ROUTINE
Bip-bip-bip-bip-…leah…-bip-bip-bip-bip-bip-…Leah!…-bip-bip-bip-bip-bip-bip-bip-bip -…LEAH!!!…
Il suono ovattato provocato dalla sveglia, insieme alle
urla di mio fratello Seth mi fecero abbandonare le delicate braccia di Morfeo e
mi catapultarono di nuovo nella schifosa realtà dalla quale cercavo di fuggire ogni
notte.
-LEEEEEAAAAAAAH!!!! Porca miseria
sei andata in letargo o cosa?-continuava a strillare.
Non avevo la forza di rispondergli perciò mi limitai a
muovere la testa sul cuscino per fargli capire che era riuscito a farmi svegliare di
mal umore.
-LEAH!- urlò quasi istericamente –HAI
Controvoglia aprii leggermente le palpebre e vidi a pochi
centimetri dal mio naso il brutto muso di mio fratello. -Seth
va via…- borbottai girandomi dall’altro lato del letto dandogli le spalle.
Uno sbuffo degno di un orso mi fece capire che non si era
arreso. Qualche secondo di silenzio e poi sentii il materasso muoversi. Non
feci neanche tempo a rendermi conto di quello che stava facendo Seth, che mi ritrovai a gambe
all’aria con la schiena sul pavimento.
Appena sentì il freddo del parquet sgranai gli occhi e in
un lampo mi rialzai.
Il mio sguardo era iniettato di sangue e non solo per le
scarse ore di sonno che ero riuscita a concedermi.
Guardavo il mio “piccolo”, “caro” e “dolce” fratellino che
alzava le mani in segno di scuse e continuava a bofonchiare qualcosa che, a
causa della rabbia, non riuscivo a comprendere. Pochi secondi prima che le mie
mani arrivassero alla gola di quello che la natura considerava mio fratello, la
porta della camera si aprì improvvisamente.
In un millisecondo una ragazza dai boccoli rossicci mi si
aggrappò al collo e a causa della sorpresa caddi di nuovo con la schiena sul
pavimento.
Era veramente una bellissima ragazza. Aveva poco più di sette
anni di vita ma ne dimostrava almeno diciassette, i suoi occhi color cioccolato
mi fissarono con gioia e con un sorriso che solo lei poteva avere mi disse –Ben
svegliata zia Leah! Come stai? -
Davanti a quegli occhi perfino io,
il licantropo più irascibile della terra, mi scioglievo; così mettendo da parte
la rabbia, che avrei scatenato più tardi su mio fratello, con un sorriso le
risposi –Buon giorno Ness!-
Notando la scomoda posizione in cui stavamo, Renesmee si
alzò di scatto scusandosi per l’irruenza e mostrandomi un’ altro dei suoi
particolari sorrisi si dileguò.
Feci un lungo sospiro, e in pochi istanti mi resi conto di
essere rimasta sola nella stanza.
-Maledizone!- Pensai fra me e me. Seth era riuscito a svignarsela anche
questa volta.
Ormai rassegnata all’idea di dover attendere per compiere
la mia vendetta, aprii il grande armadio in mogano e con calma indossai un paio
di jeans scuri leggermente rovinati all’ altezza del
ginocchio e una maglietta nera a maniche corte. Sapevo che non sarai passata
inosservata dato che eravamo a inizio febbraio e nella piccola cittadina di
Brooks non c’era di certo la temperatura adatta per andare in giro
con quell’ abbigliamento, perciò malvolentieri
indossai anche una felpa blu pesante che mi facesse apparire in qualche modo
più umana, anche se ormai di umano mi era rimasto ben poco.
Dopo essermi data una rinfrescata in bagno e sistemata i
capelli con un paio di colpi di spazzola scesi al piano terra dove la mia
allegra, numerosa e immortale famiglia acquisita era intenta nella sua routine.
Emmet era seduto come al solito sul
divano a guardare i cartoni animati e sembrava divertirsi molto a ripetere le canzoncine idiote
che cantavano i pupazzetti alla televisione.
La barbie invece era molto impegnata a ridarsi lo smalto
alle unghie. Cosa inutile visto che oggi i “giovani” Cullen
non si sarebbero mossi di casa a causa dei flebili raggi di sole che si
intravedevano attraverso le tendine di seta.
Non vedevo Carlisle,
probabilmente aveva avuto una chiamata urgente dall’ospedale nel quale
lavorava. Non riuscivo ancora a capacitarmi del fatto che un vampiro riuscisse
a resistere all’odore del sangue umano durante le lunghe ore in sala
operatoria.
Il folletto e il vampiro biondo in fine se ne stavano in
un angolo a parlare di qualcosa riguardo a una maratona dello shopping che
aveva intenzione di organizzare la piccola succhiasangue.
Brrrr solo
al pensiero mi si gelava il sangue nelle vene. Mi ricordo come se fosse ieri il
giorno in cui quella creatura malefica mi aveva trascinato in giro per negozi tutto
il pomeriggio! Alla fine avevo seriamente
pensato di trasformarmi in mezzo al negozio di scarpe e staccarle la testa a
morsi!
I miei pensieri furono interrotti dall’odore inebriante di
muffin che veniva dalla cucina, perciò a passi veloci attraversai il salone
dell’enorme casa e con delicatezza aprii la porta a vetri che conduceva ad una
gigantesca sala da pranzo decorata in stile ottocentesco nel cui centro regnava
un enorme tavolo in legno massiccio per dodici persone. Cosa alquanto insensata dato che in questa stramba famiglia eravamo
essenzialmente in tre a mangiare cibo umano.
