Fumetti/Cartoni americani > Gravity Falls
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Autore: GirlDestroyer1988    20/04/2016    0 recensioni
omne quod vivit in illuminatione lunae;omnium quae in luce solis;omnia timent in tenebris;omne quod potest stare ad lucem.
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Dipper dormiva sul divano davanti a dello statico. Era sulla CBS, che a Gravity Falls non si prende mai. All’improvviso sentì un peso morto, freddo e appiccicoso, muoversi lungo la sua faccia. Aprì gli occhi e capitombolò dietro al divano quando vide Morrigan sorpresa da quel risveglio da soldato carne-da-cannone della Prima Guerra Mondiale, la mano carezzevole ancora indecisa a mezz’aria. “Cosa diamine sei?” chiese Dipper con il cuore a 1010 battiti al minuto. “Ci ho fatto amicizia!” intervenne Mabel raggiante. “Lei si chiama Morrigan ed è una succube. Ci è rimasta male per lo spavento…..” “Nessun problema. Ci sono-ahimè-abituata. Mi nascondevo su in soffitta, per non interferire nelle vostre vite. Zio Stan ne è perfettamente conscio” e putacaso zio Stan, in vestaglia Yamamay e insostituibile fez, arrivò scendendo le scale. “Boing. Ragazzi, Morrigan. Morrigan, ragazzi. Bè……ho detto certe cose e non detto altre?” “Bè zio Stan, non ci avevi detto che c’era una succube in casa nostra. Ma Morrigan, cosa ci fai qui? Cosa vuoi da noi?” “Erravo cercando un caldo rifugio. Trovai questa casa, e luiStan, mi , finendo col darmi un posto, assolutamente non scomodo, su in soffitta. Se c’è qualcuno in soffitta/perché ho sentito un rumore/se c’è qualcuno in soffitta/adesso vado lassù/vieni anche tu/che mi batte forte il cuore dopo quel rumore. Io sto combattendo per il mio regno, fondato da mio defunto padre Belial, insieme ai miei fidati Lucien e Mudo-che temo non abbiano girato a sinistra di Albuquerque >-D-contro il vampiro Demitri Maxidorff, intenzionato a impadronirsi dell’umanità. Qualcuno ha bussato? Chi potrà mai essere?” prima si era sentito un importante paio di nocche percuotere il legno di ontano della porta. Stan va ad aprire e il Dr Lau, in tutti i suoi 251 centimetri, chiede di poter entrare, preceduto da Paul Whale e il suo strano inchino. “M-ma-ma-ma lei è il Dr Lau! L’uomo che mi ha insegnato a amare il mistero!” “Adesso preferisco farmi chiamare Gunnell. “ “Ed è anche l’uomo più alto del mondo….nell’edizione 1998. Quest’anno il record è stato battuto da Paolo Bandini, 302 centimetri e un millimetro. “ “Morrigan, finalmente ci incontriamo” “Sì Herbert Lau. Siete la persona migliore per rendere succubi e umani più uniti” “Comunque non ho potuto che scegliere voi, Stan Pines, l’uomo che difese da solo Gravity Falls da un invasione di non morti (modestamente……), e Dipper Pines e Mabel Pines, che hanno risolto i misteri del mostro Gobblewonker e dei nani dei boschi, per prendervi cura di Felicia Abbott” Felicia (di cui adesso conosciamo anche il cognome) entrò senza nessuna particolare emozione. “Salve, e mi dispiace” “Cara Felicia, a doversi dispiacere è semmai Demitri, non tu. Se solo gli esseri umani sapessero guardare oltre il proprio naso….comunque se guardate il Tg di Shandra Jimenez sicuramente avrete conosciuto Paul Whale. So che molti rimangono interdetti quando fa quella mossa “L’inchino a onda” di Paul Whale un ulteriore illustrazione dell’”inchino a onda” fatto da Elastigirl: prima la schiena dritta, poi leggermente piegata in un angolo acuto. Poi progressivamente piegata come nell’immagine 3, con Elastigirl con le tette schiacciate al suolo e il culo rivolto in un angolo ottuso verso l’alto a sinistra. Poi la schiena torna a piegarsi per risalire, prima di tornare dritta, come nella figura 