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Autore: F_Glitt    25/04/2016    1 recensioni
Cosa succederebbe se seguissimo il giorno di San Valentino di una donna dall'infanzia fino all'età adulta? Probabilmente, vedremmo quanto con l'età cambia il modo di pensare a quella giornata...
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VALENTINE’S DAY


14 febbraio 1987 (4 anni)

San Valentino? Non ne aveva mai sentito parlare. Le maestre a scuola le avevano spiegato che era la festa degli innamorati, ma anche così per lei non aveva senso. “Cos’è la festa degli innamorati?” aveva allora chiesto alla maestra di italiano. “E’ la festa in cui i fidanzati si scambiano dei regali” aveva risposto lei. “Quali regali?” “Cioccolatini e pupazzi, perché sono felici di essere fidanzati” “Ah. E io la festeggerò la festa degli innamorati?” “Sicuramente, tra qualche anno” La storia si concluse lì, e lei non pensò più alla festa degli innamorati finché uscita dall’asilo vide una coppia di ragazzi grandi. Sembravano molto felici insieme, ridevano e si abbracciavano. “Un giorno lo voglio anche io un fidanzato” pensò.


14 febbraio 1990 (7 anni)

Le maestre avevano detto a tutti di scrivere dei biglietti di San Valentino, scrivendo delle cose gentili a tutti. Lei aveva deciso di scrivere al suo migliore amico, un semplice ‘mi sei simpatico’ le bastava. Non le piaceva la festa degli innamorati, perché aveva scoperto che la gente quel giorno si baciava sulla bocca, e le faceva schifo solo l’idea. Però si era vestita di rosa e avevano preparato una recita a scuola, non aveva capito bene perché ma era lo stesso. L’unica cosa che sapeva era che doveva interpretare una ‘donna al ballo’. Romeo e Giulietta in fondo era una storia così noiosa e c’erano tante battute da imparare, era felice di non avere il ruolo principale…


14 febbraio 1993 (10 anni)

La sua classe era stata decorata con palloncini rosa e cuori di cartone per festeggiare San Valentino. Tutti i maschi della sua classe avevano portato dei cioccolatini da distribuire alle femmine, e nessuna era rimasta a mani vuote. Questo forse perché le maestre avevano supervisionato il tutto, ma non importava. Aveva quattro cioccolatini in bella vista sul banco e si leccava i baffi, non vedendo l’ora di mangiarli.


14 febbraio 1997 (14 anni)

Finalmente, il suo primo vero San Valentino degno di questo nome. Sarebbe uscita con un ragazzo, il più bello della scuola. Di certo si sarebbe impegnata per far funzionare la storia il più a lungo possibile, visto quanto lui era corteggiato. “E’ solo mio… mio!” si disse con gioia, pregustando l’invidia delle altre ragazze e immaginando le loro facce quando avrebbero scoperto con chi aveva passato quel giorno. Per lei era stata una cosa quasi programmata, si aspettava un invito da parte sua perché praticamente per tutte le scuole medie non aveva fatto altro che corrergli dietro e farsi desiderare. Adesso che ci era riuscita, si sentiva molto fortunata ad essere se stessa.


14 febbraio 1999 (16 anni)

Il ragazzo che le avevano affibbiato quell’anno non era per niente il suo tipo. Non faceva altro che parlare di cose inutili e noiose, e lei sbadigliava sempre più spesso. Si chiedeva cosa avessero in testa quelle stupide delle sue amiche per pensare che un ragazzo del genere fosse quello giusto per lei. Dove l’avevano trovato? Continuava a fare rumori molesti, commenti scomodi… ma nonostante tutto era un bel ragazzo. Era questo l’unico motivo per cui si stava sforzando di continuare l’appuntamento con lui, ma era certa che non l’avrebbe più rivisto. “Ti prego… fai che il tempo scorra in fretta…”


14 febbraio 2000 (17 anni)

“Allora, ehm… cosa vuoi fare?” le domandò lui, nervoso. Per tutto il giorno aveva cercato di comportarsi in modo brillante, di sembrare tranquillo e rilassato, come se fosse abituato a cose del genere, ma lei conosceva abbastanza i ragazzi da capire che in realtà era teso quanto lei. Era il terzo ragazzo con cui passava un San Valentino, e questa volta sperava davvero che la storia durasse più di qualche settimana. Lui frequentava la sua stessa scuola, ma non era in classe con lei. Si conoscevano fin dall’asilo, ma fino a poco tempo prima non aveva mai pensato a lui in quel modo. Era stato una specie di colpo di fulmine, se i colpi di fulmine si possono avere anche dopo anni. Appena si era presentato da lei, le aveva subito regalato dei cioccolatini. “Molto vecchia scuola” si era scoperta a pensare. Ma nonostante tutto si pregustava una giornata piuttosto piacevole.


