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Autore: Vega_95    17/04/2016    5 recensioni
C'era una volta un principe a cui piaceva fuggire dal suo palazzo per giocare con la gente della città. Un giorno, di fronte alla scacchiera di un senet, incontrò un misterioso ragazzino avvolto in strati di stoffa dalla testa ai piedi, che catturò all'istante la sua attenzione. Qualcosa scattò in loro nel momento in cui i loro sguardi s'incrociarono...

Un legame forte e indissolubile, cominciato tremila anni addietro, mantenuto e consolidato nei millenni fino ad arrivare alla storia che tutti noi conosciamo.
Una AtemxYugi che spero vi potrà interessare
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atemu, Mahad, Mana, Yuugi Mouto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Eternity'
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Pay attenction please! Capitolo non adatto ai deboli di cuore.
No raga, seriamente attenti al kokoro!


Buona lettura!
 
ONCE UPON A TIME...

...A BROTHER

 
La testa era pesante e la nausea… meglio non parlarne, ormai non ci faceva più neanche caso. Avvertiva il fiato corto e il freddo penetrargli nelle ossa, ma ancora non riusciva ad aprire gli occhi. Percepiva l’umidità intorno a lui, doveva esserci una sorgente lì vicino a giudicare dallo scroscio d’acqua che udiva , o forse era molto lontana e ne sentiva solo l’eco.
Si sentiva confuso, era tutto così strano e ancora le sue palpebre restavano incollate.
Yugi in un primo momento, non ebbe memoria del motivo e delle circostanze che l’avevano portato in un posto del genere, ma poi, poi lo ricordò.
 
La situazione a palazzo era ogni giorno più tesa, l’esercito pattugliava la città, non solo per proteggere i cittadini, ma anche per avere indizi su Bakura, la sua morte non era certa e senza un cadavere, le possibilità che fosse ancora vivo erano molto alte.
 
Seth aveva escogitato un piano per contrastare la possibilità di una guerra contro quel fantomatico Re dei Ladri che il sacerdote si ostinava a sottovalutare. Era tanto semplice quanto pericoloso; da giorni, ormai, piccoli criminali venivano arrestati e incarcerati e tutto per rendere i loro Ka forti e pronti alla lotta e con il Drago Bianco dalla loro parte, Seth si sentì invincibile.
 
Quella sera, quando Seth riferì al suo maestro Aknadin del Drago Bianco insito nell’anima di una donna trovata in città e che aveva portato con sé a palazzo, questi tentò in ogni modo di dissuaderlo dal suo intento di coltivare quei Ka, ma fu tutto inutile.  Seth se ne andò tutto soddisfatto dei suoi piani.
 
La disperazione travolse Aknadin, Seth rischiava di cedere all’oscurità, esattamente come era accaduto a lui molti anni prima.
 
Nello stesso momento, Bakura, protetto dalle tenebre di Diabound che lo celavano alla vista, s’infiltrò nel palazzo. Sarebbe potuto andare ovunque, ma il suo obbiettivo era il tempio di Veju, sapeva che lì avrebbe trovato la sua preda. Aknadin era solo e ogni suo tentativo di difendersi risultò vano di fronte al bandito con al collo l’Anello del Millennio rubato al defunto Mahad.
 
 
Con uno dei suoi sorrisi rassicuranti e dolcissimi, Atem rimboccò le coperte a Yugi. Aveva le guance un po’ troppo arrossate, quel pomeriggio gli era salita la febbre e il suo faraone pensò personalmente a curarsi di lui anche se non aveva nulla di grave, solo tanta stanchezza.
Ormai la temperatura era scesa, ma il principe necessitava comunque di molto riposo. Dopo quello che aveva passato, quello stress e la tensione che si respirava a palazzo non gli faceva bene. Più volte Atem aveva cercato di convincerlo a trasferirsi al palazzo di Memphis per riposare e riprendersi, ma quel principino aveva la testa più dura della pietra, non voleva lasciare il suo fianco per nessuna ragione e poi si sentiva in colpa a farlo spaventare come era accaduto quel pomeriggio.
 
«mi dispiace» mormorò, infatti, rammaricato per le ulteriori preoccupazioni che stava dando a tutti.
«sh…» lo zittì subito con dolcezza: «non succede niente, Hnm» gli sorrise schioccandogli un bacio sulla fronte: «hai passato delle brutte settimane, questi sono solo i postumi. Ancora qualche giorno e passerà tutto» cercò di tranquillizzarlo. Non sapeva e non avrebbe mai saputo che quella situazione sarebbe solo peggiorata e portato il suo amante al declino, ma per il momento Yugi preferì fargli credere che sarebbe andato tutto per il meglio.
«e Bakura? » cambiò infatti discorso.
«non sappiamo nulla da giorni, dubito che sia ancora vivo dopo lo scontro con Mahad» lo rassicurò con una carezza. In realtà anche Atem aveva i suoi segreti, era inquieto e temeva un attacco da un momento all’altro. L’intero palazzo era allertato, c’erano soldati a ogni angolo e decine di uomini disseminati per la città a protezione dei cittadini e di pattuglia.
Yugi necessitava di tranquillità e riposo, per questo non lo aggiornava mai di ciò che accadeva e gli ripeteva che andava tutto bene. Certo, non era stupido, capiva che Atem gli nascondeva le cose, ma non gli piaceva nemmeno insistere o far notare al faraone che gli stava mentendo. Accettava quelle parole per ciò che erano, sorrideva e attendeva i bisbigli delle persone dietro le porte per scoprire cosa accadeva, o le indiscrezioni delle sorelle.
«adesso dormi. Io arrivo tra poco»
«lo stai facendo di nuovo» si lamentò Yugi prendendogli la mano prima che si allontanasse.
«cosa? »
«mi tratti come un bambino» protestò facendogli, comunque, notare quell’atteggiamento eccessivamente protettivo che gli riservava in quelle occasioni.
«scusa» sorrise il faraone stampandogli un bacio che di infantile non aveva niente, sulla bocca: «è che mi preoccupo per te» si giustificò.
 
