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Autore: vereor cruz    25/04/2016    3 recensioni
Primo tentativo di Drarry su questo sito.
"Era pronto a dimostrare a chiunque che non aveva cattive intenzioni, che non intendeva comandare il mondo, che non intendeva assoggettare l'umanità come alcuni suoi predecessori avevano fatto, e che no, non gli interessava neppure essere adorato come nuova divinità new age.
Non che avesse niente in contrario all'adorazione."
Draco scopre di essere un 'tipo caliente'. Nel vero senso della parola.
Drarry, se continuo.
Genere: Angst, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Quando Ti Guardo

 

Ci sono volte che Draco è consapevole di essere ancora uno stupido ragazzino con rimanenze di infanzia fin troppo radicate nel suo cervello. Bisogni ed istinti che nonostante cerchi di reprimere da più di dodici anni perché imbarazzanti, trovano sempre e comunque la loro via di uscite su per i meandri del suo cervello, dove li ha relegati, e lo fanno agire come uno stupido, stupido, stupido bambino di cinque anni.

Cosa cazzo gli è saltato in mente di piangere davanti a Lis?!

Oltre che imbarazzante, potrebbe persino essere negativo per lei. Non dovrebbe forse Draco essere il baluardo di sicurezza a cui lei possa aggrapparsi, mentre si sente sprofondare nell'immenso baratro dell'amnesia, dei brutti ricordi, degli incubi che di sicuro la prenderanno appena si addormenterà?

Non dovrebbe forse Draco rappresentare il porto sicuro verso cui remare, la spalla su cui piangere, la figura in cui credere, che rappresenta forza e stabilità?

Cosa diamine mi è preso?!

Vorrebbe sbattere la testa contro il muro, ma al momento si sente così privato delle proprie energie, stravolto da quell'unica azione di deficienza abissale, che non è sicuro nemmeno di riuscire a sbattere la testa con forza sufficiente a fargli rientrare quel poco di intelligenza e sanità che prima doveva avere, ne è sicuro, e che, evidentemente, lo ha bello e abbandonato.

Cammina con passo rapido lungo il corridoio che, dalla stanza degli ospiti in cui ha accompagnato Lis, porta a camera sua. Normalmente, gli ospiti vengo fatti accomodare nelle stanze apposta per loro nell'ala opposta della villa, per quanto sullo stesso piano di quelle dei membri della famiglia Malfoy. Con Lis, però, sia Draco che Narcissa hanno convenuto che fosse meglio tenere la ragazza più a portata di orecchio, nel malaugurato caso, che Draco ritiene quasi una certezza al novantanove per cento, che si svegli urlando nel cuore della notte, o che continui a dormire, urlando, in preda agli incubi.

Narcissa, chiusa nella camera da letto padronale dalle grandi porte di legno scuro, decorate con motivi floreali in argento e oro, si è raccomandata che Draco tornasse a controllare Lis, prima di andare a dormire.

Draco si sente piuttosto combattuto, all'idea.

Lis è bellissima.

Lis è, tipo. La donna della sua vita, quanto a forme.

Le sensazioni che gli suscita sono tutto fuorché infantili, dal punto di vista fisico.

Se non fosse che la ragazza è vittima di amnesia, che deve essere passata attraverso situazioni molto, molto spiacevoli fino a, probabilmente, meno di dodici ore prima, e considerato quanto si stia palesemente sforzando di riprendersi e non farsi prendere da un attacco di panico dietro l'altro, Draco potrebbe essere tentato di flirtarci un pochino.

Non che si senta un bastardo in sé e per sé per questo.

La ragazza è una delle cose più sexy che abbia mai visto camminare, che non siano frutto di operazioni, incantesimi, ritocchi artificiali con o senza magia. È più bassa di lui, come del resto il settanta per cento della popolazione mondiale femminile, visto che Draco è oltre il metro e novanta, ma è comunque alta, sarà tranquillamente uno e settanta, forse anche ottanta. O forse no, perché tutto sommato gli arriva alla spalla. Non che importi. Quella è la sua nuova misura perfetta.

È magra, ma dio, che fisico. La carne nei punti giusti ha le forme più perfette che Draco abbia mai visto. Pansy ha molte più tette, sia chiaro, ma anche il culo più grosso, i fianchi pure. Astoria, con il suo metro di gambe, potrebbe essere alla pari con le gambe da modella di Lis, ed entrambe hanno un didietro assolutamente da favola. Sul serio. Potrebbe farcisi tante di quelle seghe, pensando a quei culi. Astoria, però, ha lineamenti in viso molto più duri, più alteri, più aristocratici e, per carità, eleganti, ma, come dire. La mascella di Draco ha una linea meno marcata, per intendersi. Lis, invece, ha delle belle linee eleganti ma non da gran signora, fini, femminili, giuste, come piacciono a lui, o come ha appena scoperto che gli piacciono. Senza contare che Lis deve avere una terza abbondante, mentre Astoria alla terza arriva solo quando ha il seno bello gonfio e il capezzolo duro.