14 febbraio 2002 (19 anni)

Il pomeriggio passò felicemente, considerando anche il fatto che il giorno dopo avrebbe avuto un’interrogazione importante. Era il suo ultimo anno di scuola, e fin dall’inizio si era ripromessa di fare del suo meglio. Ma quel giorno per lei era sempre stato speciale, non poteva rovinarlo studiando. Lui era passato a prenderla come faceva da due anni a quella parte, ed erano andati in giro per la città. Niente di speciale, ma era così che le piaceva. “Voglio che sia sempre così”


14 febbraio 2004 (21 anni)

“Dai, basta” continuò a dire, quando il ragazzo agguantò il quarto bicchiere di vino. Avevano deciso di festeggiare San Valentino con una coppia di amici, ma solo ora lei si rendeva conto che non era stata l’idea migliore. Lui non aveva fatto altro che bere per tutta la serata, lei e la sua amica invece avevano ballato, in pratica non si erano quasi visti. Certo, lui le aveva portato una rosa quando era passato a prenderla a casa, ma i suoi progetti per la serata erano leggermente diversi…


14 febbraio 2007 (24 anni)

Per tutto il giorno non aveva fatto altro che andare avanti e indietro per l’ufficio, innervosita dal fatto che alla fine dell’orario di lavoro avrebbe avuto poco tempo per prepararsi. Per una come lei, a cui servivano almeno tre ore per sentirsi pronta ad un appuntamento, era una cosa snervante sapere di avere i minuti contati. Appena l’orologio scoccò le sette, si fiondò fuori dal posto di lavoro, e si diresse a casa più veloce che poteva. Se in quel momento avesse potuto esprimere un desiderio qualsiasi, avrebbe voluto più tempo. E dire che credeva di essersi abituata. Eppure, quando arrivava quel particolare giorno dell’anno, ogni volta si sentiva tornare bambina. Finalmente si guardò allo specchio. “Pronta” In quell’esatto momento sentì suonare il campanello. Era ora di entrare in scena.


14 febbraio 2010 (27 anni)

La cena era stata piacevole, come ogni anno, erano andati nel ristorante del loro primo appuntamento ed avevano passato una bella serata insieme. Ma le sorprese non erano ancora finite. Il giovane uomo si abbassò, fino a posare il ginocchio per terra. Lei rimase impietrita, mentre si rendeva conto che stava rovistando dentro la tasca. Finalmente, dopo alcuni secondi, lui riuscì ad estrarre una piccola scatoletta quadrata, che non lasciava dubbi sul contenuto. “Vuoi sposarmi?” Il suo cuore saltò un battito. Da quando lo aveva osservato inginocchiarsi, si era aspettata quella domanda, ma faceva comunque un certo effetto. “Sì”


14 febbraio 2013 (30 anni)

Il bambino continuava a piangere, nella stanza accanto. Lei, come se non bastasse, aveva un mal di testa allucinante. Voleva tanto che suo figlio smettesse di urlare in quel modo, voleva che suo marito fosse lì per aiutarla, invece no… lui era in viaggio di lavoro, o almeno così le aveva raccontato. I dubbi avevano iniziato a sorgerle quando lui le era sembrato fin troppo felice di partire. Forse voleva prendersi una vacanza dalla famiglia, forse aveva un’amante, probabilmente non era affatto in viaggio per lavoro. Fatto stava che l’aveva lasciata lì, da sola, con il loro figlio di un anno che piangeva disperatamente, rischiando di causare un collasso nel sistema nervoso della mamma. Non era certo il San Valentino che si aspettava. Non era niente di simile a quello che sognava da bambina. “Altro che storie a lieto fine…”


14 febbraio 2015 (32 anni)


Sospirò, guardando quelle maledette coppiette felici che camminavano tenendosi per mano. Una volta anche lei era stata come loro. Ma adesso che si ritrovava da sola, dopo quel fallimento di marito che le era capitato, si rendeva conto di quanto San Valentino fosse solo una festa fatta per far guadagnare le aziende produttrici di cioccolatini e pupazzetti vari. “Ma questo non lo pensano i single per sentirsi meglio?” Pensò. “Forse. Ma si da il caso che sia vero” si rispose. Guardò un’altra volta una giovane coppia. La ragazza le ricordava molto lei da giovane: si comportava allo stesso modo, parlava allo stesso modo, le somigliava perfino fisicamente. Ad occhio e croce aveva circa 17 anni. “Povera ragazza… non sa quello che la aspetta” Comprò una piccola scatola di cioccolatini, a casa c’era qualcuno che li avrebbe graditi. Quando aprì la porta di casa, il bambino corse subito ad abbracciarla. Lei gli tese i cioccolatini, e come si aspettava, lo resero felicissimo. “Se potessi vivrei così ogni San Valentino della mia vita. Solo io e te, l’unica persona che amo davvero a questo mondo” pensò, guardando amorevolmente il bambino paffuto e sorridente che le stava davanti.


Salve! Rubo solo poche righe per darvi alcune informazioni: questa storia è stata scritta in attesa del giorno di San Valentino del 2015, ma vede la luce solamente ora perché fino a questo momento è stata a prender polvere. Volevo fare qualcosa di veloce e diverso da quello che scrivo di solito, tanto per alleggerire un po' la mente, e questo mi è sembrato il compromesso perfetto. Poi magari ho sbagliato tutto, fatemi sapere voi!
F_Glitt
  
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