»
Clarke mandò uno sguardo fugace a Finn, che stava seduto su una poltroncina davanti al fuoco.
Ma che stava succedendo?
«Non importa» continuò la piccola Blake iniziando a fare su e giù per la stanza «È successo qualcosa!»
Clarke, spaesata, si avvicinò ai compagni.
«Cosa?»
I Finn e Octavia si scambiarono uno sguardo d'intesa.
«Riguarda Charlotte» disse lui «Ci hanno mentito dall'inizio: in realtà è scomparsa»










Note stonate d'autore

Per una volta, al posto dei ringraziamenti, le scuse <3
Sono mesi che non scrivo, e per questo meriterei l'impiccagione, ma spero vivamente nella vostra misericordia, e inoltre, per farmi perdonare, il capitolo di oggi era più lungo.
Lo so che molti speravano ed aspettavano uno scoppietante ed adrenalinico duello tra Clarke e Bellamy, ma per la storia avevo bisogno che Bellamy prendesse la Mappa (Non potevo certo fargliela rubare, lui è pur sempre il mio principe ribelle <3 <3).... Ma non disperato, infondo lo ha detto anche Bell : ci saranno altre occasioni per i duelli * faccina molesta*
A questo punto posso solo ringraziarvi per aver letto, chiedervi di recensire numerosi, ringraziare chi lo ha già fatto nei capitoli precedenti e promettervi un aggiornamento prima dei prossimi sei mesi XD.
Seriamente, con la scuola e lo sport ( Serie A2 belli miei, praticamente vivo in campo tra un alleamento e l'altro XD), il prossimo capitolo dovrebbe uscire tra una o al massimo due settimane.
Vi chiedo scusa per eventuali errori ortografici e/o di punteggiatura, ma il mio computer ha letteralmete deciso di punirmi per la mia negligenza, rifiutandosi di collaborare...
Ormai siamo gia a un terzo della storia, che non supererà il sedici/diciasette capitoli, ma la mia testolina contorta sta già progettando un sequel.
Nel frattempo, Scusa-scusa-scusa e, visto che sono pur sempre io, Grazie-grazie-grazie <3<3

Aklylia45 

   
 
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