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Autore: Dian87    15/04/2016    1 recensioni
È guerra.
Il re ha dichiarato guerra alla Strega degli Acquitrini Neri ed il suo bando si spande per tutto il regno. All'appello risponde Amelia, una giovane fornaia che ha un conto aperto da molto tempo con la Strega, ma le certezze su cui si reggeva sono destinate ad essere scardinate.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6. La danza delle fate

Se i primi tre giorni di viaggio erano stati silenziosi, negli ultimi due una cappa era calata su di loro. Amelia e la zingara sedevano ai lati opposti e Ferdinando teneva le mani dell'amica.
«Oooh!» Crisantemo tirò le redini. «Siamo al bivio.»
Ferdinando e Amelia si alzarono, scendendo dal carro.
«Vi ringraziamo dell'aiuto, ci avremmo messo molto più tempo senza di voi.» salutò Ferdinando.
Il nano si strinse nelle spalle e colpì con le redini i cavalli. Il carro si allontanò al trotto, ma prima che sparisse in mezzo agli alberi la zingara si affacciò.
«Attenti alle apparenze.» fu l'ultima cosa che le sentirono gridare.
Ferdinando spostò lo sguardo su Amelia, la quale sospirò. La donna portò gli occhi sugli alberi a sud e prese la mano di Ferdinando.
«Ultima possibilità di tornare a casa...» tentò di dissuaderla.
«Devo arrivare in fondo... torna a casa se vuoi, trovati una brava donna e dimenticami...» nemmeno guardava Ferdinando mentre esprimeva quelle parole.
«Mai senza di te.» la rassicurò, rassegnato e stringendole la mano. «Da che parte si va?»
Amelia indicò con il mento gli alberi nella direzione del sole del mezzogiorno.
«Sei cresciuta qui vicino?» le chiese, iniziando ad incamminarsi.
«Sì, Acquemallio è laggiù,» indicò con la mano libera l'est, anche se poi tornò a concentrarsi sul sottobosco che viveva in ogni tonalità del verde. «ma nessuno ci darà ospitalità.»
«Perché?» lasciò la mano di Amelia per scostarle un ramo.
Si chinò per sfruttare il passaggio e poi gli diede il cambio.
«Dopo esser tornati avvennero eventi strani: delle cose prendevano fuoco, altre gelavano e così via,» rispose Amelia. «Capitava sempre quand'ero spaventata o arrabbiata.»
«È stata quella luce uscita dal cerchio delle streghe?» si ricordava del racconto della settimana prima.
Annuì alla domanda. «Quando mi ha toccato deve avermi fatto qualcosa... ma prima che potessi capire cosa i miei genitori mi fecero scappare. L'alternativa era il rogo.»
Continuarono in silenzio per molto tempo ed il sole dal suo apice iniziò a calare verso occidente. Le ombre si allungarono e quando il cielo si tinse di rosso si fermarono per piazzare il campo. Tesero le corde tra gli alberi vicini e su ogni corda appoggiarono un pesante telo che fissarono con dei pioli al suolo.
Amelia e Ferdinando si allontanarono per recuperare la legna, dividendosi. L'uomo risalì una collina con la fascina che si stava man mano formando. Dalla cima di questa riusciva a sovrastare parte degli alberi ed intravide in lontananza lo scintillio degli ultimi raggi sull'acqua.
«È laggiù...» mormorò, chinandosi a raccogliere sovrappensiero un pezzo di legno.
Lo sguardo gli cadde su un fungo accanto al ramo: il cappello era marrone screziato di bianco ed il bordo irregolare. Accanto a questo ve n'era un altro, spostando lo sguardo molti altri ancora... fece un giro su se stesso osservando il cerchio che formavano attorno a lui.
«Una danza delle fate...» mormorò. «Amelia deve saperlo, ci aiuteranno.»
Scattò verso l'esterno del cerchio, ma poté fare solo pochi passi: l'uomo si schiantò su una parete invisibile, perdendo la presa sulla fascina.
«Fatemi uscire!» iniziò a gridare, battendo i pugni sulla barriera. «Devo dirlo ad Amelia!»
Un movimento rapido al limite del suo campo visivo gli fece girare lo sguardo, ma quando lo riportò dinnanzi era comparso un individuo con il viso nascosto da un cappuccio che scendeva fino al naso.
«Ti prego, aiutami... ti darò tutto quello che vuoi...» implorò Ferdinando. «Soldi, favori, tutto quello che vuoi... ma fammi uscire...»
«Perché vuoi uscire?» la voce dell'individuo era calma e profonda.
«Amelia deve farsi aiutare dalle fate.» rispose, disperato. «Non può uccidere la Strega da sola!»
Le labbra dell'uomo si strinsero a fessura a sentire quel nome, ma scosse la testa.
«Le fiabe cui hai sempre creduto sono sbagliate e ne pagherai le conseguenze.» rispose l'individuo. «Quanto tieni ad Amelia?»
«La amo.» il tono di Ferdinando tremolò.
«Sei destinato a vivere una lunga vita nella Terra dei Felici.» il tono dell'uomo era tagliente. «Sei disposto a scambiare la tua vita con la sua?»
Ferdinando ci pensò un attimo, ma poi gridò la sua risposta. «Sì!»
L'uomo chinò il capo e si voltò, allontanandosi.
«Che fai?!» esclamò Ferdinando. «Fammi uscire!»
L'uomo si fermò, voltando appena il capo.
«Tu non ascolti e non sai cosa significa sacrificarsi... possano le fate non essere troppo crudeli nei tuoi confronti.»
Nonostante il buio che aveva preso piede all'esterno, una luce comparve all'interno del cerchio. Ferdinando si voltò, schiacciandosi con le spalle contro la parete. La luce si fece più intensa e vide l'ombra di una mano puntare verso di lui, mentre una melodia iniziava a diffondersi nell'aria.
«Come little children,
I'll take thee away...»
La mano si fece più vicina, aprendosi, e lui vide le dita scheletriche, tenute assieme soltanto dai tendini. La mano lo sfiorò mentre la luce lo avvolgeva e lo afferrò per la casacca, tirandolo a sé.
Quando la luce svanì non vi era più traccia dell'uomo, ma solo della fascina che aveva raccolto...
 

N.d.A.:
ecco il nuovo capitolo un po' in ritardo... causa una gita a Malta con la famiglia.
A voi anche i soliti credits per la piccola citazione:
La canzone cantata è “Come little children”, cover di Kate Covington del 2013 di “Garden of Magic” dal film Hocus Pocus. Testo basato sul poema “Come Little Children” di Edgar Allan Poe.
  
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