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Autore: _heartbeat_    13/04/2016    2 recensioni
-Domani Swan!I pensieri negativi rimandali a domani, come delle scuse quantomeno dovute a tutta Storybrooke e le più sincere e vere a tuo figlio- riprese fiato, poi si ricordò di non aver finito il suo discorso.-Ah, un’ultima cosa, dimenticavo questo...-
Emma non ebbe il tempo di chiedere o mostrarsi stupita che si vide arrivare la mano di Regina dritta in una guancia.
Il dolore le annebbiò la vista per un attimo prima che si risvegliasse.
-E questo?-
-E’ per avermi fatto tanto male, se prima ti punivo mi avresti uccisa quindi meglio ora che mai-
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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All’ospedale di Storybrooke tutto sembrava intrappolato in un alone di misteriosa magia, tutto, a cominciare dai letti che avevano preso a muoversi autonomamente sotto lo sguardo divertito e terrorizzato dei propri ospiti che si trovavano rintanati sotto le coperte.I medici cercavano disperatamente di farli tornare a posto nelle stanze ma non c’era niente da fare, ormai si erano convinti e niente li avrebbe smossi.
Un tonfo attirò l’attenzione di una bambina di cinque anni circa che, staccandosi dalla presa ferrea della madre, si precipitò verso l’uomo a terra con una risata soffocata sulle labbra.
L’uomo si mise a sedere squadrandola attentamente: i lunghi capelli neri raccolti in una treccia, la pelle chiara ma non troppo, le labbra carnose e rosse e quei due denti mancanti in quel bellissimo sorriso.
Ormai la conosceva così bene.
Le scompigliò quel poco di capelli liberi facendola sorridere.Adorava il suo sorriso, era un qualcosa di contagioso, solare, spontaneo e incondizionato e durava spesso per delle ore.
E poi lui lo sapeva che per un sorriso del genere bastavano solo due coccole o anche un saluto.La piccola era fatta così.A differenza della madre.
- Regina, vieni immediatamente qui!- le ordinò la voce severa della madre.
Regina non sembrava darle molto peso, infatti continuò a ridere e prese tra le sue manine quelle del dottore iniziando a tirare e tirare per alzarlo.Era talmente concentrata da non accorgersi degli altri richiami isterici di Cora che guardava la scena da distante come a volerne evitare il ricordo.
Quella donna era così strana, pensò l’uomo, sembrava essere scolpita nella pietra e avere il cuore di ghiaccio, incuteva timore persino agli adulti, figuriamoci ai bambini.
-Regina Mills!Ho detto di lasciare stare il dottore, vieni qui e subito!- urlò quasi attirando l’attenzione dei presenti e del medico che cambiò espressione rivolgendo alla bimba un sorriso complice per poi alzarsi e riportarla ai genitori.
-Ci dispiace tanto, davvero, siamo mortificati.Può stare certo che sarà l’ultima volta, Regina imparerà a mostrarsi e comportarsi come una principessa, non sarà più di nessun impiccio- si avvicinò Cora mentre Henry tentava di scusarla con lo sguardo prendendo sottobraccio la figlia.
-Ma io stavo solo giocando...- tentò la bambina lisciandosi le pieghe della sua gonna e aggiustandosi le calze che erano scese per lo sforzo.
-Non è il posto adatto per giocare Regina!Il dottore non è un tuo amico, non è un bambino e non ha tempo da perdere con i tuoi stupidi giochi da bambina-
Regina si sentì offesa e tirò su rumorosamente con il naso.Il dottore era visibilmente imbarazzato, non era la prima volta che sentiva Cora minacciare la figlia ma in fondo lui la capiva Regina, gli era così simile: stufa di essere comandata a bacchetta da una madre ossessiva e dura che non la lasciava divertire come tutti i bambini di Storybrooke.Non la vedeva mai al parco a giocare con gli altri, era sempre dietro alla madre o lì all’ospedale con suo padre, giocare con lui era il suo unico sfogo.
-Non vi preoccupate signori Mills, Regina ha ragione, stavamo giocando insieme!-
Cora guardò male la bimba che rideva attaccata alla gamba del padre, subito dopo quel piccolo contatto di occhi il sorriso mutò in un’espressione piatta molto simile a quella degli avvocati seri e dei serial killer.Inespressiva e completamente fredda e assente.
