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Autore: lalluby    25/04/2016    2 recensioni
Margot Harris è una matricola dellla Columbia University con una visione innocente e una paura di cadere.
Calum Hood è il crudele, figlio di un miliardario e un senior della Columbia University con un passato oscuro e un gusto del rischio. Entrambi sono totalmente l'opposto, ma forse, sono solo ciò di cui l'altro ha bisogno.
- - -
- Tu e Calum Hood eravate amici?- Chiesi con cautela. Ma questo anticipava il fatto che io già sapessi la risposta, sorprendendo tutti, il volto di Ashton si dipinse con espressione di amarezza verso il pensiero della sua amicizia con Calum , mascherando il tutto con apatia e fastidio.
- Molto tempo fa. Sono contento che adesso non lo siamo più -
- Perchè? - Chiesi, sperando di ottenere delle risposte e di non essere troppo impulsiva.
- Lunga storia. Ma tutto sommato, lui non è il tipo di persona con la quale vorresti essere impegnata - ( … )
- Penso che ci sia del buono in tutti. Alcune cose... alcune persone, a lui importano - ( … )
Ashton mi guardò , prese un'altra boccata dalla sua sigaretta cercando il mio sguardo. (... ). Ashton portò la sigaretta nel posacenere, schiacciandola contro di esso e guardandola per un attimo.
- Ad Hood non importano le persone. Lui le brucia -
Genere: Dark, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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At 8:00 pm.


 

Mi stavo dirigendo verso la lezione successiva quando notai sul mio telefono una chiamata persa da Calum. Beh, forse non era del tutto persa, non perchè non avessi a portata di mano il mio cellulare. Ma ogni volta che sentivo vibrare il mio telefono, vedendo che si trattava di Calum anche se avessi potuto rispondere, non lo facevo.

Era passato una settimana da quando lo avevo visto l'ultima volta. Fino a che non vidi la serie di sue chiamate perse. C'era una parte di me che fosse sicura che lui mi avesse dimenticato, andando magari con un'altra ragazza. Ma l'altra metà, sapeva che non era così. La parte migliore di me sapeva che la causa per cui non ci fossimo più sentiti fosse solamente mia.

Avevo paura. Ogni tanto, avevo la sensazione come se delle scosse elettriche pulsavano alla bocca del mio stomaco. Ricordando la serata al suo attico. Ricordando come mi fossi sentita quando ci baciammo nella sua cucina o il sapore delle sue labbra quando incontrarono le mie. Ricordando come le sue dita sfiorassero la mia pelle. Ricordando come ci si sentisse ad avere le vertigini, ad essere spaventati ed a vivere ogni secondo in cui eravamo insieme.

Ogni volta che ci vedevamo, era notte. Ma ripensando a tutte le emozioni che Calum mi faceva provare, era come vedere sempre uno spiraglio di luce in tutto quel buoi che ci circondava.

Nei miei ricordi non eravamo come quei segreti che le persone tengono per la notte. Eravamo più un lento, delirante e delizioso susseguirsi di mattine e di verità confessate tra due persone.

Tutto sembrava perfetto in questo momento, ma sapevo che non sarebbe durato per molto. E la parte più assurda di tutta questa storia, era che: dopo le litigate e il dolore che mi aveva causato Calum, io volevo lui e avevo bisogno di lui come una falena che vola verso la fiamma. Ma poi c'era quella parte insicura dove tutti si chiedevamo cosa fossimo realmente io e Calum e cosa sarebbe successo più avanti tra di noi.

Due giorni fa non gli avevo risposto e lui provò a chiamarmi il giorno successivo, ottenendo lo stesso risultato: nessuna risposta.

Osservai lo schermo del mio cellulare anche se la mia testa mi impedì di rispondergli, gli risposi, espirando e sentendo dall'altro capo una confusa interferenza.

-Hei,sono Calum-

Non riuscii a trattenermi dal sorridere mentre camminavo per il cortile dal campus raggiungendo la classe successiva.

-Hei-

-Ne è passato di tempo-

Ci fu un lungo sospiro. Sapevamo entrambi il perchè.

-Si,lo so. Mi dispiace-

Lo spazio che avrei voluto riempire con un ''mi sei mancato'' fu occupato solamente dal silenzio.

Calum portò avanti la conversazione, come questa mattina che fu l'ultima volta che parlammo.

-Come stai?- La sua voce al telefono risuonò più roca e profonda.

