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Autore: Enrico    20/08/2003    0 recensioni
Un nuovo grande torneo per i personaggi di Toshinden.
Genere: Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CLASH OF THE TITANS

Autore: Enrico

I personaggi, la trama e le mosse di Toshinden sono di proprietà di Takara e Tamsoft.
Tutti i diritti riservati.

CAPITOLO 2 : PREPARATIVI

Glossario

Konban wa - buonasera!
-san - un suffisso che si usa per persone di riguardo
-kun - un suffisso che si usa per coetanei, o per rimpiazzare -san quando si ha a che fare con persone più giovani
konnichiwa - buongiorno!
-sama - un suffisso che si usa per persone di rango molto superiore, o per indicare grande rispetto
Mochiron - Naturalmente
sou ka - d'accordo…
nakama - amico
Anou... sumimasen... - ehm… scusate…
-chan - un suffisso che si usa per esprimere simpatia verso il suo oggetto
Watashi wa Amy desu! - Il mio nome è Amy!
Yoroshiku ne! - Piacere di conoscerti! (anche abbreviato a Yoroshiku)
Ne - non è vero?

Una leggera frenata scosse Kayin dai suoi pensieri. Guardando fuori dalla finestra, il giovane cacciatore di taglie vide il luogo che gli aveva fatto percorrere tanta strada… il grande complesso dove si sarebbe tenuta la competizione, con le enormi doppie porte che recavano la scritta "Toshinden" in kanji. Kayin, nella sua mente, azzardò un paragone con le porte di un antico tempio shintoista.

"Ecco, signore, abbiamo percorso in taxi tutta la strada dall'aeroporto fino a qui, perciò mi dovete seimila yen."

Ovviamente si trattava del tassista. "Tsk," commentò Kayin, cercando nervosamente il suo portafogli "Volevo solo prendere un taxi, non comprarlo!". Kayin amava fare questi commenti sarcastici, di tanto in tanto. Per qualche misterioso motivo, lo facevano sentire soddisfatto di sé stesso.

D'altronde, non c'era molto che Kayin potesse fare se non pagare. Dopo aver maledetto tra sé i trucchi della categoria, Kayin ringraziò la sua previdenza per essersi portato più soldi del necessario, poi prese alcune banconote dal portafogli e le sbattè nella mano avidamente tesa del tassista, come uno straccio usato.

Iniziò ad allontanarsi per dirigersi alle doppie porte, con la sua custodia per chitarra in mano, ma venne fermato dopo neanche tre passi dal solito tassista: "Hey, amico, e la mancia? Questi sono seimila giusti!"

Com'è veloce a contare… pensò tra sé Kayin con un sorrisetto storto, poi volse leggermente la testa, quel tanto che bastava a rispondergli senza guardarlo in faccia. "Spiacente, da noi in Scozia non si usa!"

Con un antipatico grugnito, l'autista sbattè la portiera e si allontanò sgommando, come se volesse andare il più lontano possibile da un cane pieno di pulci. Kayin lo seguì ancora un po' con i suoi freddi occhi verde acqua, poi si volse nuovamente verso le doppie porte dell'entrata.

D'accordo, questo è il luogo del ritrovo… riflettè tra sé, aggiustando un po' la sua giacca rossa. E che io sappia, molti dei combattenti sono già arrivati. Ora, speriamo solo che quel testone non mi faccia aspettare a lungo…

Come se qualche provvidenza celeste avesse udito i pensieri del biondo cacciatore di taglie, una gioviale voce lo chiamò, facendolo voltare di scatto: "KAYIN!". Proveniva da un altro ragazzo, che sembrava avere più o meno la sua stessa età, con i capelli castani scomposti, pettinati in quelle che sembravano delle vere e proprie punte sulla sua testa. Il nuovo arrivato portava una t-shirt nera a mezze maniche, blue-jeans e scarpe marroni chiare, ed era seguito da una ragazza mora, snella, vestita più o meno come lui, solo che la t-shirt era bianca (e portava il simbolo della Nike disegnato sul davanti), e al posto delle scarpe aveva i sandali.

