Come Back
[As We
Fall]
[Davanti a me c’erano due
strade.
Una mi portava da
Itachi.
(… e
l’altra era solo una vita vissuta nell’illusione.)
Tu sai quale ho
scelto.
E non me ne sono
pentito.
Ora cammino da
solo.
Se inciamperò, mi
rimetterò in piedi.
Se mi fermerò, sarà per
decisione mia e di nessun altro.
[…]E quando tutto questo
sarà finito…
…allora continuerò a
camminare.]
Da “Outward Journey Part II”
§
[Un passo dopo
l’altro.]
E’ questo il
segreto, vero?
Quando si
insegna ai bambini piccoli a camminare.
È questo che si
dice, no?
[Un passo dopo
l’altro.
E se cadi, non
importa: ci saremo noi a rimetterti in piedi.]
Tsk.
Che discorso
stupido.
Questo vale
solo finché si è bambini.
Mocciosi che
muovono appena due passi e poi crollano al suolo.
Ma tanto a loro
non importa.
Non finché ci
sarà qualcuno a prenderli in braccio ogni volta.
[E se cadi, non
importa]
“Non
importa”.
Ecco, un’altra
idiozia.
Se cadi importa
sì.
Se cadi ti fai
male.
E più si
cresce, più aumenta la distanza dal suolo.
E più dolore provoca la caduta.
[Cade.
Un corpo in
caduta libera crolla al suolo sfiorandomi appena.
Un tonfo sordo
mi annuncia che ormai ha toccato terra.
I miei occhi
non hanno più il coraggio di accertarsi della
situazione.
Ma tanto non è
necessario: il suo respiro è scomparso.
L’unico suono è
quello del mio cuore che batte all’impazzata.
Con uno sforzo
immane, riesco ad abbassare il capo,
fino ad
incontrare gli occhi spalancati di mio fratello,
imprigionati in uno sharingan eterno.]
Immagino che
tra gli Uchiha non fosse abitudine insegnare tutto questo.
No, loro
sicuramente davano per scontato che soffrire fosse una parte integrante della
nostra tradizione.
E che superare
il dolore senza battere ciglio fosse l’obbligo.
Ambizione.
Orgoglio.
Brama di
potere.
Tutte
caratteristiche proprie del mio clan.
Caratteristiche
che lo hanno portato inesorabilmente verso la fine.
Strano.
Prima d’ora non
mi era mai capitato di pensare in questo modo della mia
famiglia.
Nell’esatto
istante in cui ho visto i corpi senza vita dei miei genitori ho smesso di
provare qualunque sentimento negativo per loro.
Né rabbia nei confronti di mio padre, che
aveva sempre preferito Itachi a me,
né irritazione nei confronti di mia madre,
che sembrava incapace di capirmi,
né gelosia per come trattavano mio
fratello, considerato migliore di me in tutto.
Niente.
Qualsiasi
emozione, qualsiasi ricordo che ho di loro è diventato improvvisamente
neutro.
Credo che sia
normale, quando muore una persona cara, perdonarle tutto.
Ma mi chiedo se
sia anche giusto.
Quello che
Itachi è diventato.
Quello che io sono diventato.
Davvero non si poteva evitare tutto questo?
…ma forse è solo la febbre che sta parlando.
Dannazione.
Non mi ero reso
conto di avere già perso così tanto sangue.
Questa
maledetta ferita è più profonda del previsto.
Potrebbe anche
rimanere la cicatrice, da un taglio del genere.
Sarebbe davvero
ironico.
L’ultimo
ricordo di mio fratello.
E del fatto che
io l’ho ucciso.
Ucciso.
La mia missione
è compiuta.
Il mio clan è
stato vendicato.
Il mio
obbiettivo è stato raggiunto.
Io ho davvero
ucciso Itachi.
Dovrei sentirmi
sollevato, no?
Libero da un
compito ingrato.
Soddisfatto del
buon esito della mia missione.
Felice di aver
ucciso mio fratello.
Ecco, di
nuovo.
Mi ritrovo a
pensare a cose sulle quali non ho mai riflettuto prima.
Se è davvero un
bene quello che ho fatto.
Se quel
massacro si poteva evitare.
Se ci sia una
ragione per tutto questo.
Stupidi,
stupidi pensieri.