Il sonno stava per avere il sopravvento sul principino, quando un soldato bussò alla porta ed entrò senza attendere una risposta.
 
«faraone! »
 
Era un tono troppo allarmato per essere normale amministrazione, Yugi si spaventò e Atem fulminò quell’uomo con lo sguardo spingendolo a ritrarsi, consapevole di aver attirato l’ira del re su di sé.
Non disse nulla, calmò Yugi e si congedò.
Gli fu riferito che avevano trovato dei cadaveri in una taverna e che tutto faceva pensare che il colpevole fosse Bakura.
 
Un urlo si propagò per il palazzo.
 
Atem si stava riunendo ai sacerdoti quando quella voce lo raggiunse e corse ad affacciarsi al terrazzo. Fu allora che lo vide: Bakura. Fuggiva e la sua folle risata si propagava per i corridoi, le mani imbrattate di sangue. Era il sangue di Aknadin a cui sembrava aver tentato di rubare l’occhio del Millennio. Lo stesso Yugi lo vide dalla sua camera, ebbe paura, ma ne ebbe ancora di più quando, poco dopo, Atem si lanciò al suo inseguimento evocando all’istante il dio del cielo Osiris, la seconda divinità al servizio del faraone.
 
Dopo un lungo scontro in cui Bakura ferì e mise più volte in pericolo i cittadini, parve che la vittoria spettasse ad Atem ,ma poi la situazione si rovesciò, in qualche modo il dio scomparve dal cielo ferendo gravemente il faraone e fu allora che accadde, il tiro mancino di quel malvagio bandito che usò il suo Ka Diabound per spingere Atem in trappola. La terra franò sotto agli zoccoli di Amon e loro caddero, precipitarono nel vuoto.
 
Yugi, che aveva raggiunto il luogo dello scontro in quel momento, avvertì il cuore balzargli in gola per lo spavento. Karim gli bloccava la strada, ma lui si divincolò, lasciò la groppa della sua giumenta e corse a perdifiato verso quel baratro.
Lo vide aggrappato al precipizio, poteva ancora salvarlo, o forse no.
Quella sensazione di disperazione tornò ad assillarlo quando vide Bakura avvicinarsi. Si impossessò del Puzzle del Millennio mormorandogli qualcosa all’orecchio e poi… poi con un calcio distrusse anche quell’unico appiglio che gli era rimasto. Precipitò nel vuoto lasciandosi dietro un urlo roco di sconfitta e paura. La sua voce ancora trapanava i timpani di quello Yugi debole e disorientato, immerso nell’oscurità che, carico dell’adrenalina di quello spavento, spinse via Bakura gettandosi al bordo del dirupo, protendendo una mano, urlando il nome del suo re con forza.
 
«ATEEEM!! »
 
La disperazione e il terrore di perderlo lo stavano portando a calarsi in quel baratro, ma qualcosa lo agguantò per i capelli, anzi meglio dire che qualcuno lo afferrò strattonandolo via, lontano da quel precipizio gettandolo a terra. Sentì il suo peso premere sulla schiena e quella mano tirarlo di nuovo per i capelli stringendo la frangia bionda tra le dita, ma quello fu il meno, la cosa più brutta fu la lama fredda che gli puntò alla gola.
 
«ci rincontriamo» ghignò quella schifosa creatura che aveva osato far del male al suo re.
Yugi provò a divincolarsi, ma era chiaro che in quanto a forza fisica Bakura lo batteva.
«giuro che la pagherai» sibilò, mentre lui tendeva sempre di più quella gola dalla pelle così bianca e delicata affinché la lama potesse affondarci meglio. Yugi sapeva bene che in nessuno modo avrebbe potuto vendicarsi di ciò che aveva fatto ad Atem, senza contare che di lì a poco avrebbe intrapreso lo stesso cammino nel mondo dei morti, sentiva già la pelle ferirsi per via di quella lama.
 
«non credo proprio puttanella»
«smettila di chiamarmi così! »
 
Era stufo di quelle parole, non era la puttana del faraone come tutti dicevano, forse la sua posizione e il suo ruolo non erano ben visti dalla gente, ma nessuno aveva il diritto di trattarlo in quel modo. Tanto meno un lurido bandito come Bakura che aveva venduto la sua anima alle tenebre.
 
«quelli come te, sono i peggiori, lo sai? »
«non hai nessuno diritto di giudicarmi! » ringhiò.
 
Quella grinta doveva averlo stupido, perché ci tenne a guardarlo in faccia mentre la lama tentava di affondare, ma quando lo fece, quando il suo sguardo, gelido e terrificante, s’incrociò con quello dell’amante del re, la sua espressione cambiò, il coltello gli cadde di mano e l’altra lasciò la presa sui suoi capelli. 
Sembrava stupito di qualcosa che aveva visto in lui, abbastanza da alzarsi da sopra alla sua schiena per guardarlo bene in viso, cercando ancora i suoi occhi.
 
«non è possibile» mormorò senza più alcuna luce folle e omicida negli occhi.
 
Mentre lui era in preda a chissà quale pensiero, Yugi cercò la lama che gli era caduta, ma quando lanciò il fendente Bakura era già fuggito, allertato dal rumore dei cavalli di Seth e dei soldati che lo soccorsero.
 