"EIJI! AMY!" Kayin rispose ai suoi vecchi amici dei tempi dell'allenamento, poi corse verso di loro, subito imitato.

"Kayin! Ne è passato così tanto di tempo!" Eiji salutò con entusiasmo. I due amici si erano raggiunti e si stavano stringendo la mano con entusiasmo.

"Tre anni!" rispose Kayin, battendo una pacca sulla spalla di Eiji "E vedo che sei molto cresciuto in questi ultimi tempi!"

"Già, quindi non sei più autorizzato a trattarmi da bambino!" scherzò Eiji, mentre Amy si avvicinava a Kayin e lo salutava con un inchino. "Konban wa, Kayin-san!" disse la ragazza, nella maniera formale tipica dei giapponesi.

"Ma guarda chi si rivede!" Kayin si rivolse a lei con un'espressione arguta sul viso. "Ho sentito che tu ed Eiji ora siete ufficialmente fidanzati, è così?"

Il bel viso di Amy si tinse di un'inequivocabile rosso, mentre lei abbassò un po' la testa, iniziando a cercare le parole per rispondere a quella domanda improvvisa. Eiji sospirò e scosse la testa. Un giorno la lingua di Kayin lo caccerà in un gran bel pasticcio… pensò tra sé, poi cercò di rispondere per Amy, pur con un po' di imbarazzo: "Beh, insomma… diciamo che… non c'è ancora nulla di definitivo… tu piuttosto, sei ancora in cerca, vero?"

Kayin strinse gli occhi con aria vanitosa. "Lo sai che le ragazze mi cascano attorno a destra e a sinistra… se volessi, ne potrei scegliere una in qualsiasi momento!"

Eiji rise e gli diede una spintarella. "Ma taci, pallone gonfiato! Non sei proprio cambiato da questo punto di vista, eh? Stesso ego grande come la Francia!"
Amy non potè trattenersi dallo scoppiare a ridere per l'inusuale espressione usata da Eiji. Kayin si finse offeso: "Così in Giappone accogliete un caro vecchio amico che non si fa più vivo da tre anni? Mi aspettavo molto meglio!"

"Coraggio!" Amy interruppe la discussione "Avrete tutto il tempo domani per discutere di queste faccenduole... dopo che avrete finito gli allenamenti, si intende. Ora, andiamo alle nostre stanze!"
Annuendo, i due ragazzi la seguirono oltre il doppio portone che dava accesso alla sede del torneo. Mentre passavano, Eiji e Kayin non poterono impedirsi di discutere su ciò che li avrebbe attesi.

"Alla fine siamo arrivati." Fu Kayin il primo a parlare "E questo è il luogo dove troverò l'assassino di mio padre…"

"Sei proprio sicuro che sarà qui? Al torneo?"

"Sì, al cento per cento." Rispose il giovane scozzese "Ho atteso un sacco di tempo l'occasione di vendicarmi…"

"Kayin!" disse Eiji "Qualunque cosa accada, ricorda che sarò sempre pronto a darti una mano!"

Kayin guardò il suo amico con aria di gratitudine, per poi avviarsi, in silenzio, lentamente e con una sorta di orgoglio rattristato, verso la stanza che gli era stata riservata.


Il giorno dopo, ore 9

Eiji si stiracchiò pigramente, ancora un po' assonnato. Entro pochi minuti ci sarebbe stato il discorso d'apertura del torneo, a cui tutti i partecipanti avrebbero dovuto presenziare. Per l'occasione, si era messo addosso l'uniforme da combattimento, un kimono bianco con le orlature rosse, su una maglietta nera, pantaloni dello stesso colore, scarpe marroni e una fascia bianca legata sulla fronte. Al fianco, portava appesa la katana della sua famiglia, la Byakko No Tachi, che al momento era riposta nel suo fodero nero.

Il ragazzo si guardò attorno, alla ricerca del luogo dove si sarebbe tenuto il discorso. Finalmente, riuscì ad individuarlo. L'arena principale, che si trovava più o meno al centro del complesso, in una sorta di colosseo nel quale sarebbero stati accolti gli spettatori. Eiji non ci mise molto a raggiungerlo, e trovò che Kayin era già lì ad aspettarlo all'entrata.