-Sto bene.Tu?-

-Ehm....si,sono stato bene-

-Bene-

-Già- Si fermò - Allora, sei libera stasera?-

-Umh,credo di si. Perchè?-

-Beh,bene, se non vuoi, lo capisco. Ma c'è questo... incontro. Vuoi venire?-

-Un incontro -

-Si, beh, è più simile ad una festa. Io non sono davvero sicuro chi ci sia. Ma dovrebbe essere di basso profilo -

-Sono sorpresa che tu ci vada. La gente difficilmente ti vede alle tue feste- Sorrisi.

-Beh,ci vado perchè sono socialmente obbligato-

-E Calum Hood deve rispettare tali obblighi sociali- Dissi molto seriamente e lui rise.

-Ok,in realtà non era necessario che ci andassi. Ma ci sarà della musica dal vivo. E io ci voglio andare. Con te-

Sentii dei brividi percorrermi la schiena per diversi ragione.

-Non lo so...-

-Pensalo come un favore. Dovrei portare qualcuno. Queste feste sono abbastanza convenzionali e servono per la società-

-Non saranno come le feste dei tuoi amici, giusto?-

-No, sarà completamente diverso, te lo prometto. Ti piacerà. Staremo lì per un'ora, massimo-

-Non lo so, Calum. Perchè non porti qualcun'altro?-

Fece una pausa.

-Non voglio portare qualcun'altro-

Ora fu il mio turno di fare una pausa. Mi fermai e tirai via il cellulare dall'orecchio, alzando lo sguardo e chiedendomi il perchè io fossi così stupida per contemplare di dirgli di sì. Ma c'era qualcosa di Calum che mi diceva di accettare.

-Ok,vengo-

-Grazie. Ti mando un e-mail per i dettagli. L'evento in se' non ci dovrebbe richiedere molto tempo, davvero. Ti riporterò al dormitorio verso le 10.00-

-Aspetta,aspetta! Cosa dovrei indossare? Formale o...?-

-No, no. Indossa un abito o qualcosa di simile. Qualcosa di bello-

Presi un momento pensando di chiedere qualche aiuto a Roxanne.

-Va bene...Cercherò di mettere o trovare qualcosa da mettere insieme-

-Ottimo. Il mio autista passerà a prenderti alle 8.00 pm-

 

 

* * *

 


Misi in disordine l'intero armadio di Roxanne e i miei vari cassetti per cercare qualche accessorio che andasse bene con il vestito che Roxanne mi aveva gentilmente prestato.

 

Mentre cercavo, armeggiando con i vari vestiti che avevo buttato sul letto per la mia folle ricerca, quando mi voltai vidi una scatola in un piano del mio armadio.

Sorrisi consapevole di cosa contenesse. Dopo tutto non avevo dimenticato i ricordi più importanti in Georgia.











 

Calum's P.O.V

 

-Hei,dov'è il tuo accendino?- Michael mi chiamò dalla cucina.

-Uhm, dovrebbe essere sul piano dell'isola-

-Trovato-

Michael ritornò in soggiorno mentre io osservavo il completo in giacca e cravatta che Nilda aveva disposto sul divano.

Michael fece scorrere il pollice verso il basso nella rotellina metallica fino a quando la fiammella si appoggiò con l'estremità della canna che teneva tra l'indice e il pollice.

-Allora, le lo hai chiesto?-

-Si,l'ho chiamata-

-Che cosa ti ha detto-

-Lei ha detto di sì-

Michael espirò e rise.

-Seriamente?-Borbottando sottovoce- Pensi che imparerà-

-Cosa intendi?- Chiesi.

-Lascia perdere- Prese un altro tiro e gesticolò verso di me, chiedendo se ne volessi un po'. Rifiutai e lui si appoggiò contro il bancone -Questa idea è così fottutamente stupida-

-E' solo un evento di beneficenza. Non significa assolutamente un cazzo-

-Si,come no-

-Vado e la gente non ha bisogno di vedere con chi sia venuto. Vedono che sono venuto con qualcuno, faccio due chiacchiere con i colleghi di mio padre e me ne vado-

-E cosa farà il tuo nuovo piccolo giocattolo? Ti aspetterà al tavolo mentre tu cerchi di fare il lecca culo e fare più soldi?- Michael rise e prese un'altro tiro prima di iniziare parlare nuovamente -Oh, giusto. Dimenticavo. Lei non ti aspetterà al tavolo. Farai il lecca culo e più soldi con lei tra le tue braccia-

-Non è così- Giocai con l'accendino- Sai una cosa? Cazzo, passami quella canna-

Michael me la passò, la guardai un momento prima di portarla alle labbra ed espirare ed espirare fuori il fumo.