Atem non era morto, era solo disperso e loro dovevano solo trovarlo.  Questo ripeté Yugi per tutto il tempo ai sacerdoti, insistendo anche per unirsi ai corpi di ricerca, ma Shimon gli chiese, in realtà lo costrinse, a restare a palazzo con la scusa di doverlo aiutare con le faccende di amministrazione
La verità era che Isis, senza rivelare il segreto del principe, aveva raccontato al vecchio consigliere di un avvenire oscuro che ruotava intorno a lui, un pericolo imminente che la spinse a mentire a quel modo pur di proteggere quel ragazzino che tanto le stava a cuore. Comunque era parere comune di tutti a corte, che il principe dovesse essere protetto, per ben due volte Bakura aveva cercato di ucciderlo per arrivare ad Atem, la terza sarebbe potuta essere quella buona.
 
Tutto ciò non spaventava assolutamente Yugi, era certo che Atem fosse vivo e sentiva che ovunque fosse, aveva bisogno di lui, l’avrebbe trovato ad ogni costo, per questo, la notte seguente fuggì e con Anthares si diresse nel deserto.
A quel punto i ricordi si fecero più vaghi, probabilmente il suo cavallo, per qualche motivo, s’imbizzarrì e lo disarcionò e poi… poi si risvegliò in quel luogo umido e oscuro, incapace di riaprire gli occhi.
 
«sei sveglio? » come non riconoscere quella lugubre voce vicino a lui. Gli si accostò, sentì le sue luride mani sul viso e poi, finalmente, tornò a vedere. Una benda gli stava coprendo gli occhi, oscurando il  mondo.
Dovette ammettere, però che per essere uno che bramava di ucciderlo, Bakura si era preso parecchi riguardi per lui. Il giaciglio su cui aveva dormito era fatto di stracci e paglia e una calda coperta  gli aveva tenuto caldo per tutto quel tempo. Certo senza la benda e le corde ai polsi, forse sarebbe stato un po’ meno a disagio in quel luogo freddo e tetro.
 
«che vuoi da me? » sibilò sforzandosi di sostenere il suo sguardo. Era strano, quegli occhi gelidi sembravano essersi addolciti di colpo. Gli ricordava tanto lo sguardo che gli rivolgevano le sue sorelle, ma non doveva lasciarsi incantare da quei dettagli insignificanti.
«liberami! » gli intimò agitandosi e strattonando i polsi in un vano tentativo di liberarsi.
Sembrava non ascoltarlo, la sua mente era persa in quello sguardo che scrutava ogni centimetro del viso di quel giovane e del suo corpo. Così incantato ed estasiato, allungò una mano provando a toccargli una guancia.
 
«non toccarmi! » si ritrasse, tentando, anche, di alzarsi.
Quando cadde, si ricordò di avere anche le caviglie ben legate.
«sei sbadato» rise Bakura.
 
Non era una risata sadica, era… era dolce, certo, dolce come poteva essere il ruggito di un leone, ma comunque meno aggressiva del solito, ma com’era possibile? Era Bakura, il pazzo che aveva cercato di distruggere la loro città e ucciderli tutti.
 
«che vuoi da me? T’informo che Atem è ancora vivo e quando lui…»
 
Lo interruppe, ma in un modo che lo lasciò senza fiato. Non potevo crederci, davvero quell’essere che poche ore prima gli puntava una lama alla gola, ora lo stava abbracciando con forza?
 
«sei vivo» mormorò cercando di nuovo il suo sguardo: «Gandora»
 
Il cuore di Yugi perse un battito, come l’aveva chiamato? Allora era davvero pazzo, l’aveva scambiato per un’altra persona. Eppure quel nome gli suonava così familiare, perché? Perché aveva sussultato all’udirlo?
 
Il sorriso del ladro morì quando notò lo sgomento nello sguardo del ragazzo e subentrò il terrore che lo fece impallidire.
 
«tu… tu non… non te lo ricordi…non sai chi sono…»
«certo che so  chi sei! Sei un pazzo omicida! » reagì il principe ringhiandogli contro, ma era evidente che Bakura non voleva quello da lui.
«Gandora, guardami! Possibile che tu non mi riconosca? Sono io! Sono Babu! »
 
Babu.
Atem gli aveva fatto notare più volte quel nome che ripeteva nel sonno, ma Yugi non lo ricordava mai. Anche quello, pronunciato da lui, gli suonò così familiare e quando lo ripeté Yugi ancora di più, come se l’avesse sempre detto.
 
«Babu…»
 
Una luce di speranza si accese in quegli occhi gelidi. Perché tutto stava diventando così paurosamente familiare? Perché per lui non vide altro nome se non Babu.
 
«chi sei tu? » d’un tratto non lo sapeva più, quel ragazzo, quell’uomo che aveva portato morte e distruzione nel regno, d’un tratto non gli sembrò più lui.  Socchiuse gli occhi e lo osservò con curiosità.
Cosa gli stava prendendo tutto d’un tratto?
«sì, forse hai ragione» si calmò un po’ il bandito andandosi a sedere proprio vicino a lui: «eri molto piccolo, ma dovresti ricordarti del tuo fratellone»
 
Fratello…fratello? Bakura era… suo fratello?
 
Ebbe di nuovo l’istinto di alzarsi, ma senza risultati, quello non poteva essere suo fratello, Yugi non aveva fratelli, o sì…in fondo lo trovarono nel deserto che aveva all’incirca due anni, camminava appena e non parlava, come poteva sapere qualcosa della sua vita precedente?
Per tutta la vita si era posto milioni di domande e ora lui, forse, avrebbe potuto dargli delle risposte.
 
