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Autore: Eriisachan    24/04/2016    2 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
["Amore mio, scappiamo insieme. Fuggiamo dove il nostro amore non verrà intralciato. Fuggi via con me!" disse il ragazzo di fronte a me porgendomi la mano. Per quanto mi sforzassi non riuscivo ad alzare il viso.
"Io...non posso..." delle lacrime iniziarono ad uscire dal mio viso. Ma quella donna non ero io, perché stavo facendo quel sogno? Perché stavo vivendo una vita che non era la mia? Gridai aiuto, ma non uscirono suoni dalla mia bocca.
Finalmente la donna alzò il viso e l'unica cosa che vidi oltre al buio totale furono un paio di occhi azzurri come il cielo, profondi come il mare che gridavano solo una parola: AMORE.]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"Memories sometimes fade"
My grandma said
As she stared at a picture
Of her and grandpa...
"But familiar faces
And familiar places
Are like lighthouses
For a lost mind."

 

 

The Date Garden

Capitolo primo


Era un'afosa giornata d'estate quando accadde per la prima volta.
Era stata una settimana tranquilla quella appena passata, fino a quando mia zia Eiko non chiamò sua sorella Ai, mia madre, per dargli una spiacevole notizia: mia nonna era morta un lunedì mattina d'estate, mentre raccoglieva dei fiori sotto al suo albero preferito, quello che aveva visto crescere insieme al mio defunto nonno prima che questi passasse a miglior vita. Nonostante le avessero raccomandato di restare in casa per il troppo caldo lei, come ogni giorno, aveva deciso di andare a passeggiare nel giardino in cui aveva incontrato l'amore della sua vita, in cui erano cresciuti e si erano innamorati. Probabilmente è morta proprio d'amore...mia nonna è sempre stata un'inguaribile romantica, mi ha sempre raccontato così tante belle storie, ma la mia preferita era proprio quella tra lei ed il nonno. Nonostante fossero passati tanti anni, ricordava ogni singolo momento come se lo avesse vissuto il giorno prima. L'hanno ritrovata sdaiata a terra, ormai morta, ma con il sorriso in volto. Non è strano come il viso delle persone sembri rasserenarsi non appena muoiono? Non importa di che morte si tratti, sembrano sempre accennare un sorriso. 
 
Ero davvero legata a mia nonna e quella tremenda notizia non fece altro che indurire ancor di più il mio cuore di ghiaccio. Innamorata persa della storia d'amore tra i miei nonni, ho sempre desiderato averne una simile, ma lo sappiamo com'è la realtà...niente rose e fiori. E così il mio cuore si è chiuso sempre di più fino a nascondersi dietro una corazza di ghiaccio. L'unica e sola persona con cui questa lastra si scioglieva era mia nonna, le volevo un bene dell'anima, quando mia madre mi diede quella notizia sarei voluta morire per poterla raggiungere.
E invece non è stato così...

Avevo preso un giorno di ferie dall'azienda in cui lavoravo come giornalista e così in quel momento mi trovavo lì, di fronte alla casa dovevo avevo passato la mia infanzia, dovevo avevo sognato ad occhi aperti e dove ogni volta aprivo il mio cuore ai ricordi del passato e ai racconti di quella meravigliosa donna con il volto segnato dalle rughe ed i capelli bianchi come le nuvole, ma con gli occhi brillanti come un diamante al sole. Si chiamava Sakura, come il fiore di ciliegio, e profumava come quel fiore. Non avrei mai potuto dimenticare il suo sorriso, la soavità della sua voce e tantomeno il tocco delle sue mani. Eppure nel momento in cui la vidi, sdraiata su un mare di fiori, dilaniata dal dolore l'unica cosa che desiderai fu di non averla mai conosciuta, per non dover soffrire così in quel momento.

Immediatamente però mi diedi della stupida, avrei potuto sopportare quello ed altro, pur di dirle addio, abbracciarla e ringraziarla di tutto quello che aveva fatto per me. 
Non avevo rimpianti, le ho sempre mostrato ciò che provavo per lei, la sono sempre andata a trovare ogni qualvolta ne avessi l'occasione...ciononostante sentivo un dolore nel cuore ed un pensiero fisso in testa "Saresti potuta andarla a trovare più volte, e non l'hai fatto", "avresti potuto dirle più volte che le volevi bene, e non l'hai fatto". Proprio come capita a tutti, queste parole mi ronzavano nella testa mentre lacrime copiose sgorgavano dai miei occhi.. 