Uh. sei un genio, a metterti a pensare a quelle due proprio adesso, Draco. Complimenti. Vai da Lis, adesso, no? A darle la buonanotte. Oh, sì, è assolutamente quello che ti serviva, una cazzo di erezione prima di andare in camera della tua protetta che è stata stuprata non più tardi di ieri!!

Sospira.

Guarda giù.

Riguarda su, incontrando il suo stesso sguardo nello specchio del corridoio.

Grazie al cielo è in jeans.

Non che nascondano molto, purtroppo, ma almeno ci provano.

Basta, ora è conclamato. Deve avere qualcosa di malato, in testa.

Prima si fa eccitare dalla ragazza stuprata di cui dovrebbe occuparsi.

Poi le piange in grembo come un cretino della peggior specie, e chissà cosa deve avere pensato lei.

Poi torna in modalità arrapato morto di figa, che se lo fa venire duro pensando alla già citata sventurata figliola cui dovrebbe badare e proteggere.

È proprio un cretino.

Quanto la sto facendo lunga. Prima o poi le passerà l'amnesia. Se le piaccio, mi scoperà, anzi, lascerà che la scopi io (mi scoperà? Da quando ti fai scopare tu?), e almeno questo punto sarà risolto. Eh sì. Perché, come dire che poi non penserà a lei tutti i giorni.

Ma un muro con un chiodo su cui sbattere la testa, non c'è?

Si sente davvero un cretino.

Apre la porta della sua stanza e se la chiude in malo modo alle spalle, sfilandosi la felpa e le scarpe, lasciando tutto per terra alla rinfusa vicino alla porta, gli indumenti che, appena toccano terra, si librano e si piegano ordinatamente e si infilano nel cestino delle cose da lavare, che verrà svuotato durante la notte.

La cintura e i jeans non li toglie, né li allenta.

Prima deve scendergli qualcos'altro, per così dire.

Invece, toglie la maglietta a mezze maniche e cammina, scalzo e a petto nudo, sul tappeto morbido fino alla grande finestra che si affaccia sulla foresta. Quella della camera di Lis da' sullo stesso tratto di bosco, più o meno.

Chissà perché le piace così tanto la foresta.

O forse le piace la natura in generale. Anche i giardini l'hanno colpita piuttosto in positivo.

Strano. Non ricorda molte donne Serpeverde con la passione del giardinaggio, durante i suoi anni di scuola. È più una passione che sviluppano quando si sono sposate, e sono a casa in grandi manieri ad ammazzarsi di noia, oltre a crescere figli viziati come lui.

Se è per quello, riflette pensando alle teorie dei suoi amici, non ricorda nemmeno un uomo, che fosse così interessato al verde.

Scuote la testa, mani sui fianchi, occhi persi verso un punto imprecisato del bosco avvolto dal buio; non riesce a credere che la possibilità che Lis in realtà sia stata un uomo sia vera, eppure, lo è. Theo e Blaise hanno ragione: se quello che vede è il vero aspetto di Lis, è assolutamente impossibile che sia stata ad Hogwarts e non si siano accorti di lei. Bella come è, almeno uno dei tre, o qualche loro compagno, se ne sarebbe accorto, avrebbe iniziato a parlarne... e invece, la prima volta che Draco l'ha vista, gli è quasi venuto un colpo tanto era bella, ed è ancora sicuro di non averla mai vista prima.

Ripensa ai tagli, ai lividi, alle contusioni e alle troppe cicatrici, provocate da Merlino solo sa cosa, sul corpo della ragazza. È così felice che la Guaritrice McCallister sia riuscita a rimuoverne la maggior parte, di modo che Lis debba solo preoccuparsi dell'amnesia, di una caviglia su cui zoppicare, e dei postumi dello stupro.

Che, santo cielo.

Puttana la miseria.

Ricorda.

Draco scuote la testa, distendendo le braccia lungo i fianchi e spostandosi verso il grande letto a baldacchino. Ci si lascia cadere, di schiena, piegando le gambe, i piedi appoggiati alla cornice di legno della struttura del letto. Inarca la schiena, spingendo i fianchi in alto, allenta la cintura e la sfila. Apre il bottone dei jeans, e decide che gli è sceso abbastanza da tirare giù anche la cerniera e lanciare la cintura per terra. Appoggia di nuovo la schiena e sente con piacere il tessuto del copriletto contro la pelle.

Non riesce a credere come si possa essere così crudeli, così infimi, così vigliacchi da violentare una donna, privarla della memoria, ma lasciarle chiaro il ricordo dello stupro.

È proprio una mossa da bastardi.

È sempre più sicuro che, chiunque sia stato, dovevano per forza avercela con Lis, squisitamente con lei, non solo perché era una a caso. Non avrebbe senso quell'accanimento, se fossero solo un gruppo di bastardi arrapati.