Il giovane cacciatore di taglie portava una maglietta nera con sopra una giacca rossa dalle spalliere nere, blue-jeans e lucide scarpe nere. In mano, teneva la custodia per chitarra che usava per nascondere la sua spada. Kayin salutò Eiji con un gesto della mano.

"Buongiorno, Eiji-kun! Sembra proprio che siamo i primi!"

"Già." Replicò Eiji, dando una sbirciata all'interno dell'arena ancora deserta "E sarei curioso di vedere chi saranno i partecipanti…"

Una voce femminile, infantile e dallo spiccato accento magiaro, fece voltare Eiji e Kayin.

"Ne avete una davanti!"

I due amici si voltarono per vedere una ragazzina che si stava avvicinando a loro. Di corporatura esile, con corti capelli ondulati color verde smeraldo e profondi, splendidi occhi blu, era vestita di quello che sembrava essere un costume intero di seta bianca con orlature rosa scuro, veli trasparenti sui polsi e sulle caviglie, un grosso nastro rosa legato attorno alla vita e annodato in un fiocco dietro la schiena, e scarpette da ballo. In ciascuna mano, teneva un piccolo pugnale, e aveva al collo un ciondolo rosa a forma di cuore. La nuova arrivata si diresse verso Eiji e Kayin e si presentò con un sorriso.

"Salve, il mio nome è Ellis. Ellis Hayama. Sono qui per combattere nel torneo Toshinden."

Eiji si rivolse a lei. "Oh, konnichiwa! Io sono Eiji Shinjo, e il mio amico qui," indicò Kayin con un cenno "è Kayin Amoh. Piacere di conoscerti!"

Ellis si inchinò. "Beh, piacere mio, e vi auguro buona fortuna nel torneo!". Con questo, la ragazzina entrò nel colosseo, saltellando come se dovesse andare a una festa. I due ragazzi la guardarono con aria interrogativa.

"Cosa ci farà mai una ragazzina così piccola in un torneo che è stato descritto come uno dei più violenti che ci siano mai stati?" chiese Kayin, fissando la direzione nella quale Ellis se n'era andata.
Eiji non fece che alzare le spalle. A dire la verità, stava per rispondere qualcosa, quando sentì un movimento dietro di sé. Nello stesso istante, come un campanello d'allarme, sentì la voce di Kayin: "ATTENTO!"

Agendo puramente d'istinto, Eiji sfoderò la Byakko No Tachi e girò su sé stesso tenendo la spada davanti a sé. Si sentì il clangore di metallo contro metallo, ed Eiji si rese conto di aver parato un colpo di piatto diretto alla sua testa.

Un attimo dopo, Eiji vide che la lama che stava per colpirlo era un gigantesco spadone a due mani, forgiato in ottimo acciaio e con l'elsa decorata d'oro. Restò senza parole quando ne vide il proprietario: un uomo altissimo, più o meno sul metro e novanta, che pareva avere attorno ai trent'anni, vestito di ricca porpora sulla quale portava una corazza a piastre in stile medievale, completa di spalliere, manopole, ginocchiere e schinieri. I suoi lunghi capelli erano dello stesso colore di quelli di Ellis, forse un po' più chiaro, e i lineamenti aristocratici del suo viso erano disturbati dal ghigno sardonico che aveva sfoderato.

Eiji strinse gli occhi come per vederlo meglio, poi sussurrò un nome. "Duke…"

Il guerriero in armatura sollevò un po' la sua lama. "Bene, bene… chi si rivede… Monsieur Shinjo!" disse Duke, fissando Eiji con un aria a metà tra il divertito e lo sprezzante.

"Eiji! Conosci questo tipo?" chiese Kayin. In quel momento, Duke riappoggiò a terra la lama del suo spadone, consentendo ad Eiji di rispondere.

