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Autore: Ilenia_Pedrali    15/04/2016    3 recensioni
Clarke e Bellamy sono vicini di casa e non si sopportano. Tuttavia c'è qualcosa che li lega, qualcosa che nemmeno loro riescono a spiegarsi e che riguarda il loro passato e i loro demoni interiori.
Fanfiction tutta Bellarke!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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1.
 
La cioccolata che Clarke stava sorseggiando si era ormai raffreddata da un pezzo, ma lei non ci fece caso. Era seduta vicino alla finestra, la fronte corrucciata e gli occhi attenti, immersi nel libro che stava leggendo.
Capitava sempre così, con la lettura. Bastava che gli occhi di Clarke si posassero su delle pagine, specie di medicina, e la ragazza si rinchiudeva in un mondo dove era impossibile raggiungerla.
Era sempre stato così, fin da quando era piccola.  
Improvvisamente la sveglia suonò e Clarke sussultò. Come al solito si era alzata molto prima del solito e non aveva più ripreso sonno. La notte era diventata la sua miglior confidente da quando… beh, da molto tempo prima.
Si infilò distrattamente una maglietta blu e un paio di jeans. Quando scese in cucina sua madre non c’era già più.
Ci vediamo stasera per cena” diceva il post-it arancione attaccato al frigo e Clarke non gli badò: non aveva nessuna voglia di parlare con qualcuno, non in quel periodo.
 
Il tragitto per raggiungere l’università sembrò durare più del solito quella mattina, ma Clarke fu felice di raggiungere l’aula dove si teneva la sua lezione di Neurofisiologia.
Sarebbe diventata un grande medico, così le avevano sempre detto, e lei ne era certa. Avrebbe fatto di tutto per ottenere grandi risultati e avrebbe sputato sangue per la borsa di studio che avrebbe potuto vincere a fine anno.
«Buongiorno a tutti» cominciò il professore una volta che tutti gli studenti ebbero preso posto, «Come ben sapete oggi si apriranno le iscrizioni per il corso di Medicina Legale, un corso effettuato in collaborazione con il Dipartimento di Polizia della città. Se siete interessati, vi consiglio di leggere il programma qui nel foglietto illustrativo e vi ricordo che vi potete iscrivere solo fino alle 18 di oggi. Ora, tornando a noi…»
 
La lezione trascorse piacevolmente e Clarke venne fermata dal professore mentre si avviava all’uscita: «Ehi Clarke» la chiamò, «Hai pensato di iscriverti al corso di medicina legale? Credo che saresti molto brava»
«Davvero?» chiese la ragazza. Non era dal professore regalare elogi.
«Hai molto intuito e sei incredibilmente intelligente. Se applichi queste qualità in campo poliziesco con le tue qualità di medico, in pratica il lavoro è già fatto. Inoltre, ti darebbe la possibilità di ottenere crediti utili per la borsa di studio di fine anno. Pensaci» le disse, porgendole uno di quei foglietti illustrativi. La ragazza sorrise e ne prese uno: crediti formativi per la borsa di studio? Affare fatto.
 
