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Autore: Scrappy Doo    06/04/2009    6 recensioni
Magda è una ragazza normale. Banale, se non fosse per i suoi capelli rossi. Ha una famiglia perfetta e un rendimento scolastico perfetto, ma a causa di questo viene criticata, e fatica ad integrarsi con i compagni.
La sua vita prosegue normalmente, finchè non arriva Louis.
Louis è un ragazzo Emo, chuiso e malinconico. Sarà la pietà a spingere Magda verso di lui, gettandola in un baratro di esperienze nuove, drammatiche e pericolose.
Scaverà nell'anima di un ragazzo disprezzato per ciò che è e per ciò chefa a se stesso, forse riuscendo a comprenderlo.
Genere: Romantico, Dark, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Latino e gente cattiva 




Entrai in casa sbattendo la porta.
Non era possibile che un tipo del genere potesse trattarmi così. Ma si è mai visto allo specchio?
Ecco, appunto.
Mi diressi verso camenra mia, salendo due gradini alla volta.
Zeus, il mio cane, mi venne incontro scodinzolando furiosamente. Quasi mi venne da ridere.
Si chiama Zeus, ma non è un Dobermann, nè un Pastore Tedesco. E' qualcosa che somiglia a un bassotto, ma abbiamo la certezza che non sia un bassotto. Ha il mantello a macchie...
- Bau, bau!!- Gli feci il verso. Zeus si sedette, inclinando la testa da un lato e guardandomi fisso.
Perfetto. Anche il mio cane pensava che fossi una perfetta idiota.



***



Qualche ora dopo ero seduta alla mia scrivania, tentando di combinare qualcosa. Per esempio, tradurre una versione intera di Latino.
Sono piuttosto abile nella materia, perciò ero sicura di non metterci più del previsto. Vale a dire, circa una ventina di minuti e sarei stata libera di gettarmi a peso morto sul divano, mangiando snack e guardando qualche reality.
Tuttavia, ero distratta. Tamburellavo con le dita sul piano della scrivania, mentre tenevo la penna in bilico sul mio orechcio.
Non potevo fare a meno di pensare a quel Louis.
Si era preso gioco di me. Anche lui. Dovevo apparire veramente male alla gente, se perfino un depresso del suo genere veniva a criticarmi.
"Accetta la realtà, Magda... sei condannata ad essere una sociopatica."  Pensieri di questo tipo riuscivano sempre a farmi deprimere.
Mi sciolsi i capelli che a scola tengo legati,  nel caso da "sfigata" mi trasformassi in "sfigata pel di carota".
Non ne avevo bisogno.
Tornai alla mia versione. Lessi il primo periodo, tentando di individuarne il soggetto e proseguire così nella traduzione.
Niente. Il cervello era andato in tilt.
Non potevo farmi condizionare la vita da quel ragazzo... non potevo. Dovevo trovare la forza di uscire da quella situazione... a scuola avevo voti ottimi, sempre avuti.
Traducevo una versione in cinque minuti. Che mi stava succedendo?
Chiusi il libro sbuffando. Avevo bisogno d'aria.
Per quella sera, al diavolo il latino...


***



Il brutto di vivere a New York sono le strade affollate. Non sai mai di chi ti puoi fidare e di chi invece no.
Normalmente non uscivo mai fuori dal mio appartamento. Avevo paura di esibire i miei difetti.
Mia sorella maggiore, Mary, invece... era perfetta.
Prima di tutto, non poteva essere chiamata pel di carota, in quanto aveva capelli biondissimi e lucenti, come nostro padre.
Io, invece, avevo preso dalla mamma.
Mamma diceva sempre che dovevo essere orgogliosa dei miei capelli rossi, diceva che non erano "banali". E il punto era proprio questo. Io, persona assolutamente banale, stonavo con quei capelli rossi.
Mia sorella andava orgogliosissima dei suoi capelli. Alla sera si chiudeva in bagno e non ne usciva per ore.
Stava a pettinarsi, ci avrei scommesso.