Anche se... I pazzi al mondo esistono.

Però...

Sospira, occhi grigi che vagano sul soffitto bianco del baldacchino su cui la costellazione del drago, da cui prende il nome, lo fissa da quando l'ha disegnata a suon di bruciature, qualche anno prima.

Di solito, sogghigna con soddisfazione ogni volta che gli finisce sotto lo sguardo, ricordando le urla di suo padre, infuriato per quell'atto di vandalismo privo di senso verso una proprietà della famiglia.

'E' il mio nome, no?' aveva ribattuto Draco.

La prima ed unica volta che era riuscito a zittire suo padre.

A parole, almeno, se non si conta il ceffone che gli aveva mollato subito dopo, per avere osato rispondere per le rime.

Al momento, però, è troppo assorbito dalla storia di Lis, per badare alla costellazione, le sei stelle della testa del drago che lo guardano sornione, Eltanin, Rastaban, Edasich. Una volta le guardava e pensava, se devo dare un nome a mio figlio, e devo continuare la tradizione dei Black di dargli il nome di una costellazione, potrei scegliere il nome di una di queste stelle. Assurdo per assurdo, suona sempre meglio di 'Draco'.

A Lis ha detto come si chiama?

Non se lo ricorda neanche più.

Probabilmente no, ma l'ha di sicuro sentito chiamare 'Signor Malfoy' fin dall'ospedale.

Glielo avrà detto di sicuro sua madre.

Scuote la testa, decide di alzarsi, e finisce di spogliarsi.

Si infila sotto alla doccia e spera che il getto caldo e forte dell'acqua basti a sciogliere la tensione che gli si è accumulata fra le spalle.

Lis non ha fatto parola riguardo quell'imbarazzante attimo di sconforto di Draco.

Ah. sconforto. Chiamalo più 'deficienza totale momentanea'.

Scrolla le spalle e pensa ad insaponarsi.

Pazienza, ormai è fatta. Può sempre fingere che non sia mai successo, e negare l'evidenza. Non c'è certo il pericolo che Lis sollevi mai l'argomento, o così almeno si augura.

Certo che... 'Hai gli occhi azzurri in questo momento. Sai?' e 'Sono bellissimi'.

Arrossisce persino sotto al getto dell'acqua, per poi insultarsi di nuovo.

Cosa diamine gli prende?

Va bene, è stato imbarazzante piangere, ma, non dovrebbe gioire perché Lis ha dato segno di trovarlo piacevole alla vista?

Uh. sempre se non l'ha detto perché eri patetico.

Sospira di nuovo.

Grazie a dio gli è sceso davvero prima, e finisce la doccia in due minuti.

Quando è fuori e si sta asciugando, si chiede cosa fare.

Di solito dorme nudo.

Solo che, se Lis lo dovesse svegliare di notte, in preda agli incubi, vorrebbe non perdere tempo a rivestirsi e mettersi qualcosa di decente addosso, prima di andare da lei. Si rassegna ai pantaloni di un pigiama più larghi che ha, e si siede sul letto a gambe incrociate.

Chiude gli occhi.

“Buongiorno a voi, qui è il comandante che vi parla” lo prende in giro la voce del Fuoco.

Cretino.

“Oh, ma perché mi insulti ogni volta che cerco di fare una battuta? Sto solo cercando di allentare la tensione!”

Non è colpa mia se non fai ridere.

“Sarai tanto più spassoso tu, con tutte le paranoie che ti tiri su questa femmina. Comunque. Che dobbiamo fare?”

Voglio vedere cosa sta facendo. Se dorme già, se sta bene.

“Ah-ha. La vecchia scusa per beccarla nuda mentre esce dalla doccia”

Draco apre gli occhi, arrossendo violentemente, per poi sbuffare con imbarazzo mascherato male da sarcasmo.

L'ho già vista nuda, sai?

“Sì, ma l'abbiamo capito tutti che ti piacerebbe un replay. Sei fortunato che ancora non l'ha capito lei”

Draco si gela.

Tutti?

“Ah-ha. Sì, capo. Lei non ci è ancora arrivata. Credo proprio che sia un effetto collaterale dello stupro, ha bisogno di vederti come un cavaliere senza macchia e senza paura, e soprattutto, asessuato, per un po'. Poi, appena le passerà la cosa, probabilmente se ne accorgerà anche lei. Non mi sembra scema”

No, no, aspetta. Se n'è accorto.. chi?

“Beh, Theodore, il tuo amico. Anche il biondo, Blaise, ci sta pensando. Tua madre.”

Oh, no. Oh no no no no no.

Questo sì che è imbarazzante. Oh, no. Oh no, ti prego, no.

“Che c'è? È tua madre!”

Sì, ma... Oh, no. Oh, Merlino...

“Senti. Vuoi vedere la tua donna o no?”

