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Autore: Xephil    17/04/2016    5 recensioni
La brutalità e l'orrore di una notte cambiano completamente la vita di un bambino di 8 anni. Ciò che, però, perfino gli dei ignorano è che quel cambiamento porterà un'incredibile e inaspettata svolta degli eventi del mondo intero.
Un nuovo Sekiryutei sta per sorgere. Più determinato, tenace e ostinato di chiunque altro...
Un vero guerriero. Un vero drago.
Dalla storia:
[Così è lui il mio nuovo possessore... Sono sorpreso che un moccioso sia già riuscito ad invocare ed usare il mio potere con tanta facilità ed efficacia…"]
...
"Non m’importa cosa comporterà la mia scelta. Voglio imparare ad usare il tuo potere, Ddraig. Farò qualsiasi cosa, ma lo voglio...."
[Allora così sia. Da oggi siamo compagni. Ti addestrerò per diventare forte e usare il mio potere, ma ti avverto: non sarà affatto facile! Perciò, preparati, ragazzino!]
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asia Argento, Nuovo personaggio, Rias Gremory
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'DxD: A Dragon's Fate'
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Life 2: Diavoli e preti

 

Che notte di merda!

Per una volta non era stata quella maledetta sveglia mattutina –tra l’altro ricomprata da solo qualche giorno- a farmi alzare col piede sbagliato, ma la notte prima di quell’insopportabile suono!

Avevo chiuso occhio ben poco. Il pensiero che le persone più popolari della mia nuova scuola fossero diavoli mi aveva letteralmente tolto il sonno. E questo perché ero sicuro che avrebbe significato non poche noie per me, soprattutto dal momento che mi avevano visto in faccia e pure in azione...
Ok che la mia vita di attuale Sekiryutei non può essere normale o tranquilla, ma diamine! Un piccolo momento di pace l’avrei apprezzato! Invece che sia in Occidente o in Oriente non cambia niente.. che bellezza!

[Mi spiace, partner, ma ai draghi raramente è concesso il privilegio della pace, anche per brevi periodi, soprattutto se sono potenti.]

Grazie mille, Ddraig. Una vera iniezione di fiducia mattutina.

[Sono solo realista. Lo sai bene. E comunque ricordati che, prima che incontrassi quella donna angelo caduto, hai passato ben due mesi lontano dalle battaglie, più di qualunque altro mio precedente possessore. Di che ti lamenti, perciò?]

Ricordati che, se sono riuscito a prendermi questa 'pausa', è stato solo perché gli altri mi hanno convinto a scaricare su di loro tutto il lavoro per prepararmi alla nuova scuola, sennò col cazzo che mi riposavo! E comunque vuoi mettere due mesi contro undici anni ininterrotti? Per di più due mesi di puro e continuo studio? Bah, lasciamo perdere. Meglio sbrigarsi, piuttosto. Non voglio fare tardi a scuola.

Dopo essermi vestito e aver fatto colazione, uscii di casa diretto alla Kuoh Academy.
Come immaginavo, quando rientrai in classe, tutti si comportarono con me come se non fossi mai stato fidanzato con Yuuma Amano, anzi, come se lei non fosse nemmeno mai esistita: le ragazze mi guardavano di nuovo bramose, alcuni ragazzi un po’ invidiosi, altri cordiali, e tutti, professori compresi, quando per essere sicuro al 100% chiesi loro se conoscessero una studentessa col suo nome, risposero negativamente. Meglio così!
Tuttavia sapevo anche che Yuuma, no, Raynare si sarebbe rifatta viva al più presto e, dunque, che avrei dovuto presto farci i conti per chiudere definitivamente la nostra 'storia'. Inoltre, avrei dovuto presto affrontare anche qualcun altro...

Neanche a farlo apposta, avevo appena formulato quel pensiero che sentii qualcuno chiamarmi. Alzai gli occhi e vidi un mio compagno di classe che mi diceva: “Scusami, Zayden, ma c’è Yuuto Kiba che chiede per te.”

Già, c’avrei scommesso!

Voltai lo sguardo verso la soglia della porta della classe, dove il suddetto Yuuto Kiba attendeva parlando con alcune ragazze, entrambe con gli occhi luccicanti mentre chiacchieravano con il cosiddetto 'Principe Azzurro' della scuola. Miseria nera.. a volte mi chiedo come sia possibile che gli umani si rendano così ridicoli senza nemmeno rendersene conto. Mi fanno quasi vergognare di appartenere alla loro stessa specie!

Sapevo che non avrei potuto rimandare quel momento per sempre, quindi era meglio affrontarlo subito.
Mi diressi alla porta e, avvicinandomi, Yuuto Kiba si accorse di me e mi salutò con un sorriso gentile e un cenno della mano. Io risposi squadrandolo da capo a piedi: era la prima volta che lo vedevo da così vicino e in una situazione tranquilla anziché nella confusione di una battaglia e potei constatare che il titolo affibbiatogli non era poi così campato per aria. Era certo un bel ragazzo: biondo, occhi grigi con un piccolo neo sotto il sinistro, un fisico molto asciutto ma comunque tonico e dei modi di fare molto garbati e rispettosi, proprio come i principi del passato. Concentrandomi attentamente sulla sua aura, tuttavia, potei percepire il potere demoniaco soppresso in essa; non era molto elevato, ma era meglio non abbassare la guardia, visto che non conoscevo le sue abilità.
Mi fermai davanti a lui mentre congedava le ragazze e, senza mezzi termini, gli chiesi ergendomi in tutta la mia altezza: “Che cosa vuoi?”

La freddezza del mio tono e il mio atteggiamento parvero sorprenderlo, ma non esitò a rispondermi: “Perdona il disturbo, Ward-senpai, ma devo...”

“Lascia perdere le formalità. Odio i giri di parole. Io so chi sei tu e tu sai che io non sono, diciamo, normale, perciò dimmi subito cosa vuoi, o volete.”

Sottolineai apposta quell’ultimo verbo per fargli capire che sapevo che veniva anche a nome dei suoi compagni e la sua espressione cordiale vacillò. Sospirò, chiaramente in difficoltà. “Rias-Buchou vorrebbe parlarti. Oggi subito dopo la scuola, alla sede del Club di Ricerca dell’Occulto.”

Sospirai a mia volta, scocciato. Avrei voluto rifiutarmi, ma, come già detto, avrei solo rimandato quell’incontro che, prima o poi, sarebbe arrivato comunque. Inoltre, stavamo parlando pur sempre della sorella del Principe dei Diavoli, il più potente e autoritario dei Quattro Grandi Satana, perciò era quantomeno doveroso ascoltarla. Mi augurai solo di non finire per attirare anche l'attenzione del signore degli Inferi. Era l’ultima cosa che mi serviva.

“Il vecchio edificio scolastico, giusto?” chiesi solo, per avere conferma del luogo.

“Sì, esattamente” rispose Yuuto Kiba, già più sollevato dal fatto che non avessi rifiutato.

“Comunque dille di non aspettarsi una lunga conversazione” aggiunsi prima di dargli le spalle e tornare al mio posto. Se anche voleva dirmi qualcos’altro, dovette essersi rassegnato perché né provò a fermarmi né a parlare ancora, andandosene a sua volta.

Io tornai al mio posto e, per il resto della mattinata, rimasi ad ascoltare piuttosto svogliatamente le lezioni, attendendo la fatidica ora...
 

*
 

Al suono dell’ultima ora, salutai rapidamente i miei compagni e mi diressi al luogo prestabilito per l’incontro.
Il vecchio edificio scolastico era uno stabile della scuola staccato dal complesso principale e consisteva in una grande costruzione a tre piani, il cui terzo piano fungeva da torre dell’orologio, bianca con tetto nero e diversi rampicanti che ricoprivano le pareti fino al secondo piano. A quanto avevo sentito, era un dormitorio caduto in disuso e quindi abbandonato parecchio tempo fa. Sarebbe probabilmente andato incontro alla demolizione se non fosse stato per Rias Gremory, la quale lo rese la sede del club da lei stessa fondato dopo averne ottenuto la gestione dalle autorità scolastiche.
Club di Ricerca dell’Occulto. In effetti, per un normale studente deve sembrare solo un club un po’ stravagante e singolare.. ma per uno come me, che conosce fin troppo bene il sovrannaturale, è chiaro come il sole che è solo una copertura per la loro vera natura e le loro attività intra ed extrascolastiche.