In pochi secondi vidi arrivare Esme
e Seth con due vassoi in mano. Ormai io, mio fratello e Jacob ci eravamo
abituati alla squisita cucina della vampira che ormai consideravo quasi come
una madre. Mi ere impossibile considerarla un mostro
asseto di sangue.
Appena Seth si sedette, mi ricordai del modo in cui mi
aveva tirata giù dal letto e così passando dietro di lui gli tirai un scappellotto fraterno. –AIOO!- urlò lui offeso mentre Esme sorrideva guardandoci bisticciare.
La colazione, questa mattina, prevedeva muffin al
cioccolato e spremuta d’arancia, una colazione molto leggera vista l’ora tarda.
Dopo aver aiutato Esme a
sparecchiare, io e mio fratello ci avviammo velocemente verso il garage dove ci
stavano già aspettando, come al solito, Jacob, Nessie
e i suoi genitori che dimostravano su per giù la stessa età della ragazza.
Salutammo con un cenno Edward, Bella e Jake
mentre Ness entrava nella volvo
blu che i suoi le avevano regalato per il suo sesto anno di vita.
Pur contrariati i due vampiri acconsentirono alla
richiesta di Seth di guidare la macchina. Così dopo numerose raccomandazioni di
Edward di mantenere il limite di velocità e i numerosi baci che Jacob doveva
dare ogni mattina alla sua amata Nessie, riuscimmo a
partire in direzione del liceo di Brooks dove mi attendevano sei ore di pura
tortura mentale.
Anche se Nessie era mezza
vampira la sua pelle risaltava molto poco ai raggi
solari -non come gli altri Cullen che sembravano delle lampadine!- pensai, perciò quando il sole non penetrava
prepotentemente fra le nuvole lei poteva tranquillamente venire a scuola con me
e Seth.
Jake invece non frequentava la scuola
perché la sua stazza lo faceva assomigliare di più a un venticinquenne che ad
un diciassettenne, età a alla quale la sua crescita si
era fermata. Sia lui che Ness soffrivano molto per la
distanza che la scuola creava, ma al pomeriggio riuscivano a recuperare molto bene il tempo perduto.
Mentre guardavo fuori dal finestrino i bellissimi boschi
che circondavano la città, notai lo sguardo da pesce lesso di Seth. Immaginavo
già a cosa stesse pensando: a Miriam. La ragazza che gli aveva provocato l’ imprinting. Quel giorno un’ altra
parte del mio cuore si era spezzata, sapevo molto bene che l’imprinting aveva
il crudele difetto di mettere in secondo piano tutti le altre persone che non fossero
l’amata, lo sapevo bene… e io non volevo perdere anche mio fratello. Quella
mattina lo avevo capito quasi immediatamente. Quando Seth l’aveva vista per la
prima volta aveva la stessa faccia che ha Jacob quando guarda Renesmee, la
stessa faccia che ha fatto Sam quando gli ho presentato mia cugina Emily…
A quel pensiero mi irrigidii, sentivo le lacrime pungere
ma le ricacciai indietro, non volevo far preoccupare i miei compagni di
viaggio.
Dopotutto non aveva senso soffrire per un capitolo della
mia vita che avevo sigillato in fondo al mio cuore.
Dopo circa dieci minuti di viaggio arrivammo al parcheggio
del liceo. Come al solito era pieno di piccole macchinine che andavano avanti a
spinta e che sembravano ancora più piccole e ancora più distrutte quando la
nostra volvo entrava nel piazzale.
Mi sentivo a disagio e imbarazzata ogni volta che uscivo
dalla vettura, odiavo essere al centro dell’ attenzione.
Ma ormai cominciavo a sopportare quel supplizio mattutino.
Pochi secondi dopo il nostro arrivo, una ragazza dai
lunghi capelli castani e gli occhi verdi si lanciò letteralmente fra le braccia
di Seth il quale ricambiò dandole un piccolo bacio sulle labbra. Lo ringraziai
mentalmente per non aver ecceduto nelle effusioni.
Era sempre difficile per me accettare la realtà che sarei
rimasta sola per tutta la vita. Miriam ci salutò con un cenno e se ne andò in
classe portandosi dietro il mio fratellino. Era sempre difficile per me
accettare la realtà che sarei rimasta sola per tutta la vita.
Per fortuna avevo la mia cara “nipotina” Nessie che mi stava accanto nei momenti difficili, ormai la
consideravo la mia migliore amica. Dopotutto sia io che lei eravamo uniche. L’ unico licantropo femmina del mondo e una mezza vampira.
Con lei potevo parlare di qualsiasi cosa, sapeva sempre cosa dirmi e come
consolarmi. Ma ne lei ne nessun altro avrebbe mai
potuto ricucire il mio cuore ormai a pezzi.
Quando rinvenni dal mio stato di trans vidi gli occhi
castani di Ness che mi guardavano apprensivi cercando
di individuare anche una minima crepa nella struttura che avevo costruito per
non crollare sotto il peso del mio stesso dolore. Prima che potesse dire
qualcosa la rassicurai facendole un piccolo sorriso e prendendola sotto braccio
ci avviammo verso l’aula di biologia come ogni lunedì mattina.