4. Infine nell’Elastigirl da dietro di figura 5 la schiena, nonostante disegni una S, è nuovamente dritta “Ma è in realtà un tipo di inchino giapponese. In Giappone l’inchino non è considerato corretto. È considerato da frettolosi, rancorosi, comunque non è considerato pienamente reverenziale. L’inchino giapponese totalmente reverenziale è strutturato nella parte dell’abbassamento come il nostro inchino americano, poi però gli occhi si fermano a guardare non il terreno, ma i quadricipiti di chi ti sta davanti. Poi gli occhi non si muoveranno più per tutta la riacquisizione della postura verticale, dovrà essere la testa a assecondare l’epistrofeo. Quello che esegue Whale è una versione più marziale, con l’aggiunta del piede destro sbattuto in avanti con quadricipite e stinco che disegnano un angolo lievemente ottuso e la modifica del movimento ondulatorio della schiena, con epistrofeo e cranio rigidi. Non è però certamente l’unica cosa che sa fare. L’ho modificato con motori magnetici nei polsi e nei calcagni, per incrementare la sua agilità. Paul, vuoi un bel saggio di acrobatica?” “Sissignore!” fece querulo Whale. Prese la rincorsa e eseguì una wall run facendo poi finta di cadere, in realtà atterrando in possa da flettente. Fece 9 flessioni così velocemente da sembrare averne fatta 1/34, e poi si issò sulle mani, slanciandosi e cadendo. “Ti sei fatto male?” chiese Mabel. Lui gemendo di stanchezza si poggiò sul divano, stiracchiandosi. Poi simulò di avere l’avambraccio sinistro indipendente e addormentato, roteandolo come Totò quando faceva il pinocchietto per Stefano Vanzina, per poi eseguire una capriola frontale facendosi “trascinare” dalla sua stessa mano sinistra, Ernestina la mano adrenalina. Tale fu la potenza dei due magneti carpali e takounici che capriolò lungo tutta la rampa di scale per la soffitta, finendo con lo scivolare sul corrimano. “Niente male eh?” fece sarcastico Lau. Comunque Paul Whale uscì fuori per un allenamento in stile Rocky Balboa, mentre Felicia saliva le scale su verso una camera da letto per gli ospiti. Stan, pensieroso, salì anche lui con una cassetta del pronto soccorso, e Lau, dopo una capocciata allo stipite, si chinò su Felicia. Nell’ordine i danni erano: il morso di Demitri, che le aveva rotto una coppia di capillari (i denti di un vampiro sono un incrocio tra una pistola a silicone, un cambio ferroviario e uno sturatubi a spirale, per succhiare sangue dalle vene-le arterie secernono un sangue troppo zuccheroso e putincoso e i capillari troppo poco-e infettarle, come il pungiglione di una zanzara), un incrinatura delle vertebre giugulari di quando Demitri l’aveva afferrata per la collottola (la vertebra giugulare sinistra era anchilosata a C, perché durante la colluttazione Felicia aveva fatto leva sulla sua stessa giugulare stretta da Demitri per buttarlo al muro, spostandolo per il braccio destro della leva, il suo braccio destro). “Ha 2 aureole di sangue lì sul collo. Ovatto? Bendo?” “Sì, esegui un bendaggio. Ricordati di usare lo Steridex con la bambagia” e Felicia fu fasciata a quel morso aperto con, per essere paranoici, un intera fasciatura cervicale, con un rigonfiamento da lanugine cotonata sul punto dove i canini galeotti avevano agito. Come se non bastasse, il collo di Felicia era chiuso in una trachea di plastica, di quelle usate per i colpi di frusta e le lordosi cervicali, per le sue vissute vertebre giugulari. Oltretutto la vita da accattona, senza nessun vestito (nessuno glieli aveva mai dati) si era fatta anche lei sentire con una caterva di telefonate moleste: osteoglaciosi (perenne sensazione di freddo alle ossa), febbre, raffreddore, dissenteria, fitte intercostali, nevralgia