Arrivai davanti al vecchio edificio e, senza che neanche bussassi, la porta d’ingresso mi venne aperta; dietro di essa, Yuuto Kiba e Akeno Himejima mi accolsero con un sorriso cordiale.

“Benvenuto, Zayden-kun. La Buchou ti sta aspettando” disse la seconda spostandosi per farmi entrare.

Squadrai per un istante anche lei. Definirla bellissima sarebbe stato riduttivo: lunghi capelli neri raccolti in una coda di cavallo da un fiocco arancione, occhi viola, un fisico molto formoso e tonico e un viso che sembrava modellato da uno scultore rinascimentale. Non c’era da sorprendersi se era considerata una delle due ragazze più belle e popolari di tutta la scuola.
Indossava l’uniforme femminile scolastica, che consisteva in una camicetta bianca con sopra una giacca nera chiusa sotto il seno, una minigonna fucsia e un nastro avvolto a fiocco sul petto, oltre a delle calze nere lunghe fino alle ginocchia e scarpe marroni.
Se fossimo stati un ragazzo e una ragazza qualunque, sarei stato ben felice di rimanere lì ad ammirarla e magari chiederle un appuntamento, ma nessuno di noi lo era… E io, per ovvi motivi personali, tendevo a fidarmi poco dei diavoli.

Akeno Himejima e Yuuto Kiba mi condussero fino alla sala principale dell’edificio, una grande stanza rettangolare rivestita di legno, con divani stile vittoriano e un basso tavolo al centro, alcune sedie e mobili lungo le mura, diversi quadri appesi e un’illuminazione data da molte candele accese su tutto il perimetro. Su uno dei divani centrali stava seduta Koneko Toujo, che sgranocchiava dei dolcetti, e all’altra estremità della sala vi era una grande scrivania.
Quando mi avvicinai ai divani, Yuuto Kiba disse: “Koneko-chan, questo è Zayden Ward. Ward-senpai, lei è Koneko Toujo.”

“Ehilà” dissi senza troppo entusiasmo. Lei rispose con un cenno del capo. Tipa di poche parole, eh? Meglio così.

“Benvenuto, Zayden Ward” disse un’altra voce femminile proveniente da dietro la scrivania.

Alzai gli occhi in tempo per vedere colei alla quale apparteneva quella voce alzarsi dalla scrivania e venirmi incontro. Ecco il grande capo.
Rias Gremory. Studentessa modello e ragazza più popolare della Kuoh Academy. Presidentessa del Club di Ricerca dell’Occulto. E.. -ora ne sono sicuro- diavolo di Alta Classe e sorella dell’attuale Lucifer, o Lucifero.
Akeno Himejima era senza dubbio affascinante, ma lei.. non avevo mai visto una ragazza più bella. I lunghi e fluenti capelli cremisi le arrivavano fino al bacino, gli occhi azzurro-verdi emanavano nobiltà e pacatezza, la pelle rosata sembrava riflettere la luce delle candele da quanto era liscia e perfetta e il suo corpo aveva le forme più seducenti che avessi mai visto. Indossava anche lei l’uniforme scolastica, ma questa non faceva che rafforzare ancora di più il suo fascino, esaltando il suo fisico formoso e perfetto e dandole nel contempo un tocco di semplicità. Nessun artista avrebbe mai potuto realizzare o imitare una bellezza simile.
Eppure, malgrado il suo tono gentile e l’espressione tranquilla, sentivo chiaramente l’aura demoniaca dentro di lei, molto più elevata di quella di tutti gli altri membri del Club, e quella bastava a rendermi diffidente e pronto a qualunque reazione possibile, amichevole o ostile che fosse.

“Lo saprai già di sicuro, ma il mio nome è Rias Gremory. Piacere di conoscerti” mi disse con un cortese inchino. Anche i suoi modi di fare erano tipici di una persona raffinata e aristocratica, da vera dama nobile.

Ricambiai l’inchino, ma non dissi nulla. A sua differenza, io non ripetevo il mio nome a chi già lo conosceva solo per rispettare l’etichetta.. era uno spreco di tempo.

“Immaginavo che avresti chiesto d’incontrarmi dopo ieri sera” dissi invece raddrizzandomi. “Che cosa vuoi da me?”

Come Yuuto Kiba, anche Rias Gremory sembrò sorpresa dal mio modo sbrigativo e lievemente brusco. Di solito non mi piaceva apparire maleducato, soprattutto con una ragazza, ma, come avevo già detto, tendevo a non fidarmi troppo dei diavoli.
Tuttavia lei non ci diede troppo peso e mi rispose: “Solo parlarti un momento. Non capita tutti i giorni di incontrare un umano con una simile forza spirituale e vorrei solo accertarmi di un paio di cose.”

Si sedette sul divano imitata da Yuuto Kiba, mentre Akeno Himejima, uscita e rientrata rapidamente da un’altra porta nella sala, poggiava sul tavolino un vassoio con alcune tazze piene di tè fumante. Con un gesto, mi fece cenno di accomodarmi a mia volta, ma io invece mi allontanai di un passo e incrociai le braccia.
“No, grazie. Sto bene così.. e comunque non mi fido abbastanza di voi diavoli da sedermi a bere tè come se nulla fosse dopo avervi conosciuti da appena cinque minuti.”

L’enfasi che avevo posto su quella parola congelò le espressioni dei presenti per un istante, poi il volto di Rias Gremory si fece più serio mentre mi guardava. Avevo messo subito in chiaro che non conoscevo semplicemente le loro vere identità, ma che m’intendevo di creature sovrannaturali e, inoltre, dallo scontro con il Diavolo Randagio della sera precedente, avevano capito che non ero un semplice essere umano nemmeno come capacità. Da ora ero sicuro che mi avrebbero trattato con più prudenza ed era quello che volevo.

“Dunque tu conosci davvero la nostra razza” fece con voce calma, mentre dalla schiena sua e di tutti i presenti si aprivano un paio di grandi ali nere da pipistrello. Ironico.. un tempo ne avevo paura e ribrezzo, ma ora mi lasciano del tutto indifferente. “Perché?”

“Non siete i primi diavoli che incontro, ti basti sapere questo. Non ho intenzione di raccontarvi i particolari della mia vita” risposi.

“Sei un tipo piuttosto scontroso e schivo” disse Rias Gremory sorseggiando il tè. “L’avevo già immaginato ieri sera dal tuo modo sbrigativo di andartene, ma ora ne ho la conferma. Immagino tu sappia che non è esattamente normale che un essere umano sia così informato sul nostro mondo...”

“Sì, lo so anche troppo. Tuttavia, con tutto il rispetto, le mie faccende personali e i motivi per cui so dell’esistenza del sovrannaturale non sono affari vostri. Se la sera scorsa me ne sono andato di fretta è proprio perché volevo evitare questa conversazione. È completamente inutile per me e anche per voi, a dirla tutta. Riguardo ieri sera, come ho già detto, non vi avevo né seguiti né stavo dando la caccia a quel Diavolo Randagio, ma sono casualmente passato di lì in quel momento mentre tornavo a casa. Lo scontro tra le vostre aure mi ha attirato e, quando quell’obbrobrio mi ha attaccato, mi sono solo difeso. Non l’ho fatto per aiutarvi. Prima di ieri sera non mi ero nemmeno accorto che eravate diavoli. Sopprimete piuttosto bene la vostra aura.”

“Grazie del complimento. Comunque, anche se non sapevi della nostra vera identità fino a ieri, rimani un essere umano con un grande potere interiore.. nel mio territorio.” Marcò il pronome possessivo rivolgendomi nel contempo un sorrisetto di sfida. “Direi che qualche spiegazione in più è d’obbligo. Dimmi.. chi sei tu in realtà?”

Pensa davvero che, solo perché questa città è sotto la sfera d’influenza della sua famiglia, possa avanzare delle pretese verso di me? Ecco perché odio i diavoli di Alta Classe: sempre a credere di poter fare e ottenere tutto quello che vogliono! Tsk! Con me caschi male, ragazza!

“Non ti devo alcuna spiegazione extra e non osare pretenderle. Questa città sarà anche sotto la giurisdizione della tua famiglia, non la tua ma della tua famiglia, ma io non sono un vostro servo. Non puoi obbligarmi a dire o fare un bel niente.”

