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Autore: marta_cr_cullen92    14/04/2016    0 recensioni
"Hermione ha sempre avuto la testa sulle spalle e la situazione sotto controllo. leggeva e studiava per avere sempre nuove situazioni sotto controllo ma ci sono cose che non si possono "imparare". l'amore è una di queste"
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Piccolo extra...





Sempre io, sempre noi


Harry era ancora seduto sulla poltrona e Ginny gli si accomodò in braccio prevedendo già la sua reazione

"Harry..."

"Ginny, perché hai detto quella cosa?"

"Perchè è vera..." Harry aveva spostato lo sguardo verso il pavimento di legno della veranda ma Ginny lo cercò "Non sono fatta di vetro. Sono sempre io. Sto cambiando me ne rendo conto, so che vedendoci solo per un paio di giorni la settimana, tu lo noti ancora di più ma -aveva ricominciato a piangere- Dio che scatole! Sto sempre a frignare!"

"Non importa amore…" le stava accarezzando la schiena per consolarla

"Oh Harry perché non capisci? Di cosa hai paura? Sono sempre io, è sempre la mia pelle che troveresti sotto le mani" Ginny gli faceva scorrere le mani sul suo torace, sulle spalle, sul viso e poi giù, sulle braccia. Gli mancava così tanto il suo fidanzato.

Harry dal canto suo bramava quel contatto e lo temeva allo stesso tempo. Non sapeva spiegarsi nemmeno lui il perché di quel timore, ma il punto è che c'era e non riusciva ad ignorarlo.

"Ho un'idea. Stai qui" Ginny si era alzata ed era entrata. Le voci arrivavano attutite ed Harry attendeva curioso. Finalmente la sua fidanzata uscì dalla porta con uno zainetto in spalla ed il sorriso sul volto.

Gli tese la mano "Andiamo!"

"Dove?" chiese Harry.

"A Grimmauld Place"

"Cosa?" Harry non capiva.

"Ci servirà solo una stanza, forse due, non importa se la casa è ancora a soqquadro!"

"Quale stanza?" Harry già tremava. Conosceva Ginny e tremava al pensiero di quale stanza le servisse.

"Il bagno! Strano vero? Ho smesso di vomitare ed ho cominciato a fare pipì come se non ci fosse un domani. Figo, vero?". Per mano, stava tirando il fidanzato nella zona di smaterializzazione.

"Ginny, davvero. Qui ce ne sono tre, ci sono tutte le cose che ti possono servire"

"No! A me, servi tu e qui non c'è abbastanza privacy!"

"Ginny non verrò a letto con te!" Harry si impuntò.

Da che aveva scoperto di aspettare un bambino, Harry si era allontanato sempre più. Era lì, accanto a lei, eppure era lontano.

"Non serviva dirlo come se fosse la cosa più schifosa del mondo sai?! E adesso che l'hai detto? Credi che in questi mesi il tuo comportamento non avesse continuato a urlarmelo in faccia?" Ginny era infuriata -evviva gli sbalzi d'umore-. Avrebbe voluto mettergli le mani addosso. Restituirgli un po' del male che sentiva lei.

"Hey, non agitarti, fa male al bambino"

"Ma che ne sai" sussurrò quasi a se stessa. "Mi dai una mano con la smaterializzazione o devo portare io tutti e tre?" Harry le prese entrambe le mani.


"Dritto in bagno e non fiatare che sono fuori di testa!" Ginny aveva preso le scale quasi di corsa.

Grimmauld Place era in fase di ristrutturazione e ammodernamento. Le imprese edili avevano fatto a gara per prendere in carico la casa dei futuri coniugi Potter ed un pezzo alla volta stava rinascendo.

Il bagno della camera da letto matrimoniale era ancora quello originale dei Black, ma Harry era riuscito ad incastrarci una doccia, più comoda e pratica dell'enorme vasca da bagno.

Ginny l'aveva fatto passare ed aveva chiuso la porta. Harry non stava davvero capendo ma Ginny gli si avvicinò decisa e cominciò a sbottonargli la camicia.

"Ginny?" Doveva fermarla, doveva fermare quelle mani che ora si stavano sfilando dalla felpa di lei. "Posso sapere che intenzioni hai?"