La.. La mia donna?! Scusa, quando è che è diventata la 'mia donna'?

“Andiamo Draco. A me non puoi mentire, e, anche se potessi, mi piacerebbe che almeno con me fossi onesto”

Questo cosa c'entra con il fatto che Lis sia o meno mia?

“Sei cotto di lei”

Sì, ma non è mia. Non so nemmeno se le piaccio!

“Uff, quante storie. Aspetta e vedrai”

Aspetta e vedrai, un cazzo! Smettetela di trattarmi come se mi fossi innamorato di questa donna. State correndo tutti e non ho idea del perché! È una bella donna, fine! Mi arrapa un sacco, fine! Mi preoccupo per lei, fine! Ok, magari l'ultima cancelliamola.

“No, no, Draco, la lasciamo eccome. Anzi. Posso capire che tu non voglia pensarci adesso, che sia maledettamente presto per parlare di sentimenti, bla bla bla, tutte quelle cazzate lì, ma, almeno, non negare l'evidenza. Ti piace, non solo fisicamente”

Stanco di protestare, e, soprattutto, di non riuscire a spiegare il proprio punto di vista con nessuno, a quanto pare, Draco sospira e si acciglia.

Ok. adesso, mi fai vedere sta benedetta ragazza?

“Sicuro, capo”

Draco, occhi chiusi, percepisce il profumo di pulito che aleggia nella stanza di Lis.

Odore di sapone, shampoo e della pelle di Lis, che sa quasi di limone.

La stanza è ancora avvolta nella tenue luce dorata che gettano le fiamme del camino, e insieme alla tappezzeria creano una fantastica, confortevole aura di alcova protetta e sicura.

Appallottolata sulla pila di cuscini in cui sprofonda e da cui risalta come una macchia scura, Lis è a metà fra seduta e sdraiata, occhi fissi sulle fiamme, un cuscino quadrato stretto contro al petto, fra le braccia incrociate, i capelli sciolti sulle spalle, le gambe lunghe fasciate dalla lunga camicia da notte nera a maniche lunghe.

Gli occhi verdi bruciano, fissi sul fuoco, persi in chissà quale ricordo non piacevole, le guance abbronzate rigate di lacrime che non fanno in tempo ad asciugare prima che altre, silenziosamente, si uniscano alle prime, senza che lei nemmeno provi con la mano a liberarsene.

Draco geme a mezza voce, storcendo la bocca in una smorfia.

Diamine.

Cosa faccio?

“Vuoi dire, se intervenire e andare da lei, o lasciarla piangere? Me lo stai davvero chiedendo?”

Non voglio starle addosso.

“No, direi che quello l'ha già fatto molto bene qualcun'altro”

Intendo che forse potrebbe volere stare da sola. Tipo, a schiarirsi le idee. Oggi non è rimasta sola nemmeno un minuto, e forse non le fa bene. Forse ha bisogno di processare da sola la cosa. Quando è in compagnia, cerca di non pensarci.

“Sì, e quando è da sola va in panico”

Vero, ma adesso mi sembra tranquilla. Sta male, ma è tranquilla.

“Draco, gradiresti per cortesia piantarla di proiettare su di lei le tue reazioni, e di interpretarla come se fossi tu? Perché, se l'aspetto non è sufficiente a fartelo capire, non sei tu. Vedi? Ha le tette. Tu non le hai”

Draco alza gli occhi al cielo.

Il punto...?

“Il punto è che quella n on reagisce come te. Tu vorresti essere lasciato solo per capire cosa è successo. Per capire come combinare quello che è successo con l'idea che tu hai di te stesso e del mondo. Lei no. Sta solo cercando di non ricordare quello che vuole dimenticare, e sforzandosi di ricordare quello che ha dimenticato, e vuole sapere”

Oh.

Come lo sai, l'ultima cosa?

“Duh. Entità sovrannaturale, ricordi? Fidati. È così”

Ok, annuisce Draco, aprendo gli occhi.

Sospira.

Poi impreca a mezza voce e si alza.

Si rimette i jeans, e pazienza se i boxer se li dimentica. Infila gli anfibi, senza calzini, infila la felpa, poi pensa che la maglietta è meglio mettersela, toglie la felpa, cerca la maglietta, la infila, e rimette la felpa.

Raggiunge la stanza di Lis a passi grandi e decisi, che stranamente riesce a fare suonare soffocati nonostante le scarpe che porta.

Bussa, e non aspetta che lei gli risponda. Apre la porta e si affaccia nella stanza, dove nulla è cambiato rispetto a quello che ha appena visto attraverso il fuoco acceso.

Lis sposta i grandi occhi verde verso di lui, spaventati per un attimo, poi rilassando le spalle e sorridendo appena. Una mano sale velocemente a tergere le lacrime dalle guance, senza che la cosa impedisca alle nuove che le si affollano negli occhi di cadere sulle dita.