Mi godetti il lampo di stizza che corse per un attimo lungo il volto di tutti i presenti, Rias Gremory in particolare. Tutti uguali questi nobili: appena li sgammi sulle loro effettive proprietà e titoli o ti rifiuti di piegare la testa, si irritano subito. Sarà anche stata una diavola purosangue e nobile, con una bellezza incredibile e un portamento elegante e raffinato, ma sotto rimaneva la tipica ragazza ricca e viziata, abituata a ottenere sempre quello che vuole e che non sopporta che qualcuno non si pieghi a lei o ai suoi desideri.
Oh bé, direi che questa conversazione è bella che finita.

Girai i tacchi e feci per andarmene quando la voce di Rias Gremory mi raggiunse di nuovo: “Dove stai andando?”

“Che domande.. vado a casa. Non c’è nient’altro da dire.”

“Non avevo ancora finito. Non mi accontento di informazioni così scarse su qualcuno tanto forte quanto sfrontato che vive in questa città senza che nessuno di noi sapesse niente a riguardo...” C’era una nota d’impazienza nel suo tono. Evidentemente non era abituata a farsi tenere testa da uno sconosciuto.

Ghignai compiaciuto. Solo perché sei una diavola e una nobile, non puoi avere sempre tutto quello che vuoi!

“Se sei preoccupata, ti anticipo subito che i tuoi affari in questa città non m’interessano affatto. Quindi stai tranquilla perché non farò niente per arrecarti disturbo o ostacolarti.. a meno che non crei tu qualche disturbo o ostacolo nei miei obbiettivi, è ovvio.”

“E quali sarebbero codesti obbiettivi?”

“Non posso dirteli, ma, chissà, forse in futuro li scoprirai da sola... Forse.”

Avanzai verso la porta d’uscita e allungai una mano verso la maniglia.

“Sei piuttosto arrogante a pensare che ti lasceremo andare in questo modo, senza averci detto qualcosa di più...”

Quella voce ora aveva un fondo di irritazione. E l’aura demoniaca che s’intensificava alle mie spalle rendeva il suo nervosismo ancor più evidente.
Vuole spaventarmi con la sua aura adesso? Povera illusa. Mi sono concentrato su di lei per tutto il tempo e ho già compreso a grandi linee l’estensione della sua forza. Non è niente che possa impressionarmi o anche solo impensierirmi.. ma se vuole giocare a fare la dura, io ci sto!

Mi voltai verso di lei e la vidi avvolta da un sottile strato di aura cremisi, mentre mi fissava con uno sguardo visibilmente più impaziente; anche gli altri membri sembravano piuttosto nervosi. Ghignai ancora ed espansi l’aura a mia volta, non al suo massimo ma abbastanza perché diventasse visibile intorno al mio corpo, sovrastasse la sua e facesse vibrare leggermente l’intera stanza, mentre nel contempo rilasciavo il mio intento omicida. La luce delle candele prese a tremolare insieme alle pareti e le espressioni dei diavoli si irrigidirono di colpo. Yuuto Kiba e Koneko Toujo scattarono in piedi davanti a Rias Gremory facendole da scudo, mentre Akeno Himejima si spostò dietro al divano con le mani alzate, pronta a colpire; la rossa aveva represso la sua aura e la sua espressione era ancora più sorpresa di quelle degli altri. Negli occhi di tutti, potei vedere una certa paura. Ottimo.

“Non intendo combattere con voi, ma non provate mai più a imporvi su di me. Io non obbedisco a nessuno, sia chiaro, e non ho certo paura di voi. Perciò, lasciate che vi dia un consiglio amichevole: non importunatemi più e non provate a ficcare il naso nei miei affari, o potrebbe succedervi qualcosa di poco piacevole. Fidatevi, voi non ne ricavereste altro che guai e io solo ulteriori seccature.”

Messe in chiaro le cose, soppressi di nuovo l’aura e uscì dalla stanza mormorando: “Addio.”
Stavolta nessuno provò a fermarmi.
 

*
 

Lasciato il vecchio edificio scolastico, mi nascosi dietro un albero del giardino vicino, perché nessuno mi vedesse, e riattivai il Dragon Portal per tornare a casa. Tuttavia, mentre mi materializzavo nel salotto di casa mia, ebbi il vago sentore che, malgrado l’avvertimento che avevo dato loro, quei diavoli mi avrebbero comunque tenuto d’occhio o perseguitato nei giorni successivi. Che gran rottura!

Mi avviai in cucina per preparare qualcosa da mettere sotto i denti e, con mia somma sorpresa, trovai sopra la tavola una vaschetta di alluminio chiusa da un involucro di carta dello stesso materiale sopra alla quale era appiccicato un biglietto. Mi avvicinai e, riconoscendo la scrittura, lessi:

Mi ero preparata le lasagne, ma ho finito per farne troppe. Perciò te le ho portate finchè eri a lezione, visto che ero sicura che tu non saresti mai venuto a prenderle se te l’avessi chiesto. Devi solo scaldarle. Almeno stasera hai la cena pronta! E fatti sentire più spesso, che mi fai preoccupare!

Nonna Lucia


Non potei non soffocare uno sbuffo di divertimento che si trasformò in una risatina. Quella vecchia! Come se non sapesse quanto io ami i piatti che lei prepara e che mi teletrasporterei subito anche in Antartide pur di venire a prendere quelle prelibatezze, se solo me lo chiedesse! Ci scommetterei il braccio destro che ha usato la scusa del cibo per venire a controllare la casa e assicurarsi che la tenessi in ordine e pulita! Come se fossi ancora un bambino! Ma d’altronde.. suppongo che, per una nonna, noi nipoti, a 8, 19 o 50 anni, restiamo sempre dei bambini, non potei non pensare con nostalgia.

Mia nonna Lucia. L’unico membro della mia famiglia ancora in vita e colei alla quale dovevo tantissimo, quasi quanto a Ddraig... Avrei dovuto irritarmi per la sua solita ed eccessiva premura, ma dopo tutto quello che era successo in passato, come potevo darle torto in fin dei conti? E poi le volevo bene anche per queste sue fissazioni sulla pulizia e l’ordine.
Oh bé.. comunque.. cena assicurata stasera! E che cena!
Misi la vaschetta nel microonde e, dopo pochi minuti, la estrassi e aprii, sentendo subito l’aroma forte e paradisiaco delle lasagne con carne invadermi le narici... Eheh, sarò anche piuttosto bravo come cuoco.. ma la cucina della nonna è sempre imbattibile!

Mentre mangiavo di gusto, controllai la cucina e, in effetti, notai che certe cose erano state spostate e messe in punti più strategici e facili da raggiungere durante la preparazione dei pasti. Come sempre, avevo ancora molto da imparare a riguardo!
Terminato di mangiare, controllai il resto della casa e anche nelle altre stanze vidi che c’erano stati dei piccoli cambiamenti, tutti per rendere la casa più ordinata... Come se io fossi disordinato! E che diamine! Poteva anche essere un po’ meno puntigliosa! Ah, ma che lo dico a fare?

La casa in cui alloggiavo lì in Giappone era un piccolo edificio a due piani solitario, situato a lato di una delle numerose strade cittadine e circondato da un piccolo giardino. Il piano terra consisteva in un soggiorno abbastanza ampio, la cucina, un bagno e un piccolo ripostiglio, mentre al piano superiore c’erano due camere, la più grande delle quali fungeva sia da mia stanza da letto che da studio, e un altro bagno, che usavo anche come lavanderia.
Era stata proprio mia nonna a trovarmela quando le avevo detto che avrei potuto continuare gli studi in Giappone. Non solo era stata d’accordo, ma aveva pure insistito perché andassi dicendomi che non dovevo preoccuparmi per il cambio di ambiente, che lì mi sarei trovato bene e avrei anche potuto trovare indizi importanti sui miei obiettivi.

Finora non ho trovato o scoperto ancora niente in questa città, ma devo avere pazienza. Se ne era così sicura, vuol dire che qualcosa c’è di sicuro... Anche se avrei preferito evitare di avere a che fare con una delle famiglie di diavoli più influenti degli Inferi...

Era inutile rimuginarci su... Però, quel nervosismo non se ne andava, neanche dopo quella squisita cena. Mi serviva qualcosa di più forte, qualcosa per sfogarmi per bene.. e sapevo dove trovarla.