No, non potevo fidarsi . Bakura era un criminale, aveva fatto del male al suo popolo, ad Atem.
Sì, il suo faraone era disperso chissà dove a causa di Bakura. Ma Babu…
 
«sei… sei mio fratello»
«credevo fossi morto! Dopo quella notte io…»
 
Yugi non aveva la più pallida idea di quello che stava dicendo, di che notte stava parlando? Come poteva ricordare qualcosa accaduto più di 15 anni prima?
 
«io non…»
«non ricordi proprio nulla? » sembrò restarci ancora più male, ma sembrava comunque sereno e glielo dimostrò slegandogli le caviglie. Era già qualcosa, aveva davvero bisogno di muoversi, sgranchire le gambe e una volta in piedi gli porse le mani affinché potesse slegarle, lì il suo viso si contorse in una smorfia di esitazione che Yugi dovette tranquillizzare dissimulando nel miglior modo possibile.
 
«non scappo, come faccio? Non so nemmeno dove siamo»
 
Almeno non subito, doveva studiare il luogo e attendere che Bakura abbassasse le guardia. Doveva essere prudente, chiedere l’aiuto di Kuriboh era fuori discussione, l’avrebbe visto e rovinato la sua fuga. L’astuzia era tutto.
Una volta convinto, massaggiandosi i polsi, iniziò a guardarsi intorno con aria apparentemente curiosa, ma studiando anche a fondo l’ambiente.
 
«dove siamo? »
«siamo a casa»
 
La sua casa, voleva dire, quella non era proprio casa di Yugi, lui viveva  a palazzo con Atem, lui era la sua famiglia, non quel pazzo omicida che si spacciava per un suo parente e anche se quello che diceva fosse stato vero, lui non lo ricordava e con quella motivazione lo pregò di spiegarsi meglio.
 
«è Kul Elna, il nostro villaggio, o meglio, quello che ne rimane» spiegò con un’aria abbattuta.
 
Kul Elna, aveva già letto quel nome da qualche parte, forse nelle carte che aveva esaminato tempo fa con Mahad riguardo ai vari e sospettosi traffici del maestro Aknadin. Davvero le sua origini si trovavano in quel luogo?
 
«mi chiamo Gandora? »
«già, la mamma ti chiamava Gan» provò a farlo ricordare,  non capiva che all’epoca Yugi era troppo piccolo per ricordare quelle cose? Non ricordava quello che aveva mangiato quella mattina e Bakura pretendeva che ricordasse fatti della sua primissima infanzia?
 
«Bakura, io non me lo ricordo» cercò di metterlo in chiaro ancora una volta.
«ma sai che sono Babu, altrimenti saresti già fuggito»
 
Il senso dell’umorismo non gli mancava, era poco, ma sicuro. Yugi non poteva fuggire, altrimenti l’avrebbe già fatto, ma forse questo lo sapeva, ecco perché gli girava in tondo come un avvoltoio.
 
«ho un vago ricordo di questa parole. Atem dice che la ripeto spesso mentre dormo»
 
Stava andando tutto bene, ma quelle parole furono di troppo. Colui che si definiva il fratello del principe s’incupì di colpo, probabilmente fino a quel momento aveva scordato chi era davvero Yugi: l’amante del faraone.
 
«sono sicuro che sono state le circostanze a condurti a questo punto, ma ora che ti ho trovato ti prometto che tutto cambierà. Avremo giustizia, per la nostra gente, per nostra madre e per noi» cercò di essere ottimista afferrandogli le mani: «il faraone pagherà per quello che ci ha fatto»
 
Poteva anche scordarselo di farlo suo complice. Allo stesso modo, l’espressione calma e pacata di Yugi cambiò e con uno strattone si tirò indietro: « a me Atem non ha fatto nulla di male! Anzi! Gli devo tutto! »
«è il figlio dell’uomo che ha ucciso la nostra famiglia! » iniziò ad alterarsi, tenendosi a debita distanza.
 
Una parte di lui avrebbe tanto voluto allungare le mani su Yugi, tenendosi a distanza, l’avrebbe protetto da se stesso.
 
«se speri che ti creda sei fuori strada! Ho conosciuto il faraone Aknamkanon e ti assicuro che era l’uomo più buono e generoso che abbia mai conosciuto! Non sarebbe capace di fare quello di cui lo accusi!»
«ti fidi più di estranei che di tuo fratello? »
«non sono estranei, sono la mia famiglia! Loro mi hanno dato tutto e mi hanno sempre voluto bene. Io, sono il Principe Consorte del faraone! Lo stesso Aknamkanon mi ha riconosciuto come tale! » ci tenne a ricordargli avanzando abbastanza per fissarlo dritto negli occhi e rendendo molto più forti le sue parole, forse troppo perché quella volta Bakura non esitò a schiaffeggiarlo e lo fece così forte che lo scaraventò sul pavimento di pietra gelida.
 
«io sono la tua famiglia! Quelli ti hanno fatto il lavaggio del cervello. Come puoi dare la tua fiducia a quella gente? A quel faraone! Hai venduto l’anima a quel ragazzino! »
«certo che l’ho fatto! Farei di tutto per Atem! Io lo amo! » confessò senza esitazione
 
Se Bakura aveva ancora un minimo di controllo, dopo quell’affermazione lo perse totalmente. Persino Yugi si stupì di quelle parole, non era mai riuscito ad esternare fino a quel punto ciò che provava per Atem, nemmeno credeva di esserne in grado e invece...
 