Che cosa
importano, adesso?
A cosa mi servono i sensi di
colpa?
[Non posso fermarmi ora.
Devo continuare a camminare
.]
Ho dato la mia
intera esistenza per questa vendetta.
Ho tradito
dodici lunghi anni di amicizie e fiducia per compiere il mio
obbiettivo.
Sono passato
dalla parte del nemico per ottenere il potere necessario.
Ho trovato la
forza dopo allenamenti e sofferenze inimmaginabili.
E, alla fine,
sono riuscito a ucciderlo.
Dovrei esserne
fiero.
Dovrei.
[E allora perché non lo
sono?
]
Non devo più
pensarci.
Non
devo.
L’ho promesso a
me stesso, che questo non mi avrebbe fermato.
[Io continuerò a
camminare ]
Un passo dopo
l’altro.
Un.passo.dopo.l’.altro.
Perché è
diventato così difficile muovere le gambe?
Perché non
avanzo più?
Cosa mi
trattiene?
[Cado… muoio?]
Forse è davvero
giunta la mia ora.
Le forze
iniziano ad abbandonarmi, ormai.
Dietro di me,
la scia del mio sangue macchia il selciato del sentiero tra gli
alberi.
Buffo. A
pensarci adesso, non so nemmeno dove mi trovo.
Che strano,
essere in punto di morte e preoccuparsi di cose come il
“dove”.
Piuttosto,
dovrebbe essere più importante il “come”, il “perché”, il “con
chi”…
… chi è con me,
nell’ora della mia morte?
Nessuno, ecco
la risposta.
L’unico suono
che riesco a sentire è il canto di uccelli lontani nella
foresta…
… chissà se
Juugo è con loro.
Lui e Suigetsu
e Karin.
Dove sono, in
questo momento?
Dov’è la mia
squadra?
… mi hanno
abbandonato anche loro?
Non devo
pensare a queste cosa stupide, adesso.
Loro sono
esattamente dove ho detto loro di stare.
Sono io che non
sono andato a prenderli, dopo lo scontro con Itachi.
Già, non ci
sono andato…
… perché
no?
Forse loro
avrebbero saputo guarire la mia ferita.
Karin si
sarebbe immediatamente gettata in mio soccorso e si sarebbe messa a urlare, ma
non mi avrebbe lasciato morire per nulla al mondo.
Suigetsu magari
mi avrebbe addirittura schernito per essermi ridotto in uno stato così pietoso,
ma mi avrebbe protetto da qualunque attacco nemico durante la
convalescenza.
E Juugo avrebbe
trovato tutto il necessario per la mia pronta guarigione e sarebbe rimasto al
mio fianco, in attesa che riaprissi gli occhi.
E
invece…
… e invece sono
qui, nel mezzo di una foresta anonima, solo.
Sarei potuto
andare dalla mia squadra, dai miei compagni, ma…
… ma forse non
lo volevo davvero.
Forse, nello stato di confusione in cui mi trovavo, volevo
trovare i miei altri compagni, quelli che ho
abbandonato?
Deve essere
così.
Se è così,
allora sono proprio un idiota.
Sperare di incontrarli, così lontano da Konoha… che
idiota.
Le mie gambe
tremano sotto il peso del mio corpo che non riesce più a stare in
piedi.
Crollo sulle
ginocchia, prima.
Poi mi accascio
a terra, affondo il viso nel sangue sul selciato.
È giunta la mia ora, lo so.
Ognuno dei miei
respiri rantolanti solleva una nube di terra rossiccia, che mi invade la gola e
gli occhi.
Tossirei, se
avessi abbastanza fiato per farlo.
In compenso i
miei occhi irritati iniziano a lacrimare.
Anzi… sono loro
che lacrimano o io che piango?
Non lo so. Tutto è così confuso…
È come se
avessi un velo davanti al viso, ormai.
Le immagini
degli alberi, della strada, dei cespugli…
Tutto è
sfocato.
E le mie
palpebre diventano sempre più pesanti.
Forse se le
chiudessi…
-…ke! -
Anche i suoni
sono ovattati, a quanto pare.
Non riesco a
sentire quasi nulla.
O forse sto
solo immaginando…
-…suke-kun!