Mi diressi alla seconda camera al piano superiore, quella che avrebbe dovuto fungere da camera degli ospiti, ma che io, visto che non avevo ospiti, usavo per tenere un paio di cosette personali...
Aperta la porta, mi trovai davanti una stanza rettangolare con un divano-letto verde lungo il muro opposto, alcuni mobili con cassetti vuoti ai lati.. e un paio di casse audio-amplificatrici al centro, sopra le quali era adagiata una stupenda chitarra elettrica con la cassa armonica arancione vivo e il manico blu indaco.
Ecco quello che ci vuole! Un po’ di sano rock o metal!, pensai collegando le casse alla chitarra e prendendola in mano.

Che potevo suonare? Ci riflettei per qualche minuto, poi, trovai la canzone giusta.
Presi il plettro e diedi un potente colpo mentre cantavo:


I'm so sick of me, being sick of you,
And the way you look, all the things you do,
You drive me crazy, drive me crazy
Sick of being broke, can't pay the ren
I'm about to snap, I can't handle this
I'm doing crazy, doing crazy (going crazy)


If you're sick like me
There's no stopping now,
Gotta break it up
And just let it out
If I was sick like you,
I would feed the fire
I would light it up
And watch it all come down...

(Adelitas Way - Sick)

 

Tre minuti dopo, terminai con un profondo sospiro, stanco e con un po’ di mal di gola, ma decisamente più leggero e rilassato.
Non avevo dimenticato gli ultimi eventi, tuttavia stavo molto meglio. Suonare e cantare le mie canzoni preferite –tutte vari generi di rock e metal e di quella che io definivo 'musica epica'- era sempre stata una delle mie valvole di sfogo migliori perché non solo buttavo fuori tutto il nervosismo con la musica, ma anche perché mi piaceva un sacco suonare e cantare. Era tra i miei hobby preferiti.
Inoltre, siccome la casa era separata dalle altre abitazioni, nessun vicino poteva lamentarsi se facevo casino! Doppio vantaggio!

Riposi la chitarra e me ne andai in camera da letto, deciso a dormire e a prepararmi alla giornata successiva.. e alle occhiatacce che di sicuro mi sarebbero arrivate dal Club di Ricerca dell’Occulto. Come se me ne sarebbe fregato davvero qualcosa...
 

*

 

Fu un suono improvviso a svegliarmi.

Un trillo d’allarme che proveniva dalla mia destra, lieve ma sufficiente a svegliarmi. Alzai lo sguardo semiassonnato dal cuscino e vidi che era il piccolo display sulla parete, vicino al bordo della porta, a emettere una lucina rossa intermittente. L’allarme che segnava quando qualcuno camminava lungo il giardino.

Feci appena in tempo ad alzare il busto dal letto che udii uno scatto dal piano terra, seguito dal lieve cigolio della porta d’ingresso che si apriva.
Holy shit.. spero sia solo un ladro, mi ritrovai a pensare rivolgendo un attimo lo sguardo alla debole luce lunare che entrava dalla finestra. Nemmeno si può dormire in pace adesso.

Mi alzai lentamente e m’infilai una maglietta adagiata sulla sedia dietro la mia scrivania, per poi portare il mio sguardo sulla o-katana appesa alla parete accanto al letto. Con un sorrisetto ringraziai la mia fissazione con gli attacchi a sorpresa -che mi faceva tenere le mie armi il più vicino possibile- e afferrai la spada.

Chiunque fosse stato a violare il mio domicilio, avrebbe trovato una brutta sorpresa!

Uscii cautamente dalla stanza tenendo tutti i sensi all’erta e concentrandomi per percepire un’eventuale aura. Non sentii niente, né udii passi o altri rumori. Piuttosto strano...
Raggiunsi e scesi con ancor più prudenza le scale fino a ritrovarmi nel lato sinistro del salotto; accesi le luci e, come immaginavo, vidi la porta d’ingresso aperta, ma non c’era anima viva. Il fatto che fossero entrati scassinando la porta, però, indicava due cose: uno, non erano diavoli –quale diavolo forzerebbe una serratura piuttosto che farla scattare con un piccolissimo sprazzo di magia?-, due, chiunque fosse, voleva essere silenzioso e non svegliarmi. In effetti, se non fosse stato per quell’allarme segreto, non mi sarei mai accorto della sua intrusione.
Eppure c’era qualcosa che non andava... Anche se l’intruso fosse stato un umano, una piccolissima quantità di aura avrebbe dovuto essere percepibile e io invece non sentivo niente. La cosa non mi piaceva affatto.
Mi mossi cautamente dalla scala alla cucina, osservando nel contempo ogni angolo del salotto. Con una mano ben stretta intorno all’impugnatura della katana, mi sporsi oltre il bordo del muro che separava cucina e soggiorno e guardai dentro la prima, pronto a colpire. Nulla. Nemmeno un insetto.

Fu solo per i miei sensi incredibilmente affinati che udii il cigolare di una porta che veniva aperta, seguito da un fruscio e dal sibilo di qualcosa che fendeva l’aria in rapido avvicinamento. D’istinto mi abbassai buttandomi contemporaneamente di lato, mentre una sorta di lama di luce bianca passava sopra la mia testa e si conficcava nella parete.

Cazzo, un istante più tardi ed ero fottuto!

Con una rapida capriola mi rialzai assumendo una posizione di guardia, quando l’identità del mio aggressore mi lasciò interdetto: era un ragazzo, un giovane umano più o meno della mia età, o forse più giovane, dai capelli bianchi e gli occhi rossi. Indossava degli abiti clericali bianchi e un lungo cappotto blu coi bordi grigi, dal collo gli pendeva un crocifisso dorato e in mano impugnava quella che sembrava una spada lunga, la cui lama era però composta da pura luce.

“Che mi prenda un colpo... Un prete?” mormorai, incapace di nascondere la mia sorpresa. “E tu chi cazzo sei? Non sai che è una grave infrazione entrare in casa d’altri senza permesso? Soprattutto per qualcuno della chiesa!”

Il ragazzo liberò la sua arma dalla parete, scoppiando poi in una risata sguaiata e maniacale. “Oh, cielo! Ma dove ho messo le buone maniere? Non si può attaccare qualcuno senza nemmeno presentarsi!” Si prodigò in un inchino tutto svolazzi, ma chiaramente privo di qualunque intento cortese o rispettoso. “Il mio nome è Freed Seelzen e sono un giovane prete che ama esorcizzare i diavoli per l’umanità!”

 

 

Lo fissai mentre si metteva a saltellare durante la sua presentazione. Ma questo è un coglione!, non potei non pensare, mentre mi inchinavo a mia volta nel modo più falso possibile. “Molto piacere, Freed! Io sono Zayden Ward, un semplice studente del terzo anno e, soprattutto, sono un semplice essere umano, non un diavolo. Quindi, mi sorge spontanea la domanda: ma tu che cazzo ci fai in casa mia?”

L’altro rise ancora. “Domanda legittima! E io ti rispondo non una, ma ben due volte: primo, perché so che hai avuto contatti con dei diavoli! Secondo, perché.. diciamo che me l’ha chiesto una certa persona che tu hai fatto molto incazzare!”

Ci misi poco a fare due più due. “Ah.. capisco. E questa persona, per caso, porta un paio di ali piumate nere e uno di tette?”

“Bravissimo! Allora te la ricordi la tua cara amica, no, fidanzatina Raynare! Sai, il modo in cui l’hai lasciata le ha spezzato il cuore! Quale crudeltà verso una ragazza così dolce e carina!”

“E, visto che non può uccidermi da sola, manda uno come te a fare il lavoro sporco? Da quando i preti fanno i mercenari per gli angeli caduti? Credevo che la vostra fede ve lo impedisse...”

“Diciamo che io ho avuto qualche problema coi miei superiori e, per questo, non mi permettevano più di fare il mio mestiere in santa pace! Ma la nostra amica mi ha preso sotto la sua ala e mi ha dato modo di tornare a fare quello che amo di più: ammazzare mostri e umani da loro sedotti!” E scoppiò in un’altra risata folle.

