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Autore: Waterwall    29/04/2016    2 recensioni
E se la sorte dell'amore tra Oscar e Andrè cambiasse? Se ci fosse qualcosa che nessuno ci volesse mai dire? Magari un segreto che con la loro morte non è mai stato detto.
E se vi dicessi che sopravvivessero alla rivoluzione e il destino gli serbasse qualcosa di molto più grande?
Che Alain incontrasse l'amore della sua vita e che anch'esso nascondesse un segreto?
E che il conte di Fersen non fosse stato così santarellino come credevamo?
Se vi ho incuriositi leggete con un grandissimo "grazie" in anticipo!
Ps. L'ispirazione mi è venuta leggendo la oneshot di fuko chan "Il ricordo segreto" (se troverai mai questa fanfiction ti prego di dirmi qualcosa perchè sei bravissima *-*)
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Ancolie si adagió sotto la quercia dall'altro lato del laghetto che la divideva dalla casa adocchiata. 
Le fronde sempreverdi la tenevo celata nell'ombra.
Ancolie cercò di osservare oltre le finestre lontane: sembrava esserci movimento.

Marie strinse il nastrino rosso con forza.
《 Che dolore! Non respiro! 》Si ritrovò a gridare Esperanza mentre rimaneva al centro della stanza fissando quel maledetto nastrino che le stava sotto i seni fasciati di seta.
《 Suvvia, sei esagerata. 》Nanny legò un fiocco perfetto sulla schiena della ragazza.
《 Nonna, ma Esperanza è pur sempre incinta: è più delicata. 》 commentò Oscar mentre teneva uno strascico puro tra le braccia.
《 Chi bella vuole apparire deve soffrire. Ricordiamoci che siamo in procinto di matrimonio in questa casa e, finchè io sono viva, nessuna sposa si azzarderà ad uscire da qui con un vestito non ben fatto! 》disse Nanny indispettita. 
Oscar rise:《 Va bene nonna. 》
Esperanza emise un altro gemito di dolore.
《 Pour l'amour de Dieu, cosa è successo questa volta? 》
《 Lo spillo; mi ha punto! 》 alla corvina scese una piccola lacrima mentre continuava a lamentarsi.
Marie sospirò:《 Mon Dieu! Neanche la principessa sul pisello ha fatto così quella notte! 》
All'ultimo commento di Nanny le donne si misero a ridere lasciandosi travolgere dall'aria leggera che si poteva respirare nella stanza.