-Non deve cercare di scusarla, Regina sa che quello che ha fatto non è corretto e che verrà punita per questo, lei torni al suo lavoro e si occupi degli altri e noi penseremo all’educazione di nostra figlia-
Mamma mia quanto era pesante, quel pensiero attraversò nello stesso istante le menti del dottore, di Regina e di un instabile e provato Henry che non sopportava più le interminabili liti della moglie.
-Se fossi un grillo parlante non diresti tutto questo, io sono il grillo parlante del signore e lo aiuto nel suo lavoro qui, gli stavo salvando la vita, lasciami stare...- gridò Regina sentendo la presa della mano della madre avvolgerle il braccio.
-Non fare la capricciosa...C’è ancora molto da aspettare?- chiese visibilmente scocciata.
-Non credo signora, dovreste essere i prossimi-
-Io non lo voglio fare il vaccino, lasciami andare via, non voglio!- protestò agitando le mani e i piedi Regina sentendo a poco a poco le unghie di Cora conficcarsi nella sua carne, le faceva male ma avrebbe sopportato o rischiava grosso davvero.
-Su Tesoro mio, vedrai che non te ne accorgerai, ti terrò la mano io e se avrai paura potrai sempre guardare me- le disse affettuoso Henry accarezzandole una guancia e asciugandole le poche lacrime di rabbia scese.Regina si tranquillizzò al tocco di suo padre, la faceva sentire così bene averlo con sè lì vicino.
-Io quella non la voglio, solo te, lei no!-
-Quella è tua madre, brutta bestiolina!E soffiati il naso!- le rispose acida Cora.
-Sentite, sentite, ho un’idea da proporre alla signorina, potrei parlarle un secondo in privato?- s’intromise il dottore sbottonandosi il camice, lui era il paciere, l’ago della bilancia della situazione, doveva comprarsi Regina e averla dalla sua parte o temeva una punizione dolorosa per la piccola.
Henry annuì sorridendo imbarazzato e Cora rispose lisciandosi il vestito.
Era una loro mania quella di lisciarsi gli abiti, erano ossessionati dal pensiero dell’ordine.
-Ha un minuto, giochi bene il suo tempo, non glene darò di altro-
-Allora Gina ascoltami, lo so che non vuoi fare quel vacino che fai tutti i mesi ma è necessario, tu vai lì e fai la buona e poi raggiungimi che ho una sorpresa da farti vedere, ti piacerà molto-
Regina annuì e tornò proprio mentre il primario chiamava il suo nome, entrò nello studio e ne uscì poco dopo con il sorriso sulle labbra e un cerotto colorato sulla puntura.Chiese a suo padre il permesso e raggiunse l’atrio dove sapeva di trovare il suo amico che la prese per mano conducendola verso il terzo piano.
-Perchè andiamo di qui?- chiese la piccola sbirciando di tanto in tanto dentro le camere delle corsie salutando allegramente vecchietti mezzi addormentati e neo mamme super agitate.
La sua non doveva essere stata così felice di tenerla in braccio a giudicare da come la guardava ora.
-Ancora un attimo e vedrai- con un abile gioco di mani estrasse le chiavi dalla tasca dietro dei pantaloni e aprì la porta di una grande stanza con una vetrata sul corridoio.
Regina si lasciò andare ad un meravigliato wow.
Vicino a lei dieci e più testoline con pochi capelli di diverso colore e nasini all’insù e boccucce socchiuse.Erano così carini e innocenti e avrebbe voluto prenderli in braccio e dare loro il bacio della buonanotte e raccontare loro le favole che voleva che le raccontasse sua madre.Era stregata da quei piccoli marmocchi grandi poco più di un braccio.
Rimase colpita da una culla in particolare: una bimba immaginò vedendo le copertine con l’orlo rosa, aveva una manciata di capelli biondi e dormiva pacificamente.Era così tenera.Tirò per il camice il dottore attirandolo verso la culla che le interessava.
-Che c’è?- chiese stupito, dovevano fare piano, era vietato entrare lì e se li avessero scoperti rischiavano grosso.
-Mi piacciono questi bambini- rispose facendo passare l’aria tra i denti mancanti.
-Lo sapevo, ti ho portato qui apposta, anche a me piacciono-
-Perchè allora non ne hai?- chiese curiosa.