Non avevo mai avuto grande simpatia per la chiesa, ma sapevo che normalmente non tolleravano un estremismo simile. Quel tipo era chiaramente pazzo. Da rinchiudere in manicomio e gettare la chiave.
Ghignai beffardo. “Ah, ora è tutto chiaro. Sei stato scomunicato, vero? Ti hanno buttato fuori perché non approvavano i tuoi metodi e la tua indole e, non avendo dove andare, hai accettato l’aiuto di quella stronza e sei diventato un suo leccapiedi in cambio della sua protezione... Mi sa che la tua fede vale meno di zero.. a te non te ne frega nulla di Dio, vero? Essere prete, rispettare il credo, riportare gli agnelli sperduti al pastore, eliminare i cosiddetti mostri.. a te interessa solo quest’ultima parte, tutto il resto è solo una scusa per fare quello che vuoi!”

Freed mi fissò sorpreso per un istante, poi il suo viso si deformò nella smorfia più orribile che avessi mai visto. “Hai fatto i compiti a casa, amico! Sì, hai proprio ragione! A me della fede, del credo, della Bibbia e del suo schifoso Dio.. non me ne frega un cazzo! Io voglio solo trucidare quelle creature immonde che infestano questo mondo! Tutte quante, senza lasciarne nemmeno una!” Mi puntò contro la spada di luce. “Ma prima di tornare a quei mostri, ho un lavoro da portare a termine proprio qui. Spiacente, Zayden-kun, ma gli ordini sono ordini, e i miei sono di.. staccarti quella testa di cazzo e gettarla ai piedi del mio capo perché lei possa calpestarla finché non diviene una merdosa poltiglia!”

Molto bene. Direi che le ostilità sono ufficialmente aperte. “Vuoi la mia testa, eh? Ok, allora..” passai la katana nella mano destra e mi tirai indietro i capelli con l’altra “..vienitela a prendere.”

Freed non se lo fece ripetere due volte e scattò tentando un affondo alla mia testa. Conoscevo piuttosto bene le armi degli esorcisti e sapevo che quella spada di luce, anche se creata per uccidere diavoli e altre creature oscure, era capace di tagliare qualsiasi cosa come una normale spada, perciò evitai il colpo inclinando il capo. L’altro non si fermò e tentò un altro affondo, che evitai di nuovo, poi un fendente diagonale ascendente seguito da uno discendente; solo con quest’ultimo attacco estrassi finalmente la katana e bloccai il colpo. Lo spinsi indietro e, reggendo con la sinistra la spada e con la destra il fodero, scattai in avanti scambiando diversi colpi con il mio avversario. Per essere un umano era decisamente forte e veloce, ma ero abituato a ben di peggio.
Se Raynare s’illude davvero che questo coglione possa uccidermi, allora è più stupida e ingenua di quanto pensassi!

Allontanai con un fendente la spada di Freed e lo colpì alla bocca dello stomaco con una stoccata del fodero. Il prete barcollò e si allontanò tenendosi una mano alla pancia. Io lo incalzai immediatamente.

“Ehi, ehi! Calma! Tu hai due armi, io una sola! Fammi recuperare!”

Che fa, mi prende per il culo? “Cazzi tuoi! Con uno come te, onore e rispetto in battaglia non significano niente, quindi non vedo perché dovrei rispettarli!”

Sferrai altri fendente che Freed bloccò o evitò, ma riuscì a colpirlo di nuovo col fodero, stavolta al fianco, facendolo vacillare. Cercai di finirlo con un affondo, ma si riprese prima del previsto e riuscì a schivarlo, subito dopo infilò la mano libera sotto il cappotto e ne estrasse.. una pistola?!
Lo sparo che seguì, rapido e inaspettato, colpì in pieno il fodero sbalzandomelo di mano, poi la canna dell’arma puntò verso la mia testa. Feci appena in tempo ad alzare il braccio destro davanti al volto e a richiamare il Boosted Gear, che un secondo sparo risuonò nell’aria e sentii qualcosa centrarmi con forza il polso.
Abbassai il braccio per osservarlo e vidi un leggero fumo che si alzava dal punto colpito, ma non c’era nemmeno un graffio. Tsk.. come se le scaglie di un drago potessero essere danneggiate da qualcosa di simile.

Freed mi guardava sorpreso. “Oho, interessante! Così è quella la famigerata Sacred Gear di cui parlava Raynare! Devo ammettere che ha un aspetto piuttosto figo!”

Ricambiai il suo sguardo con un sogghigno. “Niente bossoli, un odore piuttosto insolito e una canna dalla forma a croce” dissi osservando il punto in cui il guanto era stato colpito e la pistola del prete. “Anche quell’arma è fatta per sterminare le creature oscure, giusto? Mi spiace, ma contro il braccio di un drago quella roba non serve a nulla!”

“Hai detto drago? Quindi la tua Sacred Gear è di tipo drago? Interessante! Ho sempre desiderato poterne ammazzare uno!”
 


Povero idiota. Continua a sognare!, pensai scagliandomi contro di lui.

Cercò ancora di colpirmi alternando colpi con la spada agli spari, ma stavolta usavo il Boosted Gear per bloccare i proiettili e incalzavo con foga ancora maggiore. Non mi serviva attivare il potere del Gear, era sufficiente usarlo come scudo. Spada e scudo. Una combinazione vecchia ma sempre efficace.
Alla fine riuscii a sbilanciarlo con una stoccata improvvisa e, quando mi vide avanzare per finirlo, si spostò di lato come mi aspettavo: allora allungai una gamba e lo centrai facilmente al bassoventre mandandolo a sbattere contro il muro alle sue spalle. Era fatta! Un ultimo fendente e sarebbe stata la sua testa a volare via!

Fu in quel momento, mentre levavo la katana, che sentii quella voce: “Padre, va tutto bene q.. KYAAAAAAH!!!”

Quella voce.. la conoscevo bene!

Mi voltai e, ferma sulla soglia della porta ancora aperta.. c’era Asia!

“Z-Zayden-san?!”

“A-Asia-chan?! Che cosa..?!”

Con la coda nell’occhio mi accorsi della lama di luce di Freed che si avvicinava al mio collo e, di nuovo d’istinto, mi abbassai buttandomi di lato, ma stavolta quel bastardo doveva esserselo aspettato perché, mentre cadevo a terra, sentii il rumore di uno sparo e, subito dopo, un dolore lancinante trafisse la mia gamba.
La mia capriola si trasformò in una brusca caduta e non potei non soffocare un gemito. Percependo un nuovo pericolo, feci appena in tempo a puntare la mano destra dietro di me e generare uno scudo di energia rossa che una nuova serie di spari risuonò nell’aria, seguiti dal rumore di qualcosa che s’infrangeva su di esso.

“Uno scudo magico, eh? Certo, che ne hai di frecce al tuo arco! E anche i tuoi riflessi sono dannatamente buoni!”

Ignorai la voce beffarda di Freed e mi misi lentamente seduto per analizzare la gamba ferita. Un buco perfetto in mezzo al ginocchio.. quel maledetto aveva una bella mira in fin dei conti! La ferita sanguinava, ma il vero danno era all’articolazione.. quel bastardo me l’aveva perforata! Ora non potevo più sorreggermi su quella gamba! E il dolore era atroce!
In quel momento sentii la voce di Asia gridare: “Padre, cosa sta facendo?! Perché lo attacca?”

Il prete folle la fissò con un sorriso inquietante. “Oh, sei arrivata al momento giusto, Asia-chan! Se non fosse stato per te, questo stronzo mi avrebbe fatto saltare la testa! E ben fatto anche con la barriera: non si era nemmeno reso conto di dove fossi! Peccato che non immaginassi che i suoi riflessi fossero così sviluppati...”

Una barriera. Ecco perché non percepivo la sua aura. L’hanno piazzata intorno alla casa prima di fare irruzione. Ed era Asia a generarla? Ma lei che ci faceva qui? Perché era con lui?

“Z-Zayden-san? Il nemico che dovevamo fermare.. era lui?” La voce della mia amica era terrorizzata e confusa e mi guardava con le lacrime agli occhi. Quindi lei non sapeva che avrebbero attaccato me...

“Cosa? Voi due vi conoscete? Ahahah! Pensa che coincidenza! Comunque è proprio così, Asia-chan! È lui il nostro obiettivo, colui che ha minacciato la nostra sorellona angelo caduto! Uno schifoso umano che si mescola coi diavoli della sua scuola e mira a farci fuori tutti! È solo un traditore della sua razza!”