《 Non preoccuparti Alain, penserò io a parlare con il parroco. 》
Alain si grattò il capo;《 Amico sei sicuro? 》
Andrè fece un risolino:《 No, ma sicuramente sono più bravo di te in certe cose. 》
Gli fece una finta risata di risposta:《 Spiritoso. 》
《 Alain, non mi dirai che te la sei presa. 》
《 No, comunque preferisco accompagnarti... ormai sei quasi del tutto cieco, amico mio. 》
Andrè si sentì una fitta al cuore e una lacrima sul procinto di cadere:《 Va bene ... 》
Il moro si avvicinò all'appendi abiti dove vi era stata lasciata cadere, in mal modo, la sua giacca color nocciola.
Passando da sotto le scale urlò un saluto e, seguito da Alain, si chiuse per bene la porta alle sue spalle della sua dimora.
Si diressero verso i cavalli con Andrè che sorrideva soddisfatto di quella sua piccola "magione".
Era grande solo di due piani con cinque camere da letto un po' piccole, un bagno, una cucina con il tavolo per pranzare, un salottino ben addobbato dai mobili portati dai Jarjayes e, attaccata sull'ala ovest della casa, un piccolo ripostiglio dove si potevano mettere quelle cianfrusaglie che la nonna si era portata con sé.
Per essere una casa popolana era davvero fantastica: molto probabilmente, una volta, vi abitavano due famiglie che condividevano alcuni ambienti per poi lasciare alcuni mobili quando si dovettero trasferire.
Andrè si complimentó da solo per il gran bel lavoro che era riuscito a fare: era come se avesse ristretto, ai suoi occhi, la dimora Jarjayes per poi riorganizzarla in uno spazio nettamente più piccolo, ma più accogliente.
Slegò le redini del suo stallone baio scuro, Alexander, rimurginando di dovergli costruire una stalla per il prossimo inverno.
I due si misero in cammino sul sentiero di ciottoli chiari che portavano al centro del paese.
Alain lo eccedette di un passo:《 Preferisco stare io avanti. Sai ... 》 cercò di giustificarsi ma, Andrè gli rispose velocemente:《 Ho capito Alain, non preoccuparti. 》
L'amico accennò un "sì" con la testa e ritornò a guardare il sentiero che divideva i due lembi di prato verde.
La primavera era arrivata da una settimana ormai e alcuni alberi erano già in fiorescenza; ora capì il motivo per cui il Generale in quest'ultimo periodo teneva le finestre sempre chiuse: gli dava fastidio il polline.
《 Allora, che hai intenzione di dirgli? 》 chiese ad un tratto ad Andrè voltando leggermente il capo.
《 La verità. 》 disse con nonchalance il moro stiracchiandosi le braccia in alto, respirando a pieni polmoni l'aria frizzantina di quel mattino col cielo terso.
《 La verità? Sarebbe questa la tua brillante idea? Ma guarda qua con chi mi sono ritrovato a parlare! 》
Andrè rise:《 Sai, a volte, le cose cambiano la visione di loro stesse per il semplice modo in cui sono dette, caro Alain. 》
Gli occhi castani di lui lo scrutarono interrogativi per poi essere disturbati da qualcosa che si mosse velocemente dietro di loro, ora molto probabilmente nascosta dietro ad un albero o un cespuglio.
Alain tirò leggermente le redini facendo rallentare il destriero fino ad essere alla pari di Andrè; si sporse verso di lui e gli sussurrò scandendo bene le parole:《 Amico, sembra che qualcuno ci stia seguendo. 》
《 Sei sicuro di quello che dici? 》
Alain mugugnò qualcosa che avrebbe dovuto avere il significato di approvazione e poi ritornò a sussurrargli:《 Cerca di starmi dietro, farò galoppare il cavallo cercando di seminarlo. 》
《 Va bene. 》
Alain spronò ferocemente il cavallo partendo al galoppo e Andrè lo seguì con velocità e con il suono che producevano gli zoccoli sulle pietroline.

Ancolie si diede un pugno da sola, colpendosi il ginocchio, mentre era accovacciata dietro il cespuglio molto probabilmente di Pungitopo.
Era riuscita a farsi scoprire come nulla fosse.
Si diede dell'imbecille per l'accaduto, ma anche della fortunata per non essere stata del tutto scoperta.
Se Andrè l'avesse vista... forse l'avrebbe odiata ancora di più, cosa che non sarebbe dovuta accadere.
Si alzò con uno scatto, traballando un secondo per un odioso formicolio sulla caviglia destra dove aveva esercitato quasi del tutto il suo peso in quei momenti.
Riflettè un secondo sul da farsi per poi pensare che, comunque, era riuscita a comprendere che stavano andando in chiesa a parlare col parroco.
Chissà ... forse qualcosa la potrò fare.
E cominciò a correre.

