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Autore: kamy    30/04/2016    0 recensioni
E se Steve e Tony salvassero un bambino molto particolare?
[SuperHusband]
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.



Cap.2 Tony e Peter

Steve guardò Tony tenere la fronte corrugata, un pugno chiuso e la schiena curva.
"Non essere così teso. L'Hydra sta cercando il bambino, ma non immaginano sia qui" gli disse.
Tony roteò gli occhi e si rizzò incrociando le braccia.
"Cosa vuoi me ne importi?" chiese.
Ondeggiò sul posto agitando la testa ritmicamente, storse il labbro.
"L'HYDRA può avere il mio indirizzo, se mi dà quello di qualche parente del neonato così posso recapitarlo da chi lo ha perso".
Steve strinse le labbra un paio di volte, gli diede le spalle e raggiunse una pila di pannolini.
"Hai già troppa gente in casa tua?" chiese.
Tony si morse il labbro, sospirò sonoramente e abbassò il capo. Chiuse gli occhi, si gettò seduto in terra e si guardò fisso la punta dei piedi.
"Qual è la cosa che temi di più, Cap?".
Scrollò le spalle, continuando a fissare il pavimento.
"Io non sono in grado di occuparmi di un bambino. Più gli sto lontano, meno gli farò male".
Steve prese un pacco e se lo mise sotto il braccio, scrollando le spalle.
"Te lo terrò lontano, promesso".
Si fermò e strofinò il piede sul pavimento.
"Però non credo che il laboratorio di Banner sia un posto adeguato a un neonato.
O pensi che i suoi poteri siano peggio di quelli di Hulk perché è un neonato? ".
Tony scrollò le spalle, si alzò e sospirò afferrando sfilando il pacco da sotto il braccio di Steve.
"Lo terremo in un posto adeguato. Avrò anche il terrore di romperlo, farlo diventare uno psicolabile o distruggere la culla per sbaglio, ma non posso certo lasciarlo in un posto pieno di armi appuntite".
Steve guardò il pacco e inarcò un sopracciglio.
"Vuoi cambiargli il pannolino?" domandò.
Tony scosse il capo, camminò nella stanza a passi lunghi e grugnì.
"Tu tieni il marmocchio, io sollevo i pesi. Così siamo pari e facciamo tutti e due qualcosa".
Steve arrossí e indicò la porta con la testa.
"Vieni in laboratorio con me?" chiese.
Tony annuì, sorrise e indicò con un gesto plateale la porta.
"Avanti, cerchiamo di far finta d'essere adulti finché c'è un neonato".
Steve uscì dalla porta e proseguì lungo il corridoio, ridacchiando.
"Questo è lo spirito, Tony" disse, addolcendo il tono.
Tony rise forte camminando alle sue spalle, scrollò il capo ondeggiando a destra e sinistra.
"Ho sempre avuto il terrore di fare del male ad un eventuale neonato. Sai come si dice, no?", chiese, "Beh, forse no. Però se lo prendi tu, non è un problema".
Steve sporse il labbro inferiore e sbatté le palpebre, voltandosi verso di lui.
"Come si dice?".
Tony scosse il capo e alzò le spalle.
"Quando hai un pessimo padre, l'80% delle volte lo sarai a tua volta, ecco come si dice".
Steve gli mise una mano sulla spalla e strinse, le sue iridi azzurre divennero liquide.
"Tuo padre era stato reso una brutta persona, ma in fondo al cuore era lo stesso meraviglioso uomo che avevo conosciuto.
E tu sei più forte di lui, sono convinto che saresti un buon padre, solo in futuro, magari".
Le sue labbra divennero rosse, tolse la mano mentre le sue gote si coloravano e si allontanò.
Raggiunse la porta del laboratorio di Banner e la aprì, sporgendo il capo all'interno. Scoppiò a ridere vedendo un tavolo ribaltato, il bambino seduto su uno degli spigoli e Bruce che scuoteva il capo sospirando.
