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Autore: Kano_chan    22/04/2016    1 recensioni
Dal trentaquattresimo capitolo:
Fine
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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6.Nomi insostituibili


-    Non può essere! –


Emelie, seduta al fondo della branda di Bucky, si portò una mano alla bocca in un chiaro segno di sconcerto.

-    Ti giuro sul mio grado di sergente che è così! – replicò il ragazzo per l’ennesima volta, divertito da quell'incredulità.
-    Il Bikini… - mormorò la ragazza come se stesse parlando di qualcosa di malvagio – Davvero le donne indossano un costume a due pezzi? Che lascia scoperta la pancia? –
-    Non è ancora ufficialmente lanciato sul mercato, ma l’ho visto con i miei stessi occhi – disse Bucky indicandoseli con due dita.
-    Pazzesco… ma dove andremo a finire? - commentò Emelie ridendo.

Bucky sorrise. Da quando aveva proposto a Emelie di raccontarle com’era il mondo fuori da quel laboratorio, ogni volta che si incontravano lui le raccontava qualche aneddoto. Quel giorno, in particolare, lei gli aveva chiesto di dirle come si era evoluto il mondo della moda, e ora stentava a credere che in sette anni si fosse arrivati a quei livelli.

-    Hai ragione, non c’è più decenza ormai! – scosse la testa Bucky, appoggiato alla testiera della branda e con un sorriso che diceva tutt’altro.
-    Che stupido – lo rimproverò bonariamente lei dandogli una piccola spinta alla gamba.

In un primo momento potrebbe sembrare che i due ragazzi prendessero troppo alla leggera la loro situazione, ma era l’unico modo che avevano per poterla sopportare. Emelie lo aveva imparato nel corso degli anni, e Bucky non aveva tardato a capirlo. 
Quei momenti, durante i quali la ragazza gli portava le medicine e si occupava della sua ferita, erano diventati importanti. Quasi vitali.
Durante le chiacchiere che i due si scambiavano, veniva creato un mondo a parte, dove si ritrovavano comodamente seduti su di un prato, a oziare in una tarda domenica primaverile.
Anche se, in diverse occasioni era capitato che Emelie fosse arrivata con la faccia tirata e ampie borse sotto gli occhi, che Bucky era sicuro essere il risultato degli esperimenti a cui era sottoposta e di cui lei faceva finta di niente.

-    Immagino che la tua ragazza fosse bellissima in bikini – continuò la giovane maliziosamente.
-    Ahimè, non ho mai avuto l’onore di vederla! Non avendone una, per altro. – replicò il ragazzo con una scrollata di spalle.
-    Vorresti dirmi che il sergente James Bachannan Barnes non ha una fidanzata? – domandò Emelie con una punta di scetticismo.
-    Purtroppo no - replicò lui.
-    Ma smettila! Ne avrai avute a frotte! - insistè la giovane per nulla convinta.
-    Non dico di non essere apprezzato dal genere femminile e di non avere avuto delle... avventure, ma non c'è mai stata nessuna da poter definire in questo modo. – rispose Bucky con sincerità grattandosi distrattamente la barba incolta - E' sollievo quello che leggo nei tuoi occhi? – le chiese subito dopo, allargando il sorriso.


Emelie arrossì, distogliendo lo sguardo. Non avrebbe voluto farlo, ma non aveva potuto impedirlo.
Sarebbe stato chiaro a chiunque che James le piaceva, ma lei stessa non sapeva dare un nome al sentimento che provava per lui. L’unica cosa di cui era certa, era che quel ragazzo comparso all'improvviso, fosse diventato il faro in una tempesta dalla quale non era ancora riuscita a fuggire. Un porto sicuro in sette anni di terrore e sevizie. Qualcosa per cui andare avanti a sopportare...


-    E il tuo amico Steve? Lui ha una fidanzata? – gli chiese Emelie per sviare il discorso.
-    Ironia della sorte sì! Ed è anche una
ragazza bellissima, nonché intelligente – rispose il ragazzo con un sorriso di puro affetto al ricordo del suo amico.

Tra le tante cose che Bucky aveva raccontato ad Emelie, c’era anche quella che era stata la sua vita fino a quel momento: l'infanzia e l'adolescenza passate a Brooklyn assieme alla sua famiglia e al suo migliore amico, la decisione di arruolarsi, l'addestramento e infine la guerra.
Emelie era rimasta sorpresa di sapere che fosse proprio il suo amico Steve, il famoso Captain America di cui aveva sentito parlare da Schmidt, e si era detta contenta del fatto che, per una volta tanto, un esperimento avesse prodotto dei buoni frutti per il bene comune.


-    Allora è stato molto fortunato! – commentò la ragazza – E lei come si chiama? –
-    Peggy, Peggy Carter. Tenente dello Strategic Scientific Reserve – le disse Bucky ed Emelie spalancò gli occhi.
-    Però! Si direbbe che oltre ad essere bella e intelligente, sappia anche farsi valere – rispose sinceramente ammirata.

Il mondo era davvero cambiato, adesso le donne potevano perfino far parte dell'esercito! Quante cose si stava perdendo...