***




 
Camminando, finii davanti a scuola. Le pareti giallastre dell'istituto mi mettevano una certa ansia, specie in quel momento.
- Ehi, demente!-
 "Oh, no" pensai disperatamente "non lui, non adesso!"
- Andrew, lasciami in pace!- Sbottai, infastidita dalla sua lurida voce. Ci misi un po' a capire che non si stava rivolgendo a me.
Mi voltai.
C'era quel ragazzo... Louis. Vestito nel suo modo strano, con quella sua aria sofferente.
Andrew e i suoi scagnozzi si stavano dirigendo verso di lui.
"Sei nei guai..." Pensai, mesta.
Andrew provava gusto a terrorizzare i nuovi arrivati, era il suo hobby preferito.
Louis stava seduto contro una parete. Nascose velocemente in tasca una lametta, forse sperando che nessuno l'avesse visto.
- Razza di emo... Ti stai per suicidare?- Gli chiese Andrew.
Strinsi i pugni. Probabilmente l'avrebbero picchiato e derubato. Non volevo assistere a un furto, anche se si trattava di una persona maleducata come Louis.
- No... io...- Balbettò Louis.
Mi avvicinai timidamente.
- Tranquillo, idiota! Dacci tutti i soldi e ti lasceremo ammazzare da solo, anzichè farlo noi!-
Due degli amici di Andrew risero stupidamente.
Non era giusto. Erano in quattro e tutti e quattro più grossi di lui. Lui, che sembrava così fragile...
Distolsi lo sguardo quando Andrew gli tirò un calcio.
- Allora, depresso! Sganci la grana o no?-
Louis scosse la testa. - Non ho nulla -
- Non attacca!- Strillò Andrew, colpendolo di nuovo.
Avrei voluto scappare urlando, ma qualcosa me lo impediva. Soprattutto le gambe, che tremavano incontrollabilmente.
Si erano fatti tutti intorno a Louis, e seguitavano a malmenarlo. Non lo potevo tollerare... non era giusto!
- FATELA FINITA!- Urlai, e corsi verso di loro.
Louis mi fissò brevemente, mentre un rivolo di sangue gli scendeva dal naso e tentava di tamponarsi il labbro spaccato.
- Guarda guarda...- Fece Andrew, ridacchiando.
- Ehi, Sfigata! Vieni a salvare il tuo ragazzo?-
"Stupida, stupida, stupida, stupida..." mi ripetevo mentalmente.
- No, ma dovete lasciarlo stare! Non vi ha fatto niente!- Dissi con voce ferma. In realtà stavo tremando.
- Le tue perle di saggezza mi stupiscono ogni volta, Sfigata.-
Non risposi. Mi accorsi con un certo imbarazzo che indossavo una maglietta bianca aderente... e piuttosto trasparente.
- Mmm... non sei messa male, là sotto, sfigata!- Disse Andrew. Poi si guardò furtivamente in giro.
- Fammi dare un'occhiatina...- Disse, e mi sbattè contro il muro, aderendo col suo corpo al mio.
Sudavo freddo.
Louis alzò lo sguardo. Fu allora che accadde tutto, credo. Scostandosi i capelli neri, vidi due profondissimi occhi azzurri, evidenziati da un tococ di matita nera.
Era... bellissimo.
- Scappa...- Gli mormorai da sopra la spalla di Andrew. Louis si alzò in piedi, togliendosi la polvere di dosso con le mani bianche e affusolate.
- Ehi, tu. Lasciala andare.- Disse ad Andrew.
Sgranai gli occhi. Che diavolo gli era preso?
- Louis, scappa!- Gemetti, mentre Andrew mi baciava il collo.
Vidi Louis stringere convulsamente i pungi.
- Vigliacco! Prenditela con me, lascia stare la ragazza!-
Andrew mi lasciò andare. Io scivolai a terra, mentre mi tiravo giù la maglietta e mi pulivo il collo con la manica.