-Perchè non sono arrivati, non c’è stata la volontà di cercarli e non abbiamo neanche avuto fortuna...a volte capita.Te, quando sarai mamma, vorrai dei bimbi?-
-Io voglio dieci bambini, sei gatti, un cane, un cavallo e il principe azzurro- ammise arrossendo Regina –Ah e anche un castello enorme come le regine-
-Regina di nome e di fatto- rise lui –Comunque credo tu chieda un po’ troppo-
-Uffa!E va bene allora tre gatti, il cane, il cavallo, il principe e il castello-
-E niente eredi per il regno?-
-Hai detto di scegliere...se devo proprio, voglio una figlia come questa- disse indicando la culla che la sovrastava.
Il dottore lesse il cartellino con il nome e sorrise.Emma Swan.Un cigno.Romantica.
Pensò che Regina fosse ironicamente modesta nei suoi desideri, ma era una bambina, era giusto fosse così.
-Perchè proprio come lei?-
-Perchè...hai visto quante scatole come questa ci sono in questa stanza?Lei è l’unica che mi ha colpito quindi sarà così-
-Ti vedo decisa Gina, si chiama Emma Swan!-
-Swan come cigno, è proprio un bel cigno, non è neanche nata brutto anatroccolo.E’ così bella, vero?- Regina posò le manine sul bordo della culla e, per un attimo, la piccola mano rosa di Emma si poggiò sull’ombra della sua e vi rimase nel sonno.
-Hai ragione.E’ una delle più belle anche se in fondo così piccoli sono così uguali-
-No, lei è speciale, ha le manine piccolissime e così rosa.E’ bellissima.Dottore dici che la posso sposare se le regalo le mie ultime caramelle alla mela e cannella?Dici che accetta?-
L’uomo si lasciò andare ad una fragorosa risata prendendo in braccio Regina e facendola avvicinare ad Emma.
-Gina, non credo possa mangiare le tue caramelle e nemmeno sposarti però io accetto volentieri i tuoi dolci-
Detto questo Regina gli porse la caramella e lui la mangiò con gusto.
-Ora accetterà di sicuro.Sei gentile Gina e hai charme-
-Posso dirle una cosa-
-Ti aspetto dalla porta-
Regina si avvicinò e picchiettò sulla plastica, non voleva svegliarla, l’avrebbe spaventata e non voleva.
-Piccolo bell’ anatroccolo o cigno, sei la più bella testolina che spunta dalle coperte che io abbia mai visto, sai, ho detto che tu sei un cigno bellissimo davvero.Io sono Regina ma il mio amico mi chiama Gina, sono più grande di te, tua sorella maggiore se vuoi o se no il tuo grillo parlante decidi tu e dimmelo.Voglio restare qui con te perchè la mia mamma è cattiva e mi sgrida sempre, non mi fa mai giocare.A te le leggono le favole?A me no eppure mi piacciono tanto, soprattutto quelle a lieto fine...-
Il dottore si avvicinò a lei e la prese per mano avviandosi verso la porta.
-Su Regina o tua madre dirà che ti ho rapito e non ti farà più stare con me-
Regina annuì per poi mollare la presa.Corse verso la culla e per poco non scivolò.
-Un’ultima cosa...lui mi dice che non posso convincerti a sposarmi con le caramelle ma io ci proverò lo stesso e da grande sarai il mio bel cigno, però dovrai stare attenta ai miei gatti o ti mangeranno.Povera piccolina, ti prometto che ti cercherò Emma e ti troverò ovunque sarai e ti regalerò il più bell’anello di caramelle mai visto.Parola di grillo parlante.Ci vediamo presto, ciao Emma-
Diede un bacino alla plastica trasparente e se ne andò dal suo amico, Emma involontariamente passò la mano sull’impronta delle labbra.
Erano solo un Cigno ed un Grillo Parlante. 


Angolo autrice:
lo so, sono una pazza assurda ma ho davvero tanta ispirazione in questo periodo e devo sfruttarla prima che se ne vada, ho immaginato un incontro tra una mini Regina e una mini mini Emma ipotizzando la sua nascita a Storybrooke, adoro il personaggio del dottore che non ha un nome ma c'è sempre per Regina.
Sto provando a scrivere una storia per ogni verso di una canzone, non so che ne uscirà ma penso si sia capito quale sia il titolo.
Spero vi piaccia e vi ricordo di mandarmi i vostri pareri commentando o recensendo.Fatemi sapere presto.
Alla prossima.
Il Grillo Parlante :)
  
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