Brutto pezzo di merda... Come osava insinuare che fossi io un traditore della mia razza, quando lui non si sarebbe fatto scrupoli ad ammazzare persino un bambino se questo si fosse anche solo avvicinato a un diavolo?!

“Mi dispiace dover eliminare un tuo conoscente, Asia-chan, ma questo è il nostro incarico! E ora.. è tempo di portarlo a termine!” Con quelle parole Freed si scagliò sul mio scudo tempestandolo di colpi di spada e pistola.

Continuai a tenere il braccio alzato per sostenere la barriera, ma era difficile resistere passivamente a così tanti colpi stando fermo e con una ferita sanguinante e dolorante. Dovevo reagire in fretta.

Di colpo, Asia si portò tra Freed e me arrestando l’assalto del prete, il quale non parve apprezzarlo: “Ehi, tu.. che stai facendo adesso?”

“La prego, Padre, lo risparmi! La supplico!”

“Cosa? Hai la minima idea di quello che stai dicendo?”

“Nonostante quello che ci hanno detto, io non credo affatto che sia vero! Zayden-san è una brava persona! Io ne sono sicura! Mi ha aiutata, fatta divertire e incoraggiata senza chiedere nulla in cambio se non la mia amicizia! Lui è mio amico, un uomo buono e sincero! E sono sicura anche che Dio non approverebbe i suoi metodi! Perciò, la prego, lo risparmi! La imploro!”

Fissai Asia sorpreso e commosso da tutta quella fiducia nei miei confronti. Mi voleva davvero bene allora.. non credevo che si sarebbe già così affezionata a me, ma non mi dispiaceva affatto, anzi ne ero molto contento.

Purtroppo qualcun altro non lo era affatto.

“Non dire stronzate!” gridò Freed furioso menando un fendente che squarciò l’abito di Asia in due, lasciandola seminuda.

La ragazza gridò coprendosi il petto, ma il bastardo non aveva ancora finito, visto che la prese malamente per il viso e le mani sbattendola contro il muro. “Sai cosa vuol dire disobbedire agli ordini?” le chiese fissandola dritto negli occhi con uno sguardo ancor più folle di prima. “Farò in modo che la sorellona angelo caduto poi non mi punisca.. ma ora.. direi che è a te che serve una punizione!”

“Asia! Fermo!” gridai alzandomi in piedi, ma la gamba malandata cedette non appena mi appoggiai ad essa e non potei fare altro che sorreggermi alla vicina ringhiera delle scale per non cadere di nuovo, mentre stringevo i denti dal dolore.

Nel frattempo, Freed aveva impalato le maniche delle braccia di Asia al muro con la sua spada in modo da tenerla ferma e stava stringendo brutalmente uno dei suoi seni, mentre con la canna della pistola le sollevava la gonna. Il suo viso ora mostrava un ghigno perverso. “Una suora pura stuprata da un prete davanti al suo caro amico impotente! Non lo trovi eccitante? Ahahahah!”

“NOOOOO!!!” urlava Asia dimenandosi in lacrime.

Stuprare? Stuprare...

Quella parola.. quel verbo.. io lo.. lo odio.. IO LO ODIO!

[BOOST!]

Il gioiello del Boosted Gear brillò di luce verde.

“Tu.. maledetto, schifoso pezzo di merda...” Presi ad avanzare zoppicante verso Freed, che ora mi guardava incuriosito. La gamba non la sentivo nemmeno più, ma non m’importava nulla.

“Cosa.. vorresti fare alla mia amica? Cosa vorresti fare.. ad Asia? Come osi.. posare le tue luride mani.. su di lei.. come osi.. COME OSI?!”

[BOOST!]

Il gioiello s’illuminò ancora.

“Preparati, Freed Seelzen! Perché ora scoprirai che cosa significa.. SCATENARE L’IRA DI UN DRAGO!”

[EXPLOSION!!!]

A quell’ultimo urlo, il gioiello brillò più forte che mai, mentre sul guanto comparivano dei simboli dorati e una potentissima aura scarlatta avvolgeva il mio corpo, facendo tremare la casa e aprendo delle crepe nel pavimento sotto i miei piedi e nella parete vicina.

L’espressione di Freed divenne sgomenta e si staccò da Asia riprendendo la spada e puntandomi la pistola contro. “Stai indietro, mostro!”

Prima che potesse sparare, però, ero già arrivato davanti a lui e avevo afferrato con la mano sinistra la canna dell’arma. Strinsi il pugno e la pistola andò in pezzi.
Con un grido a metà tra la sorpresa e il terrore, Freed tentò di colpirmi con la spada, ma alzai la mano destra afferrandogli stavolta il pugno e, per la seconda volta, strinsi con forza sentendo l’impugnatura della spada che si sbriciolava sotto le mie dita, insieme alle ossa della sua mano. La lama di luce svanì e il viso di quel bastardo si deformò in un tremendo urlo di dolore, mentre un liquido caldo e scuro aveva preso a scorrermi tra le dita. Quale meravigliosa sensazione!

Lo fissai dritto negli occhi stringendo ancora più forte il pugno e sentendo altre ossa sbriciolarsi. “Tu sei il mostro, non io!”

Con un violento movimento del braccio, sollevai Freed in aria e lo schiantai al suolo con tanta violenza da sfondare il pavimento e infossarlo di almeno mezzo metro. Il prete folle tossì vomitando una grossa quantità di sangue e giacque, in preda a spasmi e brividi; dovevo avergli rotto la schiena e buona parte del costato.. o almeno lo speravo.

Rivolsi lo sguardo verso Asia, ancora accasciata a terra tremante e con le mani strette intorno al petto a cercare di coprirsi, gli occhi smarriti e piangenti. Sembrava un cucciolo terrorizzato, povera piccola...

“Asia-chan, per favore, copriti gli occhi. È meglio che tu non veda ciò che sto per fare. Dico davvero, fidati di me e copriti gli occhi.”

Seppur un po’ riluttante, la vidi obbedire e portarsi le mani tremanti agli occhi.
Riportai lo sguardo su Freed, agonizzante e sanguinante, e nuova rabbia mi pervase facendomi levare gli artigli del Boosted Gear, ora avvolti dall’aura rossa.
Crepa, fottuto figlio di puttana!

Un improvvisa eruzione di energia alle mie spalle mi bloccò e mi indusse a voltarmi di scatto, protendendo nel contempo il guanto per parare un colpo in arrivo.
Quella che sembrava una lancia di luce impattò sul mio palmo disperdendosi, ma subito dopo un nuovo, atroce dolore mi pervase il torso e, abbassando gli occhi, vidi che una seconda lancia mi aveva trapassato il ventre. Cazzo!

“La tua percezione del pericolo e i tuoi tempi di reazione sono incredibili, Zayden-kun. Ti sei salvato anche stavolta, ma, purtroppo per te, mi ero aspettava questa reazione e ho nascosto un secondo colpo dietro al primo.”

Quella voce.. la conoscevo fin troppo bene ormai.
Anche se la vista mi si era parzialmente offuscata, vidi distintamente la sagoma di Raynare che varcava ancheggiando provocante la soglia di casa mia. Una nuova lancia di luce si stava generando nella sua mano destra. Lei ghignò nel vedermi lottare per restare in piedi.
 

 


“Vedo che non hai perso tempo dopo avermi scaricata in così malo modo! Ora te la fai con la mia preziosa Asia? E guarda come hai ridotto Freed...” cinguettò con la voce dolce e timida di Yuuma Amano. “Sei davvero un cattivo ragazzo, Zayden-kun!”

Ringhiando di rabbia, piantai gli artigli nella parete per sorreggermi, ma il dolore era terribile, la gamba era fuori uso e stavo perdendo troppo sangue. Non potevo resistere per molto, ma non le avrei comunque mai permesso di toccare Asia. Lei la voleva per il suo potere, ne ero sicuro, e non potevo lasciare che altri la sfruttassero di nuovo. “Non osare toccare Asia.. o giuro che, ferito o meno, ti farò a brandelli...”

“Fai ancora la voce grossa pur essendo in fin di vita? Credo che sia ora di chiuderti quella bocca una volta per tutte!” replicò Raynare brandendo la lancia.