-    Puoi dirlo forte! – replicò Bucky con una risata.
-    Mi sarebbe piaciuto diventare come lei… -

Il sorriso morì sul volto di Bucky. Emelie aveva detto quella frase con un tono che voleva essere non curante, ma che in realtà era risultato decisamente amareggiato.
Il ragazzo la guardò osservarsi la punta dei piedi nudi che facevano capolino dalla sua tenuta da paziente e la rabbia montò in lui come la marea.
Non era giusto che quella ragazza fosse derubata del suo futuro. Aveva solo diciassette anni quando era stata portata lì dentro, non aveva avuto l'occasione di farsi una vita; non aveva avuto l'occasione di scegliere nulla...
Se solo avesse potuto l’avrebbe salvata. L'avrebbe riconsegnata a quel mondo che poteva solo raccontarle e che le era stato portato via.. ma non ne aveva i mezzi. Era. Completamente. Inutile.  


-    James, quello che fai è già abbastanza per me... – lo riscosse Emelie leggendogli praticamente nel pensiero – No, tranquillo, non sono telepatica, ma basta guardarti in faccia per capire a cosa pensi. E io sono piuttosto brava in questo. – aggiunse, vedendo che le sopracciglia del ragazzo si erano sollevate.
-    Invece per me non è sufficiente – ribattè Bucky con tono tetro abbassando lo sguardo sul pugno che aveva contratto.
-    Fidati che invece non è così.. - replicò lei con veemenza - Sono qui da sette anni, e questa è la prima volta che provo della felicità; che rido davvero e non perché devo farlo. - continuò - James, mi stai regalando qualcosa di insostituibile, credimi.. – concluse in tono accorato Emelie.

Bucky sollevò lo sguardo. Il viso della ragazza era disteso in un sorriso e non c'erano dubbi che per lei fosse davvero così.
Le bastava. Per lei, quello bastava...
A quel punto il giovane si sporse verso di lei e la catturò in un abbraccio. Emelie per un istante si irrigidì, ma quando il suo cervello realizzò che quello non era Rheinoldt, si rilassò, posando la testa sulla spalla di Bucky.


-    Elie, sei una ragazza davvero forte, non hai niente da invidiare a Peggy, te lo posso assicurare – le disse il giovane contro i capelli biondi.

Emelie a quel punto si tirò indietro, con lo sguardo di chi voleva dire qualcosa di importante, ma i soliti tre colpi alla porta la interruppero.
Con un sospiro la ragazza si liberò dall’abbraccio del soldato, lasciandogli un bacio sulla guancia coperta di barba ispida.

-    Grazie anche per oggi James. – si congedò avviandosi verso l'uscita.
-    Ehi Elie! – la fermò il ragazzo.

Lei si voltò, ruotando appena la testa nella tipica posa interrogativa

- Perché non mi chiami Bucky? –  le domandò.

Poteva sembrare stupido, ma era una domanda che si era posto spesso nei giorni precedenti.
Emelie, dal canto suo sorrise. Non si aspettava quel genere di domanda, tra le tante che poteva farle, ma era facile dargli una risposta.

-    Quando ti sei presentato mi hai detto che tutti ti chiamano così... e io non voglio essere "tutti".. - rispose - Credo che sia per lo stesso motivo per il quale tu mi chiami Elie – aggiunse la ragazza con fare pensoso.

Bucky a quel punto sorrise. Aveva capito perfettamente. Il nome è ciò che ci identifica, ciò che ci rende delle persone uniche agli occhi del mondo. Chiamarla con quell'abbreviazione la rendeva unica per lui.

-    Ho capito. – disse il ragazzo – Allora a domani, Elie – la salutò con un sorriso.


Head Room:

Hello people!
Siamo giunti, più o meno indenni, al sesto capitolo, il quale non ci porta assolutamente nessuna novità ^^" Gli haters dei capitoli di transizione mi staranno (per l'appunto) odiando!
A mia discolpa posso dire il legame che si sta creando tra Bucky ed Emelie, sarà il perno di tutti gli avvenimenti futuri, e vorrei renderlo evidente anche con questi piccoli capitoli. Non saranno sempre rose e fiori, non preoccupatevi, dopotutto sono entrambi prigionieri, anche se per ora cercano di non pensarci.
Per quanto riguarda il Bikini è diventato ufficialmente di moda negli anni 50', ma già dal 40' qualche ardita giovine lo metteva in bella mostra sulle spiaggie oltre oceano, e secondo voi al nostro sergente Barnes poteva sfuggire? ;) 
Adesso spendo due parole per dirvi forse una cosa ovvia, ma è sempre meglio specificare. Emelie si legge Eméli, con la stessa cadenza del nome inglese Emily, e non Emelì. Nonostante assomigli molto ad un nome francese vi posso assicurare che l'ho scelto tra una vastissima gamma di nomi tedeschi.  Scusate la precisazione.
Nel prossimo capitolo tornerà Leanne alle prese con l'ex Soldato d'inverno, vi prometto che sarà più lungo e un pò più ricco di contenuti.
A ben pensarci però, qualcosa questo capitolo lo ha rivelato.. l'età della nostra protagonista xD

Un grazie infinito a voi tutti lettori, recensori e a voi people che mi avete aggiunta tra le storie preferite (Rossella986 e LoreleydeWinter), seguite (Strix) e ricordate.

A venerdì!
Marta

  
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