Ma adesso, cosa gli sarebbe accaduto? Stranamente, non volevo che gli facessero del male.
E mentre Andrew e i suoi amici cominciavano a picchiarlo nuovamente, nascosi il viso tra le mani e piansi.
Piansi perchè ero impotente.
Piansi perchè non volevo che lo toccassero.
Piansi perchè non era giusto.
Piansi perchè al mondo nulla è giusto.
- "Vigliacco" a chi, Emo di m***a? Tanto lo sai, la prenderò e me la farò davanti ai tuoi occhi!-
Non potevo fare altro che piangere. Avrei voluto aiutarlo, ma come...?
All'improvviso, udì il clacson di un'auto. Balzai in piedi.
Andrew si fece attento.
- Svignamocela, ragazzi!- Disse ai suoi amici, prima di correre via.
Si voltò brevemente: - Sfigata, Emo... non finisce qui!-
Il cuore mi tamburellava in petto. Cercai di regolare il respiro.
Louis si puntellò sui gomiti, tendtando di tirarsi su.
Corsi da lui, e mi inginocchiai al suo fianco, poggiando una mano sulla sua spalla.
- Stai bene?- Gli chiesi. La mia voce tremava ancora.
- S-sì...- Tentò di alzarsi, ma rovinò di nuovo a terra.
- Non alzarti, sta fermo!- Gli dissi, severa. Poi, me ne pentì.
Mi aveva salvato. Se non ci fosse stato lui... non volevo e non voglio pensare a ciò che mi sarebbe accaduto.
- Aspetta...- Estrassi un fazzoletto dalla tasca e glielo premetti sul naso sanguinante.
- Lascia stare...- Disse, flebile -, ci sono abituato.-
Non ci vidi più. La sua lametta era caduta a terra, e splendeva riflettendo i raggi solari. La raccolsi.
- NO! Devi piantarla con questa roba!-
Louis non rispose. Lo aiutai a tirarsi su, lentamente.
- Non capisci...- Fece, una volta in piedi.
- Neanche tu.- Replicai.
- Grazie di avermi salvata...- Aggiunsi poi, imbarazzata: - Sai, se non ci fossi stato tu...-
- Non ringraziarmi.- M'interruppe. - Era mio dovere. Le ragazze non si toccano...-
- Nemmeno con un fiore.- Finii io per lui. - Ma sei stato carino, non pensavo che tu potessi essere così... gentile-
Il suo sguardo azzurro mi perforò.
- Voglio dire, stamani mi hai trattato così male che...-
- Scusami.- Questo ragazzo aveva il vizio di interrompere la gente... - Non mi sento a mio agio con la gente.-
- Neppure io.-
Era strano avere tante cose in comune...
- Il labbro ti sanguina... hai una brutta ferita.- Alzai la mano per sfiorarlo, ma lui si ritirò come se temesse che gli potessi dare uno schiaffo.
- Tranquillo, Louis...- Dissi, dolcemente.
Forse non era abituato a tanto contatto fisico. Non era abituato a essere accarezzato. O semplicemente non lo gradiva. Chissà quanto era solo... quanto era sempre stato solo.
- Adesso me ne vado...- Mi disse, voltandomi le spalle.
- Un momento! Sicuro di stare bene?- Gli gridai dietro.
Non mi rispose.
Avrei voluto trattenerlo, ma non mi veniva in mente nessun'altra scusa. L'avrei rivisto l'indomani, ma...
- Grazie.- Mormorai, certa che lui non potesse più udirmi.



TO BE CONTINUED...


Ciao a tutti! Ecco il secondo chappy della mia fict.
Grazie mille a Lucky_Didi per la la recensione (e per la correzione), e Dreams93 per aver aggiunto la fict ai preferiti.
Recensite ancora, grazie!

Scrappy Doo

  
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