Non avevo scelta. Ero in pessime condizioni, ma dovevo combattere. Perciò raddrizzai la schiena e mi preparai ad attivare il Gear. Quello che volevo fare era rischioso, ma mi sarebbero bastati pochi secondi per finirla...

Di colpo una serie di aure invase il giardino sorprendendo sia me che la donna angelo caduto, la quale mormorò: “Che diamine... Proprio adesso dovevano arrivare? Asia deve aver lasciato cadere la barriera.”

Un istante dopo mi si scagliò addosso attaccandomi con la lancia; io fermai il colpo con il guanto, ma fui spinto indietro e la lancia nel mio addome vibrò facendomi ancora più male. Crollai in ginocchio e non potei fare altro che guardare Raynare che afferrava Asia e Freed e creava un cerchio di teletrasporto sotto di sé.
“No, ferma!” urlai. “Lasciala andare! ASIA!”

Raynare rispose con un sorriso sadico e beffardo, mentre Asia mi rivolse uno sguardo triste ma sorridente. Le sue labbra articolarono: “Zayden-san.. grazie...”

Lottando contro il dolore, mi rialzai ancora. Dovevo dirglielo! “ASIA, TE LO PROMETTO! VERRÒ A SALVARTI! MI HAI SENTITO? IO VERRÒ! È UNA PROMESSA!!”

La vidi sorridere e annuire in lacrime, mentre le luci del teletrasporto la avvolgevano e lei scompariva nel nulla...
Quella troia l’aveva portata via, ma io l’avrei salvata ad ogni costo!

Barcollando e sentendo la mia coscienza che diventava sempre più fievole, ignorai le figure che si avvicinavano e arrancai verso una piccola credenza sulla parete est del soggiorno, tenendo sempre ferma la lancia di luce ancora piantata nel mio corpo. Non potevo estrarla senza una cura, o mi sarei dissanguato in pochi secondi.

Mentre arrivavo alla credenza e la aprivo con un gesto brusco, sentii dei brusii e poi una voce familiare dietro di me dire: “Ward-senpai! Cos’è successo? Stai b...?!”

“No, non sto bene per niente, diavolo idiota! Ora sta zitto e lasciami concentrare! Non voglio lasciarci la pelle!”

Frugai freneticamente tra le varie boccette all’interno della credenza cercandone una in particolare. Il dolore e la vista annebbiata me ne fecero rovesciare più della metà, ma dovevo assolutamente trovare quella giusta prima di perdere i sensi, o avrei vissuto poco con ferite simili. Dietro di me, Yuuto Kiba e quelli che probabilmente erano gli altri membri del gruppo di Rias Gremory si stavano avvicinando e mi stavano dicendo qualcosa. Li ignorai, non era il momento di chiacchierare.
Alla fine ne individuai una piccola e piena di un liquido ambrato. Era lei!

Ora veniva la parte difficile.

“Ward-senpai, sei ferito gravemente! Lasciati...”

“Ho detto zitti e indietro! Non mi serve aiuto!” Tossii sputando una boccata di sangue. Le gambe mi tremarono, ma resistei e mi appoggiai al muro con la spalla sinistra. “Limitatevi a guardare e a non interferire! Non sarà una cosa piacevole!”

Stappai la boccetta coi denti reggendola con la sinistra, presi un bel respiro e, con un colpo d’artigli, spezzai la lancia di luce in due per poi spingere fuori la punta rimasta dentro al mio fianco con un forte colpo di palmo. La ferita si lacerò e sanguinò ancor più copiosamente, mentre un dolore accecante mi offuscava la mente per un istante, minacciando di farmi svenire.
Fu solo con uno sforzo sovrumano che riuscii a rimanere abbastanza lucido da versare subito il contenuto della boccetta sullo squarcio. Un lieve fumo dall’odore acre si levò dalla ferita e sentii un forte bruciore per qualche istante, ma poi il dolore iniziò a scemare e allora versai un altro po’ del liquido stavolta sul ginocchio ferito.

Pochi secondi dopo, il dolore era scomparso quasi del tutto e, fissando il fianco, potei constatare con sollievo che buona parte della ferita si era richiusa, lasciando solo un piccolo taglietto insanguinato sulla pelle. Anche il ginocchio era guarito e la gamba ricominciava a riacquistare sensibilità.

Alzai lo sguardo e vidi Yuuto Kiba, Koneko Toujo e Akeno Himejima fissarmi stupefatti; dietro di loro arrivò Rias Gremory, la quale mi fissò anch’ella basita. “Che incredibile potere rigenerante...” mormorò. “Sono lacrime di fenice?”

“No” risposi a denti stretti. “Non proprio. È un distillato simile ad esse inventato da una mia conoscenza. È un po’ meno efficace e più doloroso, ma funziona egregiamente. E ora scusatemi, ma devo andare... Devo salvare Asia.. ad ogni.. costo...”

Cercai di muovermi, ma, non appena mi staccai dal muro, un fortissimo capogiro, dovuto probabilmente al troppo sangue perso, mi fece crollare a terra come un sacco vuoto e persi i sensi.
 

*

 

Rias POV:

Osservai il corpo insanguinato di Zayden Ward, ora steso al suolo davanti ai miei piedi e col respiro quasi impercettibile, e non potei non trattenere un sorriso. Quel ragazzo sapeva essere tanto insolente quanto coraggioso. Il fatto che prima di svenire abbia detto di dover salvare una persona senza badare alla precarietà delle proprie condizioni è ammirevole.
Quando siamo accorsi dopo aver percepito quelle insolite concentrazioni di aura, non credevo che c’entrasse anche lui. Sapevo che degli angeli caduti stavano combinando qualcosa nel mio territorio, ma mi ha sorpreso scoprire che lui fosse coinvolto in qualche modo e che gli angeli caduti gli dessero la caccia. Certo che questo ragazzo sa come inimicarsi persone pericolose... Eppure in lui c’era qualcosa che mi affascinava. Non so perché ce l’abbia con noi diavoli, ma quella sua sicurezza mentre ci parlava mi aveva colpito.. per non parlare poi di quell’eruzione di potere...
Era davvero un tipo interessante. Sarebbe stato un peccato lasciarlo così...

“Ara ara. Sembra davvero esausto. Non deve essere stato uno scontro facile” disse Akeno affiancandosi a me col suo solito sorriso. “Cosa vuoi fare, Buchou?”

La guardai sorridendo a mia volta. “Non posso dire di avergli perdonato la scontrosità e l’insolenza di oggi, ma ho il timore che se lo lasciamo così, in quelle condizioni, potrebbe non sopravvivere. Perciò credo che lo aiuterò. A modo mio.”

“Buchou, vuoi forse dire che..?”

Spostai lo sguardo su Yuuto. “Il gruppo Gremory sta per ingrandirsi ancora. A quanto pare, non ama molto i diavoli per ragioni a me sconosciute e, dunque, scommetto che questo non gli piacerà, ma solo così potrò aiutarlo a riprendersi e guadagnarci anch’io qualcosa di molto prezioso. Sono sicura che, col tempo, cambierà idea.”

Alzai la mano destra e invocai un piccolo cerchio magico di richiamo sopra di essa, facendo comparire i miei otto pedoni, i miei Evil Pieces.
Lo avrei reincarnato in un diavolo come noi e sarebbe diventato un mio servo. Così il mio gruppo e famiglia avrebbe guadagnato un nuovo membro, un umano il cui potenziale, per mia somma gioia, sembrava davvero grande.

Mi abbassai su di lui avvicinando la mano su cui lievitavano gli otto pezzi. “Ti offro una nuova vita” recitai invocando il potere degli Evil Pieces, che risplendettero di luce rossa. “Diventa un mio suddito. Lega la tua vita alla famiglia Gremory e alla mia! Rinasci come diavolo e come mio Pedone!”

Gli Evil Pieces si alzarono in aria e si posarono sulla sua schiena, risplendendo ancora più forte. Ancora poco e sarebbe diventato un mio servo...

Ma poi accadde l’incredibile: i miei otto pezzi iniziarono di colpo a vibrare paurosamente e, dopo pochi secondi, furono sbalzati via volando e rimbalzando per tutta la sala. Che cosa significava?!

Sentii Akeno che mi chiedeva: “Buchou, che succede? Perché non funziona?”