Quei pensieri mi stavano così opprimendo e quelle lacrime così soffocando che decisi di uscire, lasciandomi definitivamente quel corpo inerme alle spalle e dirigendomi nell'unico posto in cui ero sicura vivesse ancora l'anima di mia nonna, e dove sapevo che mi avrebbe udito senza alcun dubbio. 

Presa da una strana speranza che fosse tutto un sogno e di vederla intenta nel raccogliere i suoi amati fiori, corsi verso il giardino dell'incontro, come lo chiamavo sin da piccola.
Ma il mio cuore lo sapeva, lei non c'era. Non si sarebbe alzata e non avrebbe sorriso vedendomi arrivare come faceva ogni volta che andavo a trovarla. Tuttavia il giardino era diverso, sentivo una presenza che l'ultima volta che lo avevo visitato non c'era.
Dovete sapere che quel giardino ha sempre avuto qualcosa di speciale, qualcosa che ti rasserenava appena vi mettevi piede. Mia nonna me lo ripeteva sempre: "Lo senti? Quest'aura che ti sorregge è tuo nonno, questo vento che tira sono le sue carezze. Lui non ci ha mai lasciate." e con quel suo sorriso mi accarezzava i capelli per poi darmi la mano e portarmi accanto all'albero che si ergeva maestoso al suo centro. 

Mi tolsi le scarpe, per sentire l'erba solleticarmi i piedi.
Come sempre tirava un vento leggero all'interno del giardino, e si fermava appena fuori; e lo riconobbi, il tocco di mia nonna quando quel vento mi scompigliò la chioma. Mi avvicinai all'albero e mi sedetti. Ai piedi del tronco notai una piccola busta bianca, la raccolsi e lessi il mio nome: Sakura. I miei genitori avevano deciso di darmi il suo nome, ed io ne ero onorata. 
Non avrei mai potuto confondere quella calligrafia, era quella di mia nonna. Piena di domande aprii la busta.


"Cara nipote mia,
Forse sei arrabbiata con me, perché ti ho abbandonato, perché non sono accanto a te ad asciugare le tue lacrime, ma amore mio...io sarò sempre con te all'interno del tuo cuore. 
Ti ricordi le passeggiate che facevamo quando mi venivi a trovare ogni estate? Le storie che ti raccontavo mentre raccoglievamo i fiori, o mentre mangiavamo i panini che avevamo preparato insieme? Io mi ricordo ogni momento, piccola mia. Ricordo ogni tuo sorriso e ricordo ogni cambiamento sul tuo viso che ti ha reso la splendida donna che sei oggi. 
Forse mi perdonerai, forse sarai in grado di sorridere pensandomi ma il mio compito accanto a te era ormai finito. Avevo bisogno di tornare da tuo nonno, che mi stava aspettando da così tanto tempo.
Non voglio dilungarmi, voglio solo che tu sappia che ti amerò per sempre piccola mia, che non dimenticherò mai il bene che ci siamo volute. Per questo voglio farti un dono, in modo che tu possa aprire di nuovo il tuo cuore per un amore che ti renderà la vita migliore, proprio come successe a me. 
Ti dono la cosa più preziosa che io abbia mai posseduto. All'interno di questa busta troverai una collana che trovai in questo giardino poco prima di incontrare per la prima volta lo sguardo color del cielo di tuo nonno. Sai, Sakura, da giovane io ero come te, avevo paura di aprire il mio cuore e di essere felice, ma l''amore mi ha cambiata.
Vorrei tanto che vivessi la storia d'amore che hai sempre desiderato, portando per sempre nel tuo cuore il ricordo di questa donna che ti ha amato tanto.

Grazie per tutto,
Ti amerò per sempre,
tua nonna Sakura."