-Mezz'ora e sarà tutto finito. E' solo un evento di beneficenza non ci saranno ne fotografi e paparazzi. Margot rimane il mio piccolo segreto, per la maggior parte. Nessuno si farà male. Tutti, compresi i miei genitori saranno felici-

-Stronzate- Michael armeggiò con il suo orologio, lo stesso che sia io e Luke abbiamo - Margot non sarà mai il tuo piccolo segreto. Questa cosa, non mi riferisco solo a stasera, voglio dire anche in generale... portala avanti. Voi due sarete quelli che si faranno più male -









 

Margot's P.O.V



 

Mi sedetti sul bordo del letto, guardando lo schermo del mio telefono per controllare l'ora. Sentii l'apprensione alla bocca del mio stomaco, ma anche un senso vertiginoso di paura.

Il mio nervosismo era al limite, ma non mi interessava.

Afferrai il lucidalabbra mettendolo nella pochette, sperando che questa sera andasse tutto per il meglio. E per la prima volta da quando ero qui a New York, mi sentivo bene.

Finalmente una festa che non sarebbe stata come le altre. Lo sapevo che non era un bene idealizzare, ma quella sensazione che sentivo allo stomaco forse questa serata con Calum sarebbe andata bene.

Forse sarebbe stata la notte dove io e Calum non ci saremmo circondati da tutte quelle persone vuote. Una festa che forse, sarebbe stata più tranquilla e non come le altre in cui mi sentivo un'estranea come se mi fossi dispersa e avessi preso l'uscita sbagliata di un'autostrada, ritrovandomi in un posto sconosciuto.

Diedi un'ultima occhiata all'orologio sul mio cellulare e sperai nuovamente che questa serata non sarebbe andata fuori controllo.
 

-Mamma!Guarda cosa ho fatto-

Le mostrai il piccolo fiore bianco che disegnai con la glassa su uno dei vassoi. Il suo sguardo era stanco, ma non il suo sorriso che mi diede prima di lasciarmi un bacio nei capelli.

-E' davvero carino, Margot. Ma dobbiamo spostare questo vassoio stanno arrivando degli ospiti-

Erano appena le cinque e non sapevo il perchè di questa festa. Ma prima che le lo potessi chiedere le amiche di mia madre, le uniche altre persone francesi qui, stavano facendo il loro ingresso dalla porta con un'ondata di sorrisi e abbracci.

La nostra casa era appena una casa, ma era qualcosa. Mi madre mi aveva detto più volte che ci saremmo trasferite in una casa migliore non appena mio padre avrebbe venduto il suo primo libro. O quando avremmo vinto alla lotteria.

Ma per ora, lei spostò il tavolo della cucina facendosi aiutare da mia zia nella veranda sul retro. Non prima di aver spento la televisione della cucina e tutte le parole inglesi furono sostituite da quelle francesi.

Era buio, quasi ora di andare a letto, ma sapevo benissimo che mi madre non mi avrebbe fatto andare a dormire non quando veniva a trovarmi mia zia. Ero seduta sulle ginocchia di mia madre ascoltando i loro discorsi. Mia zia e le amiche di mia madre erano sedute attorno al tavolo parlando e ridendo di qualcosa.

-Hei, Costance, dov'è Joel?-

Mia madre si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, lo stesso vizio che avevo ereditato anch'io. Mi guardò per qualche secondo.

-Lui...ha del lavoro stasera-

Ci fu un momento di silenzio finchè la conversazione non cambiò argomento ritornando l'atmosfera allegra che c'era pochi attimi fa.

-Margot, vieni con me dobbiamo togliere fuori dal freezer la torta- Disse mia zia Adele, mi afferrò per mano e mi portò in casa nuovamente. Mi prese in braccio facendomi sedere sul piano della cucina, mentre lei tirava fuori la torta e vi dispose sopra delle candeline.

-Quelle candeline sono per?- Chiesi in francese , guardando mia zia.

-E'il compleanno della tua mamma. 3 Luglio, cancro- Lei sorrise,mettendo altre candeline sulla torta.