C’era una sola spiegazione: una reazione di rigetto! Stava rifiutando i miei Evil Pieces! Ma come poteva nelle sue condizioni?! Era.. possibile.. che il suo valore fosse così alto.. da non poter essere reincarnato con otto pezzi infernali?!

Una forte presa si chiuse sul mio polso ancora teso. Abbassai gli occhi e non potei evitare di sobbalzare quando vidi la sua mano destra, ancora avvolta in quella Sacred Gear, stringermi il braccio. Provai a tirarlo via, ma quella presa era solidissima e non riuscii nemmeno ad allentarla. Come poteva un umano contrastare la forza di un diavolo di Alta Classe come me?!

“Non riprovarci.. mai.. più...” Il suo volto si alzò verso di me, mentre si metteva carponi. “Io.. non sono.. schiavo.. DI NESSUNO!”

I suoi occhi incrociarono i miei e sussultai: le sue iridi verde smeraldo brillavano come fari, mentre le pupille erano diventate strette e verticali, come quelle dei gatti. Il suo sguardo era così carico di rabbia e ardore da farmi rabbrividire.

Strattonai la mano per liberarmi e, alla fine, mi mollò senza smettere però di fissarmi. Barcollai indietro venendo subito sostenuta da Akeno, mentre Yuuto e Koneko si frapponevano tra me e Zayden Ward, il quale ricadde in posizione quadrupede e rimase immobile con gli occhi fissi verso terra. Era svenuto di nuovo.
Che diamine è successo? Cos’era quell’agghiacciante sensazione?, mi chiesi.

[Rias Gremory!]

Di chi era quella voce? Mi guardai intorno prima di riportare gli occhi su quel ragazzo e vidi il gioiello sul guanto lampeggiare.

[Il mio nome è Ddraig! Sono il Sekiryutei! Mi conosci, vero? Ti avverto: osa ancora toccare questo umano e dovrai fare i conti con me!]

Trattenni il respiro mentre uno stupore mai provato prima mi pervadeva.
Il Sekiryutei. Il Drago Celeste. Il Welsh Dragon. Uno dei draghi più temuti e potenti di tutti i tempi, la cui forza si diceva fosse superiore a quella dello stesso Dio, era rinchiuso dentro la Sacred Gear di quel ragazzo. Quindi quello non era una comune Sacred Gear.. no.. era davvero il Boosted Gear, uno dei tredici Longinus...
Ora mi era tutto chiaro. Quel potere incredibile che avevo sentito oggi e quella sensazione terrificante che avevo provato guardandolo negli occhi.. ecco a cosa erano dovuti. Avevo sentito parlare dei Draghi Celesti e dei Longinus, ma non avrei mai immaginato che la loro potenza potesse essere così opprimente. Inoltre, sembrava anche averli sviluppati piuttosto bene, se il drago poteva agire anche quando lui era incosciente.
Non sarei mai riuscita a reincarnarlo. Non ero davvero abbastanza forte. Tuttavia questa scoperta m’intrigò ancora di più e decisi comunque di fare qualcosa. Normalmente non l'avrei mai fatto con il rischio di non guadagnarci niente -dopotutto ero pur sempre una diavola, una creatura avida per natura-, ma qualcosa mi diceva comunque di farlo. Mi diceva che dovevo aiutare questo ragazzo.
Mi staccai da Akeno e mi avvicinai di un passo al corpo di Zayden Ward. Come prevedevo, il guanto reagì emettendo una scarica di energia rossa, mentre la testa di Zayden Ward si alzava e mi fissava con occhi spenti; il drago stava davvero controllando il suo corpo.

[Che cosa hai in mente, Rias Gremory? Ti avverto: non provarci nemmeno a fare qualcosa di strano.]

Dovevo stare attenta, o il Drago Celeste avrebbe potuto ridurre me e i miei amati servitori in cenere in pochi secondi. Mi schiarii la voce e parlai: “Sekiryutei Ddraig. Voglio chiederti una cosa. Per favore, ascoltami.”




Note:
Preti esorcisti = Particolari uomini della chiesa che sono stati addestrati a combattere contro i diavoli e le altre creature oscure per proteggere l'umanità; usano armi legate alla luce e alla fede (crocifissi, argento, acqua santa, ecc.), letali per tali esseri, e dimostrano spesso capacità superiori agli esseri umani normali.
Boosted Gear = Uno dei tredici Longinus, le più potenti tra le Sacred Gear, nel quale vi è rinchiuso l'anima e il potere del Welsh Dragon, Ddraig; ha il potere di raddoppiare il potere dell'utilizzatore ogni dieci secondi (scanditi dall'urlo 'Boost') e di poterlo rilasciare (scandito dall'urlo 'Explosion') o trasferire a proprio piacimento; più il possessore è forte e abile più il suo potere può aumentare, al punto da poter arrivare a uccidere persino Dio o Satana.
Drago Celeste = Una delle classi più elevate di drago, composta da due soli componenti (tra cui lo stesso Ddraig), il cui potere è tale da poter rivaleggiare con quello delle divinità più potenti.

Salve, salve, salve a tutti!!! XD
E siamo alla Life 2! E, come avrete sicuramente visto, le cose si iniziano a complicare non poco...
Per quanti di voi si chiedevano come sarebbe stato il primo incontro tra Zayden e il gruppo Gremory, bé, eccovi la risposta. Non proprio piacevole, eh? XD Del resto la situazione di Zayden è molto diversa da quella di Issei, perciò non c'è da sorprendersi se i suoi rapporti coi diavoli sono un po' tesi... Vi chiarisco una cosa: come vedrete anche più avanti, Zayden non odia tutta la razza dei diavoli per colpa di quello che gli ha assassinato la famiglia, ma solo quelli che erano suoi sottoposti o provano a ucciderlo; quindi non è che si è preso in antipatia a vista il gruppo di Rias, ma è giustamente diffidente verso di loro visto quello che ha passato ,per questo avrebbe preferito evitarli.. ma come poteva evitarlo vista la curiosità di Rias? Purtroppo il loro colloquio non è stato dei migliori, ma è così che fa il mio protagonista: quando non ha voglia di parlare di qualcosa, liquida tutto in due parole e chi s'è visto, s'è visto! Comportamento che giustamente la nostra rossa non sopporta e che vorrebbe un po' correggergli provando a reincarnarlo... Su quest'ultimo punto, visto che si parla di un insolente dotato però di un potere immenso, come poteva resistere all'impulso di provare a renderlo un suo servo? Peccato che lui sia troppo forte per lei... XD Vi informo subito, anche se forse l'avrete già capito, che ci vorrà un bel po' perché i rapporti tra loro migliorino, ma è anche per questo che la loro storia diventerà più interessante.Ve l'assicuro! ;)
Per quanto riguarda lo scontro con Freed, tenete d'occhio lo stile di combattimento di Zayden perché in futuro vi saranno piacevoli rivelazioni e dimostrazioni di abilità e potenza...
Riguardo invece la nonna del protagonista... Che sorpresa, eh? Ha ancora un parente vivo in fin dei conti! XD So che questo avrà creato altri interrogativi nella vostra testa, ma vi chiedo di avere pazienza e aspettare. Tutto avrà una risposta! Per ora sappiate che non viveva con lui e i suoi genitori (perciò non è stata coinvolta nell'incidente di undici anni prima), non è un'umana del tutto normale e non si sono incontrati subito dopo il fattaccio ma solo molto dopo... Sul nome, vi basterà guardare la nazionalità dei genitori di Zayden nel cap. precedente e capirete se è materna o paterna e dove vive. ;)
Dimenticavo: l' "Holy shit" del protagonista non è casuale. Talvolta, quando è particolarmente esasperato o stupito, Zayden tira fuori imprecazioni o frasi nella lingua che ha più usato in vita sua, ovvero l'inglese, di puro istinto. L'ho scelto come tratto comico del personaggio perché mi piaceva l'idea di variare lingua di colpo... XD
Per finire.. Asia è stata rapita e Zayden è stremato.. come potrà salvarla dalle grinfie di Raynare? E cosa vuole proporre Rias? Le risposte nel prossimo capitolo!!!
Se vi è piaciuto e avete voglia di scrivere e domande di qualunque tipo, scrivetemi pure e sarò ben felice di rispondervi! Spero che abbiate apprezzato anche questo!!
Ja naa minna!!! ;)

 
   
 
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