Draco entra e si chiude la porta alle spalle.

Cosa dire?

-Ciao-

Oh, per l'amor del cielo.

-Ero passato a darti la buonanotte- dice, rendendosi conto di stare mormorando, come per non disturbare la bolla di rifugio sicuro che la stanza in penombra e colori caldi trasmette: -vuoi compagnia?-

Lis annuisce.

Le lacrime contrastano in modo terribile con il sorriso spontaneo che le sale e si allarga sul suo viso, illuminandoglielo.

Draco deglutisce, pensando che sia una delle cose più belle che abbia mai visto, e in pochi passi è al suo fianco, seduto sul letto vicino a lei, le gambe piegate per non mettere gli anfibi sulle coperte, Lis fra le sue braccia.

Draco respira il buon profumo dei suoi capelli lavati, e le bacia la testa.

Chiude gli occhi e sente le emozioni che Lis prova.

Curiosamente, nel groviglio di cose negative, ci sono anche il senso di sicurezza e di protezione, e un certo sollievo legato alla sua presenza. È felice di vederlo, perché la fa sentire protetta.

Draco si trattiene dallo sgranare gli occhi, e le bacia di nuovo i capelli: -Sei al sicuro, Lis-

Lei annuisce, contro alla stoffa della felpa scura di Draco.

-Va tutto bene. Andrà tutto bene- continua a mormorare Draco.

Quando è stata l'ultima volta che ha consolato qualcuno?

Per non parlare di quanto tempo è passato da quando ha cercato di dire qualcosa per rasserenare qualcuno in lacrime. Non è nemmeno sicuro di averlo mai fatto.

-Ti prometto che prenderò quei bastardi- le giura, occhi chiusi e una mano ad accarezzarle una spalla: -e gliela farò pagare, Lis, te lo giuro. Scopriremo cosa ti è successo, e tornerà tutto come prima. Sarà solo una brutta parentesi-

Lei continua a piangere, ma annuisce.

Piange in silenzio, e in silenzio Draco la tiene stretta e l'accarezza.

Lis va avanti a piangere fino ad addormentarsi. Senza svegliarla, Draco la prende in braccio, scosta le lenzuola e l'appoggia con delicatezza sul letto, coprendola. Decide di non tornare in camera sua, e si sdraia sul divanetto fra il letto di Lis e il camino acceso, dove le fiamme piano piano si smorzano fino a sparire, per lasciare dormire il piromane e la ragazza dagli occhi verdi.

Nel corso della notte, Lis ha gli incubi che Draco aveva previsto avrebbe avuto.

Non grida, ma piange e si lamenta, gemendo nel sonno senza svegliarsi.

Piange e mormora qualcosa che sembra 'no, smettetela'.

Draco si alza e la abbraccia forte, cercando di capire se la situazione è così brutta che è meglio svegliarla, o se lasciarla dormire. Dopo poco che è fra le sue braccia, però, Lis si calma e continua a dormire. Draco resta al suo fianco, e, al secondo episodio di incubi, è abbastanza sicuro di sentirla mormorare 'Ben'.

Gli si stringe il cuore.

Lis potrebbe avere un ragazzo?

Potrebbe avere già qualcuno?

Continua a tenerla stretta e a mormorare sciocchezze che dovrebbero suonare rassicuranti, e presto si calma di nuovo.

Lasciando Draco insonne per il resto della notte, a chiedersi se la Lis con l'amnesia sarà l'unica Lis che potrà mai tenere abbracciata a sè.

Gli fa male ammettere quanto gli si stringe il cuore in petto all'idea.

 

 

 

 

La mattina seguente, Draco si sveglia abbracciato al corpo di Lis, ancora addormentata contro il suo petto, le braccia premute contro la faccia a schermarsi dal mondo.

Draco di mette qualche secondo a capire dove si trova, e, quando realizza, oltre a odiarsi per avere dormito in jeans e con le scarpe, si maledice perché il suo corpo, a quanto pare, proprio non ne vuole sapere di reagire sottotono, quando c'è di mezzo la bellezza che gli dorme accanto.

Già, benvenuta erezione mattutina.

In questo momento vorrebbe quanto meno essersi messo qualcosa sotto ai jeans, anche se è abbastanza sicuro che non basterebbe a mascherare la situazione ai piani bassi. Sposta le gambe per non farle aderire il pacco alla coscia, ma il movimento è sufficiente a svegliarla.

Lis sbatte gli occhi verde impossibile e mette a fuoco Draco.

-Draco?-

La voce roca che mormora il suo nome potrebbe peggiorare la suddetta situazione ai piani bassi, sì.

Draco stira le labbra in un sorrisetto e si alza su un gomito, lasciandola libera: -Buongiorno. Come ti senti?-

Imbarazzata, non ci vuole molto a capirlo. Lis arrossisce appena, ma non sembra rendersene conto, e ricambia il sorriso, facendolo diventare la versione assonnata e molto più carina di quello che Draco ha appena fatto.