-Che cos'è cancro?-

-E'il segno zodiacale di tua madre- Fece una pausa, pensando come spiegarmelo- Beh, a che fare con il periodo in cui nacque tua madre-

-Se la mamma è uno cancro, lo sono anch'io? Anche papà?-

-No,tesoro. Tu sei nata a Giugno, sei un gemelli. E tuo padre e dei pesci-

Annuii,senza capire esattamente cosa significasse.

-Aspetta,se il compleanno della mamma è oggi, quanti anni ha? Sette, come me?-

Mia zia rise.

-No,petit Margot. Ne ha 25-

-Quanti anni aveva quando sono nata io?-

-Hmmm....1997,quindi lei aveva 19 anni-

-Sarò mamma anch'io quando avrò 19 anni?-

-No,petit- Disse avvicinandosi a me e tenendo le mie piccole mani tra le sue - Quando avrai 19 anni avrai già finito il liceo, andrai al college ed avrai degli amici con cui andare alle feste. Indosserai un bel vestito e tutti i ragazzi vorranno ballare con te, come in Cenerentola-

-Mi piace Cenerentola-

-Sarai la più bella di tutte Margot- Sorrise malinconicamente, ma ancora non conoscevo quel sentimento- E poi, scriverai tutte le belle cose che ti saranno successe quando tornerai a casa-

Sorrisi,e mi baciò la fronte.

-Solo,promettimi di scriverci quando sarai ritornata a casa. Non dimenticarci-

Non capii cosa volesse dire, ma le feci capire che lo avrei fatto quando sarei diventata più grande.

-Va bene, non vi dimenticherò-

-Sono quasi le 08:00, tua madre è nata a quest'ora. Dobbiamo accendere le candeline-

Tirò fuori un piccolo accendino dalla sua borsa e accese una per una tutte le candeline, prima di uscire nella veranda con la torta.

Quando io e mia zia uscimmo con la torta, gli altri iniziarono a cantare la canzone di auguri.

Mia madre si coprì il volto con le mani sorridendo come mia zia posò difronte a lei la torta. Quando tutti finirono di cantare scoppiò un applauso e nel frattempo mia madre spense le candeline, chiudendo gli occhi ed esprimendo un desiderio. La luce della luna rifletteva sul suo viso mentre in lontananza si sentivano il frinire delle cicali ed il soffio leggero della brezza estiva.

Dopo aver espresso il suo desiderio, aprì nuovamente gli occhi e spense il resto delle candeline.

Sorrise più che poté, per tutto il tempo che ci riuscì. Cercò di non vacillare, ma alla fine crollò, scoppiando a piangere.

Invece di dirle auguri, mia zia e le uniche sue tre amiche che avesse qui,rimasero in silenzio circondandola, mettendo le braccia intorno a lei.

-Costance...va tutto bene, va tutto bene.-

-Tornerà,Costance. Va bene-

Fu tutto quello che sentii.

Ero troppo piccola per capire cosa stesse accadendo realmente e perchè piangesse. Tutto quello che sapevo e che erano le 08:00 ed era ora che io andassi a letto. Gli ultimi rumori che sentii prima di addormentarmi furono i singhiozzi  insistenti e una torta di compleanno che non aveva più il sapore di felicità.







 

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Hi, my beautiful people!!! So Im here again. YAAY
Allora come state?

Dopo avervi lasciato con il bacio tra Margot e Calum, eccomi di nuovi qui. YAAY
Che ve ne pare ?
Come sempre il capitolo si apre con il punto di vista di Margot, dove si trova ad accettare questa volta l'ennessima telefonata da parte del moro. E anche se Calum al telefono appare come sempre freddo e insensibile, invita Margot ad un evento. Inizialmente Margot rifiuta, ma successivamente quando chiede spiegazioni a Calum del perchè la voglia, questo si limita a risponderle che la vuole con lui. Secondo voi cosa potrebbe succedere?
E poi c'è il p.o.v di Calum che è un po' particolare da come avrete letto. Non solo perchè appare Michael, ma anche perchè quest'ultimo sembra prima prendere in giro Margot per quanto fosse facile da prendere in giro e successivamente mette in guardia Calum da qualcosa.
Infine, si concluce con il p.o.v di Margot dove anche qui viene rivelato un'altro po' del suo passato.
Ringrazio coloro che hanno messo la fanfiction tra: PREFERITI, SEGUITI E RICORDATI.
GRAZIE MILLE.
See ya soon & Stay tuned...

Baci Lalluby

 

  
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