«Atem è morto! » sibilò il bandito chinandosi su di lui e afferrandogli il viso, strizzandolo tra le dita, ma non abbastanza da togliergli la parola.
«non è vero! E sono certo che starà già venendo a salvarmi da te! »
«come fai a essere così stupido? Nostra madre, la nostra gente. Sono tutti morti a causa di quella famiglia di assassini! »
«qui l’unico assassino che vedo sei tu! » tirò fuori le unghie il ragazzino che con un rapido movimento di gambe riuscì a fargli perdere l’equilibrio costringendolo a lasciare la presa e Yugi ne approfittò per fuggire. Aveva già trovato l’uscita e aveva capito di trovarsi in un villaggio, non sarebbe stato difficile fuggire e nascondersi. Da lì avrebbe escogitato un piano per farsi salvare.
Purtroppo non fu abbastanza rapido. Bakura lo braccò per la caviglia scaraventandolo a terra e strattonandolo di nuovo per i capelli affinché potesse guardarlo in faccia.
 
«come ho già detto, quelli come te sono gli uomini della peggior specie. In questo momento provo ribrezzo all’idea che tu sia mio fratello»
«vorresti forse uccidermi? »
«no, non potrei mai » ghignò stringendo la presa e trascinandolo lungo il pavimento raggiungendo poi le scale che portavano ad un vecchio altare. I lamenti del piccolo Yugi furono inutili, si strinse al suo polso cercando di fargli allentare quella presa, ma non vi fu verso. Fu libero solo quando sbatté la faccia sui gradini: «ma credo che, come fratello maggiore, ci siano un paio di cose che dovrei insegnarti»
Faceva davvero paura, molto di più di quanto non facesse prima, specialmente quando estrasse una striscia di pelle che aveva tutta l’aria di essere una frusta.
«che…che vuoi fare…»
 
Il primo colpo partì e come allora, quando il mercante provò a riservargli lo stesso trattamento, tentò di evitarlo. Quella volta Atem non sarebbe accorso a salvarlo e infatti una schioppettata gli sfregiò il viso di rimbalzo.
Non fu quel minimo dolore a gonfiargli gli occhi di lacrime ,quanto l’audacia che aveva voluto dimostrare nel voler fronteggiare un essere simile, ritrovandosi poi in balia dello stesso, incapace di difendersi, sperando di vedere il suo faraone varcare quella soglia da un momento all’altro per salvarlo come era sempre accaduto .
 
«Atem…» piagnucolò a denti stretti, pronto a ricevere una frustata che non avrebbe potuto evitare e che non arrivò.
Bakura si era fermato e lasciò cadere la frusta a terra. Doveva essersi pentito di aver provato a ferire a quel modo il suo fratellino. Forse anche lui provava rimorso per le cattive azioni.
 
Davvero troppo ottimista. Ciò che era passato per la mente di quel miserabile era addirittura peggio di qualche frustata. Senza alcun riguardo, tornò ad afferrarlo per quei capelli sempre più crespi e arruffati, accovacciandosi sulla sua schiena.
 
«sai fratellino, credo che tu non comprenda molto bene ciò che significa essere nella tua posizione» ghignò fissandolo dritto negli occhi: «tu sei mio. Mi appartieni, com’è giusto che sia e farò in modo che questo ti sia bene chiaro»
 
E se all’inizio Yugi non comprese, quando Bakura lo strattonò tirandogli via di dosso, malamente, i vestiti , tutto gli divenne più chiaro.
«Bakura che vuoi fare?! » inorridì Yugi vedendolo liberarsi della pesante casacca color porpora e tirandogli un calcio che lo buttò steso a terra con la faccia sul pavimento freddo.
«che ti prende? Cos’è quella faccia, dovresti esserci abituato, fratellino» ghignò il bandito pronto ad accanirsi su di lui nel modo più infimo che un uomo che si era definito suo fratello per tutto quel tempo, potesse fare.
 
«No! Non voglio! No! » strillò inutilmente.
 
Atem. Atem. Atem. Aiutami. Ti prego, ho bisogno di te.
 
Telepatia. Una sensazione. Qualsiasi cosa fosse, quelle parole giunsero dritte al cuore del faraone. Era vivo e con Shada e i soldati, stava raggiungendo al galoppo proprio il villaggio di Kul Elna, del tutto ignaro che Yugi si trovasse proprio lì. Una fortissima fitta al cuore lo costrinse ad arrestare la loro folle corsa.
Dopo lunghe ricerche i sacerdoti erano riusciti a trovarlo, si trovava in una grotta, era ferito, ma insistette comunque per raggiungere il villaggio abbandonato in cui era stato avvistato Bakura.
 
«qualcosa non va…» mormorò Atem stringendosi il petto. Era come se sentisse la voce di Yugi nella sua testa, piangere e invocare il suo nome. Soffriva e lui non era lì per salvarlo. Gli avevano riferito  che il principe era scappato da palazzo e che da allora non avevano più avuto sue notizie, ma pensare che si trovasse proprio tra le grinfie di Bakura non gli passò per la mente fino a quel momento, quando quel lamento gli passò il petto. Per quello ignorò il dolore e ripartì al galoppo.
 
Raggomitolato sul pavimento di pietra, Yugi cercava di tenere gli occhi chiusi, di estraniarsi da quel mondo orribile che l’aveva ferito così profondamente. Tremava e non solo di freddo. Le lacrime scivolavano da sole sul suo visino livido per le botte ricevute e il suo corpo gridava dolore in ogni punto, ma almeno al gelo di quella stanza, la casacca di Bakura vi pose rimedio, gliel’adagiò delicatamente sulle spalle coprendolo.
 