-Meglio di ieri sera-

-Ottimo- Draco si alza in fretta, pregando ogni divinità che non gli si noti niente di strano all'altezza vita. Anzi, sotto. Più o meno all'altezza degli occhi di Lis, adesso, ora che ci pensa, perché, da bravo coglione, non ha realizzato che alzarsi, quando lei è ancora sdraiata, e si tiene solo su un gomito ancora piegato, l'avrebbe portata all'altezza giusta per raggiungergli il pacco.

Oh. Mio. Dio.

Infila le mani in tasca e le chiude a pugno: -Sì. Ehm. Ti va di fare colazione?-

Lei annuisce, e lui se la fila con la scusa di andarsi a fare una doccia e cambiarsi.

Odia il Fuoco con tutto sé stesso per stargli ridendo dentro alla testa nel modo più irrefrenabile possibile, accompagnando con quella risata di scherno impietosa la fuga che Draco fa verso la sicurezza della sua camera, prima, e della sua doccia, poi.

Grazie al cielo, riesce a cacciarlo fuori dai suoi pensieri mentre, in doccia, si fa la sega più veloce e, ggah, appagante da un bel, bel po' di giorni a questa parte, pensando alle cosce calde di Lis...

Et Voilà, imbarazzo abissale sul suo volto appena esce dalla doccia e inizia a vestirsi.

Il Fuoco ridacchia ma non articola parola.

Ogni volta che gli occhi di Draco incontrano una superficie riflettente, però, lo sente di nuovo ridacchiare più forte, in fitte che cerca di sopprimere senza riuscirci.

Ad un certo punto, Draco non ne può più, al punto da sbattere la testa contro al muro, mani sulle orecchie, e ritrovarsi a ridere lui stesso.

Ride e ride e ride, e il Fuoco ride con lui.

“Oh, cazzo, questa è stata una delle cose più divertenti che abbia mai visto”

Sì, che da fuori fosse divertente, ci credo proprio.

“Oh, cazzo. È stata... epica. Oh, mio dio! La tua faccia mentre te la filavi!”

Sì, ok. Hai ragione.

“Dai, almeno non se ne è accorta” lo consola il Fuoco, smettendo di ridere.

Draco, sorridendo della propria imbecillità, si asciuga i capelli frizionandoli con la salvietta e si riveste.

Ah, no?

“No. Penso fosse troppo addormentata, ancora. Potrebbe anche averti salvato il fatto che si sentisse in imbarazzo lei stessa per essersi svegliata fra le tue braccia... Le piaci, tigre!”

Uh. certo.

La cosa gli ricorda Lis che mormora di notte.

Aggrotta la fronte.

“Che hai?”

Hai presente quando ha chiamato un certo 'Ben', stanotte? Credo che lui gli piaccia di più, ribatte lugubre.

“Ok, ok, ok. No, primo: potrebbe essere suo figlio, per quello che ne sai, o suo fratello. O il suo gemello. O suo cugino. O il suo collega che ha visto morire bruciato prima di”

Che cosa hai detto?!

Draco lascia cadere rovinosamente a terra i libri che stava spostando da una parte all'altra della stanza, quelli che ha chiesto a Trinxy di procurargli dalla loro biblioteca personale che trattassero temi come amnesia e cambio di sesso.

“Uh, che potrebbe essere suo figlio? Suo fratello, magari, visto che sembra troppo giovane per avere avuto un bambino?”

No, dopo.

“Uh... il suo gemello? Suo cugino?”

Dopo, dopo. Non prendermi per il culo.

“Ehi, anche il collega di Potter si chiamava Ben. Tutto qua” si difende l'entità primordiale, facendo l'equivalente di una scrollata di spalle.

Stai suggerendo che Lis sia Potter?

“Certo che no. Ho solo detto che... beh, sono stati i tuoi amici a dire che Lis potrebbe essere stata un uomo”

Sì, ma non hanno mica detto che era Potter.

“Ehi, ho solo detto che anche Potter conosceva un Ben. Tutto qui”

Draco lancia un'occhiataccia al camino, le fiamme accese che crepitano con più vigore.

Non me la conti giusta.

Il Fuoco fa l'equivalente di un'alzata di occhi al cielo: “Giuro. Non ho detto che Lis è Potter. Ho detto che entrambi conoscono un Ben”

Ugh. Allora non dire mai più cose del genere. È estremamente... disturbante.

Il Fuoco borbotta incomprensibilmente, e Draco cerca di ignorare sia lui, sia l'eventualità che la donna accanto a cui ha dormito quella notte sia Harry Potter.

Che, a proposito.

Dobbiamo cercare di capire dove diamine lo hanno portato, dice al Fuoco.

L'entità annuisce: “Sì, hai ragione, ma non ti sognare di tornare in quella chiesa, se no mi stai male di nuovo”

Non ci penso nemmeno. Quel posto mette i brividi.

