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Autore: Jenni Skeletron    18/04/2016    0 recensioni
Un ragazzo senza passato. I suoi ricordi sono stati consumati nell'incendio che gli ha portato via tutto, o quasi.
In fondo non e` poi solo come crede...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cadde in un tonfo ai piedi di Thayla, riverso nel suo stesso sangue.

“Ormai è troppo tardi.”

Il suo petto si alzò faticosamente un paio di volte prima di fermarsi  nel bel mezzo di una pozza scarlatta. Non riuscivo a muovere un singolo muscolo, pensare era ancora più difficile tra le urla di Thayla che echeggiavano nella stanza ed i miei occhi non potevano staccarsi dal suo corpo privo di vita.
Avrei voluto urlare, distruggere quel bastardo, ma ero come un burattino a cui avevano appena tagliato i fili.
Volsi lo sguardo verso Saphira per notare che i suoi occhi erano vuoti, terrorizzati nonostante ciò che era accaduto nei mesi precedenti; avevamo ucciso Jane senza battere ciglio ed ora che le nostre mani non erano macchiate di sangue venivamo straziati dal senso di colpa.

-Portateli via.
Alla voce di quel bastardo i suoi scagnozzi si erano mobilitati ed accaniti contro di noi bloccandoci le mani dietro la schiena, o almeno ci stavano provando. Non opposi la minima resistenza quando mi torsero le braccia. Saphira invece tentava in ogni modo di ribellarsi urlando e scalpitando come una bestia feroce. Mi rivolse lo sguardo alla ricerca di un aiuto che non ero in grado di darle ed in tutta risposta i suoi occhi si tinsero di delusione.

-Lasciatemi!
Stavano cercando di portare via anche Thayla. Chissà cosa ne avrebbero fatto...una nuova cavia? Il giocattolo personale di Rick? O sarebbe divenuta carne da macello?
Mi voltai verso di loro appena in tempo per vedere la rossa che veniva strattonata per i capelli da Haley il cui viso era solcato da un’espressione di sadico piacere.
Fu un lampo e mi liberai dei tre che fino a quel momento mi avevano bloccato, spazzandoli via come fossero un castello di carte e scattai verso di loro.
Non avrebbero preso anche Thayla, lo avrei impedito.

-Credi davvero di poterla salvare?
- Basterà liberarmi di una sgualdrina come te.
La bionda lasciò la presa e la sua preda si raggomitolò` accanto a quel che rimaneva di Jules. Potevo batterla, dovevo o non saremmo usciti mai più da quell’inferno.
Evitai per un soffio il pugno con cui aveva mirato alla mia faccia; dovevano averla resa più veloce...
L’umiliazione dell’ultima volta era ancora vivida nella mia mente e l’avrebbe pagata per allora, non avevo fatto sul serio, ma adesso era giunto il momento di farle assaggiare la sua stessa medicina.
Non appena evitai il suo colpo la colpii alla bocca dello stomaco, le mancò il fiato e la cosa mi diede un brivido di gioia. Vederla soffrire ed arrancare era una vera gioia per gli occhi, la stavo mettendo alle strette ad ogni colpo il suo respiro si mozzava, poi perse i sensi e la lasciai.

Mi sentivo pervaso da una gioia disumana, delirante, inebriante.
Saphira era alle prese con Lucas e proprio come l’ultima volta non aveva un graffio, ma senza un’arma non avrebbe potuto porre fine a quel combattimento o almeno non in suo favore.
Fu un attimo, non si accorse di me fino a quando non gli fui addosso. Le sue ossa erano così fragili, non dovetti usare nemmeno tutta la mia forza per dar vita a quel sonoro “crack” e spezzargli una volta per tutte il collo. Avevo dimenticato quanto fosse eccitante il loro sguardo vitreo , il loro sangue sulle mani e soprattutto il loro muto grido di aiuto, la loro speranza in un mio atto di misericordia.
- Potevo farcela da sola.
- Senza un’arma? Ne dubito fortemente.
Vidi una stiletta di odio eppure vi era un velo di riconoscenza...

Un gruppo di uomini armati spuntarono dalla porta alle nostre spalle, ma la oro sicurezza svanì non appena videro Lucas ed Haley a terra.
- Mi occupo io di loro.
Leonore partì senza un attimo di esitazione;  adesso si sarebbe divertita anche lei.
Avevo perso di vista quel figlio di puttana, ma allo stesso modo ero sicuro che non avesse lasciato la stanza. Voleva vederci combattere, soffrire e soccombere.
Ciò che mi faceva ribrezzo era il fatto che non si sporcasse le mani lui stesso. Odio chi lascia fare il lavoro sporco ai propri burattini lasciando che siano loro a rischiare la vita accontentandosi delle sensazioni da dietro le quinte.