«mi spiace essere dovuto arrivare a questo piccolo mio» sibilò. Non lo toccò, sapeva che avrebbe ricevuto il risultato opposto a quello desiderato, si limitò semplicemente a lasciarlo stare sperando che prendesse sonno, cosa che non accadde. Totalmente all’oscuro delle condizioni del fratello, Bakura aveva abusato del suo corpicino debole e malandato. Anziché lasciarsi andare alla spossatezza, Yugi fu travolto da un dolore alla testa fulminante che gli provocò un forte disorientamento, una sensazione di mal di mare così forte da farlo vomitare così forte da sembrare di dover sputare lo stomaco stesso. Il sangue dal naso ormai era normale routine, ma le nausee e i mal di testa erano nuovi e potevano significare una sola cosa: la fine era vicina.
Stava ancora rimettendo la bile del suo stomaco, quando, ormai privo di forze, perse conoscenza cadendo tra le braccia di Bakura che lo adagiò delicatamente sulle coperte. Forse aveva esagerato, in fondo la colpa non era di Yugi, ma  di quel faraone che l’aveva abbindolato costringendolo a sottostare ai suoi giochetti perversi.
 
 
Giunto a Kul Elna, Atem si ritrovò di fronte a tanta distruzione e un’immensa desolazione.
Il suo arrivo fomentò gli spiriti che si aggiravano per quel luogo e per tutto il tempo, dall’arrivo di Yugi, erano riamasti in disparte.
Al suo risveglio, Yugi si ritrovò di nuovo vestito, avvolto nella cappa di Bakura. Sentiva il suo corpo dolore in ogni punto, era diverso dai risvegli che aveva con Atem. Certo, come poteva paragonare i segni di una passione sfrenata, alle azioni compiute per pura follia e cattiveria da quell’essere che gli era balzato addosso, spinto da chissà quale istinto di possessione?
Appena riprese coscienza di ciò che lo circondava, poté notare quegli innumerevoli spiriti che affollavano quel luogo freddo.
 
«sono felici di vederti» gli spiegò strattonandogli via la casacca costringendolo ad alzarsi. Ignorando il dolore che l’aveva praticamente paralizzato e che lo fece gemere: «che c’è? Non sei abituato? » lo prese in giro. Yugi lo ignorò, anche se gli lanciò una stilettata con lo sguardo.
«chi sono? » preferì cambiare discorso, sforzandosi di sembrare meno terrorizzato di quanto non fosse in realtà.
«le anime perdute di Kul Elna, le vittime del faraone» spiegò
«vittime? »
 
Dei passi sopra le loro teste, c’era qualcuno vicino a loro, udirono gli zoccoli dei cavalli e poi gli oggetti al collo del bandito, ovvero il puzzle e l’anello, si illuminarono.
 
«a quanto pare i sacerdoti sono qui» disse con soddisfazione trascinando il fratellino verso l’oscurità legandogli le mani e imbavagliandolo: «ti affido a loro»
 
I fantasmi circondarono il principe nascondendolo nelle tenebre.
 
«osserva» disse ancora notando il gruppo di soldati che scendeva a ispezionare il sotterraneo: «nutritevi di loro miei spiriti» li incitò. E infatti lo fecero, i fantasmi attaccarono i assediarono i poveri soldati sotto gli occhi atterriti di Yugi che si dimenò e gemette, incapace di gridare per via del bavaglio, ma poi tacque, quando uno di loro indicò la botola nel soffitto e pregò il suo faraone di stare lontano.
Era vivo. Atem stava bene ed era lì per salvarlo, insieme a Shada.
Non trattenne la commozione e un sorriso gli apparve naturalmente sulle labbra coperte.
Il faraone scese  ritrovandosi faccia a faccia con Bakura, purtroppo ignorava che il suo amante si trovasse lì con loro, gli spettri celavano completamente la sua presenza, ma avrebbe fatto il possibile per salvare il suo re.
 
«Bakura! Dov’è Yugi?! » tuonò il sovrano, sicuro che fosse stato lui a far sparire il ragazzo.
«Yugi? Desolato faraone, non so proprio di cosa parli » disse scoppiando poi in una folle risata.
«bastardo…» mormorò a denti stretti.
 
Di più di quello, però, a Bakura premette mostrare al faraone la tavola di pietra che si trovava alle sue spalle e in cui erano riposte le ubicazioni per i sette oggetti del millennio. Finalmente avrebbe potuto raccontargli la storia che da tempo gli premeva fargli sapere, ovvero le origini degli oggetti, ciò che, secondo lui, la famiglia reale fece per acquisire il potere degli dei. Gli oggetti vennero fabbricati con l’alchimia oscura, sacrificando tutti gli abitanti del villaggio di Kul Elna, di quel villaggio in cui si trovavano. Il villaggio che, secondo Mana, era il luogo natale del suo Hnm.
Quella rivelazione fu uno shock per il faraone, pensare che suo padre fosse stato capace di un tale abominio, pensare di aver sfruttato il potere di oggetti intrisi del sangue di innocenti…
 
E Yugi che sapeva, che aveva scoperto da Mahad l’origine di quel potere, scoprire di aver fatto parte di quella gente e peggio ancora vedere l’espressione afflitta sul volto di Atem, lo fece sentire ancora peggio. Volle piangere, ma quando Bakura incitò gli spiriti ad attaccare il faraone, il dolore si trasformò in paura che lo fece tornare ad agitarsi e dimenarsi. Lo sconforto aveva travolto Atem che non fu in grado di respingerli, lui come Shada, entrambi vennero assediati dai fantasmi di Kul Elna bramosi di vendetta.
 
«mm!!..mm!!..hh..!! » l’urlo soffocato di Yugi che lottava per sciogliere quelle corde e liberarsi degli spiriti, probabilmente anche solo sapere che lui era lì, l’avrebbe spinto a reagire.
 
