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Autore: greenrose151    02/05/2016    0 recensioni
"A cosa stavo pensando quando ho deciso di provarci pur sapendo che fosse una pessima idea?"
"Dovresti saperlo, ne hai prese parecchie di pessime idee nella vita, Harry"
"Tu rientri in una di quelle, lo sai?"
"Lo so, ma guarda dove ti hanno portato le tue pessime idee"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
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La stanza mi sembra ancora più vuota e spoglia di quanto già lo fosse, mentre ammucchio tutte le mie cose nell'unica borsa che ho con me.
Mi sento così strana con addosso i miei vestiti e non più quella corta ed troppo sottile tutina a farmi da pigiama.
Sono passati solo tre giorni e a me sembra di non vedere casa mia da mesi. Sono passati solo tre giorni eppure l'idea di dovermi recare al lavoro e recuperare questi giorni mi spaventa da morire. Sono passati solo tre giorni e mi sembra di evitare i miei genitori da troppo tempo.
Sollevo la borsa con una mano e, prima di lasciarmi alle spalle tutto quanto, mi volto ad osservare, per quella che spero essere l'ultima volta, ogni particolare di quella piccola stanza: dalle pareti color mela alla piccola sedia accanto al letto, dalla finestra che attraversa un'intera parete, dalla quale entrano deboli raggi di sole mattutino, all'orologio che ero solita controllare minuto dopo minuto, sperando che il tempo passasse ancora più in fretta.

Una volta uscita completamente da quel luogo vengo investita dalla realtà e una nuova sensazione di libertà mi riempie i polmoni. È come se lo stare rinchiusa tra quelle quattro pareti mi avesse fatto dimenticare di essere a Londra ed io non vedo l'ora di riprendere le redini della mia nuova vita dopo questa piccola ed inaspettata pausa.

Il taxista sembra annoiarsi troppo ed avermi scelta come rimedio alla noia. Ma ogni qual volta tenti di iniziare una conversazione si ritrova puntualmente a parlare da solo,senza che io, con lo sguardo perso fuori dal finestrino, gli presti l'attenzione che spererebbe di ricevere. Mi accompagna fin davanti al solito ed imponente edificio, poco distante da Oxford Street.
Tra tutti i posti in cui vorrei essere ora, questo è sicuramente ai piedi della lista.

Cerco di mascherare la mia espressione seccata con un sorriso appena accennato, mentre salgo le scale. E, mentre la mia mente fantastica, mi ci ritrovo in cima, all'ingresso della redazione di uno dei giornali più letti della città.
Attraverso la hall, gremita, come al solito, di gente che scatta da tutte le parti come molle,noncuranti dei miei tentativi di farmi notare.

"Heaven"

Il Sign. Collins mi si avvicina rapidamente, allungando la mano così da stringere con vigore la mia.

"Che piacere rivederti, come va?"

"Va tutto bene, credo. Mi dispiace per l'assenza ma sa.."

"Tranquilla ho saputo. Hai avuto un incidente. Almeno eri da sola pensa se ci fosse stata un'altra persona con te.."

Resto quasi sbigottita alle sue parole.

"Scusami...?"

Mi guarda non capendo il motivo di quella parola, perciò continua come se nulla fosse.

"Sai, su Internet uno dei soliti siti di news locali ha pubblicato la notizia ed in men che non si dica tutta la città ne è venuta a conoscenza. Fortunatamente nulla di grave."

Fingo ancora una volta un sorriso mentre dentro di me non faccio che pensare a cosa si possa essere inventato Harry per giustificare le sue ferite e, soprattutto, perché i giornali abbiano parlato solo di me. C'era anche lui, e questo è innegabile, allora perché nasconderlo?

"In ogni caso, visto che sei già qui ho qualcosa per te.."

Inutile dire che a quelle parole la mia mente ha iniziato a fantasticare su quale altro assurdo lavoro mi sarebbe stato affibbiato anche questa volta.

"..Ti farò conoscere la mia nuova giornalista. Anche lei è stata una tirocinante qui, qualche tempo fa. Era davvero troppo brava per non venir assunta. "

Mi chiedo come faccia a fingere così bene di non accorgersi di come l'atteggiamento di tutte le donne nella stanza sia cambiato da quando è uscito, per raggiungermi, dal suo ufficio. Probabilmente ci è abituato. In effetti è innegabilmente attraente: che siano i capelli biondi o il fisico muscoloso messo in risalto da uno dei suoi soliti completi sui toni del grigio, tutte le segretarie non riescono a levargli gli occhi di dosso nemmeno per un secondo.

"Seguimi" dice, accompagnando le parole con un cenno della mano.

Lo seguo all'interno di una delle tante porte che si aprono sulla gigantesca hall, dalle pareti di vetro e i vasi mastodontici ornati con motivi classici.
Entriamo in quello che sembra un piccolo studio, forse il più piccolo tra tutti.
Le pareti sono di un colore rosa carne molto pallido e vi sono appesi alcuni quadri raffiguranti paesaggi, in perfetto contrasto col contesto in cui si trovano. Il lampadario di pietre, che scintillando riflettono la luce, proietta meravigliosi colori ovunque ed io non posso fare a meno che restare impressionata da tanta bellezza.

"Okay Heaven, d'ora in poi, questa giovincella sarà il tuo mentore. Divertitevi.." dice andandosene.