***
《 Lady Isabell? 》Fersen aprì leggermente la porta intagliata con mestria della camera di lei, lasciando la mano stretta al pomello di ferro.
《 Chi è? 》 la voce della donna era tremendamente grave, si potrebbe dire adirata, segno che non era molto in vena di visite.
Fersen non si scompose, continuó con dolcezza a parlarle senza invadere troppo il suo spazio vitale:《 Sono Hans. 》
Ci fu un secondo di silenzio per poi risentire quella voce tremendamente tagliente:《 Cosa volete? 》
《 Mi sarebbe piaciuto sapere come state. Siete la mia consorte e poi siete svenuta dav... 》 fu bruscamente interrotto.
《 Sto bene, anzi, se vi liquidaste starei anche meglio. 》
Fersen inghiottì un nodo amaro, si sentì ferito.
Come quella volta che disse "addio" ad Oscar, la sua migliore amica, avendo saputo che lei lo amava.
Già... Oscar.
Quanto avrebbe voluto averla al suo fianco in quel momento, guardare i suoi occhi azzurri e i suoi capelli biondi donandogli così coraggio e calma per affrontare la situazione.
Ma lei, anche se non la prima, ma una delle donne più importanti della sua vita, era maledettamente lontana.
Si sentì ad un tratto solo.
E capì quanto era veramente importante per lui quella donna che vestiva da uomo, ma che celava in lei una bellezza di una dea greca, come quella sera che la vide vestita da donna e la confuse con un angelo.
Gli scivolò una lacrima.
Guardò la margherita di campo bianca che era nata nella tenuta e aveva raccolto per Isabell.
Assaporò per un secondo il suo odore per poi lasciarla delicatamente sul pavimento di legno nella camera della giovane, chiudendo la porta.
《 Perdonatemi, se potete. 》
Isabell si voltò di scatto dalla toilette, ma la porta era già chiusa.
Si avvicinò alla macchia bianca sul pavimento, la raccolse e lo portò con se alla stazione di prima.
Si guardò un attimo allo specchio, sospirando rumorosamente.
Esisterà mai qualcuno che mi possa comprendere?
Poi si ricordò di un frammento di memoria quasi perso nella sua mente: una bambina corvina che le sorrideva sempre, l'unica che la capiva anche se molto più piccola e l'unica sua amica.
Chissà come sarà diventata adesso.

***

Alain frenò il cavallo: dovevano essere vicini al centro della cittadina.
《 Bene, ora dove dovremmo andare? 》
Andrè cercò con la mano dentro la tasca del cappotto per poi estrarne un biglietto.
《 Qui c'è scritto che la chiesa si trova in Rue Wacquez Glasson. 
《 E noi dove siamo? 》
Andrè si guardò intorno alla ricerca di qualche scritta o cartello sul muro, finchè non ne scrutó uno a cui si avvicinò:《 Rue Emile Lagrelle. Siamo vicini al tribunale. 》
Alain degluttì sonorosamente:《 Allora muoviamoci! Da che lato dobbiamo andare? 》
《 Dovremmo continuare dritto fino a Rue du Saumon e lì poi girare a sinistra. 》
《 D'accordo. 》
Alain fece trottare il cavallo seguendo le indicazioni di Andrè.
Quando entrarono in Rue Wacquez Glasson se la ritrovarono davanti, che segnava l'angolo in cui continuava la strada.
Si avvicinarono guardandola nel suo antico splendore neogotico. 
Smontarono dalle selle e salirono i pochi scalini che facevano arrivare al grande arco che finiva in due grandi portoni in legno.
《 Vai avanti tu. 》 disse al moro.
Lui rise:《 Qualcosa non va? Alain de Soisson ha paura delle chiese? 》
《 Affatto. 》fece indispettito.
Solo che non si ricordava l'ultima volta che era entrato in una chiesa o se comunque ci fosse mai entrato.
Forse l'unica sua volta fu il suo battesimo ... perso nella memoria.
Neanche per i funerali di Dianne e di sua madre era entrato: non ne aveva avuto il coraggio. 
Andrè spinse uno dei due portoni e vi entrò seguito dall'amico.
Appena furono dentro, i loro polmoni furono invasi dall'odore dell'incenso e della cera sciolta delle candele dei fedeli.
Fecero qualche passo in avanti verso l'altare su cui stava un Cristo niveo con le braccia aperte come se volesse abbracciare le anime perdute nell'oblio del peccato.
Andando avanti si ritrovarono fra due file di sedie e colonne grigiastre; quando furono al centro si guardarono in torno alla ricerca di una figura o di una stanza.
《 Dividiamoci nei due lati, saremmo più veloci a cercare. 》 disse Andrè.
Alain annuì con la testa anche se si sentì perso quasi subito dopo che vide l'altro lasciarlo da solo.

