"There are few sorrows, however harrowing, to which a good income doesn't cause some relief"

Mary aprì gli occhi e le si parò davanti la visione di una stanza dalle pareti bianche, con una decina di letti vuoti perfettamente in ordine, sembrava l'infermeria. Spostò lo sguardo e scorse una massa abnorme castana sul letto nel quale lei giaceva: James. Si sollevava leggermente a ritmi regolari e aveva la testa appoggiata su un grosso tomo rilegato in pelle. Sicuramente aveva deciso di passare un po' di tempo al suo fianco essendo il suo migliore amico, e, non avendo niente da fare aveva deciso di studiare - cosa assai strana per lui.
Una cosa, però, ancora le sfuggiva: cosa accidenti ci faceva lì? Giusto il tempo di far vagare la mente agli ultimi ricordi che si pentì di essersi posta quella domanda.
Vide James incominciare a muoversi ed a alzare la testa aggiustandosi gli occhiali e mettendo a fuoco ciò che gli stava attorno, Mary compresa.
"Mary, ti sei svegliata!?" esclamò con gli occhi colmi di stupore, alzandosi in piedi e facendo cadere il libro con un gran tonfo.
"No... sto solo facendo finta" scherzò lei, sistemandosi seduta. James fece roteare gli occhi sorridendo.
"Lo sai che ci hai spaventati tutti?" le disse comprensivo.
Magari James poteva sembrare agli occhi degli altri un insopportabile viziato e arrogante, ma Mary lo conosceva dal giorno in cui era nata e sapeva che in fondo era una più che buona persona, disposta a tutto per le persone a cui vuole bene e questo, a lei, glielo dimostrava sempre. E poi, secondo lei, avendo appena compiuto sedici anni, poteva anche concedersi qualche libertà.
"Ma tranquilla, non appena sarai dimessa la faremo pagare a quei due stronzi". Ed ecco che gli ha nominati. Avery e Mulciber. Non poteva e non voleva ricordarsi di quel giorno, ma sapeva che, anche se non in quel momento, avrebbe dovuto parlarne perchè i professori e i suoi amici avrebbero voluto sapere cose riguardanti l'accaduto.
"Da quanto sono qui?" chiese semplicemente.
"Quasi una settimana" rispose raccogliendo il libro caduto prima a terra. "Mary, ti dispiace se vado ad avvisare gli altri? Sono preoccupati anche loro.."
Mary annuì piegando leggermente gli angoli della bocca.
Non tardò a tornare, seguito da una chioma rossa e da un ragazzo mingherlino.
"Mary!" esclamò la rossa stringendola in un forte abbraccio.
"Lily... così... mi... soffochi!"
"Scusa" disse l'altra arrossendo leggermente e spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Stai bene?" chiese sorridente Remus.
"Non male..."
Una voce alle loro spalle fece voltare tutti.
"Sei ancora viva? Peccato... pensavo di non rivederti più, rompipalle".
"Ti voglio bene anch'io, Sirius" rispose Mary assottigliando le labbra e gli occhi.
"Lo so che mi amano tutti, te compresa, Evans" disse con un ghigno classico suo.
"E io che c'entro?" chiese guardandolo male.
"Non chiederlo a me" rispose il giovane Black sedendosi su di James.
"Sai, James, potevi anche fare a meno di portarlo..."
"Su questo concordo... Dai, coso! Levati dalle mie gambe"
"E perchè?" chiese con una voce innocente facendo scappare un risolino a Mary. la ragazza, inoltre, notò che c'era una strana e insolita luce negli occhi grigi di Sirius ed all'inizio fece fatica a capire di cosa si trattasse, ma poi capì: sollievo