-
Sembra quasi la
voce di…
-…Sasuke! -
Sì, sono senza
dubbio le loro voci.
Desideravo così
tanto rivederli un’ultima volta da sognarmeli in punto di morte?
-… idiota! –
È un sogno
decisamente realistico, se vengo addirittura insultato.
Risponderei a
tono, se solo ne avessi le forze…
-…Non morire, idiota!
-
Per l’ennesima
volta, non ti starò a sentire, Naruto.
Eppure vorrei,
almeno in questa situazione…
- Ti ho detto di non morire!
–
Suigetsu,
Juugo, Karin…
Kakashi-sensei…
Sakura…
Naruto…
… adesso torno
dalla mia famiglia.
- NON MORIRE, DANNATO IDIOTA!
-
Delle mani mi
afferrano per il colletto e mi strattonano in avanti, costringendo il mio corpo
a girarsi sulla schiena.
Riesco appena
ad intravedere due iridi azzurre spalancate per la rabbia e l’agitazione, quindi
la figura viene sballottata fuori dalla mia visuale e la sostituisce una macchia
informe di un rosa sfocato.
Sento alcune
voci confuse che discutono, quindi una leggera pressione all’altezza del petto e
un inaspettato calore inizia a scorrermi per il corpo.
La figura che
ho accanto avvicina il viso al mio e mi dice qualcosa, ma mi giunge solo un
singhiozzo confuso.
- Sasuke-kun…!
–
Le palpebre si
stanno facendo un po’ meno pesanti adesso, o sbaglio…?
È segno che
ormai sto per abbandonare questo corpo…?
- Resisti, Sasuke-kun, tieni
duro!
–
Riesco a
sentire la voce, ora. È tesa e implorante, potrei giurare che la sua
proprietaria sta piangendo.
Sakura…?
La nebbia che copriva i miei occhi fino a pochi istanti fa si dirada un poco.
Stai applicando
un jutsu medico su di me, Sakura?
Non devi, non
serve… io ti ho abbandonata, ricordi?
- Niente scherzi, teme!
–
La voce che mi urla nelle orecchie è
quella di Naruto, senza dubbio.
- Non mi sono fatto in quattro per
riportarti a Konoha solo per assistere alla tua morte, hai capito?!
-
Certo che ho
capito, idiota.
- Vivi, dannato! Fai almeno questo
per me, una volta nella tua vita!
-
Il calore del
jutsu ormai mi invade tutto il corpo, ma non so quanto posso resistere,
ancora.
Ce la farai,
Sakura…?
Perché se
riuscissi a guarirmi, allora…
- L’ho stabilizzato, possiamo
iniziare il trasporto, ora! Dobbiamo portarlo all’ospedale più vicino!
–
Il tono di
Sakura è autoritario e preoccupato. Ma non disperato.
Naruto e un
Kagebushin mi afferrano per le spalle e iniziano a correre tra gli
alberi.
Il viso di
Naruto, accanto al mio, è pallido e teso.
- Andrà tutto bene, Sasuke. Non ti
lascio crepare, stanne certo.
–
Piacerebbe
anche a me, sopravvivere.
- E tornerai a Konoha, dovessi
trascinarti per i capelli!
–
…anche questo
mi piacerebbe, in fondo.
Rimettetemi in
sesto, e vi seguirò.
Questa volta
davvero.
§
[Un passo dopo
l’altro.]
E’ questo il
segreto, vero?
Quando si
insegna ai bambini piccoli a camminare.
È questo che si
dice, no?
[Un passo dopo
l’altro.
E se cadi, non
importa: ci saremo noi a rimetterti in piedi.]
Questo
discorso, in fondo, non è nemmeno tanto stupido.
Quando non si è
più bambini, si è abbastanza forti per sopportare le
cadute.
Perché, se hai
agito bene nel corso della tua vita, hai la forza necessaria a farcela da solo a
rimetterti in piedi.
E, se hai agito male… se hai agito male allora ci saranno delle persone tanto stupide da dimenticare i torti subiti e tirarti in piedi a forza.
O, perlomeno…
nel mio caso è andata così.
NOTE DELL’AUTRICE:
E con questa terza one-shot si conclude
dunque la raccolta!
Un grandissimo grazie a
Azzusam e ryanforever per averla seguita!
Alla prossima!
Gwen