Alain cominciò il suo giro di perlustrazione tra le cappelle, decidendo di partire da nord.
Le osservò tutte, non riconoscendo neanche uno di quei personaggi col volto triste o solenne.
Si disse quanto potesse essere stupida la gente che gli pregava, alla fine che cosa avevano fatto di così speciale quelle persone?
Senza farci neanche caso si ritrovò nell'ala sud e, leggermente illuminato da alcune candele e dalla luce che filtrava oltre i vetri colorati, riuscì a distinguere l'esile figura di un uomo in un sacco marrone che pregava silenziosamente con zelo.
Alain si avvicinò con insicurezza a quella figura stava in ginocchio davanti a una cappella color bianca dove si poteva notare un figura di un uomo dai vestimenti antichi e poveri.
《 Buon giorno. 》 disse a fil di voce Alain.
L'altro alzò la testa con tranquillità e si voltò, alzandosi, verso di lui:《 Buon giorno figliolo. 》il prete gli sorrise.
Il corvino per un secondo si scordó ciò per cui era venuto fin lì:《 Chi è? 》disse rivolgendo lo sguardo alla statua pura.
《 Non sei praticante, vero figliolo? 》gli disse il prete con estrema dolcezza.
Alain scosse la testa.
L'altro gli mise una mano sulla spalla:《 Lui è Saint Joseph. 》
Il cuore dell'ex soldato vibró per un secondo: quello era il nome che sua moglie aveva scelto per il loro bambino se fosse stato un maschio. 
《 Perchè è Santo? Dovrebbe proteggere qualcosa? 》continuò curioso.
Il prete rise dolcemente:《 Vorresti dire "qualcuno" figliolo. 》
Alain lo guardò un secondo:《 Ebbene sì, Saint Joseph è il protettore dei padri, dei carpentieri, dei lavoratori. 》
Il cuore del corvino sussultó un'altra volta.
"Protettore dei padri."
Guardò un secondo la statua.
"È un segno?"
《 Figliolo- lo richiamò il prete - per cosa sei venuto a cercarmi? 》
Alain lo scrutó un secondo: come faceva a saperlo?
《 Io ... be' ... ecco... 》balbettò per poi essere raggiunto da Andrè. 
《 Oh, Alain, allora hai trovato il prete. 》disse per poi stringere la mano alla figura barbuta. 
《 Quindi? 》 rifece la domanda.
Alain cercò l'aiuto di Andrè con lo sguardo che, per fortuna, non tardò ad arrivare.
《 Il mio amico si vorrebbe sposare. 》
L'uomo anziano sorrise pieno di gioia:《 Che bella notizia in questo periodo così nero! 》
《 Però ci sarebbe un problema ... 》Andrè cercò di trovare le parole giuste.
《 Suvvia figlioli, i problemi non esistono: siamo noi a crearli. 》
Andrè prese un respiro profondo:《 Lui é un figlio del popolo mentre la sua donna è nobile ed è incinta di suo figlio. 》 la frase fu detta tutta d'un fiato.
Il prete rimase un attimo con la bocca aperta come se stesse pensando a ciò che dire:《 Questo sì che è un problema. 》
Alain riflettè un secondo su ciò che aveva detto il prete ma, prima che potesse ribadire alcunché, l'esile figura li portò a sedere su alcune sedie e a raccontargli meglio la situazione.

Dopo un quarto d'ora Andrè e Alain riuscirono ad uscire, soddisfatti, dalla chiesa.
《 Avevi proprio ragione amico: le cose cambiano la visione di loro stesse per il semplice modo in cui sono dette. 》
Andrè sorrise:《 Forza, torniamo a casa. Ho una fame tremenda e se non ci sbrighiamo potremmo scordarci il pranzo! 》
《 Parli per me, ma tu sei proprio un pozzo senza fondo! 》
E galopparono verso casa.
Ancolie li vide allontanarsi, sorridendo malevolmente.
Si decise che avrebbe cominciato a distruggergli i sogni proprio dal matrimonio.
Entrò velocemente nella chiesa e, altrettanto velocemente, ne uscì. 
《 Ancolie, quante volte te lo dovrò dire? Una figlia del demonio come te non la voglio nella mia chiesa! Sparisci! 》urlò il prete spingendo verso gli scalini.
Ad Ancolie le si girò la caviglia e scivolò sulla strada procurandosi dei graffi sulle braccia.
Cercò di rimettersi in piedi cercando di richiamare a sé tutta la forza che le era rimasta.
Si sistemò la gonna color pesca sperando di non averla rovinata del tutto per poi lasciarsi andare ad un urlo di rabbia che squarciò la tranquillità dei passanti.
Troverò un modo per averti; lo troverò!

   
 
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