"L'ho incontrato alcuni anni fa, in Francia. Durante i miei viaggi, sono capitato per caso nelle sue terre, e non appena lui è venuto a sapere di me, mi ha sfidato in combattimento, e io l'ho battuto. Non solo, uno dei miei colpi ha anche spezzato la sua spada, la Dernier Vancour. A quanto pare, questa sconfitta non gli è andata giù… e ha anche riparato la sua spada…"

"Un momento…" disse Kayin "Le sue terre? Temo di non capire…"

Duke rispose al posto di Eiji. Socchiuse gli occhi, sorridendo con aria sicura, e cominciò: "Ti basti sapere che sono il discendente di una famiglia francese di antica nobiltà, la famiglia Rambert, che ha mantenuto, ancora oggi, alcuni dei diritti, delle proprietà e delle abitudini che già aveva ai tempi del Sacro Romano Impero. In altre parole, io conservo ancora il titolo e i diritti di cavaliere."

Kayin assunse un'aria ancora più confusa. "Mai sentito niente di simile…"

Senza badare al commento di Kayin, Duke rivolse nuovamente la sua attenzione al rivale: "Spero proprio di combattere con te, Eiji Shinjo! Così ti dimostrerò che non compio gli stessi errori due volte!". Detto questo, si volse verso l'arena e se ne andò per la stessa direzione in cui era andata Ellis un attimo prima.

Accidenti... pensò tra sé Eiji Lo batterò, quello sbruffone...

Pochi minuti dopo, gli otto lottatori che avrebbero preso parte al torneo si erano riuniti nell'arena principale. Oltre ad Eiji, Kayin, Ellis e Duke (da cui Eiji aveva cercato di tenersi il più lontano possibile), c'erano quattro combattenti dall'aria abbastanza insolita: un vecchietto dai lunghi baffi bianchi, con un vestito tradizionale cinese di colore azzurro, ricoperto di lustrini, un berretto dello stesso colore, e con un paio di guanti artigliati sulle mani, se ne stava in disparte ad affilare le sue lame.
Un po' più in là, stava un omone muscoloso dai corti capelli biondi e dai rozzi lineamenti da operaio, con addosso una canottiera grigia, piena di aloni residui da macchie d'olio e carbone, pesanti calzoni da lavoro e anfibi marroni. La sua arma era un'impressionante clava di pietra che sembrava pesare diverse decine di chili.
Il terzo era un uomo sulla quarantina con un vestito viola da ninja. I suoi neri capelli erano legati in una coda di cavallo dietro la nuca, e sembrava giocherellare nervosamente con una lunga lancia. Eiji lo aveva riconosciuto subito come un ninja del clan Yaki, un'antica scuola ninja di grande fama.
Ma Kayin sembrava concentrato sulla quarta concorrente, una donna bellissima, alta e snella, dai lunghi capelli biondi legati a coda di cavallo, gelidi occhi azzurri che sembravano persi in un quesito senza risposta. Il suo abbigliamento era un provocante costume intero, di cuoio nero, che metteva in risalto le sue prorompenti curve, e un paio di scarpe nere dal tacco alto. In una mano teneva una frusta di cuoio arrotolata.

Eiji notò l'insistenza con cui Kayin la stava guardando. "Cosa stai guardando?"

"I suoi occhi." Rispose Kayin, quasi con noncuranza.

"Sì, perché ci credo..."

Pochi istanti dopo, gli sguardi degli otto combattenti si volsero verso il palco che stava ad una delle estremità del colosseo. Su di esso, stava salendo una figura minacciosa, che sembrava dominare tutta l'arena dall'alto della sua statura. Era un uomo enorme, al cui confronto persino Duke e il gigante con la clava di pietra sarebbero sembrati bassi. Il suo corpo era completamente coperto da un'armatura nera come la notte, con ornamenti rossi, dorati sull'elmo. Persino il suo volto era nascosto, e i suoi occhi, o almeno, quelle che potevano essere chiamate due bianche fessure luccicanti, scrutavano gelidamente tutti i riuniti. In una mano teneva una gigantesca spada bastarda (una spada che può essere tenuta con una o due mani, indifferentemente) a doppio taglio, e dietro di lui, collegate alle piastre che gli coprivano la schiena, ondeggiavano due appendici a forma di artiglio, che sembravano aumentare ancora di più la sua già immensa statura.

