~~Epilogo
Cammina sulla ghiaia nel completo silenzio, l’unico rumore è quello dei sassi contro la suola dei suoi stivali di cuoio.
Non c’è quasi nessuno, ma sentirsi sola è impossibile per lei, che si sente comunque circondata da decine di persone.
Non si ferma e non si guarda intorno, ormai conosce quel posto molto bene e non vuole perdere tempo: la stanno aspettando, dopotutto.
Quando arriva a destinazione sorride, rivolgendo uno sguardo ad ogni singola persona che l’ha accompagnata nella sua infanzia: vuole bene a tutti e non li dimenticherà mai, l’ha promesso.
Per ultimo, Diana guarda suo padre o almeno quello che ne resta: una lapide lucida e liscia di un bianco sporco, dove compare il vero nome di Mondo che la ragazza ha scoperto solo al funerale quando ha visto la lapide per la prima volta: Joseph Williams.
Quindi lei tecnicamente si dovrebbe chiamare Diana Williams… ma ha passato metà della sua vita a sentirsi chiamare solo Diana e non riesce a percepire l’idea di avere un cognome: una parte di lei è ancora a Regalo, in una gabbia d’oro insieme a quella che infondo sarà sempre la sua famiglia…
“Ciao, papà. Sono venuta, come sempre.”
Diana sorride al padre, immaginandoselo davanti a lei a fissarla con quei penetranti occhi chiarissimi che da piccola l’avevano tanto intimidita.
Ogni anno lei va lì, a ricordare l’anniversario della morte del padre… è triste da pensare, ma Diana ricorda quel giorno come l’inizio della sua libertà, il giorno in cui ha lasciato Regalo una volta per tutto, nel bene o nel male.
Sono passati dieci anni da quella notte e ormai Diana ha perdonato quello che per lei non sarà mai Joseph ma sarà sempre Mondo, il suo austero e determinato padre.
Dieci anni… ormai lei ha trent’anni e non più venti, ormai è realmente adulta e non più una ragazzina, esattamente come tutti i suoi ex compagni di avventura con i quali si è tenuta in contatto.
“La mamma sta bene, credo che infondo le manchi, sai? Ma la conosci, è troppo orgogliosa per ammetterlo… Leach non uscirà mai da Azkaban, non credo se la passi troppo bene.”
E lei? Lei come sta? Le sembra quasi di sentire la voce di suo padre domandarglielo, sotto gli occhi di tutti gli ex membri dell’Arcana Famiglia che l’hanno cresciuta e che, come Mondo, sono morti dieci anni prima.
“L’Inghilterra è bella papà… il mondo è bello. Tu ti facevi chiamare Mondo, ironico non trovi? Tu che non hai mai vissuto la vita vera.”
Diana abbassa lo sguardo sul suo braccio, dove il marchio è ancora lì e non se ne andrà mai, esattamente come per sua madre: le ali d’angelo sono ancora sul suo braccio a segnare indiscutibilmente la sua appartenenza a qualcosa di speciale che ancora oggi i maghi reputando una leggenda: l’Arcana Famiglia.
Diana può ancora volare e l’ha fatto per molto tempo, dopo essere finalmente uscita dalla sua gabbia d’oro… ora non ne sente più la necessità: ha visto e conosce tutto quello di cui ha bisogno per essere felice.
“Mi dispiace che tu non li abbia conosciuti, sai? Sono davvero delle persone fantastiche e anche Kaleb e Romeo lo erano… Gli altri stanno bene.”
Diana pensa a tutti i suoi ex compagni di avventure ai quali si sentirà infondo sempre legata, pensa a Drake e alla sua carriera nel Quidditch, pensa a Cristian e a Violet che lavorano con successo al Ministero insieme ad Elske… pensa a Norah, che nonostante sia una magonò è riuscita a diventare Auror grazie all’Eremita, che le consente l’invisibilità. Pensa ad Isaac, che ha vendicato la morte del suo migliore amico sbattendo Leach ad Azkaban e a Nicholas, che è membro del Wizengamot e che ormai è sposato con Noelle che invece ha un negozio a Diagon Alley.
Sono tutti cresciuti e vivono felicemente le loro vite come è giusto che sia, tra amici e la famiglia che si sono costruiti negli anni.
A volte la rende triste pensare che sono l’ultima generazione dell’Arcana Famiglia, che quando saranno passati altri vent’anni nessuno avrà più un patto con uno degli Arcani… ma forse è meglio così, dopotutto.
Per ultimo, Diana pensa a sua madre.
Jasmine che presiede il tribunale del Wizengamot: non poteva essere altrimenti, dopotutto “Ciò che dice il Giudizio è legge”.
Dimenticherà mai quella frase? No, probabilmente no e nemmeno sua madre…
“Diana?”
Si volta, stupita di essersi sentita chiamare nel cimitero praticamente vuoto.
E lo stupore aumenta trovandosi sua madre davanti, con un mazzo di gelsomini in mano.
“Mamma? Che ci fai qui, dovevamo vederci a pranzo con gli altri…”
“Ho cambiato idea, non mi sembrava giusto lasciarti venire da sola…”
La donna lascia i fiori sulla lapide e appoggia un braccio sulle spalle della figlia, che sorride mentre in silenzio guarda i fiori.
Infondo Jasmine e Mondo non si sono mai separati… i gelsomini che la donna porta costantemente sulla tomba del marito e ne sono la prova.
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Angolo Autrice:
E finalmente eccoci alla fine... come avevo promesso sono stata rapida, evitando di farvi aspettare un'altra settimana.
Che dire, finire anche questa storia è una grandissima soddisfazione (quota 3 XD), grazie a tutti voi per essere stati sempre presenti e per aver creato degli OC fantastici.
Spero che la storia vi sia piaciuta e che questo finale non vi abbia deluso, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
A questo punto vi saluto, spero ci rivedremo ancora quindi arrivederci.
Signorina Granger