all’arteria mascellare interna (il mento le faceva male per il freddo), insensibilità digitale, nevralgie polmonari (dolore alle sacche di parenchima con respiro strozzato). La casa delle vacanze di Dipper divenne un piccolo ospedale di lusso, con Dipper e Mabel come infermierini e Stan come capo reparto. Per il collo Lau e Stan c’avevano già pensato loro. Per l’osteoglaciosi Stan e Lau si erano impegnati, ma mentre sembravano al capolinea senza ragni cavati dal buco, Stan scoprì che uno dei due bagni domestici era anche un bagno turco. Poi per le ossa freddolose di Felicia venne approntata anche una coperta termica. Per la febbre Lau chiese l’utilizzo di un tipo di termometro a fascia frontale, da indossare tipo corona di spine della seconda stazione della Via Crucis, con un collegamento costante con un device dato a Dipper, in pratica uno Smartphone con solo 2 app: il tabulato telefonico e un termometro che indica come la schermata di uno stereo gli abbassamenti e gli innalzamenti della febbre, più un Gold Apollo che un Apple VI. Per la dissenteria c’era il Surge, una variante della Monster contenente, come l’altro “mostruoso” drink, saccarosio, glucosio, sodio citrico, Co2, taurina, glucoronolattone, caffeina, inositolo, vitamina W, riboflavina, tutto ciò che servisse per trattenere lo stomaco e re integrare il tasso acquoreo dell’organismo. L’acqua dura e pura, quando si è dissenterici, è sconsigliata. Per le fitte intercostali del Ketodol. Per il dolore al mento un casco con paravento in grado di trasmettere onde riscaldanti, come quelle delle tavolette zampirone. Per le “dita di ghiaccio” immersioni della mano in acqua calda. Per il fiato corto e i polmoni dolenti un massaggio cardiopolmonare praticatogli da Dipper, perché le sue manine colpivano al punto giusto, lo xifoide nascosto tra le voluminose tettone di Felicia. Se Dipper non era disponibile, a Felicia era attaccato, modello seggiolino Safety, un meccanismo vibrante, che allievava il dolore e rinfrancava la carne. Così ospedalizzata Felicia, Morrigan e Lau si recarono al laboratorio sulle montagne del secondo, finanziato in gran segreto dalla CIA. “John Brennan è una tale faccia di tiglio. Qui con noi e con lui a Washington sei in una botte di rubino” e attraversarono un ambiente che sembrava la monumentale scenografia di Ember la città di luce di Martin Laing, con tocchi di La città dei bambini perduti di Mark Caro e dei Goonies di Michael Riva. Camminavano sopra una passerella di gruviera metallica, guardando attraverso le maglie della quale si potevano quasi vedere degli indaffarati Boxtrolls tra sbuffi di vapore. Per essere così tecnologicamente all’avanguardia, quella Bat-caverna sembrava persasi tra il 1985 e il 1989. “Studiando Felicia, ho potuto creare sia Bagheera, drone-pantera fedele a Paul Whale, sia i suoi equilibratori magnetici. In pratica ho compiuto su di lui un intervento osteochrirurgico, sostituendo l’osso del polso e del calcagno con un magnete sincronizzato sulle linee magnetiche del pianeta, responsabili delle aurore boreali e di altri straordinari fenomeni fisici. Studiando te, invece, abbiamo imparato alcune sfiziose cosette. Non scandalizzarti per quelle gabbie, Morrigan…” “Le avevo notate. A cosa state dando da mangiare? Phororhacos? Spinosaurus? Pambdelurion?” “No, non siamo l’equipe del Dottor Newman, qui dietro ci sono 3 Progetti” “I progetti?” “Progetto n’8115, alias Paul Whale-magnetodinamica applicata. Ibridazione uomo-felino. Abbiamo concepito il tutto basandoci su Felicia. Paul Whale può muoversi agilmente tanto quanto una donna gatto, e con Bagheera raggiunge gli stessi livelli di forza di Felicia. Nel tuo caso abbiamo