"Non ho intenzione di portarti a letto, stai sereno!" acida e fredda

"Non essere arrabbiata con me"

"Sono amareggiata" Ginny aveva uno sguardo molto deciso e sfilati anche i jeans si avvicinò alla doccia aprendo l'acqua. Si era un pochino tranquillizzata vedendo che lui non opponeva resistenza "Siediti che ti tolgo i pantaloni" ma le spuntò il sorriso quando Harry finì di svestirsi da solo. Aveva capito che voleva fare la doccia con lui. Doveva solo pensare a cose orribili e tristi invece che al corpo di Ginny, bello e morbido e caldo e conosciuto…

Ginny intanto aveva controllato la temperatura dell'acqua e si era legata i capelli in alto per non bagnarli e doverli lavare.

Il box doccia non permetteva ampi movimenti e il piccolo doccino bagnava solo uno dei due. In passato avevano preferito la vasca o… tutto il resto della casa: bei tempi! pensò Ginny.

"Passami il sapone" chiese ad Harry.

Se ne mise un po' sulla mano e lo fece passare sul corpo del fidanzato che, chiusi gli occhi e lasciatosi andare, aveva cominciato a fare la stessa cosa a Ginny. Lei fremeva per quel tocco. Era esattamente quello che sperava. Era sempre lei, erano sempre loro. Solo che adesso, dentro la pancia non più piatta c'era qualcun altro o altra.

"Amore..." aveva sussurrato lei per non rompere l'atmosfera serena "riconosci la mia pelle? Sono sempre io, no?" Harry aveva aperto gli occhi. Quanto tempo era che effettivamente non la toccava così? Aveva ragione lei, come sempre.

"Sei sempre così tremendamente bella Ginevra"

"Mh… mi piace quando usi il mio nome completo. Ma adesso è il momento di conoscere qualcuno di nuovo" gli aveva dato la schiena e, messa di tre quarti, lo guardava.

"Dammi la mano"

Spontaneamente Harry aveva intrecciato le dita con quelle di lei, ma Ginny gli aveva girato la mano e, appoggiatasela sul fianco, l'aveva fatta scivolare verso l'ombelico. "Senti?"

Harry forse non respirava neanche più. Non l'aveva mai toccata nuda la sua pancia.

"Si muove già?" chiese titubante

"No, è troppo piccolo ancora. Intendevo la consistenza. Senti come è tondeggiante e dura. Premi un po'"

"Non… non voglio farti male"

"Non mi fai male, sciocco. Prova!" Ginny lo guardava sorridendo ma lui davvero non si muoveva. Era convinta che se avesse lasciato la sua mano, quella sarebbe caduta. "Ti faccio vedere io come lo saluto a volte, quando mi fa mangiare cose strane in momenti ancora più strani. -gli aveva riportato la mano sul fianco- lasciala lì la mano, ok?" Harry aveva annuito senza togliere gli occhi dal bel sorriso di Ginny. Poche volte l'aveva vista così raggiante e serena. Poi due colpi l'avevano agghiacciato "Ma che fai! Sei matta?"

Ginny aveva dato due leggeri colpetti alla sua pancia, con l'acqua della doccia avevano fatto proprio cick-ciack. Harry aveva rimesso la mano sulla sua pancia e tastava appena appena, come per vedere se era ancora tutto a posto.

L'effettiva differenza lo colpì.

Si percepiva la presenza di qualcosa di tondeggiante e duro dentro di lei e si rese conto di quanto quel bambino fosse reale, fosse già il loro bambino nonostante i suoi pochi centimetri di lunghezza. Si rese conto della responsabilità nei confronti di quella pancia. Guardò Ginny che in lacrime gli sorrideva e annuiva. Harry capì.

"Amore, vieni qui..." fece voltare Ginny e la abbracciò. Un abbraccio vero, stretto, fatto di braccia che si incrociano e mani che stringono la carne su cui si appoggiano, di respiri costretti, di teste vicine, guance a contatto. Ne nacque un bacio dolce, carico di scuse, di promesse, di amore, di complicità.

"Mi sei mancato"

"Anche tu. Mi dispiace"

"Lo so" poi Ginny si staccò appena e guardando verso il basso disse "Anche tu mi sei mancato"

"Ginny, non tirare la corda!" ma mentre Harry la ammoniva Ginny gli sorrise, gli diede un bacio sulla bocca e si mise in ginocchio.

   
 
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