Il gigante in armatura nera guardò dall'alto al basso gli otto combattenti che stavano nell'arena, come un giudice in procinto di emettere una condanna, poi parlò, con una voce tonante che sembrava provenire dal profondo di una caverna.

"Vi do il benvenuto al torneo Toshinden. Io sono Gaia, l'organizzatore della competizione. Sono qui per informarvi che gli scontri incominceranno tra due giorni a partire da oggi. Avete il tempo necessario per fare gli ultimi allenamenti e consolidare la vostra preparazione. Da quando inizierà il torneo, gli scontri, ovviamente uno contro uno e ad eliminazione diretta, si susseguiranno uno dopo
l'altro. Gli abbinamenti saranno stabiliti a caso, e non sarà possibile alcun cambiamento. Ciascun lottatore potrà utilizzare l'arma che vorrà, a meno che non si tratti di armi da fuoco. Ogni combattimento durerà fino a che uno dei due contendenti non sarà messo in condizioni di non poter continuare a lottare."

"Con questo, il discorso d'apertura può considerarsi chiuso. Il torneo Toshinden è ufficialmente iniziato, auguro buona fortuna a tutti i contendenti e che le vostre azioni siano guidate dall'onore."

Seguito dagli sguardi reverenziali degli otto presenti, Gaia si allontanò dal palco, scomparendo in una delle gallerie d'uscita.

********************************************************************************

Alcuni minuti dopo...

Un ascensore raggiunse una stanza segreta scavata nel sottosuolo. Dei pesanti passi metallici ruppero l'innaturale silenzio che regnava, prima interrotto solo dal crepitio delle torce fissate al muro, l'unica fonte di luce. La fioca luminosità sembrò proiettare delle inquietanti ombre sulla figura massiccia di Gaia, che avanzava lentamente verso qualcosa… o qualcuno… nascosto dalle tenebre.

Finalmente, si fermò, scrutando in silenzio la figura umana che gli stava davanti. Una voce giovanile, dal tono fermo e deciso, gli rivolse la parola.

"A quanto sembra, l'idea di organizzare un torneo in segreto ha funzionato, Gaia-sama. Anche se i rischi ci sono stati."

"Mochiron. Ci sono anche loro due."

"E lei? Anche lei fa parte del nostro piano, per quanto mi dispiaccia doverla coinvolgere."

Gaia non fece che annuire in segno affermativo. "Sou ka..." disse il giovane misterioso "Allora possiamo procedere con la seconda fase, sempre che lei sia d'accordo."

"Non c'è altro che si possa fare. Ormai tutto è stato deciso, e non possiamo tirarci indietro."

Gaia avvertì che il suo interlocutore sembrava preoccupato. "E' così, Gaia-sama. Spero solo che la nostra sia stata la scelta giusta."

"Se non le dispiace, adesso devo iniziare ad organizzare gli incontri." disse Gaia, voltandosi leggermente con aria quasi distratta. "Devo fare in modo che tutto vada secondo il piano."

"D'accordo."

Lentamente e solennemente, Gaia si diresse verso un'altra stanza, avvolta dalle tenebre, ma dalla quale si vedevano giungere le luci di computer e macchinari di vario genere. Il giovane nascosto dalle ombre lo osservò senza cambiare contegno, poi abbassò lo sguardo, perso nei suoi pensieri.

Eiji… Kayin…

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Quel pomeriggio, Eiji e Kayin avevano già iniziato gli allenamenti preliminari, sotto lo sguardo intento di Amy. In quel preciso momento si trovavano in una delle arene riservate all'allenamento, e avevano ingaggiato tra loro un duello, per provare quanto le loro capacità fossero migliorate. L'allenamento durava già da più di un'ora, e non accennava a diminuire d'intensità.