“Bisognerebbe capire contro chi ci stiamo muovendo. Il tuo amico Theo, che ne sa così tanto di questo tipo di cose oscure, non potrebbe chiedere in giro? Sono abbastanza sicuro che sarebbe in grado di trovare qualche indizio utile”

Theo?

E perché dovrebbe saperne qualcosa?

“Non so, un'impressione. Tu chiedi”

Draco si acciglia di nuovo, i libri ancora in mano, senza avere finito di raccoglierli.

Cosa non mi stai dicendo?

“Non c'è niente che non ti sto dicendo. Anche tu pensi che Theo sia la persona più indicata per chiedere senza destare sospetti, in ambienti come quello dove dovremmo indagare. Se coinvolgi lui, allo stesso tempo ti assicuri il culo parato, proteggi Lis, stai fuori dalla mischia, e Theo è comunque più esperto di te in materia”

Ottimo punto. Glielo chiederò.

“Bravo, ottima idea”

Draco finisce di raccogliere i libri a mano, per poi chiedersi, mentre li riappoggia sulla scrivania, perché non abbia usato un incantesimo o non abbia semplicemente aspettato che si risollevassero da soli. Quando è sovrappensiero fa proprio le cose più stupide.

Torna alla stanza di Lis, dove lei lo aspetta già in corridoio, affacciata, guarda un po' che novità, alla finestra aperta che dà sulla foresta e sui giardini sottostanti.

Questa mattina si è vestita da sola, nota. Non perché abbia qualcosa di particolarmente strano, o perché stoni, ma semplicemente perché ha cambiato vestito. Indossa un abito molto simile a quello che la mattina prima le ha scelto Draco, solamente nero anziché chiaro, lungo fino al ginocchio e con calze sotto dello stesso colore. Le scarpe, nere a loro volta, completano quel look total black che su Draco dà l'effetto fantasma, e a lei sta piuttosto bene. La pelle abbronzata ha un'aria di calore che quella di Draco non potrebbe mai avere, e i grandi occhi verdi sembrano brillare.

Le sorride, e lei ricambia, e, argh, Draco davvero si augura che il Fuoco abbia ragione, e questo Ben, chiunque sia, non sia il suo ragazzo.

-Andiamo-

La prende sottobraccio e lei si appoggia a lui senza imbarazzo, il piede fasciato che le da ancora qualche fastidio, ma su cui si ostina a cercare di camminare ugualmente. Camminano lungo tutto il corridoio, fino alle scale per scendere al primo piano, quello delle sale da pranzo, e Draco trattiene un sorrisetto soddisfatto quando si rende conto dell'aria impressionata con cui Lis osserva i soffitti, i quadri, gli affreschi, le tappezzerie, ma, soprattutto, i giardini che spuntano da ogni finestra.

-Ti piacciono davvero tanto quei giardini, eh?- commenta ad un certo punto, quando gli occhi di Lis si incastrano sulla foresta in lontananza, ai confini dei giardini curati all'inglese, e lei sorride: -Oh, sì-

La voce è ancora roca, ma meno bassa delle prime volte che l'ha sentita.

-Come sta la tua gola?- chiede, cercando di non fare allusioni più di quanto sia necessario.

Lei annuisce: -Molto meglio, grazie. Pensi che potremmo fare colazione fuori, come ieri?-

-Cos'è, un modo per togliermi gli eventuali dubbi che potevano essermi rimasti su quanto ti piacciano?-

Lis ridacchia, un suono che a Draco farebbe tremare le gambe, se non stesse aiutando Lis a camminare: -Mi piacciono, lo ammetto. Mi piace soprattutto il bosco. Ieri tua mamma mi ha raccontato qualcosa di questo posto e...- sospira: -credo di essermene un po' innamorata-

Buffo, io di te.

Cervello! Basta con queste idiozie!!

Draco sorride di un bel sorriso pieno: -Saresti la benvenuta anche se ricordassi chi sei in questo momento, Lis. Potrai venire a vederli quando vorrai-

Lei sorride, occhi verde scintillante che per un attimo sembra brillino di qualcosa di più che la felicità per il permesso di tornare in un posto che le piace.

-Stamattina però è meglio se restiamo dentro. Il pomeriggio è diverso, fa più caldo, stare fuori non è un problema. Devi solo aspettare-

Lis annuisce, arrendendosi docilmente.

Le scale le richiedono qualche sforzo, e, per aiutarla, Draco scende un gradino sotto rispetto a lei, le mani di Lis sulle sue spalle, teste piegate in avanti per vedere dove appoggiare i piedi.

Il nero dei capelli di Lis si confonde in un amalgamarsi perfetto con il biondo platino dei capelli di Draco, e il cuore gli fa così male in petto che per un attimo si chiede se glielo stiano per strappare.