Quando tornò a casa, si sentiva sfinita. Aveva avuto 8 ore di lezione e si sarebbe dovuta rintanare subito in camera a studiare. Che seccatura.
Sbirciò in cucina e come al solito la trovò deserta. Dopo essersi preparata un toast, si trascinò stancamente al piano di sopra e si sedette alla scrivania, estraendo un librone di Anatomia dallo zaino.
Fu in quel momento che la musica partì a tutto volume.
Clarke quasi fece un balzo sulla sedia. Da dove diavolo veniva quella roba? Alle undici di sera poi?
Cercò di sopportare l’irritazione per quanto le fu possibile ma poi, quando alla musica si associarono rombi di motore e risate sguaiate, fu troppo.
Si alzò dalla scrivania e sbirciò fuori dalla finestra.
I nuovi vicini.
Ma certo.
E lei avrebbe cominciato la relazione col vicinato urlando contro chiunque si trovasse a capo di quella stupida festa. Perché era una festa: al centro del giardino c’era un’enorme botte di birra; c’erano moto parcheggiate ovunque e ragazze e ragazzi ovunque.
La ragazza si precipitò fuori e raggiunse velocemente la porta d’ingresso, bussando furiosamente.
Un ragazzo grande e grosso le si parò davanti:
«Ehi ragazzi! Sono arrivate le spogliarelliste!» urlò appena la vide, rivolto verso l’interno della casa.
Clarke si trattenne dalla voglia di prenderlo a pugni:
«Sei tu il padrone di casa?!» urlò.
«No, sono io. Qualche problema?» le rispose una voce all’orecchio.
Clarke si girò, trovandosi di fronte un ragazzo alto e moro, dall’espressione arrogante segnata su due occhi scuri. Ebbe la strana sensazione di averlo già visto da qualche parte.
«Si, è tardi e stai facendo un casino assurdo» sbottò lei, incrociando le braccia al petto.
«E allora?»
«Allora se non la smettete con questo chiasso chiamo la polizia»
«Ah davvero? E perché mai? Ti abbiamo disturbata forse, Principessa?» sghignazzò il ragazzo, avvicinandosi.
«Si, molto. Ora abbassa questa dannata musica» rispose la ragazza, guardandolo dritto negli occhi con aria di sfida, non muovendosi di un millimetro.
«Altrimenti? Cos’è, corri a chiamare tuo padre?» rise lui, bevendo un sorso di birra.
Quella frecciatina infantile sconvolse Clarke, che indietreggiò di qualche passo. Sentir nominare suo padre era… troppo, semplicemente. E la ferita era ancora troppo grande. E quel nomignolo… chi la chiamava sempre così quando era piccola, punzecchiandola continuamente? Non le veniva affatto in mente. Ma ora non era più importante.
Gettò un’occhiata di profondo disprezzo al ragazzo e se ne andò a casa, mentre calde lacrime le bagnavano le guance e lei si odiava per esser stata così debole.
 
Il giorno successivo, Clarke si avviò alla prima lezione del corso di medicina legale. Si sentiva a pezzi per la sera precedente e questo la faceva sentire ancora più stupida. Quello stronzo arrogante aveva toccato corde sopite dentro di lei solo con una stupida frecciatina da poppante.
Lo odiava. E ancor di più odiava sé stessa per non averlo insultato e picchiato in quello stesso momento.
Stava ancora pensando a pratiche torture da infliggere al vicino, quando la voce del capo del dipartimento di polizia la distrasse:
«Benvenuti, sono Marcus Kane, capo del Dipartimento di Polizia. Questo progetto ha il compito di creare un team di medici e poliziotti che sia il più creativo e utile possibile alla società. I medici qui presenti sono stati assegnati ad un nostro poliziotto in modo del tutto casuale. Ora vi nomineremo le coppie: Arthur Wayne con Gemma Horris…» e la prima diade si alzò per incontrarsi, «… Clarke Griffin e Bellamy Blake»
Clarke sentì il cuore perdere qualche battito. Conosceva quel nome, conosceva quegli occhi scuri improvvisamente agganciati ai suoi.
Bellamy Blake.
Ora ricordava di quel bambino che odiava e con cui litigava sempre quando era piccola.
Bellamy Blake.
E quel bastardo era il suo nuovo vicino.












Ciao a tutti! :)
Intanto, se siete arrivati fin qui, grazie per la lettura! :)
Questa è la mia prima fanfiction a tema Bellarke! :) Adddddooooro questa coppia *.*
Ho molte idee riguardo questa storia e spero di non aver creato troppa confusione con questo primo capitolo ma ammetto di non aver ancora deciso dove andare a parare, vedremo!
Se volete commentare, le recensioni sono ben accette :)
Grazie ancora e (speriamo) a presto!
Ile
   
 
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