studiato i tuoi processi di volo, le tue ali, le tue lame, i tuoi pipistrelli. E abbiamo creato, fin adesso, i tre Progetti 76027, Vicky Bragg, 76042, Ursula Kasloff, 2256, Spinerella. Ragazze, attaccate!” Morrigan osservò che le gabbie erano piene di bellissime donne. Vicky Bragg assomigliava alla Violet di Kaiba con un ciuffo stile Arturo Brachetti che le copre l’occhio sinistro. Indossava un abito blu, e Morrigan apprese essere una donna-manta. “Le mante sono pesci della specie degli myliobatidi, che volano sott’acqua. Vicky Bragg può volare grazie a un jet-pack vivente attaccato alla schiena, con ali-lama trancianti, e quando il suo jet-pack, Speed Slayer, non le è attaccata, può contare su un siero tratto dalle falene che la rende più forte e più veloce. Ursula Kasloff era una versione russa di Juri Han da Super Street Fighter IV, con nella sua cellula un giaciglio criogenico. Sempre lì dentro c’era un enorme melone metallico, con 8 scudi metallici controllati mentalmente che proteggono un liquido argentato. “Ursula Kasloff può trasferire la sua coscienza in quella poltiglia cromata, controllando poi gli scudi che difendono quella specie di Caltiki digitale. Gli scudi sono sia strumenti protettivi, sia offensivi, e oltretutto la Kasloff si può liquefare come T1000. Spinerella è un robot in grado di roteare a 3400 kilometri orari, ed essendo un robot, non soffre gli inconvenienti di una simile accelerazione. Mah….ragazze, la vostra canzone?” Because we can! I’m not your clown i’m not your bitch I’m your enemy i’m the fists That crash your head on that jamb Coz i’m sexy i’m on my run And you are asking yourself: They can really do that? BECAUSE WE CAN! (perché noi possiamo! Non sono il tuo clown non sono la tua puttana Sono il tuo nemico i pugni Che schianteranno la tua testa contro quello stipite Perché sono sexy e sono sulla mia corsa E ti starai chiedendo: ma loro possono davvero farlo? PERCHE’ NOI POSSIAMO!) “Una terribile bellezza è appena nata!” esclamò ghignando come Mereana Mordegard Glesgorv Morrigan. “Ma c’è qualcosa, qui, che non abbiamo ancora finito di studiare” “Cosa?” “Una jiangshi, o zombie-vampiro cinese. La conosci? Si chiama Hsien-ko” “Sì, me ne ricordo. Dov’è? Posso vederla?” arrivarono in un laboratorio più grande e immerso nell’oscurità, in cui molto del perimetro era occupato da un enorme sfera cromata, con una parte costituita da un leggero telo di guttaperca che si muoveva al ritmo di grandi e profondi respiri. “Qui dentro ⇒ c’è Hsien-ko. Adesso la stiamo studiando, e abbiamo già fatto scoperte di grandissimo valore cognitivo. Non le abbiamo fatto assolutamente nulla di deprecabile. Ha gigantesche braccia supplementari sulla schiena, che contengono versioni biologiche di armi ninja. Se si fondono con quelle artificiali, il loro potere concussivo aumenta. D’altronde abbiamo animali che usano schiaccianoci, come gli avvoltoi capovaccai. Vuoi restare da sola con lei?” Morrigan annuì. Nel frattempo Dipper e Mabel erano di nuovo assopiti a casa loro, con il vento che mugghiava fuori, accompagnando in posti ignoti le nuove nevicate. Bagheera era disposta come il Triceratops di Luciano Menghi, con occhi che ossessivamente spiavano i cespugli innevati davanti alla casa. Gideon era nascosto dietro ad uno di essi, pronto a dare ordini a degli gnomi-bot occultati dietro a altre piante. “Bene. Porterò giù in città quell’odiosa aberrazione uomo-felino, che a Stan piaccia o no. E se ovviamente non gli piace pace all’anima sua. Gnomi-bot, sapete cosa fare!” e gli gnomi meccanici intrapresero una marcetta verso la casa, mentre i veri gnomi, guidati da Steve Gnomo, li tenevano d’occhio indignati “ma rimira un po’ se si industriano a scimmiottarci con automi!” mentre gli gnomi-bot di Gideon marciavano nella neve arrestandosi nei pressi dello zerbino. Qui uno di loro, uno spalatore, rimosse la neve e procedette poi a fare il tosatore, con un tosaerba, lasciando il suolo nudo. Poi il tosatore divenne uno scavatore, scavando scavando scavando fino a che non fece cozzare la sua pala contro il basalto delle fondamenta. Indi si trasformò in un trapanatore, con martello pneumatico che li fece entrare nella casa. Gli altri si misero, una volta entrati, a sollevare il divano di Dipper, arrancando verso la porta giustamente penando per lo sforzo che le loro braccine subivano. Mollatolo a terra con un tonfo per aprire la porta, lo gnomo-bot che doveva controllare che la strada fosse libera aveva però cattive notizie. Con pertinenti fumetti olografici fece capire alla sua ciurma che: fuori c’è una pantera la pantera è di colore blu la pantera blu ci ha ostruito l’uscita la pantera blu che ci ha ostruito l’uscita non sembra per nulla bonacciona mentre comunque Dipper non si era accorto di nulla, gli gnomi-bot sentirono della musica provenire da sopra le scale. da sopra le scale da sopra le scale viene della musica si misero perciò a arrampicarsi lungo le suddette, fino alla stanza di Felicia. Uno stereo era sintonizzato su 104.9 FM XLNC1, stazione radio a tema orchestrale. Gli gnomi-bot fecero capannello intorno al suo giaciglio come in Biancaneve, ma come in La vendetta degli gnomi, gli gnomi-bot erano dei bastardoni, che si misero lì impalati trasformatesi in dozzine di bombe a orologeria. Il ricatto di Felicia partiva da adesso. Mentre guidava verso casa, Stan ricevette una telefonata personale di Gideon. “Casa mia sta per esplodere? Dipper e Mabel sono chiusi là dentro? Non esploderà a meno che io….Felicia? Volete Felicia? Gnomi-bot? Gli gnomi-bot hanno dell’esplosivo all’interno? Devo venire in municipio? Ah, va bene. Sì, verrò disarmato” con l’ecatombe nel cuore Stan parcheggiò davanti al municipio, atto dopo cui l’auto li venne recquisita, e comparve davanti a un ghignante Gideon, che era così pieno di sicumera da assomigliare al maiale che era. “Cosa vuoi Gideon?” chiese Stan, mani in alto e fiducia nell’autorità appassita nei pantaloni “Voglio quella donna gatto! È pericolosa e verrà uccisa. E per detenzione illegale di darkstalker, lei avrà 10 anni di carcere. E perderà la proprietà dei nipoti. Ovviamente gli anni salteranno a 20 se opporrà resistenza, 30 se scapperà con i suoi nipoti, e 40 se scapperà con i nipoti e quella Felicia. Arrestatelo finché non ufficializzerò quanto ho appena detto” Stan scrollò la testa e mise le mani strette a fiore non ancora sbocciato dietro la schiena da solo, perché Gideon capisse che Stan era un uomo saggio e ragionevole, conscio di quando arrendersi, tornare all’accampamento per far riposare e ulteriormente addestrare le truppe. “Oggi io, l’uomo più onesto di questa città, arranco verso una prigione come il più scriteriato dei briganti. Ma si chieda, Gideon Gleeful, quando valore ha tutto questo. E si ricordi: non condanni l’uomo ciò che Dio assolverà” Gideon si sentiva invincibile. E all’improvviso, Demitri apparve, per offrirgli una discreta collaborazione. “Mi è piaciuto Signor Gideon” “AAaaaahhhhh!!!! Sicurezza sicurezza! C’è un darkstalker nel mio ufficio!” “Non si scomponga, Gideon Gleeful. Mi ascolti: io e lei insieme potremmo distruggere i darkstalker. Io, Demitri Maxidorff, sono un loro disertore, io do loro la caccia. Io le sarò molto utile, se vuole…..” Gideon, ancora grufolante sul suo scranno come un gatto grasso che si rivolta in un nido di stracci, ebbe un lampo di malignità rabbiosa. “Sa? Mi