Se quella donna sia solo un sogno, un'apparizione, un qualcosa di nefasto scagliato nella sua vita per stravolgerlo e rovinarlo, appena glielo porteranno via.

Lis ha la voce più bella che abbia mai sentito, e quando ride non riesce più a pensare.

Gli ultimi gradini sono troppo per la sua caviglia dolorante, e Draco la solleva fra le braccia con piacere, continuando a tenerla in braccio anche lungo il corridoio che porta al salotto apparecchiato per la colazione, dove li aspetta Narcissa, sopracciglio biondo argenteo che si arcua con interesse alla scena che le si para di fronte, e al suono delle risa dei due ragazzi.

Draco spera di non stare arrossendo sotto allo sguardo di sua madre.

Lis lo fa, impunemente, e sorride alla matriarca Malfoy.

-Buongiorno, ragazzi- saluta con cortesia divertita Narcissa Malfoy.

-Buongiorno, Signora Malfoy- saluta con educazione Lis, cercando di zoppicare il meno possibile dal punto vicino al tavolo dove Draco l'appoggia per terra, alla sua sedia, alla destra di Narcissa.

-Buongiorno, madre- saluta Draco, sedendosi a sua volta alla sinistra della donna vestita di chiaro.

-Vedo che oggi avete optato per un look piuttosto lugubre, entrambi!- commenta con una punta di divertimento Narcissa, offrendo a Lis la teiera: -tè, cara?-

-Sì, grazie, Signora Malfoy- accetta lei.

-Non eri tu a dire che il nero è elegante, madre?- ribatte Draco, versandosi una buona dose di caffè per compensare le ore in cui non è riuscito a chiudere occhio.

-Sì, ma qui mi sembra si esageri. Già non approvo il fatto che tu ti vesta solo di nero, di recente. Adesso hai pure passato questa mania alla nostra ospite... Anche se, devo dirlo, Lis- e le lancia un'occhiata di complicità: -ti sta d'incanto. Forse un po' di verde rallegrerebbe quel tanto che basta per non farlo sembrare opprimente, e ti si intonerebbe splendidamente agli occhi-

Lis arrossisce.

Draco ha la sensazione che, amnesia o meno, non sia abituata ai complimenti: -Se lo dice lei, Signora Malfoy-

-Oh, sì, cara, e fidati del mio consiglio-

Draco si trattiene a fatica dal ridere.

Non perché dubiti dell'indiscutibile buongusto di sua madre, ma perché, insomma. È una scena divertente.

-Hai impegni per oggi, Draco?- chiede sua madre.

Lui guarda il soffitto e sospira appena. -Sì. Sto collaborando con gli auror per un'indagine-

Sua madre, prevedibilmente, stringe convulsamente la mano attorno alla tazza di ceramica:-Ah?-

-Non è niente, madre, non preoccuparti- si affretta ad aggiungere Draco, salvo poi darsi dell'imbecille, perché quello è proprio quello che non va mai detto a sua madre. La donna, infatti, alza le sopracciglia, e lui deve sbrigarsi a spiegarsi, prima di peggiorare la situazione.

Lis non ricorda niente, quindi, non dovrebbe essere un problema se sentisse...

-Potter è scomparso, qualche giorno fa, ed è nei guai. Gli auror mi hanno chiesto di partecipare alle indagini che hanno avviato per ritrovarlo-

Narcissa Malfoy appoggia la tazza: -Quando te lo hanno detto?-

-Ieri. È stata una cosa un po' improvvisa, per quello non te ne ho parlato. Ieri, appena sono tornato dopo avere visto Theo e Blaise, un auror è venuto a cercarmi-

-Sì, mi ricordo, l'ho sentito-

-Beh, mi hanno chiesto di aiutarli, e sono andato con loro-

Narcissa Malfoy deglutisce, dominando qualsiasi impulso le stia salendo.

Draco la fissa, mentre lis tiene gli occhi bassi per non disturbare.

La donna si volta verso la ragazza e le sorride: -Sembra che saremo di nuovo solo io e te, Lis. Ti andrebbe un giro verso la foresta, più tardi?-

Lis si accende in un sorriso che pare un bambino a cui abbiano detto che è di nuovo il suo compleanno: -Oh, sì, eccome!-

Narcissa le sorride di rimando, e si volta con grazia verso suo figlio: -Cosa devi fare?-

-Niente di pericoloso, davvero. Solo, capire dove potrebbero averlo portato-

Sua madre annuisce.

-Non mi fa fare i salti di gioia, ma, immagino starai attento-

Che è poi un modo di intimargli di farlo.

Draco annuisce, un sorriso piccolo che proprio non può non salirgli alla bocca: -Sì, madre-

-Bravo- commenta lei, con l'insoddisfazione di chi sa di avere vintouna battaglia ma perso la guerra.

 

 

 

To Ben Or Not To Ben, questo è il problema.

Fatemi sapere cosa ne pensate!

VQA

 

   
 
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