Tutto stava andando per il peggio, quando un’aura violacea apparve dal nulla avvolgendo il faraone. Pochi minuti dopo, essa si distaccò da Atem apparendo nella forma di Mahad, ma non il solito sacerdote, bensì una fusione con il suo stesso Ka, il Mago dell’Illusione: Black Magician.
La sua apparizione lasciò esterrefatti tutti quanti, Atem per primo. Lo pregò di rialzarsi e reagire, ma la verità ancora lo sconvolgeva, credeva di conoscere suo padre e scoprirlo capace di tali atrocità gli impediva di trovare la forza in sé.
La verità, però, era insita in Mahad, lui sapeva ogni cosa e, proprio come aveva fatto con Yugi, gli rivelò tutto, aggiungendo anche l’enorme dispiacere che quella scoperta causò nel precedente faraone, talmente tanto da condurlo lentamente alla morte.
Aknamkanon sperava nella pace e nel benessere per il suo popolo e Atem avrebbe dovuto fare lo stesso, portare avanti gli ideali del padre e proteggere la sua gente dalle tenebre che gli uomini come Bakura avrebbero cercato di portare in superficie.
 
Convinto, lo scontro poté avere inizio. Lo stesso Bakura evocò Diabound affinché potesse sconfiggere il faraone e il suo nuovo Ka protettore. Se all’inizio Mahad ebbe la meglio, quando gli spettri si fusero a Diabound, la situazione si rovesciò, Shada venne gravemente ferito e Mahad e Atem sarebbero morti se non fosse stato per l’arrivo di Mana, del suo nuovo ka Black Magician Girl e degli altri sacerdoti che corsero a prestare soccorso al sovrano.
La presenza dei cinque, però, non migliorò le cose, certo guadagnarono del tempo, ma tempo per cosa? Karim fu il primo a  cadere colpito a morte, spirò proprio tra le braccia del suo sovrano. Sotto gli occhi fradici di lacrime del piccolo Yugi il cui cuore stava andando in pezzi di fronte a tanta impotenza, anche provare a evocare un Ka gli era impossibile, quegli spiriti non lo nascondevano solo alla vista, ma limitavano il suo Ba affinché non fosse percepito e condiviso per l’evocazione di una creatura.
Un ultimo colpo e tutti e quattro i sacerdoti rimasti, Mana, Shimon e Atem furono eliminati dal gioco, privati di tutte le loro forze, succubi dell’immenso potere di Diabound alimentato dall’odio di Bakura e degli altri spiriti.
Avevano guadagnato del tempo e forse era stato proprio quello a far comprendere una cosa molto importante al giovane faraone. Suo padre non era responsabile di quella tragedia, ma quegli spiriti erano convinti del contrario, Aknamkanon era morto e se l’unico modo per mettere fine a tutto quello salvando così il suo popolo e i suoi amici era accontentare la loro sete di vendetta, allora, Atem avrebbe dato loro ciò che desideravano. Una vita per la pace di decine di anime innocenti caricate di odio per qualcosa che qualcuno aveva fatto alle spalle del faraone, fu un patto che gli spiriti accettarono.
 
Atem!!!
 
Fu costretto a strillare in silenzio il povero Yugi protendendo in avanti il collo, sforzandosi ancora di reagire a quella prigione.
 
Quello che tutti ignoravano, era che Aknamkanon fosse lì, almeno ciò che restava della sua anima era lì per proteggere il suo adorato figlio e dare la libertà a quei fantasmi.
La vendetta dei fantasmi di Kul Elna era terminata, tutti gli spiriti che infestavano il villaggio svanirono assieme all’anima del defunto faraone sotto gli occhi sbalorditi dei presenti e il risentimento di Bakura che ancora non accettava la sconfitta. Diabound si indebolì enormemente, ma ancora più importante, la prigione di Yugi andò in pezzi e il ragazzo cadde sulla pietra fredda con un gemito.
 
Ormai Aknamkanon era scomparso quando il tonfo di Yugi si propagò per quel tempio facendo balzare il cuore in gola ad Atem.
 
«Hnm! »
«oh-oh… già mi ero scordato di te» ghignò andando a prendere il suo caro fratellino costringendolo ad alzarsi: «faraone, vorrei presentarti una persona»
«sapevo che c’entravi tu… Bakura! »ringhiò Atem, pronto a balzargli addosso da un momento all’altro pur di salvare dalle sue grinfie quello Yugi debole e stordito.
«io c’entravo? Faraone non so di che parli, tu mi hai chiesto di un certo Yugi, ma io non so chi sia. Lascia però che ti presenti questo ragazzo, si chiama Gandora ed è mio fratello» non vedeva l’ora di vedere quell’espressione di sgomento sui volti di tutti loro, ancora di più su quella del giovane re a cui si mozzò il fiato in gola. Non volle crederci, ma l’espressione abbattuta e vergognosa sul volto del suo amante diede conferma delle sue parole.
«Yugi…»
«Gandora» lo corresse afferrando il viso del suo prigioniero, schiacciando quelle guance pallide e leccandogli il collo con la sua lingua viscida. Bastò quel gesto a far tornare in sé Atem.
«non lo toccare! »
«e che diritto hai tu di dirmi cosa non devo fare di mio fratello? Faraone, lui è mio! » gridò strattonandolo e rendendo palese ad Atem che Yugi non era solo abbattuto, ma anche ferito. Il suo corpo era pallido e livido per le botte, l’abito strappato e…e quella striscia rossa che scivolava da sotto il gonnellino, lungo la coscia, insinuandosi nell’incavo del ginocchio. Quell’espressione sofferente sul suo faccino e l’umiliazione dipinta nei suoi occhi. Non lo notò solo Atem, anche Isis capì ciò che era successo al principino e il dolore che quel pensiero le procurò fu immane, ma limitò la sua reazione, non voleva che gli altri sacerdoti che ancora non l’avevano capito, se ne accorgessero per colpa sua e poi il tremore del faraone la zittì.
«no…tu non…» mormorò in preda allo shock Atem. Il solo pensiero che avesse fatto una cosa del genere, che avesse messo le mani su Yugi, che avesse violentato colui che aveva appena definito suo fratello minore… un fuoco di odio e vendetta si accese negli occhi del faraone.
 