"Non ha apprezzato le tue analisi?" chiese a Banner.
Tony lasciò cadere il pacco, corse in avanti e afferrò il bambino in braccio, lo sollevò e lo guardò corrucciando la fronte.
"Lo sai che è appuntito, quello?" chiese.
Indicò lo spigolo, scosse il dito davanti al bambino.
"Cattivo spigolo".
Bruce aprì la bocca, la richiuse, la aprì di nuovo e si sbatté la mano in faccia.
Steve sorrise fino a mostrare i denti candidi, si strinse l'addome con le braccia e si piegò in avanti ridacchiando. Ansimò, si raddrizzò e diede un paio di pacche sulle spalle a Bruce, camminando fino al pacco e riprendendolo da terra.
Tony si voltò stringendo il bambino al petto, sporse le labbra e inarcò un sopracciglio.
"Che c'è?".
Bruce si passò la mano tra i capelli.
"Pensavo tu odiassi i bambini".
Tony guardò il bambino, grugnì, raddrizzò il tavolo e vi ci appoggiò il bambino al centro
Steve lo raggiunse e gli diede un bacio sulla guancia, sentendola bollente e appoggiò il pacco sul tavolo.
"Non si è rotto, visto?" gli chiese. Fece stendere il piccolo che dimenò i piedi e allungò le mani verso Tony, gorgogliando.
"Ti piace Tony?" gli domandò il Capitano. Peter tirò su con il naso e fece una serie di bolle di saliva.
"Banner, come hai consigliato, Tony ha comprato la roba per il bambino.
Vedi se è arrivata l'armatura che deve recapitarle?" domandò.
Bruce storse il labbro guardando i due, annuì e uscì dalla stanza. Tony si mise seduto su una sedia, incrociò le braccia allargando le gambe.
"E' stato stupido, ammettilo" disse.
Steve si abbassò e aprì uno stipetto, tirandone fuori del borotalco.
Si rialzò in piedi, aprendolo e tolse il vecchio pannolino al piccolo che scalciò, gli mise il borotalco e il piccolo starnutì.
"Vorrei facessi sempre stupidate come questa, piuttosto che lasciarti cadere dai buchi spazio dimensionali" rispose a Tony. Mosse l'indice davanti al naso del piccolo che lo seguì con lo sguardo.
"Come pensi che possiamo trovare la sua famiglia?" domandò.
Tony dondolò sulla sedia mugolando, alzò lo sguardo al soffitto.
"Non posso scegliere cosa serve a salvare il mondo. E non mi pareva ti fossi offerto volontario per farlo tu".
Sbuffò passandosi la mano tra i capelli e chiuse gli occhi.
"Li cercherò io, non ci vorrà più di mezz'ora con i miei sistemi".
Steve socchiuse gli occhi, strinse le labbra ed annuì, chiudendo il pannolino nuovo al piccolo.
"Ora torni a casa, piccolo" disse con voce rauca. Il neonato guardò Tony e sporse le mani verso di lui, aprendo e chiudendo le manine. Lanciò una ragnatela che si incollò al braccio di Stark e la strattonò verso di sé.
Tony cadde in avanti, sbatté contro il tavolo grugnendo, prese il bambino in braccio e lo ondeggiò su e giù.
"Tornerai a casa", disse, "ma potrei sempre venirti a trovare".
Steve aiutò Tony a rimettersi ben ritto, togliendogli la ragnatela dal braccio e corrugò la fronte.
"Forzuto questo bimbo. Lo sapevo che era speciale, anche se ha pessimi gusti in fatto di amici" brontolò. Il piccolo gorgogliò, sbadigliò e appoggiò la testa sul petto di Tony, sotto la conca all'altezza dei pettorali.
"Dallo a me, così vai a cercare i suoi".
Tony strinse il bambino al petto e guardò Steve con gli occhi dilatati, sporse il labbro inferiore.
Steve appoggiò la testa sulla spalla di Tony, tenendolo abbracciato da dietro.
"O puoi farlo a distanza con J".
Tony deglutì, chiuse gli occhi cullando il bambino e sorrise.
"Agli ordini, mamma" sussurrò.
Steve sbuffò, arrossendo.
  
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