La katana di Eiji e la claymore di Kayin cozzarono tra loro, liberando nell'aria alcune scintille dorate. I due combattenti premettero l'uno contro la lama dell'altro, cercando di costringere l'avversario in ginocchio, ma era evidente che nessuno dei due sarebbe riuscito tanto presto nell'impresa. Finalmente, Kayin spezzò il contrasto, abbassando la sua spada all'improvviso e facendo perdere l'equilibrio ad Eiji, per poi tentare di colpirlo con un calcio mentre stava ancora barcollando. Eiji parò l'attacco sollevando un braccio, poi saltò indietro per evitare altri colpi.

"E allora, Eiji-kun?" disse Kayin con un sorrisetto di beffa sul viso "Cos'è, ti vuoi arrendere già adesso?"
Eiji ricambiò il sorriso e fece la sua battuta: "Oh, stà zitto o ti zittisco io!". Tirò indietro la sua spada, per poi sferrare un fendente in avanti.
"REKKUZAN!" gridò, e subito un'ardente sfera di fuoco apparve dalla punta della lama e sfrecciò nell'aria, diretta verso Kayin. Il biondo cacciatore di taglie, per nulla preoccupato, imitò il movimento di Eiji, con l'unica differenza che gridò: "SONIC SLASH!". Una palla di fuoco uguale a quella di Eiji scaturì a sua volta dal fendente, si scontrò a mezz'aria con il Rekkuzan e i due attacchi energetici si cancellarono a vicenda, in un'esplosione di fiamme e scintille. Kayin scattò verso il suo amico e rivale e sferrò una Shoulder Crush, un attacco che consisteva in un calcio dall'alto verso il basso, sferrato in spaccata. Eiji schivò di poco, poi scattò verso Kayin, che fece appena in tempo ad alzare la guardia e parare il calcio al viso che Eiji sferrò.

"Per il momento nessuno di voi ha portato a segno un solo colpo!" commentò Amy, seduta qualche metro più in là. "La vostra forza è più o meno pari, a quanto sembra!"
Rilassandosi un attimo, Eiji si asciugò il sudore dalla fronte. "Già, e mi sta facendo fare una fatica tremenda... entro stasera, puzzerò come una capra!"
"Se non altro, la stessa cosa vale anche per me!" commentò Kayin dopo aver preso fiato. "Sei diventato molto più forte di quanto immaginassi, Eiji-kun… anche se io sarò sempre migliore!"
Eiji lo guardò con aria di sfida. "Presto sarai di opinione diversa, nakama!"
Mentre i due si stavano scrutando, in procinto di continuare lo scontro, una voce femminile che a loro suonava stranamente familiare si rivolse a loro. "Anou... sumimasen..."
Eiji, Kayin e Amy si voltarono verso la direzione da cui la voce proveniva. Ellis, la giovanissima ballerina dai capelli smeraldini che Eiji e Kayin avevano incontrato quella mattina, era entrata quasi di soppiatto nell'arena. Indossava lo stesso completo da ballo bianco con il ciondolo a forma di cuore legato al collo, e teneva in mano i suoi pugnali.
"Oh, konnichiwa, Ellis-chan!" la salutò Kayin, abbassando la sua spada. Eiji si inchinò, mentre Amy si alzò frettolosamente in piedi. "E' un'altra partecipante al torneo che abbiamo incontrato stamattina." Spiegò Eiji alla sua fidanzata.
Ellis e Amy si inchinarono l'una all'altra. "Watashi wa Amy desu. Yoroshiku ne, Ellis!" si presentò la ragazza mora, con un largo sorriso.
"Yoroshiku!" fece eco Ellis. Poi si rivolse ai due ragazzi. "Scusate se vi disturbo, ragazzi, ma volevo fare un po' d'allenamento con voi. Fare pratica da sola è noioso!"
"Nessun problema!" rispose Eiji alzando le spalle. "Se vuoi provare uno scontro con me, anche adesso!"
"Va bene!"
Eiji fece cenno a Kayin ed Amy di spostarsi un po', mentre Ellis si dispose di fronte a lui e fece un inchino. "D'accordo, allora iniziamo!" esclamò Eiji mettendosi in posa di combattimento.
"Siete pronti?" esclamò Amy, poi, due secondi dopo: "Combattete!"
Ellis aprì il combattimento, scattando verso Eiji ad una velocità tale che l'occhio umano riusciva a malapena a scorgerla. Allarmato, il ragazzo cercò di difendersi, ma Ellis lo aveva già raggiunto e lo colpì con un paio di calci al fianco, seguiti da due leggeri fendenti con i suoi pugnali, uno dei quali tracciò una breve linea rossa sul braccio di Eiji. Ma così facendo, Ellis aveva scoperto la sua difesa, ed Eiji riuscì ad afferrarla e condurla a terra con una presa da judo. La danzatrice si rialzò più rapidamente di quanto Eiji avesse previsto, ed eseguì un salto mortale all'indietro per mettere un po' di distanza tra lei e lo spadaccino. Di nuovo, Eiji tirò indietro la spada per poi lanciare un Rekkuzan alla sua avversaria. Non immaginava che Ellis l'avrebbe schivato facendo una ruota di lato. Poi, la ballerina fece un balzo verso Eiji, si fermò una frazione di secondo a mezz'aria, e scese in picchiata verso di lui, formando un angolo di 45 gradi con il terreno e tendendo i pugni chiusi, nei quali i suoi pugnali già crepitavano di energia, verso il petto di Eiji.
"ARC SLASH!" gridò Ellis, ed Eiji, pur riuscendo in qualche modo a parare il colpo, venne spinto indietro di quasi un metro dalla forza dell'impatto. Kayin ed Amy erano decisamente impressionati. Una ragazzina così piccola, eppure già abbastanza abile da tenere testa ad Eiji?