Poi lo vidi, in un angolo con una ragazzina al fianco. Era minuta, vestita di nero con un paio di scarponi da biker, jeans strappati e maglietta a maniche lunghe, ma la cosa che colpiva di più era il colore dei suoi capelli. Ricordava una ragazzina dai capelli color pece ed ora doveva essere nel bel mezzo della sua ribellione adolescenziale a giudicare dalla frangetta blu elettrico.
Pochi passi verso di loro e lei aveva già cominciato a mobilitarsi.
- Fatti da parte, Amy.
- Altrimenti? Mi spezzerai il collo come a Lucas?
- Dipende da te.

La mia forza era come se non sortisse effetto. Ogni volta che la colpivo era come se le facessi il solletico; dovevano aver fatto proprio un buon lavoro con lei.
Leonore non faceva in tempo a far fuori degli scagnozzi che ne ricomparivano in numero maggiore impedendole, sebbene con l’ausilio di un’arma, di raggiungere Thayla.
Dovevamo portarla via da lì o sarebbe finita male per tutti, non potevamo proteggerla e pensare a salvarci, era un peso di cui non potevamo caricarci.

Non facevo che sferrare colpi a vuoto, inutili e stancanti, sentivo i muscoli bruciare e l’adrenalina stava scomparendo davanti a quel muro impenetrabile ed insofferente poi accadde.
Thayla si fiondò addosso a Rick ferendolo con un coltello alla spalla. Non saprei dire se fosse a causa dello shock, della disperazione o di chissà quale altra componente gli scorresse nelle vene, ma era riuscita in ciò che stavo tentando di fare da troppo tempo.
- Dovrei forse urlare?
Persino la ragazza davanti aveva  avuto un tremito di paura dinanzi a quella scena, ma era scomparso non appena aveva visto la ferita.
Con un gesto della mano tolse il coltello con cura e lo scaraventò lontano. Una volta tolto la pelle tornò come nuova.
Pensavo fosse solo un altro pazzo che si divertisse a manipolare e sperimentare la propria follia sugli altri, ma a quanto vedevo era uno di noi, qualcuno che si era sottoposto volontariamente alle nostre stesse sofferenze.
I suoi occhi smeraldini si dipinsero di terrore .
- Povera piccola, non sa nulla di noi. Che ne dite se ponessi fine alle sue sofferenze?
Gli strinse le mai al collo sollevandola come se fosse una foglia, i suoi occhi parvero uscire fuori dalle orbite ed un sorriso animalesco gli solcò il viso.
-Thayla!

Leonore tentò di correre verso di lei, ma Amy gli bloccò la strada.
Cercava in tutti i modi di liberarsi scalciando nella sua direzione e portando le mani alla gola, nel tentativo di allentare la presa che le stava bloccando il fiato, inutilmente.

“Salvala.”

Scattai e con un colpo al suo addome riuscii a fargli perdere la presa.
- Amy!
Il suo era un ruggito di rabbia e disprezzo per non avergli impedito quella che per lui era una pena inutile e priva di significato. Avrebbe pagato per quel colpo andato a segno.
La ragazza corse verso di lui mentre altre guardie si frapponevano tra di noi.
- Dammi una mano.
Saphira era accorsa in aiuto di Thayla che respirava a malapena e tanto meno sembrava essere in grado di rialzarsi e scappare.
- Dobbiamo andarcene.
Me la caricai sulle spalle e cominciammo a corre nel tentativo di sfuggire a quella trappola mortale.
Continuammo a  svoltare tra i vari corridoi nel tentativo di raggiungere quel bastardo fino a quando un clangore metallico ci chiuse la strada.

Davanti a noi era calata una pesante grata di metallo bloccandoci la strada come se fossimo stati troppo vicino al nostro obbiettivo.
Tornammo indietro nel vano tentativo di salvarci la pelle quando un nuovo gruppo di uomini armati di fucile cominciarono a spararci.
Tre colpi ed una ricarica; abbastanza da riuscire a contrattaccare senza rimetterci troppo, soprattutto nel caso di Saphira.  Ci avvicinammo di un paio di metri alle nostre prime sbarre in modo da mettere Thayla al sicuro in un’intercapedine del muro, ma quando cercammo di contrattaccare ecco piombare un secondo cancello proprio davanti a loro impedendoci di colpirli.
- Dannazione.
Un nuovo cigolio ci sorprese.
Mai nella nostra vita fummo più veloci e per un soffio non rimasi bloccato dalla parte sbagliata.
Tirammo un sospiro di sollievo nel ritrovare la rossa dove l’avevamo lasciata.
Ormai eravamo nel loro parco giochi.
 

 
Angoletto autori:
Scussateci per il tempo lungo, infinito e senza precedenti e per la scarsa lunghezza del capitolo, ma nostro malgrado siamo stati sconfitti da quell'orribile mostro chiamato universita`. Faremo di tutto per essere piu` diligenti, carini e coccolosi. 
Con affetto ,
Jenni & Arso
   
 
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