«BAKURA!!! »
 
Quell’urlo fece tremare le pareti di pietra e caricò di potere Mahad che si lanciò all’attacco, pronto a colpire Diabound, ormai inerme. Non avrebbe avuto scampo, la morte di Bakura era stata decisa, se non che il bandito avesse ancora una freccia al suo arco: Yugi. Si stava facendo scudo con suo fratello e ciò costrinse il mago a fermarsi.
 
«fallo faraone, uccidimi e lui farà la mia fine» rise stringendo il braccio di Yugi.
«lascialo andare Bakura! È finita! » gli intimò Seth
«vorresti davvero usare tuo fratello come scudo? » gli rinfacciò Atem.
«istinto di sopravvivenza» si giustificò puntando il coltello alla gola di Yugi che d’ un tratto si riprese da quel torpore. Quando il suo sguardo s’incrociò con quello di Atem, i loro occhi si parlarono, si sorrisero, si dissero tutte quelle parole che non avevano potuto dirsi in quei giorni.
 
Ti salverò. Promise l’ultimo sguardo di Atem.
 
Voglio farlo io.  Rispose invece il principe lanciando un’occhiata con la coda dell’occhio a Bakura che non aveva ancora notato nulla.
Anche con i polsi legati, Yugi riuscì a colpirlo con una gomitata nello stomaco che lo costrinse ad arretrare lasciando cadere il coltello. Fuggire? Sì, poteva, un passo, un altro e un terzo che però lo fece rimbalzare indietro. Bakura, ancora piegato in due, l’aveva afferrato per i capelli tirandolo indietro, gettandolo a terra. Almeno il bavaglio gli scivolò permettendo alla sua voce di liberarsi.
 
«no! lasciami! »
«bel fratello che mi abbandona nel momento del bisogno! » gli rinfacciò, come se lui non lo stesse usando come scudo umano.
Ancora parlava quando Yugi diede uno sguardo a Seth un ordine che lasciò il sacerdote perplesso e titubante, ma accettò, in fondo era un ordine del suo principe.
«tu non sei mio fratello! Babu lo era, tu sei solo un mostro assassino! » strillò tirandosi avanti con tutta la forza che aveva così che i capelli potessero scivolare dalle mani di Bakura e tendersi. Seth attendeva solo quello e con un solo fendente di Dios, taglio quei fili scuri e crespi liberandolo.
Rotolò giù dai gradini lasciando Bakura scoperto.
 
«ora! » gridò Atem.
 
Mahad colpì, un attacco potentissimo e devastante che distrusse Diabound definitivamente facendo a pezzi l’anima oscura di Bakura. Yugi portò le mani alla testa, incapace di guardare, sapere che quello che un tempo definiva ‘fratello’ stava morendo, gli spezzò il cuore.
Sentì le sue urla strazianti che superarono il boato dei colpi.
Poi silenzio. Un tonfo. Allora alzò lo sguardo e vide il corpo di Bakura disteso e agonizzante.
Gli sorrise. «tu sei Gandora…» mormorò con un filo di voce poco prima di spirare.
 
Era finita. Bakura era morto. Il ritorno delle tenebre era ormai scongiurato.
 
«Hnm! » gridò il faraone quando vide il suo Yugi sollevarsi da terra e avvicinarsi a loro molto lentamente, strisciando i piedi e ciondolando.
«Yugi…» ripeté Atem quando lo ebbe vicino.
Un attimo dopo il ragazzino gli piombò tra le braccia  avvolgendogli le sue attorno alla schiena.
 
«stai bene? » sussurrò Atem ricambiando la stretta e posando una dolce carezza sulla sua testa molto meno voluminosa dell’ultima volta che vi aveva intrecciato le dita.
Yugi annuì solamente affondando il viso nella sua spalla. In fondo, tutto sommato poteva dire di stare bene, nonostante quello che aveva passato.
«è finita, Hnm» mormorò Atem stringendolo ancora di più: «è tutto finito»
«mi dispiace» mugugnò Yugi: «per quello che sono…»
«sei Yugi, il mio Hnm. Non voglio sapere altro»
«ma io…»
«no» lo interruppe: « solo il mio Hnm»
 
Sono stato  Yugi, ma ora sono solo Gandora. Pensò lasciandosi coccolare dal suo re, mentre uno dei sacerdoti, non vide chi, gli offrì il proprio mantello per coprirsi e riscaldarsi.
 
«torniamo a casa» gli propose il faraone con un dolce sorriso: « altro me» disse distogliendo un po’ l’attenzione del compagno da quella tragedia, spostandola su quei capelli che, corti, erano diventanti praticamente identici  ai suoi.








Ehm.... ecco... povero yugi... passato di cacca, fratello... pazzo è dir poco, ma per essere fini ed educate, diciamo solo 'pazzo'.
boh, se non siete troppo sotto shock, parliamo del film in arrivo... oddio!!! avete visto le scan?? c'è atem che cerca di tornare e Kisara?? kyaaaaa
Ci vediamo mercoledì con il penultimo capitolo minna! ;)
   
 
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