Il combattimento continuò ancora così per un bel po', una sequenza di parate e contromosse, finchè entrambi i lottatori non cominciarono a sentire la stanchezza farsi insopportabile. Ellis, con il fiato corto e il viso coperto di sudore, rinfoderò i suoi pugnali e si congratulò con Eiji, ringraziandolo di essersi offerto da sparring partner.
"Anche tu sei in gamba, Ellis-chan." Il commento era di Kayin, che senza saperlo aveva detto la stessa cosa che Eiji aveva in mente. "Dove hai imparato a combattere così?"
"Anche se può sembrarvi incredibile... ho imparato a maneggiare i pugnali e a danzare nel circo dove lavoro!" rispose Ellis, cogliendo un po' tutti di sorpresa.
"Lavori in un circo?" domandò Amy, incredula.
Ellis annuì lentamente, con aria seria. "Sì, Amy-san, il circo che mi ha cresciuta da quando ho perso i miei genitori, appena nata."
"Ah… capisco" rispose Eiji "Anche io e mio fratello Sho abbiamo perso i genitori…".
Kayin sospirò, evidentemente coinvolto anche lui.
"Tuttavia…" continuò Ellis "…recentemente ho sentito dire che mio padre è ancora vivo, ed era in qualche modo collegato al torneo. Per questo ho deciso di iscrivermi, ho intenzione di incontrare mio padre, la persona grazie alla quale sono qui, in questo mondo."
Eiji, Kayin e Amy rimasero qualche secondo a pensare. Poi, Eiji prese la parola: "Ad ogni modo, Ellis-chan… non so quali sentimenti potrai provare per tuo padre quando, e se, lo incontrerai…"
"Sì, Eiji ha ragione." Seguì Amy "In fondo, per quanto possa essere tuo padre, è una persona che neanche conosceresti…"
Ellis lasciò vagare il suo sguardo verso il suolo, poi rispose: "A onor del vero, non so che dire. Per tutti i sedici anni della mia vita, ho sempre provato il rammarico di non aver conosciuto i miei genitori e di sentirmi, in qualche modo, "diversa"… vorrei, se possibile, cercare di colmare questo vuoto almeno in parte…"
"Sai, per qualche motivo, credo di capire cosa vuoi dire." Affermò Kayin "Trovare tuo padre equivarrebbe a trovare una parte di te stessa, del tuo passato…"
"Sì, immagino si possa dire così!" confermò Ellis.
Annuendo, Kayin abbassò lo sguardo a sua volta, poi lo rialzò e sfoderò un sorriso. "Beh, credo che possiamo smettere con la malinconia per oggi! Che ne dite, andiamo a vedere il programma degli scontri? Credo che l'abbiano già esposto."
"D'accordo!" assentì Eiji, ed Amy annuì a sua volta. "Ellis-chan, vieni anche tu?"
"Ma certamente!" esclamò Ellis con un largo sorriso.