Ero ancor più piena di domande, ma il vento aveva seccato le mie lacrime e sul mio viso era comparso un sorriso. Mia nonna mi aveva donato una vita piena di sogni, dei sorrisi sinceri e soprattutto la presenzza di una persona su cui ho sempre potuto contare. Ed ora, mi aveva voluto donare altro, qualcosa che mi legasse per sempre a lei. Svuotai la busta, e sulla mia mano cadde un ciondolo a forma di cuore, del colore del cielo. Subito mi rivenne in mente ciò che avevo letto sulla lettera "lo sguardo limpido come il cielo" di cui mia nonna mi aveva sempre parlato con sguardo innamorato...
Indossai la collana, e sentii il cuore caldo. Con quella collana, mia nonna era con me, non mi avrebbe mai abbandonato. Mi sedetti sull'erba e mi poggiai sul tronco. Chiusi gli occhi mentre il venticello mi arrivava addosso cancellando il caldo estivo. 

E avvenne.

Fu come vivere la vita di qualcun altro e vederla dall'alto contemporaneamente. Stavo vivendo la scena in prima persona, ma riuscivo a vedermi fuori: una giovane donna con i capelli neri come la pece, la pelle candida e gli occhi color cioccolato. Mi assomigliava, ma sapevo di non essere io. Stava raccogliendo dei fiori, e si trovava nel giardino dell'incontro. Il venticello tirava come sempre, ma l'albero era visibilmente più piccolo.  Capii allora che si trattava di una scena del passato, ma come era possibile? 
Qualcuno mi chiamò, ma non sentii alcun nome. Alzai lo sguardo e tutto ciò che vidi furono due occhi azzurri come il cielo prima che la visione sparisse ed io tornassi in me stessa.

"Cosa diavolo sarà successo?" pensai prima di decidere di tornare a casa. Mi sentivo spossata per tutti gli avvenimenti della giornata.
Tornata davanti alla villetta non volli entrare, mia nonna non si trovava in quel corpo che giaceva sul letto, e lo sapevo bene. 
Salii in macchina e misi a modo, imboccando la strada principale per tornare a casa.
Erano già le 18:30.

Arrivai a casa alle 19:30.
Avevo 23 anni e vivevo da circa tre, sola, in un appartamentino di Tokyo non lontano dall'azienda in cui lavoravo. 
Frugai nella borsa senza nemmeno pensare a cosa stavo cercando troppo presa dai miei pensieri.
Durante il viaggio ovunque mi girassi vedevo mia nonna, e diedi la colpa al dolore che sentivo.
Non avevo fame, dunque, quando riuscii ad entrare mi tolsi i vestiti, mi misi il pigiama e mi sdraiai cercando di dormire.
Passarono minuti, ore, forse due, forse quattro; fatto sta che mi addormentai dopo tanto tempo.

"Amore mio, scappiamo insieme. Fuggiamo dove il nostro amore non verrà intralciato. Fuggi via con me!" disse il ragazzo di fronte a me porgendomi la mano. Per quanto mi sforzassi non riuscivo ad alzare il viso.
"Io...non posso..." delle lacrime iniziarono ad uscire dal mio viso. Ma quella donna non ero io, perché stavo facendo quel sogno? Perché stavo vivendo una vita che non era la mia? Gridai aiuto, ma non uscirono suoni dalla mia bocca.
Finalmente la donna alzò il viso e l'unica cosa che vidi oltre al buio totale furono un paio di occhi azzurri come il cielo, profondi come il mare che gridavano solo una parola: AMORE.


Mi alzai di soprassalto, riuscendo ad aprire finalmente i MIEI occhi. Ero madida di sudore e le coperte erano cadute a terra, sicuramente mi ero dimenata molto durante la notte. Guardai l'orologio: le quattro e mezza. Almeno ero riuscita a dormire un po'.
Mi alzai per bere un bicchiere d'acqua e mi affacciai alla finestra. 
"Dovrò prendere sicuramente un'aspirina prima di andare a lavoro, mi scoppia la testa." 
Guardai il cielo ancora scuro, in cui erano visibili tutte le stelle splendenti. Ero preoccupata per quelle strane visioni, ma al contempo ero curiosa di scoprire di chi si trattasse e del perché fossero iniziate solo in quel momento. 

Ciò che non sapevo è che la mia vita sarebbe cambiata molto presto.


N.d.A.
Salve a tutti, spero di avervi incuriosito con questa mia storia.
Mi è venuta l'idea e l'ho scritta di getto. 
Spero di ricevere qualche recensione per sapere cosa ne pensate,
alla prossima!
Erisa.

  
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