ha convinto. Non vedo l’ora di spappolare qualche testa fresca di darkstalker. Ha tutta la mia collaborazione e fiducia……” Ma i VERI gnomi, ancora imbronciati da quei brutti imitatori, sgattaiolarono dalla porta sul retro e svegliarono (loro ce la fecero, gli gnomi-bot no: bicches) Dipper e Mabel, mettendoli al corrente dei loro crucci. “Quegli obbrobriosi cloni” disse il tignoso Carson dalla barba cerulea “si sono accasati qua dentro. Dove poi sono emigrati?” “Non lo so” disse Dipper, mentre in lui la paura per una convalescente Felicia lo sospingeva verso le malevole scale di legno di caucciù (il caucciù vero e proprio è la linfa del suddetto albero fermentata). Arrampicatosi, vide Felicia-dallo spiraglio della porta semichiusa-con il letto in cui riposava circondato da coni rossi, poliedri di diamante in minacciosa catatonia, come i monoliti di cristallo alieno di La meteora infernale, che si limitano a crescere assorbendo l’acqua, morendo in certi punti e schiacciando nel peso di quei “cadaveri” tutto ciò che da lì sotto non fuggirà il più presto possibile. Dipper si consultò con lo gnomo: “Che cosa possiamo fare?” “Siamo totalmente impotenti ragazzo mio. Non sappiamo nulla di quegli gnomi posticci, rischieremmo solo di abbruttire il pericolo” e Dipper potè solo fare Mabel compartecipe di quella situazione al fulmicotone. Ma mentre Felicia dormiva, Jinghshen de Shenguo, madre di Hsien-ko, comparve in una forma simile a un incrocio tra la Kimiko di Chris Hui e Lu’Ay di Emanuele Tenderini. “Prendi queste chicchere di vescicaria piccola mia. Ricordati di succhiarle a fondo, non di masticarle, mi raccomando” Felicia ciucciò un po’ di quelle mentine artigianali dai poteri taumaturgici, per poi sputarle, ridotte a mozziconi, in un foglio di loto sbocciato da una delle mani di Jingshen. “Adesso che tutto ti è passato, dormi ancora, fintanto che non sarai totalmente equilibrata nel tuo Ki” aveva però allungato l’occhio su quell’esercito di coni rossi lì intorno. “E in quanto a voi, giammai agite!” e sparì lieve come lievemente era comparsa. Comparve a sua figlia, e parlò a lungo con lei. “I test sono finiti Dr Lau. Ora Hsien-ko, soggetto n’130, può essere rilasciata” e l’enorme globulo metallico che analizzava Hsien-ko come una papilla gustativa si aprì come la Satellite Kitchen di Colaniana memoria, dopo che il timpano di guttaperca venne riavvolto, con però l’inconveniente di Hsien-ko tutta nuda. Il Dr Lau se ne accorse non appena entrò nel laboratorio speciale, dando una sonora capocciata allo stipite. Insieme a lei su un potente Suv militare raggiunse la casa di Stan, con Paul Whale ancora bloccato in quella posizione ieratica. Si issò e camminò verso il suo mentore chinando il capo della pantera rispettosamente. “Degli intrusi sono penetrati nella casa, ma ho fatto sì che per loro non ci fosse modo di andarsene. Erano gnomi, strani gnomi con punzonature lungo il corpo, fatto di tanti solchi rastremati insieme come un sistema di cardini e decumani…..erano ovviamente robot” “Sì, gli gnomi….almeno io posso entrare? Guarda guarda….una buca. Sono passati obbligatoriamente di qua. E avranno fatto un giro a U per entrare in casa. Adesso lo constateremo subito….” E bussando il Dr Lau si fece aprire da Dipper. “Ciao DipAUG! Qui dentro sono per caso entrati degli gnomi?” “Ma Signor Lau, si è fatto male?” “No! Sono abituato a mollare craniate a porte, stipiti, armadi….ma allora gli gnomi?” “Siamo qui spilungone!” disse Carson. “Se agognava a noi falla. I veri maramaldi qui sono gli gnomi automatici, laggiù sopra” Dipper, con un sorrisetto imbarazzato, cercò di semplificare la prolusione dello gnomo, ma Lau lo spinse a desistere. “Non