Resto impalata davanti alla scrivania, fissando la persona che, tra tutto quel disordine, saltella da una parte all'altra, alla ricerca, probabilmente, di qualcosa.
Seduta composta sulla scrivania, circondata da tutto quell'ordine, sta una ragazza dai capelli color biondo platino, raccolti sul capo da un cerchietto rosa confetto. Ha il viso abbastanza rotondo e la pelle diàfana, in contrasto col colore troppo rosa delle guance. Gli occhi azzurri sono come il cielo quando non ci sono nuvole.

"Io sono Hayley, e come avrai notato amo il rosa"

Le stringo la mano, incredibilmente morbida e piccola, osservandola mentre a sua volta mi sorride scoprendo i suoi denti perfetti.
È davvero bellissima, tanto bella quanto strana. Infatti, indossa un vestito viola composto di un top molto aderente ed una gonna molto voluminosa, che mette in risalto le gambe secche.
Noto una sedia, in un angolo della stanza e la raggiungo con l'intento di appoggiare la borsa con gli ultimi lavori che mi erano stati richiesti.

"Non se ne parla. Mi farò dare al più presto un'altra scrivania dove tu possa stare. Non puoi stare seduta su una sedia senza un tavolo davanti. Vieni a sederti accanto a me, condivideremo la postazione per ora."

Effettivamente la scrivania è davvero molto larga per una sola persona, non è una cattiva idea. Così,mentre la guardo ammucchiare la roba sparsa per il banco, mi avvicino.

"Quindi cos'hai fatto fin ora Heaven?"

"A dir la verità nulla di che, o per lo meno, niente di tutto ciò che mi sarei aspettata di fare. Sono qui da poco e mi occupo di leggere e correggere i manoscritti che arrivano in redazione da parte di coloro che vorrebbero vedere le proprie opere pubblicate, ma fin ora nulla di quello che ho esaminato è stato realmente pubblicato."

"Beh non mi stupisce, perchè un libro venga pubblicato da noi bisogna che sia davvero buono, e io penso di intendermene. Ho letto e corretto manoscritti per mesi prima di essere, diciamo, scoperta."

"Scoperta?" dico, mentre la curiosità di conoscere la storia prende la meglio sui miei pensieri.

"In tanti pagherebbero per avere l'opportunità di fare uno stage qui. Il posto è magnifico, il giornale è famosissimo e lo stipendio è davvero alto. C'è chi farebbe carte false per avvicinarsi e farsi conoscere dal direttore. Io sono stata per molto tempo tra quelle persone, finchè non ho iniziato a scrivere, gratuitamente, per uno di quei giornali sconosciuti. Mi lasciavano scrivere quello che volevo ed io lo facevo. Scrivevo di tutto ciò mi sembrava ingiusto, diritti omosessuali, storie di senzatetto, problemi ambientali. Poi, un giorno il signor. Collins mi contattò. Non so come, non so perché si interessò proprio a me, mi disse solo che aveva bisogno di qualcuno che scrivesse per farsi sentire, ed era esattamente quello che io facevo. Così mi assunse come tirocinante, giusto per mettermi alla prova.. ed ora anche io sono qui"

Resto come affascinata da quelle parole tanto forti, uscite da una ragazza tanto piccola e all'apparenza così innocua ed innocente, dalla voce più soave che abbia mai ascoltato.

"Io non voglio un lavoro, voglio che i miei pensieri non restino nella mia mente. Voglio che la gente che mi legge pensi."

Sorride nel vedermi tanto pensosa.

"Ci vuole determinazione" aggiunge.

"Sai, ho lasciato Parigi,l'Università, la mia vita perchè sentivo che la strada che stavo imboccando non faceva per me. Sono venuta qui da sola perchè tutto ciò che voglio è far sentire la mia voce. Sono più che determinata se questo è il mio posto."

Mi stringe la mano.

"Qualcosa mi dice che io e te,Heaven, potremmo essere ottime amiche."


Il sole è in procinto di tramontare,già in lontananza l'azzurro del cielo inizia a mescolarsi alle mille tonalità calde che annunciano la discesa del sole.
Ogni momento della giornata è perfetto per passeggiare per le vie del centro, immergersi tra la gente e sentirsi un po' meno soli, nonostante al proprio fianco non ci sia nessuno. Arrivo fino a Piccadilly Circus e mi siedo nel piccolo spazietto libero tra due turiste cinesi, ai piedi della statua in pietra.
E, mentre i miei occhi vengono catturati dalle insegne luminose accanto a me, la mente spazia e tutti i miei pensieri finiscono ad un'unica persona. Harry.
Continuo a chiedermi perchè abbia chiesto di non venire citato nei giornali che parlano dell'incidente.
Non voglio pensare di poter essere io la causa. Non voglio pensare che l'unico motivo per cui non compare insieme a me sia il fatto che lui non voglia avere nulla a che fare con me. Sono giorni che non lo vedo e mentirei se dicessi che non ne sento la mancanza. Sono giorni che non lo vedo e mentirei se dicessi di non aver ripensato all'ultima volta che ci siamo visti, a come mi sono sentita quando il suo braccio era allacciato intorno al mio corpo, a come mi sono sentita sicura mentre, su una poltrona troppo stretta,ci siamo addormentati avvinghiati l'uno all'altra.
E mi sento così stupida mentre fantastico, pensando a come lui non possa condividere quello che fin'ora ho provato io, a come si sia così velocemente ritirato dal voler condividere con me l'imbarazzo per un articolo in cui appaio.

I miei pensieri vengono interrotti dal telefono. Un messaggio. Niall.

"Stasera si esce a cena. Devo presentarti una persona."
   
 
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