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Proprio come aveva ipotizzato Kayin, il programma degli scontri era già stato esposto, ed era già disponibile alla reception. Osservando la scheda, Eiji, Kayin, Ellis ed Amy scoprirono che due giorni dopo, cioè il 4 aprile, Ellis avrebbe combattuto per prima, contro Duke Rambert.

"Io l'ho già affrontato e battuto," disse Eiji "ma è stato almeno tre anni fa. Non so quanto possa essere migliorato in questo arco di tempo. Tuttavia, Ellis-chan, ti posso dire che è molto forte ma lento. Forse puoi sfruttare queste sue caratteristiche a tuo vantaggio."

Ellis annuì, poi volse nuovamente lo sguardo al tabellone. "Poi, nel pomeriggio di quello stesso giorno, si batteranno Sofia Tolstoj e Fo Fai…" commentò leggendo il programma.

"Heh. Immagino che Sofia sia quella bionda tutta curve che hai visto stamattina, ne, Kayin-kun?" scherzò Eiji rivolto al suo vecchio amico, che non fece che guardarlo storto. Nel frattempo, Amy aveva letto gli incontri previsti per il giorno dopo, il 5 Aprile. "Eiji, vedo che tu dovrai combattere un tizio di nome Rungo… sai qualcosa di lui?"
Eiji si fermò a pensare un attimo. "Mmm… dev'essere quell'americano biondo con la clava di pietra… non esattamente il tipo di persona che mi piacerebbe incontrare in una stanza buia…"
"Il che significa…" concluse Kayin "…che a me rimane da combattere contro…" lesse il nome sul tabellone "…Mondo. Eiji, mi avevi detto che c'era anche un ninja tra i contendenti. Che sia lui, questo Mondo?"
"Sì, credo proprio di sì. Stai attento, Kayin-kun, i ninja del clan Yaki non sono mai clienti molto facili."
Kayin fece un cenno d'assenso.
"Dunque, questa è la situazione." Concluse Amy "Devo dire che, pur non avendo mai visto la maggior parte di questi tipi in azione, ho come la sensazione che sarà uno spettacolo da non perdere…"

********************************************************************************

Quella sera, ore 23:00.

Tutte le luci del complesso dove si sarebbe svolto il torneo erano ormai spente. Il silenzio regnava sovrano sull'enorme struttura, infranto a tratti dallo stridio di qualche cicala. Quasi tutti gli occupanti delle cabine del dormitorio erano immersi nel sonno.
Ma c'era l'eccezione. In una delle cabine, un po' più in disparte rispetto alle altre, l'occupante non riusciva a trovare pace nel sonno. Messa in posizione semiseduta sul suo letto, la giovane donna dai lunghi capelli biondi sembrava molto preoccupata.

E' inutile, non riesco a prendere sonno, per quanto mi sforzi... Questa faccenda del torneo mi inquieta non poco, e so che molto probabilmente mi stanno già osservando. Tuttavia, ho come l'impressione che la risposta a tutte le mie domande sia qui ad aspettarmi. E, in particolare, sono sicura che LUI sia qui... forse sarà lui a fornirmi la chiave per rimettere assieme i pezzi di questo puzzle che mi impedisce di condurre una vita normale...

Con un sospiro, Sofia volse i suoi occhi azzurri al terso cielo notturno, punteggiato di stelle. Rimase un attimo a contemplare il loro scintillio, poi, finalmente, cominciò a sentirsi più rilassata. Lasciò scivolare la sua testa sul cuscino, cercando una buona volta di addormentarsi.

Una cosa è certa... Questo torneo è forse la più grande occasione della mia vita...

TOSHINDEN: CLASH OF THE TITANS - CONTINUA…

  
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