ho bisogno di un esemplificatore. So benissimo di che si tratta. Gli gnomi robot di cui Paul Whale mi aveva messo al corrente….ehi ma aspetta un attimo: e Felicia?” al che sia Dipper che Mabel ebbero un moto di timore. Ma all’improvviso si sentì un cigolio provenire da lassù dalla rampa di scale, e una valanga di coni rossi ruzzolò giù. Dipper la osservò e comprese trattarsi dei cappucci degli gnomi-bot, giacché gli gnomi-gnomi erano lì con loro. A grandi balzi il Dr Lau si arrampicò per le scale e, lentamente, come un ladro, aprì la porta della stanza di Felicia. Lei dormiva, come l’ultima volta che l’aveva vista. La accarezzò per sentire se scottasse. Il calore della febbre le era scemato, e adesso doveva solo dormirci su per recuperare le energie. “Ma non puoi andare in giro nuda nata” pensò Lau. Aprì l’armadio della stanza, dandogli una craniata e gonfiando le guance per trattenervi lì il dolore. Si abbassò e vide dei possibili vestiti da farle indossare scese le scale riferendo che tutti stavano bene. “Ma qui manca qualcuno…..Stan Pines!” “Effettivamente anche noi eravamo preoccupati della sua assenza. Ma che fine può aver fatto nostro prozio Mabel?” “Proprio non lo so Dipper. Però potrebbe essere in pericolo! Whale, per favore: cerca nostro prozio!” e Paul Whale si scapicollò al catasto cittadino, al palazzo del comune, trovandolo però più circondato da poliziotti e caschi neri del solito. Poco male: li spaventò e quando financo Gideon uscì per andare a vedere, Whale lo buttò in cielo e lo catturò con le sue possenti fauci, facendolo pencolare dalla cerniera dei suoi molari+canini come una pinhata. “Lasciami andare brutto gattaccio! Blubs! BLUUUUUBBBBSSSSS!” “Mr Gideon, è in vacanza” “IN VACANZA? Come può permetterselo?” e Whale, attivati gli altoparlanti esterni, obbligò Gideon a dargli l’elenco telefonico di tutti i cittadini, per trovare Pines Stan. “Non ce ne sarà bisogno…..non ce ne sarà bisogno. È chiuso in una delle celle dell’edificio” “Prigioniero del municipio? Questo vorrà dire che tu verrai con me!” e, ignorando le proteste di Gideon, se lo ficcò in bocca e corse verso l’intrico del bosco. Qui scavò una buca e vomitò Gideon lì dentro. Messolo così al sicuro, e resosi o no conto con responso positivo che Bagheera aveva memorizzato il percorso, Whale trottò sui suoi passi fino al municipio, dove qui nessun casco nero poté nulla contro di lui. Buttati per aria dai raggi fotonici di Bagheera, lei stessa procedette poi a divellere il tetto del palazzo, stanando Stan, malinconico in cella, che ascoltava una radio. “Paul Whale! Che contentezza rivederti! Presto! Portami a casa dai miei nipotini!” e gentilmente Whale lo fece salire a bordo, posti panoramici davanti. Sgattaiolò via e tornò da Gideon. Infreddolito e rimasto fermo lì per paura di perdersi nell’intrico del bosco, venne gettato contro un tronco cavo da una zampata, e poi Whale fece scendere Stan e ri-raccolse Gideon facendolo ri-pencolare come una pinhata dalla cerniera dei suoi molari e canini. “Allora Gideon? Cose le dissi su Dio? Assolviamo?” e si sfogò sull’inerme vicesindaco di Gravity Falls bombardandolo di cazzotti come se fosse stato un punchball. “Ne ha avuti abbastanza Stan. Resti fermo là. Lo rimetto nello scatolone dei giocattoli” e Whale appese Gideon ad una maceria del suo bel municipio, con lui che singhiozzava quello che al suo bel municipio era stato fatto. “Il mio municipio…..il mio bel municipio” disse singhiozzando lacrime di coccodrillo. Tornato Stan, Whale si rimise a fare la guardia, ma Dipper invitò lui e Lau a cenare da loro, non a passare come vedette tutta la sera.
   
 
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